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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 03 Aprile 2012 |
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CESE E PARLAMENTO EUROPEO PRONTI A DIFENDERE INSIEME IL MODELLO SOCIALE EUROPEO |
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Bruxelles, 3 aprile 2012 - Il 29 marzo, il Presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese), Staffan Nilsson, ha accolto il Presidente del Parlamento europeo (Pe), Martin Schulz, alla sessione plenaria 479 del Comitato. I presidenti hanno tenuto un dibattito con i membri del Cese per affrontare i passaggi necessari per uscire non solo l´attuale crisi, ma di pari importanza, per rigenerare la fiducia dei cittadini e la fiducia nelle istituzioni comunitarie. I presidenti hanno convenuto che le due istituzioni dovrebbero lavorare fianco a fianco per difendere il modello economico e sociale europeo, che ha portato enormi benefici ai cittadini europei. Staffan Nilsson ha aperto il dibattito introducendo i lavori del Cese per conto dei membri, rappresentante della società civile europea. Nilsson ha offerto i pareri del comitato e ha cercato di incitare una cooperazione ancora più stretta con il Parlamento europeo, in particolare, ad incoraggiare la partecipazione dei cittadini nella politica europea. "Penso che il Parlamento europeo svolge un ruolo decisivo che rappresenta i cittadini europei, e per conto del nostro Comitato, mentre ci avviciniamo al 2014, il nostro obiettivo è quello di incoraggiare i cittadini a partecipare attivamente alle prossime elezioni europee", ha detto Nilsson. Nel suo discorso, il presidente Schulz ha sottolineato la situazione dei cittadini europei disoccupati, soprattutto tra i giovani. Ha notato due punti: primo, che questa situazione non è solo "una tragedia individuale per le persone colpite", ma in secondo luogo, che "è anche veleno per le nostre società, come la disoccupazione giovanile danneggia il tessuto sociale della nostra società europea". Questo problema denota chiaramente i danni che continua a infiltrarsi nel nostro modello di società, dimostra il fatto che i fondi di investimento può essere più potente di istituzioni democratiche. "La gente sta protestando contro un sistema in cui le agenzie di rating del credito sono più potenti dei politici democraticamente eletti", ha aggiunto. Egli ha inoltre affermato che "il modello sociale è il cuore dell´identità europea" e un fattore primordiale che ha portato il successo economico dell´Unione europea. Quindi, Schulz sostiene che il modello sociale europeo è la soluzione alla crisi, non il problema. Tuttavia, le proposte concrete per generare crescita, l´occupazione e il controllo la speculazione dovrebbe continuare a far parte del lavoro quotidiano del Cese e del Parlamento europeo. Ha concluso facendo riferimento a questo primo scambio di opinioni come punto di partenza del rinnovato dialogo necessario tra le due istituzioni. Nel corso del dibattito, Henri Malosse, presidente del gruppo del Cese Datori di lavoro , ha ricordato che il signor Schulz e lui facevano parte della stessa generazione, che aveva beneficiato di successi in Europa. Mettere in discussione i motivi della mancanza di entusiasmo per l´Europa ha fatto riferimento ai risultati di un recente sondaggio di Eurobarometro, che prevede la "perdita di fiducia e di prospettive nelle giovani generazioni". Egli ha sottolineato la necessità di dare una visione alle giovani generazioni e per fornire "ragioni per credere di nuovo in Europa! Europa ha bisogno di uomini con la visione, ma quelli complessivi, che sono in grado di renderli reali". Luca Jahier, presidente del gruppo Attività diverse , ha sottolineato il "legame sempre più forte tra la crisi, la legittimità democratica e partecipazione".Egli ha osservato che la legittimità democratica in declino, a livello nazionale ed europeo, è il risultato della crisi attuale. "Abbiamo assistito alla nascita di una delusione pericoloso che più recentemente ha preso la forma di razzismo e xenofobia, come evidenziato dal sito internet olandese su cui abbiamo adottato una risoluzione questa mattina. Di conseguenza, come l´Anno europeo dei cittadini ci si avvicina Desidero cogliere questa occasione per invitare il presidente del Parlamento europeo di convocare nel 2013 una assemblea straordinaria per definire l´agenda per il futuro dell´Europa, con la partecipazione di tutti i parlamenti nazionali. In parallelo, il Cese potrebbe organizzare un evento simile alla società civile e lavorando insieme abbiamo potuto creare un ponte tra i nostri cittadini, l´elettorato e gli eletti. Georges Dassis, in rappresentanza del gruppo del Comitato dei Lavoratori , ha ringraziato l´onorevole Schulz per il suo messaggio di speranza e gli assicurò che il Comitato sarebbe rimasto alleato del Parlamento europeo nella sua battaglia in corso contro il deficit democratico, raccomandando in particolare i due pareri attualità adottato nella sessione plenaria del la tassa sulle transazioni finanziarie (Ftt) e le risorse proprie dell´Ue, nonché un approfondimento sul debito sovrano. "Se l´Ue non si ferma la speculazione si rischia una sollevazione generale", ha dichiarato Mr. Dassis. Per visualizzare la versione testo integrale della risoluzione contro la discriminazione adottata dalla sessione plenaria del Cese vedere: http://www.Eesc.europa.eu/?i=portal.en.home I pareri del Cese sono disponibili all´indirizzo: http://www.Eesc.europa.eu/?i=portal.en.events-and-activities-479th-plenary-session-opinions |
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RELAZIONI UE-NATO
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Bruxelles, 3 aprile 2012 - Presidente Barroso ha incontrato ieri pomeriggio con il Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, per discutere di relazioni Ue-nato e anche la preparazione del prossimo vertice Nato che si terrà a Chicago. Entrambi hanno convenuto che un attivo ed efficace dell´Unione europea contribuisce alla sicurezza complessiva della area euro-atlantica e che per questo motivo l´Ue è un partner unico ed essenziale per la Nato. Essi hanno sottolineato che la Nato e l´Ue può e deve svolgere un ruolo complementare e sinergico nel sostenere la pace e la sicurezza internazionale. Il presidente Barroso ha ribadito l´impegno dell´Unione europea a rafforzare le relazioni tra l´Ue e la Nato, anche attraverso le sinergie tra le iniziative militari delle due organizzazioni capacità: "smart difesa" e "messa in comune e condivisione". Entrambi i leader hanno convenuto con la necessità di garantire il successo del vertice Nato, in particolare a garantire che la comunità internazionale rimarrà impegnato con il futuro dell´Afghanistan post-2014. Altre questioni di interesse comune sono stati discussi anche come la cooperazione tra l´Ue e la Nato in diversi teatri di operazioni, in particolare il Kosovo. |
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LA COMMISSIONE EUROPEA ESAMINA LE MISURE FISCALI PER I LAVORATORI TRANSFRONTALIERI |
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Bruxelles, 3 aprile 2012 – Le disposizioni in materia fiscale degli Stati membri saranno analizzate nell´ambito di un´iniziativa mirata della Commissione, volta a verificare eventuali discriminazioni nei confronti dei lavoratori transfrontalieri. Si calcola che, nell´Ue, ci siano oltre 1,2 milioni di persone che esercitano una professione a livello transfrontaliero. I salari lordi versati ai lavoratori stagionali e transfrontalieri nel 2010 ammontano a 46,9 miliardi di euro. La mobilità dei lavoratori è stata riconosciuta come una delle principali potenzialità per aumentare la crescita e l’occupazione in Europa. Tuttavia, gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali elementi che dissuadono i cittadini in cerca di un posto di lavoro in un altro Stato membro. Questo è il motivo per cui, nel corso del 2012, la Commissione eseguirà una valutazione approfondita dei sistemi nazionali delle imposte dirette per determinare se penalizzano i lavoratori che vivono in uno Stato membro e lavorano in un altro. Se dovessero emergere discriminazioni o violazioni delle libertà fondamentali dell´Ue, la Commissione le segnalerà alle autorità nazionali e insisterà affinché vengano apportate le necessarie modifiche. Se i problemi persisteranno, la Commissione adotterà procedure di infrazione contro gli Stati membri in questione. Algirdas Šemeta, Commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode, ha dichiarato: "Le norme dell´Unione europea sono chiare: tutti i cittadini dell´Ue devono essere trattati in modo equo all´interno del mercato unico. Non può esserci discriminazione e il diritto dei lavoratori alla libera circolazione non deve essere ostacolato. La maggior parte degli Stati membri rispetta questi principi fondamentali, ma sono pronto a prendere tutte le misure necessarie per garantire che questi siano rispecchiati nelle norme fiscali in ciascuno degli Stati membri." Dato che gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali freni alla mobilità transfrontaliera, la Commissione sta lavorando su diversi fronti per abbattere gli ostacoli per i lavoratori dell’Ue, ad esempio, nella sua proposta per affrontare il problema della doppia imposizione (Ip/11/1337) o per una maggiore protezione per i lavoratori distaccati (Ip/12/267). Contesto Nell´ambito di questa iniziativa, la Commissione verificherà: se i cittadini che percepiscono gran parte del loro reddito in un altro Stato membro sono tassati in misura superiore rispetto ai cittadini di quello stesso Stato membro. In tale contesto, la Commissione verificherà che tutte le detrazioni personali e familiari a disposizione dei residenti siano in pratica disponibili anche per i non residenti. Se gli Stati membri operano distinzioni tra i propri cittadini e i cittadini di altri Stati membri che lavorano occasionalmente nel loro territorio, in particolare per quanto riguarda il diritto a detrarre le spese e l´applicazione delle diverse aliquote d´imposta. La Commissione non analizzerà solo la situazione dei lavoratori dipendenti ma anche dei lavoratori autonomi e dei pensionati. I principi fondamentali da applicare alla tassazione dei lavoratori transfrontalieri sono stati stabiliti in alcune sentenze importanti della Corte di giustizia dell´Ue, quali le sentenze Schumacker (C-279/93), Wielocks (C-80/94), Turpeinen (C-520/04) e Gerritse (C-234/01). Il diritto di vivere e lavorare ovunque nell´Ue costituisce un diritto fondamentale per i cittadini europei, oltre ad essere uno strumento chiave per lo sviluppo di un mercato del lavoro europeo. La Commissione sostiene gli Stati membri nel definire le politiche intese a rimuovere gli ostacoli giuridici e amministrativi alla mobilità del lavoro (ad esempio, l´iniziativa "Youth on the Move" Ip/10/1124), ma anche nel garantire che i lavoratori transfrontalieri non siano oggetto di un trattamento diverso e che godano degli stessi vantaggi sociali e fiscali dei lavoratori nazionali (ulteriori informazioni). Esistono due servizi che aiutano i cittadini europei e le imprese a comprendere e difendere i loro diritti nell´Ue: "La tua Europa - Consulenza" e "Solvit". "La tua Europa - Consulenza" risponde alle domande dei cittadini sui loro diritti, ad esempio riguardo all´assicurazione sanitaria o ai diritti relativi al sussidio di disoccupazione di chi va a vivere e lavorare all´estero. "Solvit" fornisce soluzioni pratiche e tempestive ai cittadini e alle imprese che incontrano ostacoli amministrativi, come il riconoscimento di qualifiche professionali in un altro Stato membro allo scopo di esercitare una professione nel medesimo. Entrambi i servizi hanno permesso a migliaia di cittadini e imprese europee di beneficiare delle opportunità offerte dal mercato unico. Homepage di Algirdas Šemeta, Commissario Ue per la Fiscalità e l´unione doganale, l´audit interno e la lotta antifrode: http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/semeta/index_en.htm |
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PRIORITÀ AMBIENTALI: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE IL PARERE DEI CITTADINI |
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Bruxelles, 3 aprile 2012 — La Commissione ha lanciato una consultazione pubblica sul settimo programma d´azione per l´ambiente (Paa), che fisserà gli obiettivi prioritari da perseguire fino al 2020. La consultazione si chiude il 1° giugno. Janez Potočnik, Commissario europeo per l´ambiente, ha dichiarato: "L´unione europea vanta la più ambiziosa normativa ambientale al mondo e le sue regole sono importantissime per tutelare le nostre risorse ambientali e i nostri cittadini. La forza di queste norme dipende però dalla loro applicazione pratica ed è per questo che dobbiamo garantire che rispondano anche a nuove sfide. Invitiamo i cittadini, gli Stati membri e tutti gli altri interessati a esprimersi su come tutelare l´ambiente e sostenere la prosperità delle nostre società nel modo migliore, rispettando i limiti del pianeta. L´unione non può tutto, ma per noi è importante sapere in quale ambito e in che modo l´azione dell´Ue può essere più incisiva per migliorare la qualità ambientale, per noi stessi, i nostri figli e i nostri nipoti.". Negli ultimi mesi la Commissione ha adottato una serie di iniziative strategiche in materia ambientale: la Tabella di marcia verso un´Europa efficiente nell´impiego delle risorse, la Strategia dell´Ue sulla biodiversità fino al 2020 e la comunicazione "Trarre il massimo beneficio dalle misure ambientali dell´Ue". Queste misure, mirate a migliorare la competitività e a aumentare la resilienza ecologica dell´Europa, sono parte integrante della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Il settimo Paa dovrà definire un quadro globale e coerente in cui si inscrivono queste iniziative strategiche fissando gli obiettivi prioritari e illustrando chiaramente come la politica ambientale può favorire la crescita verde e migliorare salute e benessere. Il Paa dovrà accogliere un impegno comune di tutte le parti interessate — istituzioni Ue, Stati membri, amministrazioni regionali e locali, imprese, settore privato, Ong e società civile — che miri soprattutto: a conseguire migliori risultati ambientali grazie a un´attuazione e un´applicazione migliori della normativa ambientale dell´Unione; a garantire che gli obiettivi climatici e ambientali siano perseguiti anche dalle altre politiche Ue; a basare l´elaborazione e la realizzazione delle politiche ambientali su prove solide e sulle più recenti conoscenze scientifiche; a colmare le maggiori lacune programmatiche, basandosi sui più recenti dati scientifici e secondo un approccio prudenziale. Prossime tappe I risultati della consultazione pubblica e il parere del Consiglio dell´Unione europea, del Parlamento europeo, del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale europeo guideranno la Commissione nel processo di elaborazione della proposta del settimo programma d´azione per l´ambiente, che sarà presentata entro fine anno. Contesto I programmi di azione per l´ambiente indirizzano lo sviluppo della politica ambientale dell´Ue fin dai primi anni ´70. La proposta di settimo programma d´azione per l´ambiente si baserà sui risultati della consultazione e terrà presenti le sfide evidenziate dalla relazione dell´Agenzia europea dell´ambiente "Stato e prospettive nel 2010", le conclusioni della valutazione definitiva del Sesto programma di azione in materia di ambiente e i contributi delle altre istituzioni dell´Unione sugli esiti del sesto Paa. Per ulteriori informazioni: Sito della consultazione: http://ec.Europa.eu/environment/consultations/7eap_en.htm Per approfondimenti sul Paa: http://ec.Europa.eu/environment/newprg/7eap.htm |
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L´INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI PER PRINCIPIANTI IL CITTADINO DIVENTA LEGISLATORE |
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Bruxelles, 3 aprile 2012 - L´iniziativa dei cittadini sta per arrivare. A partire dall´1 aprile, un milioni di cittadini potranno chiedere alla Commissione europea di fare delle proposte legislativa su un certo tema. Qualsiasi argomento di competenza dell´Unione europea verrà accettato. L´obiettivo è quello di "permettere ai cittadini di rivolgere alla Commissione europea i loro problemi e le loro domande" ha spiegato il deputato francese di centro destra Alain Lamassoure, co-relatore sul tema in Parlamento con l´ungherese di centro sinistra Zita Gurmai. «Se i cittadini pensano che bisognerebbe prendere decisioni diverse da quelle votate, oggi possono manifestare la loro opinione con una sola voce. E le istituzioni dovranno ascolarla, reagire e spiegare la loro scelta". Un potere d´iniziativa - «Gli organizzatori dell´iniziativa dei cittadini disporranno di un potere d´iniziativa equivalente a quello del Parlamento europeo e del Consiglio" ha sottolineato Alain Lamassoure. «Un nuovo diritto e un potere senza precedenti. Oggi è dunque naturale che questo diritto sia accompagnato da qualche dovere per garantire delle iniziative serie con un respiro paneuropeo". «In poche parole, un milioni di persone potranno richiedere alla Commissione europea di proporre delle nuove misure a livello europeo" ha indicato Zita Gurmai. «Il tono partecipativo di questa iniziativa si aggiunge alla tradizione democratica del nostro processo decisionale". Per ottenere l´autorizzazione, ogni iniziativa dei cittadini sarà esaminata dalla Commissione e dovrà rispettare certi criteri: deve riguardare un tema di competenza della Commissione europea (allargamento, agricoltura, ambiente, trasporti, sanità) deve essere sostenuta da un milioni di firme di cittadini europei (in età di voto) da almeno sette Stati membri le firme devono essere raccolte in un periodo massimo di un anno da un comitato di sette cittadini provenienti da sette Stati membri diversi. Le firme possono essere raccolte on-line (l´Ue propone uno strumento gratuito) Il Parlamento sostiene uno strumento cittadino e trasparente - Una volta che l´iniziativa sarà dichiarata ammissibile dalla Commissione europea: gli organizzatori incontrano la Commissione per spiegarsi; preparano un discorso per un´audizione pubblica in Parlamento; la Commissione dovrà pronunciarsi entro tre mesi su quale azione prenderà e perché; L´iniziativa dei cittadini permetterà di ridurre la distanza tra istituzioni europee e cittadini, spera Zita Gurmai, sottolineando che questa grande sfida necessiterà un forte rigore e dei controlli. |
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L´INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI PER PRINCIPIANTI: LA LETTERA DI GEORGIOS PAPASTAMKOS, VICEPRESIDENTE DEL PE |
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Bruxelles, 3 aprile 2012 - La creazione di un´iniziativa dei cittadini europei è una grande novità e potrebbe permettere all´opinione pubblica europea di avere un certo impatto sul processo decisionale dell´Ue. L´iniziativa contribuisce alla creazione di una "sfera pubblica europea" e incoraggia delle azioni venute direttamente dai cittadini (bottom-up). I cittadini dei 27 Stati membri non sono semplicemente invitati, ma hanno ora il diritto di presentare delle proposte e costruire la propria identità europea in modo diretto e tangibile. Il Parlamento europeo ha proposto d´inserire un´iniziativa dei cittadini nel trattato costituzionale e, in seguito, nel trattato di Lisbona. Ed è oggi possibile grazie agli sforzi dei deputati europei per produrre uno strumento facile e meno burocratico. Il Parlamento giocherà un ruolo importante nelle iniziative cittadine: accoglierà delle audizioni pubbliche per quelle che hanno raccolto più di un milioni firme e dovranno essere esaminate dalla Commissione europea. A partire dal trattato di Lisbona il Parlamento ha un ruolo di co-legislatore con il Consiglio, e deve diventare il luogo in cui viene espressa la volontà popolare dei cittadini europei. Oltre al sostegno organizzativo, il Parlamento deve giocare un ruolo di garante. Deve assicurare che le iniziative siano trasparenti e protette da ogni tentativo di manipolazione. Visto che è la prima volta che l´Ue si dirige in questa direzione, c´è il rischio che quest´avventura sia discreditata o deformata. In particolare nel caso in cui le grandi aspettative dei rappresentanti della società civile non trovino un riscontro nella realtà. Una risposta negativa della Commissione europea a un´iniziativa non metterebbe certo fine agli sforzi di quelli che la sostengono. Il Pe avrà sempre il potere di riportare il tema all´ordine del giorno attraverso le procedure esistenti. Il Pe utilizzerà tutte le risorse umane e le infrastrutture disponibili per sostenere e promuovere l´iniziativa dei cittadini europei. Le nuove tecnologie e le reti sociali contribuiranno a sensibilizzare i giovani al tema e a sviluppare una cultura democratica più interattiva. Prof. Dott. Georgios Papastamkos, Vicepresidente del Parlamento europeo. |
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IL PARLAMENTO EUROPEO DA IL BENVENUTO AGLI "OSSERVATORI" CROATI |
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Strasburgo, 3 aprile 2012 - Il 17 aprile a Strasburgo, il Parlamento europeo accoglierà 12 "osservatori" membri provenienti dalla Croazia, nominati dal parlamento croato, per preparare l´adesione della Croazia all´Ue, attualmente previsto nel 2013. I 12 osservatori saranno in grado di partecipare alle riunioni dei comitati e dei gruppi politici e di prendere la parola, secondo le regole del Parlamento, ma non avranno il diritto di voto o di eleggibilità alle posizioni all´interno del Parlamento europeo . La Croazia avrà 12 deputati a pieno titolo una volta che tutti i 27 Stati membri hanno ratificato il trattato di adesione all´Ue (il Parlamento europeo ha già fatto). Gli osservatori croati, come sempre in questi casi, non riceveranno alcuna retribuzione o indennità di amministrazione del Parlamento europeo, con l´eccezione del beneficio frequenza giornaliera e il rimborso delle spese di viaggio, sulla base dei costi effettivamente verificati. Ecco l´elenco degli osservatori e dei gruppi politici che probabilmente aderiranno:
Nome |
Partito Nazionale |
Gruppo politico |
Ms AntiČeviĆ MarinoviĆ Ingrid |
Il Partito Social Democratico |
S & D |
Ms Borzan Biljana |
Il Partito Social Democratico |
S & D |
Mr BoŽinoviĆ Davor |
Hdz |
Epp |
Mr GrubiŠiĆ Boro |
Hdssb |
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Ms JerkoviĆ Romana |
Il Partito Social Democratico |
S & D |
Mr Frano Matusic |
Hdz |
Epp |
Sig. Tonino Picula |
Il Partito Social Democratico |
S & D |
Mr. PlenkoviĆ Andrei |
Hdz |
Epp |
Mr Milorad Pupovac |
Sdss |
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Mr RadoŠ Jozo |
Hns |
Alde |
La signora Tanja Vrbat |
Il Partito Social Democratico |
S & D |
Mr VuljaniĆ Nikola |
Hl |
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LA COMMISSIONE EUROPEA NOMINA IL NUOVO CAPO DELL´UFFICIO REGIONALE A MILANO |
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Bruxelles, 3 aprile 2012 – Il Dott. Fabrizio Spada è entrato ieri in carica come capo dell´Ufficio regionale della Commissione europea a Milano. Il Dott. Spada, attualmente addetto stampa dell´Ufficio regionale, apporta così a questa nuova funzione più di 15 anni d´esperienza. Entrato alla Commissione europea nel 1996, il Dott. Spada ha lavorato alla Direzione generale per l´Occupazione, gli Affari sociali e l´Inclusione e alla Direzione generale per l´Agricoltura e lo Sviluppo rurale. In questo periodo si è occupato delle operazioni del Fondo sociale europeo e del monitoraggio dei piani nazionali d´azione per l´occupazione e l´inclusione sociale. Ha lavorato inoltre a questioni legislative riguardanti i programmi nazionali e regionali di sviluppo rurale negli Stati membri. Grazie alla grande esperienza e alla preparazione del Dott. Spada in economia, finanza e diritto, l´Ufficio regionale della Commissione a Milano potrà svolgere un ruolo centrale nella comunicazione con i cittadini e i media locali. Inoltre, le precedenti esperienze e le solide conoscenze maturate dal Dott. Spada presso l´Ufficio regionale della Commissione saranno un´utile risorsa per una stretta ed efficace cooperazione con le autorità italiane, nel momento in cui si preparano ad assumere la Presidenza del Consiglio dell´Unione europea nella seconda metà del 2014, e nell´organizzazione dell´Expo milanese del 2015 sul tema "Nutrire il pianeta, Energia per la vita". |
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PROGRAMMI TRANSFRONTALIERI: COMITATO ITALIA-FRANCIA MARITTIMO. LA SARDEGNA OGGI A BASTIA |
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Cagliari, 3 Aprile 2012 - Si svolge oggi a Bastia, la riunione annuale del Comitato Italia-francia Marittimo, programma comunitario indirizzato ad interventi realizzati d´intesa tra le regioni transfrontaliere del nord ovest del mediterraneo che interessa Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria. La Sardegna è rappresentata dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, che cura la realizzazione dei programmi transfrontalieri. "Ormai è in fase di realizzazione avanzata il Programma 2007-2013” – spiega La Spisa - mentre si sta già discutendo del prossimo ciclo 2014-2020. Nella riunione di domani si dovranno valutare i contenuti e le delimitazioni territoriali del prossimo programma". |
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DA LIVORNO A BASTIA SI RIFLETTE SUL FUTURO DEL PO MARITTIMO ITALIA-FANCIA |
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Firenze, 3 aprile 2012 – Il futuro della programmazione dei fondi europei 2014-2020 sarà al centro dell’intervento dell’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini al comitato di sorveglianza del Programma di cooperazione trasnfrontaliera Italia-francia Marittimo 2007-2013, che si svolgerà a Bastia, in Corsica, martedì 3 aprile. Sullo stesso argomento e negli stessi giorni, martedì 3 e mercoledì 4 aprile, si svolge a Livorno un convegno promosso a conclusione del progetto Pimex, uno dei progetti finanziati dal Po Marittimo, con l’obiettivo di migliorare le relazioni commerciali attraverso lo sviluppo di piattaforme logistiche integrate. “Il 2012 rappresenta un anno chiave per le decisioni sul futuro dei programmi di cooperazione territoriale – afferma l’assessore Simoncini – e questo momento di riflessione, sia fra le regioni che con i governi nazionali e la Commissione europea, è quanto mai indispensabile per portare elementi concreti di riflessione al confronto che, nei prossimi mesi, dovrà intensificarsi a tutti i livelli”. E se Pimex e i suoi risultati sul fronte della valorizzazione degli scambi commerciali fra le regioni (Toscana, Liguria, Corsica, Sardegna) sono un’efficace rappresentazione delle opportunità offerte dall’attuale programmazione del Po Marittimo, il dibattito sul futuro dei fondi europei diventa cruciale per consentire a tutte le regioni che vi partecipano la prosecuzione e il completamento di tante delle attività messe oggi in cantiere. I punti salienti della discussione riguardano, in particolare, la valutazione di un possibile allargamento del programma ad altre regioni francesi oltre alla Corsica, che consentirebbe di riequilibrare la compartecipazione francese rispetto a quella italiana, oggi più nutrita. In discussione anche la definizione degli obiettivi prioritari.” Obiettivi che – osserva l’assessore – per la Toscana dovranno essere ben definiti e coerenti con le scelte programmatiche della giunta regionale, in sintonia con gli obiettivi tematici ed i contenuti individuati dagli altri fondi strutturali e finalizzati al raggiungimento delle priorità e degli obiettivi della Strategia Europa 2020”. Il progetto Pimex, finanziato nell’ambito del programma transfrontaliero Italia-francia Marittimo 2007-2013, coinvolge le regioni dell’area di cooperazione transfrontaliera con un budget di circa 2 milioni e 500 mila euro, cui si aggiunge un cofinanziamento della Provincia di Livorno di 835 mila euro. Gli obiettivi sono lo studio e la realizzazione di una rete logistica in grado di valorizzare e incrementare gli scambi commerciali fra le regioni. In particolare, Pimex si propone di ottimizzare le prestazioni del sistema multimodale del trasporto delle merci attraverso lo sviluppo delle relazioni commerciali import-export nello spazio transfrontaliero. |
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VENDOLA: OCCORRE RILANCIARE LA POLITICA EUROMEDITERRANEA |
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Bari, 3 aprile 2012 - Ieri mattina il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha partecipato a Barcellona alla Conferenza Mediterranea su ricerca e innovazione, organizzata dalla Direzione Generale della ricerca della Commissione Europea. Il Presidente Vendola è stato invitato come relatore, nella sessione di apertura della prima mattinata di lavori, in qualità di Membro dell’Arlem (Assemblea euro-mediterranea degli enti locali e regionali – Comitato delle Regioni) e relatore del parere su “relazione tra desertificazione e cambiamento climatico nel Mediterraneo”, adottata il 30 gennaio scorso nella Sessione Plenaria di Bari. Dopo i saluti di rito, si è aperta una Tavola rotonda dedicata alla Cooperazione Euro-mediterranea sulla ricerca e l’innovazione: sfide ed obiettivi per una nuova partenership. Il Presidente Vendola, assieme ad altri cinque relatori provenienti da Francia, Giordania, Siria, Egitto, ha risposto alle domande della giornalista inglese Jackie Davis. “L’area euromediterranea - ha dichiarato Vendola – è un’area strategica per la Puglia, da anni in prima linea nella cooperazione con i Balcani e diversi Paesi del Mediterraneo. Nel Mare nostrum è in atto un processo di cambiamento che deve essere affrontato con politiche che si fondino sul dialogo e sulla cooperazione. Occorre costruire, con un approccio multilaterale e in una logica macroregionale, azioni sinergiche per fronteggiare sia la crisi della sponda Sud del Mediterraneo sia la crisi economica mondiale”. Secondo Vendola “la cooperazione euro-mediterranea dovrà, pertanto, essere improntata ad una maggiore condivisione delle politiche europee con i partners della sponda sud e – a cascata – ad un maggior coinvolgimento dei vari attori della società civile”. Ad esempio, in tema di ricerca ed innovazione, nei vari settori occorrerà lavorare assieme per ridurre il gap tecnologico dell’intera area mediterranea, Europa inclusa, per affrontare al meglio le sfide che la competizione con grandi attori globali ci propone (Cina, India, Stati Uniti o economie importanti quali quella brasiliana e russa). Quanto agli obiettivi principali della rinnovata partnership, innanzitutto è importante che essi siano condivisi tra sponda sud e sponda nord del Mediterraneo. “Condivisione – ha continuato Vendola – significa dare voce alle preoccupazioni delle popolazioni dell’area Mediterranea, che sono legate alla mancanza di occupazione, ad una distribuzione equa delle risorse naturali, dall’acqua, all’energia, alla terra, alla difficoltà di accesso ai beni essenziali, temi che ritornano prepotentemente nel dibattito odierno perché è terminato il periodo in cui erano i dittatori a distribuire le risorse a proprio piacimento”. “Qualunque politica – ha evidenziato il Presidente della Regione Puglia – sia essa europea che nazionale o regionale, deve avere come obiettivo principale quello di dare una risposta a queste preoccupazioni, che ora sono condivise anche dai cittadini europei, in virtù di una crisi che ci attanaglia e che pone pesanti interrogativi sul futuro delle giovani generazioni di tutta l’area”. Vendola ha anche ribadito con forza la centralità del ruolo delle collettività locali e regionali e delle loro associazioni, tra cui Arlem, per una politica di sviluppo economico e sociale sostenibile. “Le collettività locali – ha spiegato Vendola – sono in grado di attivare un processo partecipativo e democratico, basato sulla consapevolezza dei problemi e sulla condivisione degli obiettivi; hanno la capacità di mobilitare gli attori della società civile, le Ong, le università, i centri di ricerca, anche al fine di favorirne la messa in rete e dispongono di numerose buone pratiche che attendono solo di essere condivise. Esse gestiscono ingenti risorse finanziarie che possono essere orientate per delineare una nuova forma di cooperazione euro-mediterranea, anche cogliendo l’occasione dell’attuale revisione delle politiche europee per il periodo 2014-2020 nei settori del vicinato, migrazioni e mobilità, sviluppo, coesione e soprattutto ricerca ed innovazione”. Si ricorda che alcuni importanti temi della conferenza sono stati oggetto dei tre pareri affidati in questi ultimi mesi al Presidente Vendola a livello Europeo: oltre al citato parere Arlem, nel 2010 era stato approvato con grande consenso il parere sul “Ruolo degli enti locali e regionali nella promozione di una gestione sostenibile dell’acqua” e ora è in corso la redazione del parere del Comitato delle Regioni su “Migrazione e sviluppo: un approccio globale”, che sarà approvato nel luglio 2012. |
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TONDO, SERBIA PARTNER STRATEGICO PER CRESCITA FVG |
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Trieste, 3 aprile 2012 - Le imprese del Friuli Venezia Giulia e della Serbia possono, lavorando assieme, rafforzare un percorso virtuoso di crescita e di sviluppo a beneficio delle rispettive comunità. È questo il significato che il presidente della Regione, Renzo Tondo, e il presidente della Repubblica di Serbia, Boris Tadic, hanno voluto dare, nel loro incontro del 30 marzo a Trieste, al Forum economico congiunto che si è aperto alla Stazione Marittima, presenti moltissimi imprenditori di entrambe le aree. "Questo Forum rappresenta una tappa significativa del percorso di collaborazione con gli amici serbi, avviato da diversi anni con importanti risultati, un percorso che si è rafforzato negli ultimi tempi", ha sottolineato Tondo, riferendosi ai numerosi accordi sottoscritti fra la Regione e la Serbia, e in particolare con la Provincia della Vojvodina, e i frequenti incontri con Tadic, sia Trieste che a Belgrado. Al Forum sono presenti gli assessori per le Relazioni internazionali e comunitarie, Elio De Anna, e alle Attività produttive, Federica Seganti, mentre Tadic è accompagnato dall´Ambasciatore in Italia, signora Ana Hrustanovic, e dal console a Trieste, Momcilo Milovic, oltre che da un folto gruppo di consiglieri economici. I punti di forza della cooperazione sono essenzialmente quattro: il sempre più vicino ingresso della Serbia nell´Unione europea, con la quale i negoziati cominceranno formalmente entro l´anno; la presenza di un´importante e storica comunità serba a Trieste e di imprenditori serbi che operano in Friuli Venezia Giulia; il Corridoio europeo 10 Salisburgo-salonicco, che attraversa per 800 chilometri la Serbia; infine gli accordi di libero scambio che Belgrado ha con la Federazione Russa e la Turchia, in fase di ulteriore ampliamento geografico, permettendo alle imprese di accedere a un mercato di grande interesse. I processi di internazionalizzazione, di ampliamento dei mercati, sono fondamentali - ha sottolineato Tondo - per mantenere in Friuli Venezia Giulia il cervello delle imprese, per offrire così in prospettiva nuove opportunità di lavoro alle nuove generazioni, ai nostri giovani altamente qualificati. La presenza di Tadic a Trieste diventa così, secondo Tondo, "un orgoglio e un onore", un "segno di grande attenzione", tenuto conto che il presidente della Serbia ha scelto la tappa in Friuli Venezia Giulia subito dopo la visita in Lombardia, prima regione italiana per dimensione economica. E del resto, come ha confermato lo stesso Tadic, Trieste continua storicamente a rappresentare per la Serbia la "porta d´ingresso in Europa": la comunità serba a Trieste ha fornito un contributo determinante due secoli fa - ha ricordato - allo sviluppo della città, alla crescita urbanistica e commerciale, dei settori bancario e assicurativo, molto prima che venissero istituite relazioni ufficiali fra i due Paesi. La Serbia, ha rilevato il presidente della Repubblica, si conferma partner strategico per l´Italia e per il Friuli Venezia Giulia per accedere all´area del Sud-est dell´Europa e dei Balcani, come ha dimostrato la recente visita del primo ministro Mario Monti a Belgrado. Il Forum di oggi, organizzato con la collaborazione di Finest, è suddiviso in quattro tavoli di lavoro: metalmeccanica, legno, tessile e ambiente/energia, agroalimentare. Nel futuro la cooperazione sarà estesa sempre di più anche alla conoscenza, all´Università e alla ricerca, una leva fondamentale - hanno concordato Tondo e Tadic - per superare l´attuale crisi. |
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TOSCANA-TUNISIA: NUOVE OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO CON “IL PORTALE D’AFRICA” |
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Firenze, 3 aprile 2012 – Tunisia “portale d’Africa”. Non ha dubbi Riadh Bettaieb, ministro tunisino dell’investimento e della cooperazione internazionale, in questa definizione e in quella conseguente (“La Tunisia può essere una fondamentale piattaforma di scambio e di sviluppo economico”) nel suo intervento al seminario (“Cooperare per la democrazia“) sulle prospettive di cooperazione fra Toscana e Tunisia che si è svolto il 30 marzo in Palazzo Medici Riccardi a Firenze su iniziativa di Regione Toscana. Dopo il saluto istituzionale del presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, l’incontro – al quale oltre al ministro tunisino hanno preso parte due ambasciatori, due presidenti di Regioni tunisine, amministratori locali, rappresentanti di imprese toscane e italiane – è stato introdotto dal presidente di Regione Toscana Enrico Rossi. “Primo Paese del Nord Africa a realizzare una svolta democratica – ha premesso – la Tunisia ormai diventata stato democratico può rappresentare una scommessa decisiva, anche per la Toscana, da osservare con grande interesse perché lo sviluppo democratico si combini con quello economico”. Il presidente Rossi ha analizzato diversi settori in cui incrementare cooperazione fra Toscana e Tunisia auspicando anche la costituzione di uno specifico fondo (“di contro-garanzia”) capace di agevolare i rapporti di penetrazione commerciale delle nostre aziende in terra tunisina. E dopo aver ricordato il recente ruolo svolto dalla Toscana nell’accoglienza di giovani tunisini, Rossi ha sostenuto l’importanza che in Toscana nasca uno spazio per i rapporti con la sponda sud del Mediterraneo. Da parte sua il ministro Bettaieb (“Stiamo costruendo una Tunisia pluralistica, aperta, moderna, moderata con regole di trasparenza, uguaglianza, pari opportunità e questo è garanzia per chi vuole investire da noi sapendo di poter ottenere guadagni e diritti”) ha confermato il ruolo strategico dell’Italia (già oggi secondo partner commerciale della Tunisia) anche per la creazione di posti di lavoro nel suo Paese in modo che i giovani, oggi disoccupati, possano restare in patria. Sotto la guida di Stefano Giovannelli, direttore di “Toscana Promozione“, il seminario è proseguito su linee tecniche. Molti dati li ha forniti Nourredine Zekri, di Fipa (l’agenzia dello sviluppo tunisino): a oggi sono 745 le aziende italiane presenti in Tunisia. Dopo la rivoluzione iniziata il 17 dicembre 2010 e la caduta di Ben Alì, in ottobre si sono tenute libere elezioni per l’Assemblea Costituente e oggi, in attesa delle nuove elezioni del maggio 2013, opera un governo di coalizione: il nuovo quadro istituzionale risulta favorevole proprio per nuove opportunità imprenditoriali straniere. Nella Tunisia di oggi c’è più trasparenza, una maggiore razionalità nella spesa pubblica, una seria lotta alla corruzione, una banca centrale indipendente e come competitività – ha detto Zekri – la Tunisia è al 40° posto nell’indice globale (l’Italia – è stato aggiunto in seguito – in quello stesso indice è otto posti dopo). Oltre 100 i voli settimanali che collegano Italia e Tunisia. Gli imprenditori stranieri hanno molte agevolazioni e incentivi concreti (esoneri dalle tasse, premi all’investimento, 10 anni di esenzione dalle imposte sugli utili, procedure semplificate, un regime offshore). Il 97% dei giovani tunisini ha un grado di istruzione; gli studenti sono 350 mila e il 33% studia scienze informatiche. 28 mila i ricercatori, 13 i cyberparchi, 9 gli aeroporti, 7 i porti marittimi, 100 le zone industriali. Un tunisino su 5 è connesso ai social network, il 48% della popolazione ha meno di 25 anni. E il prossimo 14/15 giugno, a Tunisi, grande forum sugli investimenti (“La nuova Tunisia. Le sfide da affrontare & le nuove opportunità da cogliere“). Parteciperà anche una missione toscana con “Toscana Promozione“. Nella sessione successiva, moderata dall’ex presidente di Regione Toscana Claudio Martini (nato in Tunisia), sono intervenuti l’ambasciatore di Tunisia in Italia Naceur Mestiri (“Il processo in atto nella Tunisia dimostra come Islam e democrazia possano convivere”) e l’omologo italiano a Tunisi Pietro Benassi (“In uno spazio brevissimo è stato compiuto un cammino eccellente e il mercato tunisino è perfettamente compatibile con il nostro”). Presenti, a Firenze, anche i governatori di due importanti regioni tunisine (Sousse e Kasserine oltre al sindaco di Kasserine). Conclusioni nel pomeriggio (sul “Laboratorio Tunisia” nelle politiche di cooperazione toscana) da parte di Massimo Toschi, consigliere del presidente Rossi per Cooperazione e Relazioni Internazionali. |
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BILANCIO 2012, UMBRIA: RAFFORZATE MISURE PER RILANCIO OCCUPAZIONE E INVESTIMENTI IMPRESE |
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Perugia, 3 aprile 2012 - "Nel bilancio 2012 la Giunta regionale ha deciso di concentrare azioni e risorse per contrastare gli effetti della crisi economica sulle famiglie e sulle imprese. A questo scopo, nonostante le ristrettezze finanziarie e i maggiori vincoli che impediscono consistenti interventi pubblici, abbiamo rafforzato gli aiuti ai lavoratori che hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione e le misure per il sistema imprenditoriale, in particolare per agevolarne l´accesso al credito". L´assessore regionale al Bilancio, Gianluca Rossi, sottolinea i capisaldi della manovra predisposta dall´esecutivo di Palazzo Donini in vista dell´approvazione in Consiglio regionale. "Abbiamo riorientato e riqualificato la spesa - spiega Rossi - destinando le economie realizzate con il recupero dell´evasione e la riduzione dei costi del personale agli interventi in grado di favorire la ripresa economica e lo sviluppo e invertire così la rotta negativa che ha visto anche l´Umbria arretrare in termini di produzione e reddito, oltre che nei livelli occupazionali, in particolare per i giovani e le donne". È stato pertanto deciso di prorogare fino al 31 dicembre 2014 i benefici, inizialmente previsti fino a tutto il 2013, a favore dei lavoratori che dal 1 gennaio 2009, per effetto di crisi aziendali od occupazionali, sono rimasti senza lavoro o beneficiano di ammortizzatori sociali, consentendo l´operatività del fondo di garanzia già costituito presso Gepafin per continuare a garantire il rinvio del pagamento delle rate di mutuo immobiliare stipulato per l´acquisto o la ristrutturazione dell´abitazione principale del nucleo familiare. Il fondo opera anche attraverso la concessione di garanzie finalizzate all´anticipazione da parte delle banche del trattamento di cassa integrazione o dello stipendio fino ad un massimo di 2000 euro nel caso di lavoratori di imprese in crisi. "Un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà", rileva l´assessore al Bilancio mentre sul fronte del sostegno al patrimonio imprenditoriale dell´Umbria "agiremo rafforzando il sistema regionale di garanzia per l´accesso al credito, in modo da risolvere uno dei nodi cruciali per le imprese, non solo per quelle piccole e piccolissime, che in questo momento rappresenta una delle questioni centrali della politica industriale non solo regionale". È stato infatti stanziato un milione di euro per il rafforzamento dei fondi rischi dei Confidi che si aggiunge agli stanziamenti previsti da singole leggi di settore in attuazione dell´accordo quadro sottoscritto tra Regione e Camere di Commercio per potenziare l´operatività di Confidi e cooperative artigiane di garanzia con l´assegnazione di complessivi 6 milioni e 750mila euro in tre anni. "Risorse molto significative - rileva Rossi - in grado di sviluppare in termini operativi almeno 160 milioni di euro di finanziamenti bancari". Un segnale forte di attenzione a politiche industriali sul versante dell´accesso al credito, che viene ulteriormente rafforzato nell´ambito del collegato alla Legge Finanziaria regionale con la previsione dell´assegnazione ai fondi rischi dei Confidi regionali delle risorse residue dei fondi di garanzia previsti dalla misura di ingegneria finanziaria del Docup 2000-2006, già in gestione dagli stessi nell´ambito della specifica misura di ingegneria finanziaria, che potrebbero consentire l´attivazione di almeno 60 milioni di euro di finanziamenti bancari. Accanto al contrasto del "credit crunch", la stretta del credito, nei confronti delle piccole e medie imprese, con la manovra di bilancio vengono rafforzati gli interventi per la promozione sui mercati internazionali delle imprese artigiane (250mila euro), concentrando su di essi parte consistente delle risorse del settore che possono integrare e rafforzare le azioni di supporto all´internazionalizzazione. Un intervento che completa le iniziative proprie del Centro Estero Umbria, il cui programma di attività sarà finanziato nel 2012 dalla Regione con un milione di euro cui si aggiungerà un ulteriore milione di euro di risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate ("Fas") che saranno destinate al supporto dell´internazionalizzazione di reti e cluster di piccole e medie imprese umbre. "Con il bilancio regionale - prosegue l´assessore al Bilancio Gianluca Rossi - vengono confermati gli interventi per 310mila euro a sostegno dell´innovazione tecnologica e dei processi di certificazione delle piccole e medie imprese a significare l´attenzione attribuita dalla Regione ad interventi decisivi per rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale. Interventi che, insieme a quelli per il finanziamento di programmi di ricerca e sviluppo delle piccole e medie imprese, trovano la parte preponderante delle risorse in termini finanziari nell´ambito dei programmi dei Fondi strutturali e del Fondo per le aree sottoutilizzate, sui quali anche per il 2012 - continua l - impegneremo risorse consistenti che stimiamo non inferiori a 15 milioni di euro in continuità con il programma per lo sviluppo e l´occupazione varato nel corso del 2011". "Sempre con riferimento ai programmi comunitari - conclude l´assessore Rossi - per il 2012 prevediamo di utilizzare in Umbria circa 33 milioni di euro di risorse del Fondo Sociale Europeo per interventi a favore della formazione, sull´inserimento lavorativo, sulla stabilizzazione del lavoro precario con una particolare attenzione a quei segmenti della società e del mercato del lavoro, giovani e donne, che più di ogni altro soffrono gli effetti della crisi". |
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MARCHE: PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA REGIONALE SULLO IUS SOLI.
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Ancona, 2 Aprile 2012 - Accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati stranieri nati in Italia. E´ il principio dello ius soli alla base della proposta di legge di iniziativa regionale che e` stata votata ieri dalla Giunta. Il documento dovra` ora passare al vaglio dell´Assemblea legislativa e, in caso di approvazione, sara` indirizzato alle Camere. La proposta di legge, fortemente voluta dall´Assessorato ai Servizi sociali, intende facilitare l´accesso alla cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, se anche solo uno dei genitori abbia risieduto legalmente nel territorio della Repubblica per almeno 5 anni. ´Questo consentirebbe ´ dichiara l´assessore Luca Marconi - di eliminare un´ingiustizia sociale presente nel nostro Paese e nel contempo di sostenere il processo verso una reale convivenza, in atto da alcuni anni, tra le persone di origine diversa.´. La distribuzione demografica della popolazione straniera evidenzia una concentrazione nelle fasce di eta` piu` giovani: ha meno di 18 anni il 22% dei cittadini stranieri; un´eta` compresa tra 18 e 39 anni il 47%, mentre gli ultraquarantenni stranieri sono solo il 30,7% e solo il 2,3% ha un´eta` superiore ai 65 anni. ´Il fenomeno migratorio ´ continua Marconi - non puo` piu` essere considerato come evento straordinario ma e` ormai legato alla necessita` di istituire, da parte degli stessi immigrati, una serie di rapporti solidi con il territorio di riferimento, siano essi di natura sociale, culturale o economica. I cittadini stranieri contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo dell´economia italiana e alla sostenibilita` del suo sistema di welfare. Il bambino nato in Italia da genitore straniero vive nel nostro Paese come tutti gli altri bambini, impara la lingua italiana e frequenta la nostra scuola, acquisisce la nostra cultura, le nostre abitudini e tradizioni, pur non essendo cittadino italiano´. La legge attualmente in vigore si basa invece sul principio dello ius sanguinis e prevede tre modalita` di accesso alla cittadinanza per coloro che sono di origine straniera: per nascita (seppure questa costituisca una forma residuale), per naturalizzazione e per matrimonio. Attualmente, il minore nato in Italia da genitori stranieri acquista la cittadinanza italiana solo dopo aver compiuto 18 anni e dovendo dimostrare di avere risieduto regolarmente ed ininterrottamente nel territorio della Repubblica sino al compimento della maggiore eta`. Il cammino della Regione Marche nel campo dell´integrazione e dell´espressione di politiche di interazione e solidarieta` e` di lunga data ed articolato. Negli ultimi mesi, sulla spinta dei suggerimenti ricavati dalla Iv Conferenza regionale sull´immigrazione, il 12 giugno scorso a Pesaro, l´Assessorato regionale ai Servizi sociali e all´Immigrazione, in collaborazione con la Consulta regionale sull´Immigrazione, ha promosso un ampio dibattito per la definizione del Programma annuale regionale degli interventi a sostegno dei diritti e dell´integrazione dei cittadini stranieri immigrati, che comprende, tra i punti prioritari, l´istituzione di Scuole di diritto ed educazione alla cittadinanza. ´Queste rappresentano ´ dichiara Marconi - opportunita` concrete per gli immigrati di apprendere non solo la lingua italiana ma anche le leggi dello Stato italiano, i propri diritti e doveri, le regole di convivenza civile, per arrivare all´acquisizione di una cittadinanza attiva e consapevole, obiettivo ultimo di questa proposta di legge´. |
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TOSCANA: BENE L’INVITO DEI CINESI A PAGARE LE TASSE. DAL CONSOLATO ATTESA UNA RISPOSTA |
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Firenze, 3 aprile 2012 – “Sottoscrivo in pieno e voglio sperare che questa iniziativa sia l’inizio di un nuovo corso”. Commenta così l’assessore al bilancio e ai tributi della Toscana, Riccardo Nencini, la lettera che le associazioni cinesi a Firenze e Prato, già pubblicata sui giornali in lingua cinese, hanno diffuso alla stampa tramite il consolato della Repubblica popolare cinese a Firenze. Una lettera in cui si invitano i connazionali, ancor di più quelli che “sono riusciti ad ottenere maggior benessere stando in Italia”, a pagare le tasse, perché “è un obbligo e una responsabilità”, perché le tasse sono “la principale fonte economica per sostenere la spesa pubblica”, per “contribuire alla prosperità della comunità locale”che vive una difficile situazione economica e in segno di gratitudine per “il governo italiano che ha soddisfatto in passato le esigenze di cura, educazione ed uso delle infrastrutture” da parte dei cinesi in Italia, “spendendo anche ingenti risorse pubbliche”. “Condivido appieno il contenuto e i richiami di questa lettera – spiega Nencini – e vorrei che la sposasse anche il consolato cinese in Toscana, dichiarandosi finalmente disponibile a quel lavoro comune e di squadra proposto oramai due mesi fa”. L’assessore si riferisce all’incontro avuto con il console cinese alla fine di gennaio. Nencini, che sarà a Prato a metà aprile per incontrare le categorie economiche della città, aveva lanciato quattro proposte. Aveva chiesto al console cinese di sedere con le istituzioni cittadine e toscane al tavolo operativo di lotta all’evasione e alla illegalità. Aveva chiesto aiuto nel contrasto del fenomeno della clandestinità e degli episodi di larga illegalità, che gettano peraltro discredito sull’intera comunità e quindi anche sui cinesi che vivono nelle regole. Aveva chiesto collaborazione per l’emersione del lavoro sommerso, oltre a fare insieme maggiore informazione sulle norme fiscali. “L’unica proposta tra le quattro, quest’ultima – ricorda l’assessore – su cui c’è stato un sì. Sulle altre attendo ancora una risposta”. |
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UMBRIA, RIFORMA ENDOREGIONALE: FONDAMENTALE CABINA DI REGIA PER COSTITUZIONE UNIONI SPECIALI COMUNI |
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Perugia, 3 aprile 2012 - "La costituzione di una cabina di regia tra Regione Umbria, Anci, Upi e Cal, rappresenta un ulteriore passaggio per l´attuazione in Umbria della riforma endoregionale che, tra i suoi obiettivi, ha la realizzazione del riordino territoriale anche, attraverso le Unioni speciali dei Comuni". È quanto affermato dall´assessore regionale, Gianluca Rossi, nel corso di un incontro che si è svolto nel pomeriggio di oggi nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini a Perugia, e al quale sono intervenuti oltre all´assessore Rossi, il presidente dell´Anci Umbria, Wladimiro Boccali, del Cal Umbria, Leopoldo Di Girolamo, e Domenico Caprini in sostituzione del presidente dell´Upi, Marco Vinicio Guasticchi. "Oggi con la costituzione della cabina di regia - ha affermato l´assessore Rossi - diamo seguito pratico alla comune volontà di procedere ad una più organica riforma degli Enti locali regionali, così da completare i conferimenti di funzioni per materie omogenee e, in modo da dar vita alle Unioni dei Comuni, in attuazione di un´effettiva semplificazione istituzionale". "Non possiamo nascondere che l´attuazione della legge ´18´ è particolarmente complessa - ha proseguito l´assessore - anche in seguito ai continui spostamenti in avanti di obiettivi da parte del Governo centrale. In pratica le Unioni speciali, la cui dimensione territoriale sarà individuata su quella coincidente le ´Zone sociali´, attualmente 12, non sono altro che forme di cooperazione tra gli enti locali territoriali che eserciteranno in forma obbligatoriamente associata determinate funzioni attribuite dalla legge. Un lavoro delicato - ha detto - che avrà un esito positivo solo se questo sarà portato avanti in sintonia e attraverso un organismo di coordinamento". "La Regione Umbria ha avviato un processo ambizioso che è partito dal superamento delle Comunità montane, per collegarsi alla semplificazione amministrativa definita dalla legge n.8. In questo panorama le aspettative sono molte - ha detto - sia da parte dei piccoli Comuni, sia da parte dei sindacati per la parte relativa alle questioni del personale delle strutture coinvolte in questo processo. Proprio tale ragione, il ruolo di coordinamento della cabina di regia risulta fondamentale". A conclusione dell´incontro Regione Umbria, Upi, Anci e Cal, hanno stabilito che la cabina di regia sarà l´interlocutore privilegiato per dare tempi certi all´attuazione del percorso di riforma e portare all´elaborazione di politiche comuni sia sul fronte relativo al trasferimento del personale, sia in relazione alle politiche fiscali e alla semplificazione amministrativa. |
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ENTI LOCALI: DA REGIONE OLTRE 226 MILIONI A PROVINCE E COMUNI DEL FONDO UNICO"LA GIUNTA CAPPELLACCI HA PRONTAMENTE RISPETTATO LE NUOVE NORME DETTATE DALLA LEGGE FINANZIARIA APPENA APPROVATA E CHE PREVEDE IL TRASFERIMENTO AGLI ENTI LOCALI, ENTRO IL 31 MARZO, DEL 40% DEL FONDO UNICO". |
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Cagliari, 3 aprile 2012 - L´assessorato regionale degli Enti locali ha proceduto alla liquidazione del 40% delle somme spettanti per il 2012 relative al Fondo Unico, per il finanziamento del sistema delle autonomie locali alle Province e ai Comuni della Sardegna. Nel dettaglio, con il provvedimento, la Regione eroga poco meno di 198 milioni ai Comuni isolani e 28 milioni per le otto Province intervenendo a sostegno delle amministrazioni locali per assicurare così il rispetto degli impegni di spesa per il loro pieno funzionamento. "La Giunta Cappellacci ha prontamente rispettato le nuove norme dettate dalla Legge Finanziaria appena approvata e che prevede il trasferimento agli Enti locali, entro il 31 marzo, del 40% del Fondo Unico. Con questo provvedimento vogliamo continuare a supportare Comuni e Province in questo momento di grande difficoltà finanziaria assicurando ingenti risorse economiche per il supporto delle loro attività”, ha sottolineato l’assessore regionale degli Enti locali, Nicola Rassu. “La Regione sta rispettando pienamente gli impegni presi con le amministrazioni locali nonostante la grave crisi che sta colpendo l´Italia e, in maniera particolare, la Sardegna - ha aggiunto Rassu – con l’erogazione dei fondi necessari per far fronte ai problemi delle comunità isolane vogliamo proseguire nell’opera di supporto alle Autonomie locali che in Sardegna stanno fronteggiando gravi criticità economiche”. Nel dettaglio la ripartizione del 40% del Fondo Unico per i comuni isolani prevede: oltre 54 milioni e 800mila euro per i Comuni in provincia di Cagliari; più di 14 milioni per quelli in provincia di Carbonia – Iglesias; oltre 22 milioni e 300 mila per i Comuni in provincia di Nuoro; quasi 9 milioni per quelli della provincia dell’Ogliastra; 30 milioni e 274 mila per i Comuni in provincia di Oristano; 16 milioni e 667 mila per quelli in provincia di Olbia – Tempio; quasi 38 milioni per i Comuni della provincia di Sassari e infine 13 milioni e 143 mila per quelli in Provincia di Villacidro e Sanluri. Riguardo le Province, i 28 milioni spettanti in base al 40% del totale sono divisi in : 7 milioni alla provincia di Cagliari, 2 milioni e 690 mila a quella di Carbonia – Iglesias, 2 milioni e 400 mila a quella del Medio Campidano, 3 milioni e 198 mila per quella di Nuoro, quasi 2 milioni per la Provincia dell’Ogliastra, 3 milioni per quella di Oristano, quasi 3 milioni per quella di Olbia – Tempio e infine oltre 4 milioni e 700 mila per la Provincia di Sassari. “Proprio difendendo le prerogative e gli importanti strumenti come quello rappresentato dal Fondo Unico l’Esecutivo guidato dal presidente Cappellacci sta immettendo risorse nel territorio isolano – ha concluso Rassu – e questi strumenti potranno continuare a dare nuovo respiro ai Comuni e alle Province della Sardegna offrendo loro i mezzi economici necessari per completare il rilancio delle attività già avviate e la creazione di nuove”. |
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FEDERALISMO: SICILIA, LA CORTE LE DA RAGIONE SU TUTTA LA LINEA |
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Palermo, 3 aprile 2012 - "La Corte costituzionale ci da´ ragione su tutta la linea. Alla luce delle due recentissime sentenze che ribadiscono quanto piu´ volte abbiamo affermato, il diritto della Sicilia a una negoziazione diretta con lo Stato per l´applicazione delle norme sul federalismo fiscale e municipale e alla perequazione infrastrutturale, la Giunta di governo ha deciso di chiedere un altro mese di proroga di esercizio provvisorio. Infatti, bisogna adesso valutare con precisione le conseguenze finanziarie per la Regione attraverso un confronto con lo Stato di cui deve tener conto la legge regionale di stabilita´. Vi sara´, cosi´, la possibilita´ di valutare le ricadute che potranno aversi per gli interventi infrastrutturali, per quelli a sostegno dell´agricoltura e per la riduzione dei prezzi dei carburanti". Lo ha detto l´assessore per l´Economia, Gaetano Armano, nel corso della conferenza stampa del 30 marzo a palazzo D´orleans. Nelle due sentenze, la n. 64 e la n.71 di questo mese, che fanno seguito ad altrettanti ricorsi della Regione, avanzati su proposta dell´assessorato dell´Economia, la suprema Corte ha sancito che le norme varate sul federalismo dal governo nazionale con il decreto legislativo 23/2011 non trovano diretta e immediata applicazione nell´isola, come pure quelle relative al decreto legislativo impugnato detta disposizioni in materia di risorse aggiuntive e interventi speciali per la rimozione degli squilibri economici e sociali secondo l´articolo 119 della Costituzione. La Corte ha reso in tal modo una chiara interpretazione sulla integrale spettanza alla Regione siciliana del gettito dei tributi riscossi sul suo territorio, che nel decreto legislativo si prevedeva di devolvere ai Comuni e, dalla successiva normativa ´salva Italia´, allo stato. Pertanto, i principi recati dalla recente sentenza non potranno essere ignorati nella trattativa in corso nel Tavolo di confronto gia´ avviato con lo Stato. "Gia´ martedi´ prossimo - ha precisato Armao - si insediera´ la commissione paritetica ricostituita, e potra´ avviarsi a definizione la trattativa finanziaria con lo Stato per la piena attuazione dello Statuto". Tra le molteplici questioni, tutte di grande rilievo, che il confronto con lo Stato deve portare a compimento in tempi brevi c´e´ anche quella relativa alla anticipata applicazione dell´imposta municipale unica (Imu) che il decreto legge 201/11, il cosiddetto "salva Italia", ha inteso estendere a tutto il territorio nazionale, con un ulteriore pregiudizio per le casse regionali che vedrebbero sottratta la quota di gettito Irpef sui redditi immobiliari: verrebbe, infatti, sostituita dalla nuova imposta, per essere devoluta non gia´ solo ai Comuni del proprio territorio, ma altresi´ al bilancio dello Stato. "Il pronunciamento della Corte Costituzionale - ha continuato l´assessore - da´ piu´ forza alle rivendicazioni della Regione in ordine al rispetto dell´autonomia finanziaria assicurata alla medesima dagli articoli 36, 37 e sopratutto 38 dello Statuto". Con la seconda sentenza, la Corte costituzionale e´ intervenuta in merito al decreto legislativo 88/11, attuativo dell´articolo 16 della legge. 42/09, rafforzando, anche in questo caso, il ruolo che il legislatore, con l´avvio del processo di riforma in senso federale dello Stato, ha voluto attribuire alla procedura negoziale tra lo Stato e la Regione. Infatti, non si puo´ prescindere da questa procedura per l´attuazione di quei principi che sono propri del federalismo fiscale e che non possono risultare in contrasto con lo Statuto. "Queste novita´ cosi rilevanti, l´opportunita´ di approfondire il confronto con l´opposizione per approvare una finanziaria di risanamento e investimenti hanno indotto il Governo ad approvare la proroga di un mese dell´esercizio provvisorio che sara´ posto all´esame dell´Ars domattina". |
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BILANCIO: ALLA LIGURIA IL GETTITO DELLE RISORSE RECUPERATE DALLA LOTTA ALL’EVASIONE |
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Genova, 3 aprile 2012 - Un disegno di legge per incamerare il gettito delle risorse recuperate dalla lotta all’evasione in materiale di addizionale Irpef e Irap e Iva. E’ stato approvato il 30 marzo dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore al bilancio Pippo Rossetti per dare impulso alla normativa nazionale contenuta nel decreto sul federalismo fiscale del 2011. L’attuazione di questa disposizione richiede un accordo con l’Agenzia delle Entrate con cui è già stata recentemente stipulata una convenzione in materia di controlli sull’erogazione delle borse di studio universitarie. “Con questa legge regionale – spiega l’assessore Rossetti - intendiamo mettere un altro tassello nella lotta all’evasione, varando un’apposita normativa come hanno già fatto altre regioni come la Lombardia, la Toscana e le Marche, in attuazione delle disposizioni nazionali. Così facendo intensificheremo la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate mettendo a disposizione i nostri dati e soprattutto concentrandoci su tutti i contribuenti che ricevono finanziamenti pubblici”. |
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IL PRESIDENTE DELLA CALABRIA SCOPELLITI REPLICA AL DEPUTATO GUIDO CROSETTO
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Catanzaro, 3 aprile 2012 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha replicato alle dichiarazioni del deputato Guido Crosetto sulla Calabria, rese durante la trasmissione Domenica In. “Crosetto – ha detto il Presidente Scopelliti - non conosce la Calabria, lo ammette lui stesso evidenziando il rifiuto a voler scendere al Sud. Lo fa da piemontese che non conosce i nostri territori abituato al benessere della sua regione. Sarebbe meglio invece che facesse un viaggio nel Mezzogiorno per capire quanto sia difficile il ruolo degli amministratori locali, anche del suo partito, che ogni giorno con il loro impegno e il loro sacrificio cercano di costruire una Calabria diversa. Venendo al Sud Crosetto scoprirà che la stragrande maggioranza dei cittadini sono persone oneste che si guadagnano da vivere con dignità e scoprirà che da noi esiste ancora la cultura dell’accoglienza e quel calore umano che purtroppo si sta perdendo nel resto del paese. Si accorgerà che in questa terra, come nel Piemonte, esiste una comunità laboriosa presente anche in altre parti del mondo e che purtroppo una piccolissima minoranza tende a screditare con proprie azioni. Lo invito – ha concluso - a venire in Calabria a rendersi conto della nefandezza che ha detto in televisione e per chiedere scusa alla mia terra”. |
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P.A.: REGIONE SICILIA; CAMBIA VALUTAZIONE DIPENDENTI, RISPARMIO DI 2 MLN |
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Palermo, 3 aprile 2012 - Nuove modalita´ per la misurazione, valutazione e trasparenza della performance dei dipendenti regionali. La giunta di governo, presieduta da Raffaele Lombardo, ha infatti approvato definitivamente, dopo il parere del Cga, lo schema di regolamento attuativo dell´articolo 11 comma 3 della legge regionale 5/2011. Il provvedimento, in attuazione della legge sulla trasparenza e semplificazione amministrativa, e´ stato proposto dall´assessore per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici. Il regolamento, che e´ frutto del lavoro di un´apposita cabina di regia composta da tecnici esperti della materia, adesso sara´ inviato alla Corte dei conti e successivamente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione. Obiettivo della nuova normativa e´ il continuo miglioramento degli standard qualitativi ed economici dei servizi offerti, nonche´ la crescita delle competenze professionali del personale. "Il regolamento - spiega l´assessore Chinnici - mira all´ottimizzazione della produttivita´, dell´efficienza e della trasparenza ed e´ finalizzato a introdurre all´interno della pubblica amministrazione regionale una nuova disciplina del ciclo di gestione della performance. Abbiamo previsto, inoltre, la soppressione degli attuali organismi di valutazione, i Servizi di pianificazione e controllo strategico (Sepicos), con una sostanziale riduzione dei costi connessi al loro funzionamento". Attualmente i 13 Sepicos (uno alla Presidenza della Regione e uno in ciascuno dei 12 assessorati) sono formati da 73 componenti, tra i quali 15 dirigenti esterni e 14 consulenti. Con la nuova organizzazione, invece, saranno 30 (27 interni e solamente 3 esperti). Il risparmio stimato per la riduzione degli esterni, quindi, e´ di quasi 2 milioni di euro l´anno. Il nuovo meccanismo prevede diverse fasi: programmazione, monitoraggio e controllo, misurazione e valutazione delle performance e rendicontazione dei risultati. In particolare, le fasi della programmazione e del monitoraggio sono affidate ai 13 Uffici di gabinetto. Le funzioni di misurazione e valutazione delle performance organizzative delle strutture dipartimentali e di quelle individuali dei dirigenti apicali sono, invece, attribuite all´Organismo indipendente di valutazione (Oiv), che e´ composto da tre esperti esterni all´amministrazione regionale ed e´ supportato da una struttura tecnica composta unicamente da 12 dipendenti interni. "Abbiamo previsto, inoltre - conclude l´assessore - l´introduzione di sistemi premianti per valorizzare il merito e incentivare la produttivita´ e la qualita´ della prestazione lavorativa, secondo logiche meritocratiche, nonche´ attraverso l´attribuzione di incentivi, sia economici che di carriera, a vantaggio dei dipendenti che conseguono le migliori performance". |
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BILANCIO, MILANO: L’IMPEGNO NELLA GESTIONE DEI CONTI DEL COMUNE INCOMINCIA A DARE RISULTATI |
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Milano, 3 marzo 2012 - “Il duro impegno per la messa in sicurezza dei conti del Comune di Milano incomincia a dare apprezzabili risultati”. Così l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci commenta il rendiconto di esercizio per l’anno 2011, approvato questa mattina dalla Giunta.la delibera dovrà passare in Consiglio comunale. “Il rendiconto 2011 si chiude in sostanziale equilibrio (-40.000 euro su un totale di 2,5 miliardi di euro di spesa). Si è fatto un grande lavoro – continua l’assessore - per ridurre le spese finali rispetto al bilancio di previsione di quasi 110 milioni di euro, pari al 4,3% della spesa prevista. In sintesi, l’azione di spending review ha iniziato a dare risultati e deve essere estesa nel 2012. È aumentata la velocità di riscossione e di pagamento, riducendo cosi l’incidenza dei residui passivi, e l’avanzo di amministrazione di 500 milioni di euro è ovviamente influenzato dall’operazione Sea. Si tratta di proseguire su questa strada – conclude Tabacci - per rendere possibile un triennio di forti investimenti per la città”. Comune di Milano Rendiconto 2011 Milano, 30 marzo 20122 . Rendiconto 2011 – Analisi Risultato di Amministrazione 1. Equilibrio di Parte Corrente. Al termine di un anno difficile, e dopo alcuni anni che ciò non accadeva, il Bilancio 2011 di parte corrente si chiude sostanzialmente in equilibrio (-40.000 euro, su un totale di 2,5 miliardi di euro di spesa). Tale equilibrio è stato faticosamente raggiunto anche grazie ad alcune entrate straordinarie che, sin dal bilancio di previsione approvato a marzo 2011, erano previste a finanziamento di spesa corrente. Tra queste, ricordo: • oneri di urbanizzazione, 76 mil €, pari al 72% circa del totale degli oneri incassati nel 2011; • plusvalenze (da alienazione quote Serenissima S.p.a e Sea s.P.a.), per un totale di 59 mil €; • dividendi straordinari da distribuzione di riserve delle società (per 129 mil €) Il grande sforzo fatto per ridurre le spese, affinché il risultato dell’equilibrio di bilancio non fosse solo il frutto di manovre sulle entrate, ha portato ad una riduzione delle spese finali rispetto al bilancio di previsione di quasi 110 mil €, pari al 4,3% della spesa prevista. Di fatto, la spending review è già in atto. 2. Gli investimenti - La parte in conto capitale del bilancio 2011 chiude con un saldo positivo di circa 310 mil € circa, grazie alla vendita delle quote Sea realizzata a fine anno. Tra le principali entrate ricordiamo i sopra richiamati ricavi dalla vendita di azioni Sea (340 mil €, che potrebbero diventare 385 alla entrata in vigore delle nuove tariffe aeroportuali); la vendita delle azioni della società autostradale Serenissima (50 mil €), contribuzioni statali e regionali per investimenti nella viabilità e trasporti (464 mil €). 3 Tra gli investimenti avviati, che ammontano ad un totale di 707 mil €: • 578 mil € per viabilità e trasporti, di cui oltre 460 mil € per lo sviluppo e l’ammodernamento delle linee metropolitane; • 11 mil € per l’istruzione pubblica; • 8,7 mil € per impianti sportivi • 8,5 mil € per strutture destinate alla cultura; • 36 mil € per territorio e l’ambiente, di cui 12,4 mil € per la manutenzione delle aree verdi e 11 mil € per la manutenzione degli immobili di edilizia residenziale pubblica 3. L’indebitamento - Per l’esercizio 2011, a fronte di uno stock di indebitamento complessivo pari a 4,2 miliardi di euro, l’onere del debito è stato complessivamente pari a euro 236 mil €, di cui 120 mil € come quota di ammortamento del capitale e 117 mil € come quota interessi. Il nuovo debito contratto nel corso dell’esercizio 2011 ammonta a 56 mil € (mutuo assunto per il finanziamento di investimenti nel trasporto pubblico locale). Sono inoltre stati finanziati nuovi investimenti in opere pubbliche diverse per 43,90 milioni di euro attraverso la devoluzione di mutui assunti negli anni precedenti. Complessivamente, pertanto, nel corso del 2011 lo stock del debito è stato ridotto di circa 69 mil €. 4. I pagamenti e gli incassi - Nel 2011, sul fronte delle entrate aumenta la velocità di riscossione, diminuendo così la formazione di residui. 4 Sul fronte della spesa e della gestione dei residui passivi, si registra un fenomeno analogo: minore formazione di residui e aumento della velocità di pagamento, anche quale conseguenza della precisa scelta dell’Amministrazione di rispettare il Patto di Stabilità senza alcun ritardo nei pagamenti ai fornitori, come altrove succede, per non gravare sulla economia locale in un momento di difficoltà ma, anzi, sostenendola. 5. La gestione dei residui - L’effetto di una più elevata velocità di riscossione delle entrate, combinato con una importante opera di riaccertamento che ha portato all´eliminazione di residui attivi di difficile esigibilità, migliora la qualità del risultato di Amministrazione, che risulta così meno dipendente da crediti di dubbia esigibilità. Infatti l’incidenza dei residui attivi sul totale delle entrate, passa dall’’80% al 67%. In generale, l’azione di riaccertamento dei residui attivi e passivi ha determinato un risultato della gestione residui positivo per circa 24 mil €. 6. Il risultato di amministrazione - In conclusione, il Conto del Bilancio 2011 evidenzia un avanzo di amministrazione pari a 500 mil €. Tale risultato deriva da: • un risultato della gestione di competenza che, oltre a una situazione di parte corrente in equilibrio, apporta oltre 309 mil € di risultato positivo della gestione in conto capitale 5 • un risultato positivo di circa 24 mil € della gestione residui • 167 mil € di avanzo di amministrazione derivante dagli esercizi precedenti, non applicati al bilancio 2011 perché trattasi di fondi vincolati I 500 mil € di avanzo di amministrazione 2011 sono così composti: • fondi non vincolati per 2,5 milioni • fondi per finanziamento spese in conto capitale per 283 milioni (derivanti dalla vendita di azioni Sea al netto della plusvalenza applicata alla parte corrente del bilancio e che ne ha garantito l´equilibrio) • fondi vincolati per 214,6 milioni, di cui le principali voci sono: o economie di mutuo, da ridestinarsi ad investimenti, per 11,3 mil € o oneri di urbanizzazione da destinarsi ad abbattimento delle barriere architettoniche, per 15,7 mil € o fondo svalutazione crediti, per 30 mil € o fondi rischi operazioni finanziarie e per operazioni sui derivati, per 92,5 mil € o fondo vincolato a spese di investimento, per 44,8 mil . |
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MASTER IN SARDEGNA PER LO SVILUPPO DELL´ISOLA
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Sassari, 3 aprile 2012 - "L´alta formazione è lo strumento idoneo per accrescere le competenze delle nostre risorse intellettuali, che possono contribuire allo sviluppo dell´Isola. Perciò la Regione ha predisposto un adeguato programma, studiando ed attivando percorsi virtuosi insieme ad alcune istituzioni universitarie". Lo ha detto l´assessore Antonello Liori, all´Universita´ di Sassari, durante la conferenza "Il sistema dell´Alta formazione in Sardegna", organizzata dall’Ateneo sassarese. "Il programma ´Master in Sardegna´ (Mis) è di assoluto valore nazionale ed internazionale ed accresce l’offerta formativa post laurea, realizzando anche un adeguato utilizzo delle risorse - ha aggiunto Liori - Un’iniziativa importante per migliorare competenze e professionalità nei settori strategici e per incrementare la conoscenza in una prospettiva di integrazione e di crescita del potere attrattivo nel contesto economico e culturale europeo ed internazionale". "Il "Mis" vede la Regione con un ruolo da protagonista - ha concluso Liori - Non più semplicemente come ente erogatore di fondi, ma come soggetto in grado di programmare ed organizzare percorsi di Af, in partenariato non solo con gli Atenei sardi, coi quali abbiamo firmato un protocollo di intesa, ma anche con alcune prestigiose universita´ nazionali ed internazionali. Tra queste, la Cattolica di Milano e Piacenza, l´Alma di Bologna, il Politecnico di Torino e gli Atenei di Ferrara, Vienna, Berlino, Melbourne, Barcellona e Harbin (Cina)". |
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PERSONALE: REGIONE MARCHE INVIA A SINDACATI LETTERA APERTA |
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Pescara, 3 aprile 2012 - L´assessore al Personale ha inviato ai rappresentanti sindacali Territoriali della Funzione Pubblica e delle Rsu della Giunta Regionale una lettera aperta: "Gentilissimi, come annunciato direttamente dal Presidente Chiodi nel corso della nostra Conferenza Stampa del 27 marzo scorso, ho promosso un immediato confronto con i Segretari Regionali dei Sindacati Abruzzesi. L´appuntamento è stato già fissato per il 18 aprile prossimo. Credo, dunque, che sia giunto il momento della sfida positiva sulle migliori proposte. Il nostro Abruzzo, cioè la regione di tutti i Cittadini, ha bisogno di uscire dallo status quo, dalla sua ingessatura burocratica per dare servizi di qualità agli Abruzzesi e alle imprese. Soprattutto deve essere una Regione moderna, flessibile ed efficiente, dove i lavoratori migliori vengano valorizzati per il proprio impegno e lavoro. Io so, e lo sapete anche voi, che ci sono tantissimi dipendenti regionali preparati, volenterosi e bravi che non aspettano altro che poter fare questo. Questa sfida positiva può esser vinta solo facendo sì che gli interessi dei dipendenti regionali coincidano con gli interessi dei cittadini abruzzesi, che pagano le tasse anche per mantenere in piedi la nostra macchina burocratica. Il nostro dovere è creare finalmente le condizioni necessarie con la pretesa di modificare il presente, guardando al futuro di tutti. Vorrei evidenziare nuovamente i punti essenziali che sostengono i provvedimenti di riorganizzazione della Regione Abruzzo; ho il dovere di presentarvi le nostre linee, quella culturale e quella programmatica, affinché siano chiari i riferimenti che non possono essere stravolti né aggirati. La maggior preoccupazione, che ho visto emergere nelle Vostre note di "commento" all´annuncio di questi provvedimenti, ha riguardato l´eliminazione della pianta organica di diritto per passare al fabbisogno. Questo vuol dire liberare risorse messe in bilancio e destinate altrimenti a rimanere bloccate lì, senza speranza di poterle mai utilizzare in quanto - lo sapete - la nostra pianta organica di diritto è sovradimensionata sia rispetto alle reali necessità della nostra attività amministrativa sia, soprattutto, alla capacità di spesa che la Regione Abruzzo può sostenere. Fissare nel fabbisogno la capacità di spesa e conseguentemente la necessità di riorganizzare le risorse umane, significa avere consapevolezza di dover ragionare sulla effettiva capacità finanziaria dell´ente regione, oltre la quale non vogliamo andare e oltre la quale neppure potremmo andare, perché così ci è imposto anche dalle leggi nazionali. Va aggiunto che non possiamo sottrarci a quella che è l´analisi comparativa con le regioni italiane più virtuose, quelle cioè che garantiscono servizi migliori e spendono meno di noi. Noi, gli abruzzesi, non siamo peggiori di loro, non possiamo accettare di essere classificati così. Allora partiamo dal concreto: avendo oggi a disposizione determinate risorse umane e capacità di investimento anch´esse determinate, cosa possiamo fare per utilizzare al meglio queste risorse nel rispetto della dignità e delle aspirazioni di ciascuna lavoratrice e di ciascun lavoratore? Gli strumenti sono quelli della flessibilità nell´utilizzo delle risorse, destinandole dove meglio possono garantire il proprio apporto professionale e non dove possono essere soddisfatte esigenze clientelari o, peggio, intenzioni discriminatorie. Inoltre, non posso più rimanere in silenzio di fronte alla facile demagogia di coloro che vanno parlando di irrimediabile pregiudizio per i posti di lavoro, che verrebbero così sottratti per sempre ai nostri giovani, con l´eliminazione della pianta organica di diritto. Purtroppo c´è chi ha prosperato contribuendo, anche solo tacendo, a creare il debito pubblico che oggi stiamo duramente pagando; c´è ancora chi pensa e propone l´idea di una Regione che dovrebbe svolgere, ormai da sola e fuori dal tempo, il ruolo di ammortizzatore sociale o, ancor peggio, di sistemazione di amici e parenti dei potenti di turno (che erano sempre gli stessi), drenando risorse utili invece per lo sviluppo e per la creazione di veri posti di lavoro. Di certa gente non possiamo tener conto aprendo ancora questo appassionante tavolo di approfondimento sulle iniziative di riorganizzazione della Regione Abruzzo. A fondamento della riforma è la trasparenza dei concorsi e la formazione del personale: due pilastri davvero irrinunciabili su cui fondare il futuro della macchina amministrativa della nostra regione, anzi dell´Abruzzo integralmente inteso. Proporre concorsi pubblici affidati a commissioni di componenti, tra i quali anche esperti nella selezione del personale, estratti a sorte da un albo pubblico, aperto a specifiche e comprovate competenze, è quello che garantisce i nostri giovani più di tante vuote promesse. Proporre graduatorie che siano valide per più enti se non addirittura per tutto il pubblico impiego nel nostro territorio significa evitare ai nostri giovani l´umiliazione di tanti piccoli concorsi locali, dove prevale la rassegnazione sulla speranza per il proprio futuro. Il merito è per noi un elemento fondamentale e decisivo nella gestione del personale regionale, non solo come criterio essenziale per la selezione dei nuovi dipendenti ma anche nella valorizzazione economica e nella carriera di ogni singolo dipendente, che avverrà sempre con una rigorosa e trasparente selezione e col supporto di un´adeguata formazione e non attraverso percorsi opachi. Riteniamo queste scelte fondanti per la struttura che andremo a ridisegnare perché consentiranno di premiare i più volenterosi e i migliori e, al contrario, consentiranno di penalizzare chi si vorrà porre contro il cambiamento, pensando di restare attaccato al proprio privilegio particolare. Mi restano, come ultimi spiccioli di contributo che voglio qui anticipare, alcune domande che non meritano risposte occasionali e men che mai quelle dettate da polemica di parte, ma risposte che siano proposte: - Avendo ancora la vecchia legge n. 77 del 1999, quindi pensata e scritta un secolo fa, quando era normale fare debiti e considerare la Regione come ammortizzatore sociale, è giusto pensare e disegnare con nuovi provvedimenti una Regione nuova, capace di competere con quelle migliori d´Italia e d´Europa? - con una pianta organica di diritto sovradimensionata, che lascia tanti soldi in un cassetto del bilancio regionale, senza poterli spendere, quando invece ci sono tante necessità che urlano la loro disperazione, come i disabili, gli studenti, le donne e i giovani disoccupati, le imprese e tutti gli abruzzesi che non trovano più fondi nel nostro bilancio regionale perché abbiamo dovuto mettere tutti i soldi per pagare vecchi debiti, è giusto aprire quel cassetto e utilizzare quelle risorse per andare incontro alle tante esigenze reali dei Cittadini Abruzzesi? - è giusto premiare tra i dipendenti regionali i più volenterosi e i migliori e penalizzare quelli che non si impegnano? - è giusto pensare a una legge per fare concorsi con procedure trasparenti a tutela dei nostri giovani, senza che siano i potenti di turno a scegliere i vincitori? Sono convinta che siete tutti consapevoli che questi ancoraggi culturali e programmatici che ho voluto ricordare sono una base solida sulla quale costruire insieme la riorganizzazione della Regione Abruzzo e che accetterete di giocare con lungimiranza questa sfida fatta di proposte e idee. |
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ANTIRACKET: REGIONE SICILIA INTERVIENE A SOSTEGNO DELL´IMPRENDITORE CUTRO´ |
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Palermo, 3 aprile 2012 - La presidenza della Regione siciliana, sulla base delle normative vigenti, e´ intervenuta con un contributo diretto a Ignazio Cutro´, per consentire all´imprenditore siciliano di riottenere il Durc, il documento unico di regolarita´ contributiva, necessario per riprendere le attivita´ imprenditoriali. Ignazio Cutro´ e´ il testimone di giustizia sotto scorta a causa delle sue dichiarazioni che hanno consentito alla magistratura di fare luce sul sistema mafioso delle estorsioni in provincia di Agrigento. L´imprenditore rischiava di vedere compromessa la sua azienda, sotto il peso di tributi e contributi previdenziali che non riusciva piu´ a pagare per la mancanza di commesse dopo il suo ´no´ alla mafia e alle estorsioni. Grazie alla rateizzazione del debito,le risorse versate a Cutro´ consentono di pagare la prima tranche di tributi dovuti all´erario e a gli enti previdenziali, coprendo il fabbisogno per tutto il 2012. Il provvedimento, firmato dal presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, consente quindi a Cutro´ di mettersi in regola e potere nuovamente concorrere sul mercato. E´ un passo concreto dell´amministrazione regionale per dimostrare la continua attenzione al mondo imprenditoriale schierato in prima linea contro la mafia e contro il racket delle estorsioni. |
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PUGLIA: CARTA PARI OPPORTUNITÀ, RIUNITO TAVOLO TECNICO REGIONALE
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Bari, 3 marzo 2012 - Si è riunito nei giorni scorsi il Tavolo Regionale per la Carta per le Pari Opportunità, insediatosi nei mesi scorsi, e composto dalla Consigliera regionale effettiva di parità, dall’Aidda e dall’Ucid, che ha l’obiettivo di diffondere il documento e le azioni a sostegno. La Carta è una dichiarazione di intenti, sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, con lo scopo di valorizzare il pluralismo e le pratiche inclusive nel mondo del lavoro e contribuire al successo e alla competitività delle imprese, riflettendone la capacità di rispondere alle trasformazioni della società e dei mercati, anche in questo momento di crisi e di difficoltà in cui comunque non bisogna trascurare l’impegno per l’applicazione di buone prassi paritarie. Obiettivo dell’adozione della Carta è la lotta a tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro – genere, età, disabilità, etnia, fede religiosa, orientamento sessuale – e l’impegno, nel contempo, a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione aziendale, con particolare riguardo alle pari opportunità tra uomo e donna. In tal senso è stata proposta un’indagine da Giuseppina D’alessandro della Cisl per verificare l’applicazione dei “contratti di genere”, volti all’adozione di misure di conciliazione vita lavoro. Piergiulio Petrone, Margherita Perretti e Michele Perone, in rappresentanza rispettivamente dell’Api, di Confindustria e dell’Ucid hanno sottolineato le difficoltà che in questo momento gli imprenditori ritrovano nelle proprie organizzazioni lavorative, nelle quali comunque vanno, anche a loro avviso, innestati quei processi di miglioramento senz’altro incentivati dalla Carta per le Pari Opportunità e dal Tavolo Regionale. La riunione, soprattutto, ha avuto un carattere decisamente tecnico ed organizzativo, per individuare i percorsi per la diffusione e l’adozione della Carta stessa, che, ha sostenuto Annamaria Cristiano dell’Aidda insieme con la dott. Nicoletti, “deve nascere da un’esigenza tutta interna all’azienda al fine di garantire uno spontaneo processo di miglioramento del benessere fisico e psicologico dei lavoratori, perché sarà proprio questo miglioramento a costituire quel valore aggiunto che potrà portare a influire direttamente sul “buon clima” aziendale e sui relativi processi produttivi, a cui le misure della Carta potranno essere di ausilio”. Una particolare attenzione le sindacaliste Anna Russelli della Cgil, Libera Russo della Uil e Giuseppina D’alessandro della Cisl hanno richiamato ancora sulle azioni suggerite dalla Carta a sostegno delle politiche di conciliazione vita lavoro, di una flessibilità family-friendly, quale elemento organizzativo positivo per la modulazione flessibile dei tempi e degli orari di lavoro, tanto nell’interesse dei lavoratori che dell’impresa, così come è stata sottolineata la necessità di incentivare un maggiore e migliore utilizzo del telelavoro, del part-time e di altre buone pratiche da attivare anche attraverso un sinergico lavoro del Tavolo Tecnico Regionale, le cui modalità di lavoro dovranno essere applicate grazie ad una sensibilizzazione culturale delle aziende, evidenziando i benefici delle politiche di inclusione e di valorizzazione della diversità e implementando buone prassi. Per tutti questi motivi, è necessario invitare le aziende lucane alla sottoscrizione della Carta per le Pari Opportunità e l’uguaglianza sul lavoro, ampliandone i contenuti alla luce delle esigenze locali e coinvolgendo le amministrazioni locali e altri enti fornitori di servizi. Quanto all’opportunità di individuare e valorizzare buone prassi per la definizione di sperimentazioni replicabili, sulla base anche di studi ed analisi, Rosanna Bollettino della Cia, presidente dell’Associazione Donne in Campo, ha proposto ulteriori momenti di confronto e di coinvolgimento. È stata ribadita, invece, dalla Consigliera effettiva di parità Maria Anna Fanelli la necessità della responsabilità sociale delle imprese, da intendersi come l’insieme delle mediazioni fra gli interessi, non sempre convergenti, dei diversi stakeholders (portatori d’interessi) che all’interno dell’impresa sono l’imprenditore, gli azionisti, i dirigenti e i dipendenti uomini e donne. Per le imprese, come affermato dall’imprenditore Luigi Padula, la responsabilità sociale “non rappresenta solo un costo”, ma un investimento di natura strategica in termini di competitività, che si può adattare e implementare in aree diverse della Regione, pur nel rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Le Pari Opportunità sono poste, pertanto, come un aspetto fondamentale della responsabilità sociale per le imprese. In conclusione, la Consigliera regionale effettiva di parità Maria Anna Fanelli con Anna Maria Cristiani dell’Aidda e Michele Perone dell’Ucid hanno assunto l’impegno di trovare modalità e sinergie, per continuare a far crescere la cultura aziendale sul tema delle Pari Opportunità. In tal senso la Consigliera regionale effettiva di parità ha chiesto a tutte le componenti partecipi all’incontro un impegno e un’attività di rete da portare nei propri ambiti, così da ampliare l’utenza per la sottoscrizione e l’applicazione della Carta. Sono previste prossime riunioni anche con varie altre componenti sindacali e del mondo imprenditoriale. La coordinatrice regionale Pari Opportunità dell’Ugl Giuditta Lamorte, a seguito dell’incontro, ha comunicato la sua completa adesione alla Carta per le Pari Opportunità. |
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FIGLI O LAVORI? |
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Parma, 3 aprile 2012 – Un convegno sulla vita delle donne, tra lavoro e attività di cura, e anche sulle discriminazioni che nonostante i passi avanti la donna ancora subisce. Discriminazioni sul lavoro, innanzitutto: perché la parità salariale e retributiva è molto lontana e i percorsi di carriera sono ancora molto difficili per le donne, che a volte si vedono costrette a rinunciare al lavoro per dedicarsi alla famiglia ma che anche, spesso, rinunciano alla famiglia per mantenersi un posto di lavoro. Dis-parità, quindi. E non solo sul lavoro ma anche in famiglia, dove i carichi di cura ricadono quasi esclusivamente sulle donne. Di questo e molto altro si parla il 30 marzo a Palazzo Soragna nel convegno “Figli o lavori?”, promosso da Ministero lavoro, Consigliere provinciali di Parità, Aiaf Emilia Romagna, Provincia di Parma, Anf, Ordine degli avvocati di Parma, Fondazione Avvocatura Parmense, Centro antiviolenza di Parma, Università di Parma, Forum donne giuriste: un appuntamento inserito nella rassegna della Provincia “Le donne di marzo” e promosso in onore di Pierangela Venturini, avvocata di Parma scomparsa nel 2007, fondatrice dell’associazione Forum Donne Giuriste, presidente dell’associazione Centro Antiviolenza di Parma, una vita per l’affermazione e la difesa dei diritti delle donne e dei minori. Proprio di lei, di Pierangela Venturini, si è molto parlato nei saluti introduttivi, nei quali il suo nome e i ricordi personali si sono intrecciati con considerazioni sul peso delle discriminazioni di genere oggi. “Pierangela Venturini è stata una donna straordinaria che ha segnato molto profondamente la nostra comunità e il cui prestigio e la cui autorevolezza si sono spinti ben al di là della nostra provincia”, ha detto l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro Manuela Amoretti, che ha aggiunto: “Quello che sta al centro di questo convegno è un tema di fondo se vogliamo costruire tutti quanti un futuro migliore. Si sta facendo strada la consapevolezza che questo tema fa tutt’uno con la questione della crescita e dello sviluppo di un paese: c’è tutta una fioritura di studi e di analisi che dimostrano che dove i tassi di partecipazione delle donne al mercato del lavoro sono più elevati ci sono tassi di crescita più elevati. Analisi come queste cominciano a cambiare il modo e le prospettive con le quali si guarda a queste questioni”. “Il nostro impegno è intervenire laddove esistono o ci vengono segnalate discriminazioni negli ambienti di lavoro – ha spiegato la consigliera provinciale di parità Aldina Bocchi - ed è un impegno molto intenso, perché si tratta di fenomeni anche subdoli, anche nascosti. Ma io voglio dare un segnale ottimistico, perché sento che si è alzata una nuova brezza. Si sta lavorando su questi temi, sta crescendo una nuova consapevolezza”. Tanti ricordi nelle parole di Valeria Fabj di Aiaf Emilia Romagna, che con Pierangela Venturini (che gli amici chiamavano “Cicci”) ha condiviso tante battaglie: “Cicci e io – ha raccontato - parlavamo lo stesso linguaggio, e abbiamo condiviso tanto. È stata un’antesignana nel rapporto tra donna e donna, una giurista notevolissima nel rapporto con il diritto di famiglia, una persona che ha combattuto tante battaglie di cui sono orgogliosa per me e per lei”. A portare i saluti sono stati anche Pietro Rogato in rappresentanza del presidente del Tribunale di Parma, la vice presidente dell’Associazione nazionale forense sezione di Parma Isabella Pezzani, il presidente della Fondazione Avvocatura Parmense Luigi Angiello, Simona Brianti dell’Ordine degli Avvocati di Parma, Daniela Manici del Centro antiviolenza di Parma. Due le sessioni del convegno: la prima, “Conciliazione, maternità e pari opportunità nella famiglia e nel mondo del lavoro”, dedicata appunto alle discriminazioni di genere e alle effettive difficoltà delle mamme che lavorano. Tra i relatori la giornalista Chiara Valentini, che ha sviluppato una riflessione su “Scene di guerre quotidiane: discriminazioni e mobbing alle mamme che lavorano”: “Siamo ancora il paese dove essere mamme che lavorano è una colpa, pur essendo il paese del mammismo”, ha detto a margine del convegno la giornalista, il cui ultimo libro, “O i figli o il lavoro”, s’incentra proprio su questi argomenti. Nelle prima sessione, moderata da Patrizia Maestri, segretaria provinciale Cgil, sono intervenuti anche Celestina Tinelli, avvocato del foro di Reggio Emilia (su “Diritti e discriminazioni di genere sul lavoro e nella famiglia”), Valeria Moscardino, responsabile unità operativa politiche del lavoro e autorizzazioni per il lavoro (su “Dimissioni nel periodo protetto e discriminazioni per motivi di maternità”), Simona Brianti, avvocato del foro di Parma, e Annalisa Balsani, studentessa di Giurisprudenza (su “Donne avvocato e percorsi di autonomia lavorativa”), Nadia Monacelli dell’Università di Parma (su “Percorsi di carriera uomo donna nelle professioni mediche”). In chiusura di sessione è intervenuta anche Fernanda Contri, insignita lo scorso 8 marzo in Provincia del Premio Pierangela Venturini. Il convegno continua nel pomeriggio, dalle 15,30, con la seconda sessione, moderata da Rosa Lucente, avvocato del foro di Bologna, e dedicata a “Gli aspetti economici nella crisi familiare”: si parlerà di quanto avviene per la disgregazione del nucleo familiare e di come possano essere rideterminati i parametri di cura che ricadono su entrambi i genitori, con la corresponsione di un assegno di mantenimento per i figli che vada anche ad ovviare alla disparità economica fra donna e uomo. Interverranno Giacinto Bisogni, giudice della Corte di Cassazione (“L’interesse del minore a un adeguato mantenimento”), lo psichiatra Cesare Piccinini (“L’affidamento dei figli nel conflitto economico”), Luisella Fanni, avvocato del foro di Cagliari (“Ipotesi risarcitorie connesse alla separazione e divorzio”), Milena Pini, avvocato del Foro di Milano (“Accertamento dei redditi nella separazione e nel divorzio”), Angiola Vancini, avvocato del foro di Bologna (“Nullità del matrimonio ed effetti sulla contribuzione al mantenimento del coniuge”). Le conclusioni saranno affidate a Cecilia Cortesi Venturini, consigliera provinciale di parità e avvocato del foro di Parma. |
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TAGLI ALL’INFANZIA: NASCE IN TOSCANA “IL PARTITO DEL PANNOLINO”?
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Firenze, 3 aprile 2012 – “L’infanzia è ormai de-rubricata, quello dei bambini a ricevere una educazione fin dai primi anni non pare più un diritto, nella nostra Italia sono a rischio conquiste di civiltà che sembravano ormai pacifiche”. Il grido di allarme che sta salendo da Montecatini Terme nell’affollato (1.500 fra insegnanti, educatori, esperti, amministratori) convegno nazionale dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia è stato raccolto da Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega all’Istruzione. “Non conta nulla che tutte le scienze, comprese quelle economiche, concordino sulla convenienza dell’investire sulla prima infanzia – ha proseguito Targetti nel suo intervento – se poi, all’arrivo della crisi, le politiche sull’infanzia scompaiono anche dall’agenda di un governo tecnico con passi indietro che sono preoccupanti rispetto al futuro del Paese. E’ forse il momento di inventarci qualcosa di clamoroso, forme di protesta eclatante”. Stella Targetti si è interrogata sulla possibilità di una particolare “cura brasiliana”: Ligia Maria Leao de Aquino, docente universitaria a Rio di Janeiro e già coordinatrice del gruppo 0-6 in Brasile aveva appena terminato di raccontare l’esperienza di un gruppo nel suo paese (“Il movimento dei pannolini”) che si inventa azioni per sensibilizzare le classi dirigenti sulla difesa dei minori. Una delle azioni, grazie a potenti amplificatori, consiste nel “bombardare” giorno e notte le sedi del Parlamento e del governo nazionale con la registrazione del pianto di un bambino. “Potrebbe essere un’idea per tenere sveglio qualcuno”, ha ironizzato la vicepresidente della Regione Toscana. Il convegno (“Dalla parte del futuro. Risignificare parole e pratiche nei luoghi di infanzia“) è organizzato dal “Gruppo nazionale Nidi e Infanzia“, ‘associazione che da anni si batte sul fronte dei servizi educativi e delle scuole d’infanzia. A Montecatini sono arrivati, per una tre giorni che si conclude nella mattina di questo sabato 31 marzo, circa 1.500 educatori: la Toscana è stata scelta – si legge nel programma – ”in considerazione dello sforzo della Regione stessa di sostenere, estendere e qualificare i servizi educativi per la prima infanzia”. In tre giorni la città termale ha visto un confronto nazionale, e internazionale, sulle buone pratiche 0-3. Il confronto si è sviluppato sia in plenaria che in 9 Commissioni di lavoro. “Abbiamo ascoltato parole belle, e di questo siamo orgogliosi, sulla capacità di Regione Toscana nell’andare contro-corrente e nel continuare a mettere risorse a servizio dell’infanzia. Questo ci conforta e ci spinge a proseguire, ma ci dà anche maggiore consapevolezza su quanto sia fondamentale estendere, anche in questo ambito, le competenze delle Regioni e su quanto ci sia ancora da fare affinché non ci sia bisogno di azioni provocatorie per rendere effettivo il diritto del bambino a non essere dimenticato”. |
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BOLZANO: PROMOZIONE DELL´IMPRENDITORIA FEMMINILE: UN BREVE BILANCIO |
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Bolzano, 3 aprile 2012 - L´assessore provinciale Roberto Bizzo, nel corso dell’incontro con le maggiori associazioni di categoria, tenutosi nella mattinata, venerdì 30 marzo 2012, è stato fatto un primo bilancio sull’andamento della promozione dell´imprenditoria femminile del 2011 e sono stati brevemente discussi i criteri applicativi approvati lo scorso anno. Aumentare il numero ed il peso delle imprese innovative, è la strada per uscire dalla crisi; lo è ancora di più se le imprese sono imprese al femminile, come ha detto l´assessore provinciale Roberto Bizzo. E’ con questo intento che l’Assessorato all’innovazione sta sostenendo la nascita di nuove imprese femminili, attraverso un forte impegno di agevolazioni per la promozione dell’imprenditoria femminile. Nel corso dell’incontro odierno è emerso un giudizio molto positivo delle associazioni sulla gestione delle agevolazioni e sulla collaborazione con l’assessorato all’innovazione e alle cooperative. Il proposito per il futuro è quello di rafforzare ulteriormente la collaborazione tra ente pubblico e Associazioni a vantaggio delle imprenditrici. Nel corso del 2011, primo anno dell’entrata in vigore dei nuovi criteri, sono state presentate 97 domande di agevolazione, di cui 70 decise positivamente: fra loro figuravano ben 45 start up e 6 iniziative giudicate “innovative” dall’apposito gruppo di valutazione. Il totale dei contributi che sono stati concessi ammonta ad 872 mila Euro, di cui 528 mila per investimenti, 164 mila Euro per acquisizione di servizi di consulenza e supervisione, 180 mila Euro per formazione e aggiornamento. In particolare nel settore servizi sono state finanziate 57 domande, in quello del turismo 19, nel settore commercio 12, e nel settore artigianato sono state finanziate 9 domande. Per il 2012 le domande di contributo devono essere presentate entro il 31 agosto dello stesso anno all’Ufficio provinciale sviluppo della cooperazione, utilizzando gli appositi moduli scaricabili dal sito internet: www.Provincia.bz.it/innovazione , voce “promozione dell’imprenditoria femminile”, ove si trovano anche tutte le informazioni necessarie. |
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