|
|
|
VENERDI
|
 |
 |
Notiziario Marketpress di
Venerdì 03 Febbraio 2012 |
 |
|
 |
TREVISO: CIU’. L’ULTIMO IMPERATORE SI RINNOVA - IN ARRIVO A CASA DEI CARRARESI NUOVI TESORI MAI VISTI
|
|
|
 |
|
|
Aperta il 29 ottobre 2011, la mostra “Manciù, l’Ultimo Imperatore”, rassegna conclusiva di un ciclo di quattro mostre che nelle sale di Casa dei Carraresi a Treviso hanno raccontato in circa otto anni oltre 2.500 anni di storia del Grande Impero Cinese, ha già superato i 30 mila visitatori e si prepara a sorprendere quanti ancora verranno. Dal 15 febbraio. Infatti, la mostra si rinnova, grazie ad un avvicendamento di alcuni tra i reperti più preziosi che, in ottemperanza ad una disposizione di tutela delGoverno Cinese che impone di non lasciarli esposti per più di tre mesi, lasceranno il posto ad altrettanti oggetti rimasti sino ad ora nelle casse. Saranno i cinque vessilli imperiali di seta finissima, risalenti al regno di Quianlong (1735-1796), ricamati con nuvole (simbolo della presenza dell’Imperatore nel corteo), a lasciare il posto ad altrettanti vessilli sempre in seta, in unadiversa versione con le nuvole invece stilizzate in forma di spirale, ad accogliere i visitatori all’ingresso della mostra. Anche gli abiti imperiali esposti, delicatissimi, verranno sostituiti con altri finemente ricamati, quali la Veste Imperiale Estiva risalente al Regno di Daoguang (1820-1850), le calzature di Concubina, il set di borsette di seta da appendere alla cintura, come tradizione del popolo Manciù, risalenti al Regno di Tongzhi (1861-1875). Verrà inoltre mostrata la seconda parte del finissimo e particolare rotolo di seta (facente parte dei 12rotoli dedicati ai viaggi di ispezione dell’Imperatore Qianlong alle regioni della Cina Meridionale e contrassegnato con il numero 9). Il rotolo lungo ben dieci metri, fu dipinto con inchiostri e colori su seta nel 1751 da Xu Yang (1714-1780) e dedicato alla città di Shaoxing, nel Zhejiang; mostra lo svolgersi della vita quotidiana delle province del sud della Cina, con fedelissime riproduzioni di abitazioni, botteghe, attività della città e della vita nelle campagne, abbigliamenti tipici degli abitanti, trasformandosi, esso stesso, in un interessantissimo documento storico e geografico della vita del Xviii secolo nel Celeste Impero, tutto da ammirare. Anche i due dipinti di Giuseppe Castiglione, il gesuita milanese nato nel 1688 e ritenuto il più grande pittore del Settecento cinese, verranno avvicendati con altri due suoi capolavori, così come i tre ritratti imperiali. Una mostra nella mostra quindi, nella quale questi reperti andranno ad accompagnarsi nel racconto della storia dell’ultima dinastia del Celeste Impero, la dinastia Manciù (1644 – 1911), abilmente descritta dagli altri spettacolari oggetti tra armi, divise militari, dipinti, documenti, beni personali dell’ultimo imperatore Aisin Gioro Pu Yi cui è dedicata l’ultima sezione della rassegna. Tra tutti va segnalato il Trono del Celeste Impero per la prima e unica volta nella storia della Cina smontato dalla sua secolare collocazione e rimontato pezzo per pezzo con tutti i suoi preziosi arredi in una sala dei Carraresi, con reperti mai esposti sino ad ora nemmeno in Cina, giunti invece eccezionalmente qui a Treviso, a 12 mila chilometri di distanza, dai palazzi Imperiali di Pechino, grazie al credito del curatore Adriano Màdaro, unico membro non cinese del Consiglio Direttivo Permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale. La Mostra è stata inserita dal Governo Cinese nel Programma ufficiale dell’Anno della Cina in Italia e delle celebrazioni del Quarantennaledell’apertura delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina. Sotto L’alto Patronato Del Presidente Della Repubblica Per informazioni: tel. 0422-513150 - http://www.Facebook.com/ultimoimperatore; Siti Internet del curatore Adriano Màdaro: www.Madaro.it ; www.Madaro.eu La Mostra è promossa da Fondazione Cassamarca di Treviso e dall’Accademia Cinese di Cultura Internazionale. Main Sponsor della Mostra Unicredit Group e Rotas Italia. Catalogo: Tipografia Europrint. In collaborazione con: Fondazione Italia Cina Con il Patrocinio del Comune di Treviso, con collaborazione della Regione del Veneto e della Provincia di Treviso |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MILANO (PALAZZO REALE): MOSTRA TIZIANO E LA NASCITA DEL PAESAGGIO MODERNO - DAL 16 FEBBRAIO AL 20 MAGGIO 2012
X
|
|
|
 |
|
|
Promossa dal Comune di Milano - Cultura, Moda, Design e Palazzo Reale, in collaborazione con Civita e Gamm Giunti, apre dal 16 febbraio al 20 maggio 2012, nella centralissima sede espositiva milanese, la mostra “Tiziano e la nascita del paesaggio moderno”. Il percorso in Palazzo Reale, curato da Mario Lucco, da un progetto ideato da Tekne International, raccoglie cinquanta opere alla scoperta della nascita del paesaggio moderno nella pittura del cinquecento, ordinando nelle sue sale un selezionatissimo gruppo di straordinari dipinti dei grandi maestri. Il Cinquecento è stato, nella pittura veneta, il secolo di Tiziano. A partire dalla lezione di Bellini e Giorgione, Tiziano ha avuto il merito di elaborare una nuova idea dell’ambiente naturale che, evolvendosi attraverso varie fasi e significati, lo portò a definire nella lingua italiana il termine stesso di “paesaggio” nella sua accezione moderna. La parola “paesaggio” compare infatti per la prima volta nel 1552, in una celebre lettera dello stesso Tiziano all’imperatore Filippo Ii, dando prova della consapevolezza di una novità piena e clamorosa. Ciò che si verificò in quegli anni, fu una vera rivoluzione poetica: dalla enunciazione di “paese”, talvolta espresso come “sfondo” non invasivo della raffigurazione, talvolta come racconto di spaccati di vita contadina in una natura ospitale, si passò a una diversa dichiarazione e quindi a una differente valenza. Il paesaggio si trasforma, perde attinenza con la realtà, si idealizza, diventa espressione, colore, poesia. Panorami inventati, fenomeni atmosferici impetuosi, vegetazioni spesso improbabili, tramonti fiammeggianti, notturni siderali, accompagnano le scene, finalmente, nel ruolo dell’attore e non della comparsa. Questa è l’invenzione, la moderna poetica del paesaggio. Per costruire un percorso espositivo capace di far vivere questa svolta, Mauro Lucco, uno dei più importanti conoscitori della pittura veneta del ‘500, ha selezionato cinquanta capolavori, provenienti da alcuni dei maggiori musei americani - come il Museum of Fine Arts di Houston, l’Institute of Arts di di Minneapolis, l’Art Museum of Princeton University - ed europei - come la National Gallery di Londra, la Gemaldegalerie Alte Meister di Dresda, il Szepmuveszéti Muzeum di Budapest, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, gli Uffizi di Firenze, complessivamente 37 diversi prestatori da tutto il mondo -, che saranno esposti a nella mostra a Palazzo Reale. La mostra è aperta da due capolavori - la Crocifissione nel paesaggio di Giovanni Bellini e La prova del fuoco di Giorgione - che accompagnano un celebre dipinto giovanile di Tiziano, La sacra conversazione. Seguendo il modificarsi della funzione del paesaggio, il percorso si sviluppa poi attraverso le sale, in cui le opere di Palma il Vecchio, Cima da Conegliano, Veronese, Bassano - fino alla chiusura con lo straordinario Narciso di Tintoretto - sono accostate ad altri dipinti di Tiziano, chiaramente interpreti di questa novità, come L´orfeo e Euridice, La Nascita di Adone, Tobiolo e l´angelo, L’adorazione dei pastori. In quegli anni, fra la fine del ´400 e il primo ´500, Jacopo Sannazzaro componeva e pubblicava l’Arcadia - uno dei capolavori della letteratura italiana, la cui prima edizione del 1504 sarà esposta in Palazzo Reale - dove la natura, le mutazioni atmosferiche, i lavori della campagna, la pastorizia disegnano un mondo di felice semplicità. Un nuovo sentimento della natura, fatto anche di tramonti infuocati, tempeste, greggi al pascolo, accompagna le reali trasformazioni del paesaggio. A questo, si deve aggiungere l’arrivo a Venezia, nei primi anni del secolo, di artisti e di opere del Nord Europa che aprono nuove dimensioni e possibilità espressive: l’ambiente “patetico”, dove le luci dell’alba o del tramonto conferiscono alla scena una forte carica sentimentale; l’ambiente “deserto” in cui si trova una natura selvaggia e mai domata dalla mano dell’uomo; l’ambiente “vero” che delinea un ritratto generico di luogo, anche focalizzando l’attenzione su dettagli, quali un gruppo di alberi, una roccia, uno specchio d’acqua, come espresso nel capolavoro di Brueghel, proveniente dall’Ambrosiana di Milano. Gli inserti paesistici nei dipinti sono anche fortemente indicativi dei concetti mutevoli che, negli stessi anni, si hanno dell’ambiente naturale: dall’armonica fusione di selvaggio e addomesticato, di città e campagna, al passaggio a un mondo un po’ ostile, all’emergere sempre più forte delle costruzioni rurali o rustiche come soggetti degni di essere rappresentati, e dunque della sempre più acuta consapevolezza delle disparità sociali e della miseria che circonda la società più fortunata. Campione di tale idea e stupendo cantore delle cose umili è Jacopo Bassano. A partire dagli anni Venti, Domenico Campagnola inizia a produrre, per i suoi collezionisti, disegni in cui ritrae una natura di fantasia, priva di presenze umane; Paolo Veronese si dedica al paesaggio “manieristico” fatto di pochi elementi asserviti alla figura, mentre Lambert Sustris al contrasto tra un mondo cresciuto senza regole che non siano quelle della natura stessa, e i giardini progettati dall’uomo. Di un ambiente ‘selvaticamente germinante’, di una vitalità infinitamente superiore a quella umana, si fa interprete l’ultimo Tiziano, in cui la materia e il mondo stesso fermentano. Si tratta, tuttavia, degli ultimi lampi di una natura che nel frattempo sembra uscita dall’orizzonte artistico, soppiantata da un più forte uso delle luci. Il ciclo inaugurato da Giovanni Bellini e Giorgione e sviluppato in modo particolare da Tiziano può dirsi completamente concluso, lasciando la splendida eredità dell’invenzione del paesaggio. L’iniziativa si avvale del patrocinio del Fai, cui si deve il recentissimo restauro della Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia (Padova), ideata ed edificata tra il 1535 e il 1542, fantastica realizzazione in un capolavoro di architettura del nuovo spirito della natura di cui l’esposizione è descrizione puntuale. Accompagna la mostra un catalogo edito da Gamm Giunti. Info: Tiziano E La Nascita Del Paesaggio Moderno - Milano, Palazzo Reale - 16 febbraio/20 maggio 2012 - tel. 199757516 - www.Mostratiziano.it - www.Comune.milano.it/palazzoreale |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MILANO (LISSON GALLERY MILAN, VIA ZENALE, 3): JOHN LATHAM | LEE UFAN - OPENING GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2012, ORE 19/21 - 10 FEBBRAIO/16 MARZO 2012
|
|
|
 |
|
|
La mostra John Latham / Lee Ufan presenta il lavoro di due artisti rivoluzionari, conosciuti per il loro rigore concettuale e teorico. Ognuno a suo modo, John Latham e Lee Ufan testimoniano la continua indagine rivolta alla comprensione dell’universo e delle leggi che lo dominano. John Latham (Livingstone, Zambia, 1921-2006) - Gli spazi della galleria sono dedicati alla presentazione di lavori creati da John Latham nel corso di 40 anni, e che rivelano le profonde riflessioni dell’artista sulla tematica umana. Latham concepiva il proprio lavoro come un articolato e complesso sistema che trova, da una parte, espressione visiva nei book reliefs (dipinti che incorporano libri), negli assemblages, nei film e nelle performance e, dall’altra, forma teorica nelle riflessioni concettuali e negli scritti dell’artista. Fondata sulla Teoria Quantistica, la ricerca teorica di Latham ha come obiettivo primario il superamento della tradizionale distinzione tra materia e coscienza. Latham sostiene l’esistenza di un sistema onnicomprensivo, che ha la capacità di descrivere ogni cosa nell’Universo – tanto gli oggetti inanimati quanto gli esseri viventi – come eventi dalle precise caratteristiche “time-bases” (intervalli temporali), concetto che l’autore elabora nella “Time-base Theory”. Lee Ufan (Haman-gun, Corea, 1936) - Lee Ufan è considerato come uno dei maggiori esponenti del gruppo d’avanguardia Mono-ha (Object School), attivo in Giappone alla fine degli anni ’60. La scuola di pensiero Mono-ha rifiuta la modalità di rappresentazione imposta dal pensiero occidentale, preferendole “l’arte dell’incontro”, che mette in relazione le profonde riflessioni dell’artista con la realtà esterna e che si focalizza sulla giustapposizione di materiali non lavorati. Lee è conosciuto sia per le sue opere pittoriche e per le sue sculture così come per il contributo fornito alla letteratura come poeta e scrittore. Alla base della pratica artistica di Ufan si trova il concetto orientale dell’individuo che si identifica attraverso la relazione con l’altro e si differenzia dalla nozione occidentale dell’Ego. Due sculture di Lee Ufan sono esposte nel giardino esterno alla galleria, entrambe appartengono alla serie Relatum, combinazioni di pietre non lavorate e lastre di ferro rettangolari di provenienza industriale. Le sculture esprimono il concetto di “Yohaku” o spazio di risonanza, caro a Ufan, che spiega come la forza e l’energia scaturisca da uno spazio vuoto piuttosto che dall’intervento dell’artista. “Se pongo un forte accento sullo spazio, combinando una pietra naturale con una lastra di ferro neutra, l’aria intorno all’opera, piuttosto che l’opera stessa, acquista densità e il luogo dove questi oggetti sono posti si rivela chiaramente come un mondo aperto”. Info: Lisson Gallery Milan - via Zenale 3, Milano - T +39 02 89 05 06 08 - milan@lissongallery.Com |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
BOLOGNA (PALAZZO RE ENZO 2 – 12 FEBBRAIO 2012) E MILANO (TRIENNALE 21 FEBBRAIO – 1 APRILE 2012): DA ZERO A CENTO, LE NUOVE ETA’ DELLA VITA - UNA MOSTRA DI ARTE + SCIENZA:DUE OCCHI SU NOI STESSI NELL’AMBITO DI ARTE E SCIENZA IN PIAZZA™
|
|
|
 |
|
|
Dopo il largo consenso di pubblico dello scorso anno con oltre 41.000 presenze, torna dal 2 al 12 febbraio 2012 Arte E Scienza In Piazza, manifestazione di diffusione della cultura scientifica organizzata da Fondazione Marino Golinelli in collaborazione con il Comune di Bologna (www.Lascienzainpiazza.it ). Oltre 100 eventi tra mostre, spettacoli, incontri con personalità del panorama scientifico e culturale, proiezioni di film, giochi in piazza e laboratori creativi tra arte e scienza. Il centro storico di Bologna, (Palazzo Re Enzo, Biblioteca Salaborsa, Start-laboratorio di Culture Creative, Piazza Nettuno) si trasformerà per 11 giorni in un grande Art + Science Center che coinvolgerà il pubblico di ogni età. Cuore dell’edizione 2012 sarà la mostra di arte e scienza “Da Zero a Cento, le nuove età della vita”, a cura di Giovanni Carrada e Cristiana Perrella con la collaborazione di Silvia Evangelisti. Prodotta da Fondazione Marino Golinelli in partnership con La Triennale di Milano, l’esposizione sarà a Bologna a Palazzo Re Enzo dal 2 al 12 febbraio e alla Triennale di Milano dal 21 febbraio al 1 aprile. Inaugurazione 20 febbraio alle 19. (www.Dazeroacentolamostra.it). La mostra si propone di indagare come e perché il nostro corpo e la nostra mente siano così diversi da quelli delle generazioni precedenti, e come svilupparne meglio le potenzialità. Nel corso dell’ultimo secolo infatti la condizione umana è cambiata come mai era avvenuto prima: la nostra costituzione genetica è rimasta la stessa, ma un ambiente trasformato dalla tecnologia ne ha fatto emergere uomini e donne diversi. Siamo diventati più alti, più, forti e persino più intelligenti. Nei sei ambienti espositivi, uno per ogni età dell’esistenza umana, le intuizioni di alcuni grandi artisti contemporanei (Evan Baden, Guy Ben-ner, Martin Creed, Hans Peter Feldmann, Stefania Galegati Shines, Anish Kapoor, Ryan Mc Ginley, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Gabriel Orozco, Adrian Paci, John Pilson, Cindy Sherman, Frances Stark, Miwa Yanagi) saranno messe a confronto con le attuali scoperte della scienza. In Triennale la mostra sarà arricchita dalla performance di Marcello Maloberti. Affiancano le opere, alcune delle quali realizzate appositamente per l’esposizione, una serie di exhibit scientifici che mostrano come e perché la nostra vita è cambiata e spiegano che cosa sappiamo di nuovo su ogni età. Ad esempio quanto le condizioni di vita influenzeranno la salute del nascituro per tutta la sua esistenza; come “coltivare” il cervello dei bambini; perché l’adolescenza è un’età di straordinaria plasticità del cervello; perché i comportamenti legati alla scelta sessuale sono i meno influenzabili dalle mutate circostanze ambientali o perché la mezza età può oggi essere un prolungamento della gioventù. Gli exhibit sveleranno i segreti per una buona “manutenzione” del capitale biologico nel corso della vita e come continuare a crescere intellettualmente anche durante la vecchiaia. Infine, curiosità su come saranno gli uomini del futuro. I visitatori potranno verificare la crescita del quoziente intellettivo rispetto ai propri antenati oppure calcolare il tessuto adiposo sulla pancia per valutare i rischi crescenti di malattie cardiovascolari, misurando il rapporto tra la lunghezza del dito anulare e dell’indice della mano destra, calcolare la quantità di testosterone ricevuto dalla madre. Concept dell’allestimento: Iosa Ghini Associati. Il 28 gennaio a Bologna dalle 20 alle 24 anteprima speciale aperta al pubblico nell’ambito di Art White Night collegata ad Arte Fiera - Art First. Evento Speciale D’apertura Giovedì 2 febbraio alle ore 20,30 (cinema Odeon) anteprima nazionale dell’ultimo film di Martin Scorsese: Hugo Cabret 3D organizzata da Future Film Festival per Arte e Scienza in Piazza nell’ambito della serata inaugurale di Arte e Scienza in Piazza. Si ringrazia Rai Cinema e Mondadori. Gli Incontri E Le Conferenze Dialoghi di Arte e Scienza. Quattro incontri di approfondimento con importanti ospiti del mondo della cultura e della scienza, ispirati al filo rosso di questa edizione: le età della vita umana. Lo storico della medicina Gilberto Corbellini e l’antropologo culturale Emilio Franzina (venerdì 3 febbraio, ore 18) in Come eravamo, come siamo racconteranno perché siamo diventati più alti, più intelligenti, più sani e più longevi, e quali scoperte scientifiche hanno rivelato nuovi segreti sul nostro corpo e il nostro cervello. Il professore di fisiologia e biomeccanica Alberto Enrico Minetti, nell’incontro Le età del corpo (sabato 4 febbraio, ore 17), aiuterà il pubblico a conoscere la plasticità del nostro corpo nelle diverse età della vita. Lo storico Alessandro Barbero in Le età nella storia (venerdì 10 febbraio, ore 18) farà una serie di incursioni nella vita dei nostri antenati da bambini, da giovani, da adulti e da anziani, mostrandoci cosa significasse crescere in una città medievale, in una campagna di metà ottocento o nell’Italia degli anni della guerra. Il genetista Edoardo Boncinelli (sabato 11 febbraio, ore 17) indagherà Le età della mente e svelerà come il nostro cervello continui a rimodellarsi in un costante dialogo con il resto del corpo e come, contrariamente a un vecchio pregiudizio, la nostra mente possa continuare a imparare per tutta la vita. Gli incontri, coordinati dalla giornalista scientifica Elisabetta Tola, si terranno nell’Auditorium Biagi della Salaborsa in Piazza Nettuno. Ingresso libero. Consigliata Prenotazione. In occasione della presenza a Milano della mostra “Da Zero a Cento, le nuove età della vita” si svolgeranno altri incontri sul tema con studiosi ed esperti di discipline diverse alla Triennale di Milano in Viale Alemagna e nei martedì 6, 13 e 20 marzo in partnership con la Fondazione Corriere della Sera in Sala Buzzati (via Balzan 3). Agorà: la ricerca di frontiera. Progetti di frontiera e idee innovative saranno proposte da scienziati affermati e ricercatori esordienti: L’immunologo Claudio Franceschi, a capo del progetto Nu-age, illustrerà il più imponente programma di ricerca dell’Unione europea per studiare gli effetti dell’alimentazione sull’invecchiamento che coinvolge 1250 volontari provenienti da diversi paesi. Finalità: mettere a punto la dieta perfetta per la terza età (domenica 5 febbraio, ore 16). Anna Rita Addessi, ricercatrice del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna, illustrerà il progetto Miror (Music Interaction Relying On Reflexion), un metodo innovativo di apprendimento/insegnamento della musica, che permetterà ai bambini tra i 2 e i 10 anni di imparare grazie a un mix di improvvisazione, composizione e body-performance (sabato 11 febbraio, ore 18). Anna Maria Genta, Antonella Brighi e Annalisa Guarini del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna presenteranno i dati della ricerca del progetto Ecip, che ha indagato fra 2000 studenti le forme di bullismo legate al mondo della scuola con una particolare attenzione al fenomeno del cyberbullismo (domenica 12 febbraio, ore 16). E ancora: sabato 4 febbraio alle 11,30 Paola Mello (Deis-università di Bologna. Gruppo ricerca Ai) nel centenario della nascita di Alan Touring, padre fondatore dell’Intelligenza Artificiale, cercherà di rispondere alla domanda: le macchine raggiungeranno mai una forma di intelligenza simile all’uomo? Di paleobotanica e arte dell’illustrazione si parlerà con gli autori del volume “Le Isole del Tempo” Marta Mazzanti, Giovanna Bosi e Riccardo Merlo (ore 16). Sabato 11 febbraio alle 16 l’ingegnere del volo Fabrizio Giulietti e il naturalista Johannes Fritz racconteranno una bella avventura: come si insegna a volare a piccoli ibis in via d’estinzione utilizzando un mini elicottero. Domenica 12 febbraio alle ore 17,30 Bruno Riccò dell’Università di Bologna e Antonella Guidazzoli di Cineca simuleranno una giornata di un uomo nel 2031. Tutti gli incontri sono a cura di Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Area Ricerca e Trasferimento Tecnologico Settore Comunicazione per la Ricerca e Fondazione Marino Golinelli e si terranno a Palazzo Re Enzo, Sottotetto Sale Rubbiani. Ingresso libero. Aperiscienza con l’autore. Due aperitivi con autori di libri di divulgazione scientifica alle 11,30 domenica 5 e 12 febbraio. Il pediatra Paolo Sarti e la psicologa e psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris forniranno spunti differenti di riflessione sul rapporto genitori-figli nei primi anni della crescita. Il professore di genetica Enzo Gallori e il professore di storia della medicina e salute Bernardino Fantini porranno interrogativi di tipo etico, morale e sociale relativi alle nuove scoperte genetiche. Gli incontri, moderati dal giornalista Emiliano Ricci, a cura di Giunti Editore, si terranno a Palazzo Re Enzo, Sottotetto Sale Rubbiani. Ingresso libero. Molte ancora le occasioni di incontro con voci autorevoli del mondo della scienza: i ricercatori Infn Laura Patrizii, Antonio Masiero, Antonio Zoccoli ci parleranno di Lhc e della possibilità che i neutrini siano più veloci della luce; l’astrofisico Sandro Bardelli in collegamento video con Margherita Hack disegnerà l’identikit di un extraterrestre; con l’autore e conduttore Federico Taddia e il filosofo della scienza Telmo Pievani scopriremo di essere parenti delle galline; si giocherà al Play Decide Med Climate Change per gestire i cambiamenti climatici del nostro pianeta. La giornata di domenica 12 febbraio sarà interamente dedicata allo spazio, con l’eccezionale presenza dell’astronauta Paolo Nespoli. Con l’astrofisico Reno Mandolesi, Nespoli svelerà segreti e curiosità della vita nello spazio e racconterà come si vive una vera giornata spaziale. Lo scienziato Giovanni Bignami ci guiderà alla frontiera delle possibili e stupefacenti scoperte del futuro tra scienza e immaginazione. Roberto Battiston dell’Infn di Perugia darà notizia dei primi aggiornamenti del rilevatore spaziale Ams che indaga le profondità dell’universo. E per finire: spettacoli teatrali e conversazioni nel grande planetario. I Percorsi Espositivi E I Laboratori Al Science Center si scopriranno e sperimenteranno in prima persona molte meraviglie della scienza: dalla mostra sulle nuove tecnologie delle immagini al grande planetario full dome; dall’istallazione ispirata al “corallo darwiniano” per rappresentare l’evoluzione alla mostra su Ams-02 lo strumento che opera sulla Stazione Spaziale Internazionale per misurare i Raggi Cosmici nello spazio; dal laboratorio sulla plastica per compiere un viaggio tra vita e trasformazione di questo materiale al laboratorio di chimica con esplosioni, nuvole di fumo, a quello di cosmetica dove s’imparerà a produrre creme, lozioni, tonici. Si potrà provare l’assenza di gravità e guidare un robot su Marte o andare alla ricerca delle tracce fossili di piante bizzarre che dalle misteriose Isole del Tempo sono arrivate fino a noi. Gli appassionati del mondo al microscopio potranno sperimentare ed esaminare cellule staminali vegetali e le caratteristiche delle proteine. Non mancheranno laboratori creativi, tra i quali Dnart: con colori, pipette, filtri, celle elettroforetiche si realizzerà un’istallazione collettiva utilizzando tecniche genetiche. E ancora: un percorso magico tra inganni della visione e della mente ispirati alle opere dell’artista svedese Oscar Reuterswärd, creatore di una serie di “figure impossibili”. Start Laboratorio di Culture Creative per i più piccoli Start (un progetto permanente del Comune di Bologna e della Fondazione Marino Golinelli) proporrà iniziative dedicate a bambini e ragazzi dai 2 ai 13 anni tra cui una mostra laboratorio realizzata in collaborazione con il Dipartimento educativo della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia con opere di Malevic, Sottsass. Baldessari, Galimberti, Nido e di altri artisti contemporanei per raccontare ai ragazzi come l’arte si possa sposare con la scienza e la tecnologia. Lo spazio ospiterà il Children Center di Arte e Scienza in Piazza con un laboratorio per giocare all’antropologo e al genetista alla ricerca di origini e storie delle diverse popolazioni del mondo; aree dove mescolare fluidi e soluzioni colorate per scoprire come funzionano le cellule del nostro corpo; spazi dove far germogliare alberi in provetta oppure realizzare esperimenti d’artista, creare bambole green con materiali di riciclo, ascoltare favole nel planetario, mescolare farina, acqua, uova e verdure per creare una pasta a regola d’arte. E molto altro ancora… Spettacoli Lo spettacolo della scienza va in scena in altri numerosi eventi organizzati in tutta la città: aperitivi musicali; dj set; la rassegna di cinema e scienza Immagina il futuro (a cura di Dams e Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna); Start Night: Cinecena con Momo, realizzata da Future Film Kids e dedicata al film ispirato dal personaggio del romanzo di Michael Ende, con un laboratorio di cinema d’animazione per la produzione di orologi e sveglie parlanti, un aperitivo/cena per stare tutti assieme e la proiezione del film. La manifestazione gode del Patrocinio di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Accademia Nazionale dei Lincei; Alma Mater Studiorum - Università di Bologna; Città e siti italiani/Patrimonio Mondiale Unesco; Rai Segretariato Sociale; Miur /Usr Emilia-romagna; Miur /Usr Lombardia; Regione Emilia-romagna; Provincia di Bologna; Comune di Bologna; Comune di Milano; Istituto Mario Negri di Milano. E’ stata realizzata grazie al contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e con il sostegno di: Alfa Wassermann; Ima; Marposs; Coop Adriatica; Unindustria Bologna; Cciaa di Bologna; Confcommercio Bologna; Banca Popolare dell’Emilia Romagna; Città del Sole Bologna; Selex Galileo; Selex Si; Aon; Apt Emilia Romagna, Bolognaincoming.it. Moltissime le collaborazioni scientifiche: Alma Mater Studiorum-università di Bologna, Area Ricerca e Trasferimento Tecnologico; Asl Bologna – Servizio Sanitario Regionale per l’Emilia Romagna; Associazione Sofos; Biblioteche del Comune di Modena; C.a.s.t. - Centro Arte Scienza e Tecnologia di Marino Golinelli; Consorzio Interuniversitario Cineca; Deis-università di Bologna; Dipartimento educativo della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia; Editoriale Scienza; Formath Project; Formicablu srl; Future Film Festival; Future Film Kids; Giunti Editore; Gruppo Conoscere la Chimica - Dipartimento G. Ciamician, Università di Bologna; Inaf-iasf di Bologna; Inaf-osservatorio Astronomico di Bologna; Infn-istituto Nazionale di Fisica Nucleare; Infn - Sezione di Bologna e Sezione di Perugia; Inaf-ira Centro visite radiotelescopi Medicina; Is - Science Centre Immaginario Scientifico; Laboratorio di Meccanica del Volo, Università di Bologna; Life Learning Center; Orto Botanico dell’Università di Modena e Reggio Emilia - Dipartimento di Biologia; Progetto Mus-e Bologna; Radio Città del Capo e Contenuti e associati; Settore Istruzione Comune di Bologna; Start-laboratorio di Culture Creative; Waldrappteam; Widlab. Per ulteriori informazioni sul programma e prenotazioni: www.Lascienzainpiazza.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
AOSTA (ESPACE PORTA DECUMANA): MARIO DE BIASI - UN MONDO DI BACI - FOTOGRAFIE DAGLI ANNI CINQUANTA AD OGGI - 14 FEBBRAIO/26 MAGGIO 2012
|
|
|
 |
|
|
Mario De Biasi: Il bacio è una cosa straordinaria, con un bacio si possono ottenere molte cose e a volte basta un bacio per cambiare lo stato d’animo di una persona. Un bacio se dato con entusiasmo, con simpatia e con amore è tutto. L’assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta propone dal 14 febbraio al 26 maggio 2012, all’Espace Porta Decumana della Biblioteca regionale di Aosta, la mostra dedicata a Mario De Biasi, uno dei più grandi fotografi italiani viventi, dal titolo Mario De Biasi. Un mondo di Baci. Curata da Raffaella Ferrari e Daria Jorioz, l’esposizione propone 36 fotografie “vintage print” in bianco e nero e 12 a colori che descrivono la vita attraverso il suo gesto più conosciuto e abitudinario, il bacio, un’azione che, a volte, racconta molto più di mille parole. I baci protagonisti delle foto sono attimi di vita che De Biasi ha colto, nel corso della sua carriera, in giro per il mondo, da New York a Rio, passando per Milano, Firenze, Parigi, Vienna, Londra. I primi scatti risalgono all’inizio degli anni ’50 - tra questi una delle fotografie più rappresentative della mostra, Budapest, 1956, in cui una coppia di profughi si bacia appassionatamente dopo aver varcato il confine, lasciandosi alle spalle militari sconsolati e dittatori - fino ad arrivare ai giorni nostri. Mario De Biasi è nato nel 1923 a Sois (Belluno) e inizia a fotografare nel 1945 con un apparecchio rinvenuto tra le macerie di Norimberga, dove si trovava deportato. Presenta la sua prima mostra personale nel 1948 a Milano, dove vive e lavora e nel 1953 entra a far parte della redazione di Epoca, con cui realizza, in più di trent’anni, 132 copertine e innumerevoli reportage da tutto il mondo a dimostrazione del poliedrico e versatile punto di vista attraverso il quale ha toccato più temi con formidabile resa narrativa. Fittissima la sua carriera espositiva, tra cui la partecipazione alla rassegna Gli Universalisti alla Photokina di Colonia nel 1972, alla mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968 al Solomon Guggenheim Museum di New York nel 1994, alla grande retrospettiva all’Arengario di Milano nel 2000, al Paris Photo del 2007 e alla mostra sul Neorealismo Italiano di Madrid nel 2008. Ha pubblicato - fino ad ora - oltre 90 libri fotografici ed è inoltre presente nel volume The Faces of Photography: Encounters with 50 Master Photographers of the 20th Century. E’ stato insignito di numerosi premi internazionali tra i quali Erich Salomon Preis a Colonia nel 1973, il Premio Saint-vincent di giornalismo nel 1982, il Premio Friuli Venezia Giulia nel 1994, il premio alla carriera al Festival di Arles nel 1994 e l´Ambrogino d´oro conferito dal Comune di Milano nel 2006. Del 2003 è il titolo di Maestro della Fotografia Italiana, massima onorificenza della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche. All´attività di fotografo affianca quella di disegnatore, alla quale si dedica con passione e quella di docente nei numerosi workshop in cui insegna ai giovani. Catalogo Allemandi Inaugurazione Martedì 14 febbraio, ore 18.00 Spazio espositivo Espace Porta Decumana della Biblioteca regionale Via Torre Del Lebbroso 2, Aosta Orario Lunedì dalle 14.00 alle 19.00 Martedì - sabato dalle 9.00 alle 19.00 Domenica chiuso Ingresso Ingresso libero Per informazioni Regione autonoma Valle d’Aosta Assessorato Istruzione e Cultura Servizio attività espositive Tel. 0165 274401 - u-mostre@regione.Vda.it - www.Regione.vda.it Espace Porta Decumana Tel. 0165 274807 |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
DE AGOSTINI PUBLISHING PRESENTA LA MOSTRA “ESPLORANDO IL CORPO UMANO – DAI PRIMI DISEGNI ALLE APP”
UN PERCORSO CHE PERMETTE DI SCOPRIRE LA GENESI E L’EVOLUZIONE DI “ESPLORANDO IL CORPO UMANO”, DAI DISEGNI E STORYBOARD DEI CARTONI ANIMATI DELL’ARTISTA FRANCESE ALBERT BARILLÉ, ALLE APPLICAZIONI PER IPAD, IPHONE E IPOD TOUCH. DA VENERDÌ 3 A DOMENICA 19 FEBBRAIO 2012 AL MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA VINCI DI MILANO
|
|
|
 |
|
|
Per la prima volta lanciata contemporaneamente in versione cartacea con Dvd e come App in 3D. L’italia è il primo Paese al mondo a presentare la versione digitale Si è tenuta al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, la presentazione della nuova edizione dell’opera firmata De Agostini Publishing “Esplorando il Corpo Umano”. La raccolta nacque da un’intuizione di Pietro Boroli (oggi Presidente De Agostini Editore S.p.a.) che dopo aver visto i cartoni animati “Siamo fatti così” (titolo originale “Il était une fois…la Vie”) dell’artista francese Albert Barillé decise di pubblicarla per esportarla in tutto il mondo. “Esplorando il Corpo Umano” giunta oggi alla sua 22esima edizione, continua ad essere un eccezionale strumento didattico per spiegare ai più piccoli, con un metodo divertente e intelligente, i segreti del nostro organismo, senza rinunciare al rigore scientifico. Ma la grande novità dell’edizione 2012 è che, oltre alla tradizionale collana a fascicoli con i suoi accurati volumi e i dvd allegati, sbarca anche nel mondo digitale, proponendo un’App in 3D per iPad, iPhone e iPod touch. Una importante evoluzione per questo “fiore all’occhiello” di De Agostini Publishing, che propone così i suoi contenuti editoriali e scientifici a un pubblico sempre più ampio, soddisfacendo ogni tipo di fruizione. Di tutto questo, e dell’evoluzione di questa straordinaria opera diffusa in 16 Paesi al mondo e che in Italia ha venduto oltre 42 milioni di volumi, fino alla versione digitale di oggi, hanno parlato Alessandro Lenzi, Direttore Publishing e Retail Marketing di De Agostini Publishing Italia, e Marco Formento, Global Digital Director di De Agostini Publishing. Ad aprire l’appuntamento è stato Alessandro Belloni, Amministratore Delegato di De Agostini Publishing che ha sottolineato come la casa editrice di Novara, grazie a questo lancio in contemporanea delle due versioni, si afferma ancora una volta leader di divulgazione editoriale, sia sul mercato italiano sia su quello internazionale. Ospite d’eccezione è stata Hélène Barillé, Presidente di Procidis. La moglie dell’artista francese – scomparso nel 2009 – ha raccontato come Albert, alla fine degli anni ‘80, ebbe l’idea di inventare i cartoni animati “Siamo fatti così”, il suo successo di pubblico, l’incontro alla fine degli anni ’80 con Pietro Boroli, allora Direttore della Divizione Collezionabile, e alcuni emozionanti aneddoti relativi al legame che si creò negli anni fra i telespettatori della serie e lo stesso Albert Barillé. De Agostini Publishing S.p.a. De Agostini Publishing S.p.a. È la principale area di business di De Agostini Editore con un giro d’affari di 500 milioni di Euro e un’attività di oltre 120 lanci nei 53 Paesi in cui opera attualmente: Europa Occidentale e Orientale, Giappone e Far East, America Latina attraverso la consociata Planeta De Agostini. De Agostini Publishing oggi è leader mondiale nel mercato dei Partworks con una produzione che spazia da corsi e prodotti soft-educational per ragazzi e adulti, al modellismo, alla cultura generale, sia cartacei, sia per le nuove piattaforme digitali. De Agostini Publishing presenta la Mostra “Esplorando il Corpo Umano – dai primi disegni alle App” Un percorso che permette di scoprire la genesi e l’evoluzione di “Esplorando il Corpo Umano”, dai disegni e storyboard dei cartoni animati dell’artista francese Albert Barillé, alle applicazioni per iPad, iPhone e iPod touch Da venerdì 3 a domenica 19 febbraio 2012 al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano In occasione del lancio dell’ultima edizione dell’opera “Esplorando il corpo Umano” firmata De Agostini Publishing (disponibile in edicola, su abbonamento e scaricabile su App Store dal 4 febbraio 2012), la casa editrice di Novara offre un’opportunità davvero unica e interessante, per bambini e adulti. Nel cuore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (Via San Vittore, 21) – sala Tlc – si terrà la Mostra “Esplorando il Corpo Umano – dai primi disegni alle App” – un percorso esplorativo, curato e divertente, che illustra come la famosa raccolta si è arricchita e sviluppata negli anni. Il 2012 infatti segna un cambiamento davvero importante, perché per la prima volta la collezione sarà disponibile anche per iPad, iPhone e iPod touch. La Mostra ripercorrerà la storia dell’opera e la sua evoluzione, dai primi schizzi e storyboard dei cartoni animati creati dall’artista che l’ha inventata, il francese Albert Barillé, fino ad arrivare alla grande novità delle App. “Esplorando il Corpo Umano” è l’opera De Agostini appositamente studiata per spiegare ai bambini, in modo semplice e divertente, i segreti del nostro organismo e il suo funzionamento, ma senza rinunciare al rigore scientifico. La collezione, infatti, è molto articolata e completa e si compone di volumi di approfondimento illustrati e divertenti, Dvd dei cartoni animati “Siamo fatti così” e modelli anatomici da assemblare con tutti gli organi che formano il corpo umano. Da quest’anno si aggiunge la grande novità di poter scaricare l’opera gratuitamente su App Store e sarà disponibile per iphone, ipad e ipod touch. Dal 3 al 19 febbraio sarà quindi possibile ripercorrere, attraverso schizzi, disegni, storyboard, cartoni animati, pagine dei volumi e le nuove applicazioni digitali, oltre 25 anni di storia di un’opera che ha appassionato e conquistato intere generazioni di italiani e che ora propone – per i nativi digitali – un’esperienza di fruizione assolutamente unica e in 3D. Durante l’intero periodo della Mostra per i visitatori saranno a disposizione 2 iPad per testare la nuovissima e innovativa Applicazione, ma anche volumi da sfogliare, video al plasma per guardare i cartoni animati e ammirare i disegni che Albert Barillé che creò a partire dal 1987 e che costituiscono l’ossatura di quella che, ancora oggi, è riconosciuta come la migliore opera dedicata al Corpo Umano, un vero “evergreen”. Informazioni Mostra Durata: da venerdì 3 a domenica 19 febbraio 2012 Dove: Sala Tlc, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Via San Vittore, 21 Mi Orari: Martedì-venerdì: 9,30-17,30; Sabato-domenica: 9,30-18,30 |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MILANO (FONDAZIONE STELLINE): LA NATURA SQUISITA - AI CONFINI DEL POP - FULVIO DI PIAZZA/MARCO MAZZONI/NICOLA VERLATO - FINO AL 25 FEBBRAIO 2012
|
|
|
 |
|
|
La mostra "La natura squisita, ai confini del Pop" presenta i lavori di Fulvio Di Piazza, Marco Mazzoni e Nicola Verlato che interpretano il concetto di Natura come sentimento d’infinito surreale. Il percorso espositivo, curato da Alberto Mattia Martini e Julie Kogler, raccoglie venticinque opere dove le immagini conducono il visitatore in una vitalità organicamente animata, che diviene forza generatrice, arrivando ad abbracciare ogni elemento esistenziale. Di Piazza, Mazzoni e Verlato, per la prima volta in una tripla personale insieme, affrontano il tema della natura-super-natura, attraverso una selezione di opere storiche ed inedite che offrono allo spettatore un viaggio affascinante e fantasioso attraverso scenari surreali e sfere inconsce ricche di icone, idoli e archetipi rivisitati in chiave contemporanea. Uno spazio naturale che profuma di Romantico, ma il cui gusto sfociando nel Pop Surrealismo, assapora il reale, per poi abbandonarsi e sottrarsi al dominio della ragione, lasciandosi ammaliare dall’ebbrezza dell’inconscio. Di Piazza, Mazzoni e Verlato trovano nella forma primigenia e creatrice per eccellenza quel senso di mistero che li conduce attraverso una rappresentazione del reale-naturale e, successivamente, a spingersi all’interno degli abissi dell’assoluto irrazionale. I tre artisti intraprendono una strada orientata non solo all’ambiente nel quale viviamo, ma ad una concezione sublime dell´energia di natura, mossa da quelle forze che costituiscono l´universo delle pulsioni, della fantasia e delle passioni, fonti imprescindibili per la creazione artistica. "L´arte non ripete cose visibili, ma rende visibile", a questa frase di Paul Klee sembrano ispirarsi i tre artisti italiani che, lasciandosi guidare da un acuto spirito d’osservazione, analizzano le influenze reciproche tra l’Uomo, la Natura e l’Universo. Fulvio di Piazza (Siracusa, 1969) si può reputare un moderno Arcimboldo in cui il dato naturale si accosta all’estro immaginifico che catalizza perenni trasmutazioni della forma e della sostanza. Dai paesaggi animistici che si distendono sulle tele ad olio dell’artista siciliano sembrano sussurrare le voci che abitano ogni singolo elemento naturale permeato di un’aura fantasmagorica. Nei suoi lavori le raffigurazioni dimostrano un’apparenza ibrida in cui le espressioni dell’umanità vengono assorbite da una natura sovrastante che a sua volta riacquista sembianze umane, generando visioni olistiche. Nei raffinati disegni realizzati con matite colorate da Marco Mazzoni (Tortona, 1982) prendono vita esseri silvani, incroci tra figure umane e fitomorfe, che divengono metafore delle forze guaritrici e delle sostanze allucinogene delle piante e dei fiori, allegorie di un antico sapere sugli effetti taumaturgici che queste possono esercitare sull’uomo. Queste belle ed ingannevoli apparizioni si legano all’eresia, al paganesimo e alle stregonerie, esplicate e messe al bando già nel volume rinascimentale “Malleus Maleficarum”, da cui l’artista prende spunto. Nicola Verlato (Verona, 1965) vive a Los Angeles, patria del Pop Surrealismo, ed emerge sulla scena artistica come ponte tra l’arte colta europea e la cultura americana underground. Nei suoi dipinti ad olio dalla plasticità michelangiolesca, Verlato esplora la natura apocalittica della nostra era dove si scontrano le forze del Bene e del Male, angeli e demoni, la luce e l’ombra, ribaltando il concetto di terra e cielo in un vortice trascinante che non lascia scampo ai soggetti ritratti e all’osservatore. Questi tre artisti, accomunati da una straordinaria capacità creativa, stanno riscuotendo un grande successo oltre i confini italiani, consolidandosi nel panorama dell’arte figurativa internazionale con mostre in prestigiosi musei e in ambite gallerie. Ciascuno di loro si riconosce attraverso una singolare matrice che proviene dalla migliore tradizione artistica italica, e che trova eco soprattutto negli U.s.a. Grazie all’utilizzo degli elementi dell’immaginario pop capaci di comunicare oltre le barriere culturali e generazionali. Info: www.Stelline.it - +39.0245462.411 |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
PAVIA (CASTELLO VISCONTEO): LA PITTURA ITALIANA DEL XIX SECOLO
DAL NEOCLASSICISMO AL SIMBOLISMO |
|
|
 |
|
|
Dopo il successo ottenuto all¡¯Ermitage, lamostra dedicata alla pittura italiana dell¡¯Ottocento,
promossa da Pavia, giunge al Castello Visconteo nella citt¨¤ lombarda, fino al 9 aprile.
Le diverse anime dell¡¯arte figurativa del XIX secolo, attraverso opere d¡¯eccezione.
Per il pubblico russo ¨¨ stata un¡¯autentica scoperta e, nel contempo, una straordinaria conferma
delle solide relazioni scientifiche e culturali tra l¡¯Italia e la Russia e tra Pavia e l¡¯Ermitage. Ora
sar¨¤ il pubblico italiano a lasciarsi affascinare.
La mostra, a Pavia presso il Castello Visconteo dall¡¯11 febbraio al 9 aprile 2012 (gi¨¤ concessa la
proroga), giunge infatti, drettamente, dal Museo Ermitage di San Pietroburgo ove, nei mesi scorsi
¨C allestita nella splendida
Sala degli Stemmi - il pubblico russo ha potuto ammirare, per la prima volta, un¡¯ampia rassegna
della pittura italiana del XIX secolo, con un nucleo notevole di opere della Quadreria
dell¡¯Ottocento e della Collezione Morone dei Musei Civici di Paviae prestiti importanti
da tante altre istituzioni e collezioni italiane, coordinati dagli stessi Musei Civici e da Villaggio
Globle International.
Un¡¯iniziativa - posta a chiusura dell¡¯anno dedicato ai rapporti culturali tra Italia e Russia,
nell¡¯ambito del protocollo siglato nel 2009 tra il Museo Statale Ermitage, il Comune di Pavia,
i Musei Civici di Pavia e la Fondazione Banca del Monte di Lombardia - che ha portato
in due anni la citt¨¤ lombarda a realizzare progetti condivisi come le mostre sulla pittura spagnola
del Seicento dall¡¯Ermitage e quella dedicata ai Leonardeschi.
La grande rivalutazione e valorizzazione della pittura italiana dell¡¯Ottocento, condotta in questi
ultimi anni nelle sue diverse declinazioni tematiche e stilistiche e nelle sue differenti scuole
regionali ¨C di cui Pavia vanta importanti testimonianze - ha determinato dunque la volont¨¤
di mostrare prima al pubblico pietroburghese e poi a quello italiano una selezione di circa
ottanta opere che, per esempi eccellenti, testimoniasse la ricchezza e la variet¨¤ sia delle formule
artistiche, sia dei generi, sia delle iconografie dell¡¯arte figurativa italiana del XIX secolo.
Attraverso la pittura del primo Neoclassicismo, passando per le varie sfaccettature del Romanticismo
storico e del Realismo, sino ad arrivare al Simbolismo di fine secolo, ¨¨ possibile
raccontare la storia civile, la societ¨¤, la cultura, le idee e i luoghi di una nazione che si ¨¨ via
via aggregata, mantenendo tuttavia peculiarit¨¤ formali e contenutistiche: un¡¯occasione importante
dunque di confronto con un¡¯Italia in formazione proprio nella concomitanza dei 150
dell¡¯Unit¨¤.
La mostra, promossa da Comune di Pavia-Musei Civici di Pavia, Associazione Pavia Citt¨¤ Internazionale
dei Saperi, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Museo Statale Ermitage in collaborazione
con la Fondazione Ermitage Italia, curata da Susanna Zatti e Fernando Mazzocca,
consente dunque di illustrare gli stili di un secolo - il nitore neoclassico, il pathos romantico,
la forza del colore dei macchiaioli, il sensualismo dei decadenti - e le tematiche
predilette dal collezionismo e dal vivace mercato: dalle vedute e paesaggi che descrivono le
meraviglie del Bel Paese, ai ritratti ambientati o scapigliati; dalle aneddotiche e sapide scene di
genere, alle grandi rievocazioni allegoriche o di storia risorgimentale. Infine d¨¤ modo di evidenziare
la personalit¨¤ straordinaria di alcuni protagonisti della pittura italiana, degni di stare al-
Comunicato stampa
la pari con i pi¨´ celebrati rappresentanti europei: da Appiani ad Hayez, da Piccio a Faruffini,
da Morbelli a Fattori, da De Nittis a Segantini, da Pellizza a Zandomeneghi.
A Pavia giungeranno dunque opere chiave del XIX secolo da Firenze, Torino, Milano, Genova,
Bergamo, Brescia, Carpi, Vercelli, Rovereto, per proporre un panorama quanto pi¨´ rappresentativo
e di grandissima qualit¨¤ dell¡¯arte nazionale.
A documentare l¡¯importante evento espositivo - che a San Pietroburgo ha riscosso un grandissimo
interesse ¨C ¨¨ stato realizzato dall¡¯Editore Skira un catalogo bilingue italiano/russo, mentre altri
importanti eventi collaterali promossi dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia hanno
accompagnato in Russia l¡¯evento, promuovendo le eccellenze e la cultura non solo figurativa italiana e pavese, ma anche musicale ed enogastronomica |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
OLTRE 280 MILA VISITATORI PER BUONCONSIGLIO, THUN, BESENO E STENICO - NEL 2011 LA RETE DEI CASTELLI TRENTINI HA CONTINUATO A RISCUOTERE L´INTERESSE DEL PUBBLICO
|
|
|
 |
|
|
Il Castello del Buonconsiglio di Trento monumenti e collezioni provinciali archivia positivamente il 2011 sfiorando, in un anno particolarmente difficile per l’economia del Paese, i trecentomila visitatori. Il Buonconsiglio assieme alle sedi periferiche di Castel Thun, Castel Beseno e il Castello di Stenico ha registrato un totale di 282.717 visitatori, quindi il 13% in meno rispetto al 2010, anno del boom di presenze a Castel Thun quando le visite superarono quota 149mila. Il Buonconsiglio ha praticamente mantenuto con 120.427 presenze i numeri dell’anno passato, segno positivo invece per Beseno e Stenico, rispettivamente 34.354 ( + 13% rispetto al 2010) e 18.189 ( + 9% rispetto al 2010). Nonostante il segno negativo, ampiamente previsto dopo l’euforia del primo anno ( - 26% rispetto al 2010 ) Castel Thun, ha comunque mantenuto numeri da top ten dei castelli italiani con ben 109.747 presenze. Intanto al Buonconsiglio prosegue la mostra che vuole ricordare i 500 anni del Landlibell, l´atto che nel 1511 istituì la difesa territoriale tirolese e stabilì uno stretto collegamento tra il Principato vescovile di Trento e la Contea del Tirolo, approfondisce tre secoli di storia locale attraverso l’esposizione di importanti documenti e testimonianze artistiche, tra queste il celebre codice Brandis, la monumentale tela che raffigura la partenza del generale Vendome da Riva del Garda con l’enigmatica presenza di un impiccato, o il magnifico calice in argento dorato della chiesa di Ricaldo di Pinè donato dall’imperatore Massimiliano I alla chiesa di San Pietro in ricordo del Simonino. Sono da tempo in corso i preparativi anche per la grande mostra estiva che verrà inaugurata il 22 giugno “I cavalieri dell’imperatore: duello e guerra nelle armerie rinascimentali” anche sarà organizzata in due sedi: al Buonconsiglio e a Castel Beseno. Una suggestiva mostra in due castelli dove rivivrà l’affascinante mondo degli uomini d’arme che, vestiti d’acciaio, si scontravano in battaglia o esibivano la loro audacia e abilità nei tornei. A Castel Beseno, dove si sta rivedendo completamente il percorso e l’allestimento museale con nuove e suggestive scenografie, sarà protagonista la battaglia, l’assedio, le armi e le strategie militari, al Castello del Buonconsiglio si respirerà invece l’atmosfera del duello, dell’amor cortese e delle virtù eroiche |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
BURLESQUE, MAGIA E UN MENU IN SALSA PICCANTE:
ECCO IL SAN VALENTINO ALLA FONDERIA NAPOLEONICA EUGENIA!
|
|
|
 |
|
|
Il 14 febbraio è il banco di prova per il partner che con un gesto rinnova la sua promessa d´amore. Se regala due rose rosse significa che ama davvero. Se invita a cena e magari alla fine dona un gioiello allora il suggello potrebbe diventare davvero definitivo. Perché il giorno degli innamorati è una data simbolica che esige di essere rispettata, l’unico giorno dell’anno in cui coccole, attenzioni e possibilmente una serata speciale sono d’obbligo. Per passare un San Valentino davvero indimenticabile in un luogo romantico e suggestivo di Milano, conviene allora affrettarsi a prenotare un tavolo – per l’occasione tutti rigorosamente da due - alla Fonderia Napoleonica Eugenia, autentico capolavoro di archeologia industriale rimasto intatto nei secoli sotto la Madonnina. Nell’antica fabbrica di campane dell’Isola il 14 febbraio sarà all´insegna del divertimento e dell’ironia: merito di Mabukà, un gran galà di magia, burlesque e cabaret. Protagonisti Stefano Gallarini e Lily Le Ludique, nelle vesti di assistente e ‘femme fatale’ del prestigiatore, il poetico illusionista Angelo Sorrisi e il duo comico e cabarettistico di Beppe e Ciccio. Tra guêpière, piume di struzzo e tacchi a spillo, Lily porterà in scena l’eterno gioco della seduzione con i suoi spogliarelli mai volgari, ma piuttosto divertenti e chic. La magia e il cabaret invece lasceranno gli occhi pieni di stupore. Ad accontentare i palati di tutti gli innamorati presenti alla serata ci penserà poi un originale menu afrodisiaco che ogni coppia potrà gustare brindando a Cupido e al suo dardo che ancora una volta ha colto nel segno. D’altra parte, dove se non alla Fonderia Napoleonica chi si ama può sentire suonare le campane??! Costo per la serata (cena e spettacolo): 35 euro a persona Per chi lo desidera durante la serata ci sarà l’occasione di assistere alla visita guidata della parte museale della Fonderia accompagnati dal proprietario o dalla curatrice del museo. Ma per ragioni di conservazione sarà possibile solo per una cinquantina di persone per sera. Organizzazione a cura di Catering Fulvietto Fonderia Napoleonica Eugenia Via Thaon di Revel 21, 20159 Milano www.Fonderianapoleonica.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
MODENA (GALLERIA CIVICA DI MODENA, PALAZZINA DEI GIARDINI, CORSO CANALGRANDE): VITTORIO CORSINI - TRA VOCI, CARTE, ROVI E NOTTURNI - 17 MARZO/10 GIUGNO 2012
|
|
|
 |
|
|
Inaugura sabato 17 marzo 2012 alle 18.00 alla Galleria civica di Modena, nello spazio della Palazzina dei Giardini, la personale "Tra voci, carte, rovi e notturni" di Vittorio Corsini, progetto speciale pensato e realizzato appositamente per l´antica serra ducale.Promossa e organizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, a cura di Marco Pierini, la mostra presenta soltanto opere nuove, ad eccezione di una – datata 1990 ma mai esposta prima – tutte incentrate sulle tematiche del territorio.Installazioni, sculture e un video d´animazione per una mostra interamente dedicata al paesaggio, inteso non come paradigma costituito e inalterabile da riprodurre e perpetuare, ma come elemento fluido nel quale si svolge la vita quotidiana, si stabiliscono rapporti, si susseguono trasformazioni.La ricerca di Corsini si concentra fin dagli inizi sul concetto e sui modi dell’abitare, sulle dinamiche che interessano la vita negli spazi domestici e negli spazi pubblici e sulle relazioni che all’interno di questi luoghi si instaurano fra gli individui. Ricerca che si esplicita, nella mostra modenese, attraverso il ricorso a tecniche e linguaggi diversi e l´impiego di materiali eterogenei – vetro, metallo, carta, inchiostro, segatura, neon – attraverso i quali l´artista tesse un racconto a trama larga, alla scoperta di quello che la rappresentazione cartografica del paesaggio, da sola, non può raccontare.La voce registrata di Paolo Nori che legge una storia appositamente concepita costituisce l´ambiente per un´opera su carta che si estende per gran parte della superficie muraria di una delle ali della palazzina. Vi è disegnato, al tratto, un paesaggio delle colline modenesi, entro il quale la presenza umana è indicata dai nomi e dai soprannomi degli abitanti.Il territorio torna nella sala attigua restituita questa volta sotto forma di curve di livello disegnate con la segatura bianca e nera sul pavimento a formare una sorta di tappeto che – come il paesaggio di cui è semplificata scrittura – si altera a ogni nostro transito, pur rimanendo sempre riconoscibile.Sul segno che "scrive" il paesaggio insiste la piccola scultura di una montagna percorsa e marcata da rivoli di inchiostro nero e ancora il video di animazione, lenta panoramica di un territorio dove si susseguono piccoli, naturalissimi, accadimenti.Se "Risaia" (1990) l´opera in metallo e vetro installata sotto la cupola della palazzina, si confronta ancora con un´idea storica della natura, "Eros 10.5" ed "Eros 10.7" ne offrono una lettura aggiornata in cui Eros si manifesta nel rifrangersi colorato di un´esclamazione – non più di una sillaba – sinesteticamente affidata alla scrittura di luce dei neon inseriti all´interno di un rigoglioso cespuglio in acciaio e di un analogo canneto metallico.L´ultima ala dell´edificio ospita alcune immagini fissate in stampe fotografiche in bianco e nero, nelle quali scatti di paesaggi diurni si trasformano in immagini di notturni in virtù dell´adozione della luce blu che si staglia alla loro destra.Il catalogo edito da Silvana Editoriale è bilingue e contiene un testo del curatore, Marco Pierini, un racconto inedito di Paolo Nori e un saggio di Franco Farinelli, ordinario di Geografia all´Università degli Studi di Bologna.la mostra, in programma fino al prossimo 10 giugno, è aperta dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30. Il sabato, la domenica e i festivi con orario continuato dalle 10.30 alle 19.30. Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero. Note biograficheVittorio Corsini nasce a Cecina (Livorno) nel 1956. Vive e lavora a Firenze. Tra le principali mostre personali si ricordano: Galleria L’attico, Roma, (1991); Galleria Cardi, Milano (1994); Galleria Artra, Milano e Acp Galerie, Salzburg (1997); Esso Gallery, New York; ex ospedale san Niccolò padiglione Conolly, Siena e Palazzo Bricherasio, Torino (1998); Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1999); Palazzo delle Papesse, Siena e Galleria Artra, Milano (2002); Villa Romana, Firenze (2004); Galleria Claudio Poleschi, Lucca (2007); Oratorio di Santa Maria della Vita, Bologna (2008) ; Macro, Roma e Galleria Corsoveneziaotto, Milano, (2010); Macro, Roma e Galleria Giacomo Guidi, Roma (2011).Insegna Scultura al Biennio specialistico presso l´Accademia di Belle Arti di Brera. Info: http://www.vittoriocorsini.com/ - Mostra Vittorio Corsini. Tra voci, carte, rovi e notturni - Galleria civica di Modena, Palazzina dei Giardini, corso Canalgrandeperiodo - 17 marzo/10 giugno 2012 - Inaugurazione 17 marzo ore 18.00 - A cura di Marco Pierini - Organizzazione e Produzione Galleria Civica di Modena e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena - Ingresso gratuito - Catalogo Silvana Editoriale con testi di Franco Farinelli, Paolo Nori e Marco Pierini. Info: Galleria Civica di Modena - corso Canalgrande 103, 41121 Modena - tel.- tel +390592032911/2032940 - fax +39059 2032932 . http://www.galleriacivicadimodena.it/ |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
ANGUILLARA (MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA): PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO "RIFLESSIONI SU TRADIZIONI E MUSICA"
|
|
|
 |
|
|
Il 5 febbraio alle ore 16 il video che racconta le iniziative organizzate nell´ambito di un progetto della Provincia di Roma mirato a valorizzare il grande patrimonio immateriale della tradizione orale e musicale Anguillara, 27 Febbraio 2012: Poeti a braccio, zampognari, memorie della terra, dall´Umbria per la Sabina a Roma, L´italia cantata dal sud, musica dei migranti, la Valnerina ternana, gran concerto sulle tradizioni, canti e tradizioni della musica popolare. Questi i temi del documentario "Riflessioni su tradizioni e musica" che verrà proiettato il 5 febbraio 2012 alle ore 16, al Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare "Augusto Montori", Via Doria D´eboli (nel Torrione Orsini di Anguillara Sabazia). Fa tappa così in riva al lago di Bracciano la rassegna "Suoni della Memoria" frutto di uno specifico progetto che coinvolge Basilicata, Campania, Umbria, Puglia e Lazio e vede tra i vari enti, il coinvolgimento della Provincia di Roma-assessorato alle Politiche Culturali. Il video documentario della durata di 42 minuti racconta per immagini alcuni degli appuntamenti che hanno caratterizzato il progetto "Suoni della Memoria". In particolare il lavoro realizzato da Walter Paesano tratta di poeti a braccio, zampognari con una lezione concerto sulla zampogna, della presentazione di libri legati alla tradizione di determinati territori e di concerti sul tema della musiche tradizionali. Si ripropongono in video alcuni tratti del lavoro "L´italia cantata dal Sud" di Otello Profazio, i canti dei migranti intonato da un coro multietnico, i canti popolari interpretati da Lucilla Galeazzi e scene dal gran concerto che si è tenuto l´11 dicembre 2011 al teatro Parioli di Roma, presente il cantante Simone Cristicchi. Con questa iniziativa prende il via il calendario di appuntamenti che l´Associazione Culturale Sabate proporrà per il 2012 anno in cui, tra le altre cose, verrà celebrato il ventennale del Museo Storico della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare "Augusto Montori". "Quale spazio migliore - sottolinea il presidente dell´associazione Sabate Graziarosa Villani - come il Museo della Civiltà Contadina che custodisce la memoria contadina e popolare di Anguillara per ospitare la proiezione di un documentario che cristallizza scene e momenti di un progetto che mira a recuperare, censire, valorizzare e digitalizzare il grande patrimonio immateriale delle tradizioni musicali e orali". Per comunicare la propria presenza scrivere a walterp76@inwind.It o telefonare al 329723055. Per informazioni associazionesabate@tiscali.It (cell. 360/805841) |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
 |
FERRARA (PALAZZO DEI DIAMANTI): SOROLLA. GIARDINI DI LUCE -
17 MARZO/17 GIUGNO 2012
|
|
|
 |
|
|
La mostra Sorolla. Giardini di luce, che Palazzo dei Diamanti ha in programma per la primavera 2012, presenterà per la prima volta in Italia l´opera di Joaquín Sorolla (1863-1923), straordinario interprete della pittura spagnola moderna. Esponente di spicco della Belle Epoque, celebrato ritrattista accanto a Sargent e Boldini, Sorolla è oggi considerato una delle personalità più affascinanti del panorama artistico spagnolo in quel periodo cruciale, tra Ottocento e Novecento, segnato dalla diffusione delle poetiche impressioniste e simboliste. Ferrara Arte rende omaggio al maestro valenciano con una mostra organizzata in collaborazione con il Museo de Bellas Artes dell´Alhambra di Granada e il Museo Sorolla di Madrid, che la ospiteranno dopo l´esordio italiano, e curata da un comitato di esperti quali Tomàs Llorens, Blanca Pons-sorolla, María López Fernández e Boye Llorens. L´esposizione mette a fuoco un momento cruciale della parabola creativa del pittore: gli anni della piena maturità e, in particolare, le opere nate dalla fascinazione del tema del giardino e dall´incontro con l´Andalusia. In questa fase della sua vita, nonostante il successo e gli incarichi ufficiali, Sorolla continua a riflettere sulle possibilità della propria pittura e sviluppa una produzione originale caratterizzata dalla poetica del silenzio e dell´intimità e da un linguaggio raffinato, che rivelano sorprendenti assonanze con la sensibilità simbolista e modernista del suo tempo. La rassegna indaga per la prima volta questo processo di introspezione e questa ricerca di essenzialità, gettando nuova luce sulla personalità artistica di Sorolla. Sarà, inoltre, l´occasione per approfondire il rapporto intercorso tra l´artista spagnolo e Giovanni Boldini. Ad aprire la mostra sarà un´importante serie di ritratti della famiglia del pittore nella cornice di giardini con fontane: capolavori come María vestita da contadina valenciana, Saltando con la corda o Guardando i pesci, nei quali le figure si fondono nell´atmosfera sfavillante di pennellate di colore puro o disegnano sagome sinuose su lucenti specchi d´acqua, in un gioco di corrispondenze tra il soggetto e il paesaggio che preannuncia la modernità dell´ultima produzione di Sorolla. Di fondamentale importanza nell´evoluzione del suo percorso artistico è la scoperta dell´Andalusia dove il pittore soggiorna ripetutamente tra il 1908 e il 1918. La suggestione che riceve da quei luoghi è così forte da segnare profondamente lo stile della sua tarda maturità, nel quale si coglie un progressivo passaggio dal naturalismo alla ricezione di risonanze simboliste. La mostra ricostruisce le tappe dell´incontro con quella terra e con quella cultura millenaria, a partire dal grandioso paesaggio della Sierra Nevada che offre materia per visioni liriche e cristalline, fino allo studio di soggetti andalusi come nella visione raccolta di Joaquína la gitana o nel più spettacolare Patio de artistas del Café, interpretazioni originali lontane dagli stereotipi del folklore locale. Ma ad ispirare Sorolla in Andalusia sono soprattutto i patii e i giardini islamici dell´Alhambra e dell´Alcazar di Siviglia, come dimostra la straordinaria serie di dipinti che l´artista dedica a questi temi nel corso di un decennio, restituendo tutto il fascino di quei luoghi appartati e ad un tempo solenni, che avevano esercitato una profonda influenza anche sulla poesia e sulla musica spagnola dell´epoca. In queste composizioni, da cui è bandita la presenza umana, le architetture vegetali, i marmi, le ceramiche, le fontane, la luce e i colori danno vita a una polifonia sensoriale ricca di risonanze. Il pennello dell´artista si sofferma sui riflessi dell´acqua, sulla luce che sembra dissolvere le geometrie architettoniche e sul mosaico cromatico dei giardini, protagonisti di una pittura che parla una lingua sempre più pura e raffinata. L´esperienza andalusa impone una profonda metamorfosi all´opera di Sorolla che culmina nelle opere ispirate al giardino della nuova casa di Madrid. L´anziano pittore aveva dedicato molte energie alla costruzione di questo luogo, che fu concepito sul modello degli angoli verdi di Siviglia e Granada, arrivando perfino ad importare dall´Andalusia fontane, ceramiche, colonne, statue, alberi da frutto e piante ornamentali, con una passione che ricorda quella profusa da Monet nel suo stagno di ninfee. E come Monet a Giverny, Sorolla trova nel proprio giardino una fonte inesauribile di spunti per tradurre sulla tela la lezione di essenzialità e lirismo appresa in Andalusia. Nelle sale di Palazzo dei Diamanti si svilupperà un racconto avvincente, intessuto di rimandi all´esperienza biografica di Sorolla e alla cultura contemporanea, attraverso una selezione di circa 60 dipinti ed un piccolo nucleo di disegni e di preziosi documenti, provenienti da collezioni pubbliche e private, tra le quali spicca il Museo Sorolla di Madrid. La mostra sarà poi a Granada, Museo de Bellas Artes, Alhambra, 29 giugno - 14 ottobre 2012 e a Madrid, Museo Sorolla, 29 ottobre 2012 - 5 maggio 2013 Mostra a cura di Tomàs Llorens, Blanca Pons-sorolla, María López Fernández e Boye Llorens, organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con il Museo de Bellas Artes di Granada e il Museo Sorolla di Madrid. Aperto tutti i giorni, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00. Aperto anche Pasqua, Lunedì dell´Angelo, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno. Info: Call Center Ferrara Mostre e Musei - tel. 0532 244949 - diamanti@comune.Fe.it - www.Palazzodiamanti.it |
|
|
|
|
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|