Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Gennaio 2012
UE: I LAVORATORI OCCUPATI SU PIATTAFORME GASSIFERE SITUATE SUL MARE, SULLA PIATTAFORMA CONTINENTALE ADIACENTE AD UNO STATO MEMBRO, SONO IN VIA DI PRINCIPIO SOGGETTI AL DIRITTO DELL’UNIONE  
 
 Lussemburgo, 19 gennaio 2012 - Il sig. Salemink, cittadino olandese, ha lavorato, a partire dal 1996, come infermiere e radiologo, su una piattaforma gassifera della Società Nederlandse Aardolie Maatschappij. Tale piattaforma si situa al di fuori dalle acque territoriali olandesi, sulla piattaforma continentale adiacente ai Paesi Bassi, a una distanza di circa 80 chilometri dalla costa olandese. Mentre risiedeva nei Paesi Bassi, il sig. Salemink ha trasferito la sua residenza in Spagna, il 10 settembre 2004. Prima della sua partenza per la Spagna, il sig. Salemink era assicurato a titolo obbligatorio ai sensi della normativa olandese in materia di previdenza sociale, secondo cui la persona che svolge il suo impiego fuori dei Paesi Bassi non viene considerata come lavoratore subordinato, a meno che non risieda nei Paesi Bassi e anche il suo datore di lavoro risieda o abbia sede nel detto Stato. A causa del suo trasferimento in Spagna, il sig. Salemink non soddisfaceva più tale condizione di residenza e, di conseguenza, è stato escluso dall’assicurazione obbligatoria, in particolare da quella contro l’invalidità. Dopo aver comunicato la sua malattia, il 24 ottobre 2006, il sig. Salemink ha chiesto, l’11 settembre 2007, un sussidio d’invalidità ai sensi della legge olandese sul lavoro e sul reddito in base alla capacità lavorativa, a decorrere dal 24 ottobre 2008. Tale domanda non veniva accolta dall’Uitvoeringsinstituut werknemersverzekeringen (Istituto di gestione delle assicurazioni per i lavoratori subordinati) in quanto il sig. Salemink, a partire dal suo trasferimento in Spagna, non era più assicurato a titolo obbligatorio (a partire dal 10 settembre 2004) e non poteva avere diritto ad un sussidio d’invalidità. In tali circostanze, il Rechtbank Amsterdam (Tribunale di primo grado di Amsterdam, Paesi Bassi) chiede alla Corte di giustizia se il diritto dell’Unione osti a che un lavoratore, che lavori su un’installazione fissa situata sulla piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro, non sia assicurato a titolo obbligatorio in detto Stato membro in forza della normativa nazionale solo perché risiede non in questo Stato ma in un altro Stato membro. La Corte esamina anzitutto se il diritto dell’Unione si applichi alla situazione del sig. Salemink. A questo proposito essa ricorda come dal diritto internazionale del mare 1 risulti che lo Stato costiero esercita diritti sovrani sulla piattaforma continentale ai fini dell’esplorazione e dello sfruttamento delle sue risorse naturali. Tali diritti sono esclusivi nel senso che, se lo Stato costiero non esplora la piattaforma continentale o non ne sfrutta le risorse naturali, nessuno può effettuare tali attività senza il suo espresso consenso. Quanto alle isole artificiali, alle installazioni e alle strutture situate sulla piattaforma continentale, lo Stato costiero gode del diritto esclusivo di procedere alla loro costruzione nonché di autorizzare e disciplinare la loro costruzione, il loro sfruttamento e la loro utilizzazione. Lo Stato costiero ha quindi giurisdizione esclusiva su tali isole artificiali, installazioni e strutture. 1 La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, firmata a Montego Bay (Giamaica) il 10 dicembre 1982, entrata in vigore il 16 novembre 1984, notificata dal Regno dei Paesi Bassi il 28 giugno 1996 e approvata a nome della Comunità europea con decisione 98/392/Ce del Consiglio, del 23 marzo 1998 (Gu L 179, pag. 1). Poiché la piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro rientra nella sua sovranità, benché funzionale e limitata, l’attività svolta su installazioni fisse o galleggianti situate su detta piattaforma continentale, nell’ambito dell’attività di esplorazione e/o dello sfruttamento delle sue risorse naturali, deve essere considerata, ai fini dell’applicazione del diritto dell’Unione, come un’attività svolta sul territorio di tale Stato. Stabilita l’applicabilità del diritto dell’Unione, la Corte esamina inoltre se il diritto dell’Unione osti a che una persona, nella situazione del sig. Salemink, sia esclusa dal regime di assicurazione obbligatoria a seguito del trasferimento della sua residenza in Spagna. A questo proposito, la Corte sottolinea come spetti alla normativa di ciascuno Stato membro determinare le condizioni dell’esistenza del diritto o dell’obbligo di iscriversi ad un regime previdenziale oppure ad un ramo particolare dello stesso. Se gli Stati membri conservano la loro competenza a disciplinare i presupposti d’iscrizione ai loro sistemi di previdenza sociale, nell’esercizio di tale competenza essi devono tuttavia rispettare il diritto dell’Unione. Da un lato, tali condizioni non possono produrre l’effetto di escludere dalla sfera di applicazione di una normativa nazionale le persone cui, in forza del diritto dell’Unione, tale normativa è applicabile. D’altro lato, i regimi d’iscrizione alle assicurazioni obbligatorie devono essere compatibili con le disposizioni concernenti la libera circolazione dei lavoratori. Orbene, il diritto dell’Unione 2 stabilisce espressamente che la persona che esercita un’attività subordinata sul territorio di uno Stato membro è soggetta alla legislazione di tale Stato «anche se risiede nel territorio di un altro Stato membro». Tale diritto non sarebbe rispettato se il requisito della residenza imposto dalla normativa dello Stato membro nel territorio del quale l’attività subordinata è svolta, onde poter fruire del regime assicurativo obbligatorio da essa previsto, potesse essere opposto alle persone che lavorano sul territorio di detto Stato membro ma risiedono in un altro Stato membro. Per quanto concerne tali persone, il diritto dell’Unione fa sì che il requisito della residenza venga sostituito dalla condizione che si riferisce allo svolgimento dell’attività subordinata nel territorio dello Stato membro di cui trattasi. Pertanto, una normativa nazionale che si basi sul criterio di residenza per determinare se un lavoratore, che svolge la sua attività su una piattaforma gassifera situata sulla piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro, potrà o meno beneficiare di un’assicurazione obbligatoria nello stesso Stato risulta incompatibile con il diritto dell’Unione. Inoltre, è giocoforza constatare che siffatta legislazione nazionale pone i lavoratori non residenti, come il sig. Salemink, in una situazione meno favorevole dei lavoratori residenti per quanto riguarda la loro copertura previdenziale nei Paesi Bassi e pregiudica in tal modo il principio di libera circolazione garantito dal diritto dell’Unione. Pertanto la Corte risponde che il diritto dell’Unione osta a che un lavoratore che svolge le sue attività lavorative su un’installazione fissa situata sulla piattaforma continentale adiacente ad uno Stato membro non sia assicurato a titolo obbligatorio in detto Stato membro in forza della normativa nazionale di assicurazioni sociali solo perché egli risiede non in questo ma in un altro Stato membro.  
   
   
I CACCIATORI DI TETTI, NUOVI EROI DEL FOTOVOLTAICO ALL´ITALIANA  
 
Milano, 19 gennaio 2011. “Ora va l´antiquariato ? E io batto la campagna alla ricerca della cassapanca del ´600”: così descriveva la sua filosofia di lavoro Bruno Cortona, ossia Vittorio Gassman ne “Il Sorpasso”. E´ passato mezzo secolo e ora altri eroi dell´economia italiana sono tornati a battere le campagne alla ricerca di affari. Non con le cose antiche dimenticate in soffitta, ma proprio con le soffitte, o meglio i tetti, di capannoni soprattutto agricoli. Obiettivo: far soldi prendendo in comodato le superfici e piazzandoci sopra impianti di generazione fotovoltaica, corrispondendo qualcosa al proprietario e incassando gli ancora ricchi sussidi (con rendimenti dell´8-10 per cento l´anno per vent´anni sul capitale investito, meglio dei Btp). Si tratta di uno dei trend di sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese che è protagonista dell´annuale ”Rapporto sulle nuove energie in Italia”, giunto alla terza edizione, che verrà presentato nel corso di Microgen Forum a Milano il prossimo 21 marzo. Il fenomeno della caccia ai tetti, presente in altri Paesi ma finora marginale da noi, ha iniziato a manifestarsi con forza negli ultimi mesi del 2011 a seguito di due condizioni. Da una parte, l´entrata in vigore del Quarto Conto Energia, che di fatto continua a garantire sussidi generosi solo agli impianti su edifici inferiori al Mw di potenza; dall´altra, il credit crunch, che ha reso molto difficile l´accesso ai finanziamenti in prima persona da parte dei proprietari dei tetti, di solito aziende agricole o singoli agricoltori, anche per progetti di fatto garantiti. La finestra resterà aperta per un tempo limitato: già dal gennaio 2013 i sussidi perderanno la componente acquisto dell´energia, che oggi cuba per circa 10 centesimi a Kw/h, dando un taglio deciso ai rendimenti. Ed ecco i cacciatori di tetti in giro per la campagne di tutta Italia, con privilegio per le aree con numerosi allevamenti zootecnici, che sono le aziende con i capannoni più grandi. Armati di brochure e macchine fotografiche digitali, con competenze di impianti fotovoltaici ma anche di strutture edilizie e coperture, si muovono per lo più guidati dal passaparola da un agricoltore all´altro. Sono aiutati anche dagli incentivi (crediti d´imposta) legati alla rimozione e smaltimento delle coperture contenenti amianto, e possono proporre di prendere due piccioni con una fava. I “mandanti” dei cacciatori d tetti sono dei tipi più diversi. Ci sono le tradizionali utilities, come Sorgenia, appartenente a un gruppo pioniere nel campo dei comodati dei tetti (a suo tempo la rete cellulare Omnitel su realizzata a tempo di record piazzando antenne ovunque, anche sulle guglie dei campanili). Ma ci sono anche aziende più specializzate, dei broker che si occupano delle pratiche burocratichee di mettere insieme proprietari di tetti, impiantisti, smaltitori di rifiuti speciali e soprattutto finanziatori. Sono questi ultimi infatti i veri “dei ex machina” del business dei tetti. Fondi d´investimento, coordinamenti di facoltosi privati, banche, tutti soggetti con a disposizione grossi capitali, che ragionano in termini industriali e di Roi. Per costoro le figure dei broker indipendenti cacciatori di tetti sono indispensabili, anche perchè consentono una flessibilità di dimensionamento degli impianti impossibile in altro modo. Per fare un esempio: diventa possibile aggirare il vincolo del Mw su una certa superficie previsto dal Quarto Conto Energia. Un singolo investitore non potrebbe per esempio sfruttare i tetti di un grosso allevamento con una superficie utile di 1,8 Mw. Ma con un broker si può, perchè vengono realizzati due impianti da 900 Kw l´uno costruendo l´impianto in unica soluzione, sfruttando le economie di scala, per poi piazzare le due metà a due investitori diversi.... In tutto questo giro di uova d´oro, cosa ci guadagna la gallina, ossia i proprietari di tetti ? Le soluzioni di renumerazione proposte sono tre: sostituzione gratuita delle coperture (la meno sfruttata); cambio merce; denaro. L´ultima apparentemente è la più allettante, ma basta fare due conti per scoprire che non lo è poi tanto. Per un impianto da 200 Kw (la “taglia” che probabilmente andrà di più nel 2012, stante la struttura dei sussidi) chi prende in comodato il tetto per vent´anni garantisce in media un canone anticipato in unica soluzione di 50.000 euro complessivi, che fanno 2.500 euro l´anno, sui quali poi però vanno calcolate le tasse. Considerando che i 200 Kw nei vent´anni di funzionamento garantiranno 1,5 milioni di euro a fronte di un investimento d´impianto e accessori (sistemi di videosorveglianza a distanza) non superiori a 550.000 euro, al proprietario rimangono le briciole. Per questo sta prendendo piede l´alternativa del cambio merce, in due forme: energia elettrica (ma dipende qual´è la bolletta media) oppure un impianto fotovoltaico gratuito chiavi in mano completo di autorizzazioni e allacciamenti. Con 50.000 euro oggi si fa, ai prezzi che spuntano i grandi impianti, un´installazione da 20 Kw, che produrranno in vent´anni 156.000 euro, se l´impianto viene realizzato nel primo semestre 2012. Come si vede sono cifre considerevoli. La caccia ai tetti da parte di operatori broker specializzati è soprattutto importante nell´economia generale del fotovoltaico italiano perchè consente agli investitori professionali, che sono stati i veri driver dietro il boom del mercato, di rimanere in gioco anche a fronte del forte freno posto dal Governo alle grandi installazioni. Nessun fondo d´investimento si sobbarcherebbe le pratiche e la direzione lavori per un impianto da 200 Kw su un capannone, ma se tutto quel che deve fare è firmare un assegno e cominciare a incassare il sussidio, la cosa cambia. Per questo il Rapporto sulle nuove energie in Italia prevede che anche il 2012 sarà superiore alle previsioni per quanto riguarda lo sviluppo del fotovoltaico (esattamente come lo aveva previsto, contro il parere di molti esperti, nel 2011). Le proiezioni definitive verranno rilasciate nel corso di Microgen Forum il prossimo 21 marzo a Milano, ma già c´è il sospetto che a fine anno la meta dei 20 Gw installati non sarà lontana. (oggi siamo a 12,7 Gw). Microgen Forum ( http://www.microgenforum.it/ ), giunto alla sesta edizione, è organizzato dal settimanale web e-gazette ( http://www.e-gazette.it/ ) e da Updating ( http://www.updating.it/ ) con il patrocinio della Camera di Commercio di Milano. La giornata è in programma il prossimo 21 marzo a Milano a Palazzo Turati in Via Meravigli 9b. Il convegno più expo offre un esaustivo panorama delle tecnologie, degli incentivi e delle novità riguardanti la generazione energetica distribuita. La sesta edizione sta riscuotendo un notevole interesse tra le aziende. Hanno già deciso di partecipare in qualità di sponsor Progeco, Exergy e Convert, tutti come “gold sponsor”, e altre trattative sono in fase avanzata. Il pubblico, che ogni anno si agira attorno alle 500 presenze slle due giornate, si compone per la maggior parte da piccoli e medi operatori economici, privati e pubblici, di tutti i settori interessati a valutare le opportunità di investimento e risparmio in campo energetico, e di progettisti e consulenti del settore. Per informazioni sulla giornata e in particolare per ogni dettaglio su come sponsorizzare e come partecipare è disponibile il sito http://www.microgenforum.it/  dove sono reperibili anche le informazioni relative alle passate edizioni.  
   
   
ESPLOSIONE METANODOTTO A TRESANA, INTERVIENE LA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE  
 
Firenze, 19 gennaio 2012 – Una squadra della protezione civile regionale ha raggiunto nel primo pomeriggio di ieri l’abitato di Barbarasco, nel comune di Tresana (Massa) dove si è verificata l’esplosione di una centralina del metano che ha provocato il ferimento di una decina di persone (3 in maniera grave). L’esplosione ha gravemente lesionato alcuni immobili e provocato un incendio di notevoli dimensioni. Per domare le fiamme sono intervenuti i vigili del fuoco mentre l’organizzazione regionale antincendi boschivi e il corpo forestale si sono portati sul posto per effettuare una verifica sull’area boschiva limitrofa. A seguito dell’esplosione per motivi tecnici nell’area e nei comuni limitrofi è stata limitata l’erogazione del gas metano. Al momento dell’esplosione alcuni operai stavano effettuando lavori di manutenzione al metanodotto.  
   
   
ROMA, ANCI, DEMANIO E TERRITORIO INSIEME PER VALORIZZAZIONE IMMOBILI  
 
 Roma, 19 gennaio 2012 - Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha siglato un Protocollo d’Intesa con l’Anci, l’Agenzia del Demanio e l’Agenzia del Territorio per avviare una collaborazione sulle procedure per la valorizzazione del patrimonio immobiliare capitolino. Il Protocollo avrà durata biennale con possibilità di rinnovo. Il Protocollo nasce dall’esigenza degli Enti locali di ridurre, anche per il rispetto delle regole del “Patto di stabilità interno”, gli oneri gestionali e autofinanziarsi in modo da incidere il meno possibile sul livello di indebitamento pubblico. In quest’ottica, quindi, il progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare, di proprietà di Roma Capitale e delle sue controllate, rappresenta uno strumento strategico per la gestione finanziaria. Roma Capitale, Agenzia del Demanio, Agenzia del Territorio e Anci lavoreranno insieme per effettuare una valutazione globale sulle potenzialità del patrimonio esistente per giungere a ottimizzarlo sotto il profilo degli usi interni e adeguarne la redditività. L’obiettivo è quello di attuare una visione innovativa dell’intero complesso del patrimonio immobiliare di Roma Capitale che, partendo dalla conoscenza degli immobili, arrivi a sfruttarne le potenzialità finanziarie, in modo che esso rappresenti una fonte di risparmio e di reddito per l’Amministrazione capitolina. Per questo, l’analisi del patrimonio prevede: elaborazione di linee guida di razionalizzazione gestionale dello stesso; raccolta ed elaborazione dei dati attraverso sopralluoghi; accertamenti urbanistici ed edilizi; analisi del mercato immobiliare; valutazione degli immobili.  
   
   
STATO DI NECESSITA’, BANDO DI SELEZIONE SCADENZA 31.01.2012 CICLO DI INCONTRI E RASSEGNA NAZIONALE DI ARCHITETTURA  
 
Cittadella (Pd), 19 gennaio 2012 - L’associazione culturale Architettando organizza la 4° rassegna di opere di architettura a carattere nazionale a completamento di quanto già indagato negli anni precedenti con le rassegne Equivivere per un’architettura sostenibile, La casa collettiva italiana opere realizzate 1995-2007, Architetti interpretano la casa d’abitazione italiana, opere realizzate 1995-2005. Da oltre quindici anni Architettando promuove iniziative tese a tener vivo il dibattito sul tema dell’architettura. Le manifestazioni organizzate negli anni hanno ottenuto eccellenti risultati, dando sempre più credito al lavoro intellettuale dell’Associazione. Stato Di Necessita’, l’urgenza di progettare il domani è un evento complesso ed ambizioso che si propone di capire se l’architettura riuscirà a convertire le necessità della nostra epoca in possibilità per il futuro. In tempi odierni di rapido cambiamento, quali sono le necessità che l’architettura deve definire e a cui deve dare risposta?
Quali tematiche del mondo di oggi appartengono alla dimensione della necessità e quali invece si prefigurano come possibilità? Architettando ne ha individuate alcune, con l’intenzione di dare il via ad un elenco aperto: Cura – Transitorieta’ – Incontro – Spazi Eterotopi – Riconversione. Dal lancio della manifestazione, il sito internet www.Architettando.org, accompagnerà tutto lo svolgimento della manifestazione e raccoglierà contributi multidisciplinari che concorreranno ad approfondire il tema, utilizzando tutti i mezzi espressivi a cui la rete ci permette di accedere. Stay tuned! è una sorta di blog, che vuole condividere ricerche e riflessioni con il maggior numero possibile di persone. L’obiettivo è quello di rendere tutti partecipi del percorso che si svilupperà nella manifestazione 2012, pubblicando tutto il “work in progress”, il dibattito che sta alla base della scelta e della definizione dei temi. Sarà un percorso che porterà a parlare non solo di architettura, ma anche di società, di arte, di letteratura… in piena aderenza a quello che è lo spirito fondativo di Architettando. La manifestazione si terrà a Cittadella [Pd] nella primavera 2012 e verrà sviluppata in diversi punti: un ciclo di incontri con il coinvolgimento di esperti in diversi ambiti disciplinari, non solo tecnico-progettuali; una selezione di progetti valutati da un’autorevole comitato di selezione che verranno poi esposti in una mostra strutturata in tre sezioni: - opere di architettura di qualsiasi dimensione, destinazione d’uso, tipologia e scala realizzate nel territorio nazionale, selezionate tramite bando; - progetti, studi, ricerche, scenari, visioni non realizzati ma selezionati per concorsi di idee, pubblicazioni o esposizioni; - opere straniere su invito. Un catalogo contenente, oltre alle architetture esposte in mostra, anche contributi estratti dagli incontri e/o saggi pertinenti al tema. Il comitato di selezione è composto da: Architettando, Associazione Culturale; Flavio Albanese, Asa Studioalbanese; Ethel Baraona Pohl, (contattata, da confermare); Giovanna Borasi, architetto e curatrice – Canadian Centre for Architecture (Montreal); Gaetano Rametta, docente di filosofia, Università di Padova. Il comitato di selezione valuterà la qualità architettonica e compositiva, le caratteristiche di innovazione tipologico-formale per far fronte alle esigenze della contemporaneità richieste dal progetto, le caratteristiche di adattabilità e trasformabilità in relazione ai possibili parametri di cambiamento nel corso della vita utile prevista del progetto. La partecipazione è aperta a tutti i progettisti; le opere dovranno pervenire entro il 31.01.2012. Per scaricare il bando, per approfondimenti e aggiornamenti si rimanda al sito www.Architettando.org    
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, EXPORT A PROVA DI DOWNGRADING. TESTA A TESTA ITALIA-GERMANIA  
 
Roma, 19 gennaio 2012 – Dopo il calo delle vendite sui mercati esteri nel mese di ottobre (-3,2%), a novembre balzo in avanti per l’export italiano, che, nei dati destagionalizzati, segna un aumento del 2,3% con un valore di 31,6 miliardi di euro, in linea con quello registrato della Germania (+2,5%, per un valore di 90,7 miliardi di euro). Risultati analoghi nel preconsuntivo dei primi undici mesi dell’anno, che vedono una crescita del nostro export totale del 12,2%, a brevissima distanza dalla performance della locomotiva tedesca (+12,3%). L’italia si conferma inoltre terzo esportatore europeo (342,7 miliardi di euro), ma accorcia le distanze rispetto alla Francia, che si attesta a 390,8 miliardi. “Ancora una volta l’economia reale va al di là delle previsioni e affermazioni di soggetti più attenti alla finanza che ai fondamentali su cui si basa la crescita di un Paese e imprime una forte spinta propulsiva allo sviluppo grazie al miglioramento delle posizioni sui mercati esteri. – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati diffusi dall’Istat – A novembre infatti, tra i principali esportatori europei, solo Italia e Francia aumentano la loro quota di vendite fuori dall’Europa, confermando la nostra posizione di secondo esportatore verso i Paesi extra-Ue. Molto probabilmente a questa situazione concorre anche il deprezzamento dell’euro sul dollaro, che rende più convenienti in termini di prezzi relativi i nostri prodotti fuori dall’Ue”. A livello di saldo della bilancia commerciale, nel periodo gennaio-novembre 2011 aumenta di circa nove miliardi il surplus al netto dell’energia rispetto allo stesso periodo del 2010, con un valore di 30,5 miliardi di euro. Se si guarda ai singoli settori, da sola la meccanica registra un avanzo che supera addirittura il dato complessivo del Made in Italy (39,8 miliardi contro i 30,5 miliardi).  
   
   
INDAGINE CONGIUNTURALE FEDERLAZIO: “NEL LAZIO E’ RECESSIONE”  
 
Roma, 19 gennaio 2012 - Ieri, presso il Caffè Canova di Piazza del Popolo, la Federlazio ha presentato l’Indagine Congiunturale sull’andamento delle piccole e medie imprese del Lazio. Il rapporto, realizzato su un campione di 350 imprese della regione, si riferisce al Ii semestre 2011. Nel corso dell’Indagine il Presidente della Federlazio, Maurizio Flammini, ha dichiarato che oramai, nella nostra regione, la situazione è talmente grave che si può cominciare a parlare di “recessione”. Il Presidente Flammini ha anche annunciato che nelle prossime settimane la Federlazio organizzerà una grande manifestazione/fiaccolata per sensibilizzare le Istituzioni sui recenti gravissimi casi di suicidio di imprenditori, spesso dovuti ai mancati pagamenti da parte della P.a. 1. Lo Scenario Nazionale Secondo Le Fonti Istituzionali Se la crescita del Pil nel 2011 è indicata tra lo 0,6%[1] e lo 0,7%[2], l’ultima proiezione disponibile sul prodotto interno lordo nel 2012 non lascia presagire nulla di buono, essendo per ora negativa (-0,5%)[3]. 2. Il Lazio Secondo Le Fonti Istituzionali Il Pil del Lazio nel 2011[4] è stimato allo 0,7%, dunque in attenuazione rispetto all’1,1% conseguito nel 2010 ma in sintonia con la previsione sul dato nazionale. Per il 2012 invece le attuali stime indicano una decrescita di mezzo punto percentuale (-0,5%) pari a quella prevista a livello nazionale[5]. Una analogia che dall’andamento del prodotto interno lordo non si ritrova pienamente nella demografia delle imprese rilevata nel terzo trimestre 2011 (tav. 1.3). In questo caso, infatti, il tasso di crescita del Lazio e dell’Italia, è lievemente migliore nella nostra regione (0,50%), rispetto al dato nazionale (0,32%). Tav.1.3- Lazio: demografia delle imprese nel Iii trimestre 2011
Tutti settori Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni* Saldo Tax crescita Tax natalità Tax mortalità
Viterbo 38.449 34.489 497 351 146 0,38 1,30 0,95
Rieti 15.309 13.428 165 133 32 0,21 1,08 0,87
Roma 450.073 330.276 6.181 3.754 2.427 0,55 1,40 0,91
Latina 57.848 47.506 752 536 216 0,37 1,30 1,28
Frosinone 46.553 39.487 580 389 191 0,41 1,25 0,86
Lazio 608.232 465.186 8.175 5.163 3.012 0,50 1,36 0,94
Italia 6.134.117 5.291.693 77.443 57.610 19.833 0,32 1,27 1,05
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati Movimprese. (*) cessazioni al netto delle cessate d’ufficio. Sul fronte del commercio con l’estero, nei primi nove mesi del 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010, le esportazioni e le importazioni del Lazio sono rispettivamente aumentate del 15,1% e del 23,4% (tav. 1.5). Le esportazioni sono aumentate più verso il mercato extra Unione Europea (17,2%) che verso l’Unione Europea (13,7%). In termini di quota di beni e servizi esportati dalle imprese del Lazio sul totale nazionale esportato, nel confronto col periodo gennaio – settembre 2010, essa è lievemente aumentata passando dal 4,4% al 4,5%. Nel secondo semestre 2011, le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nel Lazio sono aumentate, rispetto allo stesso periodo del 2010, del 15,4%, al contrario di quanto accaduto nella dinamica nazionale (-22,4%). Disaggregando il dato per tipo di gestione, abbiamo che nel Lazio la Cig Ordinaria è aumentata (13,7%), mentre a livello nazionale è diminuita (-16,5%). Anche la Cig Straordinaria nel Lazio, nella seconda metà del 2011, è aumentata (27,6%); è invece diminuita a livello nazionale (-22,3%). Nel Lazio diminuisce di poco solo la Cig in Deroga (-2,2%), come avviene anche a livello nazionale, ma in maniera più consistente (-26,3%). 3. L’indagine Della Federlazio - Dal quadro qui sommariamente descritto sulla base delle fonti istituzionali, passiamo ora ai risultati della nostra indagine, svolta su un campione di 350 aziende associate, e relativa al secondo semestre 2011. Cominciamo dagli ordinativi ricevuti dalle imprese nella seconda parte del 2011. Nel corso del secondo semestre 2011 il saldo di opinioni sull’andamento degli ordini mostra un serio peggioramento rispetto agli esiti della prima parte dell’anno. A livello complessivo, infatti, le imprese segnalano una contrazione nel saldo sugli ordini ricevuti che, in precedenza positivo e pari a +3, assume ora valore negativo, -13, diminuendo di 16 punti. Un peggioramento che si verifica in ciascuna delle tre macro aree geografiche dalle quali le imprese hanno ricevuto gli ordini nel semestre, pur se l’intensità della contrazione è maggiore sul mercato extra-europeo, che comunque resta l’unico a non far segnare un valore negativo. Difatti il saldo sugli ordini ricevuti dai paesi dell’Unione Europea subisce una ulteriore contrazione, di 13 punti, rispetto al primo semestre del 2011: da -7 difatti si scende a -20. A questa situazione si affianca quella degli ordini ricevuti dal mercato nazionale: l’andamento del saldo d’opinioni peggiora di circa 7 punti, passando da -8 a -15. Per contro, sul fronte degli ordini ricevuti dai mercati extra europei, pur essendo la contrazione del saldo d’opinioni pari a 20 punti, ancora non si registra un valore negativo in quanto il saldo assume valore nullo. In generale dunque, se nel secondo semestre 2011 i saldi sugli ordini ricevuti dal mercato nazionale continuano a peggiorare, sembrerebbe iniziare a delinearsi un trend negativo anche sul mercato europeo mentre dai paesi extra europei giungono segnali contrastanti. Nel secondo semestre 2011 il trend del fatturato è in parte simile a quello degli ordinativi (graf. 2.3): il saldo, già negativo, peggiora da -1 a -5 contraendosi di 4 punti. Tale analogia si estende anche alla situazione rilevata sul mercato europeo: il saldo negativo peggiora di 8 punti, passando da -2 a -10. Sul mercato nazionale invece, il saldo di opinioni, pur sempre negativo, si attenua di 4 punti, passando da -15 a -11. In netta controtendenza rispetto agli ordinativi è il saldo di opinioni sul fatturato realizzato sui mercato extra europei: qua è positivo ed in lieve crescita da +11 a +12. Potrebbe essere l’effetto dell’aumento degli ordinativi registrato sul semestre scorso. E’ questo l’unico caso di saldo, positivo, che presenta un aumento estremamente contenuto nel secondo semestre 2011. Il saldo di opinioni sull’andamento della produzione nel secondo semestre 2011 scende a -9 dal precedente -6; in tal modo si consolida il trend decrescente iniziato nella seconda parte del 2010 . Sul versante degli investimenti, il 32,6% delle imprese, rispetto al precedente 33,1%, ha dichiarato di averne effettuati nel secondo semestre 2011. Una flessione, data la situazione di generale crisi economica, tutto sommato contenuta. Nel secondo semestre 2011 si riduce sia la percentuale di imprese che ha diminuito l’occupazione sia la percentuale delle imprese che l’ha aumentata. Il saldo di opinioni, ancora positivo, risulta inalterato rispetto al semestre precedente e pari ad 1 . La nostra indagine ha rilevato anche le previsioni a breve sui prossimi sei mesi, dalle quali emerge che, per quanto concerne gli ordinativi, (graf. 2.2), le imprese non si attendano miglioramenti. Nel prossimo semestre le imprese si attendono un robusto calo degli ordini dal mercato interno (da +21 a -9) e una sensibile flessione sul mercato estero (graf. 2.2), che passa da +19 a +6 nel caso europeo, e da +14 a +7 in quello extra-europeo, complici forse anche gli effetti attesi della manovra sui conti pubblici varata dal governo il 5 dicembre. Abbiamo poi chiesto alle imprese del campione di esprimersi sulla loro previsione di ampliamento dell’organico nei prossimi sei mesi. Per le previsioni sull’occupazione , nel primo semestre 2012, il saldo crolla di 30 punti e diventa negativo, passando da 1 a -29 a causa dell’incremento della percentuale di imprese che prevede di diminuire l’organico e dell’assenza di imprese che prevedono di aumentarlo. Tuttavia, circa il 70% delle imprese ha manifestato l’intenzione di mantenere inalterato l’organico nel prossimo semestre. Infine, per quanto concerne le previsioni d’investimento, la percentuale delle imprese che ha manifestato l’intenzione di fare investimenti, pari al 30,5%, è sostanzialmente invariata rispetto al semestre precedente (30,3%). Come di consueto abbiamo poi invitato gli imprenditori del campione a segnalare le principali problematiche che, a loro avviso, hanno influenzato più negativamente l’attività della propria azienda nel secondo semestre 2011. Come nella precedente indagine, anche nel secondo semestre 2011 il principale problema che ha influenzato negativamente l’attività delle imprese è stato quello dei “ritardi dei pagamenti da parte dei clienti privati”, ora indicato nel 31,0% dei casi rispetto al 26,7% di sei mesi fa . Segue il problema della “insufficienza della domanda”, indicata nel 21,5% dei casi rispetto al precedente 24,7%. Accanto al mancato pagamento da parte dei clienti privati, problema sempre più grave per le imprese, si segnala l’aumento della percentuale dei casi in cui le imprese hanno indicato “il ritardo dei pagamenti da parte della Pa”, ora al 18,6% rispetto al precedente 15,1%. Un ulteriore problema che le imprese, in questo semestre, hanno avvertito più intensamente è la “mancata concessione o erogazione del credito bancario”, ora indicata nel 6,9% dei casi rispetto al precedente 4,8%. Conclude la lista dei problemi più segnalati dalle imprese il lieve aumento, dal 3,1% al 3,3% dei casi, della “impossibilità di partecipare agli appalti”. Le altre problematiche hanno percentuali in attenuazione rispetto al primo semestre 2011. In particolare, oltre alla insufficienza della domanda, il problema delle “insufficienti risorse finanziarie proprie” è indicato nel 6,2% dei casi rispetto al precedente 8,2%, mentre la “difficoltà nel reclutare manodopera qualificata”, passa all’1,8% dei casi dal 3,8% di sei mesi fa. Considerazioni Finali - Da qualche tempo a questa parte riesce difficile commentare la nostra indagine congiunturale senza farsi prendere dallo sconforto per il quadro tracciato dalle risposte del nostro campione di imprese. Nell’indagine scorsa avevamo usato toni assai preoccupati nel commentare lo stato di crisi che allora emergeva dall’indagine. Ebbene, oggi a quella crisi possiamo dare un nome: recessione. Certo, gli esperti ci dicono che per poter parlare tecnicamente di recessione occorre registrare una riduzione del Pil per due trimestri consecutivi. Tuttavia, non v’è alcun dubbio che in riferimento alla situazione odierna si possa parlare di una sostanziale recessione. Non ci sono altre definizioni, infatti, di fronte ad una riduzione del tasso di crescita del Pil, pari allo 0,2%, registrata dall’Istat nel 3° trimestre del 2011 (ultimo dato disponibile), che si accompagna anche alla sopraggiunta stima al ribasso, fatta sempre dall’Istat, sia del 1° che del 2° trimestre. Se poi guardiamo al Lazio, vediamo che le stime (unici dati al momento disponibili) del Pil regionale indicano per il 2011 una flessione dall’1,1% del 2010 allo 0,7% del 2011 e addirittura una decrescita (- 0,5%) per il 2012. Pertanto, la situazione che prende forma oggi con la nostra rilevazione sulle imprese può essere definita in ulteriore aggravamento rispetto a quella del semestre precedente, che già si era presentata come una delle peggiori degli ultimi anni. E tutto questo risulta peraltro perfettamente in linea – sarebbe da aggiungere purtroppo – con quanto rilevato anche da altre indagini, come quella recentemente realizzata da Bankitalia e Sole 24Ore, con la sola differenza che in quest’ultima si registra una dinamica ancora in parte positiva sul fronte della domanda estera, quando le imprese del nostro campione, invece, anche su questo versante – almeno per quel che riguarda gli ordinativi ricevuti, mentre sul fatturato ancora tengono – mostrano segnali di indietreggiamento. E quel che è peggio è che anche le previsioni, che di solito esprimono in qualche misura anche una speranza, sul fronte degli ordini, del fatturato e della produzione, sono decisamente negative. Oggi dunque le Pmi sembrano trovarsi in uno stato quasi di “prostrazione”, a causa dell’effetto combinato di un lungo, estenuante e tutt’altro che concluso calo della domanda, da un lato, e di misure restrittive, derivanti dalle manovre governative che hanno già cominciato a far sentire i loro effetti, dall’altro. Tutto questo mentre la crescita è invece ancora di là da venire, anzi per la verità non è neanche iniziata. In questa situazione, come è a tutti evidente di estrema difficoltà economica, oggi si aggiunge un ulteriore elemento di drammaticità che “arricchisce” il quadro e che non può essere più ignorato. Stiamo parlando degli ormai tragicamente numerosi casi di suicidio da parte di imprenditori che stanno contrassegnando quest’ultimo scorcio di crisi. Siamo dell’avviso che ci si dovrebbe qui fermare un attimo con la mente e avviare una profonda riflessione su questi fatti. Noi diciamo che non si può morire di lavoro, né se si è operai né se si è imprenditori. Non possiamo abituarci all’idea che questi ultimi, ad esempio, siano indotti a togliersi a vita per l’impossibilità di far fronte ai propri impegni finanziari con dipendenti, fornitori e banche. E tanto meno possiamo abituarci all’idea che tale impossibilità sia da imputare in buona parte ad inadempienze da parte dello Stato e della P.a. Ma è tollerabile – ci chiediamo – che un imprenditore sia spinto al suicidio perché non ha liquidità finanziaria per poter pagare i suoi operai, quando è la stessa P.a. A fargliela mancare con i suoi pagamenti ritardati oltre ogni ragionevolezza? Può un piccolo e medio imprenditore, che già ha il suo ben da fare per trovare il mercato alle sue produzioni o le risorse per effettuare investimenti nella sua attività, farsi anche carico delle inadempienze, delle inefficienze, della cattiva gestione della P.a.? Noi crediamo fermamente di no e lo vogliamo anche gridare con forza. Né le cose migliorano quando si tratta di transazioni tra privati. Secondo un recente studio dell’Osservatorio Cerved, i tempi di pagamento si sono allungati a dismisura anche tra privati e, ovviamente, ancora una volta sono le Pmi a risentirne di più. Noi crediamo dunque che qui occorrano iniziative forti, coraggiose, anche in discontinuità con il passato se serve, proprio per poter mettere un freno, e possibilmente invertire una deriva che non sembra altrimenti lasciare scampo. E allora, a questo proposito, noi ci sentiamo di riaffermare la necessità che venga valutata attentamente la praticabilità della strada che può portare a realizzare una compensazione tra crediti e debiti, ovvero tra ciò che un’impresa deve incassare dallo Stato o da altra amministrazione e le tasse o i contributi che essa deve pagare. Il precedente Governo ha sempre affermato che vi fossero delle difficoltà quasi insormontabili a rendere questo principio applicabile. Noi crediamo invece che le difficoltà tecniche possano e debbano essere superate; basta solo che ci si convinca dell’opportunità di farlo. E una soluzione di questo tipo potrebbe veramente ridare da subito alle imprese un po’ di fiato, quel fiato che la stagnazione del mercato non è al momento in grado di produrre. Del resto su questo sono state avanzate dal Ministero dello Sviluppo economico delle ipotesi. Alcune francamente un po’ bizzarre – quale quella, ad esempio, che lo Stato possa pagare i suoi debiti con le imprese utilizzando titoli di stato. Capite bene che questo significa pagare un debito con un altro debito, spostando nuovamente il problema dalle spalle dello Stato a quello delle imprese. A meno che non si dica che quegli stessi titoli di stato le imprese possano utilizzarli a loro volta per pagare operai, fornitori e scontandoli in banca. Cosa che francamente ci parrebbe poco praticabile. Altre proposte invece paiono più ragionevoli, quale quella di coinvolgere le banche e la Cassa Depositi e Prestiti per consentire alle imprese di scontare i propri crediti. Un’operazione che naturalmente non sarebbe a costo zero per i creditori, ma su cui ciononostante si potrebbe ragionare. In attesa di ciò, tuttavia, le amministrazioni locali, e la Regione in primis, intanto possono fare un grande lavoro, a partire dall’immediato, come richiede una situazione di estrema urgenza quale quella attuale, per eliminare oneri burocratici inutili, ridondanti, incongrui, irrazionali e oltretutto costosi. Cosa, questa, che potrebbe dare un primo contributo, neanche tanto piccolo, a quella “ossigenazione” del sistema delle imprese cui si accennava un attimo fa. Inoltre bisogna che la P.a. Ridiventi soggetto di domanda, così da rimettere in moto il circuito dell’economia. Questo può avvenire avviando infrastrutture, opere, servizi, che però oggi, non potendo più essere finanziati in debito, devono trovare un canale diverso, che non può che essere il project financing. Il quale, da un lato, consentirebbe di alleggerire l’onere finanziario a carico dello Stato e, dall’altro, darebbe alle imprese l’opportunità di fare investimenti e occupazione. Ma anche sul versante delle imprese sono richiesti cambiamenti, ovviamente. Noi tutti siamo chiamati a modificare la nostra mentalità, abbandonando gli aspetti più tradizionali per cominciare ad adottare comportamenti più inspirati al concetto di rete, di filiera, di collaborazione con altri soggetti imprenditoriali. Oggi noi abbiamo di fronte una realtà che tende a premiare l’attitudine a lavorare insieme, a fare progetti integrati, ad inserirsi sulle reti, a fare sistema. Quanto più noi e le nostre imprese sapremo fare questo, tanto più potremo veder crescere le probabilità di presidiare, e possibilmente allargare, i nostri mercati. Viceversa, quanto più permarremo in una condizione di sostanziale individualismo e autoreferenzialità, tanto più saremo fatalmente spinti verso i margini del mercato. E’ poi anche importante che si lavori – imprenditori e istituzioni, ciascuno per la propria parte – per far nascere nuove aziende, incentrate sulle nuove generazioni, sui nuovi saperi, che siano capaci di relazionarsi con il contesto globale, con le tecnologie innovative e con i nuovi linguaggi culturali. Abbiamo un bisogno profondo, strategico di ampliare e rinnovare il nostro tessuto imprenditoriale. Cosi come si dovrà spingere enormemente sull’internazionalizzazione. In considerazione dello stato di recessione nel quale si trova il nostro paese e della strutturale debolezza del nostro mercato interno, noi dobbiamo riuscire a penetrare in nuovi mercati. Per questo noi come associazione ci impegneremo molto su questo versante e ci aspettiamo che la Regione faccia altrettanto destinando risorse congrue agli strumenti legislativi esistenti e alla legge 5/2008 sull’internazionalizzazione in primo luogo. E’ evidente che il rilancio e la crescita della nostra economia richiedono una tastiera variegata e integrata di interventi, alcuni di breve, altri di medio e altri ancora di lungo periodo. Quelli che abbiamo appena elencato, dunque non sono gli unici, ma sono di certo i più urgenti, quelli senza i quali non potrà innescarsi alcun circuito di crescita che voglia avere al centro la Pmi. Certo in tutto questo discorso la Politica - nazionale e regionale – non può essere assente. Ad essa competono alcuni compiti ed è bene che questi compiti siano svolti nel migliore dei modi, rapidamente, eticamente e con senso di responsabilità. Ma la Politica non può fare tutto e noi non dobbiamo troppo “appoggiarci” ad essa. Noi imprenditori dobbiamo rimboccarci le maniche, impegnarci di più e meglio, introdurre nelle nostre aziende innovazioni produttive, di processo, organizzative, ma anche e soprattutto culturali. Dobbiamo coltivare di più il gusto del rischio e della sperimentazione. Dobbiamo insomma preferire l’esplorazione di nuovi territori alla relativa sicurezza del già noto e del consolidato. Se sapremo fare tutto questo e se riusciremo a farlo bene, allora probabilmente sarà la Politica stessa a cercare di mettersi al passo con il mondo produttivo e a far emergere al suo interno le forze più funzionali a questo sforzo. Se invece non riusciremo a farlo, allora la Politica farà nuovamente valere il suo ruolo di dominus sostanziale dei processi economici e il sistema delle imprese continuerà ad “inseguirla”, aspettandosi inutilmente ciò che essa non potrà dare.
 
   
   
IMPRESA, CAPPELLACCI: "GIUNTA AL LAVORO SU DICHIARAZIONE DI VALLERMOSA SIGLATA CON ORGANIZZAZIONI DATORIALI"  
 
Cagliari, 19 Gennaio 2012 - La Giunta lavora per l´immediata attuazione dei punti inseriti nella dichiarazione siglata con le organizzazioni datoriali al termine della due giorni di Vallermosa." Lo ha sottolineato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nell´annunciare la delibera adottata ieri dall´esecutivo con cui si avvia la fase attuativa del documento siglato domenica scorsa, finalizzato alla condivisione delle azioni a contrasto della crisi e al rilancio del metodo partecipativo per la crescita e lo sviluppo dell’isola. "Abbiamo costituito - ha proseguito Cappellacci - una cabina di regia composta dal Presidente della Regione e dai Presidenti delle organizzazioni datoriali presenti a Vallermosa, con il compito di sovrintendere e monitorare il conseguimento di obiettivi di efficienza e accelerazione delle politiche regionali per le imprese". L’organismo opererà in maniera continuativa con momenti di confronto, che avranno cadenza bimestrale e, attraverso la cabina di regia, si procederà ad approfondire, affinché vengano tradotti in specifici atti normativi, amministrativi e regolamentari, gli ambiti operativi di interesse del mondo imprenditoriale che riguardano, in particolare, il recepimento della direttiva comunitaria 2011/7/Ue; la costituzione di una centrale unica di accreditamento e di una unica di pagamento; la costituzione di un osservatorio degli appalti pubblici in raccordo con il sistema delle autonomie locali a valere in particolare sul fondo unico regionale. "Entro gennaio - ha assicurato il presidente - individueremo i possibili percorsi organizzativi per attuare gli interventi e un’attenzione particolare sarà dedicata anche al sistema unico degli incentivi, con l’intento di superare l´attuale frammentazione e per assicurare, attraverso una regia unica, tempestività, qualità, concentrazione e maggiore coordinamento”. Relativamente alla manovra finanziaria 2012, attualmente all’esame della Commissione Bilancio del Consiglio regionale, la Giunta ha dato mandato all’assessore alla Programmazione di avviare le necessarie interlocuzioni con la Commissione per contribuire ad approfondire, nelle materie oggetto dell’intesa con le organizzazioni imprenditoriali, il prezioso lavoro fin qui svolto dall’organismo consiliare. “Le risorse così liberate e riorientate - ha puntualizzato Cappellacci - dovranno essere destinate prioritariamente alle opere pubbliche immediatamente cantierabili, all’abbattimento del conto interessi per le imprese utilizzando il sistema dei confidi, all´implementazione del fondo anti-crisi e ad altre eventuali misure che la Cabina di Regia potrà individuare. La Giunta ha dato anche mandato alle Direzioni generali della Presidenza e della Programmazione di predisporre gli atti necessari ad assicurare che, fra le priorità di spesa dell’esercizio 2012, riguardanti la programmazione della stessa spesa ai fini del rispetto del vincolo del patto di stabilità interno, siano ricomprese le spese per attuare le finalità dell’intesa sottoscritta con le organizzazioni datoriali e nel contempo per dare, nel rispetto delle medesime finalità dell’accordo, i conseguenti indirizzi di priorità alle amministrazioni provinciali e comunali, ai sensi della vigente normativa regionale, nell’utilizzo del fondo unico per gli enti locali. “La partecipazione degli attori del nostro sistema economico sociale ai processi decisionali e attuativi sui temi delle politiche per l´impresa – ha concluso Cappellacci - rappresenta un contributo fondamentale per affrontare la sfida della crisi e rilanciare la crescita e lo sviluppo regionale".  
   
   
TOOLSPRESS, SI PROFILA UNA SOLUZIONE  
 
Parma, 19 gennaio 2012 – “Si sta profilando una soluzione positiva, e stiamo insieme lavorando per questo”. E’ il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari a commentare la conclusione dell’incontro del tavolo istituzionale sulla Toolspress, azienda metalmeccanica con sede a Santa Maria Del Piano, Lesignano, con 23 dipendenti che da mercoledì stanno presidiando lo stabilimento per evitare che un macchinario – Mazak Fh 8800 – molto importante per la produzione sia venduto. “La riunione di oggi convocata con urgenza dopo quella della settimana scorsa si è svolta alla presenza di tutti le parti interessate che ringrazio a cominciare da Carlo Soncini che ha la curatela, le Rsu e i sindacati che stanno tenendo un atteggiamento esemplare, al sindaco di Lesignano Giorgio Cavatorta all’affittuario dell’azienda Maurizio Zinetti – ha dichiarato Ferrari – Si lavora insieme affinché questo macchinario resti alla Toolspress come è importante il fatto che c’è un negoziato aperto che auspichiamo sia il più possibile produttivo. Per quello che rappresenta questa azienda ci sentiamo tutti motivati”.  
   
   
FIERE DELLE MARCHE, CONVENZIONE CON LA REGIONE PER LA CESSIONE DEI MARCHI E DELL´IMMOBILE DI CIVITANOVA.  
 
Ancona, 19 Gennaio 2012 - Una convenzione per regolare i rapporti amministrativi con la Regione e avviare l´attivita` della ´Fiere delle Marche´, la societa` per azioni che si e` costituita dopo la soppressione dell´Erf (Ente regionale per le manifestazioni fieristiche). La Giunta regionale ha approvato lo schema dell´intesa che concede alla Societa` l´utilizzo oneroso dei marchi relativi a manifestazioni promosse dall´Erf che dovranno svolgersi nelle sedi di Ancona e Civitanova Marche, insieme all´utilizzo dell´immobile fieristico di Civitanova, divenuto di proprieta` della Regione. ´Dopo il riordino del sistema fieristico regionale, puo` avviarsi la programmazione delle attivita` promosse dalla Fiere delle Marche - commenta l´assessore alle Fiere, Antonio Canzian ´ Gli incontri avuti con la Societa` hanno consentito di condividere la gestione del complesso rapporto giuridico che scaturisce dalla scelta della Giunta di sopprimere l´Erf e di collaborare con il nuovo organismo. Ora la Regione ha messo la Societa` nelle condizioni di operare al meglio per programmare la propria attivita` e promuovere l´immagine delle Marche´. La convenzione ha una durata di nove anni, rinnovabile. I marchi concessi si riferiscono a eventi che dovranno svolgesi nelle sedi di Ancona (come la Fiera internazionale della pesca) e di Civitanova Marche. La Societa` dovra` anche concludere rapporti di collaborazione con gli enti locali interessati. Per garantire lo svolgimento delle manifestazioni nel comune di Civitanova, la convezione prevede la concessione alla Societa` dell´immobile fieristico cittadino di 4.487 mq, divenuto di proprieta` della Regione a seguito dello scioglimento dell´Erf. L´utilizzo durera` 24 mesi e, comunque, sino all´acquisizione di un analogo immobile da parte della ´Fiere delle Marche´, sempre nell´ambito del territorio di Civitanova. L´erf e` stato soppresso con la legge regionale 14/2010. Nell´aprile 2011 e` stata costituita la Societa` ´Fiere delle Marche´ che, utilizzando l´esperienza della Fiera di Pesaro, si propone di realizzare ´un nuovo sistema fieristico delle Marche e dell´Adriatico´, creando un sistema diffuso che punta a valorizzare l´intero territorio.