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VENERDI
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Notiziario Marketpress di
Venerdì 16 Dicembre 2011 |
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LIVING IN LIFT: MOSTRA D´ARTE CONTEMPORANEA |
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Dopo Torino, Schindler Italia, azienda leader nel settore degli ascensori a scale mobili porta a Milano la mostra Living in Lift, a cura di Walter Vallini e Antonello D´egidio, fino al 14 gennaio 2011 presso l’ex Chiesa di San Carpoforo, in Via Formentini, 10, nel quartiere di Brera. Parte del più ampio progetto "Schindler per l´Arte", la mostra dà spazio alle opere di una selezione di 20 artisti - scelti da esperti d´arte contemporanea e di comunicazione - che presentano i loro lavori creati ad hoc per l´evento ed espressione di una decodificazione tutta personale ed inedita di uno spazio insolito: l´ascensore. Agli artisti - tra cui Tea Giobbio, Ito Fukushi e i giovani Massimo Spada e Francesca Ferreri - è stato chiesto di proporre un´interpretazione personale dell´ascensore attraverso fotografie, video-arte e arte oggettuale, con uno sguardo inedito su questi "luoghi non-luoghi", spesso percepiti come spazi anonimi e freddi e che, invece, nascondono sorprendenti potenzialità espressive. Le circa 50 opere in mostra stravolgono la consueta immagine dell´ascensore, che acquisisce una diversa forma e diventa "specchio" dell´anima di chi ci passa qualche momento della propria vita, con le proprie associazioni d´idee, i propri pensieri e sogni. In quasi tutte le opere lo spazio dell´ascensore è occupato da figure umane, concrete o evanescenti: una donna inginocchiata, raccolta in preghiera, volti e silhouette di uomini e donne che si riflettono nel metallo lucido della cornice o del vano di un ascensore, oppure momenti brevissimi catturati dalla lente del fotografo in cui si vedono persone o angeli entrare o uscire da una cabina. Il gioco della luce e i tagli particolari delle immagini contribuiscono all´evocazione dell´ascensore come uno spazio misterioso, via d´accesso a mondi diversi, anche se sempre strettamente legati alla vita umana. La mostra è itinerante e prevede una serie di tappe lungo tutto il territorio nazionale |
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MILANO (ROTONDA BESANA): DISEGNO E DESIGN. BREVETTI E CREATIVITÀ ITALIANI
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Il suggestivo spazio della Rotonda di via Besana a Milano ospiterà fino al 29 gennaio 2012 la mostra “Disegno e Design - Brevetti e creatività italiani” prodotta dalla Fondazione Valore Italia e dal Ministero dello Sviluppo Economico e promossa dall’Assessorato alla Cultura, Expo, Moda e Design del Comune di Milano. L’esposizione mira a presentare sotto una luce nuova il valore della creatività italiana applicata alla produzione industriale, e l’importanza che riveste una corretta tutela della proprietà industriale per mantenere la competitività del sistema paese nei mercati internazionali. La mostra ospita centinaia di brevetti, disegni e marchi - conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato e l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi - che testimoniano l’evoluzione e l’espansione della creatività italiana degli ultimi cento anni. Il percorso si presenta ai visitatori come un suggestivo viaggio attraverso i documenti brevettuali, alcuni prodotti nati da essi e una ricca selezione di manifesti pubblicitari d’epoca, che li hanno presentati sul mercato. La tappa milanese di “Disegno e Design” attualizza ed amplia i contenuti già presentati a Roma nel 2009 ed a Shanghai nel 2010, in occasione dell’Esposizione Universale, e vuole rappresentare un ulteriore contributo alla politica di diffusione di una corretta cultura della proprietà industriale che vede impegnata, ormai da molti anni, la Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Dalla nascita dell’idea alla realizzazione della stessa, con un’attenzione particolare ad un aspetto sinora poco indagato della produzione industriale e che costituisce invece il valore aggiunto del fenomeno del Made in Italy: l’unicità e irripetibilità del modello. Il percorso espositivo parte dall’inizio del ‘900 e arriva fino all’attualità, snodandosi attraverso i più importanti settori merceologici: arredamento, moda, agroalimentare, veicoli, ricerca e innovazione. Il nucleo principale è costituito da brevetti concessi tra il 1900 e il 1965, per scoprire che oggetti di uso quotidiano, forme a noi divenute familiari e quasi scontate, sono in realtà frutto di un’idea innovativa e di un progetto. Vere e proprie icone del design e della produzione italiana, come ad esempio la Vespa, il gatto Meo Romeo, la poltrona Vanity Fair, la lampada Tolomeo, le creazioni di Ferragamo, testimoniano il fondamentale apporto della creatività all’economia nazionale. Completano il percorso espositivo alcuni filmati, materiale documentario fornito da archivi privati, archivi storici e musei d’impresa, pubblicità e contribuiti audio-video dei protagonisti dell’industria italiana. Il catalogo edito da Marsilio Editore propone un’autorevole rassegna di saggi critici di professionisti ed esperti del settore che accompagna le immagini dei brevetti. Verranno inoltre presentate le quattro pubblicazioni dedicate agli studenti, diversificate per scuole elementari, medie, superiori ed università, allo scopo di fornire agli italiani di domani gli elementi di base necessari per comprendere il reale valore dell’originalità di un’idea e del prodotto che ne discende. I testi di Enrico Morteo, Roberto Piumini, Franco Ferrarotti e Giampiero Bosoni accompagnano le immagini dei brevetti con un linguaggio a metà strada tra il gioco, la riflessione sociologica, il contributo tecnico, con leggerezza e al contempo serietà scientifica. Una mostra Comune di Milano - Cultura, Expo, Moda, Design e Fondazione Valore Italia Sostenuta dal Ministero dello Sviluppo Economico A cura di: Alessandra Maria Sette Catalogo: Marsilio Editori Orari Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì - Domenica 9.30 - 19.30 Giovedì 9.30 - 22.30 Ultimo ingresso un’ora prima Ingresso gratuito |
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MURANO (MUSEO DEL VETRO) 1861-2011: UN´ISOLA, UN´ARTE, UN MUSEO |
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Nel 1861, grazie alla grande opera di Antono Colleoni (1811-1855), allora sindaco di Murano e dell’abate Vincenzo Zanetti (1824-1883), cultore di arte vetraria - che riuscirono a far approvare dalla Deputazione Comunale un progetto di istituire un archivio per raccogliere tutte le testimonianze della storia e della vita dell’isola - veniva fondato il Museo del Vetro, con sede nell’antico Palazzo dei Vescovi di Torcello, a Murano. Questo importante avvenimento è ora ricordato - esattamente 150 anni dopo - con una grande mostra che ne ripercorre l’ultimo secolo e mezzo di storia, attraverso una carrellata di quasi duecento opere, tra le più rappresentative della collezione del Museo, esemplificative dell’unicità dell’esecuzione e della valenza dei suoi creatori. A queste sono affiancati lavori esposti alle Biennali, creazioni inedite di maestri vetrai e di fabbriche, oltre a nuove donazioni che vanno ad arricchire il capitolo novecentesco del Museo. La mostra si realizza con il sostegno della Confartigianato Venezia che, grazie alla preziosa collaborazione della ditta Seguso Gianni, ha contribuito al restauro del lampadario in cristallo del salone lato nord del Museo* e del Consorzio Promovetro Murano, con il Marchio Vetro Artistico Murano e la Confindustria di Venezia nel comune obiettivo di promuovere e diffondere l’originale e inimitabile vetro artistico di Murano. Alla mostra è abbinato il quinto numero della collana “Schegge di Vetro” (Fondazione Musei Civici di Venezia, 2011). È con l’Adunanza della Deputazione Comunale del 7 ottobre 1861 - che assegnava a Vincenzo Zanetti una stanza del Palazzo Comunale perché vi fossero riposti e custoditi i documenti dell’archivio e gli oggetti d’arte donati - che nasceva ufficialmente il Museo Civico di Murano. La ricorrenza dei 150 anni della nascita rappresenta un’occasione unica per ricordare le finalità e la valenza di quella che fu, già all’epoca, un’operazione geniale e determinante per il recupero dell’arte vetraria in un momento di grave crisi. L’abate Zanetti e il sindaco Colleoni raccolsero la sfida e la vinsero pienamente pur consci delle difficoltà e delle reticenze a cui andavano incontro. Oggi come ieri, in una contingenza di crisi più che mai reale, l’attenzione su Murano è altissima. Questo rende oltremodo consci dell’importante ruolo del Museo che, proprio per questo motivo, si pone l’obiettivo di ripercorrere gli ultimi centocinquant’anni di arte vetraria muranese per non dimenticare e ricordare, presentando una carrellata fortemente incisiva della produzione dell’isola lagunare. In quest’ottica il percorso è raccontato sia dalle opere dei maestri vetrai, sia dalle aziende, che dai prestatori, come a concretizzare un obiettivo comune: una mostra celebrativa che possa innescare un vero impulso alla realtà produttiva muranese. In mostra si trovano dunque le opere più belle realizzate in 150 anni da Ars Cenedese, Ballarin Giuliano e Roberto, Barbini Alfredo, Bubacco Lucio, Cam – Pino Signorotto, Caramea, Cenedese Giovanni e Simone, Cenedese Paolo, Dalla Valentina Adriano, De Carlo Giacomo, Elite Murano, Eraldo Mauro, Ferrro Lazzaroni, Fondazione di Venezia, Fratelli Toso, Galliano Ferro, Moretti Carlo e Giovanni, Moretti Vincenzo, Panizzi Eugenio, Progetto Vetrodausare, Ragazzi & C., Rosin Loredano e Dino, Rubino Silvano, Salvadore Davide, Salvadori Diego, Seguso Giampaolo, Seguso Vetri d’arte, Seguso Viro, Studio Salvadore, Tagliapietra Lino, Toso Borella Marco, Toso Fei Giuseppe, P. Paolo, Mattia e Renzo, Zecchin Francesco. La mostra avvia un nuovo dialogo che non si esaurisce in un’unica esposizione, ma che sarà lungamente approfondito in successivi e importanti appuntamenti espositivi, rappresentando dunque il “prologo” di un interminabile viaggio nel mondo del vetro muranese. (*lavorato con il sistema di “investimento”* ovvero a struttura metallica rivestita di pezzi in vetro soffiato a stampo con coppette reggi candele, fiori fiocco e pendenti a sfera e a grappolo, probabilmente fabbrica di Giuseppe Briati, metà XVIII secolo) Info: 1861-2011: Un’isola, Un’arte, Un Museo - Museo del Vetro di Murano - Fondamenta Giustinian, 8 – 30141 Murano (Venezia) - fino al 30 aprile 2012 - www.Visitmuve.it - info@fmcvenezia.It. Il Museo del Vetro di Murano venne fondato nel 1861, quando, superato il periodo più oscuro che la storia del vetro muranese ricordi,dopo la caduta della Repubblica di San Marco (1797) e i lunghi anni di dominazioni straniere, Antonio Colleoni (1811-1855), allora sindaco dell’isola, e l’abate Vincenzo Zanetti (1824-1883), cultore di arte vetraria, riuscirono a far approvare in seno alla deputazione comunale il progetto di istituire un archivio nel quale potessero essere raccolte tutte le testimonianze reperibili ai fini di illustrare la storia e la vita dell’isola. Ben presto sull’archivio ebbe il sopravvento la parte museale, in virtù delle numerose donazioni di vetri prodotti nell’isola nei secoli trascorsi, e di vetri contemporanei, da parte dei titolari delle fornaci che, nella seconda metà dell’Ottocento, ricominciarono a lavorare con intenso impegno. Vincenzo Zanetti, nel 1862, istituì anche una scuola, annessa al Museo, che nei giorni festivi i vetrai frequentavano studiandovi, oltre che disegno, anche i modelli dei vetri soffiati nel passato e ivi conservati. Dopo l’annessione di Murano al Comune di Venezia, nel 1923, il Museo Vetrario passò a far parte dei Musei Civici Veneziani; le sue collezioni furono, infatti, soggette a un riordinamento, curato nel 1932 sulla base di più moderni criteri espositivi da Giulio Lorenzetti e da Nino Barbantini e furono accresciute dall’aggiunta dei vetri delle collezioni Correr, Cicogna e Molin, che annoverano, tra l’altro, i più bei pezzi rinascimentali del Museo. In seguito i depositi della Soprintendenza archeologica permisero di istituire la sezione archeologica, della quale gli elementi di maggior prestigio sono i vetri provenienti dalla necropoli di Enona (Zara). Anche oggi le collezioni del Museo, oltre che per mezzo di acquisti,vengono incrementate da donazioni da parte delle fornaci dell’isola, che vanno ad arricchire soprattutto la raccolta contemporanea |
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CASTELLO DI RIVOLI: RUSSIAN COSMOS A CURA DI OLGA SVIBLOVA
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Con il sostegno delle pi¨´ alte Istituzioni Governative Italiane e Russe, il Castello di Rivoli Museo d¡¯Arte Contemporanea e il Multimedia Art Museum Moscow, nell¡¯ambito del programma di scambio 2011 Anno della Cultura e della Lingua italiana in Russia e della Cultura e Lingua russa in Italia organizzano e presentano la mostra Russian Cosmos. La rassegna, allestita negli spazi al terzo piano della residenza sabauda, ¨¨ il secondo momento dello scambio culturale internazionale che - da maggio a luglio scorsi - ha presentato ai visitatori russi la mostra Arte povera a Mosca. Opere della collezione del Castello di Rivoli, evento senza precedenti per la Russia, sottolineato da uno straordinario successo di pubblico. Russian Cosmos, coincide in modo significativo con il cinquantesimo anniversario del primo volo spaziale di Yuri Gagarin e l¡¯avvio dei principali programmi sovietici, europei e statunitensi per l¡¯esplorazione dello spazio. La mostra ¨¨ organizzata in sei sale tematiche e mette in relazione le reciproche influenze del mondo scientifico e artistico sulla scena russa a partire dagli anni Venti fino agli esperimenti artistici dei giorni nostri. La Russia, terra mitologica che da sempre ¨¨ proiettata a vivere oltre la propria realt¨¤ fisica e materiale, ¨¨ stata luogo di origine e forse pretesto per molte narrazioni. Uno di questi possibili racconti ¨¨ il sogno dello spazio siderale e il mito della sua conquista. La Russia, terra mitologica che da sempre ¨¨ proiettata a vivere oltre la propria realt¨¤ fisica e materiale, ¨¨ stata luogo di origine e forse pretesto per molte narrazioni. Uno di questi possibili racconti ¨¨ il sogno dello spazio siderale e il mito della sua conquista. Le origini di quella che sar¨¤ una vera e propria ossessione storica si trovano nelle idee del celebre scienziato russo Konstantin Tsiolkovsky, il quale gett¨° le basi delle indagini scientifiche che portarono alla progettazione di astronavi e alla creazione di un istituto di ricerca, in seguito diretto da un altro scienziato russo, Sergej Korolyov. Le prime navicelle spaziali ¨C gli sputniks ¨C furono costruite proprio sotto la supervisione di Korolyov, e aprirono la strada al primo storico volo spaziale con equipaggio. Partendo dal volo di Yuri Gagarin, il mito del cosmo divenne, in Unione Sovietica, un potente mitologema in grado di cementare la base sociale. Un mito educativo per tutti i bambini sovietici, tanto che ciascuno di loro desider¨° diventare un astronauta. L¡¯idea del cosmo, pi¨´ commisurato con lo spazio infinito che con l¡¯ambiente circostante, diventa motivo di ispirazione ricorrente per gli artisti e gli architetti russi. Uno dei temi dominanti dell¡¯avanguardia non ¨¨ la linea dell¡¯orizzonte, bens¨¬ la diagonale nei lavori di Malevich e nelle fotografie di Rodchenko, emblema di ispirazione verso la distanza sconosciuta. La mostra include oggetti e modelli di Tsiolkovsky realizzati a mano e attualmente conservati nei musei russi, cos¨¬ come istallazioni relative ai primi sputnik spaziali e alla figura dell¡¯astronauta Yuri Gagarin. Sono inoltre presentati cartoon e video, opere dell¡¯artista e architetto Yuri Avvakumov, vincitore di prestigiosi riconoscimenti nei pi¨´ importanti concorsi di architettura utopistica tenutisi in Europa e Giappone alla fine degli anni Ottanta. Russian Cosmos presenta inoltre fotografie di Ivan Mikhailov, giovane fotografo russo i cui lavori sono spesso ospitati in mostre internazionali. I temi delle distanze e del sogno, della macchina e dell¡¯immaginario, della conquista e della contaminazione attraversano il lavoro degli oltre trenta artisti presenti in Russian Cosmos. Tra questi si segnalano Kazemir Malevich, Konstantin Tsiolkovsky, Sergei Korolev,yury Avvakumov, Andrey Savin, Ilya e Emilia Kabakov, Ivan Mikhailov, Alexander Djikia, Bulat Gallev, §¡§£§³ (Art Business Consulting), Dmitry Gutov, Timur Novikov, Vyacheslav Mizin, Alexander Pankin, Konstantin Batynkov, Alena Kirtsova, Vladimir Sterligov, Vasiliy Chekrygin, Nikolai Suetin, Iliy Chashnik, Kiril Ass and The Blue Soup Group, Francisco Infante Arana, Gueorgui Gurianov, Igor Veritchev (group Novye Kompozitori), Andrei Krisanov, Group Assa (Timur Novikov, Gueorgui Ostretsov, Ivan Sotnikov, Oleg Kotelnikov), Ilya Kitup e Pavel Pepperstein |
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MILANO (MUSEO DIOCESANO): MUDI CONTEMPORANEA PRESENTA L´ANTOLOGICA DI VALENTINO VAGO -DAL 17 DICEMBRE 2011 AL 12 FEBBRAIO 2012
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3 Dal 17 dicembre 2011 al 12 febbraio 2012, il Museo Diocesano di Milano ospita l´antologica di Valentino Vago (Barlassina, 1931), dal titolo Dal Visibile all´Invisibile: un viaggio verso l´infinito. Curata da Paolo Biscottini, la mostra, che si tiene in occasione dell´ottantesimo compleanno dell´artista milanese, ripercorrerà attraverso 70 opere le tappe fondamentali della sua carriera, coprendo un arco cronologico di sessant´anni. Il percorso espositivo si apre, infatti, con un olio su tavola del 1952 quando, studente all´Accademia di Brera, Vago era ancora legato a un linguaggio figurativo. Ne sono prova, altri lavori realizzati nei primi anni Cinquanta, che lo videro protagonista, nel 1955, alla Vii Quadriennale di Roma. Particolarmente ricca sarà la sezione che documenterà la sua produzione degli anni Sessanta, dove prendono forma le prime opere astratte, elaborate al termine della stagione accademica, fino a giungere agli orizzonti del decennio successivo. In particolare, dal colorismo informale si arriva all´intenso Orizzonte nero del 1965. Negli anni Settanta, nella pittura di Vago irrompe la luce, i toni si alleggeriscono verso campiture di colore che definiscono un ambiente poetico affascinato dal mistero spirituale, dall´armonia e dall´indagine sulla bellezza. Il colore, nel corso di questi anni, si distende per reperire una uniformità intensa e ormai totalmente astratta. L´iniziativa si chiuderà con la proiezione di un video che testimonierà i suoi interventi di pittura ambientale, all´interno di edifici religiosi, dalla chiesa di San Giulio a Barlassina, del 1982, a quella di Nostra Signora del Rosario, consacrata nel 2008 a Doha, Qatar Accompagna la mostra un catalogo (ed. Skira) con un testo di Paolo Biscottini. Note biografiche Valentino Vago è nato a Barlassina (Milano) nel 1931, vive e lavora a Milano. Appena terminati gli studi all´Accademia di Belle Arti di Brera, nel 1955 espone alla "Vi Quadriennale d´Arte" di Roma. Nel 1960 tiene la sua prima personale al Salone Annunciata di Milano, presentato da Guido Ballo. Da quel momento il suo lavoro si andrà affermando come uno dei più significativi della pittura italiana in questi ultimi decenni. Inconfondibile per la qualità della luce e la liricità del segno. Nel suo lungo percorso artistico ha partecipato a numerosissime mostre personali e importanti collettive in Italia e all´estero. I suoi lavori sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche italiane e straniere. Si ricordano, tra le altre, le partecipazioni a rassegne realizzate dalla Biennale di San Paolo, al Kunstmuseum di Colonia, alla Hayward Gallery di Londra, al Grand Palais di Parigi e, ancora, nei musei di Francoforte, Berlino, Hannover, Vienna. Milano gli ha dedicato importanti mostre, tra cui ricordiamo quelle del 1980 a Palazzo Reale e del 1983, al Pac - Padiglione di arte Contemporanea. Dal 1979 a oggi si è dedicato, con continuità, alla pittura murale, dipingendo ambienti pubblici e privati sia in Italia che all´estero. Oltre una decina di queste interventi sono all´interno di chiese. La prima, quella di San Giulio a Barlassina, è del 1982, l´ultima, dedicata a Nostra Signora del Rosario, è stata consacrata nel 2008 a Doha, Qatar. Tra la fine dell´anno e l´inizio del 2012 è prevista la pubblicazione del Catalogo Generale delle opere dipinte, edito da Skira. I testi in catalogo sono a cura del comitato scientifico presieduto da Flavio Caroli e costituito da Flavio Arensi, Claudio Cerritelli, Chiara Gatti, Ornella Mignone e Giancarlo Santi. Info: Valentino Vago. Dal Visibile all´Invisibile: un viaggio verso l´infinito - Milano, Museo Diocesano (Corso di Porta Ticinese, 95) - 17 dicembre 2011 - 12 febbraio 2012 - tel. 02.89420019 - info.Biglietteria@museodiocesano.it - www.Museodiocesano.it |
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TRIESTE: AMICO LEGNO - MOSTRA PERSONALE DELLO SCULTORE EDOARDO CORAL |
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Fino al 6 gennaio, a Trieste, nella Sala Comunale d´Arte (Piazza dell´Unità d´Italia 4) sarà visitabile la mostra personale dello scultore Edoardo Coral, intitolata "Amico legno". L´esposizione - scrive Accerboni - propone una trentina di eleganti sculture in legno, realizzate dall´artista nel 2011 e del tutto inedite, che interpretano con delicatezza, poetica sensibilità, essenzialità e inclinazione molto personale, il tema sacro, nell´ambito del quale l´artista sa conferire grande umanità ai volti, la natura animale e la struttura del totem. Soggetti affrontati da Coral con amorosa attenzione, intagliando tutti i tipi di legno, ma prediligendo il profumato cirmolo o pino cembro, il tiglio e vecchi legni sottratti alla distruzione, cui l´intervento dell´artista dona nuova dignità. "Quando si batte con il mazzuolo il legno" afferma lo scultore "si crea un ritmo cadenzato che assomiglia alla musica": arte da cui Coral è stato sempre fortemente affascinato tanto da dedicarvisi completamente per vent´anni, diplomandosi in corno al Conservatorio di Trieste, componendo e interpretando concerti di musica classica e poi leggera. In seguito ha iniziato a studiare disegno e pittura e nel 2000, da un giorno all´altro, ecco la svolta e l´inizio dell´attività scultorea, che l´artista svolge seguendo una passione trasmessagli fin dall´infanzia dal padre. Che ha approcciato inizialmente forgiando legni portati a riva dalle mareggiate, cui assiste in diretta dal piccolo atelier sul lungomare di Barcola, a Trieste, dove opera. La sua cifra espressiva è la gentilezza - prosegue Accerboni - che lo scultore svela nel tornire le forme con un approccio morbido, convincente, dotato di eleganza. Interessante è anche la sua passione nel raccogliere, nei vecchi fienili e nei magazzini, antichi legni, assemblandoli ad altri nuovi, soprattutto per realizzare, oltre a originali "paesaggi lignei", dei totem di sapore tecnologico e quasi etnico, che rammentano le invenzioni di Brancusi e dell´arte africana. Per quanto riguarda invece il tema sacro, va ricordato che una sua Madonnina si trova nella Chiesa di S. Bartolomeo a Barcola (Trieste), altre nel refettorio del Convento della Chiesa di Gretta a Trieste e nel Convento di suore di clausura ad Attimis (Udine), mentre un suo crocifisso è stato posizionato davanti alla Chiesa di Conconello (Trieste). A far scaturire nell´artista l´esigenza di scolpire fu l´emozionante incontro - conclude il critico - avvenuto a Sauris un po´ di anni fa, con lo scultore Ermanno Plozer: da quel momento la vita creativa e artistica di Coral è cambiata, passando dalle note musicali all´amore per la forma e per il legno, che lo scultore lavora sempre e solo completamente a mano, anche là dove potrebbe servirsi di strumenti e tecnologie avanzate. Una o due settimane per realizzare un solo pezzo e "vivere dall´inizio alla fine tutta la scultura manualmente". Con purezza, davanti al mare. |
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MILANO (GALLERIA SABRINA FALZONE): MOSTRE IN CORSO
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Nella Sala Europa è in corso fino al 22 dicembre 2011 "Il respiro della pittura" Personale d´Arte di Angelo Borgonovo Nel Salone Bernini, Sala Guttuso, Spazio Miro´, invece proprio stasera finisce "Relazioni cromatiche" Esposizione Collettiva d´Arte Contemporanea. Espongono Dimitri Milesi, Walter Altini, Chiara Rossato, Silvia Cimatti, Vesna Pavan, Silvia Nervi Interior Art Designer, Goban Veco, Luigi Marrocco, Giuseppe Lo Faro, Raffaele Tranquillo dal 13 dicembre 2011 al 16 gennaio 2012.Sala Furini: Artisti in permanenza. Paola Cirrincione, Valerio Tizzi, Antonio Giuliani, Anna Galliingresso liberoInfo: www.Galleriasabrinafalzone.com |
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TRIESTE (GALLERIA RETTORI TRIBBIO, PIAZZA VECCHIA 2): MOSTRA PERSONALE DELLA PITTRICE ELISABETTA BOLAFFIO, INTITOLATA UOMINI 17/30 DICEMBRE |
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La rassegna, che propone una quindicina di oli su tela realizzati dall’artista dal 2009 a oggi è visitabile fino al 30 dicembre (orario: feriali 10.00 - 12.30 e 17.00 - 19.30 / festivi 10.00 - 12.00 / lunedì chiuso / domenica 18 dicembre in occasione del mercatino dell’antiquariato: 10.00 - 13.00 e 16.00 - 18.00). Esiste un’anima del nostro tempo - scrive Marianna Accerboni, critica d´arte - che mira alla materialità dell’avere, l’altra all’essere. Su quest’ultimo concetto si sono focalizzate di recente l’attenzione e la visione pittorica di Elisabetta Bolaffio, triestina di ceppo ebraico e di madre milanese, che nei grandi occhi dei suoi modelli immaginari traduce, con intensa sensibilità estetica e narrativa, tutto il fascino e il dolore di un mondo che spesso, per fretta, egoismo e noncuranza, siamo usi tenere a distanza: un’umanità dolente, simbolica, spesso attonita, che il pennello fine dell’artista descrive nell’intimo, avvalendosi della grande dimensione per accentuare la pura, a volte inconsapevole, bellezza, la malinconia, la solitudine di quelle anime pensierose. Un’ispirazione non premeditata, che ha colto l’artista all’improvviso, dopo che per anni la passione per la pittura l’aveva condotta lungo un percorso, qualitativamente in salita, che prediligeva il tema del paesaggio: tendenzialmente narrativo all’inizio, espressionista e materico poi, ma sempre connotato da un fattore fondamentale nella pittura di tutti i tempi, la luce. E di luce risplendono i grandi occhi scuri, straniati, che compongono la mostra, affondando in un’oscurità che assume valenza di scenario simbolico, secondo i parametri di un odierno naturalismo o verismo. Come se a narrare la loro storia fosse un moderno Émile Zola o un Victor Hugo o un Giovanni Verga del ventesimo secolo, pronti a rammentare all’Occidente vicende di dimenticato squallore… Cos’è che ha colpito d’improvviso e senza un movente razionale l’artista e hic et nunc l’ha condotta a descrivere attraverso i loro grandi occhi spesso feriti, l’animo e la vita di questi “uomini”? C’è, secondo alcune teorie, una sorta di coscienza o conoscenza comune, al di là del reale, cui spesso i più sensibili tra i testimoni di ogni epoca attingono, per raccontare la verità della vita. Tra questi testimoni ci sono spesso, quasi a loro insaputa, artisti, pittori, poeti, menti immaginifiche capaci di intravvedere il reale al di là dello stesso e spesso di preannunciarlo, da acuti sensori del loro tempo e per questo spesso animi travagliati. Elisabetta Bolaffio - conclude Accerboni - nonostante un’apparenza pragmatica, è tra questi e grazie al mezzo eletto della pittura, sviluppata nell’accezione figurativa e simbolica, ha iniziato con tale ciclo pittorico una riflessione e forse un’indagine sul nostro egocentrismo, alla ricerca di una soluzione, cui pervenire attraverso una denuncia poetica e icastica. Elisabetta Bolaffio dipinge con passione dalla prima giovinezza. Ha iniziato ad affinare tecniche e linguaggi, frequentando i corsi di pittura tenuti da Carmelo Vranich nel suo atelier. Alla Scuola del Vedere - Libera Accademia di Belle Arti, diretta a Trieste da Donatella Surian, ha seguito gli insegnamenti di Marino Cassetti, Roberto Tigelli, Claudio Mario Feruglio, Christian Hache (nudo) e Antonio Sofianopulo. Predilige, oltre all’olio, anche l’acrilico, l’olio ad acqua e il pastello secco |
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MILANO: EDIZIONE NATALIZIA DELLA MOSTRA "CENTO PITTORI VIA MARGUTTA" |
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L’associazione “Cento Pittori Via Margutta” propone una rassegna nella celebre strada fino al 18 dicembre prossimi (orario 10.00-21.00, ingresso gratuito), contribuendo alla magica atmosfera del Natale con una pennellata di solidarietà. Pittori e scultori dell’associazione aderiranno, infatti, a un progetto dell’Unione Italiana dei Ciechi. Obiettivo dell’iniziativa è ottenere fondi attraverso la raccolta di tele e sculture realizzate dagli artisti dell’Associazione per un’asta di beneficenza in programma con l’inizio del nuovo anno. Gli stessi lavori saranno poi illustrati in un catalogo, che sarà realizzato con il nuovo anno e successivamente messo in vendita |
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NATALE NELL’ANTICA CHIESA DI SAN BARNABA IN BONDO
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La seicentesca Chiesa di San Barnaba a Bondo ospiterà dal 18 dicembre fino all’8 gennaio la mostra “Il tempo e l’arte del Natale”, esposizione dedicata al tema del sacro e del mistero della nascita con opere degli artisti Viveka Assembergs, Franco Chiarani, Lamberto Correggiari, Lino Mannocci, Giuseppe Rivadossi, Gianluigi Rocca, Antonio Stagnoli, Francesco Tabusso, Ivan Zanoni, Luciano Zanoni. Nella sagrestia della chiesa si potrà ammirare inoltre una raccolta di grafica antica con maestri del calibro di Albrecht Dürer, Cristofano Robetta, Rembrandt van Rijn. Si tratta del secondo appuntamento realizzato nell’antica Chiesa di San Barnaba grazie alla collaborazione tra il Comune di Bondo e lo Studio d’Arte Zanetti, liaison artistico culturale iniziata quest’estate con la collettiva di pittura e scultura, che ha riscosso un grande successo di pubblico registrando oltre 1.400 visitatori. La mostra inaugura il 17 dicembre 2011 alle 17.00 con una presentazione della critica e storica d’arte Chiara Gatti, che ha scritto il testo critico dell’esposizione nel quale spiega che: “Le scene del Natale di Cristo vantano celebri iconografie. Il mistero della nascita è infatti un tema su cui molti artisti nel corso dei secoli si sono misurati con esiti spesso mistici e puri come una preghiera. Nella mostra in San Barnaba – grazie alla sensibilità del Sindaco e dell’intera Amministrazione Comunale di Bondo, oltre alla curatela di Mario Zanetti e al suo impegno nell´ideare iniziative per la crescita intellettuale del territorio – si possono ammirare opere dove il fascino di un soggetto antico dialoga “divinamente” con i linguaggi della contemporaneità”. L’inaugurazione della mostra prevede inoltre dalle 18.00 in poi un concerto di canti natalizi e la rappresentazione dei giovani musicisti della Scuola Campanaria di Roncobello, che eseguiranno brani tradizionali sulle campanine, risuonatori in vetro, metallo e ottone, strumenti popolari del Xix secolo. In occasione della collettiva nella chiesa di San Barnaba sì svolgeranno eventi e rappresentazioni per tutta la durata del periodo Natalizio. Il suggestivo ambiente ha infatti ispirato il noto poeta ed editorialista Maurizio Cucchi che il 26 dicembre alle 20.30 sarà presente a Bondo e leggerà brani di poesia e prosa con l’accompagnamento musicale di un violoncello. Durante le sere del 24 e 26 dicembre e del 6 gennaio sarà rappresentato il presepe vivente, mentre un concerto di musica classica con clarinetto, sax e pianoforte allieterà dalle 20.30 il primo dell’anno. Nel giorno dell’Epifania alle 20.30 si svolgeranno le esibizioni della Corale di San Barnaba e della Compagnia del Canto, mentre alle 21.00 si potrà assistere ad un concerto di cornamuse. Info: Studio d’Arte Zanetti - tel. 0365.902009 - fax 0365.903749 - info@zanettiarte.Com - www.Zanettiarte.com; Comune di Bondo - www.Comune.bondo.tn.it/ |
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ANCONA (PINACOTECA CIVICA "F. PODESTI"): LA CATTEDRALE DI ANCONA. PIENEZZA DEI SENSI, STUPORE DELL´ANIMA – FINO ALL’ 8 GENNAIO 2012
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Fino al 8 gennaio 2012, presso la Pinacoteca civica "F. Podesti" di Ancona, sarà possibile visitare la mostra "La cattedrale di Ancona. Pienezza dei sensi, stupore dell´anima", di Andrea Sòcrati. L´inaugurazione della mostra avverrà sabato 10 dicembre 2011 alle ore 17.30, con un programma che prevede, dopo il saluto delle autorità, una conferenza sulla cattedrale di Ancona, di don Ermanno Carnevali. Seguirà la visita tattile per non vedenti alle opere esposte, alle sculture della collezione della Pinacoteca e all´installazione del giovane artista anconetano Marco Montenovi, che sarà presente per l´occasione. Le opere che vengono presentate consistono in sedici termografie a rilievo e sei terrecotte. Queste ultime, veri e propri assemblaggi di elementi diversi, inglobano manufatti realizzati da giovani in condizioni fisiche e psichiche particolari. Questo per ricercare negli apporti di ciascuno, quel particolare ed unico contributo alla costruzione di un tutto armonico, che dovrebbe essere, sul piano sociale, la cifra di una civile convivenza, nonché per ribadire, come pure nel caso delle termografie a rilievo, che i nuovi linguaggi del contemporaneo possono anche nascere dai molteplici e sorprendenti aspetti della diversità. Le termografie, realizzate usando una tecnica che consente di tradurre le immagini bidimensionali a rilievo per i non vedenti, presentano inediti aspetti estetici, e possono essere fruite anche attraverso il tatto, sia seguendone le linee e le texture, sia apprezzandone il particolare tipo di carta su cui sono realizzate. Saranno anche esposti un bellissimo plastico in legno della cattedrale, gentilmente prestato dal Liceo Artistico "E. Mannucci" di Ancona e il nuovo "totem sensoriale", con gli ausili tattili realizzati dagli studenti della Scuola Media "Donatello" di Ancona, in collaborazione con il Museo Omero, per favorire la conoscenza della cattedrale alle persone non vedenti. La mostra, patrocinata dal Museo Tattile Statale Omero, dal Comune di Ancona, dall´Arism (Associazione Regionale Insegnanti Specializzati delle Marche), con il contributo dell´Unicredit Banca, costituisce un´opportunità di riconsiderare e conoscere l´importante architettura sacra del capoluogo da punti di vista inediti e attraverso il coinvolgimento dell´intimo senso del tatto. Info: Pinacoteca Comunale - Via Pizzecolli 17 - 60121 Ancona Biglietteria: 071 222 5041 Orari: dal Martedì al Sabato 9 - 19. Domenica 10 - 13 e 16 - 19. Lunedì non festivo Chiuso (in caso di festivo stesso orario della domenica)Chiuso il 1 gennaio, il 1 maggio e il 25 dicembre E-mail: pinacoteca@comune.Ancona.it |
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SIENA: NONCORPI – LA MOSTRA MULTIMEDIALE RACCONTA L´IMMAGINARIO DEL CORPO DEL NOSTRO TEMPO - FINO AL 20 DICEMBRE
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Dal 10 al 20 dicembre, negli spazi del Siena Art Institute e della Galleria Fuoricampo, in mostra i lavori di Robert Gligorov, Andrea Marini, Ongakuaw & see|zee_vizual, Elisa Biagini, Mauro Magrini e Dejan Atanackovic, curatore dell´evento, in collaborazione con il duo Di Volo & Tancredi e Mauro De Lillo Noncorpi, a Siena una mostra multimediale racconta l´immaginario del corpo del nostro tempo Video e audio installazioni, fotografie, oggetti luminosi e performance con strumenti acustici ed elettronici per indagare il rapporto fra il corpo e le società nell’epoca del capitalismo globale Ogni epoca produce delle immagini dei corpi come metafore delle condizioni sociali, culturali e politiche che la caratterizzano. Noncorpi è una mostra multimediale sull’immaginario del corpo del nostro tempo che, da sabato 10 dicembre a martedì 20 dicembre, proporrà negli spazi del Siena Art Institute e della Galleria Fuoricampo di Siena video e audio installazioni, fotografie, oggetti luminosi, interventi performativi con strumenti acustici ed elettronici che indagano il rapporto fra il corpo e le società nell’epoca del capitalismo globale. Dieci gli artisti in mostra: Robert Gligorov, Andrea Marini, Ongakuaw & see|zee_vizual, Elisa Biagini, Mauro Magrini e Dejan Atanackovic, curatore dell´evento, in collaborazione con il duo Di Volo & Tancredi e Mauro De Lillo. A partire dal concetto di nonluogo come spazio concepito per il veloce attraversamento di masse, informazioni, servizi, in cui il segno prevale sul contenuto fino quasi a sostituirlo, i noncorpi sono l´esito di una società sempre più consumistica, in cui anche il corpo viene ridotto a puro segno, sezionato, frammentato, frugato fin nelle cavità, attraversato esattamente come un nonluogo: dall’interno, ad opera di industrie farmaceutiche, produttori di fast food, promotori di prodotti per la salute; dall’esterno, dalle industrie della moda, della chirurgia estetica e dello spettacolo. Ogni centimetro della sua superficie è un potenziale spazio d’economia, d’investimento, di segni e simboli che richiamano varie forme di desiderio - il desiderio erotico, il desiderio di possesso - e che, come tali, sono più reali di ciò che devono rappresentare. “È un corpo della modernità invecchiata e stanca - si legge nel catalogo della mostra - Ma è allo stesso tempo un corpo mai compiuto, la cui classificazione non è mai stata completata, e come tale un corpo che si sta ancora nominando, eternamente imprimendo su se stesso dei segni e dei nomi.” I noncorpi sono, quindi, la metafora di una modernità mai compiuta che ha ormai da tempo abbandonato le sue numerose utopie, il simbolo della precarietà, della resa all´omologazione e della profonda solitudine dell’uomo. Su queste dinamiche faranno riflettere i lavori distribuiti fra gli spazi del Siena Art Institute e della Galleria Fuoricampo, entrambi recentemente inaugurati nel cuore di Siena: le forme embrionali di origine sconosciuta e inquietante al centro dell’installazione di Andrea Marini; l’embrione stesso che, attraverso percezioni del proprio ambiente organico-affettivo, realizza un primigenio dialogo con la madre nell’installazione acustica di Elisa Biagini; un cervello, catturato dallo sguardo fra la sua primordialità acquosa e le sue cartesiane similitudini con uno strumento tecnologico, nato dalla collaborazione fra Ongakuaw & Simona Canacci; un corpo-nido, ambiguo nella sua intenzione di proteggere oppure di divorare, nel video di Robert Gligorov; immagini dei neonati - bambole iper-realistiche, nelle fotografie di Mauro Magrini, create nell’ambiente commerciale noto come Reborn con lo scopo di soddisfare un angosciante desiderio di affetto mancato; un concerto per un video di Dejan Atanackovic e strumenti acustici ed elettronici (Duo Di Volo&tancredi + Mauro De Lillo) con un golem-cantante, una reminiscenza delle retoriche del potere e della metafora corpo-terra. La mostra Noncorpi, promossa da Siena Art Institute e Galleria Fuoricampo, sarà aperta dal 10 al 20 dicembre, ad ingresso libero. I lavori di Robert Gligorov e Ongakuaw & see|zee_vizual saranno in mostra dal 10 al 14 dicembre negli spazi della Galleria Fuoricampo, visitabili domenica e lunedì su appuntamento, martedì e mercoledì dalle 11 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30. Gli altri artisti in mostra saranno ospiti delle aule del Siena Art Institute, dal 10 al 20 dicembre dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30, il sabato e la domenica dalle 15.30 alle 18. Per maggiori informazioni, contattare il Siena Art Institute (tel. 0577 532001; info@sienaart.Org; www.Sienaart.org/noncorpi.html ) e la Galleria Fuoricampo (tel. 339 5225192; info@galleriafuoricampo.Com; www.Galleriafuoricampo.com). Info: Noncorpi a cura di Dejan Atanackovic - Siena Art Institute, via Tommaso Pendola, 37 - Galleria Fuoricampo, Via Salicotto 1/3, angolo Piazza del Campo, Siena – 10/20 dicembre 2011 |
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FIRENZE (GALLERIA POGGIALI E FORCONI): PETE WHEELER "PATHS OF THE DESTROYER" - 17 DICEMBRE 2011 / 17 MARZO 2012
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Si avvicina l’inaugurazione del 17 dicembre alla Galleria Poggiali e Forconi di Firenze di Paths Of The Destroyer, prima personale in Italia dell’artista Pete Wheeler, a cura di Lorenzo Bruni. La mostra, che prosegue fino al 17 marzo 2012, propone un nuovo ciclo di opere realizzate appositamente per questa occasione, tutte caratterizzate da una stessa atmosfera evocatrice ma realizzate con differenti tecniche: 15 tele di grande formato in cui le scene figurative nascono dal conflitto di parti di luce e di nero e dipinti su tela in cui l’impatto del colore e la sua configurazione in parti astratte evoca paesaggi sognati e surreali. Inoltre saranno esposti disegni, un’installazione luminosa e, per la prima volta, delle opere scultoree, lavori legati ai simboli presenti in tutte le epoche anche se con funzioni diverse, come la forma del fulmine e quella del teschio. Pete Wheeler (Geraldine, Nuova Zelanda, 1978) vive e lavora a Berlino. Ha avuto oltre 15 mostre personali in Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti e Europa. Nel 2011 ha presentato i suoi lavori in una personale alla galleria Peres Project di Berlino e, nello stesso anno, ha esposto a Basilea a Liste 2011 |
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SIRACUSA (GALLERIA CIVICA D´ARTE CONTEMPORANEA): GIOVANNI FRANGI. ALBATROS A CURA DI LUCA DONINELLI - 18 DICEMBRE 2011 / 31 GENNAIO 2012 - INAUGURA SABATO 17 DICEMBRE, ORE 18 |
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Dopo le mostre al Mart di Rovereto, al Teatro India di Roma, al Museo Diocesano di Milano e a Villa Manin di Codroipo, Giovanni Frangi espone alla Galleria Civica d´Arte Contemporanea Montevergini di Siracusa dal 18 dicembre 2011 al 31 gennaio 2012 con la personale "Albatros", ispirata alla famosa poesia di Baudelaire. In mostra un ciclo di opere inedite, tutte dello stesso formato di due metri per tre, in cui Frangi racconta una storia legata al suo mondo espressivo: frammenti del cielo, voli di gabbiani, nuvole. Oltre a queste, due sculture poste all´ingresso e al fondo del spazio espositivo, aprono e chiudono il percorso: Serpenti, una scultura di lana di vetro che si arrampica fino al soffitto, e Noa noa. Una corpus di studi, più e meno recenti, è esposto nelle altre stanze del museo. La mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Siracusa. La Galleria Civica, collocata a fianco della magnifica piazza dell´Ortigia di Siracusa, è una chiesa risalente al Xiv secolo, oggi sconsacrata, un tempo luogo di clausura. Il luogo, così ricco di suggestioni, ha fortemente impressionato la fantasia di Giovanni Frangi tanto da convincerlo a realizzare un´opera pensata appositamente. L´allestimento è stato creato ripensando alla serie dei quadroni di Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano, esposti nel Duomo di Milano a novembre di ogni anno in occasione della festività di San Carlo. La particolarità di questo ciclo, che racconta gli episodi della vita del grande santo, sta, oltre che nella strepitosa bellezza, nel modo in cui viene collocato: le opere sono appese in alto, a più di due metri e mezzo dal pavimento, ognuna tra due colonne della navata centrale. Lo spettatore deve alzare lo sguardo per cogliere la visione d´insieme del racconto. Così poste, senza punti di appoggio se non una struttura leggera che le tiene sospese, le opere su tavola si trasformano in stendardi. Nello stesso modo l´artista ha concepito l´allestimento della sua mostra all´interno dello spazio siracusano. Luca Doninelli (Leno, 1957), reduce dal grande successo del suo ultimo volume "Cattedrali" edito da Garzanti, che considera la piazza del Duomo dell´Ortigia una delle piazze più belle d´Italia, è l´autore del testo in catalogo. Info: Galleria Civica d´Arte Contemporanea Montevergini Via Santa Lucia alla Badia, 1 - 96100 Siracusa - Tel. 0931.24902 |
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LLADRÒ AL BOLSHOI DI MOSCA
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Le “ballerine” di Lladrò hanno ballato al Bolshoi grazie alla mostra itinerante delle opere ispirate alla danza, recentemente inaugurata nella hall più prestigioso teatro di Mosca, conosciuto in tutto il mondo. La mostra ha coinciso con la riapertura del teatro Bolshoi dopo un completo restauro durato sei anni. Sono state esposte opere provenienti dal Museo Lladrò, perché da sempre il balletto è stato fonte di ispirazione per gli artisti dell’azienda che hanno trasformato in porcellana il movimento, la grazia, la vitalità, il dinamismo, il tulle e le sete, rivolgendosi a questa forma di arte con il più profondo rispetto. Rosa Lladrò ha partecipato insieme all’alta società moscovita a questa eccezionale serata con in programma la “bella addormentata”, invitando tutti i collezionisti della capitale. Ha inoltre voluto rendere omaggio al direttore del teatro e alla famosa ballerina Ilze Liepa, con una tra le ultime creazioni “Lo spirito della danza”, decorata in modo speciale per questa occasione. I due primi ballerini hanno ricevuto invece opere della Collezione Humanitas, con un decoro particolare. La mostra proseguirà per i più importanti teatri e musei di Kiev, Odessa e Donetsk |
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