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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 24 Gennaio 2012 |
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BANCA DEGLI OCCHI DELLE MARCHE, INAUGURATA LA NUOVA SEDE A FABRIANO. SPACCA: ´STRUTTURA AL SERVIZIO DI TUTTA LA REGIONE PER UNA SANITA` SEMPRE PIU` DI ECCELLENZA´. |
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Ancona, 24 Gennaio 2012 - ´Una struttura all´avanguardia che qualifica ulteriormente la sanita` marchigiana nel settore dei trapianti´. Con queste parole il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ha salutato ieri l´inaugurazione della nuova sede della Banca degli occhi delle Marche presso l´Ospedale Profili di Fabriano. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Roberto Sorci, Maurizio Bevilacqua (direttore Area vasta 2), Pietro Torresan (direttore della Banca degli occhi), Carmine Ruta (direttore dipartimento Sanita` e Servizi sociali). ´Quella odierna e` una giornata importante non solo per questo territorio ma per tutta la regione perche` definisce un modello organizzativo verso cui tendere con sempre maggiore determinazione ´ ha sottolineato il presidente della Regione, Gian Mario Spacca - Dobbiamo puntare alla qualificazione e alla specializzazione dei servizi sanitari che richiedono masse critiche maggiori rispetto al passato. Questo lo possiamo ottenere qualificando e specializzando strutture differenziate sul territorio. Dobbiamo guardare i problemi non piu` nell´ottica della ripetizione di servizi e funzioni nell´ambito della stessa area, ma differenziare queste funzioni per raggiungere l´obiettivo della qualificazione e specializzazione´. ´La Banca degli occhi ´ ha ribadito Spacca - e` un servizio del territorio, a disposizione di tutta le regione, che viene collocata qui ma serve per tutti i cittadini marchigiani. Il paradigma che perseguiamo per la sanita` marchigiana e` proprio questo: arrivare alle specializzazioni nei singoli territori sulla base delle vocazioni storiche, in modo tale che la nostra sanita` (che non e` per il territorio, ma per tutti i cittadini) raggiunga livelli sempre piu` di eccellenza´. Il direttore del dipartimento Salute e Servizi sociali, Carmine Ruta, ha illustrato gli obiettivi del Piano sociosanitario che punta alla sostenibilita` economica del sistema, al cambiamento organizzativo, all´innovazione tecnologica. ´L´inaugurazione della nuova struttura di Fabriano ´ ha sottolineato ´ dimostra i progressi che le Marche hanno compiuto in questi anni, raggiungendo traguardi prestigiosi a livello nazionale´. ´La Banca degli occhi e` una scommessa vinta dalla Regione Marche ´ e` stato ribadito nei vari interventi ´ La sua realizzazione dieci anni fa e il suo potenziamento oggi sono espressione della sicura volonta` della sanita` marchigiana di puntare sull´eccellenza delle prestazioni´. La Banca degli occhi e` un´articolazione del Centro regionale trapianti di Ancona, diretto da Duilio Testasecca, appartenente al Centro interregionale di Milano (Nord-italia-transplant), diretto da Giuseppe Piccolo. E` stata inaugurata nel settembre 2002, con l´obiettivo di soddisfare il fabbisogno regionale di cornee da trapianto. La sede di Fabriano fu scelta per essersi distinta nella sua attivita` trapiantologica e per la spiccata sensibilita` di donazione. Nei dieci anni di attivita` ha garantito la donazione di 4 mila cornee (1.300 quelle trapiantate) e di 83 placente. Le membrane amniotiche distribuite sono state 740. I nuovi locali del ´Profili´ garantiscono alla Banca strutture adeguate alle normative europee sulla sicurezza e ai requisiti chiesti dal Centro nazionale trapianti. Sono stati ricavati spazi idonei alle nuove apparecchiature necessarie per il miglioramento delle attivita` e per rispondere all´evoluzione tecnologica della chirurgia trapiantologica. Sono stati creati due nuovi laboratori per la ´processazione´ delle cornee e delle membrane amniotiche, un locale dedicato alla criogenia e un laboratorio per la preparazione dei reattivi. La nuova struttura e` dotata di un sistema informatico centralizzato, in connessione on-line con i Centri regionale e nazionale trapianti. Il laboratorio di analisi sara` a breve dotato di un sistema di ultima generazione per gli esami ematochimici, in grado di soddisfare le esigenze degli utenti del bacino montano. |
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POTENZA: SAN CARLO, CHIRURGIA LAPAROSCOPICA: PRIMO INTERVENTO A RETTO BASSO |
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Potenza, 24 gennaio 2012 - "La chirurgia laparoscopica avanzata per il trattamento del tumore al retto basso approda in Basilicata con grande successo. Mercoledì 18 gennaio 2012 presso l´Ospedale San Carlo di Potenza, - spiega una nota dell´ufficio stampa dell´Azienda ospedaliera regionale - l´equipe chirurgica diretta dal primario Nicola D´alessandro e composta dai medici Giuseppe Tramutola e Andrea Loffredo, dall´anestesista Mary Olivieri e dalla ferrista Annamaria Monetta ha egregiamente portato a termine il primo intervento di amputazione addomino-perineale secondo Miles per una neoplasia del retto basso infiltrante le strutture sfinteriali, il tutto con tecnica completamente laparoscopica, perfettamente in linea con le direttive aziendali per la crescita di una Chirurgia oncologica e mininvasiva. Ricordiamo che questa tecnica - sottolinea la nota - risulta essere una branca della video-chirurgia e che pertanto si avvale dell´utilizzo di uno strumento dotato di telecamera che, trasmettendo le immagini su un monitor, rende possibile l´esecuzione dell´intervento semplicemente attraverso la pratica di piccoli fori e l´inserimento in essi di appositi sottili strumenti chirurgici. Si esclude in tal modo la necessità della laparotomia". "La paziente, dell´età di 78 anni" - aggiunge il comunicato - dopo essere stata sottoposta a isolamento ha affrontato un decorso postoperatorio regolare caratterizzato da una precoce ripresa della mobilizzazione e dell´alimentazione. L´intervento, inoltre, della durata di circa tre ore, è stato seguito da una degenza di quattro giorni a fronte dei lunghi tempi (circa 20 giorni) che caratterizzavano invece le degenze per interventi eseguiti secondo i dettami della tradizionale laparotomia. Insomma, una conquista di grande rilievo per l´ospedale potentino, uno slancio verso nuove mete, e sul piano del modus operandi degli stessi medici e per il benessere dei pazienti". |
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MENO SCHIZOFRENIA, PIÙ ANSIA E DEPRESSIONE: LA SALUTE MENTALE IN TOSCANA
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Firenze 24 gennaio 2012 – Meno ricoveri e più trattamenti in day hospital o presso i servizi territoriali. I disturbi schizofrenici lasciano il posto a depressione e ansia. E la Toscana è la regione in cui si registra il più alto consumo di antidepressivi. I problemi psichiatrici affliggono di più i maschi in giovane età, mentre le donne sono le più colpite dopo i 40 anni. In vent’anni è calato il ricorso al suicidio, anche se il fenomeno resta preoccupante in alcune zone montane. E’ il quadro della salute mentale in Toscana, tracciato da un’indagine dell’Ars, l’Agenzia regionale di sanità della Toscana. Mercoledì 25 gennaio l’Ars dedicherà al tema della salute mentale un convegno, che si terrà dalle 9 alle 14 nell’Auditorium Cosimo Ridolfi della Banca Cr Firenze, via Carlo Magno 7, a Firenze. Nel corso del convegno, dal titolo “Epidemiologia della salute mentale in Toscana”, rivolto ai professionisti dei servizi di salute mentale e ai dirigenti delle aziende sanitarie e delle Società della Salute e dei servizi sociali, verrà presentato lo studio dell’Ars, che disegna il quadro della salute mentale nella nostra regione: epidemiologia dei disturbi psichici, dati sui ricoveri in ospedale e sull’assistenza territoriale, impiego dei farmaci, ricorso al suicidio, sia nei giovani che negli adulti. Saranno messi a confronto i dati epidemiologici e i sistemi di rilevazione di tre regioni: Toscana, Veneto e Lazio. Obiettivo del convegno, fornire agli operatori impegnati nel settore uno strumento non solo di lavoro, ma in grado di favorire la discussione sui punti di forza e sulle debolezze del sistema. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha presentato il convegno stamani, nel corso di una conferenza stampa, assieme al direttore dell’Ars Francesco Cipriani. E illustrato tutti i dati che al convegno verranno diffusi. “Da molti anni gli studi mettono l’accento sull’aumento della diffusione dei disturbi psichici – dice l’assessore Scaramuccia – Lo studio condotto dall’Ars sarà per noi uno strumento prezioso per conoscere meglio il fenomeno in tutti i suoi aspetti e orientare le politiche sanitarie verso interventi sempre più mirati. Nei mesi scorsi, in occasione della stesura del nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale, anche la salute mentale è stata per noi oggetto di attenta riflessione. Nei prossimi anni, i servizi di salute mentale dovranno individuare le condizioni più diffuse e i disturbi più gravi, come una delle priorità del sistema socisanitario. Fondamentale è il lavoro di prevenzione, di riconoscimento precoce del disturbo, fin dalla prima infanzia”. “Le stime sui dati epidemiologici internazionali e sui trend temporali evidenziano un quadro non ottimistico e su cui i ricercatori sono abbastanza concordi: nei prossimi decenni la depressione rappresenterà la prima causa di perdita di anni di vita in salute. In altre parole, la depressione sarà il problema sanitario e sociale più importante, superando anche i problemi causati da infarti cardiaci e incidenti stradali – osserva Francesco Cipriani – Per questo Ars segue con attenzione tutti i dati sul disagio psicologico nella nostra regione. Oggi anche con un occhio più attento all’impatto causato dall’attuale grave crisi economica, che incide sulla salute in generale, ma soprattutto su quella mentale”. L’epidemiologia della salute mentale in Toscana Secondo dati recenti (Eurobarometer 2010), i disturbi di salute mentale rappresentano un problema sanitario che coinvolge circa un cittadino su 10 dell’Unione Europea e, in molti stati, la depressione rappresenta il problema di salute più comune. La Commissione Europea ha svolto un’indagine specifica su 27 Stati membri, mostrando come la condizione di precarietà economica e lavorativa influisca profondamente sulla percezione del proprio stato mentale. La popolazione italiana sembra avere uno stato emotivo più negativo rispetto alla media europea, modificando così l’immagine di un popolo allegro, nonostante tutto. In particolare, nelle quattro settimane che precedevano l’intervista, soltanto il 33% ha riferito di non essersi sentito profondamente abbattuto (rispetto al 47% degli europei) e solo il 16% non si è sentito demoralizzato e triste rispetto al 35% della media europea. Per quanto riguarda la Toscana, questi i dati che emergono dallo studio dell’Ars. Nel 2010 i pazienti che hanno fatto ricorso a un servizio territoriale di salute mentale sono stati circa 78.000 (di cui 23.423 minorenni e 54.245 maggiorenni), pari ad oltre il 2% della popolazione. Di questi, quasi il 40% risultano nuovi utenti. Per quanto riguarda i ricoveri, l’andamento presenta una tendenza alla riduzione. Al decrescere dei ricoveri si associa un aumento dei trattamenti in regime di day hospital, che dal 2002 ad oggi sono aumentati di 9 punti percentuali (dal 17,9% del 2002 al 26,9% del 2010). Per i ricoveri, il rapporto tra maschi e femmine è di 3:2 nella popolazione minorenne e di 2:3 tra i maggiorenni. L’andamento nei ricoveri negli anni 1997-2010 presenta una tendenza alla diminuzione dei ricoveri per entrambi i sessi, con un tasso, nel 2010, di 36 x 10.000 abitanti, di gran lunga inferiore rispetto alla media nazionale di 44 x 10.000 abitanti. Tra i ricoveri, le donne rappresentano il 52,4% del totale sopra i 40 anni, mentre nel genere maschile i ricoveri nella prima infanzia risultano essere nettamente superiori. Anche le patologie che portano al ricovero hanno subìto un’importante variazione nel corso degli anni, mostrando una netta diminuzione dei ricoveri per disturbo schizofrenico, che sembrano lasciare il posto al disturbo bipolare (psicosi maniaco-depressiva, che rappresenta la principale patologia di ricovero per entrambi i sessi) e ai disturbi d’ansia. Antidepressivi: la Toscana si caratterizza per un consumo superiore rispetto alla media italiana: +50% circa, con sensibili differenze tra le diverse Asl. Il crescente utilizzo – osservano i ricercatori dell’Ars – sicuramente risente dei cambiamenti culturali avvenuti nel corso degli ultimi anni, in cui patologie come ansia e depressione risultano meno stigmatizzate dalla popolazione generale, che quindi ricorre con maggior facilità all’aiuto medico. Suicidio: nei venti anni di osservazione (1988-2008) il ricorso al suicidio risulta ridotto di circa 4 punti percentuali, attestandosi, nel 2008, sul valore di 7 casi x 100.000 abitanti. Le politiche di prevenzione messe in atto in Toscana nel corso degli ultimi anni hanno evidentemente sortito effetti positivi. Dal 1988 al 2008 in Toscana i suicidi sono calati da 314 nel 1988 (238 nei maschi e 76 nelle femmine) a 263 nel 2008 (205 nei maschi, 58 nelle femmine). Nei venti anni presi in considerazione, il tasso di mortalità per suicidio (numero di suicidi ogni 100.000 abitanti) è sceso da 10,5 a 6,8 (da 18,4 a 11,7 per i maschi e da 5,1 a 2,8 per le femmine). E la maggiore densità (con tassi tra 8,30 e 17,47) si rileva nell’area sud-est della regione, con particolare rilevanza nella zona dell’Amiata, e sulle montagne pistoiesi e casentinesi. Tra i fattori di rischio individuati dall’Ars, il sesso maschile, l’età avanzata, il basso grado di urbanizzazione, la condizione di isolamento. La primavera rappresenta il periodo dell’anno con il maggior numero di suicidi. Nei 6 mesi che precedono il suicidio, il ricorso ai servizi raddoppia. Nell’anno che precede l’evento, il ricorso ai farmaci è triplo rispetto alla media della popolazione toscana. La salute mentale nella valutazione del Mes Ormai da anni, nel sistema di valutazione delle performance della sanità toscana messo a punto ogni anno dal Mes, il laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa, sono presenti anche indicatori volti a misurare alcuni aspetti relativi alla salute mentale. Tra questi, il ricovero ripetuto di pazienti con patologie mentali nel corso del mese successivo alla dimissione (indice di una scarsa integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali, e di una difficoltà di presa in carico del paziente da parte dei servizi di salute mentale territoriale): negli ultimi tre anni, i ricoveri ripetuti sono diminuiti, passando dal 15,6% del 2008 al 14% del 2010 (con valori disomogenei tra le varie Asl). Anche i dati relativi al ricovero ripetuto entro 7 giorni (che evidenzia problematiche legate a una dimissione precoce) sono lievemente migliorati (pur con grande variabilità tra Asl e Asl). Anche dai dati Mes, in questo caso relativi al progetto proposto dalla Commissione d’inchiesta del Senato sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, che si pone l’obiettivo di controllare la qualità dell’offerta dei servizi erogati dalle Regioni ai cittadini, la Toscana risulta essere la regione che ha il maggior consumo di antidepressivi. I valori dal 2000 al 2010 presentano un andamento in crescita per tutte le aziende sanitarie toscane. Le iniziative della Regione Lo scorso dicembre, la giunta ha approvato un delibera che destina 1.240.000 euro alle aziende sanitarie toscane, per iniziative per la promozione e la tutela della salute mentale: prevenzione e trattamento precoce del disturbi mentale, prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, percorsi riabilitativi e di socializzazione, progetti di ricerca, promozione di stili di vita sani e prevenzione dell’insorgenza del disagio e dell’emerginazione. Inoltre, il nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale 2012-2015, che nei prossimi mesi sarà approvato dal Consiglio Regionale, dedica alla salute mentale un ampio capitolo, ponendosi l’obiettivo di accogliere i bisogni delle persone di ogni età con disturbi psichici e promuovere servizi finalizzati a percorsi di prevenzione e di ripresa. |
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SANITA’: VIA INTERNET I 422.000 REFERTI L’ANNO DELL’AOUI DI VERONA. PARTITO OGGI IL PROGETTO VENETO ESCAPE. COLETTO, “BELLA SFIDA DI MODERNIZZAZIONE. IN POCHI MESI IN TUTTA LA REGIONE CON 70 MILIONI DI RISPARMIO PER I CITTADINI” |
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Verona, 24 gennaio 2012 - 422.000 referti medici, tanti ne produce all’anno l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, da ieri possono viaggiare via internet ed arrivare direttamente sul pc di casa dell’utente. E’ l’effetto dell’attivazione all’Aoui del progetto Veneto Escape, realizzato dal Consorzio Arsenàl.it tra le Ullss e A.o. Venete per l’informatizzazione, che consente ad ogni cittadino di scaricare sul proprio computer gli esiti degli esami evitando code agli sportelli e costosi spostamenti per raggiungerli. L’operazione è molto semplice: basta entrare nel portale www.Ospedaleuniverona.it , cliccare su un’apposita e ben visibile sezione, inserire il proprio codice ricevuto all’atto della prenotazione e con un clic il referto apparirà sul computer. La novità è stata presentata oggi nella piazza Canneto del polo Confortini a Borgo Trento, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, del direttore generale dell’Aoui Sandro Caffi, del presidente del Consorzio Arsenàl Claudio Dario e del responsabile servizi informatici dell’Azienda Luca Giobelli. Veneto Escape all’Aoui di Verona non si limiterà però alla trasferibilità del singolo referto, ma mette a disposizione del cittadino il suo intero dossier sanitario, elemento utilissimo per poter in ogni momento disporre della “storia” della propria salute ed utilizzarla in caso di necessità da parte del medico curante. “L’informatizzazione – ha detto Coletto – è un mio pallino sin dall’inizio del mandato, quando trovai una situazione a macchia di leopardo. Oggi, grazie al grande lavoro del Consorzio Arsenàl.it, 17 Aziende del Veneto hanno già attivato il servizio ed altre 4 sono pronte a partire. Ancora qualche mese e tutto il Veneto sarà coperto, con un risparmio per i cittadini, in termini di tempo e di costi di spostamento, quantificabile in 70 milioni di euro. L’aoui di Verona – ha aggiunto – è sempre stata molto sensibile a questa sfida di modernizzazione, ed anche in questo caso ha fatto un passo in più, allestendo la possibilità del dossier sanitario personale”. Nel caso dell’Aoui di Verona il risparmio per il cittadino sarà di circa 5 milioni di euro, con un importante aspetto di servizio in più: l’azienda veronese, essendo universitaria, gestisce pazienti provenienti in molti casi da altre aree del Veneto e da fuori Regione (non meno del 15% del totale). Per tutti questi utenti, non dover più recarsi a Verona per il ritiro dei propri referti sarà un’agevolazione di estrema utilità. |
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NUOVI TICKET IN SICILIA: DISAGI INEVITABILI,OCCORRE PAZIENZA |
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Palermo, 24 gennaio 2012 - "Il cambiamento delle norme per l´esenzione dal ticket, che ci e´ stato imposto dal Ministero per adeguare la Sicilia al sistema in vigore in tutto il resto d´Italia, provochera´ inevitabili disagi all´utenza. E´ necessario che tutti i soggetti coinvolti in questo cambiamento - dalle aziende sanitarie ai medici di famiglia - facciano uno sforzo organizzativo per limitare i disagi e i disservizi agli utenti ai quali, invece, chiedo un supplemento di pazienza e un atteggiamento di collaborazione". E´ l´appello dell´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, all´indomani dell´entrata in vigore della nuova legge regionale che disciplina l´esenzione dal ticket sulle prestazioni sanitarie, sia farmaceutiche che di specialistica ambulatoriale. L´assessore ha gia´ emanato, la scorsa settimana, una circolare indirizzata ai manager delle aziende con la quale ha dato alcune disposizioni. "Va immediatamente potenziato - ha scritto Russo - il numero degli operatori addetti alla ricezione delle autocertificazioni, all´interrogazione del sistema informatico e alla stampa dei certificati provvisori di esenzione, prevedendo anche aperture pomeridiane degli appositi sportelli. Bisognera´ predisporre punti informativi, utilizzando anche gli Uffici relazioni per il pubblico (Urp), avviare campagne informative utilizzando tutti i canali disponibili e pubblicando sul proprio sito web il foglio informativo che e´ stato predisposto dall´assessorato". Per facilitare i cittadini ad adeguarsi alle nuove norme, l´assessorato ha anche autorizzato le Asp a stipulare accordi con i Caf (centri di assistenza fiscale) in modo da rendere piu´ capillare la rete degli sportelli amministrativi. "Per fronteggiare le inevitabili difficolta´ burocratiche che si sono verificate anche nelle altre regioni italiane - ha proseguito Russo - abbiamo previsto una fase transitoria fino al 30 aprile, durante la quale, in attesa del certificato definitivo di esenzione, i soggetti che ritengono di rientrare tra le categorie esentate potranno ricorrere alla autocertificazione apponendo una firma nell´apposito spazio della ricetta all´atto della erogazione della prestazione sanitaria". Gli uffici dell´assessorato, dopo le prime segnalazioni dei disagi, ribadiscono che nulla e´ cambiato per quanto riguarda le esenzioni per patologia e che pertanto chi era esente prima lo sara´ anche con il nuovo sistema. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, per verificare le condizioni di esenzione, dovranno consultare l´elenco disponibile sul sistema tessera sanitaria (portale Sogei) o richiedere l´elenco degli esenti all´Asp competente. Gli assistiti che non sono inseriti negli appositi elenchi, ma che ritengono di possedere i requisiti per beneficiare dell´esenzione, potranno rivolgersi agli uffici distrettuali dell´Asp muniti della propria tessera sanitaria per rendere una autocertificazione e ricevere il relativo tesserino. Con il nuovo sistema sono esentati dal pagamento del ticket i soggetti di eta´ inferiore a 6 anni o superiore a 65 anni, appartenenti a un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (E01); disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (E02); titolari di assegno sociale (ex pensione) e loro familiari a carico (E03); titolari di pensione al minimo di eta´ superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo a 8.263,31, incrementato fino a 11.362,05 in presenza del coniuge e di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico. |
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IN PIEMONTE LA POLITICA FUORI DALLA RIFORMA DELLA SANITÀ |
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Torino, 24 gennaio 2012 - Con il piano di riforma che nelle prossime settimane sarà discusso dal Consiglio regionale “abbiamo fatto in modo che la politica resti fuori dalla sanità”: il presidente della Regione, Roberto Cota, lo ha ribadito incontrando il 20 gennaio gli studenti del liceo scientifico Carlo Alberto di Novara. “Il nostro obiettivo - ha sottolineato Cota - è di trasformare la sanità, che assorbe l´80% del bilancio regionale, da servizio e centro di potere, come era prima, esclusivamente a servizio per i cittadini. E’ una riforma strutturale che migliorerà l’efficienza del sistema rendendolo allo stesso tempo più sostenibile per quanto riguarda i costi”. Il presidente ha poi spiegato agli studenti che mettere mano alla riforma della sanità piemontese “é un lavoro difficile, nel quale ci si imbatte in tanti interessi, spesso contrapposti e particolari, ma bisogna avere la determinazione di andare avanti e costruire, nell’interesse generale, l’assetto più moderno ed efficiente possibile”. E’ per questo motivo che ha scelto Paolo Monferino quale assessore regionale, in quanto “tecnico di comprovata esperienza” e perché “la meritocrazia è il principio che guida tutte le nostre scelte in un settore così delicato”. Lo stesso assessore Monferino, nel corso della riunione della Quarta Commissione consiliare del 19 gennaio, ha illustrato le modifiche apportate al Piano socio-sanitario avanzando alcune proposte di riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese sulle quali ci si sta confrontando: “Le proposte in alcuni casi contengono più di una opzione possibile. Per ciascuna di esse dovranno essere valutati pro e contro coinvolgendo, in alcuni casi, anche il territorio prima di operare le scelte per impostare il sistema. In ogni caso, molte delle proposte avanzate, anche dopo un’eventuale decisione, potrebbero essere suscettibili di ulteriori evoluzioni dettate da necessità che dovessero ulteriormente presentarsi”. Tra le opzioni da valutare e discutere ci sono quelle relative alla collocazione del Mauriziano e dell’area del Piemonte nord-orientale. “Trattandosi di proposte - precisa Monferino - pare prematuro trarre conclusioni che non informerebbero ma confonderebbero i cittadini, ai quali invece vogliamo dare a tempo debito risposte precise e servizi di qualità”. |
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PROTESI PIP, SONO 263 IN TUTTA LA REGIONE TOSCANA. VIENE PRESO IN CARICO CHIUNQUE SI RIVOLGE A NOI |
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Firenze, 24 gennaio 2012 -”Abbiamo finito proprio oggi la mappatura di tutte le protesi Pip impiantate sull’intero territorio regionale, e lunedì prossimo porterò in giunta una delibera in cui si definisce l’intero percorso organizzativo-assistenziale per la presa in carico di tutti i casi. Come peraltro avevamo già annunciato lo scorso 5 gennaio, e come stiamo già facendo”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ci tiene a far chiarezza su come si sta muovendo la Regione a proposito delle protesi mammarie di tipo Pip (Poly Implant Prothèse), soprattutto dopo la notizia che il Codacons ha annunciato ricorso al Tar contro l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, che, secondo il Codacons, avrebbe rifiutato l’espianto delle protesi a una signora che nei giorni scorsi si era rivolta a loro. “Non rimandiamo indietro nessuno – assicura l’assessore – Stiamo prendendo in carico tutte le pazienti che si rivolgono a noi”. La rilevazione che si è conclusa ieri ha evidenziato che sono 263 i casi di impianto di protesi mammarie di tipo Pip in tutta la Regione. E finora sono una decina le pazienti che si sono rivolte alle Asl e alle quali è stata garantita la totale presa in carico, per l’espianto delle protesi, e il successivo reimpianto di nuove protesi, più sicure. |
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IL POLO OSPEDALIERO MARCHE NORD A FOSSO SEJORE LA NUOVA STRUTTURA SARA` UNA IMPORTANTE OCCASIONE DI MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI |
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Ancona, 24 Gennaio 2012 - Il nuovo complesso ospedaliero a servizio dell´Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord sorgera` nell´area di Fosso Sejore nel Comune di Pesaro. Lo ha stabilito ieri mattina la giunta regionale che ha portato a termine il procedimento per l´individuazione del sito ed ha approvato lo studio di prefattibilita` del progetto che individua obiettivi e funzioni. ´La scelta ´ spiega l´assessore alla Salute Almerino Mezzolani - e` stata fatta sulla scorta della relazione tecnica svolta da un gruppo di lavoro di esperti regionali che, su mandato dell´assessorato, ha valutato i siti potenzialmente idonei sulla base delle proposte avanzate dai Comuni di Pesaro, Fano e Mombaroccio e tenendo conto dell´analisi comparativa trasmessa dalla Provincia di Pesaro e Urbino. La localita` di Fosso Sejore e` risultata la piu` facilmente accessibile in relazione ai tempi di percorrenza e per la possibilita` di utilizzare l´attuale rete viaria, che pur avendo necessita` di adeguamento, non deve essere modificata in modo sostanziale´. Va inoltre sottolineato che il 16 dicembre scorso tutti i sindaci del comprensorio, ad eccezione del sindaco di Mombaroccio, avevano dato il loro assenso sull´area di Fosse Sejore. ´Il processo di integrazione in corso fra le due strutture ospedaliere di Pesaro e Fano ´ spiega ancora Mezzolani ´, rappresenta una importante occasione di miglioramento della capacita` di risposta del servizio sanitario pubblico alle crescenti richieste della popolazione residente di tutta la provincia. L´ottimizzazione organizzativa in atto ha come scopo quello di evitare diseconomie, duplicazioni e ridondanze ed e` dettata dalla volonta` di migliorare in termini qualitativi e quantitativi i servizi e le prestazioni offerte, di facilitare le condizioni di accesso e consentire la piena soddisfazione della domanda espressa dal territorio con la conseguente riduzione della fuga di pazienti verso realta` di altre aree vaste o regioni. In conclusione ´ sottolinea l´assessore ´ ci tengo ad assicurare che, finche` la nuova struttura non sara` completata e in funzione, i due attuali ospedali di Pesaro e Fano continueranno a garantire tutta l´assistenza e i servizi necessari´. In base a queste considerazioni il nuovo ospedale per acuti, sara` in grado di riunire in un´unica struttura all´avanguardia le realta` attualmente presenti sul territorio, spesso duplicate e senza possibilita` di ampliamento e di messa a norma nelle rispettive sedi. La nuova struttura sara` realizzata in modo da poter rispondere ai piu` aggiornati criteri di tecnica ospedaliera avvalendosi di un edificio moderno, pienamente rispondente ai criteri di umanizzazione della cura, e allo stesso tempo, in accordo con le linee guida enunciate dal Ministero della Salute. La proposta progettuale prevede un dimensionamento per ogni singolo reparto e servizio all´interno di tre categorie principali: degenza, diagnosi e cura e servizi generali. I posti letto di degenza saranno suddivisi per intensita` di assistenza. Di seguito, in modo indicativo e non esaustivo, sono elencate le principali discipline da prevedere e organizzare secondo criteri di intensita` di assistenza: chirurgia generale, neurochirurgia, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia, urologia, oculistica, otorinolaringoiatria, gastroenterologia, terapia intensiva ´ rianimazione, utic, cardiologia, malattie endocrine, medicina, generale, medicina d´urgenza, oncologia, ematologia, pediatria, nefrologia, neurologia, psichiatria, neuropsichiatria infantile, geriatria, pneumologia, malattie infettive. Per consentire una efficacia attivita` di diagnosi e cura, indicativamente sono da prevedere: ambulatori monospecialistici e multidisciplinari, punti prelievo, laboratorio analisi, anatomia patologica, servizi dialisi, centro trasfusionale, pronto soccorso con adeguato spazio per l´elisuperficie, area Obi, blocco operativo per attivita` ordinaria, in day surgery e di chirurgia ambulatoriale; blocco travaglio ´ parto, servizi diagnostici per immagini (sale Tac, Rmn, Mam. Radiologia, Eco), emodinamica, endoscopia, medicina nucleare con sale Pet e sale Gamma, radioterapia. |
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NUOVO PASSO AVANTI PER L’OSPEDALE FELETTINO DELLA SPEZIA CAUTO OTTIMISMO SULL’ARRIVO DEI FINANZIAMENTI NAZIONALI. OPERA FONDAMENTALE PER LA PROVINCIA SPEZZINA |
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La Spezia, 24 Gennaio 2012 - Il nuovo ospedale della Spezia al Felettino fa un passo avanti. Ieri presso il Comune della Spezia è stato siglato infatti l´accordo di programma fra Regione Liguria, Provincia e Comune della Spezia, Asl 5 e Infrastrutture Liguria srl (società in house della finanziaria regionale Filse) che sancisce definitivamente la nuova rotta per la realizzazione del nosocomio (520 posti letto) e va quindi verso la gara, attesa nel 2013. Alla presentazione dell’accordo hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco della Spezia, Massimo Federici, l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo, l’assessore provinciale allo sviluppo, Ettore Antonelli, il direttore degenerale della Asl 5, Gianfranco Conzi e il presidente di Infrastrutture Liguria, Sergio Pedemonte. La struttura sarà realizzata con una procedura di appalto al posto dell’attuale fabbricato ospedaliero in località Felettino, di cui si prevede la completa demolizione. Per dare vita al nuovo polo (superficie complessiva coperta di circa 77mila mq; quasi 900 parcheggi) saranno indispensabili la dismissione e l´alienazione dell’attuale sede centrale dell’ospedale S. Andrea, di cui l´odierno Felettino è sezione distaccata. L’operazione del nuovo ospedale che vale 175 milioni di euro, di cui circa 150 provenienti dai fondi nazionale dell’ex art 20 per l’edilizia sanitaria, circa 17 milioni dalla stimata valorizzazione dell’attuale ospedale S. Andrea, più fondi da bilancio regionale. “Il governo - ha riferito l’assessore regionale alla Salute Claudio Montaldo - ha garantito lo sblocco dei fondi per l’edilizia sanitaria che riguardano tutte le regioni che hanno già sottoscritto accordi di programma sui progetti e pertanto anche il Felettino della Spezia. La scorsa settimana in conferenza Stato Regioni è arrivato il primo finanziamento per il Veneto, segno che dovrebbe essere questione di pochi giorni”. L’assessore Montaldo quest’oggi ha rimarcato che “sono stati fatti enormi passi avanti rispetto ad alcuni mesi addietro quando si ipotizzava la cancellazione dei finanziamenti”. A questo punto il prossimo passo sarà l’avvio dei lavori per il bunker dove troverà posto i locali per la radioterapia. “Quest’opera è fondamentale – ha continuato l’assessore regionale alla salute – per la provincia spezzina, sia perché sarà il primo nuovo ospedale che dopo molto tempo viene realizzato in Liguria dagli anni ’60, sia per le sue caratteristiche i9nnovative che consentiranno di rendere autosufficiente l’area molto legata ai flussi di mobilità soprattutto verso la Toscana. E potrà pertanto contribuire ad incentivare i residenti alla Spezia a rimanere”. “Oggi si sta concretizzando – ha detto Federici – un percorso che prevede la realizzazione di un ospedale pubblico con risorse tutte pubbliche. Con la sottoscrizione dell’accordo di programma possiamo procedere con la realizzazione della progettazione definitiva e con la gara per il progetto esecutivo e per l’opera stessa. Si tratta di una premessa fondamentale per la realizzazione di quest’opera molto attesa”. Federici ha ricordato che l’apertura del cantiere sarà segnata di fatto da due momenti: l’avvio della realizzazione del bunker per la radioterapia e l’abbattimento dell’attuale edificio che ospita l’ospedale del Felettino. Ha sottolineato come si stia profondendo da parte di Regione e Asl il massimo impegno per gestire questa complicatissima operazione attraverso un lavoro che sta già dando risultati positivi anche sotto il profilo strutturale con la riqualificazione di reparti. Il sindaco ha infine messo in evidenza la coerenza nella tempistica tra le operazioni nuovo ospedale e apertura del cantiere per il Terzo lotto della Variante Aurelia, un’opera infrastrutturale fondamentale che mette il nuovo ospedale nelle condizioni di essere a servizio di un vasto comprensorio. Dopo la gara, nell´aprile 2010 Infrastrutture Liguria, nel frattempo creata nel 2009 dall´ente regionale per tenere in mano le redini delle progettazioni strategiche, aggiudica a un´ associazione temporanea di imprese (Politecnica – Hopkins Architects) l´incarico della progettazione preliminare, definitiva e il coordinamento alla sicurezza in fase di progettazione per la realizzazione del nuovo ospedale. Il progetto preliminare dell´Ati aggiudicataria è quindi approvato in linea tecnica da Infrastrutture Liguria nell´aprile 2011, mentre è in stesura il definitivo. L´elaborato dovrà passare in conferenza dei servizi e potrà poi essere messo a gara dalla società nel 2013 come stimano gli uffici. Il preliminare comprende non soltanto la struttura del nuovo ospedale ma anche quella funzionalmente e strutturalmente autonoma della radioterapia (lotto funzionale C), per la quale l´Asl 5 ha chiesto a Infrastrutture Liguria di procedere con la progettazione definitiva, in modo si possa anticipare l´affidamento di questo stralcio. Per la realizzazione del nuovo nosocomio la giunta regionale ha già attivato anche il Pris (Programma regionale per le opere strategiche), uno strumento normativo ligure che concede ai residenti in abitazioni coinvolte da demolizioni un bonus di 43mila euro, oltre al valore di mercato. Le prime risorse disponibili andranno infatti proprio per gli espropri. |
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ROSSI AD AREZZO: “UN NUOVO PRONTO SOCCORSO, PER ACCOGLIERE E CURARE MEGLIO I CITTADINI” |
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Arezzo, 24 gennaio 2012 – “Quello che si inaugura oggi è un punto di arrivo importante del percorso che abbiamo fatto per il rinnovamento dei pronto soccorso degli ospedali toscani. Mi auguro che il lavoro fatto possa servire ai cittadini per essere accolti meglio, e agli operatori per lavorare meglio”. Il presidente Enrico Rossi ha inaugurato il 20 gennaio il nuovo pronto soccorso dell’ospedale San Donato di Arezzo. Erano con lui l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, il direttore generale della Asl 8 di Arezzo Enrico Desideri e il direttore sanitario Branka Vujovic, e l’arcivescovo di Arezzo, monsignor Riccardo Fontana, che ha benedetto la struttura. “Al pronto soccorso l’intervento tecnologico diventa risolutivo – ha detto ancora Rossi – e qui ci sono tecnologie all’avanguardia. Il mio plauso va al direttore generale, al direttore sanitario, a tutti quanti hanno contribuito alla realizzazione di questa struttura, compresa la Inso, un’impresa di eccellenza a livello nazionale. E voglio ringraziare – ha aggiunto – anche l’assessore Scaramuccia, per l’impegno con cui ha assunto questo ruolo difficile di dirigere la sanità toscana. Voglio ribadire – ha concluso – l’impegno della Regione Toscana per una sanità pubblica di qualità. In tempi difficili come questi, bisogna stare ancora più attenti a come spendiamo il denaro pubblico, a quali risposte diamo: far funzionare bene il servizio sanitario pubblico è una responsabilità collettiva”. Dopo gli interventi di saluto, la visita alla nuova struttura, realizzata con un investimento di oltre 9 milioni di euro, finanziati dalla Regione Toscana. Il nuovo pronto soccorso occupa un’area di oltre 3.600 metri quadrati, ha percorsi distinti per ogni codice, in modo da evitare sovrapposizioni e incroci; ogni codice di accesso ha uno spazio diversificato per l’attesa. Ai normali codici del pronto soccorso (rosso, giallo, verde, azzurro, bianco), ad Arezzo si è aggiunto anche il codice rosa, un percorso particolare per le vittime di violenza: “E’ un’iniziativa per la quale mi sono battuta per tutto il 2011, realizzata in collaborazione con la Procura della Repubblica – spiega l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – E’ nata per assistere in maniera adeguata le persone vittime di violenza che arrivano al pronto soccorso: donne, ma anche minori, anziani, vittime di discriminazioni razziali, religiose, omofobiche. Una task force interistituzionale, che offre una risposta integrata, di tipo sanitario, psicologico e sociale, coinvolgendo anche le forze dell’ordine nelle indagini sugli eventuali episodi di violenza. Sperimentato l’anno scorso a Grosseto, con il 2012 il codice rosa è partito anche qui ad Arezzo, a Prato, Lucca e Viareggio”. Altre novità del pronto soccorso di Arezzo, il raddoppio delle apparecchiature diagnostiche e una Tac dedicata all’interno del Ps; l’avvio del progetto Eco fast, cioè l’inserimento di ecografi nel Ps, per l’effettuazione autonoma, dopo adeguata formazione e training, da parte dei medici di Ps di esami in urgenza notturna; il braccialetto con un chip che sarà messo al braccio del paziente e che consentirà all’ accompagnatore che resta fuori di indviduare, attraverso un apposito “totem”, a che punto del percorso si trova la persona che ha accompagnato. I numeri del nuovo Pronto Soccorso di Arezzo: ▪ 3.650 metri quadrati di struttura ▪ 9 milioni di euro il costo complessivo ▪ 17 mesi impiegati per la realizzazione ▪ oltre 100 gli addetti che ci lavorano, di cui: - 23 medici - 54 infermieri - 24 operatori sociosanitari ▪ 24 posti letto, di cui: - 10 di osservazione breve - 10 di degenza fino a 4 giorni - 4 di terapia subintensiva con monitoraggio continuo. |
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INFLUENZA: 14.500 COLPITI SINORA IN VENETO. ANDAMENTO NORMALE. AD OGGI NESSUN DECESSO
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Venezia, 24 gennaio 2012 - Alla dodicesima settimana di monitoraggio da parte della rete composta da 80 medici “sentinella” sul territorio, che comunica l’andamento dell’influenza stagionale alla direzione regionale prevenzione, risultano essere circa 14.500 i veneti sinora colpiti dal virus. Ne dà notizia l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto. “Siamo di fronte ad un andamento normale, in linea con quello delle precedenti stagioni influenzali – dice Coletto – e ci stiamo avviando verso la fase di picco, evoluzione favorita dall’arrivo di temperature più basse. La situazione è comunque completamente tranquilla e sotto controllo e, ad oggi, non è stato registrato nemmeno un decesso”. Nell’ultima settimana monitorata, l’incidenza è stata pari a 29,3 malati per 10.000 abitanti, inferiore alla media nazionale, assestata a 38,3 casi per 10.000 abitanti. Rispetto alla settimana precedente, i tassi d’incidenza sono aumentati per tutte le fasce d’età, ad eccezione degli anziani, per i quali c’è stata una lieve regressione. In particolare, è aumentata dell’83% l’incidenza nella fascia 5-14 anni. Anche nell’ultima settimana monitorata, come nelle precedenti, la fascia d’età più colpita è quella dei bambini sotto i 5 anni (38,6 casi per 10.000), seguita dalla fascia 15-64 anni (34,6 casi per 10.000). |
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TUMORI: NUOVA FARMACIA ALLO IOV VENETO. 60.000 CHEMIOTERAPIE PERSONALIZZATE L’ANNO. COLETTO: “ECCELLENZA NAZIONALE. RIDUCE AL MINIMO I MARGINI D’ERRORE” |
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Padova, 24 gennaio 2012 - Qualità di processo, personalizzazione, sicurezza per il paziente, aumento della produttività. Sono queste le caratteristiche sulle quali si basa la nuova Farmacia dell’Istituto Oncologico Veneto – Iov con sede a Padova, inaugurata ieri dall’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, alla presenza di numerose autorità, tra le quali il Prefetto Ennio Sodano, la presidente della Provincia Barbara Degani, il direttore generale dello Iov Piercarlo Muzzio ed il direttore scientifico Alberto Amadori. La struttura, realizzata con un investimento di 880 mila euro e con il contributo della Fondazione Valentini Terrani e della famiglia Coltro-lorenzini, è un gioiello d’avanguardia nel delicatissimo settore della preparazione delle chemioterapie per i malati di tumore: costruita utilizzando le più sofisticate tecnologie rivolte alla sicurezza del processo ed alla garanzia di massima qualità e conservazione dei medicinali, è in grado di predisporre 60.000 terapie personalizzate l’anno (contro le 30.000 di prima), per i pazienti assistiti internamente ma anche per quelli degli altri ospedali padovani. “Nonostante le difficoltà del momento – ha detto Coletto – in Veneto si continua ad investire in sanità ed in qualità dei servizi. Questo ne è un esempio lampante, perché, come purtroppo si è visto di recente in un caso a Palermo, le chemioterapie possono essere estremamente tossiche ed anche un minimo errore può provocare gravi danni al paziente. Qui tutte le procedure garantiscono che il margine di errore sia veramente ridotto al minimo e che la qualità delle terapie allestite sia la più elevata possibile”. Coletto si è anche complimentato con lo Iov, “che in questi anni – ha detto – ha saputo svilupparsi con continuità, riuscendo anche a mantenere i conti in ordine, anzi in attivo”. Lo Iov Veneto è oggi la quinta struttura specialistica oncologica d’Italia, ma sale al secondo posto per il rapporto di produttività in relazione ai ricercatori impegnati. “Ciò vuol dire – ha detto Coletto – che siamo di fronte ad una vera e propria eccellenza nazionale”. Oltre al grande ed apprezzato lavoro di ricerca, lo Iov eroga annualmente più di 350.000 prestazioni ambulatoriali e più di 2.000 interventi chirurgici. |
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SAN RAFFAELE DEL MEDITERRANEO. GIUNTA PUGLIESE AVVIA PROCEDIMENTO DI REVOCA
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Bari, 24 gennaio 2012 - La Giunta regionale ha avviato il procedimento di revoca della partecipazione alla Fondazione San Raffaele del Mediterraneo, procedendo nel contempo al recupero delle utilitas già prodotte dalla Fondazione. L’assessore al bilancio ha ricevuto il mandato perché definisca e sottoponga alla Giunta regionale, “ all’esito del procedimento di ritiro, idonea proposta di delibera volta a confermare la destinazione delle risorse finanziarie…alla realizzazione di un nuovo polo ospedaliero pubblico a Taranto. Tale intervento-si legge nel dispositivo della delibera approvata dalla Giunta- che si ribadisce prioritario tra le iniziative di edilizia sanitaria, dovrà corrispondere, quanto a caratteristiche e funzioni al fabbisogno espresso dal riordino della rete ospedaliera, definito in attuazione del Piano di Rientro di cui alla del. G.r. 2624/2010, così modificato con l.R. 2/2011, e quanto a dimensioni finanziarie, alle indicazioni contenute nel Par Fas 2007-2013…” L’esecutivo dunque avvìa la revoca delle delibere: 2039/2008 ( con la quale acquisiva agli atti la proposta di sperimentazione gestionale, formulata dalla “Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor” di Milano) ; 1447/2009 ( con la quale veniva acquisito il progetto tecnico-sanitario trasmesso dalla Fondazione);2299/2009 (con la quale veniva sottoscritto l’Accordo Quadro tra la Regione Puglia,il Comune di Taranto, la Asl di Taranto e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor finalizzato alla definizione del protocollo collaborativi che permettesse, successivamente, la sottoscrizione dell’Accordo di Programma concernente i profili urbanistici connessi alle opere di edilizia ospedaliere connesse alla sperimentazione gestionale); 28/2010 ( che autorizzava il Presidente alla sottoscrizione, siglato poi il successivo 22 gennaio)1880/2010 ( con la quale si assegnava alla Fondazione San Raffaele del Mediterraneo, per la realizzazione dell’ospedale San Raffaele del Mediterraneo di Taranto, la prima quota di €60.000.000,00 a valere quale anticipazione del Par Fas 2007-2013). La Giunta ha altresì avviato il procedimento di revoca della Dgr 331/2010 eccettuata la parte in cui essa dispone la nomina dei consiglieri di amministrazione della Fondazione San Raffele del Mediterraneo di Taranto( al fine di permettere ai consiglieri di promuovere le azioni finalizzate allo scioglimento, alla liquidazione della Fondazione tarantina ed alla restituzione, alla Regione, degli acconti sulle anticipazioni ai finanziamenti deliberati. |
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MEDICI SPECIALISTI CONVENZIONATI, FIRMATO L’ACCORDO IN REGIONE TOSCANA |
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Firenze, 24 gennaio 2012 – Formazione continua e aggiornamento, integrazione dei percorsi specialistici tra ospedale e territorio, disciplina del ruolo e della funzione del responsabile di branca. Sono questi i punti salienti dell’accordo regionale per i medici specialisti ambulatoriali interni che è stato firmato il 20 gennaio negli uffici dell’assessorato al diritto alla salute, a Firenze. Il documento, che si rivolge a circa 730 medici specialisti convenzionati, è stato sottoscritto dall’assessore Daniela Scaramuccia, dai direttori generali delle Asl, dal presidente della Sds Amiata Grossetana e dai segretari regionali dei sindacati di categoria (Sumai, Cisl Medici, Federazione Medici Uil Fpl). “Con questo accordo – dichiara l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – i medici specialisti appartenenti a queste sigle sindacali vengono integrati a tutti gli effetti nel Servizio sanitario regionale, per superare una logica di mera prestazione, e inserirli nella programmazione e in un percorso di presa in carico del cittadino. Era dal 2005 che non si faceva un accordo con loro. In questo modo si rafforza il ruolo di professionisti che da anni operano all’interno del Servizio sanitario toscano”. L’organizzazione della formazione continua e dell’aggiornamento è uno dei punti definiti dall’accordo. La formazione dovrà rappresentare uno strumento di integrazione dello specialista ambulatoriale con le altre figure coinvolte nell’assistenza e nel continuo miglioramento di qualità dell’assistenza stessa. Uno specifico finanziamento annuale, per la formazione continua obbligatoria dei medici convenzionati, è fissato in base alla programmazione regionale e ad eventuali proposte delle Aziende. Una quota del finanziamento dovrà essere destinata alla specialistica ambulatoriale. Queste attività dovranno soddisfare il 70% dei crediti formativi, mentre il restante 30% verrà coperto con percorsi formativi autogestiti. La chiave dell’accordo è l’integrazione ospedale territorio. Gli stessi specialisti che i cittadini vedono sul territorio, li ritroveranno poi anche in ospedale. L’integrazione dei percorsi specialistici definisce i rapporti tra la specialistica ambulatoriale interna, le strutture aziendali ospedaliere e territoriali ed il dipartimento Cure primarie. L’organizzazione integrata è orientata all’innovazione e finalizzata alla continuità terapeutica, alla presa in carico complessiva dell’utente, alla migliore allocazione delle risorse e ad un’ottimizzazione dei percorsi assistenziali. Vengono inoltre individuati i percorsi integrati territorio-ospedale e quindi la tipologia ed i volumi delle prestazioni da erogare in ambito ospedaliero e territoriale, anche in funzione del contenimento delle liste di attesa e della attuazione della Sanità di iniziativa. Infine la disciplina del ruolo e della funzione del responsabile di branca, previsto all’interno di una organizzazione che ha come obiettivi la continuità terapeutica e la presa in carico complessiva dell’utente. Oltre a coordinare gli specialisti della branca relativamente agli aspetti tecnico- professionali, partecipa alla individuazione ed alla realizzazione degli standard strutturali e tecnologici, necessari a garantire gli obiettivi specifici di assistenza, e alla definizione dei diversi livelli di complessità organizzativa delle sedi territoriali, in coerenza con l’assetto organizzativo e la programmazione dipartimentale delle attività specialistiche complessive. |
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VENDOLA A FOGGIA INAUGURA RESIDENZA ADISU: "UNA BOCCATA DI OSSIGENO" |
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Bari, 24 gennaio 2012 - “È un giorno importante per Foggia e per il diritto allo studio, che ormai è un’espressione che rischia di morire di retorica”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo ieri a Foggia alla cerimonia di inaugurazione della nuova residenza universitaria realizzata dall’Adisu Puglia e intitolata a Marina Mazzei, archeologa foggiana prematuramente scomparsa. “Apriamo un pensionato studentesco – ha continuato Vendola - in una città che ha investito sull’idea che l’Università possa fecondare virtù civiche, percorsi intellettuali e percorsi di crescita anche economica. Penso che oggi, in una città che per molteplici motivi è in affanno, questa iniziativa rappresenti una boccata di ossigeno”. Secondo Vendola “la formazione e l’infrastrutturazione socio-culturale rappresentano un punto fondamentale per dare anche una prospettiva di sviluppo economico a un territorio. Oggi segniamo un punto a vantaggio dell’esercizio del diritto allo studio, tuttavia siamo in un’epoca in cui il tema della fuoriuscita dalla cultura della tutela rischia di essere pesantemente compromesso”. “Abbiamo subìto – ha spiegato il Presidente della Regione – una diffusa diffidenza da parte delle classi dirigenti dell’opinione pubblica nei confronti degli investimenti in cultura. Disinvestire negli archivi e nelle biblioteche, o lasciare che il nostro patrimonio archeologico, artistico, culturale e storico venga abbandonato al degrado, fino alla recente vergogna di Pompei, significa compromettere non solo il nostro rapporto con il passato, ma anche pregiudicare il nostro futuro”. Da qui la proposta di Vendola: “organizziamo qui a Foggia gli Stati generali della tutela dei beni culturali, convochiamo tutte le Università, tutti gli operatori culturali e da questa città, che potrebbe essere una delle capitali della tutela dei beni culturali, organizziamo una battaglia per sensibilizzare tutte le parti politiche su questo tema”. Alla conferenza stampa questa mattina sono intervenuti anche il presidente dell’Adisu, Carlo De Santis, il sindaco della città Gianni Mongelli, il presidente della provincia di Foggia Antonio Pepe, il rettore dell’Università di Foggia Giuliano Volpe e il docente dell’Università di Foggia Saverio Russo. Qualche cenno sulla struttura - La struttura, finanziata integralmente con fondi regionali e realizzata dall’Adisu sorge in via Maria Galanti, è dotata di cento posti letto oltre ad una serie di strutture di accoglienza, la mensa, la palestra. Alla residenza potranno accedere tutti gli studenti con i requisiti richiesti dall’Adisu, con Iseeu inferiore ai 17 mila euro l’anno. Il nuovo collegio si aggiunge a quelli di S. Severo e di Foggia già esistenti, mentre è in via di ultimazione anche quello che si trova nell’ex istituto Pascal, sempre a Foggia, a cura dell’Università, e che porterà ad un aumento ulteriore della disponibilità di posti letto anche a livello regionale, con il prossimo avvio dei lavori di ristrutturazione della casa dello studente di largo Fraccacreta a Bari. Si tratta di impegni economici importanti, cui l’Adisu sta facendo fronte con una gestione dei bilanci che amministrano i fondi regionali nella esclusiva direzione di garantire un effettivo e sempre più diffuso diritto allo studio. |
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INVESTIMENTI E INNOVAZIONE, LA STRATEGIA DELLA REGIONE TOSCANA IN SANITÀ |
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Firenze, 24 gennaio 2012 – “La Regione Toscana continua a investire in sanità e lo fa con interventi di rilievo, come il progetto di riqualificazione dell’ospedale Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri”. Lo ha detto l’assessore regionale al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, intervenendo all’incontro pubblico che si è svolto il 20 gennaio alla Biblioteca comunale di Bagno a Ripoli, durante il quale sono stati illustrati alla cittadinanza i dettagli relativi all’intervento di ristrutturazione del presidio ospedaliero di Santa Maria Annunziata. “Quella di oggi è una giornata particolarmente significativa per la sanità toscana”, ha sottolineato l’assessore Scaramuccia. “Proprio stamani, mentre partecipavo all’inaugurazione del nuovo pronto soccorso dell’ospedale di Arezzo, qui a Firenze veniva presentato il progetto per la riqualificazione dell’ospedale Santa Maria Annunziata a Ponte a Niccheri. Due interventi che mostrano nei fatti la strategia adottata dalla Regione Toscana: investimenti e innovazione, oltre che riorganizzazione e appropriatezza. Il piano complessivo di investimenti e rinnovamento in sanità per i prossimi tre anni ammonta a un miliardo e 200 milioni di euro”. L’appalto per il progetto di riqualificazione e ampliamento dell’ospedale Santa Maria Annunziata è di 15,9 milioni di euro di lavori, per un investimento complessivo di 22,9 milioni, che comprende la realizzazione di due nuovi edifici: nel primo troverà spazio il nuovo ingresso dell’ospedale, nel secondo sarà invece collocato il nuovo pronto soccorso, dimensionato in relazione al significativo incrementarsi della domanda negli ultimi anni, che avrà una superficie di 2.800 mq, con 20 box di osservazione, 8 posti letto di degenza breve in camere singole e 4 letti di subintensiva. |
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ANZIANI, A BOLOGNA LA QUARTA CONFERENZA SUL PAR DALLA REGIONE NESSUN ARRETRAMENTO. |
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Bologna, 24 gennaio 2012 - “I tagli pesantissimi degli ultimi 3 anni hanno quasi azzerato le risorse nazionali per il welfare. I fondi statali sono passati dai 2 miliardi 520 milioni di euro del 2008 ai 350 milioni del 2011. In questo contesto è necessario che ognuno faccia la propria parte, la Regione, gli Enti locali, i Sindacati, il terzo settore, il privato no profit e profit, in un quadro di regole forte, tale da continuare a garantire l’universalità e la qualità dei servizi e una risposta all’altezza delle nuove e crescenti domande.” Lo ha detto il 20 gennaio a Bologna il sottosegretario alla presidenza Alfredo Bertelli, aprendo i lavori della quarta Conferenza sul Par, il Piano di azione regionale per gli anziani. ”In questo contesto la Regione ha fatto e continuerà a fare la propria parte, senza alcun arretramento. Stanziando anche nel bilancio 2012 150 milioni di euro aggiuntivi per migliorare e ampliare i servizi sanitari e intervenendo con risorse proprie per continuare a garantire il Fondo regionale per la non autosufficienza, a fronte dell’azzeramento delle risorse statali.” Partito nel 2007, il Par è stato concepito come un nuovo strumento d’approccio intersettoriale, capace di aiutare tutti gli attori istituzionali, le organizzazioni sindacali e del terzo settore, a comprendere meglio le politiche pubbliche e del privato sociale verso la terza età, per garantire a tutti la fruizione dei diritti nelle diverse fasi della vita e realizzare l’obiettivo di “una società per tutte le età”. “Di fronte alla forti difficoltà finanziarie in cui ci stiamo muovendo – ha sottolineato nel corso di una tavola rotondo su “Nuovo welfare, un futuro da costruire” l’assessore regionale alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli occorre lavorare individuando ancora di più rispetto al passato delle priorità per utilizzare al meglio le risorse, tenendo tuttavia sempre presente che economia, società e ambiente non sono realtà separate e in contrapposizione e che il welfare è uno straordinario elemento di sviluppo economico e di crescita, come abbiamo affermato nel Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. “L’idea dominante nelle politiche nazionali di questi anni è stata quella di un welfare poco più che caritatevole - ha sottolineato l’assessore regionale alle politiche per la salute Carlo Lusenti – noi siamo andati controvento e dobbiamo continuare in questa direzione.” “Azzerare il Fondo per la non autosufficienza ha significato trovare un capro espiatorio sociale – ha sottolineato l’assessore - la sottosegretaria Guerra ha annunciato la volontà di ricostituirlo, la discussione è appena avviata, ma dobbiamo fare ogni sforzo in questa direzione”. Gli obiettivi strategici individuati dal Piano: il 2012 anno europeo dell’invecchiamento attivo. Marzocchi: gli anziani una parte viva e propositiva delle nostre comunità. Tra i temi al centro della conferenza anche l’Anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni, proclamato dall’Unione europea per il 2012. “Un’occasione ulteriore – ha spiegato l’assessore regionale alle politiche sociali Teresa Marzocchi – per valorizzare il protagonismo degli anziani nelle nostre comunità in un rapporto sempre più forte e di dialogo con i giovani. E’ una grande sfida che abbiamo davanti, ma che non ci coglie impreparati: gli anziani sono già una parte viva e propositiva delle nostre comunità.” Marzocchi ha ricordato l’importanza del Par come percorso di compartecipazione e si è soffermata tra l’altro sull’importanza dell’integrazione tra le diverse politiche di settore, dalla casa, ai trasporti, alla sanità, alle nuove tecnologie; sulla necessità di valorizzare il ruolo degli anziani nell’associazionismo e nel volontariato e sull’obiettivo di potenziare gli interventi di domiciliarità, mettendo a rete le tante esperienze innovative presenti sul territorio. Gli anziani in Emilia-romagna.tra 20 anni circa un terzo avrà più di 80 anni - Gli anziani residenti in Emilia-romagna sono oltre 986 mila, pari al 22,3% del totale della popolazione regionale (dati al 1° gennaio 2011 - fonte: Rer, Servizio controllo strategico e statistica). Gli ultrasettantacinquenni sono circa 517 mila (11,7% della popolazione complessiva) e le persone che hanno superato gli ottant’anni risultano 314.652 (7,1%). La componente femminile è prevalente e costituisce il 57,6% dei residenti di 65 anni e oltre e sale al 65% tra i grandi anziani (80 anni e oltre). Nell’ultimo decennio l’incidenza della popolazione anziana è inizialmente aumentata, passando dal 22,2% del 2001 al 22,8 del 2007, anno in cui il trend si è invertito, fino a giungere all’attuale 22,3. Negli ultimi anni i ritmi di crescita della popolazione anziana sono risultati inferiori a quelli della popolazione giovanile; se questa tendenza dovesse continuare si giungerebbe a una sostanziale stabilità del “peso” degli anziani. Le previsioni demografiche indicano nel periodo 2010-2030 una crescita complessiva della popolazione anziana (65 e oltre) che potrebbe superare il 20%. In particolare l’incremento sarà concentrato sui grandi anziani che aumenteranno di circa il 29%: tra 20 anni, circa un terzo degli anziani residenti in regione avrà più di 80 anni. Negli ultimi anni, tuttavia, va segnalata una ripresa della natalità in regione che, accompagnata da una consistente dinamica del saldo migratorio interno ed estero, ha invertito la tendenza dell’indice di vecchiaia (numero di anziani presenti in una popolazione ogni 100 giovani). L’indice diminuisce per effetto degli incrementi che hanno caratterizzato la popolazione in età giovanile, più marcati rispetto agli aumenti della popolazione in età senile. Il valore dell’indice passa da 196,8 anziani su 100 giovani nel 1999 a circa 167 anziani su 100 giovani nel 2011. Da una comparazione tra i valori dei principali indicatori demografici calcolati per l’Emilia-romagna, per l’Italia e per l’Europa, risulta che questa si configura come una regione complessivamente anziana, con indice di vecchiaia e percentuale di persone con 65 anni e più, superiori sia al dato nazionale sia a quello europeo, anche se il trend mostra una tendenza al ringiovanimento. L’indice di vecchiaia infatti (167,3) è di circa 56 punti più alto rispetto a quello europeo (111,3) e 23 in più rispetto alla media italiana (144,5). Dall’indagine multiscopo Istat “Aspetti della vita quotidiana” emerge come in Emilia-romagna la quota di famiglie costituite da un solo componente di più di 65 anni sia aumentata, passando da poco meno del 12% al 14,08%. Nel 2010 il 27,65% degli anziani emiliano-romagnoli vive solo: si tratta di più di 270mila persone. Il 30% degli ultrasessantacinquenni dichiara – sempre nell’indagine multiscopo – di stare bene o molto bene, mentre il 19% ritiene di essere in cattive condizioni di salute. Più della metà degli ultrasessantacinquenni (dati 2009) pratica sport o qualche attività fisica per mantenersi in forma; il 36,5% ascolta la radio (media italiana del 34,9%). Nei dodici mesi precedenti l’intervista Istat in Emilia-romagna ha utilizzato il computer il 6,8% delle persone anziane (in Italia il 6,4%). Per quanto riguarda, infine, la percezione della propria sicurezza, tra le persone di 65 anni e oltre il 14,8% dichiara di provare poca sicurezza e il 7,7% nessuna sicurezza quando esce da solo ed è buio. |
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TOSCANA: DECISIVO IL RUOLO DEL TERZO SETTORE IN QUESTA SITUAZIONE DI CRISI |
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Firenze, 24 gennaio 2012 – “Di fronte alle tante crisi che attraversano il nostro paese, non ultima quella del sistema della rappresentanza e della partecipazione, il terzo settore può svolgere un ruolo strategico”. Alla tavola rotonda il 20 gennaio che si è svolta al convegno ‘Democrazia e cambiamenti sociali: ruolo del volontariato e del terzo settore’, che ha analizzato il tema della democrazia per i beni comuni, l’assessore al welfare Salvatore Allocca ha sottolineato l’importanza del volontariato, dell’associazionismo e di tutto il terzo settore in questa fase delicata del paese. “Sia nel campo delle azioni concrete che nella necessaria spinta verso una nuova cultura del sociale e della solidarietà – ha aggiunto Allocca – il variegato mondo del terzo settore può costituire una importante risorsa. Però è necessario che non ci si limiti ad una azione di sostituzione delle competenze del pubblico, ma che si lavori per rimettere in moto quei processi di relazione solidale dei cittadini i quali, di difronte alle crescenti difficoltà economiche, rischiano di veder aumentare la propria solitudine ed i rischi di conflitto orizzontale. Diventa indispensabile – ha concluso l’assessore – non solo affrontare la crisi economica, ma anche quella “sociale”, trovare in una nuova nozione di comunità e di beni comuni la forza ed il luogo per affrontare l’una e l’altra”. Il convegno, che si è tenuto a Pisa nel Palazzo della Provincia, è stato organizzato da da Units, Università del Terzo Settore, in collaborazione con Regione, Provincia e Comune di Pisa, Anpas, Auser, Cesvot, Convol, Cnca, Csvnet, Fondazione Fortes, Forum Terzo settore, Labsus, Movi. |
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DISABILI. COOPERATIVA SOCIALE “IL GRATICOLATO” A SAN GIORGIO PERTICHE DESTINATARIA FINANZIAMENTO FONDO ROTAZIONE REGIONE 1,1 MLN € PER COSTRUZIONE COMUNITA’ ALLOGGIO |
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Venezia, 24 gennaio 2012 - “Qui si lavora, qui c’è partecipazione, ognuno sa dare il meglio di ciò che può nelle attività agricole, in quelle legate all’attività industriale del territorio. E’ una struttura di eccellenza che risponde al disegno di intervento sulle disabilità e che ha colto appieno ciò che vuole la Giunta regionale del Veneto: dare spazi di lavoro e di partecipazione attivi e ‘veri’ alle persone con disabilità, in particolare a quelle giovani”. Questo ha detto l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto che ha visitato la cooperativa “Il Graticolato” a San Giorgio delle Pertiche arrivata prima in graduatoria nel bando regionale previsto dal fondo di rotazione di 50 milioni di euro (legge finanziaria regionale 2011) per realizzazioni e/o ristrutturazioni di centri per le disabilità e per anziani non autosufficienti. Per il progetto di realizzazione di una comunità alloggio per disabili “Il Graticolato” ha ricevuto un contributo di 1,1 milioni di euro. “L’individuazione di quel Fondo, da me proposto e poi approvato da tutto il Consiglio regionale, è stato uno dei fatti più significativi del bilancio regionale in ambito sociale – ha detto Sernagiotto – tanto che sono arrivati in Regione progetti per ben 329 milioni di euro. Il finanziamento alla cooperativa “Il Graticolato” consentirà a queste strutture d’assistenza e di inserimento lavorativo per disabili dell’Alta Padovana di continuare al meglio nella strada intrapresa attingendo a risorse regionali a tasso zero che non sono a fondo perduto ma saranno restituite alla Regione nell’arco di 25 anni”. All’incontro con Sernagiotto era presente un numeroso gruppo di esponenti istituzionali, di operatori e delle persone disabili, assieme alle loro famiglie, che lì lavorano. Fra gli altri il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffatto, il consigliere regionale Claudio Sinigaglia, il Presidente della Cooperativa Mauro Barbieri, il direttore generale dell’Azienda Ulss n.15 Francesco Benazzi e il direttore del sociale Gianfranco Pozzobon, l’ex consigliere regionale Franco Frigo, la Sindaca di San Giorgio delle Pertiche Catia Zorzi, oltre al direttore della cooperativa Mauro Barbieri. Nel corso della visita Sernagiotto ha informato che per quanto riguarda il fondo per la non autosufficienza la proposta sarà di portare le risorse dai 721 milioni di euro attuali a 750 milioni di euro “con uno sforzo che non è da poco stante la condizione attuale delle risorse, ma che è condiviso da tutti. Attualmente nella cooperativa di San Giorgio delle Pertiche lavorano 120 persone disabili divisi tra impresa agricola, 2 centri occupazionali diurni e una cooperativa di tipo B. |
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LECCO,NUOVO CENTRO DIURNO INTEGRATO DA 40 POSTI SINERGIA PUBBLICO-PRIVATO REALIZZA NUOVO WELFARE |
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Milano, 24 gennaio 2012 - Un Centro diurno integrato (Cdi) con 40 posti, 15 alloggi per anziani fragili e due alloggi con applicazioni di domotica per la formazione dei familiari care giver. Questi i nuovi servizi per gli anziani, di cui i cittadini lecchesi potranno usufruire grazie al nuovo progetto della Fondazione Fratelli Frassoni, che è stato presentato oggi a Palazzo Lombardia all´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli. Presente anche il sindaco di Lecco Virginio Brivio. Nuovi Modelli Gestionali - Si tratta di un progetto unico e innovativo, che permetterà la sperimentazione di nuovi modelli gestionali e di unità di offerta attraverso la collaborazione di soggetti pubblici e privati. Il tutto realizzato con un investimento iniziale di circa 3,1 milioni di euro da parte del Fondo Immobiliare Federale di Lombardia senza fare ricorso a risorse a fondo perduto. Sono ben 10 i soggetti coinvolti, tutti presenti oggi all´incontro: Fondazione Fratelli Frassoni, proprietari dell´immobile; fondazioni Cariplo e Comunitaria di Lecco; Fondo Federale Immobiliare della Lombardia e Polaris, che seguiranno le diversi fasi della costruzione; Gruppo Gewiss; Consorzio Consolida; Istituti Airoldi e Muzzi per la gestione delle attività; Comune e Asl di Lecco. Sinergia Pubblico-privato - "Questo progetto - ha commentato l´assessore Boscagli - rappresenta una novità nel panorama regionale e nazionale, un´iniziativa in linea con la riforma del welfare, che Regione Lombardia sta realizzando. La forte sinergia tra pubblico e privato, la sperimentazione di un nuovo modello di servizi per gli anziani e lo stesso utilizzo di strumenti finanziari, il fondo immobiliare, tipico di attività a puro investimento economico per la realizzazione di un progetto ad alta valenza sociale, rappresentano gli elementi più interessanti". Alloggi Protetti E Cdi - La componente fondamentale della nuova unità di offerta è l´integrazione virtuosa tra alloggi protetti, che consentiranno di migliorale la qualità di vita di anziani parzialmente autosufficienti, permettendo loro di vivere in un contesto assistito a costi accessibili, e il Cdi. Il progetto, infatti, è rivolto ad anziani con un grado di autonomia residua tale da permettere loro di vivere in alloggi individuali, con un servizio di assistenza leggera potenziato dai servizi domiciliari dei quali beneficiano gli utenti, che, oggi, ricevono voucher Adi. Elemento di ulteriore novità è il coinvolgimento del Gruppo Gewiss che allestirà due appartamenti con soluzioni di domotica, destinati all´accoglienza temporanea di anziani con un grado di autosufficienza più ridotto o di persone che stanno recuperando dopo eventi critici. Welfare E Imprese Private - "La presenza di Gewiss - ha sottolineato Boscagli - è un altro elemento di grande importanza, perché rende evidente come il nuovo welfare deve coinvolgere sempre più anche l´impresa privata. I due alloggi allestiti da loro saranno l´occasione per formare le famiglie care giver che avranno il compito di accudire gli ospiti una volta ritornati a casa". "Regione Lombardia - ha concluso l´assessore - farà la sua parte: sia promuovendo il nuovo modello proposto nell´ambito del sostegno garantito alle sperimentazioni, sia garantendo il massimo appoggio, per arrivare, entro il 2013, alla conclusione dei lavoro. Sono certo, inoltre, che questo progetto potrà essere un esempio per tutto il territorio lombardo, una buona pratica da far conoscere e importare anche in altri territori". |
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LA CITTA´ IDEALE, ICONA DELLE MARCHE. |
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Urbino 23 Gennaio 2012 ´ E´ stata presentata il 20 gennaio alla stampa la mostra ´La citta` ideale, l´utopia del Rinasci-mento a Urbino tra Piero della Francesca e Raffaello´, evento ´simbolo dell´estate marchigiana 2012´, dichiara con soddisfazione l´assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini. ´Una mostra, sostenuta dalla Regione, che valorizza Urbino ´ aggiunge Marcolini ´ crocevia culturale del passato e del presente, simbolo della civilta` rinascimentale fiorita nel Montefeltro ad opera del duca Federico, dotto e illuminato signore del tempo, che ha segnato la cultura eu-ropea. La citta` ideale, icona della galleria Nazionale delle Marche e protagonista della mostra, costitui-ra` l´immagine visiva del cartellone degli eventi 2012 delle Marche e accompagnera` la ricca se-rie di iniziative che ci contraddistinguono come regione di cultura in Italia e all´estero: da Urbi-no Press Award, ospitato a giugno qui a Palazzo Ducale, e a Washington ad aprile, al progetto nazionale per il Bicentenario dell´apertura al pubblico della biblioteca di Monaldo Leopardi a Re-canati´. La mostra sara`, secondo Marcolini, una ´illustre ambasciatrice di cultura delle Marche´, che di-verra` l´immagine dei prossimi appuntamenti promozionali: dalla Bit di Milano (dal 16 al 19 feb-braio) agli eventi marchigiani a New York di gennaio; accompagnera` anche il convegno nazio-nale dei Musei di Icom Italia, il primo Festival dei musei Happy Museum, che si svolgera` nel corso del 2012. E´ ampia e qualificata l´offerta culturale delle Marche che per il suo alto profilo richiama visita-tori: e` la terra di Gentile da Fabriano e Raffaello, Bramante e Federico Barocci. Molte opere d´arte realizzate per chiese e palazzi delle Marche sono oggi conservati in musei di tutto il mondo, dal Louvre alla National Gallery di Londra fino ai piu` importanti musei americani, dal Getty Museum in California al Museum of Fine Arts di Boston, dalla National Gallery of Art di Washington ai musei di New York. Per valorizzare questo patrimonio culturale disperso la Regione Marche ha realizzato un sito web dal titolo ´Le Marche fuori dalle Marche´ (http://sirpac.Cultura.marche.it) dove e` possibile consultare la banca dati immagini e le schede delle opere che un tempo si trovavano nelle Mar-che. Si tratta di capolavori di Gentile da Fabriano, protagonista del Gotico Internazionale, Carlo Crivelli, Raffaello, nato a Urbino, nelle Marche, Gentile da Fabriano, Lorenzo Lotto e Tiziano, entrambi veneti ma molto attivi nella nostra regione. Solo al Metropolitan Museum Di New York si segnalano la presenza di opere di Carlo Crivelli (Venezia, 1430/1435 ´ Ascoli Pice-no, 1494/1495) e Vittore Crivelli (Venezia, circa 1440 ´ Fermo, 1501/1502), Lorenzo d´Alessandro (San Severino Marche, 1445 circa ´ San Severino Marche, 1501), Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 ´ Loreto, 1556), Fra Carnevale (Urbino, 1420/1425 circa ´ Urbino, 1484). |
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COPPA DEL MONDO SCI DISABILI GRANDE EVENTO PER FVG |
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Trieste, 24 gennaio 2012 - Saranno oltre 160 gli atleti, in rappresentanza di 18 squadre provenienti da ogni parte del mondo, che daranno vita alla Ipc World Cup Alpine Skiiing per disabili, in programma dal 24 al 27 gennaio sulle nevi dello Zoncolan. I dettagli della manifestazione, giunta quest´anno alla sua ottava edizione, sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Udine, nella sede della Regione, alla presenza dell´assessore allo Sport del Friuli Venezia Giulia, Elio De Anna, dell´onorevole Manuela Di Cenata, dell´assessore provinciale allo Sport, Mauro Virgili, del vicepresidente del Comitato Paralimpico Italiano, Fabio Coretti, della campionessa Melania Corradini nonché del presidente del comitato organizzatore della manifestazione, Paolo Tavian. L´iniziativa avrà il sostegno di partner privati quali la Banca Popolare Friuladria nonché la Rizzani De Eccher con il coordinamento operativo di Promotur. Sulle piste del comprensorio sciistico regionale è previsto l´arrivo di atleti campioni del mondo e olimpici delle rappresentative nazionali di Australia, Austria, Canada, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagnia, Italia, Olanda, Repubblica Ceca, Russia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Turchia ed Usa. Dopo due giorni di allenamento, le gare inizieranno mercoledì 25 con due giornate dedicate al gigante. Venerdì, invece, andranno in scena gli slalom e la cerimonia di chiusura. Come ha ricordato De Anna, questa manifestazione ha diversi significati. "Sotto il profilo sociale - ha infatti sottolineato - è grazie allo sport che questi ragazzi disabili riacquistano un posto di rilievo nella società, uscendo da quella marginalità alla quale spesso venivano relegati fino ad alcuni anni addietro". "Dal punto di vista sportivo - ha aggiunto - sempre più atleti chiedono di confrontarsi con i normodotati poiché la tecnologia da una parte e la loro grande forza di volontà dall´altra gli permette di gareggiare assieme se non addirittura alla pari. A tutto ciò - spiega De Anna - si aggiunge l´aspetto umano perché la loro emancipazione li porta con il tempo ad essere sempre più indirizzati alla vita indipendente, un progetto al quale ci si arriva anche attraverso la consapevolezza e il coraggio che derivano dalla pratica sportiva". Infine, l´assessore ha voluto ricordare l´eticità di sostenitori privati quali Friuladria e De Eccher, che condividono e sostengono progetti come la prova della coppa del mondo di sci per disabili, credendo quindi nella validità di queste iniziative. Dal canto suo, il presidente del comitato organizzatore, Tavian, ha evidenziato come la prova di quest´anno si svolgerà nel ricordo del sindaco Sraulino che ha sempre creduto nella montagna friulana. Infine, l´ex campionessa carnica di sci, Di Centa, ha ricordato che, dopo un grande test come la gara in programma sullo Zoncolan, il comprensorio sarà pronto ad ospitare altri grandi eventi di portata mondiale. |
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