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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Marzo 2012
RICERCATORI SCOPRONO NUOVE INFORMAZIONI MECANICISTICHE NELLA BIOGENESI E NELL´ESPORTAZIONE DELL´MRNA  
 
Bruxelles, 20 marzo 2012 - Un team di ricercatori spagnoli e tedeschi finanziati dall´Ue hanno rivelato la struttura di una proteina complessa che è essenziale per la biogenesi e l´esportazione dell´Rna messaggero (mRna). In un articolo pubblicato sull´European Molecular Biology Organization (Embo) Journal, il team descrive come i dati di quest´architettura hanno aiutato a identificare un meccanismo attraverso il quale questo fattore di assembramento riconosce e lega gli acidi nucleici. Il complesso proteico, conosciuto come "complesso Tho", è direttamente associato alla trascrizione, la biogenesi e l´esportazione dell´mRna. Anche se il Dna viene trascritto nel nucleo della cellula, i ribosomi che traducono l´Rna in proteine sono nel citoplasma. L´esportazione dell´mRna quindi, un processo non ancora completamente compreso dagli scienziati, è essenziale per l´espressione genetica. Una ragione per la quale gli scienziati rimangono nel buio circa questo processo è per la solubilità molto limitata del complesso Tho, che rende impossibile purificarlo per una cristallografia a raggi X. Lo studio è stato sostenuto dal progetto 3D-repertoire ("A multidisciplinary approach to determine the structures of protein complexes in a model organism") che ha ricevuto oltre 13 milioni di euro in finanziamenti dall´Area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. I ricercatori hanno usato la microscopia elettronica con varie tecniche di etichettatura per generare un modello atomico. Con la loro ricostruzione tridimensionale, hanno scoperto che il complesso non ha quattro diverse proteine, come si pensava prima, ma bensì cinque, la nuova proteina identificata è responsabile del legame con le altre proteine che possono regolare anche l´elaborazione, l´imballaggio e l´esportazione dell´mRna. Il team ha anche localizzato la parte del complesso che si lega direttamente agli acidi nucleici, una regione distesa che si trova in una delle proteine del complesso. I risultati mostrano che l´espressione del gene è indicata dal fatto che, a seconda del gene target, la sua alterazione causa un´instabilità genetica. Il progetto 3D-repertoire è stato creato per capire meglio la rete di interazioni tra i geni, le proteine e i sistemi funzionali che essi producono. Poiché anche l´organismo vivente più primitivo è molto complesso e la scienza ha ancora tanto da imparare su molte delle complessità, è difficile che gli scienziati riescano nel prossimo futuro a raggiungere delle conoscenza a livello di un´intera cellula. Per raggiungere questo obiettivo, avranno bisogno di capire la funzione biologica di tutti i geni e le proteine all´interno dei genomi. Raramente le proteine agiscono da sole e in genere interagiscono con altre macromolecole per svolgere particolari compiti cellulari. Gli insiemi funzionali che ne risultano sono più della somma delle parti di cui sono composti e la loro funzione non è facile da capire anche con le analisi più sistematiche delle singole proteine. Per maggiori informazioni, visitare: Centro Nacional de Biotecnologia (Cnb-csic): http://www.Cnb.csic.es    
   
   
SCOPERTI FARMACI CHE MIGLIORANO LE FUNZIONI COGNITIVE  
 
Bruxelles, 21 marzo 2012 - Alcuni ricercatori hanno scoperto che ci sono una serie di farmaci che migliorano la funzione cognitiva. Questi farmaci potrebbero aiutare a capire meglio i disturbi della cognizione, come il morbo di Alzheimer. Presentato sulla rivista Plos Biology, lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Memstick ("Synaptic mechanisms of memory loss: novel cell adhesion molecules as therapeutic targets") che ha ricevuto oltre 2,9 milioni di euro nell´ambito del tema Salute del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Le sinapsi, che sono connessioni neuronali del nostro cervello, hanno un ruolo fondamentale nelle funzioni cognitive. In particolare, è lo schema di attività della sinapsi a controllare le nostre funzioni cognitive. Gli esperti dicono che queste connessioni neuronali sono dinamiche e cambiano in forza e proprietà, un processo che è chiamato plasticità sinaptica. I ricercatori credono che questo processo formi la base cellulare dell´apprendimento e della memoria. Alcuni scienziati ipotizzano anche che le alterazioni dei meccanismi di plasticità sinaptica causino diversi deficit cognitivi, come l´autismo, il morbo di Alzheimer e varie forme di ritardo mentale. Coordinati dai dott. Jose A. Esteban e Shira Knafo dell´Universidad Autonoma de Madrid e Cesar Venero dell´Universidad Nacional de Educacion a Distancia in Spagna, i ricercatori hanno identificato come questo processo possa essere manipolato per migliorare le prestazioni cognitive. L´uso di un piccolo frammento di proteina, chiamato peptide, derivato da una proteina neuronale coinvolta nella comunicazione tra una cellula e l´altra può produrre una sinapsi più plastica. Questo peptide (chiamato Fgl) provoca una serie di eventi all´interno del neurone, che aiutano a facilitare la plasticità sinaptica. Il Fgl provoca l´inserimento di nuovi recettori neurotrasmittenti nella sinapsi in una regione del cervello chiamata ippocampo, dicono i ricercatori, che è conosciuto per il suo ruolo in diverse forme di apprendimento e memoria. Commentando i risultati dello studio, il dott. Esteban dice: "Sappiamo da trent´anni che le connessioni sinaptiche non sono fisse dalla nascita, ma rispondono all´attività neuronale che ne modifica la forza. Così, stimoli esterni portano al potenziamento di alcune sinapsi e all´indebolimento di altre. È proprio questo codice di alti e bassi che permette al cervello di immagazzinare le informazioni e formare ricordi durante l´apprendimento." Il dott. Knafo osserva: "Questi sono studi di base sui processi molecolari e cellulari che controllano la nostra funzione cognitiva. Hanno fatto però luce sulle potenziali vie terapeutiche per i disturbi mentali nei quali questi meccanismi non funzionano bene." Allo studio hanno partecipato esperti provenienti da Danimarca, Spagna e Svizzera. Per maggiori informazioni, visitare: Plos Biology: http://www.Plosbiology.org/home.action  Memstick: http://memstick.Org/    
   
   
UN NUOVO PROGETTO DELL´UE ALLE PRESE CON I GERMI GIRAMONDO  
 
 Bruxelles, 21 marzo 2012 - Quando la Germania fu colpita da una devastante crisi di Escherichia coli (E. Coli) nel giugno del 2011, i pericoli del trasferimento di germi negli alimenti che causano malattie mortali tra un paese e l´altro sono arrivati ancora una volta alla ribalta dei media. Nonostante l´allarme però finora sono stati condotti solo pochi studi sui pericoli reali causati dai germi che entrano nell´Ue insieme agli alimenti. Qui entra in gioco un progetto finanziato dall´Ue che spera di occuparsi seriamente di pericolosi patogeni come l´E. Coli. Il progetto Promise ("Protection of consumers by microbial risk mitigation through segregation of expertise") ha ricevuto quasi 3 milioni di euro in finanziamenti dal tema "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, e biotecnologia" del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Il progetto riunisce 20 partecipanti provenienti da Austria, Croazia, Germania, Grecia, Irlanda, Repubblica ceca, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia e Ungheria. I ricercatori raccoglieranno campioni di cibo confiscati nei principali porti e aeroporti europei e in più piccoli attraversamenti di frontiera e li testeranno per scoprire la presenza di batteri. Poiché gli standard d´igiene nella produzione alimentare in molti paesi tropicali e subtropicali non sono conformi a quelli applicati in Europa, l´importazione di alimenti in Europa dall´estero può avere serie implicazioni per la salute. Martin Wagner, dell´istituzione coordinante, l´Istituto d´igiene del latte, tecnologia del latte e scienze alimentari dell´Università di Medicina veterinaria di Vienna, Austria, spiega: "Solo nell´aeroporto di Francoforte, circa 22 tonnellate di cibo portato dai passeggeri su oltre 5000 voli sono state confiscate in un periodo di 15 mesi. E questa probabilmente non è probabilmente che la punta dell´iceberg. Le autorità dell´aeroporto di Vienna svolgono anche controlli e di frequente trovano alimenti di origine animale importati illegalmente." Pochi passeggeri però sembrano essere a conoscenza di queste regole che determinano cosa si può e cosa non si può portare nelle valigie. Inoltre, anche quando durante un controllo di sicurezza si scoprono degli alimenti, raramente viene fatto un esame di quali batteri contiene il cibo e quanto essi possano essere pericolosi. Martin Wagner delinea così i due obiettivi principali del progetto Promise: "Vorremmo fare un inventario dei germi che vengono portati insieme al cibo e abbiamo anche in programma di studiare il potenziale dei batteri di causare malattie". I partner del progetto metteranno insieme anche dati provenienti da tutta Europa per permettere una valutazione precisa dei rischi rappresentati dai cibi contaminati di origine animale e costruiranno un grande database di batteri isolati identificati nel corso del lavoro. Promise inoltre ha lo scopo di migliorare le comunicazioni tra le autorità responsabili della gestione del rischio negli attuali Stati Membri dell´Ue e nei paesi candidati. Una singola spedizione di semi di fieno greco dall´Egitto probabilmente è stata la fonte dell´epidemia di E. Coli in Germania nel giugno 2011. Ha causato la perdita di 48 vite solo in Germania, prima che l´epidemia si diffondesse in altre parti d´Europa, come per esempio la Francia. Tutti gli esseri umani e gli animali hanno il batterio E. Coli nell´intestino e di solito questo è innocuo. Ci sono però particolari ceppi di E. Coli che sono in grado di produrre tossine. Queste tossine possono causare una grave forma di diarrea sanguinolenta che può risultare in un grave collasso dei reni e richiedere cure intensive. Per ridurre il rischio di contrarre l´E. Coli, prima di preparare, servire o mangiare degli alimenti, l´Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) raccomanda di lavarsi sempre le mani dopo che si è stati in bagno o dopo aver cambiato un pannolino, dopo aver toccato verdure crude, radici o carne, dopo aver toccato animali di fattoria o dopo aver visitato una fattoria e dopo qualsiasi contatto con le feci degli animali domestici. Per maggiori informazioni, visitare: Veterinärmedizinische Universität Wien: http://www.Vetmeduni.ac.at    
   
   
TRAPIANTI, L’ULTIMA FRONTIERA DELL’INGEGNERIA DEI TESSUTI: VENE E ARTERIE CREATI DA UNA STAMPANTE 3D. PRESTO POTREBBERO ESSERE IMPIANTATI NEL NOSTRO CORPO VASI SANGUIGNI STAMPATE IN TRE DIMENSIONI.  
 
Lecce, 21 marzo 2012 - La tecnologia 3D procede a passi da gigante e le stampanti a tre dimensioni possono creare oggetti di vario tipo che vanno dai giocattoli al cibo. Adesso anche vene e arterie artificiali. Un team di ricercatori tedeschi del Fraunhofer Institute for Interfacial Engineering and Biotechnology hanno creato, tramite una stampante 3D, dei vasi sanguigni che possono essere usati immediatamente per il trapianto di organi sviluppati in laboratorio. Con la stampante 3D vengono realizzati oggetti tridimensionali utilizzando strati successivi del materiale prescelto e, nel caso delle vene, tramite una tecnica chiamata “polimerizzazione multifotonica”. È stato così realizzato un materiale solido, ma al tempo stesso elastico, che consente ai ricercatori di produrre vasi sanguigni che possono interagire con tessuti umani normali senza rischio di rigetto. Per Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” l’importantissima scoperta rappresenta un’autentica svolta nella ricerca medica, in particolare nella realizzazione di tessuti artificiali destinati agli uomini, superando un grosso ostacolo che finora si accaniva sulla scienza medica: la fornitura di sangue ai tessuti artificiali che, fino a ieri, impediva la possibilità di trapianti di organi sviluppati in laboratorio. Inoltre costituisce un monito al governo italiano che in virtù di vetusti ed obsoleti pregiudizi di facciata ed in nome di una ipocrita etica ha costretto il mondo della ricerca medica italiana ad un brutto arresto, con una drastica riduzione degli investimenti nel settore e con la creazione di norme ad hoc, quali per esempio la legge 40 del 2004 che hanno costretto ad un brutto stop gli studi scientifici italiani di settore. In nome della salute e del benessere dei cittadini, alla luce dei progressi che si stanno susseguendo anche in stati confinanti e della stessa Unione Europea chiediamo a gran voce un cambio di rotta urgente da parte del Nostro Paese, perché la ricerca nel campo biomedico non può e non deve essere fermata.  
   
   
GLI ESPERTI: “VACCINAZIONE E CORRETTA INFORMAZIONE PER PROTEGGERE ANCHE GLI ADULTI”  
 
Roma 21 Marzo 2012 – In Senato, alla presenza di Istituzioni e Clinici, resi noti i risultati della ricerca ‘Anziani ma non troppo: indagine sulla percezione delle vaccinazioni, della polmonite pneumococcica e della sua prevenzione’ condotta dal Censis, con il supporto di Pfizer. Tra i dati emersi sulla conoscenza e propensione alla vaccinazione contro la polmonite da pneumococco negli adulti e negli anziani italiani si è evidenziato come non sempre l’accesso all’informazione si traduca in reale conoscenza e crei consapevolezza rispetto a obiettivi di prevenzione. È vero che la polmonite costituisce una patologia ben nota ai 50-80enni italiani (96,0%), che ne conoscono appieno la potenziale letalità (91,0%) e la lunghezza dei tempi di recupero (76,8%), ma risultano ignorati alcuni importanti fattori di rischio, in particolare l’età avanzata (citata in sesta posizione nella graduatoria formata sulla base della frequenza di risposte da poco più della maggioranza, il 59,8%) e la presenza di patologie croniche (42,7%), così come alcune conseguenze delle polmoniti più gravi (setticemia/peritonite e meningite, indicate come complicanze rispettivamente dal 17,5% e dall’11,9%). “Come Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione non possiamo che essere promotori e allo stesso modo di supporto ad iniziative come questa. È indispensabile, infatti, che vengano fatte ricerche che possano testimoniare se e quanto la popolazione italiana si renda conto dei rischi che alcune malattie possano recare.” Ha spiegato il Sen. Antonio Tomassini, Presidente Xii Commissione Igiene e Sanità del Senato e Presidente dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. “È altresì importante che si faccia seguito a tutto ciò con Campagne di prevenzione mirate che evitino che una malattia come la polmonite possa ancora essere una patologia così frequente”. Ha aggiunto il Senatore Tomassini. Sull’aspetto della scarsa conoscenza della vaccinazione pesa senz’altro la qualità delle informazioni a disposizione: va segnalato che l’esperienza e la consuetudine alla vaccinazione annuale contro l’influenza incidono sull’attenzione nei confronti della vaccinazione contro lo pneumococco. Il 46,2% di coloro che si vaccinano ogni anno per l’influenza manifesta interesse nei confronti della vaccinazione anti-polmonite pneumococcica, mentre il dato scende al 18,8% per coloro che non vi si sono mai sottoposti, a fronte di una media di interessati che supera di poco il 30% del campione. “L’opportunità che ci viene offerta da un nuovo vaccino per la prevenzione delle polmoniti da pneumococco va assolutamente sfruttata con Campagne vaccinali in cui tutte le componenti, dalla sanità pubblica, ai medici di medicina generale e ai medici specialisti devono impegnarsi a raggiungere obiettivi di copertura vaccinale nella popolazione adulta che siano almeno paragonabili a quelli della vaccinazione antiinfluenzale. Pertanto la ricerca scientifica e l’organizzazione della medicina del territorio e di sanità pubblica sono le armi vincenti per prevenire le polmoniti in età adulta, tuttora troppo sottovalutate”. Ha detto Michele Conversano, Presidente Designato della Società Italiana di Igiene (Siti). Di sicuro nella facilitazione al raggiungimento di un simile obiettivo gioca un ruolo importante il fatto che il nuovo vaccino anti-pneumococco ha il vantaggio di essere somministrato in un’unica dose che garantisce una produzione di anticorpi sufficientemente elevata e un’immunità di lunga durata. Grandi aspettative sono riposte nella funzione informativa del medico di medicina generale: il 75,5% lo indica come la fonte d’elezione per reperire maggiori informazioni sulla vaccinazione, mentre l’80,4% afferma che l’indicazione del proprio medico curante farebbe scattare l’interesse nei confronti della vaccinazione antipneumococcica. “Si tratta di un’indicazione importante: nel mare spesso generico dell’informazione sanitaria e a fronte del prevalere della dimensione soggettiva dell’auto percezione della propria condizione, il riferimento autorevole al proprio medico si delinea come un elemento strategico nell’adozione consapevole di reali strategie individuali di promozione della salute”. Ha raccontato e concluso la dottoressa Concetta Maria Vaccaro, Responsabile Welfare del Censis. Indagine Censis sulla percezione delle vaccinazioni e della polmonite nell’adulto - L’indagine si è posta l’obiettivo di analizzare la diffusione delle conoscenze sulla polmonite e verificare il livello di sensibilizzazione e di fiducia riposta nella prevenzione vaccinale. La polmonite costituisce una patologia ben nota ai 50-80enni italiani (96,0%), che ne conoscono appieno la potenziale letalità (91,0%) e la lunghezza dei tempi di recupero (76,8%), anche grazie alla condivisione di una accezione popolare che traspare dalle conoscenze dichiarate dagli intervistati. Di essa, tuttavia, ignorano alcuni importanti fattori di rischio, in particolare l’età avanzata (citata in sesta posizione nella graduatoria formata sulla base della frequenza risposte da poco più della maggioranza, 59,8%) e la presenza di patologie croniche (42,7%), così come alcune conseguenze particolarmente pericolose delle polmoniti più gravi (setticemia/peritonite e meningite, citate come complicanze rispettivamente dal 17,5% e dall’11,9%). Nonostante sia diffuso il senso della pericolosità della patologia, solo il 41,6% dei 50-80enni italiani è consapevole dell’esistenza del vaccino contro la polmonite provocata da Pneumococco e una percentuale ancora inferiore (31,4%) esprime interesse verso questa forma di prevenzione. La scarsa conoscenza del vaccino è sicuramente imputabile alla qualità delle informazioni a disposizione: anche quanti sono avvertiti dell’esistenza della terapia vaccinale hanno un quadro confuso dei potenziali destinatari e tendono a sottovalutare l’indicazione per gli anziani. Un deficit per ovviare al quale gli intervistati ritengono fondamentale il ruolo del medico di medicina generale: il 75,5% lo richiama come la fonte d’elezione per reperire maggiori informazioni sulla vaccinazione. A favorire il disinteresse si aggiunge un sentimento diffuso di alterità dei 50-80enni italiani nei confronti della patologia. Gli intervistati, infatti, pur riconoscendone la gravità, sottovalutano in larghe quote il nesso causale tra indebolimento delle difese immunitarie provocato dall’avanzamento anagrafico (poco meno della metà del campione è convinto che l’età costituisca certamente un fattore di rischio per la salute) e la possibilità di contrarre la patologia (il 60% circa di quanti si dicono non interessati al vaccino lo fanno poiché non si percepiscono come soggetti a rischio).Un atteggiamento che si ‘salda’ al rifiuto di “sentirsi anziani” che la maggioranza del campione esprime: è l’85,1% dei 50-80enni intervistati a rigettare tale etichetta, una consapevolezza condivisa anche da coloro che sono più in là con gli anni e dai più fragili (il 67,2% 71-80enni e il 79,9% di chi soffre di una patologia cronica). I 50-80enni italiani si percepiscono, infatti, generalmente in salute (il 16,6% valuta ottimo il proprio stato di salute e il 63,4% buono anche se con qualche piccolo disturbo) e sebbene riconoscano che l’insorgenza di un problema di salute possa rappresentare l’evento soglia di accesso alla vecchiaia (52,2%), tale eventualità non sembra catalizzare le loro preoccupazioni (il 24,4% a fronte del 36,2% che si dichiara sereno). Un atteggiamento che, se da un lato è indice di un approccio positivo, dall’altro può provocare pericolose sottovalutazioni. La dimensione soggettiva, prevalente anche nella terza età e nella stessa auto-percezione del proprio stato di salute, spiega perché gli italiani over50, pur riconoscendo in circa un caso su due che l’avanzare dell’età predispone a una maggiore incidenza di malattie infettive, si sentano in larga misura lontani da una condizione di rischio e non si identifichino pertanto come possibili destinatari di una vaccinazione per una patologia di cui pure riconoscono la pericolosità. Polmonite e Pneumococco: patologie, età e fattori di rischio - Che cos’è? La polmonite è la malattia dei polmoni e del sistema respiratorio in cui gli alveoli polmonari si infiammano e si riempiono di liquido, ostacolando la funzione respiratoria. La polmonite può essere di origine virale oppure batterica. I batteri più frequentemente responsabili della polmonite sono lo Streptococcus pneumoniae (causa del 20-60% di tutte le polmoniti), l´Haemophilus influentiae, il Mycoplasma pneumoniae e la Legionella pneumophila. Lo pneumococco è in assoluto il patogeno più frequentemente implicato nelle polmoniti, in qualunque fascia d’età e setting di pazienti (non ospedalizzati, ospedalizzati o in terapia intensiva). I numeri della polmonite - Secondo i dati sulla mortalità pubblicati dall’Istat, nel 2008 sono morte per polmonite 6.905 persone con più di 65 anni [1]. Secondo i dati riportati dal Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero, nel 2009 ci sono stati 134.220 soggetti dimessi per polmonite: di questi circa l’80% erano soggetti con più di 65 anni. Nel 2009 la polmonite ha rappresentato la 6° causa di ospedalizzazione in Italia. [2] Il costo stimato per il Servizio Sanitario Nazionale è di circa 500 milioni di euro[3]. Le stime indicano un’incidenza annuale di 1,69 casi negli uomini e 1,71 casi nelle donne ogni 1.000 abitanti[4]. Quali sono le conseguenze? La polmonite può comportare gravi complicanze negli anziani fino al decesso: è comune infatti che a seguito di una polmonite grave intervengano insufficienza respiratoria, insufficienza cardiaca (il cuore non riceve più sangue propriamente ossigenato) e da questo uno shock cardio-circolatorio. L’infezione nel sangue può inoltre degenerare in setticemia. Quali sono i sintomi della polmonite batterica e come si effettua la diagnosi? Nelle polmoniti batteriche i germi si moltiplicano negli alveoli polmonari dando il via a un processo infiammatorio che porta alla formazione di essudati (liquidi infiammatori), la cui presenza provoca una riduzione dell’ossigenazione del sangue. In persone con malattie polmonari croniche la conseguenza è la dispnea (fiato corto), tanto maggiore quanto più è ampia l’area interessata. Altri segnali precoci e tipici delle polmoniti batteriche sono la tosse e la febbre. Nell’effettuare la diagnosi si nota nella radiografia delle forme batteriche un tipico imbiancamento dell’area interessata, per la presenza di essudato che filtra i raggi X. Sono inoltre possibili alcuni test: coltura dell’espettorato, emocoltura, ricerca dell’antigene urinario e test più sensibili come le metodiche di biologia molecolare. Polmonite Pneumococcica Batteriemica - La polmonite pneumococcica Batteriemica è così definita perché l’infezione causata dal batterio pneumococco non resta confinata ai polmoni, ma sconfina nel sangue, e tramite questo può compromettere altri tessuti. Circa l’80% delle patologie gravi causate dallo pneumococco negli adulti/anziani sono polmoniti batteriemiche[5]. Gli studi clinici pubblicati in letteratura, volti a verificare l’agente patogeno responsabile delle polmoniti gravi, riportano che: · lo pneumococco è il patogeno più frequentemente implicato nei pazienti con polmoniti ricoverati in terapia intensiva[6] · la polmonite pneumococcica rimane la forma più comune di polmonite comunitaria associata a batteriemia – fino al 60% dei casi associata a infezione nel sangue Dal momento che l’emocoltura (il test per verificare la presenza di batteri nel sangue) nelle persone ammesse in ospedale con sospetto di polmonite non viene effettuata di routine, gran parte di queste forme possono essere identificate come polmoniti, ma non vengono attribuite con certezza allo pneumococco e definite come batteriemiche, perché non se ne verifica la presenza nel sangue. Lo pneumococco è un batterio che tutti noi ospitiamo nel naso-faringe in una convivenza generalmente innocua. A seconda del tipo di zuccheri presenti sulla sua superficie, esistono circa 90 sottotipi di questa tipologia di batterio, alcuni più inoffensivi, altri più predisposti a innescare malattie. Patologie - Il batterio colpisce sostanzialmente due fasce di età: i bambini fino ai 5 anni, e gli adulti a partire dai 50 anni, in cui aumenta la frequenza con cui lo pneumococco diffonde dal naso-faringe verso i polmoni, le orecchie e le meningi cerebrali innescando patologie diverse, tra cui le più frequenti: · la meningite, soprattutto nei bambini · la polmonite, soprattutto negli anziani · le otiti, tipiche dei bambini. Fattori di rischio - Lo pneumococco innesca patologie più facilmente in quelle persone che hanno difese immunitarie più deboli a causa di: · particolari età legate a difese immunitarie non ottimali, come i bambini piccoli e gli ultra65enni · fumo · malattie croniche cardiovascolari, come l’ipertensione e lo scompenso cardiaco · il diabete · malattie croniche polmonari, come la bronchite cronica (Bpco), o l’asma · malattie croniche renali, come nefriti, nefrosi o insufficienza renale · malattie croniche epatiche, come cirrosi ed altre conseguenze da abuso di alcool asportazione o malfunzionamento della milza.  
   
   
L´APPROCCIO WIRELESS ALLA FIBROSI CISTICA: TOBI PODHALER, L’INNOVATIVA TERAPIA PORTATILE E, PER L´ATTIVITÀ FISICA, L’HI-TECH!  
 
Milano, 21 marzo 2012 - Arriva in Italia la prima terapia wireless a base di tobramicina, farmaco di riferimento per i le persone affette da fibrosi cistica, la più diffusa tra le patologie genetiche gravi, che conta in Italia circa 5.000 pazienti. La nuova terapia per le infezioni croniche da Pseudomonas Aeruginosa si assume in 5 minuti, contro i 20 richiesti dalla soluzione per aerosol (senza contare il tempo per preparare il nebulizzatore e disinfettarlo dopo ciascun utilizzo, assente per il dispositivo wireless). In un ciclo di terapia di 4 settimane, Tobi Podhaler “regala” ai pazienti 13 ore di tempo libero . Il dispositivo tascabile dura una settimana, non ha bisogno di essere disinfettato e, poiché l’erogazione del farmaco avviene in ambiente secco, riduce il rischio di re-infezioni batteriche. Inoltre non richiede alimentazione elettrica esterna e non contiene componenti elettroniche: è il primo dispositivo wireless per la terapia delle infezioni da Pseudomonas Aeruginosa, che allevia il carico terapeutico dei pazienti con fibrosi cistica. Infatti la terapia “ruba” oltre due ore al giorno ai pazienti affetti da fibrosi cistica , a prescindere dalla gravità e dall´età: farmaci assunti per inalazione e per via orale, ed esercizi di fisioterapia, che si riflettono su una mancata aderenza alla terapia. “La non adeguata compliance è un problema serio per i nostri pazienti” - commenta il Prof. Giuseppe Magazzù , Presidente della Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica: " Il team di specialisti che si prende carico dei pazienti cerca di abituare i bambini fin da piccoli a seguire ogni componente della terapia, che è fondamentale per permettere di vivere una vita quanto più normale possibile. Ma non tutti ci riescono. Alcuni seguono la terapia a fondo solo quando sono ricoverati. La mancanza o la scarsa aderenza alla terapia si riflette inevitabilmente in un peggioramento delle condizioni di salute". E riducendo significativamente il tempo del trattamento, la prima tobramicina in polvere, oltre a migliorare la qualità della vita dei pazienti, mira anche a incrementare l’aderenza alla terapia e, conseguentemente, ridurre il numero di ricadute di infezioni polmonari. Inoltre l’innovativo device wireless, unitamente alla speciale formulazione della polvere di tobramicina, permette di depositare nei polmoni una frazione di farmaco tre volte superiore a quella raggiunta con la medesima terapia per aerosol. ־ Infatti, rispetto alle tradizionali polveri inalatorie, le particelle cave e porose di farmaco, ottenute grazie alla tecnologia Pulmosphere, si muovono ad una velocità inferiore, superando più facilmente l’orofaringe e distribuendosi con maggiore profondità nelle basse vie aeree. Secondo il Prof. Magazzù: La terapia antibiotica inalatoria rappresenta un salto di qualità per le persone affette da fibrosi cistica; il nuovo dispositivo riduce significativamente il tempo di assunzione della terapia, permette di avere una maggiore diffusione di farmaco nei bronchi e nei polmoni e rende possibile, per chi lo impiega, vedere subito se ha utilizzato tutto il farmaco e se lo ha inalato correttamente. Grazie a queste caratteristiche, ci aspettiamo che questa nuova formulazione incrementi l´aderenza alla terapia, che è uno dei nostri obiettivi principali". A questo cambio di prospettiva nella gestione della terapia per la fibrosi cistica, se ne aggiunge uno sul fronte dell’attività fisica, ambito fondamentale nella gestione di questa patologia. Parte Vivi Wireless, iniziativa nata dalla collaborazione della Lega Italiana Fibrosi Cistica e Novartis, che offre ai pazienti affetti da fibrosi cistica una modalità innovativa di effettuare l’esercizio fisico, aggiungendo una componente ludica, più coinvolgente e con uno strumento wireless, che amplifica la libertà di movimento. Grazie a Vivi Wireless i pazienti potranno integrare la fisioterapia con appositi esercizi della innovativa console Xbox Kinect, di cui saranno dotati 30 centri per la fibrosi cistica d’Italia. Franco Berti, Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica, ha affermato: "Ci auguriamo che molti di coloro che oggi non praticano adeguata attività fisica, possano trovare utile questo nuovo strumento. Wireless sta proprio per richiamare i concetti di libertà, di autonomia e di lievità, traguardi auspicabili, ma non sempre facili da raggiungere per chi è affetto da fibrosi cistica." E la Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica, che incoraggia i propri pazienti ad una regolare attività fisica , ha supportato l’iniziativa Vivi Wireless, grazie al Gruppo Fisioterapisti, che in una fase pilota ha valutato l’uso delle console Kinect per praticare gli esercizi, elaborando raccomandazioni ad hoc sulle modalità di utilizzo. Novartis, da sempre attenta alla qualità della vita dei pazienti, ha aderito con entusiasmo a questo progetto, perché – con le parole di Philippe Barrois, Amministratore Delegato e Country President di Novartis in Italia – “Analogamente all’innovazione rappresentata da Tobi Podhaler, Vivi Wireless offre ai pazienti un cambio di prospettiva nella gestione della fibrosi cistica con una modalità più coinvolgente e motivante. La fibrosi cistica rappresenta un’area di forte impegno per la nostra ricerca, che ha in studio diversi progetti, per molecole che potrebbero non solo controllare la malattia ma addirittura modificarla”. I pazienti, interessati a proseguire la prova a casa, potranno usufruire della convenzione che Microsoft ha stretto con la Lega Italiana Fibrosi Cistica, e che permetterà ai soci della Lega di acquistare la console Xbox Kinect a prezzo agevolato. Tutte le informazioni sul progetto sono disponibili su  www.viviwireless.It   
   
   
FIRMATO DA ZAIA E SCARANO PROTOCOLLO IN MATERIA DI VIGILANZA IN SANITA’ E SOCIALE. REGIONE VENETO E PROCURA DELLA CORTE DEI CONTI OPERERANNO IN STRETTA COLLABORAZIONE. ZAIA, “VOGLIAMO ESSERE UN PALAZZO DI CRISTALLO”  
 
 Venezia, 21 marzo 2012 - Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ed il Procuratore Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti del Veneto Carmine Scarano hanno firmato ieri a Venezia un protocollo d’intesa attraverso il quale le due Istituzioni collaboreranno in materia di vigilanza nei settori della sanità e del sociale. L’accordo prevede che la Procura possa avvalersi della struttura regionale per l’attività ispettiva e vigilanza nella sanità e nel sociale, collocata dal 2010 in capo al Consiglio regionale, per lo svolgimento di specifiche attività d’indagine, utilizzando lo strumento della delega, attraverso il quale gli uomini dell’ispettivo regionale compiranno gli adempimenti istruttori richiesti dalla Procura. La Procura delegherà l’ispettivo regionale di volta in volta a compiere gli atti relativi ad una specifica indagine, fornendo alla struttura le informazioni ritenute utili agli accertamenti. Una volta concluso il lavoro, il dirigente dell’ispettivo regionale ne trasmetterà gli esiti alla Procura, dandone comunicazione ai presidenti di Giunta e Consiglio regionale. “Vogliamo essere un palazzo di cristallo – ha sottolineato Zaia – e per farlo non esitiamo a mettere le strutture regionali a disposizione delle Istituzioni di controllo e delle forze dell’ordine. L’ente Regione si mette volentieri sotto i riflettori, condividendo un progetto che è prima di tutto di trasparenza e di legalità. Ringrazio il Procuratore Scarano per aver aderito a questo accordo, grazie al quale l’amministrazione regionale raggiungerà nuovi obiettivi di efficienza attraverso il controllo”. Secondo il Procuratore Scarano, “questo accordo ha molteplici aspetti positivi anche per la Corte dei Conti, che potrà avvalersi di una struttura ispettiva competente come quella della Regione, dalla quale viene un importante segnale di efficienza nei controlli in un settore dove si concentra la maggior parte della spesa regionale e, di conseguenza è più elevata che in altri la possibilità che qualcosa non funzioni”.  
   
   
TOSCANA: NUOVI OSPEDALI, PER L’AUTORITÀ DI VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI PROCEDURE CORRETTE, OTTIMA QUALITÀ E COSTI IN LINEA  
 
Firenze, 21 marzo 2012 – Grande attenzione alla qualità dei materiali, standard elevati e controlli puntuali sulla sicurezza nei cantieri. Subappalti ampiamente nei limiti ammissibili. Aumento dei costi dovuto alla scelta di impegnare investimenti aggiuntivi per rendere gli ospedali ancora più funzionali e all’avanguardia e non dovuto ad errori di progetto, né tanto meno ad un non corretto trasferimento dei rischi di impresa dal soggetto privato a quello pubblico. Contenuta la dilatazione dei tempi, laddove c’è stata, e comunque giustificata. Lo dice l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici a proposito dei quattro nuovi ospedali toscani in costruzione a Massa, Lucca, Prato e Pistoia, una tra le più grandi opere di edilizia ospedaliera affidata in concessione in Italia negli ultimi anni, un investimento di oltre 650 milioni di cui 400 circa, coperti con un contributo pubblico di 265, riguardano i costi di costruzione e gli oneri annessi. La delibera dell’Autorità, approvata il 25 gennaio scorso, contraddice in più punti le conclusioni della Commissione parlamentare sugli errori in sanità presieduta da Orlando e spazza via le ombre gettate di recente sulla costruzione dei quattro presidi, quando non fossero state sufficienti le 23 cause in questi anni vinti dal Sior, con pronunce positive del Tar della Toscana, del Consiglio di Stato, del presidente della Repubblica in sede di ricorso straordinario, della Corte di Cassazione, del tribunale penale di Prato e dell’Unità tecnica di finanza di progetto con con sede a Roma. “Il giudizio che l’Autorità ha emesso dopo una accurata ispezione svolta dai suoi tecnici sui cantieri nel settembre dello scorso anno è più che positivo – sottolinea il presidente della Toscana, Enrico Rossi – e fa giustizia di critiche e attacchi strumentali e basati su dati inesatti. Invieremo formalmente la relazione anche alla Commissione parlamentare sugli errori in sanità presieduta da Orlando, il cui rapporto fu allora votato dal solo centro destra”. Lo scorso settembre l’Autorità indipendente di vigilanza sui contratti pubblici, che ha sede a Roma ed è composta da sette membri nominati d’intesa dai presidenti di Camera e Senato, ha inviato i propri esperti alla Asl di Pistoia e alla Asl di Prato, dove ha sede il Sior, la società interaziendale costituita per gestire la realizzazione dei quattro nuovi ospedali toscani e sui cantieri di tutti e quattro i nuovi ospedali. Un’ispezione d’ufficio, per verificare il rispetto di norme e procedure sull’organizzazione dei cantieri, la trasparenza e concorrenza, i tempi di realizzazione e i costi, il sistema delle penali e lo stato dell’arte. Gli esiti dell’ispezione, salutati con soddisfazione dalla Regione, stanno tutti nella delibera che il Consiglio dellAutorità ha adottato alla fine di gennaio e spedito al Sior il 5 marzo: diciassette pagine fitte, ricche di dettagli e valutazioni. Standard elevati e procedure conformi - Tecnici ed esperti sottolineano anzitutto un’elevata organizzazione del controllo di qualità sui materiali usati e sull’organizzazione dei cantieri. Poi rilevano che il procedimento seguito dal Sior per l’affidamento della concessione è stato “conforme alla normativa sugli appalti pubblici”. Per la Commissione parlamentare invece il Sior e la Regione Toscana avrebbero “derogato alle rigorose norme del codice degli appalti e limitato la concorrenza” e ci sarebbe stata una “fase di stallo” nel procedimento di adozione del progetto esecutivo. Subappalti corretti - Corrette anche le procedure di subappalto. Per l’Autorità non solo il ricorso all’istituto dell’autorizzazione è legittimo, ma sono corrette le percentuali applicate, che oscillano dal 30 al 100 per cento a seconda della prevalenza ad alta o bassa specializzazione delle opere, mentre per la Commissione parlamentare “nella costruzione dei quattro ospedali non sarebbero state rispettate dal Sior tutte le regole che disciplinano le procedure di affidamento, con particolare riferimento ai limiti percentuali previsti dalla legge”. I costi - La stessa Commissione parlamentare aveva sostenuto che, dopo la gara per la scelta del soggetto a cui affidare la concessione, “il Sior sarebbe stato sollecitato a ripristinare costi più elevati e pertanto più convenienti per il concessionario”. Per l’Autorità il parziale aumento dei costi è solo la conseguenza dell’inevitabile rivisitazione del progetto in sede di conferenze dei servizi: maggiori oneri per la sicurezza, la progettazione antisismica e il risparmio energetico imposti da nuove e più recenti norme al riguardo. C’è stato poi anche un ripensamento sull’organizzazione complessiva degli spazi, a seguito della sperimentazione condotta sugli ospedali che già esistono in Toscana e che ha portato all’ideazione di un nuovo modello in cui i pazienti non si spostano più da un reparto all’altro ma sono i diversi servizi clinici a farlo “intorno” al paziente. Anche questo ha influito nella revisione del piano economico e finanziario. Ma se l’investimento è cresciuto, sono migliorati anche gli ospedali. Quanto ai ritardi nella consegna dei lavori dovuti al contenzioso sull’aggiudicazione, solo per l’ospedale di Massa si è tradotto in un aumento dei costi. L’associazione temporanea di impresa che ha avuto la concessione per la realizzazione dell’opera ha chiesto un adeguamento di 3 milioni e mezzo. Ma tutto questo rientra nella procedure previste dalla legge. La tempistica - Le ultime considerazioni riguardano i tempi di realizzazione delle opere, con ritardi, laddove ci sono, tutto sommato contenuti a giudizio dell’Autorità, visti anche i ricorsi e gli imprevisti in corso d’opera. Per gli esperti di Roma non ci sarebbero infatti scostamenti significativi rispetto alle convenzioni di concessione: Massa-carrara a parte, dove il cantiere si è aperto con quasi un anno di ritardo a causa della necessità di procedere alla bonifica del sito. Gli ospedali di Pistoia e Prato si trovano in uno stato più avanzato: a luglio dell’anno scorso erano al 43 e 42 per cento dell’opera, oggi sono al 70 per cento. Per Lucca (l’anno scorso al 30 % ed oggi al 50) c’è stato l’intoppo dei resti archeologici trovati durante lo scavo e la necessità di spostare alcuni volumi. Massa, sempre a luglio del 2011, era al 9 per cento. Ma il ritardo sul cronoprogramma di due ospedali su quattro viene giudicato dall’Autorità contenuto e in ogni caso giustificato da cause di forza maggiore. L’autorità annota anche che, “pur in presenza di continui ricorsi, è stato impiegato un solo anno per arrivare all’aggiudicazione della concessione”. Un riconoscimento all’efficienza degli uffici della Regione e delle Asl. Chiesti 64 milioni di risarcimento - Aziende sanitarie che hanno intrapreso nel frattempo anche un’azione civile di risarcimento per i danni subiti. Il Sior e le singole Asl hanno infatti chiesto al Cts, il raggruppamento di imprese perdente che ha avviato i ricorsi, 61 milioni e mezzo di euro per danni patrimoniali e no. Altri 2 milioni e mezzo sono stati chiesti al deputato Lucio Barani per danno all’immagine, a seguito di un’azione risarcitoria avviata per diffamazione.  
   
   
TOSCANA: H4, LA NUOVA FORMULA PER L’ASSISTENZA OSPEDALIERA. LA SCHEDA DEI QUATTRO OSPEDALI  
 
 Firenze, 21 marzo 2012 – La realizzazione delle quattro nuove strutture ospedaliere di Prato, Pistoia, Lucca e Apuane è la più grande opera di edilizia ospedaliera realizzata in Italia negli ultimi anni. Un progetto di assoluto rilievo, con standard elevati dal punto di vista architettonico, assistenziale, tecnologico e funzionale. Per realizzarlo la Regione si è avvalsa del project financing. Efficacia, funzionalità, comfort e sicurezza sono i quattro punti di forza del progetto. “Gli ospedali, di nuova concezione per struttura, tecnologia, organizzazione e funzione – spiega l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – sono pensati e programmati per i casi acuti e più complessi, secondo il modello organizzativo per intensità di cura, per offrire risposte personalizzate ai diversi bisogni di cura e assistenza del paziente. Chi verrà ricoverato, sarà informato, guidato e assistito in un ambiente rassicurante e confortevole. E gli sarà garantito un adeguato livello di privacy”. Elemento guida dell’organizzazione è la centralità della persona e il suo benessere. Ogni degente avrà medici e infermieri che garantiranno un tutoraggio continuativo per tutta la durata del ricovero. L’alta tecnologia della diagnostica e delle terapie contribuiscono a assicurare una sempre maggiore qualità delle cure. Le strutture sono circondate da una vasta superficie verde, sulla quale sono stati organizzati i percorsi pedonali, i giardini e i parcheggi. Apuane: 360 posti letto, 12 posti osservazione intensiva breve, 30 posti dialisi, 10 sale operatorie, 4 sale travaglio, 3 sale parto, Inizio lavori: settembre 2011 – Fine lavori: marzo 2014, Fine collaudi: settembre 2014 – Inizio attività: novembre 2014. Lucca: 410 posti letto, 20 posti osservazione breve intensiva, 38 posti dialisi, 11 sale operatorie, 6 sale travaglio, 4 sale parto, Inizio lavori: maggio 2010 – Fine lavori: novembre 2012, Fine collaudi: maggio 2013 – Inizio attività: settembre 2013. Pistoia: 400 posti letto, 20 posti osservazione intensiva breve, 26 posti dialisi, 10 sale operatorie, 5 sale travaglio, 3 sale parto, Inizio lavori: maggio 2010 – Fine lavori: settembre2012, Fine collaudi: marzo 2013 – Inizio attività: luglio 2013. Prato: 540 posti letto, 20 posti osservazione breve intensiva, 40 posti dialisi, 13 sale operatorie, 6 sale travaglio, 4 sale parto, Inizio lavori: maggio 2010 – Fine lavori: novembre 2012, Fine collaudi: maggio 2013 – Inizio attività: settembre 2013. Elementi economico-finanziari del progetto dei 4 Nuovi Ospedali
Progetto preliminare a base di gara Progetto esecutivo Differenza Rapporto
Durata concessione 20 anni 19 anni e 2 mesi 9 mesi e 26 giorni - 4%
Costo Regione Toscana 289.600.000 euro 265.749.082 euro - 23.850.817 euro - 8%
Tempo esecuzione 4 anni 4 anni e 10 mesi + 10 mesi e 7 giorni + 21%
Riduzione tariffe 100% 90% - 10% - 10%
Canone 52.000.000 euro 48.566.655 euro - 3.433.344 euro - 10%
 
   
   
PROGRESSI NELLA NANOFILTRAZIONE DI SOLVENTI ORGANICI  
 
Cetraro, 21 marzo 2012 Dal 23 al 25 aprile 2012 si svolgerà a Cetraro, in Italia, un workshop dal titolo "Progresses in organic solvent nanofiltration" (Progressi nella nanofiltrazione di solventi organici). L´evento esplorerà tutti gli aspetti rilevanti della nanofiltrazione di solventi organici, in particolare i progressi nelle operazioni a membrana per la purificazione di composti bioattivi in sistemi non acquosi e la loro formulazione finale. Il workshop è organizzato come parte del progetto Nemopur ("New molecular purification technologies for pharmaceuticals production"), finanziato dall´Ue. Nemopur riunisce nove istituzioni partner europee e si concentra sulla creazione di una nuova generazione di tecnologie di depurazione molecolare per la produzione di principi attivi farmaceutici. Per ulteriori informazioni, fare clic: https://workspace.Imperial.ac.uk/molecularpurification/public/
announcement2nemopur.pdf
 
 
   
   
LIGURIA, PIASTRA AMBULATORIALE EX OSPEDALE MARTINEZ: SOSPENDERE INVESTIMENTI IN EDILIZIA SANITARIA PER GARANTIRE SERVIZI SALVAVITA  
 
 Genova, 21 Marzo 2012 - “Rivedere tutti gli investimenti in edilizia sanitaria che non sono ancora partiti per individuare le risorse da destinare ad interventi urgenti come le sale operatorie dell’ospedale San Martino di Genova”. Lo ha detto l’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo ieri a margine del consiglio regionale agli abitanti di Pegli che rivendicavano la realizzazione della piastra ambulatoriale presso l’ex ospedale Martinez, ribadendo quanto esposto alcuni giorni addietro all’assemblea del Municipio di Voltri. “Da tre anni i fondi nazionali per gli investimenti in edilizia sanitaria sono bloccati - ha ricordato l’assessore Montaldo - a questo punto dobbiamo reperire risorse affinché l’ospedale San Martino rifaccia le sale operatorie di cardiochirurgia per poter salvare la vita a circa 700 persone ogni anno. Il programma per l’edilizia sanitaria potrà essere ripreso non appena si rimetteranno in moto gli investimenti nazionali. Comunque non è in discussione la continuità dei servizi che oggi vengono svolti al Martinez che verranno garantiti lì o altrove”.  
   
   
MEDVITAL: IL 26 MARZO RELAZIONE SULL´OSTEOPOROSI A BOLZANO  
 
Bolzano, 21 marzo 2012 - Lunedì 26 marzo alle ore 20.00, presso la "Haus der Kultur W.v.vogelweide" a Bolzano, inizia il ciclo di convegni “Med Vital” (ex Minimed) con una relazione sull’osteoporosi a cura degli specialisti Armin Maier e Cristina Tomasi. L´ingresso è libero. Il ciclo di conferenze Med Vital offre a tutti l’opportunità di ottenere informazioni mediche e scientifiche di prima mano e consigli preziosi per la propria salute. Il primo convegno sull’osteoporosi avrà luogo lunedì 26 marzo alle ore 20.00 presso l´"Haus der Kultur W.v. Vogelweide” a Bolzano. I referenti sono Armin Maier, direttore dell’ambulatorio reumatologico di Bolzano, e Cristina Tomasi, specialista di medicina interna e angiologia. Il ciclo di conferenze reca ora il nome “Med Vital”, invece che "Minimed" dal momento che l’organizzazione delle conferenze è stata affidata alla Fondazione Vital. Ma al di là del nome, l’obiettivo è rimasto invariato rispetto alle conferenze divulgative offerte ai cittadini fin dal 2004. L´intento è quello di dare la possibilità al pubblico di ascoltare una serie di consigli utili per difendere la propria salute da parte di noti esperti. Ad avvicendarsi sul podio, infatti, sono medici dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ed esperti della Fondazione Vital. I convegni vengono organizzati dalla Fondazione Vital in collaborazione con l’Assessorato alla famiglia, sanità e politiche sociali della Provincia e l’Azienda Sanitaria. Le serate iniziano alle 20.00 e l’ingresso è sempre gratuito. Gli interventi si tengono in un linguaggio comprensibile per tutti, e sempre con traduzione simultanea nella seconda lingua.  
   
   
SETTORE FARMACEUTICO A CACCIA DI MANAGER TRA LE FIGURE PIÙ RICHIESTE IL RESPONSABILE REGULATORY AFFAIRS, DI REGISTRAZIONI INTERNAZIONALI, DI DIVISIONE PRODOTTI PER IL PUBBLICO. POI LO SPECIALISTA QUALITY ASSURANCE E QUELLO PER LA FARMACOVIGILANZA  
 
Milano, 21 marzo 2012 - Elan International sta cercando 3 specialisti farmacovigilanza, 3 responsabili marketing innovativo, 2 responsabili regulatory affairs, 2 specialisti quality assurance, 1 responsabile divisione prodotti per il pubblico. Per inviare i cv: info@elaninternational.It  Responsabile regulatory affairs, di registrazioni internazionali, di divisione prodotti per il pubblico. Poi lo specialista quality assurance e quello per la farmacovigilanza. Queste le figure più richieste nel settore farmaceutico secondo l’Osservatorio di Elan International, società di executive search. Il responsabile regulatory affairs si occupa di assicurare la registrazione dei farmaci, predisponendo i file di registrazione secondo le normative e le disposizioni di legge nazionali ed internazionali, di mantenere i rapporti istituzionali con le autorità sanitarie e di indirizzare i programmi di sviluppo regolatori in modo da renderli compatibili con la prevedibile evoluzione degli orientamenti delle amministrazioni pubbliche e delle strutture commerciali del Gruppo. E’ chiamato all’elaborazione e sviluppo dei piani regolatori e del relativo budget, con quantificazione di tempi e risorse; al coordinamento e controllo delle attività di preparazione ed assemblaggio dei dossier di registrazione secondo le normative e le leggi vigenti. “Per svolgere questa professione - spiega Giuseppe Cristoferi, managing partner di Elan International - occorre avere un’esperienza di almeno 10-12 anni nel settore farmaceutico, maturata all’interno di contesti internazionali, nelle attività di regulatory affairs e un’esperienza diretta nelle procedure europee di registrazione dei farmaci. La sua retribuzione lorda annua è generalmente tra i 110.000 -120.000 euro”. Il responsabile registrazioni internazionali invece si occupa di assicurare, secondo gli indirizzi definiti dalla direzione aziendale, la registrazione delle specialità farmaceutiche nei mercati in cui l’Azienda non ha una presenza diretta, predisponendo i relativi dossier registrativi, secondo le normative internazionali, e mantenendo gli opportuni rapporti con le autorità sanitarie. Elabora proposte nell’ambito delle linee di sviluppo definite, dei piani regolatori e dei budget annuali della struttura. Coordina e controlla le attività di preparazione ed assemblaggio dei dossier di registrazione relativi ai mercati in cui non c’è una presenza diretta. Fornisce supporto alla direzione aziendale nella valutazione delle priorità di registrazione per le specialità farmaceutiche di competenza. Questa figura deve avere un’esperienza nell’attività di registrazione di specialità farmaceutiche in ambito internazionale di circa 5-7 anni e un’ottima conoscenza della lingua inglese. Per questa posizione è prevista una retribuzione lorda annua mediamente pari a 50.000 – 60.000 euro, con un inquadramento di tipo Quadro. Tra le figure emergenti in questo comparto, degno di nota anche il responsabile divisione prodotti per il pubblico. Questo ruolo ha la responsabilità di assicurare, attraverso il coordinamento delle risorse assegnate, il raggiungimento degli obiettivi commerciali e reddituali per i prodotti da banco, nel rispetto delle normative vigenti. In particolare, alla posizione spetta il coordinamento delle attività in ambito Otc e delle funzioni aziendali in tale ambito, quali, le iniziative promozionali indirizzate al consumatore finale ed al canale distributivo (es. Farmacie, grossisti, cooperative, grande distribuzione). Si occupa inoltre della gestione e amministrazione della forza di vendita sul territorio e degli ordini e del customer service. Elabora proposte delle strategie commerciali (piani di marketing e vendita), definendo obiettivi, programmi, risorse, tempi, termini di pagamento, investimenti e costi. Questa figura deve avere un’esperienza di circa 10-12 anni nel settore farmaceutico Otc in Italia, in particolare nelle attività di marketing e trade marketing, ed esperienza nella gestione di personale di vendita. Specialista Quality Assurance - Tra le figure più richieste nel settore farmaceutico spicca anche lo specialista quality assurance. Sotto la supervisione del responsabile di funzione, tra le sue principali competenze rientrano: il coordinamento dell’iter che coinvolge diverse funzioni di stabilimento, di revisione delle Procedure Operative Standard (Sop), legate a Good Manufacturing Practices/good Distribution Practices (Gmp/gdp); la revisione delle Sop delle consociate estere, caratterizzate da sole attività di marketing; la gestione della documentazione Gmp/gdp e supervisione del corretto svolgimento, da parte delle funzioni aziendali coinvolte, dei processi relativi. Infine, si occupa di revisione della documentazione di produzione e controllo del lotto; del follow-up delle ispezioni ricevute ed effettuate, con proposta e valutazione di azioni correttive, verifica della corretta implementazione delle stesse da parte delle funzioni aziendali coinvolte; la raccolta e una valutazione critica dei dati di analisi e di processo (per esempio convalide, deviazioni), al fine di preparare il Product Quality Review (Pqr). Per svolgere questa professione generalmente occorre avere un’esperienza di almeno 5 anni in ambito Gmp, maturata all’interno di stabilimento farmaceutico o chimico. È indispensabile una laurea scientifica, ad esempio Chimica, Ctf, Biologia, Farmacia, con una conoscenza di buon livello di Gmp, Gdp e della lingua inglese. Specialista Farmacovigilanza - Tra le figure emergenti nel settore farmaceutico c’è infine lo specialista Farmacovigilanza dell’Azienda: ha l’obiettivo di garantire la corretta e tempestiva valutazione della sicurezza e, più in generale, del rapporto rischio/beneficio dei farmaci originali dell’azienda e su licenza, sia in fase di sviluppo sia in commercio. Ha inoltre la responsabilità di assicurare la continuità del servizio, in caso di momentanea assenza del responsabile. In particolare, collabora con il responsabile dell’area nelle attività di mantenimento dei rapporti con le funzioni aziendali interessante e con le aziende licenziatarie e licenzianti ai fini della corretta e tempestiva raccolta ed interpretazione dei dati di sicurezza dei farmaci in ottemperanza alle normative internazionali vigenti. Fornisce inoltre un aggiornamento costante alle funzioni aziendali interessate, sugli aspetti scientifici, comportamentali e normativi in materia di farmacovigilanza. Definisce i processi di gestione delle attività di farmacovigilanza a livello di Sops e Working Guides aziendali; l’analisi del segnale di rischio (Signal detection); l’elaborazione e trasmissione dei rapporti di sicurezza ad autorità competenti, comitati etici e sperimentatori. E’ chiamato alla stesura e analisi, in collaborazione con le altre funzioni aziendali, delle sezioni di competenza della documentazione da sottoporre ad autorità regolatorie e comitati etici (Psur, Annual Safety Report/dsurs e Risk Management Plan, documentazione specifica richiesta da parte delle autorità competenti). Vengono inoltre stilati, da parte dello specialista Farmacovigilanza, dei contratti di farmacovigilanza con parti terze (società Licenzianti/licenziatarie) e viene revisionato il Summary of Product Characteristics (Smpc) e Company Core data Sheet (Ccds) per le sezioni di competenza. Per svolgere questa professione è fondamentale un’esperienza in farmacovigilanza, di circa 5-7 anni, maturata in un’azienda farmaceutica operante a livello europeo. Il titolo di studio richiesto è una laurea preferenziale in Medicina e Chirurgia; in alternativa, altre lauree scientifiche: Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Biologia, accompagnata da un’esperienza in ambito farmacovigilanza superiore a quella del profilo. Sono richieste inoltre un’ottima della lingua inglese e della normativa internazionale in materia di farmacovigilanza.  
   
   
ANSIA, DEPRESSIONE E FOBIE: CINQUE INCONTRI PER CONOSCERLE  
 
Erba, 21 marzo 2012 - Consentire al pubblico di conoscere l’ansia e la depressione è l’obiettivo dei cinque incontri sul territorio lombardo organizzati da Foripsi Onlus attraverso il progetto Fidans. Cinque appuntamenti con i medici di Villa San Benedetto Menni di Albese con Cassano (Co) dedicati ad alcuni dei problemi di cui soffre la società contemporanea: piccole paure, ansia, depressione e panico. Il successo ottenuto con il convegno “Piccole Paure”, che si è svolto lo scorso 29 febbraio a Erba e che ha visto la partecipazione di oltre cento persone, ha dimostrato la voglia di conoscenza delle persone comuni. Per questo motivo il prof. Giampaolo Perna, direttore scientifico e primario del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche di Villa San Benedetto, il suo staff e Foripsi Onlus hanno deciso di organizzare altri cinque seminari in diverse località della provincia di Como. «Credo sia un dovere etico per ogni professionista, soprattutto nel campo della salute mentale, confrontarsi con la popolazione generale con lo scopo di far comprendere alle persone cosa sono i disturbi e come si distingue una condizione normale, seppur fastidiosa da una condizione patologica — dichiara il prof. Perna — E’ molto importante fornire delle istruzioni generali sui trattamenti scientificamente validati e smontare tanti falsi miti che circolano sia sui disturbi mentali, sugli psicofarmaci e le psicoterapie e sugli psichiatri. Molto spesso sono proprio questi falsi miti che ostacolano la richiesta di aiuto di persone con disturbi d’ansia ed emotivi che perdono molti anni, e talvolta addirittura decenni di vita serena. E spesso è proprio l’ignoranza che non permette di comprendere se il trattamento o la diagnosi siano in un ambito di correttezza o siano il semplice frutto dell’opinione di un medico/psicologo o peggio. Un elemento centrale nel mondo moderno è l’eccesso di informazioni non controllate, soprattutto su internet dove non esiste alcun controllo sulle informazioni, su chi le fornisce e sulla loro serietà». I seminari, a ingresso gratuito, si svolgono tutti alle ore 21 proprio per dare la possibilità agli interessati di prendervi parte. Il primo appuntamento è il 28 marzo a Canzo (Co) con il convegno dal titolo “Liberi dall’ansia”; segue l’incontro del 13 aprile a Albavilla (Co) dal titolo “Quelle piccole manie”. A maggio, in data e luogo ancora da definirsi, si parlerà de “La marcia del panico”, a giugno si parlerà di depressione con l’incontro dal titolo “Oltre il buio” e infine a luglio si tornerà a parlare di “Piccole Paure”. Tutti gli incontri saranno aperti da un intervento del prof. Giampaolo Perna e completati con interventi di altri due medici. «Questo ciclo di conferenze aperte al pubblico, che nelle edizioni precedenti hanno riscontrato un notevole apprezzamento dalla popolazione, ha lo scopo di fornire informazioni e stimolare la discussione con il pubblico utilizzando un linguaggio semplice e chiaro ma sempre ricco di contenuti scientifici — evidenzia il prof. Perna — Asse portante della nostra comunicazione è la scienza, unica che può salvaguardare la persona sofferente dagli abusi del pensiero, che permette di identificare aspetti che hanno un fondamento radicato nei fatti da altri che sono il frutto di opinioni personali. I relatori sono professionisti con esperienza nel campo e coinvolti nella ricerca scientifica. La scienza fornisce le regole che sono la cornice in cui si muove la persona con la sua sofferenza, la scienza è quindi necessaria ma non sufficiente per la comprensione umana ma diventa un’indispensabile punto di partenza verso il vero». Durante ogni incontro, al termine degli interventi dei relatori, il pubblico presente potrà partecipare a una discussione sul tema. Calendario Incontri. Mercoledì 28 marzo ore 21.00: c/o Sala Convegno Grande Palazzo Tentorio Via Mazzini 28, Canzo. Titolo convegno: “Liberi dall’ansia”; Intervengono: Prof. Giampaolo Perna, Direttore Scientifico e Primario, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni & Centro Europeo per i Disturbi d´Ansia ed Emotivi - Cedans (Milano) Professore Onorario in Psichiatria e Neuropsicologia, Università di Maastricht (Olanda) . Voluntary Professor in Psychiatry and Behavioral Sciences, University of Miami (Usa). Dr. Giuseppe Guerriero, Psichiatra, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni Dr.ssa Emanuela Folliero, Psicologa-psicoterapeuta, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. Venerdì 13 aprile ore 21.00: c/o Sala Civica Piazza Roma, 1, Albavilla (Co). Titolo convegno: “Quelle piccole manie”; Intervengono: Prof. Giampaolo Perna, Direttore Scientifico e Primario, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni & Centro Europeo per i Disturbi d´Ansia ed Emotivi - Cedans (Milano). Professore Onorario in Psichiatria e Neuropsicologia, Università di Maastricht (Olanda). Voluntary Professor in Psychiatry and Behavioral Sciences, University of Miami (Usa). Dr. Paolo Cavedini, Vice Direttore Scientifico, Aiuto responsabile psichiatria, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. Dr.ssa Monica Piccinni, Psicologa referente, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. Maggio 2012 (luogo e data da definirsi) ore 21.00: Titolo convegno: “La marcia del panico”; Intervengono: Prof. Giampaolo Perna, Direttore Scientifico e Primario, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. & Centro Europeo per i Disturbi d´Ansia ed Emotivi - Cedans (Milano). Professore Onorario in Psichiatria e Neuropsicologia, Università di Maastricht (Olanda). Voluntary Professor in Psychiatry and Behavioral Sciences, University of Miami (Usa). Dr.ssa Tatiana Torti, Psicologa e Psicoterapeuta, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. Dr.ssa Giovanna Vanni, Sovrintendente Psicologia e Psicoterapia, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. Giugno 2012 (luogo e data da definirsi) ore 21.00: Titolo convegno: “Oltre il buio”; Intervengono: Prof. Giampaolo Perna, Direttore Scientifico e Primario, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. & Centro Europeo per i Disturbi d´Ansia ed Emotivi - Cedans (Milano). Professore Onorario in Psichiatria e Neuropsicologia, Università di Maastricht (Olanda). Voluntary Professor in Psychiatry and Behavioral Sciences, University of Miami (Usa). Dr. Carlo Fraticelli, Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria, Ospedale Sant’antonio Abate (Cantù). Dr.ssa Roberta Menotti, Psicologa referente, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. Luglio 2012 (luogo e data da definirsi) ore 21.00: Titolo convegno: “Piccole Paure”; Intervengono: Prof. Giampaolo Perna, Direttore Scientifico e Primario, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. & Centro Europeo per i Disturbi d´Ansia ed Emotivi - Cedans (Milano). Professore Onorario in Psichiatria e Neuropsicologia, Università di Maastricht (Olanda). Voluntary Professor in Psychiatry and Behavioral Sciences, University of Miami (Usa). Dr.ssa Daniela Caldirola, Psichiatra, Coordinatrice di ricerca scientifica, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni. Dr.ssa Tatiana Torti, Psicologa e Psicoterapeuta, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni.  
   
   
BOLZANO: VIA LIBERA AL PIANO DI SETTORE PER LE PERSONE CON DISABILITÀ  
 
Bolzano, 21 marzo 2012 - Sono circa 40mila le persone con limitazioni, in linguaggio tecnico invalidi civili, che vivono in Alto Adige. Di questi 3mila sono affette da disabilità considerate "gravi". Il 19 marzo su proposta dell´assessore Richard Theiner, la Giunta provinciale ha approvato il piano di settore che prevede più fondi, maggiore assistenza e migliore inserimento nel mondo del lavoro. "L´aumento dell´aspettativa di vita - sottolinea l´assessore Theiner - ma anche il desiderio delle persone affette da disabilità di condurre una vita più autonoma, richiedono nuovi strumenti di pianificazione. Il piano di settore 2012-2015 per la disabilità definisce le nostre strategie e le misure che la Provincia di Bolzano metterà in campo". "Ci siamo mossi - ha aggiunto il presidente Luis Durnwalder - seguendo la direzione tracciata dall´Onu, che mette al centro l´abbattimento delle barriere in tutti i settori della vita lavorativa e sociale. Nonostante l´attuale situazione economica imponga tagli in questi tutti i campi, noi vogliamo mantenere e sviluppare ulteriormente ciò che già facciamo". In concreto, ciò si traduce in più fondi, più assistenza e migliore inserimento nel mondo del lavoro. Nel 2011 per le prestazioni economiche a beneficio di invalidi civili, ciechi e sordi, e per le indennità di accompagnamento per disabili, la Provincia ha speso 38,2 milioni di euro, ai quali devono essere aggiunti i fondi messi a disposizione per l´assegno di non autosufficienza. "Una misura importante - annuncia l´assessore Richard Theiner - sarà quella di unificare in un´unica prestazione i diversi strumenti di sostegno economico, al fine di creare un sistema di sicurezza sociale ancora più incisivo". Per quanto riguarda, invece, l´inserimento nel mondo del lavoro, lo scorso anno la Provincia ha stanziato 6,8 milioni di euro per aumentare i posti di lavoro a disposizione di persone con disabilità, che hanno toccato quota 2.636. Di questi, 1.483 sono occupati presso aziende pubbliche e private, 423 nei laboratori protetti, 291 nelle cooperative sociali e 79 nel progetto Plus+35 presso comuni, servizi sanitari e Comunità comprensoriali. Il piano di settore prevede nei prossimi tre anni 40 posti in più nei laboratori protetti che, assieme ai centri diurni socio-pedagogici, possono ospitare 952 persone. Per quanto riguarda, invece, le strutture residenziali, i posti per disabili sono attualmente 475: l´obiettivo è quello di sviluppare nuovi modelli per favorire l´assistenza a domicilio, ma sono previsti comunque 20 posti in più nonchè la possibilità di "soggiorni brevi" per sgravare le famiglie. Il piano di settore, frutto del lavoro dell´Assessorato alla famiglia, sanità e politiche sociali in stretta collaborazione con le categorie interessate, sarà presentato in maniera dettagliata il 22 marzo nel corso di un convegno presso la Libera Università di Bolzano e, successivamente, tramite serate informative nei diversi circondari. Informazioni su www.Provincia.bz.it/politiche-sociali  
   
   
REGIONE AVVIA PROGETTO “PARCO TERAPEUTICO” PARCHI UMBRI COME LUOGO DI BENESSERE”  
 
Perugia, 21 marzo 2012 - I parchi dell´Umbria come luoghi terapeutici e riabilitativi, dove sviluppare attività di ecoterapia per il trattamento di patologie, partendo proprio dalla bellezza dell´ambiente e dal contatto con la natura: è quanto si propone il progetto pilota promosso dalla Regione Umbria che, unico nel suo genere in Europa, sta già riscuotendo notevole interesse anche a livello internazionale. "E´ ormai scientificamente provato il valore terapeutico della natura e dell´ambiente su alcune problematiche, come l´Alzhaimer, l´autismo, la sindrome di Down, sulle riabilitazioni post trauma o disabilità psichiatriche - ha detto l´assessore regionale ai parchi Fernanda Cecchini. Sono inoltre universalmente riconosciuti i positivi risultati che su molti pazienti esercitano la giardino terapia, l´ortoterapia o la pet terapy. L´idea del progetto,oltre alla direzione Agricoltura, vede il coinvolgimento anche delle direzioni regionali alla sanità e al demanio,della Comunità Montana Monti del Subasio, è di mettere a valore l´insieme delle ricchezze naturalistiche, culturali e storiche dei Parchi dell´Umbria ampliandone la gamma di possibile fruizione - ha aggiunto l´assessore. Non solo quindi attività ludiche e sportive, didattiche e turistiche legate ad un turismo sostenibile nei parchi, ma percorsi specifici rivolti ai pazienti, ai loro accompagnatori e a quanti sono in cerca del proprio benessere a diretto contatto con la natura". Il progetto pilota, redatto da un gruppo di esperti a livello regionale e nazionale, partirà dal Parco del Monte Subasio, scelto per le sue caratteristiche territoriali,per la presenza "storica" di luoghi di culto religioso e di forte attrazione ambientale (Assisi, Eremo di S.francesco, sito Unesco ecc.) e per la presenza di immobili adeguati. Qui la Regione Umbria metterà a disposizione alcune strutture di proprietà nelle quali sorgeranno un Centro diurno leggero, a Torgiovannetto di Assisi, ed una Fattoria terapeutica, a Colpernieri di Spello. Villa Fabri di Trevi potrà fungere da sede di un Centro Polifunzionale. L´idea è quindi di realizzare nelle strutture indicate, in collaborazione con le Asl territoriali e coop.Sociali ecc, attività terapeutiche, legate agli orti, giardini, alla musica, al teatro, agli animali, ma anche attività ludiche, come percorsi in mountain bike, di nordic walking, trekking, ippici, attività didattiche, laboratori, mostre e attività ricettive. Il progetto è dunque rivolto ad utenze diverse, dai disabili, alle persone disagiate, agli anziani, ai bambini, a chi è in fase riabilitativa, ma anche a chi vuole semplicemente accostarsi a discipline terapeutiche non convenzionali. "Vogliamo creare - ha affermato Cecchini - un parco nel parco, dove il ben essere della persona è l´obiettivo finale". L´iniziativa che si affianca a quella già realizzata con l´invio di "poster" giganti raffiguranti le più belle aree regionali in termini di Flora e Fauna, alle case di cura e case di riposo con l´intento di dare un minimo di sollievo agli ospiti attraverso la visione di questi bellissimi scenari naturalistici. La realizzazione del progetto potrà dare sicuramente valore aggiunto ad una risorsa, quella naturalistica e ambientale, di cui l´Umbria è ricca diventando in tal modo un ulteriore fattore di attrazione per la nostra regione a sostegno e ad integrazione delle azioni di promozione e valorizzazione dei Parchi umbri".  
   
   
EVEREST CHIAMA MILANO BREATHING HIMALAYA: IMPARIAMO A RESPIRARE PARTE DA MILANO UN PROGETTO DI SENSIBILIZZAZIONE SULL’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA PREVENZIONE DELLA MALATTIE RESPIRATORIE CRONICHE COME, AD ESEMPIO, LA BPCO.  
 
Milano, 21 marzo 2012 – E’ stato presentato ieri , a Milano, presso Palazzo Isimbardi il Progetto “Breathing Himalaya: Impariamo a Respirare”. L’iniziativa, realizzata grazie al sostegno della Provincia di Milano, è nata dalla collaborazione tra l’Associazione “Comitato Ev-k2-cnr” ed Interactivecom e promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il patrocinio della Provincia di Milano, dell’Università di Ferrara e di Assintel ed il supporto non condizionato di Boehringer Ingelheim Italia e Pfizer Italia. L’iniziativa, che prevede una serie di eventi sul territorio, si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e la comunità medico-scientifica nei confronti delle problematiche connesse all’inquinamento e alle malattie respiratorie croniche (in particolare la Bpco – Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva), con la conseguente necessità di abbattere le fonti di inquinamento o almeno ridurre l’esposizione ai fattori di rischio e di informare ed educare la popolazione verso una corretta strategia preventiva. Breathing Himalaya: Impariamo a respirare prende origine dal progetto Share – Stations High Altitude for Research on the Environment (ad opera del Comitato Ev-k2-cnr), rivolto al monitoraggio climatico e ambientale nelle zone d’alta quota del nostro pianeta, in particolare, lungo la Valle del Khumbu. Share si è concentrato sull’inquinamento domestico e sulla raccolta di dati relativi all’incidenza delle patologie respiratorie, evolvendosi poi, grazie alla sinergia tra Ev-k2-cnr e Interactivecom, in un’iniziativa educazionale che fosse capace di divulgare - tra un pubblico eterogeneo (scuole, associazioni e famiglie) e con la collaborazione delle istituzioni pubbliche - le preziose informazioni ottenute. “La Provincia di Milano è particolarmente lieta di aver collaborato alla promozione di questa iniziativa e alla possibilità di far conoscere i risultati di straordinario interesse di un eccellente lavoro di squadra, condotto da esperti e ricercatori italiani – afferma Paolo Giovanni Del Nero, Assessore allo Sviluppo Economico, Formazione e Lavoro – Inoltre, l’obiettivo di costruire in loco competenze, grazie al trasferimento delle nostre tecnologie e conoscenze, rende il progetto ancora più apprezzabile e significativo”. “Il Ministero dell´Istruzione, dell´Università e della Ricerca ha sostenuto questo progetto sin dalla sua nascita – aggiunge Mario Alì, Direttore Generale per l’Internazionalizzazione della Ricerca del Miur - ed intende continuare a fornire il proprio supporto a tutte le iniziative volte a perseguire i suoi obiettivi, tra cui quello di costruire e diffondere competenze, trasferire tecnologie e conoscenze, seguendo l´evolversi dei progressi scientifici nel corso degli anni”. “Parte da Milano per tutta Italia, un’iniziativa che ci auguriamo incontri attenzione da parte del pubblico – dichiara Roberto Franchi, Direttore di Interactivecom - Le nuove tecnologie ci danno la possibilità di proporre un percorso ipermediale che unisce solidarietà ed eccellenza scientifica, a favore di quella che abbiamo definito cultura della salute”. “I dati raccolti dal Comitato Ev-k2-cnr, grazie al Progetto Share, lungo la Valle del Khumbu e presso il Laboratorio-osservatorio Piramide a 5.050 metri di quota sul versante nepalese del monte Everest, si trasformano, così, in un momento di informazione e riflessione su una esperienza tutta italiana di studio e solidarietà” afferma Agostino Da Polenza, Presidente del Comitato Ev-k2-cnr. “Tramite una mostra/evento itinerante e interattiva - continua Da Polenza - si vuole promuovere, soprattutto tra il pubblico più giovane, una “cultura della salute”, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce nella prevenzione della Bpco (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) e delle malattie cardiovascolari anch’esse correlate all’inquinamento”. Se tra i fattori di rischio accertati della malattia (quarta causa di morte al mondo) il più importante è senza dubbio il fumo, non bisogna, tuttavia, sottovalutare l’incidenza dell’inquinamento, sia esterno dovuto alle emissioni dei veicoli, sia domestico prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare e riscaldare ambienti mal ventilati.
“le popolazioni più esposte all’inquinamento indoor sono quelle delle aree in via di sviluppo dove vengono utilizzate le biomasse (legna, sterco, residui del raccolto) per il riscaldamento e la cucina, bruciandole in bracieri aperti, spesso in assenza di camini – sottolinea Paolo Bonasoni, Responsabile Scientifico del Progetto Share - Generalmente è piuttosto difficile diversificare il ruolo di questi fattori di rischio, dato che spesso la popolazione è esposta a più fattori contemporaneamente.” “Esistono, però, popolazioni che vivono in aree montane o rurali non esposte ad inquinamento esterno ma solo a quello degli ambienti domestici – aggiunge Bonasoni – Per questo le ricerche condotte in questi luoghi dal Comitato Ev-k2-cnr acquistano grande rilievo per capire il solo effetto dell’inquinamento indoor, grazie alla raccolta di dati estremamente significativi”. “Nonostante la correlazione tra inquinamento indoor e Bpco appaia ormai chiaro – continua la Professoressa Annalisa Cogo della Clinica Pneumologica e Centro Studi Biomedici applicati allo Sport dell’Università di Ferrara - bisogna considerare che tutti i soggetti studiati in ricerche precedenti erano esposti anche al fumo di sigaretta e all’inquinamento ambientale outdoor. Nel nostro caso, invece, la popolazione non è esposta all’inquinamento da traffico ed ha una irrilevante abitudine al fumo di sigaretta (il 3%-4% della popolazione)”. “Il progetto ha offerto, dunque, la possibilità di svolgere una rigorosa attività scientifica in un ambiente particolare, dove l’assistenza medica è generalmente assente o molto difficile da raggiungere e dove normalmente la diagnosi si basa solo sull’esame clinico. Per la prima volta queste popolazioni sono state sottoposte anche ad un esame semplice e non invasivo quale la spirometria, diventata oramai per noi strumento diagnostico imprescindibile – conclude la Professoressa Cogo - In questo modo si è verificata l’importanza degli esami strumentali e si è dimostrato come sia possibile rispettare sempre ed ovunque i criteri di corretta esecuzione degli esami di funzionalità respiratoria anche in situazioni disagiate”. La problematica della Bpco, così come del danno cardiovascolare, viene letta attraverso quanto il progetto di studio della Professoressa Cogo e dei suoi collaboratori ha verificato nell’esperienza himalayana, con l’obiettivo di contrastare attivamente una patologia respiratoria che si manifesta anche nel mondo occidentale in costante crescita. Sensibilizzazione e prevenzione, soprattutto del pubblico più giovane, possono, infatti, contribuire a una diagnosi sempre più precoce della malattia fin dalle fasi iniziali, migliorando i risultati delle terapie oggi disponibili, in grado di contrastare la stessa in modo efficace. Milano è la prima tappa del Progetto Breathing Himalaya: Impariamo a respirare, cui seguiranno una serie di altri appuntamenti che toccheranno tutto il territorio nazionale. La mostra fotografica, finalizzata ad offrire suggestioni e spunti per la migliore conoscenza dell’ambiente himalayano e delle sue popolazioni potrà essere visitata presso la prestigiosa sede della Provincia di Milano dal 1° al 9 aprile prossimi, dalle ore 9.00 alle ore 18.00. Nell’ambito dell’evento stesso il visitatore potrà assistere alla proiezione di un video educazionale dedicato al “making of” del progetto e delle sue fasi principali, così come interagire nelle postazioni ipermediali a disposizione del pubblico per verificare le informazioni acquisite con la metodica “Learn and Play”. Si svolgeranno, poi, una serie di incontri aperti al pubblico, presso la Sala Pedenovi di Palazzo Isimbardi, da domenica 1° aprile a giovedì 5 aprile 2012, volti ad approfondire i temi oggetto della ricerca. L’agenda degli incontri “milanesi”, così come il calendario e le tappe dei successivi eventi locali possono essere consultati sul sito www.Breathinghimalaya.org  e tramite una App dedicata al progetto scaricabile gratuitamente su Appstore e Google Play.
 
   
   
INAUGURATA MOSTRA POZ A ROMA  
 
Udine, 21 marzo 2012 - "La mostra organizzata a palazzo Ferrajoli a Roma, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e del Fogolar Furlan della capitale, è un omaggio all´attività del mastro friulano Poz, artista poliedrico, nella cui attività rientrano anche grandi realizzazioni, come vetrate e affreschi, per tanti luoghi dell´Italia del Nord. Un artista, emblema di una terra, ma per i suoi ´valori espressi´, emblema anche di un intero Paese e del suo tempo, il secondo Novecento, sempre fuori dalle mode e dagli stereotipi". Così l´assessore regionale all´Istruzione, Roberto Molinaro, ha inaugurato, portando il saluto del presidente della Regione Tondo e del collega assessore alla cultura Elio De Anna, la mostra organizzata dall´Associazione Itineraria per presentare il compendio dell´opera di uno degli apprezzati artisti del Friuli Venezia Giulia, Arrigo Poz. "E´ un´onore rendere omaggio a questo artista la cui opera - ha commentato Molinaro - è la sintesi delle diverse sensibilità del Friuli e nel contempo delle espressioni artistiche italiane della seconda metà del Novecento. Le figure ed i paesaggi diventano gli interpreti di un sentire peculiare, considerato e rielaborato, affidato al segno evidente e all´ampia campitura del colore. Una luce quasi spirituale delinea una profondità che ´attiva´. E´ questo il messaggio forte, universale, dell´opera di Poz, ´homo artifex´ sempre coerente in un realismo peculiare e importante". Una mostra che diviene anche occasione per esaminare "la contaminazione" dell´opera di Poz (illustrata e interamente approfondita in un volume edito da Silvana Editoriale), in mosaici realizzati nel corso del 2010 dalla Scuola Mosaicisti del Friuli. E non a caso la proposta espositiva di Itineraria è sostenuta insieme dalla Regione Autonoma Fvg e dal Fogolar Furlan di Roma, assumendo così i contorni di proposta "glocal". Alla vernice sono intervenuti oltre alla curatrice, Maria Paola Frattolin, e al presidente del Fogolar Furlan Adriano Degano, il sindaco di Bicinicco Dino Strizzolo e i deputati Angelo Compagnon e Ivano Strizzolo.  
   
   
PIOLETS D’OR 2012: L’ALPINISMO VA IN SCENA AL VIA OGGI LA QUATTRO GIORNI DEDICATA ALL’ALPINISMO INTERNAZIONALE  
 
 Courmayeur, 21 marzo 2012_ E´ tutto pronto a Courmayeur e a Chamonix per ospitare la ventesima edizione dei Piolets d´Or, il più prestigioso premio di alpinismo a livello internazionale che celebra le migliori ascensioni nell´anno appena trascorso e la carriera di un grande scalatore. Da oggi al 24 marzo il mondo dell´alta quota si ritroverà ai piedi del Monte Bianco per una grande kermesse con conferenze, proiezioni, spettacoli, incontri stampa e tanto altro. Il programma di Courmayeur si aprirà domani mattina con un´attività in montagna per ragazzi organizzata a Punta Helbronner (3462 m. – Funivie Monte Bianco) da Fondazione Montagna Sicura, in collaborazione con la Società della Guide Alpine di Courmayeur. In serata, al Jardin de l´Ange, spazio ai film di montagna con l´evento "Il Trentofilmfestival ai Piolets": dalle 21 saranno proiettate le pellicole Linea Continua di Hervé Barmasse e Asgard Jamming di Nico e Olivier Favresse, con intervista ai protagonisti. Giovedì 22 marzo appuntamento da non perdere con l´inedito spettacolo "Un modo di essere. Parole di e su Walter Bonatti". Sul palco del Jardin de l´Ange, alle 21, salirà l´attore Vasco della Mirandola, accompagnato dalle musiche ´live´ della Piccola Bottega Baltazar, per raccontare le imprese e lo spirito del grande scalatore recentemente scomparso. Infine sabato 24 marzo si entrerà nel vivo della manifestazione: alle 16.30 conferenza stampa degli alpinisti in "nomination" e di Robert Paragot, Piolet d´Or alla carriera - da quest´anno ribattezzato "Premio Walter Bonatti" - mentre alle 18 è prevista la sfilata nel centro storico delle Guide alpine di Courmayeur. A chiudere la kermesse sarà la cerimonia di consegna dei premi, che si svolgerà dalle 21 nella suggestiva cornice del cinema Palanoir. In lizza per i Piolets d´Or 2012 ci sono sei team: i kazaki Denis Urubko e Gennady Durov (nuova via sul Pic Pobeda in Kirghizistan), gli statunitensi Mark Richey, Steve Swenson e Freddy Wilkinson (prima ascensione della parete est del Saser Kangri Ii in India) e Conrad Aker, Renan Ozturk e Jimmy Chin (apertura di una nuova via sui Meru Peaks in India), gli sloveni Luka Strazar e Nejc Marcic (scalata del versante ovest del K7 in Pakistan) e Ales Holc, Peter Juvan e Igor Kremser (prima ascensione della parete nord-ovest dello Xueliang Feng in Cina), e i norvegesi Ole Lied e Bjorn Eivind-aartun (salita su ghiaccio della parete sud della Torre Egger tra Argentina e Cile) - quest´ultimo, purtroppo, morto nelle settimane scorse mentre scalava in Norvegia. A scegliere la migliore ascensione del 2011 - seguendo le indicazioni della Carta del Premio che privilegia in primis l´etica e la leggerezza dello stile alpino - sarà una giuria presieduta da Michael Kennedy, alpinista e giornalista statunitense, e composta dagli scalatori Valeri Babanov (Russia/canada), Alberto Inurrategi (Spagna), Ines Papert (Germania), Liu Yong (Cina), e da Alessandro Filippini (Italia), redattore della Gazzetta dello Sport ed esperto di montagna.  
   
   
DOMINIO ŠKODA AL RALLY DELLE CANARIE  
 
Verona, 21 marzo 2012 - Nella suggestiva cornice di Gran Canaria, il secondo appuntamento dell’Intercontinental Rally Challenge ha offerto uno spettacolo davvero emozionante. I fan hanno assistito a una lotta serrata tra Jan Kopecký, pilota del Team ŠKoda Motorsport, e Andreas Mikkelsen, portacolori di ŠKoda Uk Motorsport. L’ultima prova speciale è stata decisiva: nonostante Mikkelsen si fosse presentato al via con un vantaggio di 3,6 secondi, al traguardo è stato Kopecký a festeggiare. La ŠKoda ha così centrato la seconda doppietta stagionale, rafforzando la propria posizione in testa alla classifica Costruttori e a quella Piloti, che vede Mikkelsen davanti a tutti. Fin dai primi metri è stato chiaro che il successo finale sarebbe stata una questione tra Mikkelsen e Kopecký, entrambi al volante della Fabia S2000. Il pilota ceco si è aggiudicato otto speciali, una in più rispetto al norvegese. Kopecký aveva chiuso la prima giornata di gara in testa alla classifica, con un margine di 1,2 secondi, ma il suo avversario si era riportato in avanti già dalla prima speciale di sabato, mantenendo la leadership fino all’ultimo tratto cronometrato. Il norvegese di ŠKoda Uk Motorsport non è stato fortunato e un piccolo problema tecnico nel corso degli ultimi chilometri gli è costato la gara. Al debutto sull’asfalto con la Fabia S2000, Sepp Wiegand di ŠKoda Auto Deutschland ha bissato il quarto posto ottenuto alle Azzorre ed è ora terzo nella classifica dell’Irc. Michal Hrabánek, Responsabile del Team ŠKoda Motorsport, commenta il Rally delle Canarie: “Abbiamo conquistato la seconda doppietta consecutiva, perciò la stagione della ŠKoda è iniziata nel migliore dei modi. La sfida tra Andreas e Jan è stata avvincente dall’inizio alla fine – queste situazioni, tipiche del Campionato Irc, sono sempre molto entusiasmanti per gli appassionati. Ringrazio tutti i team che corrono con le Fabia S2000 per aver rappresentato la ŠKoda in maniera eccellente”. Il vincitore, Jan Kopecký: ”Il Rally delle Canarie è una delle mie gare preferite, il grip qui è sempre ottimo e il percorso è fantastico. È stata una bella lotta, si è deciso tutto nell’ultima speciale. Dopo questa vittoria, prima del prossimo appuntamento con l’Irc, pensiamo al Rally di Valacchia: vogliamo dare il massimo per accontentare i nostri tifosi”. La stagione dell’Irc proseguirà con il Rally d’Irlanda, che si svolgerà nei dintorni di Armagh nel primo weekend di aprile. Nel fine settimana Jan Kopecký sarà al via del Rally di Valacchia, gara valida per il Campionato Ceco che vede il pilota del Team ŠKoda Motorsport in testa alla classifica dopo la vittoria allo Jänner Rally.