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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 03 Aprile 2012 |
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COSA SIGNIFICA UN´EUROPA "GREEN"? |
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Bruxelles, 3 aprile 2012 - Le politiche dell´Unione europea sono sempre più sensibili al tema dell´ambiente e negli ultimi mesi il Parlamento europeo si è espresso in favore di una politica agricola comune (Pac) e di emissioni aeree sempre più "green". Ma cosa significa esattamente fare una politica verde? Lo abbiamo chiesto ai presidenti di alcune commissioni parlamentari. Energie verdi - Amalia Sartori, presidente della commissione all´Industria, ricerca ed energia, indica che l´obiettivo è quello di abbassare le emissioni di Co2, e che tutti - industria, poteri pubblici e cittadini - hanno un ruolo importante. A seguito della catastrofe di Fukushima nel 2011, si è riscoperto l´interesse per le energie rinnovabili. "L´energia verde è il futuro e l´industria deve seguire questa tendenza, già realtà in Europa e nel mondo intero". Al momento il Parlamento sta lavorando sulla direttiva d´efficienza energetica e inizierà presto le negoziazioni con il Consiglio e la Commissione. Trasporti verdi - Per quanto riguarda i trasporti, il deputato inglese Brian Simpson, presidente della commissione ai Trasporti, preferisce il termine "sostenibile". "È molto difficile creare un sistema verde in questo settore, ma è possibile incoraggiare un sistema sostenibile in equilibrio tra i bisogni dell´economia e l´impatto ambientale". Lavori verdi - Secondo il deputato spagnolo Zalba Bidegain, vicepresidente della commissione agli Affari economici e monetari un´economia verde basata sull´energie rinnovabili stimolerebbe lo sviluppo tecnologico in Europa. Ha aggiunto: "L´economia verde ci permetterà di trovare nuovi modi di creare posti di lavoro, benessere e il rispetto dell´ambiente". Anche la deputata francese Pervenche Bères, presidente della commissione al Lavoro, ritiene che il settore "green" produrrà posti di lavoro. "Un impiego green può voler dire molte cose: ridurre l´inquinamento e il consumo di energia, o anche la difesa della biodiversità". Politiche verdi E non scordiamoci che i Verdi sono il quarto gruppo politico del Parlamento europeo (con 58 deputati su 754 membri). Rebecca Harms, copresidente del gruppo, ha sottolineato che ´"i Verdi hanno sempre combattuto per una società onesta e l´uguaglianza dei diritti, possibilità e responsabilità. I Verdi hanno anche modificato il concetto tradizionale di equità che oggi include un´idea di giustizia tra generazioni. Ciò implica il rispetto dei limiti della natura e un utilizzo sostenibile delle risorse, materiali e finanziarie". |
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ENERGIE RINNOVABILI: COMUNI ALTOATESINI DOMINANO CLASSIFICA DI LEGAMBIENTE |
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Bolzano, 3 aprile 2012 - Sono 23, in tutta Italia, i Comuni che coprono il 100% del proprio fabbisogno con energia proveniente da fonti rinnovabili. Di questi, 16 sono altoatesini. Un dato che, secondo l´assessore Michl Laimer, "conferma il ruolo di avanguardia a livello nazionale svolto dalla Provincia di Bolzano in questo settore. I comuni altoatesini sono da anni ai vertici della classifica di Legambiente, e vi restano nonostante anche il resto d´Italia stia finalmente puntando con maggiore incisivita sull´energia pulita". I comuni altoatesini che occupano i vertici della classifica stilata da Legambiente sono Badia, Brunico, Dobbiaco, Glorenza, Laces, Lasa, Monguelfo, Prato in Venosta, Racines, Rasun-anterselva, Silandro, Sluderno, Stelvio, Valdaora, Varna e Vipiteno. Per Badia e Varna si tratta della "prima volta" all´interno della graduatoria, con quest´ultimo comune che si è addirittura assicurato una menzione particolare in quanto il 100% del fabbisogno è coperto da energia rinnovabile proveniente da cinque fonti diverse: dall´idroelettrico al biogas. "Dallo studio - sottolinea Laimer - emerge chiaramente che la strada intrapresa dalla politica altoatesina negli ultimi anni è quella giusta. Ogni impianto a biomassa, ogni pannello solare, e ogni centrale idroelettrica rappresentano un passo in avanti importante per quanto riguarda la produzione di energia pulita e sostenibile". La classifica pubblicata da Legambiente, secondo l´assessore Michl Laimer, non significa solo un riconoscimento per quanto fatto in passato, ma anche uno stimolo a fare ancora meglio in futuro. "Il pacchetto per il clima approvato nei mesi scorsi dalla Giunta provinciale si muove proprio nella direzione indicata dall´associazione ambientalista più importante d´Italia. Stiamo ponendo le basi affinchè nei prossimi decenni quello altoatesino diventi un territorio in grado di consumare meno energia, e di coprire tutto il proprio fabbisogno con le fonti alternative e rinnovabili. I provvedimenti legislativi - aggiunge però Laimer - possono essere tradotti in risultati concreti solo con l´impegno di ogni singolo cittadino e di tutte le amministrazioni pubbliche. Ecco perchè ritengo molto importante questo riconoscimento: il fatto che 16 dei 23 comuni italiani più virtuosi siano altoatesini, è la dimostrazione che tutti, in Alto Adige, stanno remando nella stessa direzione". Nel suo rapporto, Legambiente loda non solo le amministrazioni municipali, ma anche la politica della Giunta provinciale in tema di energia e tutela dell´ambiente, con particolare riferimento all´innovazione e agli investimenti nel passaggio dal fossile al rinnovabile. L´associazione ambientalista, infine, sottolinea il fatto che in tutti i comuni altoatesini siano installati impianti fotovoltaici, che 68 comuni su 116 abbiano una rete di teleriscaldamento, e che il contributo della biomassa sia decisivo. |
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FONDI KYOTO, DOMANDE ALLA REGIONE EMILIA ROMANAGNA PER OLTRE 9 MILIONI DI EURO. IN ARRIVO I CONTRIBUTI REGIONALI PER EFFICIENZA ENERGETICA, FONTI RINNOVABILI, IMPIANTI DI COGENERAZIONE |
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Bologna, 3 aprile 2012 - Grande interesse di imprese, enti pubblici e cittadini per la green economy, la produzione di energia da fonti pulite e rinnovabili, la creazione di impianti di cogenerazione. In pochi giorni, dal 16 marzo ad oggi, sono arrivate agli uffici regionali oltre 80 domande di contributo per le risorse del ‘Fondo Kyoto’, che per l’Emilia-romagna ammontano complessivamente a 9,7 milioni di euro. Complessivamente in Emilia-romagna sono 82 le domande proposte sul ´Fondo´, di cui 31 da parte di imprese, 45 da persone fisiche e 6 da parte di soggetti pubblici. In particolare, per quanto riguarda le fonti rinnovabili, a fronte di 507 mila euro disponibili, sono state presentate domande per oltre 3 milioni di euro; per gli impianti di microgenerazione diffusa, per i quali sono disponibili 1,47 milioni di euro, sono già state presentate domande per 1,24 milioni. Per gli ‘usi finali’ (settore che comprende, ad esempio, gli investimenti per l’isolamento degli edifici, la climatizzazione ed il teleriscaldamento), a fronte di 7,73 milioni di euro disponibili, sono già state presentate domande per quasi 5 milioni. «Il Fondo Kyoto - ha sottolineato l’assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli - è importante innanzitutto per quella parte di Emilia-romagna che cresce in modo sostenibile, intelligente e inclusivo, come prevede il Patto che abbiamo firmato con tutti gli attori sociali ed economici del territorio: i progetti finanziati consentiranno di ridurre l’emissione di gas serra, come da protocollo di Kyoto, ed anche a rilanciare l’economia: avere ricevuto così tante domande in pochi giorni è la conferma che il nostro sistema produttivo è vivo e vivace, e vuole reagire con nuove risposte e nuove soluzioni alle difficoltà economiche». È ora al vaglio l’ammissibilità delle domande di contributo presentate: al termine di questa fase, saranno diffusi l’elenco completo dei beneficiari ed i relativi progetti. L’ammissione alle agevolazioni per le misure regionali è rilasciata dalla Regione Emilia-romagna con il supporto di Ervet, che interviene come ente gestore regionale. Le agevolazioni del Fondo Kyoto sono cumulabili con gli altri incentivi previsti a livello nazionale applicabili alle diverse misure |
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20ª CONFERENZA ED ESPOSIZIONE EUROPEA SULLA BIOMASSA |
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Milano, 3 aprile 2012 - La 20ª edizione della Conferenza ed esposizione europea sulla biomassa (Eu Bc&e 2012) si svolgerà dal 18 al 22 giugno 2012 a Milano, in Italia. La biomassa è una fonte di energia rinnovabile che può essere utilizzata direttamente o convertita in altri prodotti energetici, quali ad esempio i biocarburanti. Con il continuo aumento dei prezzi dei combustibili fossili e il tentativo dei politici di passare a opzioni più sostenibili, la biomassa è sempre di più un´alternativa interessante. Al contempo, però, è anche limitata, non è sufficiente per tutte le applicazioni e nelle priorità si classifica dopo i prodotti alimentari e i mangimi. Altre sfide riguardano la ricerca di soluzioni per superare la concorrenza tra i diversi metodi di utilizzo, individuare percorsi di conversione con il più alto grado di sostenibilità possibile e riunire i concetti di bioenergia con altre energie rinnovabili. La conferenza prevede un forum per ricercatori, industria e mercati per lo scambio di informazioni sullo stato attuale e le possibilità future della biomassa. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Exhibition-biomass.com/ |
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NOVARA: CON L’UNIONE INDUSTRIALE SI DISCUTE DEL FUTURO DELL’ENERGIA
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Novara, 3 aprile 2012 - Quale futuro per l’energia? è il titolo del convegno organizzato per mercoledì 4 aprile 2012, alle 17, dal Comitato per la piccola industria dell’Associazione industriali di Novara e dal Consorzio «San Giulio», la società per i servizi energetici dell’Ain. L’incontro, che è aperto a tutta la cittadinanza e che si svolgerà presso l’Aula magna dell’Università del Piemonte Orientale, in via Perrone 18 a Novara, costituirà un’occasione di approfondimento sul rapporto tra fonti tradizionali, rinnovabili e alternative di energia e sulle opportunità, in termini di efficienza e di risparmio energetico, offerte dal mercato a imprese e privati. Relatore sarà Davide Tabarelli, fondatore e presidente di Nenomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente. Www.ain.novara.it |
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MACEDONIA, REALIZZAZIONE DI MINICENTRALI IDROELETTRICHE
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Skpoje, 3 aprile 2012 - Dieci imprese nazionali ed estere nei prossimi tre anni dovranno costruire piccole centrali idroelettriche su 21 località in Macedonia, sui fiumi Bistrica, Pena, Brza Voda e Jablanica. La capacità totale installata di 21 centrali idroelettriche sarà 23,3 Mw dove si prevede una produzione annuale di 87 Gwh. Ne dà notizia l´Ice. L´investimento complessivo è di circa 100 milioni di euro. Le Centrali idroelettriche, saranno costruite da due aziende italiane (Bnb Energy e Sol Hidropower) e otto aziende macedoni. L´azienda Bnb Energy ha firmato un accordo con Ministero dell´Economia macedone per la costruzione delle piccole centrali idroelettriche in cinque località, mentre la seconda azienda italiana ha firmato l´accordo per altre quattro località. |
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BASILICATA: ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI, III CC ESAMINA DDL
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Potenza, 3 aprile 2012 - Prosegue l’approfondimento, in terza Commissione consiliare (Attività Produttive, Territorio e Ambiente), del disegno di legge che detta disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In merito l’organismo consiliare ha audito il sindaco di Melfi, Livio Valvano il quale ha sottolineato come “gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili costituiscono una straordinaria occasione di sviluppo per le comunità locali ma, nel contempo – ha aggiunto - possono rappresentare un peso notevole in termini di impatto ambientale”. “È per questo – ha precisato Valvano - che il legislatore regionale fa bene ad attualizzare la normativa regionale esistente, adeguandola ai repentini cambiamenti in atto del quadro normativo nazionale e del mercato”. Favorire e velocizzare le procedure per le installazioni nelle aree industriali, con particolare riguardo ai siti dismessi e massimizzare le compensazioni economiche da riconoscere ai Comuni sono i due elementi essenziali che il sindaco di Melfi ha sottoposto alla valutazione della commissione consiliare evidenziando che “i Comuni non possono e non intendono svolgere semplicemente il ruolo di ‘notai’ nell´ambito delle procedure di rilascio delle autorizzazioni”. Presenti ai lavori della Commissione oltre al presidente Giannino Romaniello (Sel) i consiglieri Robortella e Straziuso (Pd), Navazio (Ial), Mollica (Mpa), Falotico (Plb), Pagliuca (Pdl), Singetta (Api), Scaglione (Pu), Gaudiano (Gruppo Misto) e Vita (Psi). |
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ENERGIA:PUBBLICATO IN SICILIA DECRETO CHE DISCIPLINA IMPIANTI TERMICI |
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Palermo, 3 aprile 2012 - E´ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 30 marzo il decreto del dirigente generale del Dipartimento all´Energia della Regione siciliana, Gianluca Galati, che disciplina l´installazione, la tenuta e il monitoraggio di tutti gli impianti termici siciliani. L´applicazione del regolamento consentira´ di ridurre i consumi di energia e mantenere in condizioni di sicurezza gli impianti, a beneficio dell´ambiente. Inoltre, per conoscere in modo completo i dati relativi agli impianti termici e diffondere in modo piu´ omogeneo le attivita´ di ispezione sugli stessi impianti, il dirigente generale anticipa che "la Regione intende realizzare il ´Catasto termico´ regionale, cioe´ un sistema informativo unico, dove far confluire tutti i catasti degli impianti istituiti presso le autorita´ competenti, quale strumento di riferimento per le attivita´ ispettive". "Prevediamo di raccogliere nello stesso Catasto informatico - aggiunge Galati - anche le informazioni sull´esercizio degli impianti del territorio alimentati da fonti energetiche rinnovabili, e che i compiti di attuazione e gestione del sistema di raccolta e di ispezione siano affidati al Dipartimento dell´Energia". Il decreto interessa gli impianti destinati alla climatizzazione estiva e invernale degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari o alla sola produzione centralizzata di acqua calda per gli stessi usi, compresi eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore, nonche´ gli organi di regolazione e di controllo. Nel dettaglio, la disciplina riguarda gli impianti individuali di riscaldamento, con esclusione di stufe, caminetti, apparecchi per il riscaldamento localizzato ad energia radiante. Quest´ultimi sono pero´ assimilati agli impianti termici qualora si tratti di impianti fissi e la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi, al servizio della singola unita´ immobiliare, sia maggiore o uguale a 15 kW. |
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CROAZIA, ENTRO FINE 2012 MAXI INVESTIMENTI DEL GRUPPO MOL |
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Zagabria, 3 aprile 2012 - Il gruppo petrolifero Mol stanzierà quest´anno 1,1 miliardi di dollari per ricerche e studi, nonchè per la produzione, ovvero un importo di due volte superiore rispetto ai 545 milioni di dollari investiti l´anno scorso. La maggior parte di quest´importo sarà investito nell´Europa sud-orientale dove saranno stanziati 552 milioni di dollari. Il maggior aumento verrà registrato nei progetti in Croazia (191 milioni di dollari) nei quali verranno stanziati 62 milioni per le ricerche e 129 milioni per lo sviluppo dei giacimenti. Nel programma di attività in terraferma verranno incluse la perforazione di sette pozzi esplorativi nonché di cinque nuovi pozzi produttivi come anche il proseguimento del progetto dell´aumento dell´estrazione del petrolio nelle località esistenti. Si prevede inoltre l´accelerazione dei progetti costieri che riguardano più di un terzo dell´importo complessivo dei fondi destinati alla Croazia |
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RAPPORTO SUGLI IMMOBILI INDUSTRIALI A MILANO
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Milano, 3 marzo 2012 - Nord Milano motore dell’area milanese con oltre 30 mila imprese. Nella classifica dei comuni dell’area milanese che vantano il maggior numero di imprese tra le prime dieci posizioni cinque sono occupate da comuni della Zona Nord: Sesto San Giovanni (6.168, il 20,2% del totale di zona), Cinisello Balsamo (5.120, 16,8%), Paderno Dugnano (3.625, 11,9%) e Cologno Monzese (3.553, 11,6%). Emerge dall’ analisi sul Mercato degli Immobili d’Impresa nella Zona Nord della Provincia di Milano, promossa da Osmi Borsa Immobiliare, Fimaa Milano Monza & Brianza e Assolombarda. Il Nord Milano è caratterizzato dai prezzi più elevati degli immobili d’impresa. Comprare immobili d’impresa nei comuni del Nord Milano è un investimento diffuso: il valore degli uffici nelle zone centrali dell’area nord è il 21,1% più alto rispetto al prezzo medio provinciale della stessa tipologia. Analogo discorso per quelli situati in periferia (+14,8%) e per i capannoni industriali nuovi o ristrutturati (+11,2%) e per quelli vecchi (+24,7%). Nord Milano centro del terziario. Estesi su una superficie di 109 km2 tra Milano e Monza e Brianza i 14 Comuni della Zona Nord (Baranzate, Bollate, Bresso, Cesate, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cormano, Cusano Milanino, Garbagnate Milanese, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Senago, Sesto San Giovanni, Solaro) sono orientati principalmente al terziario: oltre 5 unità locali su 7 (73%) operano nei servizi mentre le attività manifatturiere pesano il 12%, occupando quasi un lavoratore su 4 (24%). Emerge dall’ analisi sul Mercato degli Immobili d’Impresa nella Zona Nord della Provincia di Milano, seconda uscita di una collana con cui Osmi Borsa Immobiliare-fimaa Milano Monza & Brianza e Assolombarda intendono fornire un contributo per rendere più trasparente il segmento degli immobili strumentali, mettendone in evidenza punti di criticità e peculiarità, offrire alle imprese un punto di riferimento che costituisca un primo supporto alle decisioni aziendali che riguardano gli investimenti o le valorizzazioni immobiliari; rendere disponibile un nuovo strumento per gli operatori della filiera immobiliare, ma anche per le pubbliche amministrazioni che devono decidere come orientare le trasformazioni del proprio territorio comunale. Le tipologie degli immobili d’impresa nella Zona Nord. Gli uffici nelle zone centrali hanno un valore medio di 1.900 euro/mq (-0,2% rispetto al semestre precedente; -2,7% rispetto a cinque anni prima), a fronte di un valore provinciale medio di 1.569 euro /mq (+21,1% rispetto la media della Provincia). Nelle aree periferiche il costo è di 1.518 euro/mq contro i 1.322 euro/mq della media provinciale, con una differenza a favore del nord del 14,8%. Prezzi molto più bassi rispetto al costo degli uffici in centro a Milano che si attesta attorno a 5.506 euro al mq (in crescita dello 0,7% rispetto ai sei mesi precedenti e del 2,7% rispetto all’anno precedente). In cinque anni i prezzi in centro crescono di più a Cusano Milanino (+11,1%) e Novate Milanese (+7,7%) mentre in periferia a Cologno Monzese e Cusano Milanino (+7,1%). Per i capannoni/opifici nuovi o ristrutturati il prezzo medio è di 980 euro/mq, 99 euro/mq in più rispetto al prezzo medio provinciale (contro i 1.015 euro/mq del comune di Milano, +0,3% in sei mesi e +0,6% in un anno). In 5 anni il valore di mercato aumenta a Sesto San Giovanni (+5,3%), Paderno Dugnano (+6,7%), Cologno Monzese (+9,1%) e Cormano (+14,3%). I capannoni vecchi invece valgono 796 euro/mq , 150 euro/mq in più rispetto al prezzo medio provinciale della stessa tipologia (+24,7%). Bresso (+5%) e Cormano (+5,3%) sono i comuni che crescono di più in 5 anni. Chi cresce di più in 5 anni… A Cormano i prezzi dei capannoni nuovi o ristrutturati salgono del 14,3% mentre i prezzi di quelli vecchi aumentano del 5,3%. Anche gli uffici incrementano il proprio valore (+4,1% nelle zone centrali e +3% in quelle periferiche). A Cusano Milanino sono rimasti stabili i prezzi dei capannoni vecchi (0,0%) mentre sono cresciuti quelli degli uffici situati in zone centrali (+11,1%) e periferiche (+7,1%). …chi di meno in 5 anni… Garbagnate Milanese ha subito una svalutazione del valore degli uffici situati nelle zone centrali (-6,3%) e periferiche (-3,4%), ma calano anche i prezzi dei capannoni nuovi o ristrutturati (-9,5%) e vecchi (- 13,3%) calano. Anche a Senago il prezzo degli immobili diminuisce in modo rilevante: -6,6% e -11,8% per gli uffici collocati rispettivamente nelle zone centrali e periferiche e -30,8% per i capannoni nuovi o ristrutturati. Bollate segna un -9,1% sul prezzo degli uffici nelle zone centrali e un -6,9% per quelli in periferia. Stesso discorso per Paderno Dugnano dove i valori degli uffici calano dell’8,5% sia in zone centrali che in zone periferiche e Cesate dove le quotazioni del comparto terziario calano del 10,1% (nelle zone centrali) e del 6,8% (nelle zone periferiche) mentre a Novate il valore di mercato dei capannoni nuovi e vecchi è sceso rispettivamente del 7% e del 5,7%. …E chi rimane stabile. A Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Sesto San Giovanni e Solaro i prezzi degli immobili d’impresa rimangono stabili. |
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FOTO DI GRUPPO CON GLI ASSEGNISTI CIST. ROSSI: “BUONA SCELTA IMPEGNARE I GIOVANI PER IL TERRITORIO” |
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Firenze, 3 aprile 2012 – “Grazie per il vostro lavoro. Il progetto su cui siete impegnati è molto importante per la Regione. Abbiamo scelto un rapporto trasparente con le vostre università e renderemo conto passo dopo passo dell’avanzamento dei lavori. Anzi, fissiamo fin da subito di rivederci per fare insieme il punto della situazione”. Così il presidente Enrico Rossi ha salutato il 30 marzo a Palazzo Sacrati Strozzi gli assegnisti che stanno elaborando il materiale conoscitivo e interpretativo per la formazione del piano paesaggistico della Toscana. Un incarico a cui sono stati chiamati dal Centro interuniversitario di Scienze del Territorio, un organismo tecnico-scientifico con cui la Regione ha firmato uno specifico protocollo di intesa. Il protocollo, oggetto di una interrogazione presentata dal consigliere dell’Udc Marco Carraresi, vede coinvolti 15 dipartimenti delle cinque università toscane (Firenze, Siena, Pisa, Scuola Normale e Sant’anna) e impegna 24 tra assegnisti e borsisti, selezionati con un concorso pubblico, di varie discipline e indirizzi di studio (geologia, urbanistica, storia dell’arte, geografia, storia, ecc). La spesa è di 545mila euro, meno di 23mila euro a testa, su cui dovranno pagare le tasse. Altri 285mila euro serviranno per le spese varie (spostamenti, materiali e altro) che dovranno essere rendicontate. La spesa totale è quindi di 830.000 euro. Invece i 27 docenti dei vari dipartimenti coinvolti in questa attività lavoreranno con lo stipendio dell’Università. “Se avessimo scelto altre strade, come le consulenze o gli incarichi professionali – ha proseguito il presidente Rossi – avremmo speso molto di più. Si fa presto a sporcare le cose buone. Mi auguro che questa sia per voi una esperienza importante, per quanto a termine”. Alla fine dell’incontro i giovani e il presidente hanno posato insieme per una foto di gruppo. |
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EDILIZIA FVG: PER LE ATER NECESSARIO NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO |
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Udine, 3 aprile 2012 - "Nessuno pensi che la Regione vuole smantellare le Ater. Non le abbiamo mai definite ´rami secchi´ o, peggio, aziende di nullafacenti. Anzi, io sono convinto che l´Ater di Udine insieme alle altre della regione abbia svolto nel tempo una funzione importante, con risultati che hanno accompagnato lo sviluppo della nostra società. Non è del resto solo una mia convinzione, ma a dimostrare questo fatto sono i dati che sono stati ricordati anche oggi in occasione della celebrazione del suo 90 di fondazione e per questo voglio ringraziare dirigenti e dipendenti che sono stati fautori di questo successo". Lo ha sottolineato il 31 marzo l´assessore regionale ai Lavori Pubblici Riccardo Riccardi, concludendo il convegno "Costruire in città. Le case popolari protagoniste dell´assetto urbano", organizzato nel centro culturale delle Grazie di Udine in occasione del festeggiamento per il novantesimo dell´Azienda territoriale per l´Edilizia residenziale udinese. Una chiara risposta, quella di Riccardi, all´intervento introduttivo di Attilio Vuga, con cui il presidente dell´Ater di Udine aveva chiamato in causa la Regione non nascondendo la sua amarezza per i toni che sulla stampa locale avevano accompagnato l´annuncio della prevista riforma degli ex Iacp. "Qui il problema non è quello di trasferire qualcuno da un ufficio piuttosto che da un altro, la questione non si risolve nemmeno riducendo qualche consiglio di amministrazione o il numero delle Ater - ha chiarito Riccardi -: qui il punto è di liberare risorse, razionalizzare e rendere snello un sistema organizzativo, con una regia in grado di governare un processo di coordinamento che abbiamo compreso essere ad oggi molto difficile, per assicurare una casa a chi ne ha assoluto bisogno, per consentirci di essere a servizio anche nel futuro e garantire un sistema di protezione sociale che oltre alla salute e al lavoro prevede come caposaldo anche il diritto alla casa". Un discorso che Riccardi ha pronunciato ad un convegno tecnico, e quindi insolitamente affollato, volendo parlare a professionisti e dipendenti che "ogni giorno, nella loro funzione, si trovano a contatto con la precarietà". Una precarietà che in questi ultimi anni si è fatta più pressante e più urgente a causa di mutate caratteristiche socio economiche: i cittadini extracomunitari sono raddoppiati, la capacità di reddito del ceto medio si è assottigliata, la certezza di un´occupazione ha assunto prospettive diverse, il rapporto con sistema creditizio si è fatto più difficile, la disponibilità di fondi pubblici è diminuita. "Uno scenario, questo, - ha commentato Riccardi - che ci deve far capire come rispetto alla necessità di una riforma siamo già in grave ritardo". Di fronte ad una società nuova il problema più urgente è dare risposte di pianificazione urbanistica adeguata. "Siamo sicuri di poter continuare a dare risposte con l´elevato standard a cui abbiamo abituato la società regionale mantenendo il sistema organizzativo attuale? Io penso di no e questa è una convinzione che ho ricavato dal confronto serrato che ho avuto con i stessi vertici Ater. Vogliamo dirci la verità e ammettere che in ordine a ultime decisioni prese da alcuni Cda sono date risposte quantomeno contradditorie?", è stato l´interrogativo rivolto dall´assessore regionale. Per riuscire a fare questa riforma c´è bisogno di fare appello alla coesione e alla professionalità di tutti, ha concluso Riccardi. "Non ho la ricetta in tasca, la riforma non è un capriccio dell´assessore, sarà il Consiglio regionale a dover confrontarsi e decidere. Ma sono convinto che riusciremo nell´intento di garantire la protezione sociale facendo tesoro delle memoria, intercettando le nuove domande di bisogno e individuando strumenti più attuali, modelli organizzativi unificati". Numerosi gli interventi politici (il sindaco Furio Honsell, il presidente della Provincia Pietro Fontanini), istituzionali (Lionello D´agostini per la Fondazione Crup) e tecnici (i docenti universitari Alessandro Marata, Giorgio e Sebastiano Cacciaguerra, Giovanni Tubaro, la curatrice del volume dedicato all´anniversario Antonella Indrigo, il già direttore degli Iacp di Udine e Trieste Gaetano Cola) che hanno arricchito il convegno moderato dal direttore dell´Ater di Udine Domenico Degano, al quale è stato presente anche il presidente della commissione Lavori pubblici del Consiglio regionale, Alessandro Colautti. |
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IL PO VAL D’AGRI PUNTA SULLA “CITTÀ-COMPRENSORIO” |
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Potenza, 3 aprile 2012 – Una nuova stagione di investimenti mirati alle aree maggiormente critiche e legati a “macro-fattori” di impatto per lo sviluppo collettivo e sistematico della competitività territoriale e della qualità della vita: sarà questa la maggiore direttrice delle nuove linee d’azione del Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra. Si afferma l’idea della città comprensorio che miri all’attivazione dei cosiddetti “progetti di sistema”, principalmente orientati a quei fattori chiave che rappresentano, al momento, le aree di investimento maggiormente pertinenti per un incremento significativo della qualità collettiva e competitiva del territorio del programma. La ricostruzione del quadro di attivazione ed attuazione del Programma Operativo Val d’Agri, con il supporto delle attività di monitoraggio, valutazione ed analisi poste in essere dalla Regione Basilicata, ha evidenziato come il Pov abbia agito in modo propulsivo e a tratti proattivo rispetto agli obiettivi prefissi. Nonostante le debolezze reputazionali spesso connesse a generalizzazioni rivenienti da fonti interne agli stessi sistemi di governance del Programma, l’analisi controfattuale del rapporto preliminare di monitoraggio 2008 del Pov ha evidenziato che in un periodo di particolare crisi economica, l’azione del Programma Operativo Val d’Agri ha impedito una vera e propria emorragia all’interno del sistema produttivo del comprensorio. Allo stesso tempo, però, ad oggi il percorso delineato evidenzia come siano emersi nel corso degli anni degli elementi di debolezza che rappresentano per questo motivo le principali aree di investimento per le policy da attivare nell’immediato futuro. Una fra queste la carenza di visione sistemica e di generalizzazione interpretativa all’interno dei processi di governance territoriale. In altre parole il Programma, proprio in quanto strumento complesso, ha messo in campo interventi altamente pertinenti per l’incremento della qualità della vita e dello sviluppo collettivo e strategico del territorio, ma allo stesso tempo il suo spirito sistemico è stato minato da una visione “familistica” che ancora permea la cultura del territorio e dei gruppi di azione economica ed istituzionale del territorio. Ciò significa sostanzialmente che il Pov ha la necessità di agire contemporaneamente secondo due direttrici principali. La prima consiste nel portare a termine nel più breve tempo possibile la sua missione attuativa delle strategie disegnate sia nella prima fase programmatica che nella fase di attribuzione delle risorse premiali ai Comuni del comprensorio e legate ai “micro-fattori” di pertinenza di uno sviluppo durevole e sistematico. La seconda l’investimento sui fattori chiave alla base dei timori e delle aspettative delle popolazioni locali: ambiente e salute, agricoltura di qualità, inclusione sociale, governo del territorio, turismo. Sarà questa la nuova sfida del Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra e dei 35 comuni che ne fanno parte per i prossimi anni e per il futuro delle popolazioni che vivono il territorio. |
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CASA, TOSCANA: LO STATO DEVE RICOMINCIARE AD INVESTIRE SU QUESTO BENE FONDAMENTALE |
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Firenze, 3 aprile 2012 – “Lo Stato deve tornare a fare qualcosa sul fronte abitativo, ad investire risorse”. L’assessore al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca lancia un nuovo, ennesimo, appello al governo affinchè rimetta sul piatto risorse importanti sulla casa. Lo fa nel corso della conferenza stampa di presentazione del I Rapporto sulla condizione abitativa in Toscana. “Lo scenario che viene fuori dal Rapporto – ha spiegato Allocca – un pò già lo conoscevamo. Uno scenario di grande crisi in cui chi perde il lavoro rischia di perdere la casa. Prima la povertà era legata essenzialmente all’assenza di lavoro. Oggi magari si trova lavoro ma non si riesce comunque a far fronte ai propri bisogni, primo fra tutti quello ad un’abitazione. La mancanza o il venir meno di un’abitazione ha una forte e rovinosa ricaduta sociale: si è costretti a tornare a casa dai propri genitori, si spezzano legami e matrimoni. Insomma la casa è un bene fondamentale, irrinunciabile, la base della solidità sociale”. In Toscana aumentano gli sfratti ma non è tanto il numero a preoccupare quanto la qualità. “Fino a poco tempo fa – aggiunge – dipendevano dalla fine locazione. Oggi invece quasi 9 sfratti su 10 sono per morosità. Sono cioè determinati da eventi che non stanno all’interno di una normale dinamica della relazione inquilino-proprietario, ma sono eventi traumatici, per i quali non esiste più una sorta di salvagente, come in passato”. La Regione, come spiega ancora Allocca, per cercare di porre rimedio ad una situazione che si sta aggravando ogni giorno, prova a battere tutte le vie possibili. “Potenziamento del patrimonio Erp, operazioni innovative come il co-housing, mantenimento della quota regionale per il sostegno affitti, creazione di un apposito fondo per le famiglie vittime di sfratti cosiddetti per morosità incolpevole. Ma è il governo che deve ricominciare a fare qualcosa in questo settore. É ormai dagli anni ’90 che le risorse destinate alla casa sono progressivamente diminuite. Si è pensato che il problema si potesse risolvere con la proprietà e con i mutui facili. Abbiamo però visto che così non è stato anche se in Toscana abbiamo la più alta percentuale di proprietari, l’84%. Il restante 16% è ancora gravato da mutui spesso insostenibili oppure è alle prese con un mercato degli affitti troppo oneroso. Un altro tasto dolente – conclude Allocca – è poi il numero, esorbitante, di case sfitte, circa 423.000. In Toscana esisterebbero 1,3 case per ogni cittadino un numero più che sufficiente a soddisfare la richiesta. Tempo fa proposi di mettere una tassa di scopo di 10 euro al mese per ogni alloggio non dato in affitto, significherebbe avere ogni mese qualcosa come più di 40 milioni di euro che ci permetterebbero di risolvere il problema”. |
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CASA, IL I RAPPORTO SULLA CONDIZIONE ABITATIVA IN TOSCANA |
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Firenze, 3 aprile 2012 – In Toscana ci sono 1,3 case per ogni famiglia ed il valore medio di ciascuna abitazione è di 265 mila euro. A ogni toscano per acquistare la propria casa occorrono in media oltre 8 anni di reddito e per mantenerla deve spendere 362 euro al mese. Questi e molti altri dati sono contenuti nel volume ‘Abitare in Toscana. Primo rapporto sulla condizione abitativa’, curato da Andrea Francalanci e Andrea Valzania e realizzato dalla Regione attraverso l’Osservatorio Sociale regionale. Il rapporto, che è stato presentato ieri a Palazzo Strozzi Sacrati, offre una fotografia sul mondo della casa in Toscana e sulle iniziative della Regione per dare risposte a quella che, specialmente negli ultimi anni, ha assunto i contorni di vera e propria emergenza sociale. L’ultima parte è dedicata alla realtà di Prato, con un focus sulla situazione degli sfratti. Il patrimonio abitativo della Toscana fotografato al 31 dicembre 2010 supera i 2 milioni di abitazioni, pari al 6,2% del totale nazionale, una dotazione che dovrebbe essere sufficiente rispetto alla popolazione residente che si attesta sui 3,8 milioni di unità: ci sono infatti a disposizione 544 abitazioni per ogni 1.000 abitanti, vale a dire 1,3 case per ogni famiglia, dato in linea con il resto del paese. Il valore complessivo delle abitazioni toscane, calcolato in base alle quotazioni di mercato, ammonta a 560 miliardi di euro, l’8,9% del valore nazionale, 5,4 volte il Pil regionale (il rapporto nazionale è invece di 4,2 volte). Un’abitazione in Toscana vale in media circa 265 mila euro, il valore medio italiano si ferma a 180 mila euro. Per comprare una casa occorre un somma pari a 8,2 annualità di reddito (il dato medio nazionale scende a 6,1). Se per la casa ogni toscano spende in media 362 euro al mese, quasi il 15% del reddito medio, le famiglie in locazione vedono innalzare questa percentuale, fino a sfiorare il 30%. A livello nazionale la somma è inferiore: 329 euro (13,7% del reddito). In calo la costruzione di nuove abitazioni: tra il 2005 e il 2009 la diminuzione media è stata del 15%, con il picco tra il 2008 e il 2009, -25%. Un trend opposto rispetto al numero delle famiglie residenti il cui incremento è imputabile soprattutto alla componente straniera. Netto anche il calo delle compravendite immobiliari nel periodo 2006-2010, causato in primo luogo dalla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e dalle sempre maggiori difficoltà di accesso al credito. La punta massima è stata toccata nel 2006, quasi 56 mila transazioni. Poi una rapida discesa fino alle quasi 40 mila nel 2009. Nel 2010 si è registrata una lieve ripresa, tornando a superare di poco quota 40 mila. La peculiarità della situazione toscana è rappresentato dall’elevato numero di famiglie proprietarie. Nel 2010 l’84,2% delle abitazioni toscane sono di proprietà (in Italia la percentuale scende all’81,6). A fronte di questo, le circa 255 mila famiglie che invece pagano un affitto sono sempre più in difficoltà, come testimonia la dinamica degli sfratti nel periodo 2001-2010. Dai 3.287 siamo passati a 4.906, con un aumento di circa il 49%. La quota di quelli per morosità dal 61% circa è passata all’89%. Le richieste di esecuzione sono passate da 3.399 a 10.965 (+228%). Quelli eseguiti da 880 hanno raggiunto 2.652 (+201%). Se facciamo un rapporto tra provvedimenti emessi e famiglie residenti osserviamo, nel periodo 2006-2010, un aumento della tensione abitativa in Toscana: in particolare, nel 2009, è stato registrato un provvedimento di sfratto ogni 250 famiglie residenti. Riguardo invece agli sfratti eseguiti, sempre mettendoli in rapporto con il numero di nuclei familiari residenti, nel 2010 si evidenzia uno sfratto ogni 844 famiglie con un aumento continuo dal 2007. Se invece limitiamo lo sguardo alle sole famiglie in affitto otteniamo un’esecuzione di sfratto ogni 96 famiglie. Uno sguardo adesso ai principali interventi della Regione nel settore negli ultimi anni. Nell’ambito dell’edilizia residenziale sono stati attivati vari finanziamenti per lo sviluppo e la riqualificazione del patrimonio Erp e per la realizzazione di alloggi a canone sostenibile. Dal 2008 al 2012 sono stati realizzati 1.743 nuovi alloggi a canone sociale e 556 a canone sostenibile grazie ad un investimento di 190 milioni di euro (tolti i cofinanziamenti dei Comuni coinvolti) ai quali ne vanno aggiunti altri 90 messi a disposizione nel 2011 per interventi di recupero e incremento del patrimonio. Rispetto invece al mercato privato degli affitti la Regione ha provveduto ad integrare le risorse stanziate dallo Stato attraverso il fondo sociale per l’affitto (legge 431/98) con 15,5 milioni di euro tra il 2008 e il 2010 (a fronte di circa 36 milioni di euro statali), ha reso disponibili 45 milioni di euro per il periodo 2010-2013, nell’ambito del progetto Giovanisì, per dare contributi economici di sostegno al pagamento dell’affitto ai giovani che decidono di lasciare la famiglia di orgine, e ha costituito nel 2012 un fondo di 4 milioni di euro per supportare le famiglie a rischio di sfratto per morosità causato da temporanee situazioni di difficoltà economica (licenziamenti, mobilità, cassa integrazione, ecc.). |
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OLTRE 4 MILIONI PER VALORIZZARE LA VALSUSA |
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Torino, 3 aprile 2012 - Via libera dalla Giunta regionale ad alcune opere di valorizzazione della Valsusa, per le quali sono stati stanziati 4 milioni e 680.000 euro. “Mi sono impegnato a non lasciare soli gli abitanti della valle Susa - ha commentato il presidente Roberto Cota - e questi sono i risultati”. La somma stanziata servirà per il restauro del Teatro Civico ottocentesco di Susa, per il recupero della Casa delle Lapidi di Cesana e per intervenire sulle fontane storiche a Meana, Susa, Chiomonte, Salbertrand, Exilles, Sauze d´Oulx, Cesana, Bardonecchia e Sestriere. Sarà inoltre utilizzata per allestire il castello della Contessa Adelaide a Susa. “Si tratta di un intervento importante - ha sostenuto il presidente - al quale ne seguiranno altri, anche grazie ai 10 milioni stanziati dall´ultima delibera del Cipe per opere nelle zone interessate dal progetto Torino-lione”. Cota ha inoltre ricordato che durante la Giunta del 28 marzo è stata approvata una delibera con la quale la Regione si impegna a cofinanziare con 142 milioni l’interconnessione della Torino-ceres con il passante ferroviario a Rebaudengo: “E´ questa una fra le opere prioritarie di prima fase della Torino-lione, in quanto permetterà di realizzare il collegamento diretto tra Torino e l´aeroporto di Caselle. Questa somma si aggiunge ai 20 milioni stanziati venerdì scorso dal Cipe per la progettazione dell´infrastruttura". |
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PIEMONTE: UTILIZZO DELLE AREE DI ADDESTRAMENTO DEI MILITARI |
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Torino, 3 aprile 2012 - Il vicepresidente della Regione, Ugo Cavallera, e il comandante della Regione Militare Nord, generale Claudio Berto, hanno firmato il 2 aprile i disciplinari d’uso per i 12 poligoni del Piemonte nei quali è possibile svolgere esercitazioni militari di tiro con gli armamenti in dotazione alle Forze armate ed ai Corpi armati dello Stato. I poligoni, ciascuno con le proprie caratteristiche di utilizzazione, risultano indispensabili per assicurare ai militari delle Forze armate in servizio in Piemonte il minimo addestramento professionale periodico sia di mantenimento che propedeutico alle missioni operative in territorio nazionale ed estero. I disciplinari rappresentano i regolamenti di base per l’utilizzazione di ciascun poligono, hanno una durata di cinque anni ed individuano la tipologia di unità e di armamenti impiegabili, le norme di sicurezza da osservare e le forme di tutela ambientale e di salvaguardia per la proprietà privata e pubblica. Le aree addestrative attuali ricadono nella giurisdizione di 19 Comuni in 4 diverse province: sono quelle di Baudenasca, Gad, Tavernette, Val Thuras Rhuilles e Pian dell’Alpe (Torino), Col Maurin, Pian Madoro, M. Castello di Quarzina, Salmour e caserma “Dalla Chiesa” (Cuneo), Candelo Massazza (Biella) e Cascina Galdina (Novara). L’individuazione concordata e le modalità di utilizzo dei poligoni di tiro a scopi addestrativi è regolata dal decreto legislativo 15 marzo 2010 n.66 “Codice dell’ordinamento militare”, che delega la competenza ad uno specifico comitato misto paritetico, presieduto dal Comandante della Regione Militare Nord e composto da sette rappresentanti della Regione Piemonte, quattro membri militari e due del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il comitato è un organismo consultivo ed ha lo scopo di garantire l’utilizzazione dei poligoni sulla base delle esigenze della Difesa ed a garanzia degli interessi privati e pubblici. Si riunisce periodicamente per determinare sui periodi di utilizzazione, sulle modalità d’impiego e sulle problematiche ambientali e di sicurezza. |
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COLLOQUE FRANCO-ITALIEN SULLE RELAZIONI ECONOMICHE TRANSFRONTALIERE PROGETTARE INSIEME IN EUROPA |
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Torino, 3 aprile 2012 - Mercoledì 11 aprile alle ore 14.30, presso la Sala Giolitti del Centro Congressi Torino Incontra in via Nino Costa 8 a Torino, si terrà la seconda edizione dei “Colloque franco-italien”, promossa dal Consolato Generale di Francia a Torino e Genova, dalla Camera di commercio di Torino e da Unioncamere Piemonte. L’iniziativa è dedicata alle opportunità di uno sviluppo integrato e di una “strategia di rete” fra le regioni geograficamente localizzate nell’ambito territoriale dell’Alpmed in tema di programmazione europea e politiche comunitarie, soprattutto nell’ambito della nuova programmazione di sviluppo regionale 2014-2020 (Feder). L’incontro, realizzato in collaborazione con l’Euroregione Alpmed, La Stampa e Erai (Entreprise Rhône-alpes International), si aprirà con i saluti del nuovo Ambasciatore di Francia in Italia Alain Le Roy, del Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello, del Presidente della Camera di commercio di Torino Alessandro Barberis, e del Presidente delle Camere di commercio Alpmed Asbl Jean Paul Mauduy. Interverranno poi sul tema “Il punto di vista della politica” Roberto Cota, Presidente della Regione Piemonte e Presidente dell’Euroregione Alpi Mediterraneo; Joël Giraud, Vice Presidente della Regione Provence-alpes-côte d´Azur e Presidente del Comitato Massif des Alpes Françaises; Augusto Rollandin, Presidente della Regione Valle d’Aosta; Christian Dupessey, Primo vice-presidente della Commissione Europa, Relazioni e solidarietà internazionali per la Regione Rhône-alpes; e Angelo Berlangieri, Assessore al Turismo della Regione Liguria. Sarah Bovini, dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, presenterà la sintesi della ricerca “Secondo rapporto sugli scambi transfrontalieri nei territori dell’Alpmed”. Seguirà poi la tavola rotonda “La nuova programmazione europea 2014-2020: le sfide transfrontaliere”, moderata dal giornalista Marco Alfieri, che darà spazio alla testimonianza di esperti italiani ed europei che, a diverso titolo, si occupano di programmazione dei fondi europei di sviluppo regionale. Parteciperanno alla tavola rotonda: Sabina De Luca, Capo Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo Economico; Nicolas Evrard, Segretario generale dell’associazione europea dei rappresentanti della montagna, membro del comitato permanente della Convenzione alpina; e Cristina Cuscunà, Responsabile promozione e comunicazione Mesap - Polo piemontese della meccatronica. Concluderà l’incontro la Console Generale di Francia a Torino e Genova Véronique Vouland-aneini. L’appuntamento si rivolge a imprenditori, istituzioni, agenzie per lo sviluppo territoriale e a tutti quei soggetti, pubblici e privati, interessati a favorire un consolidamento dei rapporti economici ed istituzionali fra le regioni dell’Alpmed. La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento dei posti, previa iscrizione presso la Segreteria organizzativa: studi@to.Camcom.it, tel. 0115714701/2/3. |
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ALBANIA, PROSEGUE BUON ANDAMENTO INVESTIMENTI ESTERI |
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Trieste, 3 aprile 2012 - Il mercato albanese soffre per una limitatezza strutturale, considerando i soli 3 milioni circa di persone che abitano la nazione; le autorità locali si sono però fortemente impegnate negli ultimi anni per adottare riforme che creassero un ambiente più favorevole alle imprese: tali sforzi sembrano cominciare a dare i primi frutti: nel 2010 gli investimenti esteri diretti hanno toccato per la prima volta quota un miliardo di dollari. I risultati ottenuti sono evidenziati dai miglioramenti conseguiti dall´Albania nelle principali graduatorie mondiali relative all´impresa: nel "Doing Business" redatto dalla Banca Mondiale, ad esempio, la nazione è saltata dal 135esimo posto del 2008 all´86esimo del 2009. Tra i principali provvedimenti introdotti, lo stimolo principale sembra essere arrivato dalla flat tax del 10 per cento sui redditi; altra misura efficace è stato il taglio dei costi di avvio di impresa, che ha reso l´Albania la destinazione di investimento più attrattiva della regione. Imprenditori e rappresentanti stranieri che lavorano nel paese concordano sui risultati ottenuti e sulla necessità di proseguirli; prioritaria è la creazione di una corte amministrativa per la tutela degli investitori. L´eliminazione dei visti per il movimento nella zona Schengen, l´entrata nella Nato e i successi nella lotta al traffico di esseri umani hanno inoltre migliorato l´immagine internazionale del Paese, accrescendone in particolare la vocazione turistica. |
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ROMANIA, BERS PRONTA A GRANDI INVESTIMENTI |
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Bucarest, 3 aprile 2012 - La Bers-banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha approvato la nuova strategia triennale di investimento in Romania: la Bers continuerà a offrire il proprio sostegno al Paese nell´adozione delle riforme, attraverso gli investimenti e una politica di dialogo col Governo. Ne dà notizia Nine o´Clock, riprendendo un recente comunicato emesso dalla Banca. La Bers prevede di continuare a investire in Romania trai 400 e i 500 milioni di euro l´anno, con l´obbiettivo di contribuire allo sviluppo dell´economia. Nonostante i modesti segnali di ripresa nel 2011, fondati su un buon raccolto e sulle esportazioni, le prospettive a breve termine restano incerte, a causa della nuova instabilità nell´Eurozona e sui mercati globali. Il documento della Banca sottolinea l´elevato potenziale di crescita dell´economia romena nel breve termine, che può essere realizzato terminando la transizione in corso; Bers intende partecipare al progetto con iniziative volte alla stabilità de settore finanziario e all´agevolazione dei flussi di credito verso l´economia reale per mezzo di linee di credito ideate per le piccole e medie imprese, in particolare nell´area dell´efficienza energetica; il sostegno alle imprese sarà prioritario nella strategia di Bers per la Romania. La Banca incoraggerà inoltre gli investimenti esteri diretti e sosterrà le imprese locali, focalizzandosi su settori come la manifattura, l´agricoltura, la tecnologia, estendendo la propria azione al settore delle infrastrutture municipali, in particolare nei trasporti e negli altri servizi pubblici. Altre aree in cui la Bers intende agire sono l´utilizzo efficiente dei fondi strutturali dell´Ue, i processi di privatizzazione delle aziende pubbliche, la transizione da un´economia basata sul carbone agli investimenti nelle energie rinnovabili. |
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PROGETTO EUROPEO CNCB, IL RUOLO DEI CLUSTER MANAGER NEL CONTESTO DISTRETTUALE: QUALI PROSPETTIVE? |
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Venezia, 3 aprile 2012 - Nell’ambito del progetto europeo Cncb – Cluster and Network Cooperation for Business Success in Central Europe –, Unioncamere del Veneto – Eurosportello Veneto organizza l’incontro “Il ruolo dei Cluster manager nel contesto distrettuale: quali prospettive?”, in programma giovedì 5 aprile, dalle 9.30 alle 13, presso Unioncamere del Veneto, via delle Industrie 19/C – Pst Vega, Edificio Lybra Marghera. Finanziato dalla Commissione Europea nel programma di cooperazione transfrontaliera Central Europe, Cncb vuole sostenere i distretti fornendo strumenti pratici per migliorare la competitività e la capacità di innovazione. Il progetto, che si concluderà nel settembre 2012 con un evento che si terrà a Venezia, intende sviluppare strumenti internazionali per il miglioramento della gestione, dell’ottimizzazione e dell’internazionalizzazione dei cluster. Il progetto, di cui Unioncamere del Veneto – Eurosportello Veneto è partner, ha raccolto una serie di dati per identificare quali sono le richieste di qualifica per i dipendenti dei cluster al fine di rendere la loro gestione più efficace. Questi dati sono stati “ottimizzati” identificando potenziali cluster pilota che possono approfittare delle buone pratiche del progetto e della partnership di Cncb. L’ultimo passaggio riguarda l’internazionalizzazione, che dovrà portare alla scelta di altri tre cluster pilota che verranno supportati non solo nella creazione di reti e relazioni internazionali, ma anche in collaborazioni per specifici progetti transfrontalieri. L’incontro del 5 aprile vuole essere un momento di dialogo tra i distretti del Veneto e le istituzioni locali in vista delle strategie e delle politiche che si stanno sviluppando nel territorio Veneto. In particolare, durante l’evento si prenderà in considerazione la figura del project manager, il suo ruolo all’interno del distretto e le prospettive future. Dopo i saluti d’apertura lavori di Francesco Pareti, responsabile Eurosportello Veneto, seguiranno gli interventi di Eleonora Di Maria dell’Università di Padova su “Cluster Manager in Europa e in Veneto: i risultati del progetto Cncb”; Valter Taranzano della Federazione dei Distretti Italiani su “Le dinamiche distrettuali in Italia”; Antonio Bonaldo della Regione del Veneto su “L’evoluzione dei distretti industriali in Veneto e il ruolo della regione Veneto”. Chiuderà l’incontro una tavola rotonda, coordinata dall’ingegner Donato Bedin di Eurosportello Veneto, su “Il ruolo dei cluster manager: testimonianza a confronto” cui parteciperanno i distretti veneti della giostra, dei sistemi per l’illuminazione (Luce in Veneto), del prosecco di Conegliano Valdobbiadene e del condizionamento e refrigerazione industriale (Refricold). |
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IL CREDITO NELLE MARCHE. LA CRISI E IL RUOLO DEI CONFIDI. |
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Ancona, 3 Aprile 2012 - Si e` svolto ieri in via Gentile da Fabriano il seminario di presentazione dello studio sul sistema dei Confidi, realizzato per la Regione dal Mofir ´ Money & finance research group ´ del Dipartimento di Economia dell´Universita` Politecnica delle Marche. Sono intervenuti l´assessore alle Attivita` produttive, Sara Giannini e il coordinatore della ricerca, Pietro Alessandrini, docente della Facolta` di Economia ´G. Fua`´. Ha preso parte all´iniziativa anche l´assessore al Bilancio, Pietro Marcolini. Presenti esponenti delle associazioni di categoria, del sindacato e del settore creditizio regionale. ´Quello presentato oggi e` uno studio molto importante e utile ´ sottolinea Giannini ´ che raffigura in modo chiaro la situazione del sistema di garanzia per le imprese marchigiane. Mette in evidenza punti di forza e di debolezza di questo sistema e indica la strada per la futura politica di sostegno regionale. Si tratta di una base di confronto tra associazioni di categoria, confidi, mondo del credito e istituzioni, per avviare un percorso che porti al rafforzamento della filiera del credito nelle Marche´. Lo studio analizza il sistema del credito operante nelle Marche e le sue principali componenti, mettendo in luce le tendenze e gli elementi di criticita` della domanda e dell``offerta di credito nel contesto di crisi in atto. Il rapporto, anche attraverso il metodo del confronto tra gli interventi della Regione Marche e quelli delle altre Regioni, affronta in particolare il ruolo svolto dalla rete regionale dei Confidi come ammortizzatore anticiclico nell´attenuare gli effetti negativi della crisi e formula alcune conclusioni, dalle quali possono scaturire ipotesi di interventi futuri per i policy maker regionali. Il rapporto mette in evidenza due aspetti strutturali virtuosi, che hanno consentito di attenuare l´impatto della crisi sull´economia regionale. Impatto che si e` sentito, ma in misura minore rispetto alla media italiana. Il primo connotato strutturale virtuoso riguarda il radicamento territoriale delle banche operanti nelle Marche. Questo aspetto influisce sull´offerta di credito ed e` orientato in senso positivo dal peso crescente delle banche di credito cooperativo, i cui sportelli sono piu` che raddoppiati negli ultimi quindici anni, e dalla presenza di una banca di medie dimensioni che, rimanendo autonoma, ha mantenuto la testa pensante all´interno della regione. Il secondo connotato strutturale virtuoso riguarda la rete regionale di confidi, che ha svolto pienamente il ruolo di ammortizzatore anticiclico nell´attenuare gli effetti negativi della crisi. I confidi agiscono dal lato della domanda di credito, riducendo le asimmetrie informative tra banche e imprese e svolgendo un´azione di monitoraggio preventivo sulla qualita` delle richieste di finanziamento, con i vantaggi di aumentare il potere contrattuale delle imprese nei confronti delle banche e di ridurre i rischi che gravano sul patrimonio delle banche. In ordine di importanza quantitativa delle garanzie in Italia, le Marche sono la settima regione e salgono al terzo posto per le garanzie fornite alle imprese con meno di 20 addetti, che coprono oltre un quinto dei prestiti ad esse erogati. Si conferma anche per i confidi regionali l´importanza del radicamento territoriale come fattore strategico. |
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STRETTA DEL CREDITO: PUGLIA ADERISCE AD ACCORDO CON ABI
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Bari, 3 aprile 2012 - Lo fa per fronteggiare il problema della stretta del credito che sta strangolando le imprese pugliesi. La decisione è stata presa dalla Giunta regionale su proposta della vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone. Obiettivo dell’accordo è assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie per le imprese che, nonostante le difficoltà dovute alla crisi, presentano comunque prospettive economiche positive. Una condizione nella quale l’intesa con le banche può favorire il superamento delle situazioni di criticità. Sono tre gli interventi previsti per le imprese: - la sospensione per 12 mesi del pagamento delle rate di mutuo e dei canoni di leasing immobiliare e mobiliare; - l’allungamento della durata dei mutui, spostando in avanti, fino a 270 giorni, le scadenze del credito a breve termine per esigenze di cassa e per un massimo di 120 giorni le scadenze del credito agrario; - la promozione della ripresa e dello sviluppo delle attività aziendali. Per raggiungere quest’ultimo obiettivo le banche si impegnano a concedere un finanziamento proporzionale all’aumento dei mezzi propri realizzati dall’impresa. “L’adesione a questo accordo – ha detto la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – è un ulteriore segno del nostro impegno nei confronti delle imprese in difficoltà per la congiuntura economica negativa. La crisi sta mettendo le aziende di fronte a situazioni che possono essere superate solo grazie all’intervento delle banche. In questo contesto la stretta del credito strozza le imprese, impedendo il superamento della crisi. È un tema su quale molti attori imbastiscono convegni e dibattiti pubblici. La Regione Puglia invece sta lavorando concretamente per aiutare le imprese. È di pochi giorni fa il nostro incontro con l’Abi per fare in modo che le banche mettano a disposizione delle imprese finanziamenti per le spese correnti. Oggi consegniamo alle imprese un ulteriore forma di aiuto contro la stretta del credito”. Aderendo all’intesa nazionale la Regione Puglia estende i benefici dell’accordo anche ai finanziamenti agevolati regionali dei Programmi operativi Fesr della Regione Puglia sia 2000-2006 che 2007-2013. Per il primo, rientrano nell’accordo i Pia (Pacchetti integrati di agevolazioni” (è la misura 4.1); il “Supporto alla competitività ed all’innovazione delle imprese e dei sistemi di imprese turistiche” (è la misura n. 4.14); i Contratti di Programma, limitatamente ai progetti di ricerca (misura 4.18); infine l’Accordo di Programma Quadro “Realizzazione di interventi a sostegno dello sviluppo locale”. Per il Programma operativo Fesr 2007-2013, i benefici dell’accordo declinato in chiave pugliese riguardano le imprese che usufruiscono dell’incentivo Titolo Ii “Aiuti agli investimenti iniziali alle microimprese e alle piccole imprese” e degli “Aiuti agli investimenti iniziali alle piccole imprese operanti nel settore turistico”, chiamato più brevemente Titolo Ii Turismo. Le imprese che intendono usufruire delle agevolazioni dell’intesa dovranno presentare la domanda alla propria banca entro il 31 dicembre 2012. Le richieste di allungamento per mutui che a questa data dovessero risultare sospesi, potranno essere presentate entro il 30 giugno 2013. Il modulo sarà predisposto dalle singole banche sulla base del modello elaborato dall’Abi. |
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SOS IMPRESA, TOSCANA: LO SPREAD NON È TUTTO: CREDITO PIÙ FACILE, LOTTA ALL’EVASIONE, SEMPLIFICAZIONE |
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Firenze, 3 aprile 2012 – “Non vorrei che la valutazione dello spread fosse l’ultima quota Cadorna – dice l’assessore al bilancio e ai tributi della Toscana Riccardo Nencini, citando quello che accadde nella prima guerra mondiale – Lo spread è infatti importante, ma è solo un indicatore: non è l’indicatore massimo”. La battuta, che si riferisce all’azione del governo per rimettere in sesto conti ed economia dell’Italia, arriva nel corso della presentazione del rapporto di “Sos Impresa” relativo alle infiltrazioni della criminalità sulle imprese in Toscana, presentato ieri da Confesercenti nella sala Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Nencini è intervenuto dopo il magistrato Ettore Squillace. Globalizzazione, crisi, accesso al credito, ma anche semplificazione amministrativa ed enti più snelli sono temi che si tengono assieme per l’assessore. “Un tempo il fare e il finanziare erano espressione dello stesso territorio. Oggi, prima conseguenza della globalizzazione, i capitali che finanziano l’attività manifatturiera ed economica di una regione possono arrivare da molto lontano. Questo accresce il rischio di infiltrazioni e in una situazione di crisi come quella che viviamo – avverte l’assessore – aprire certe porte diventa ancora più facile per la malavita” Per aiutare l’economia e le imprese che stanno nelle regole a difendersi per Nencini è necessario anzitutto un sostegno all’accesso al credito: “lo si può fare utilizzado i confidi e il microcredito” dice. “Ma anche semplificare la pubblica amministrazione aiuta – aggiunge – , se si considera che, anche qui in Toscana, abbiamo tredici diversi livelli di governo ed enti che lavorano sul territorio: troppi, uno in meno del doppio dei vizi capitali”. “L’irpet – prosegue – ci ricorda che per ottenere un permesso passano mediamente da 5 a 7 anni. Se tagliamo questi tempi (e lo si può fare con una riforma istituzionale) riduciamo la possibilità che si verifichino certi fenomeni di illegalità”. L’ultima parte dell’intervento l’assessore lo dedica all’evasione fiscale e alle imprese cinesi che lavorano in Toscana. “Sono illegalità minori rispetto alle infiltrazioni mafiose o ai fenomeni di usura al centro del rapporto di oggi – conclude Nencini – ma non fanno meno male a tante imprese che lavorano nelle regole e devono fronteggiare una concorrenza sleale. Sono un’ulteriore fonte di preoccupazione e per combattere questa illegalità, fatta di tasse non pagate ma anche di mancato rispetto dei diritti dei lavoratori o di infanzia negata ai bambini, l’unico modo è lavorare in squadra e mettere in moto più sinergie”. |
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QUATTRO TAVOLI DI SETTORE AL FORUM ECONOMICO FVG-SERBIA |
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Trieste, 3 aprile 2012 - "Nascono" dagli accordi bilaterali in atto tra Friuli Venezia Giulia e Serbia - il Memorandum del 2009, il protocollo d´intesa con il ministero serbo del Lavoro e delle Politiche sociali, datato maggio 2009, e l´Intesa con la Provincia della Vojvodina, rinnovato poche settimane fa dal presidente Renzo Tondo - i quattro Tavoli tematici che hanno animato il 30 marzo a Trieste la parte conclusiva del Forum economico Friuli Venezia Giulia-serbia. Alla presenza di quasi 150 "attori" economici serbi e del Friuli Venezia Giulia, appartenenti ai settori Metalmeccanico, Legno/arredo, Tessile/ambiente/ecologia ed Agroalimentare, l´assessore regionale alle Relazioni internazionali e comunitarie, Elio De Anna, ha avviato i colloqui del pomeriggio, segnalando che un ulteriore incontro imprenditoriale e un evento di presentazione delle opportunità economiche della Vojvodina verranno organizzate a Pordenone a margine di "Expo Sicam", il Salone internazionale dei componenti, semilavorati ed accessori per l´industria del Mobile in programma nella seconda metà di ottobre, mentre una rassegna imperniata su Aquileia verrà allestita nelle città di Nis e Novi Sad e nella capitale Belgrado. L´assessore De Anna ha anche annunciato che è in fase di avanzata predisposizione una Dichiarazione d´intenti tra il Friuli Venezia Giulia e il ministero serbo dell´Economia e lo Sviluppo regionale per l´istituzione di una Commissione economica permanente, particolarmente dedicata alle attività d´investimento. Investimenti e possibili collaborazioni che offrono ampliate possibilità, ha quindi ricordato in sede di conclusione il presidente di Finest, Renato Pujatti, in tutti e quattro i settori inquadrati nei lavori pomeridiani dei Tavoli tematici, in particolare nei comparti metalmeccanico e del legno. |
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VDA: IL PRESIDENTE ROLLANDIN INCONTRA CONFIDI E BANCHE PER UN’ANALISI SUL CREDITO |
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Aosta, 3 aprile 2012 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha incontrato venerdì 30 marzo i confidi e le banche per un’analisi sulle problematiche legate all’erogazione del credito in Valle d’Aosta. L’incontro, nato dalla risoluzione consiliare, sottoscritta dai consiglieri Alberto Zucchi, Francesco Salzone, Claudio Lavoyer e Diego Empereur e approvata a maggioranza dal Consiglio regionale il 22 marzo scorso, ha portato ad un analisi condivisa delle difficoltà generatesi, a partire dalla seconda metà del 2011, in seguito alla crisi che sta attraversando il mondo economico e finanziario e che si riflettono in problemi di accesso al credito e di tassi di interesse elevati. La riunione, che ha quindi permesso di fare il punto della situazione, è terminata con una sollecitazione del Presidente Rollandin a tutti gli attori coinvolti, affinché si adoperino per trovare meccanismi idonei a far ripartire il sistema delle piccole e medie imprese valdostane, convocando già una prossima riunione, nelle prossime settimane, alla quale sono già stati invitati dalla Regione i rappresentanti della Cassa Depositi e Prestiti. |
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SICILIA: ANTONELLO MONTANTE PROSEGUIRA´ RIVOLUZIONE CONFINDUSTRIA |
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Palermo, 3 aprile 2012 - "Una elezione nel segno della continuita´, quella di Antonello Montante alla guida di Confindustria Sicilia. L´associazione degli industriali siciliani, da otto anni a questa parte, con Ivan Lo Bello e lo stesso Antonello Montante, e´ diventata un modello anche a livello nazionale avviando una stagione di cambiamenti epocali, una vera e propria rivoluzione culturale per gli imprenditori isolani". Lo dice l´assessore regionale alle Attivita´ Produttive, Marco Venturi, commentando il rinnovo dei vertici della Confinfustria siciliana e l´elezione di Antonello Montante come presidente. "Sono passati circa 8 anni da quando a Caltanissetta - aggiunge Venturi - l´associazione degli industriale nissena per prima avvio´ un cammino nel segno della legalita´, decidendo di denunciare chi non rispetta le regole, espellendo da Confindustria chi favorisce o diventa strumento della mafia, scegliendo di applicare un codice etico che dice no alla mafia senza se e senza ma, espellendo quelle aziende che non si allineano. Artefici di quella rivoluzione, poi estesa a livello regionale, Ivan Lo Bello e Montante, assieme ad altri valorosi imprenditori". "Non si torna indietro. Abbiamo fatto passi da gigante ma - prosegue Venturi - e´ ancora tanto il lavoro da fare per debellare l´ingerenza della criminalita´ organizzata, favorendo cosi´ la crescita e lo sviluppo del tessuto imprenditoriale siciliano. Montante, cui voglio rivolgere un sincero augurio di buon lavoro, proseguira´ con determinazione e forte abnegazione il percorso intrapreso contando anche sulle sinergie con la Confindustria nazionale e le nuove iniziative, come ad esempio il rating antimafia per le imprese". |
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VARESE: DISOCCUPAZIONE IN ITALIA NEL 2011, DIFFUSI I DATI ISTAT |
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Varese, 3 aprile 2012 - La Camera di Commercio di Varese informa che l’analisi a livello provinciale dei dati sulla disoccupazione in Italia nel 2011, resi noti da Istat lunedì 2 aprile, fa emergere il balzo compiuto da questo indicatore a Varese. Si è passati infatti dal 5,3% della forza lavoro in cerca di occupazione del 2010 a un valore pari al 7,7% per lo scorso anno. Si tratta del dato più alto in Lombardia e il peggiore almeno dell’ultimo decennio, superiore anche a quel 6,3% che aveva caratterizzato il 2009, anno in cui più forte si era manifestata la crisi partita dall’esplosione della bolla finanziaria di fine 2008. Quanto invece all’occupazione, le cifre diffuse da Istat indicano per la provincia di Varese una conferma di circa 376mila persone operative sul mercato del lavoro. Il dato sulla disoccupazione può quindi essere letto anche come un aumento del numero di coloro che si sono immessi nel circuito della ricerca attiva di un posto di lavoro. Un’evidenza testimoniata pure dalla riduzione del tasso di inattività varesino, sceso dal 32,2% al 30,6%. Il tasso di inattività può essere definito come un indice che legge la percentuale di coloro che, o per ragioni anagrafiche o per scoraggiamento, non partecipano attivamente al mercato del lavoro. In allegato, le tabelle provinciali diffuse oggi da Istat. |
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L’ASSESSORE AL LAVORO DEL VENETO A NAPOLI AL CONVEGNO ASSOCIAZIONE ‘NORD E SUD’: “SONO QUI PER SFATARE I LUOGHI COMUNI ATTRAVERSO L’ORGOGLIO” |
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Venezia, 3 aprile 2012 - “Sono qui per provare a sfatare i luoghi comuni attraverso l’orgoglio”. Ha esordito così l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro della Regione del Veneto, intervenendo il 30 marzo a Napoli, ospite del collega assessore regionale della Campania, al battesimo dell’associazione “Nord e Sud”, che riprende una rivista degli anni ‘50 del professor Francesco Compagna. L’assessore del Veneto ha quindi proseguito: “Siamo vittime o ci fa comodo restare a guardarci attraverso i cliché? Noi polentoni, voi pizza e mandolino, noi solo ‘schei’, voi solo poca voglia di lavorare. Proviamo a ribellarci – ha esortato – attraverso una nuova e diversa cultura della responsabilità. Perché se l’Italia ha la possibilità di rialzarsi, lo può fare tutta insieme: tagliando gli sprechi, aumentando la produttività, facendo alleanze tra imprese, difendendo il made in Italy e il manifatturiero”. “La competizione – ha precisato ancora l’assessore – si gioca con regole che sembrano scritte contro di noi, ma noi abbiamo l’obbligo di scriverne altre, almeno al nostro interno, decidendo con convinzione di rispettarle”. “Questo lo si fa entrando in profondità nella economia reale – ha concluso l’assessore veneto –, nei problemi delle imprese, quelle che stanno subendo la più grande pressione fiscale della storia, nel momento peggiore. Non possiamo pensare di creare posti di lavoro se non difendiamo le imprese a nord est, come a sud. Questa è la ragione per cui dobbiamo stare insieme e lavorare con le medesime regole”. |
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EURALLUMINA, CAPPELLACCI E ZEDDA: "FARE CHIAREZZA SU PERCORSO PER SALVAGUARDIA E RILANCIO DEL SITO DI PORTOVESME"
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Cagliari, 3 Aprile 2012 - "Chiederemo che si inizi a definire sia la posizione dell´Esecutivo che quella dell´azienda riguardo ad alcuni aspetti determinanti: si deve iniziare a parlare di piano aziendale e si deve esprimere una posizione netta sull´eventuale costituzione di una newco." Così il presidente Cappellacci che nel ieri pomeriggio insieme all´assessore all´Industria Alessandra Zedda ha coordinato la riunione preparatoria sulla vertenza Eurallumina con i parlamentari, la presidente e i capigruppo del consiglio regionale, i sindacati e i rappresentanti del territorio, ha sintetizzato le posizioni emerse durante il vertice. "Allo stesso modo - ha aggiunto il presidente della Regione - occorre definire il quadro inerente alle risorse, alle fonti delle stesse e agli strumenti da porre in essere per il rilancio dello stabilimento. Su tali aspetti - ha aggiunto Cappellacci- è necessario un chiarimento anche da parte di Eurallumina. In particolare, il risultato relativo al credito Iva deve essere finalizzato in maniera coerente rispetto al programma. Le risorse siano destinate agli investimenti. Domani deve essere anche l´occasione per iniziare a fare chiarezza, almeno con riferimento alle possibili ipotesi percorribili, sul nodo relativo alla centrale. Si dovrà altresì iniziare a considerare la prospettiva di un passaggio dalla cassintegrazione in deroga a quella per ristrutturazione. Il vertice di domani al Ministero - ha concluso il presidente della Regione - deve essere inteso come propedeutico a un successivo incontro, da convocare quanto prima, che deve vedere, oltre alla partecipazione del ministro anche quella della Rusal. Per questo, benché interlocutorio, dovrà avere avrà carattere operativo." Un concetto ripreso dall’assessore all´Industria, Alessandra Zedda: "Dobbiamo arrivare a un’ipotesi concreta di percorso - ha evidenziato - che consenta in via transitoria di riaprire la fabbrica al più presto possibile e che consenta di avviare quegli interventi strutturali fondamentali per rilanciarla nel lungo periodo. Su questo - ha concluso l’assessore - dobbiamo arrivare a un chiarimento risolutivo con l´azienda." |
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CALABRIA: APPROVATO IL REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI DI SOLIDARIETÀ ALLE FAMIGLIE DI LAVORATORI DECEDUTI SUL POSTO DI LAVORO |
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Catanzaro, 3 aprile 2012 - La Giunta regionale, nell’ultima riunione, su proposta dell’assessore al Lavoro Francescantonio Stillitani, ha approvato il regolamento attuativo per gli interventi di solidarietà a favore dei familiari di lavoratori o lavoratrici deceduti, o gravemente invalidi, a causa di incidenti sui luoghi di lavoro. Il contributo una tantum va da 20 a 25 mila euro, a titolo di assistenza sociale nei confronti delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro e a favore dei lavoratori che hanno riportato una riduzione permanente della capacità lavorativa, pari al 100%, a seguito di un grave incidente avvenuto sia sul posto di lavoro o lungo il tragitto da casa. “In realtà – ha spiegato l’assessore Stillitani – questo regolamento arriva con un po’ di ritardo a causa di alcune incongruenze presenti nel testo della legge che non ne permettevano l’applicazione. Ad esempio la normativa prevedeva che i sussidi economici potevano essere erogati anche a favore del convivente, una figura che però, nella legislazione italiana non esiste. Ora, quindi, il regolamento attuativo, dopo le correzioni apportate dagli uffici preposti e l’approvazione in Consiglio regionale, darà l’opportunità alle famiglie colpite dalle cosiddette morti bianche ad avere accesso ad un contributo che, anche se non servirà a lenire il dolore, di sicuro, in un periodo di così grave crisi economica, potrà fornire un aiuto concreto”. La domanda di richiesta dei contributi dovrà essere presentata al Dipartimento Lavoro. Per gli eventi avvenuti dall’1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2011, ci sono di 60 giorni dalla data di pubblicazione del regolamento sul Burc. Le domande relative agli incidenti verificatesi dopo la data del 31 dicembre 2011, potranno essere presentate entro l’1 marzo dell’anno successivo all’evento e potranno trovare copertura finanziaria all’interno del fondo regionale di cui all’art. 2 della l.R. N. 11 del 26/02/2010. “Con questa legge – ha evidenziato ancora Stillitani - abbiamo voluto tenere conto anche dei lavoratori rimasti gravemente invalidi e delle famiglie che hanno perso il proprio congiunto a causa di incidenti avvenuti sul luogo di lavoro, in un periodo precedente all’approvazione della legge. Spero che tutte le famiglie che faranno richiesta possano ottenere il sussidio messo a disposizione dalla Regione. Qualora, però, le domande dovessero essere superiori agli importi messi a disposizione, il dipartimento procederà alla stesura di una graduatoria che terrà conto del reddito Isee della famiglia del lavoratore. Nel caso di parità di reddito Isee, si procederà con una ulteriore graduatoria che terrà conto del numero dei figli a carico delle singole famiglie richiedenti il contributo”. |
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INCONTRO CAPPELLACCI-SINDACATI: SI PREPARA CONFRONTO POLITICO CON PALAZZO CHIGI
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Cagliari, 2 Aprile 2012 - Regione e sindacati stanno preparando il confronto politico con Palazzo Chigi. E´ quanto emerso durante l´incontro svolto ieri a Villa Devoto tra il presidente Cappellacci e i segretari regionali di Cgil Cisl e Uil, Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticca. Il presidente della Regione ha comunicato di aver già ricevuto la disponibilità da parte dell´Esecutivo nazionale ad un incontro politico che preveda la partecipazione delle forze sociali. In vista del confronto Regione e sindacati hanno programmato un nuovo vertice per il 16, al fine di perfezionare, tenendo conto degli atti approvati dal Consiglio Regionale, una sintesi comune da illustrare a Palazzo Chigi. Al centro del confronto odierno vi è stato altresì un approfondimento sulle politiche regionali per il lavoro, sulle quali da parte della Giunta è stata espressa una nuova apertura al dialogo, finalizzata a porre in essere una serie di azioni condivise sia per far fronte alle emergenze sia per rilanciare i piani di lungo periodo. Su tali temi è stato convocata una nuova riunione per il giorno 18 aprile. "Proseguiamo il percorso - ha dichiarato il presidente al termine dell´incontro - per portare a Roma quella voce unitaria della Sardegna sulle questioni ancora aperte con lo Stato e per avere gli strumenti idonei a concorrere con le nostre idee, i nostri progetti e i nostri valori alla ripresa del Paese". |
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ACCIAI TERNI: MARINI A DIRIGENZA OUTOKUMPU “GRANDE FIDUCIA E DISPONIBILITÀ PER COSTRUIRE NUOVE OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO” |
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Terni, 3 aprile 2012 - "Qui c´è la storia dell´industria italiana e non solo di Terni e della nostra regione. Con le nostre acciaierie si è formata gran parte della stessa identità culturale e sociale di questo territorio. Il nostro augurio è che insieme si possa lavorare affinché le acciaierie rappresentino anche il futuro della nostra storia. È con questa riflessione che auguro alla dirigenza di Outokumpu il benvenuto in Umbria". E´ quanto affermato dalla presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo saluto all´incontro istituzionale organizzato congiuntamente da Regione Umbria, Provincia e Comune di Terni con la delegazione del gruppo industriale finlandese Outokumpu, che ha acquisito il sito ternano della Thyssen Krupp Acciai Speciali, svoltosi nel pomeriggio di, lunedi 2 aprile, nella sala Blu di Palazzo Gazzoli, sede ternana della Giunta regionale dell’Umbria. All’incontro hanno preso parte Leopoldo Di Girolamo, sindaco della città di Terni, Feliciano Polli, presidente della Provincia ed il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega. I lavori si sono conclusi con gli interventi di Mika Seitovirta, Ceo del gruppo finlandese, e di Marco Pucci, neo amministratore delegato della Tk Acciai Speciali Terni. "Nei mesi scorsi - ha proseguito la presidente - quando si rincorrevano le voci circa il futuro dell´assetto proprietario di Tk Acciai Terni, ho spesso affermato che la cosa migliore per noi sarebbe stata poter avere un partner che accanto all´affidabilità economica e finanziaria, avesse potuto offrir anche una capacità industriale. Outokumpu si presenta con questo connubio e ciò ci fa ben sperare e guardare al futuro con fiducia". "Certo, la nostra fiducia non la riponiamo ´in bianco", perchè saremo attenti e vi seguiremo. Voi potrete contare sulla nostra disponibilità a costruire insieme nuove opportunità di crescita e sviluppo. Così come troverete una comunità attenta e responsabile, e lavoratori che sentono come propria quella che noi chiamiamo "la fabbrica di viale Brin". La presidente Marini ha ricordato come la storia delle acciaierie di Terni, soprattutto quella degli ultimi trenta anni, sia stata caratterizzata dal passaggio storico da azienda di stato ad azienda multinazionale: "In Umbria abbiamo voluto cogliere quella sfida che spaventava molti. Ed oggi da storia italiana quella delle acciaierie è divenuta una storia internazionale. Qui si è realizzata la migliore contaminazione dell´industria multinazionale. E questo perchè abbiamo cercato di guardare di più e con maggiore disponibilità alle opportunità che questa contaminazione avrebbe potuto offrire alla nostra comunità, alla nostra economia, più che concentrarci e soffermarci sui rischi". "Devo dare atto al management di Tk di aver lavorato in questi anni nella direzione che indicavamo, e cioè di investimenti in direzione dell´innovazione e della ricerca nei materiali speciali. Se oggi qui c´è un sito produttivo che vanta una qualità delle produzioni ed una competitività indiscusse a livello internazionale, è anche perchè insieme abbiamo lavorato in questa direzione". Infine la presidente ha voluto ricordare gli impegni della Regione e delle altre istituzioni a partire dal Governo nazionale per il completamento della dotazione infrastrutturale che potrà garantire alla stessa acciaieria migliori condizioni logistiche, ad iniziare dal completamento del collegamento con il Porto di Civitavecchia. Inoltre, la presidente ha salutato con soddisfazione l´annuncio dato dal ministro dell´economia Corrado Passera, circa la volontà del Governo di intervenire sulle politiche energetiche al servizio dell´industria, essendo questo un elemento fondamentale per la competitività di una azienda “energivora” come le acciaierie di Terni”. |
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CRISI, VENETO: INSIEME ALLE IMPRESE A RISCHIO ANCHE LA NOSTRA IDENTITA’ |
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Rovigo, 3 aprile 2012 - La crisi rappresenta una sfida che istituzioni, banche e imprese devono affrontare. Vanno comprese fino in fondo le necessità delle imprese a cui occorre andare incontro con tutti gli strumenti possibili, con grande attenzione soprattutto per i giovani, per non rischiare di perdere insieme alle imprese la nostra identità, quel “made in Italy” che deve molto al Veneto. Lo ha detto l’assessore regionale allo sviluppo economico intervenuta il 31 marzo a Rovigo ad una tavola rotonda promossa da Confartigianato provinciale e regionale sul rapporto tra banche e imprese nell’attuale contesto di crisi e in una prospettiva di ripresa economica. Un tema scottante – ha detto l’assessore – su cui la Regione è sempre stata presente, acuito però dal problema della burocrazia e dell’apparato statale che anche le Regioni soffrono. Il Veneto è stato il primo ad adottare strumenti di carattere finanziario, valorizzando tre l’altro il sistema dei Confidi, per agire sulla liquidità delle imprese – ha aggiunto - ma siamo sempre legati al patto di stabilità, di cui più volte abbiamo chiesto di allargare le maglie almeno per le Regioni più virtuose. Per non lasciare sole in una situazione di disperazione le imprese venete che vantano crediti e hanno bisogno di liquidità, l’assessore ha reso noto che in una delle prossime riunioni di giunta sarà presentato un ulteriore provvedimento innovativo per poter ottenere dalle banche delle anticipazioni sui contratti che saranno garantite dalla Regione. |
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LAVORO: IN ABRUZZO 507MILA OCCUPATI, +2,7% RISPETTO AL 2010 |
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L´aquila, 3 aprile 2012 - L´abruzzo del lavoro nel 2011 ha resistito alla crisi occupazionale e ha registrato il miglior dato nazionale di incremento in termini percentuali della forza lavoro, passando dai 494mila lavoratori occupati nel 2010 ai 507mila del 2011, con un +2,7%, a fronte del +0,4% del dato nazionale e del +0,2% del Mezzogiorno. Un incremento dovuto soprattutto alla forte crescita delle donne abruzzesi entrate nel mercato del lavoro che hanno portato nel 2011 la forza lavoro femminile a quota 200mila occupate. Anche il dato della disoccupazione nel 2011 migliora scendendo al 8,5% allineandosi quasi perfettamente al dato nazionale fissato all´8,4%. "La foto scattata dall´Istat, dichiara l´assessore con delega al Lavoro, al mercato del lavoro regionale del 2011, dimostra la capacità dell´Abruzzo, del suo tessuto imprenditoriale e sociale e delle sue Istituzioni, di aver saputo reagire bene al termine della prima recessione del biennio 2009/10. Oltre mezzo milione di abruzzesi sono occupati, di questi per la prima volta ben 200mila sono donne. Alcuni mesi fa, prosegue, avevamo salutato con soddisfazione il fatto di aver superato la soglia psicologica dei 500mila occupati, oggi registriamo con l´altrettanta soddisfazione la capacità di aver saputo consolidare quel dato. Sappiamo bene che la nuova fase recessiva nella quale l´Italia è entrata probabilmente porterà ad un peggioramento di questi dati nei prossimi mesi, ma oggi dobbiamo guardare con una positiva e serena consapevolezza questa foto che ci consegna un Abruzzo capace di resistere e crescere nelle finestre di opportunità che la crisi concede. Sappiamo inoltre, conclude, che in questi numeri sono conteggiati anche i cassaintegrati, ma il loro numero è minore rispetto al periodo più nero del 2010 e soprattutto sono la prova di una adeguata e positiva attività svolta insieme da Regione e parti sociali anche dal punto di vista delle politiche passive del lavoro. Donne, giovani, bonus assunzionali e incentivi alla nascita di nuove imprese: su queste direttrici, dimostratesi capaci di incidere sulla dinamica dell´occupazione, proseguiremo la nostra azione politica". A tal proposito il Presidente della Regione sottolinea : " Registriamo con moderata soddisfazione questo dato ufficiale che fa dell´Abruzzo una delle regioni che resistono meglio sul versante della difesa dell´occupazione. Le Istituzioni, la Regione in primis, e le parti sociali, hanno saputo comprendere la necessità di far fronte comune in questa battaglia, e il tessuto imprenditoriale ha saputo mostrare coraggio cogliendo le tante opportunità di sostegno che la Regione ha messo a disposizione". |
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ISI- EASY GREEN, IL PUNTO CON ISTITUZIONI E SINDACATI |
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Firenze, 3 aprile 2012 – L’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini ha convocato il 30 marzo un incontro con istituzioni (presenti il sindaco di Scandicci Simone Gheri e l’assessore al lavoro della Provincia di Firenze Elisa Simoni) e organizzazioni sindacati per fare il punto sulla vicenda Isi-easy Green. L’assessore ha riferito gli esiti dell’incontro avuto nei giorni scorsi con giudice e curatore fallimentare. “Per quanto riguarda la richiesta, in vista di una nuova asta, di privilegiare una soluzione unitaria, in grado di mantenere il legame fra immobile e attività produttiva – spiega Simoncini – giudice e curatore hanno detto che ciò sarà possibile se vi saranno una o più manifestazioni di interesse in tal senso”. L’assessore ha ricordato, inoltre, di aver chiesto a giudice e curatore di valutare la possibilità di avanzare richiesta di proroga della Cassa integrazione straordinaria, oggi prossima alla scadenza. Su questo tema da parte del giudice e del curatore è stata data una disponibilità, condizionata unicamente all’esistenza di reali prospettive di riassunzione dei lavoratori. A questo proposito Regione e Provincia si sono dette disponibili a mettere a disposizione del curatore informazioni e rapporti con con il ministero con cui avevano avuto nei giorni scorsi un incontro tecnico. Terza richiesta, quella sull’utilizzo a favore dei lavoratori delle risorse acquisite alla curatela da parte di Easy Green, in tutto 1 milione e 260 mila euro. “Avevamo chiesto che questa somma venisse usata immediatamente a favore dei lavoratori – ricorda Simoncini – come mezzo di sostegno al reddito di chi, da mesi, vive una situazione difficile. Avendo verificato che l’azienda non ha fatto ricorso, riteniamo possibile un esito positivo ”. L’assessore, precisando che vi sono spazi per andare avanti nella direzione voluta, ha informato anche sui contatti avuti con i vertici di Easy Green che, dopo la prima riunione del consiglio di amministrazione, ne ha convocata un’altra per la prossima settimana. Per conoscerne gli esiti l’assessore Simoncini ha già convocato un incontro con l’azienda per venerdì 6 aprile. Subito dopo ne seguirà un altro con istituzioni e sindacati. Ma l’assessore ha osservato come sul futuro dell’operazione pesi oggi una novità allarmante. “Dalle informazioni che via via si fanno più chiare sulla questione energetica – sottolinea Simoncini – emerge da parte del governo, a proposito del conto energia, un ulteriore intervento che restringe ancora, depotenziandoli, gli interventi a sostegno delle energie rinnovabili”. Simoncini ha incontrato oggi anche l’amministratore della società Eneco, che già aveva deciso di avviare l’attività fuori dall’area ex Eelctrolux. Tutto confermato su questo fronte e l’azienda ha assicurato che, una volta terminati gli ultimi adempimenti, dovrebbe partire con le prime assunzioni entro aprile, ribadendo l’impegno di assorbire 75 lavoratori in tre anni. Anche su questo l’assessore convocherà un tavolo con istituzioni e sindacati. |
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FVG: 4 MLN FONDI FRIE PER DISTRETTI SEDIA E MOBILE |
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Brugnera, 3 aprile 2012 - Le aziende dei distretti del mobile e della sedia trovano quest´anno nell´uovo di Pasqua 4 milioni (2 al primo e 2 al secondo) che, grazie all´effetto moltiplicatore innestato attraverso il Frie ed alla compartecipazione delle imprese stesse, possono generare sul territorio regionale investimenti per 30 milioni di euro. Lo ha confermato ieri a Brugnera, ospite del sindaco Ivo Moras, l´assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti, che ha illustrato le misure per il rafforzamento, il consolidamento ed il sostegno delle imprese dei due distretti messe a disposizione dalla Regione attraverso finanziamenti a condizioni agevolate a valere sulla Sezione speciale del Frie. Già dalla prossima settimana saranno infatti attive le convenzioni con alcune banche (Mediocredito, Cassa di Risparmio del Fvg, Federazione Bcc del Fvg, Banca di Cividale, Unicredit, Friuladria, Banca Popolare di Vicenza e Antonveneta) ed entro un paio di giorni la modulistica sarà disponibiile sui siti della regione ( www.Regione.fvg.it ) e del Frie ( www.frie.it ). Ai due distretti, hanno rilevato i rispettivi presidenti, Giusto Maurig e Mauro Manassero, competerà il ruolo di comunicare ai loro associati l´esistenza di uno strumento disponibile da subito per investimenti aziendali e per finanziamenti destinati al prestito partecipativo ed al consolidamento dei debiti e la loro rimodulazione temporale. "Siamo qui per aiutare le imprese a risolvere i problemi- ha detto l´assessore, spiegando il provvedimento ai presenti - e a portare avanti le loro attività economiche in un momento difficile". "L´obiettivo è la messa in moto di progetti di rilievo aiutando le imprese a crescere ma anche a spalmare sul medio periodo i loro debiti", ha confermato Seganti. I tassi sono agevolati (Euriborg a 6 mesi ridotto del 65 per cento per le piccole imprese, del 50 per cento per le medie e del 20 per le grandi) e la copertura per gli investimenti aziendali (riservata alle micro, piccole e medie imprese) arriva al 75 per cento della spesa ammissibile con importi a partire da 50 mila euro e una durata che va dai 5 ai 10 anni. Il prestito partecipativo (il 100 per cento dell´aumento del capitale sociale, con importi che vanno da 10 a 300 mila euro da restituire in un periodo che va dai 3 ai 5 anni) si può chiedere per la ricapitalizzazione o la capitalizzazione d´impresa sulla base di un programma di consolidamento e sviluppo dell´attività economica e, secondo Manassero, sarà la misura più gettonata, assieme a quella che prevede invece il consolidamento dei debiti a breve termine allungando i tempi di restituzione. "L´obiettivo di quest´ultima misura è il risanamento ed il rafforzamento della situazione finanziaria delle imprese", ha concluso l´assessore, ed infatti anche qui la copertura arriva al 100 per cento del debito da consolidare con importi che vanno dai 10 ai 300 mila euro da restituire in minimo 5 anni sino ad un massimo di 10. Per ridurre tempi e burocrazia i finanziamenti saranno concessi con procedimento valutativo a sportello. Alle banche competerà l´istruttoria delle domande, successivamente sottoposte al Comitato di Gestione del Frie che stabilirà l´ammissibilità della richiesta. |
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GRUPPO LA PERLA, INCONTRO IN REGIONE EMILIA ROMAGNA SULLA VERIFICA DEGLI IMPEGNI E DEGLI ACCORDI SOTTOSCRITTI |
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Bologna, 3 aprile 2012 – «Prendo atto dell’impegno dei vertici de ‘La Perla’ di mantenere l’azienda bolognese ed italiana rispettando l’accordo firmato. Ma soprattutto l’obiettivo di volerla rilanciare superando le difficoltà attuali e creando elementi di crescita, con la determinazione a rimanere leader nella lingerie di lusso». Lo ha detto l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli durante l’incontro di questa mattina in viale Aldo Moro, chiesto dai sindacati e rappresentanti dei lavoratori, tra l’azienda, le parti sociali e le istituzioni (oltre a Regione, il Comune e la Provincia di Bologna) per verificare il rispetto degli accordi e gli impegni presi nei mesi scorsi sul futuro dello storico marchio bolognese. Per l’azienda, assistita da Confindustria, è intervenuto il nuovo Ceo Tim Brasher, che ha confermato di volere puntare sia al risanamento dei conti che al recupero del fatturato, con un rilancio all’insegna della qualità e di una nuova rete commerciale nel mondo. Ad oggi, su circa 600 dipendenti, ogni giorno ne lavorano 370, mentre sono in cassa integrazione gli altri 230 dipendenti. Le linee di prodotti sono ora 5, di cui 2 di lusso e 3, definite dall’azienda, di ‘lusso aspirazionale’. In conclusione, l’assessore Muzzarelli ha ricordato quelli che per la Regione sono i punti essenziali «il rispetto degli accordi sottoscritti; la conferma del ruolo strategico di Bologna; il consolidamento dell’azienda, a tutela in primo luogo dell’occupazione». |
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PIEMONTE: UNA CABINA DI REGIA PER LE FIERE |
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Torino, 3 aprile 2012 - Una cabina di regia per programmare, coordinare e promuovere le iniziative fieristiche e migliorare la competitività con la Lombardia. L’intesa che la istituisce è stata firmata il 28 maggio da Regione Piemonte, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Torino e Gl Events Italia, la società che dispone del Lingotto Fiere ed è concessionaria della vicina area Oval. “Un tassello importante per la promozione del territorio - ha osservato il presidente Roberto Cota - è lo sviluppo del settore fieristico. Grazie a questo tavolo di coordinamento si avrà un´ancora più adeguata programmazione e promozione degli eventi e si formalizza la nostra azione in questo senso già attiva nei mesi passati”. “Potremo così evitare - ha aggiunto l’assessore regionale al Commercio, William Casoni - le sovrapposizioni che ci sono state in passato”. |
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