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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Aprile 2012
MILANO (VILLA NECCHI CAMPIGLIO): RICHARD GINORI 1735 @ “VILLA NECCHI – DETTAGLI DI VITA E NUOVE VISIONI” - LA MAISON FIORENTINA TRA I PROTAGONISTI DELL’IMPORTANTE MOSTRA IDEATA DA FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO, FABRICA E ALTERSTUDIO PARTNERS  
 
In concomitanza con la 51a edizione del Salone del Mobile, Richard Ginori 1735 sarà tra i protagonisti della mostra “Villa Necchi – Dettagli di vita e nuove visioni”, percorso artistico e culturale ideato da Fai – Fondo Ambiente Italiano, Fabrica - il centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton e alterstudio partners. L’iniziativa sarà ospitata a Villa Necchi Campiglio, proprietà del Fai nel cuore di Milano, dove le porcellane Richard Ginori 1735 - realizzate per l’occasione dagli abili artigiani della Manifattura fiorentina - “vivranno come oggetti del quotidiano” negli straordinari ambienti della villa dedicati ai pranzi e alle cene della famiglia Necchi Campiglio, un tempo proprietaria di questa splendida dimora progettata negli anni Trenta dal noto architetto Piero Portaluppi. L’esposizione si svilupperà in numerosi spazi di Villa Necchi, che si apriranno al design contemporaneo, ponendo l’accento sullo stile di vita dei componenti della famiglia Necchi Campiglio – rappresentanti di rilievo dell’alta borghesia lombarda – attraverso la rivisitazione di oggetti e arredi dell’epoca per opera dei giovani e talentuosi designer di Fabrica. Traendo diretta ispirazione dagli oggetti presenti nella villa, su idea e design di Fabrica, Richard Ginori 1735 ha realizzato una collezione tavola inedita, dove ogni piatto propone su un lato una limpida volta celeste punteggiata di stelle – quasi un’eco che, dal soffitto siderale della sala da pranzo ideato da Portaluppi, si riverbera sulla porcellana della Maison fiorentina – mentre, sull’altro lato di ciascun piatto, caratteri tenui e delicati descrivono le ricette più amate dalla Famiglia Necchi Campiglio. Fedele alla sua vocazione artistica e culturale, Richard Ginori 1735 ha scelto di partecipare alla mostra organizzata da Fai, Fabrica e alterstudio partners: un progetto orientato a valorizzare il know how di storiche aziende, che sono ancora oggi parte della storia del design industriale, e al contempo a esprimere il talento di giovani creativi che, con uno sguardo fresco e moderno, hanno saputo dare nuova sostanza a oggetti d’uso comune degli anni Trenta, dando vita a un incontro unico tra creatività e storia. La pregevole iniziativa offrirà inoltre un’importante occasione di visibilità ai giovani designer: le opere ideate dai promettenti creativi e realizzate dalle aziende che prenderanno parte all’evento, infatti, saranno protagoniste di una serie numerata in edizione limitata. Richard Ginori 1735 S.p.a. Richard Ginori 1735 è leader italiano della produzione di porcellane per la tavola e di porcellane artistiche. Il Gruppo, forte di una tradizione manifatturiera di oltre 270 anni di storia, commercializza i propri prodotti con i marchi Richard Ginori per il segmento ‘tableware’ dell’alto di gamma, e il marchio Capodimonte per la porcellana artistica. La produzione avviene nello stabilimento di Sesto Fiorentino (ex Manifattura Doccia), attivo dal 1958 e tra i più prestigiosi opifici esistenti, che si ispira alla laboriosità delle botteghe di pittura rinascimentali. Il marchio Richard Ginori 1735, storicamente associato ai nomi di grandi esponenti dell’architettura, del design e della moda, si è imposto al mercato come icona di stile made in Italy  
   
   
MILANO (FONDAZIONE LUCIANA MATALON, FORO BUONAPARTE 67): MARIO PASCHETTA MADRE TERRA A CURA DI FRANCESCA PORRECA - DAL 4 AL 21 APRILE 2012  
 
La mostra Madre Terra, personale del pittore Mario Paschetta, in corso dal 4 al 21 aprile 2012 e ideata dalla Galleria Colonna con il supporto critico di Francesca Porreca, vuole presentare lo stile particolare e inconfondibile dell’autore, che si contraddistingue per una pittura non-pittura: della tecnica tradizionale conserva alcuni tra i generi più classici – il paesaggio, la marina – e l’uso espressivo del colore, capace di detonare immediatamente una campitura, una striscia o una macchia come elementi specifici e fondamentali del panorama, quali la vegetazione, le distese collinari, il mare. Ha perso però la rigida bidimensionalità e l’assoluta supremazia dell’immagine sulla materia, conquistando invece tutto quanto un dipinto non dovrebbe avere: una terza dimensione concreta e una corposità tattile, come se gli orizzonti evocati dalla spatola, dal pennello e dai pigmenti non si accontentino di rimanere intrappolati nei confini del telaio, e così premano per superarli e vincerli spingendo in avanti, non contro la cornice, e aggredendo e incalzando lo sguardo dello spettatore. I paesaggi, che mai hanno evidenti riferimenti prospettici all’interno, violentano i limiti fisici del quadro e vanno a conquistare uno spessore reale, a cui consistenza incuriosisce chi guarda. E visto che la parte inferiore è sempre quella più pesante, ricca di elementi e di trame, i lavori assumono quasi una consistenza piramidale che costituisce di fatto la prospettiva, e costringe i cieli, gli azzurri delle campiture superiori, a una fuga verso l’interno dell’opera, mentre la base corposa e aggettante suggerisce una certa solidità plastica. La materia che descrive l’acqua, le onde, le piante da palude, i muri screpolati, la terra smossa dagli aratri sembra aver assorbito dalle forme riprodotte la sostanza, l’anima stessa. Irrompe il gusto plastico per la materia fra i rilievi, le porosità e le ondulazioni che affiorano dagli impasti di marmo, gesso, intonaco e terre naturali a delineare i contorni di paesaggi. Non a caso, l’humus di Paschetta si è nutrito della lezione di Burri, di Crippa e altri, ma, ben lontano da farsi ingabbiare in un cliché, approda all’invenzione di una poetica peculiare. Il suo percorso solca sentieri insoliti come l’unica via possibile e ci porta lontano. Mario Paschetta nasce a Milano nel 1949 e inizia a dipingere all’età di 14 anni: la sua è una pittura tradizionale, seppure già compare una corposità materica. La frequentazione degli ambienti culturali milanesi, tra i quali il Bar Jamaica a Brera, lo porta ad entrare in contatto, sia pure come spettatore, con i numerosi artisti che lo frequentano, molti dei quali contribuiranno a scrivere pagine importanti nella storia dell’arte italiana. In seguito, nonostante l’allontanamento per motivi professionali dalla pratica della pittura, continua la sua frequentazione dell’ambiente artistico e delle gallerie d’arte. Nel 1992 inizia uno studio approfondito sulla materia, sia in termini di materiali che di utilizzo: traspariranno così sulle tele gli influssi che hanno avuto artisti del calibro di Burri, Crippa e Mattioli. Le opere di Mario Paschetta sono presenti in diverse collezioni private e pubbliche; molte sono le partecipazioni alle principali mostre d’arte italiane e internazionali. Hanno scritto di lui: Dalmazio Ambrosioni, Marco Annunziata, Paola Artoni, Gianni Barachetti, Lucio Barbera, Anna Caterina Bellati, Stefania Briccola, Daniela Bordogna, Rossana Bossaglia, Alessio Calestani, Aldo Camerini, Fabrizio Colonna, Marco Corradini, Elisa Cremonesi, Alberto Facchinetti, Vittorio Gallo, Athos Gemignani, Enrico Giustacchini, Simona Ladu, Trento Longaretti, Fausto Lorenzo, Stefano Maffini, Riccardo Panigada, Angelo Piazzoli, Rosario Pinto, Francesca Porreca, Luigi Rigamonti, Enzo Santese, Anna Maria Savarino, Luca Savarino, Marta Savaris, Maurizio Sciaccaluga, Ruggero Sicurelli, Tarcisio Tironi, Giuliano Zanchi. Ingresso libero Catalogo Ed. Arte Colonna in Fondazione fineart@fondazionematalon.Org  www.Fondazionematalon.org    
   
   
MILANO (PALAZZO REALE): GLI ARTISTI ITALIANI DELLA COLLEZIONE ACACIA, ASSOCIAZIONE AMICI ARTE CONTEMPORANEA - A CURA DI GEMMA DE ANGELIS TESTA E GIORGIO VERZOTTI  
 
Promossa dal Comune di Milano - Cultura, Moda, Design, Palazzo Reale e Associazione Acacia, apre dal 12 aprile al 24 giugno 2012, nella centralissima sede espositiva milanese, la mostra “Gli artisti italiani della Collezione Acacia-associazione Amici Arte Contemporanea”. L’evento espositivo, curato da Gemma De Angelis Testa – Presidente di Acacia – e Giorgio Verzotti, propone al pubblico circa trenta opere di artisti della collezione d’arte contemporanea dell’associazione. Tutte le forme espressive delle arti visive sono qui rappresentate, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video e all’installazione. In mostra si possono ammirare lavori di Mario Airò (vincitore della prima edizione del Premio Acacia), Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli. Ogni artista vanta riconoscimenti nazionali ed internazionali. Acacia è un’associazione privata, senza fine di lucro, che incarna il ruolo di collezionista attivo, attento ai problemi culturali della propria città e, in generale, del proprio Paese. La promozione ed il sostegno dell’arte e del lavoro di giovani artisti italiani è tra gli scopi principali dell’associazione. In quest’ottica Acacia sin dalla sua costituzione sta lavorando alla creazione di una collezione di opere d’arte contemporanea italiane. Un impegno che va di pari passo con la volontà dei soci dell’associazione di stimolare – attraverso diverse forme di collaborazione con le istituzioni pubbliche – la creazione di un museo di arte contemporanea al quale affidare la collezione stessa che è in continua crescita. “Le collezioni sono un patrimonio unico per l´arte contemporanea a Milano – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Stefano Boeri – e la loro esposizione al pubblico, se guidata da criteri scientifici come accade per Acacia, può costituire un contributo importantissimo per dar forza a quell´idea di Museo Esteso sul Territorio che stiamo costruendo a Milano”. Dalla sua nascita, inoltre, l’associazione ha istituito il Premio Acacia per l’arte contemporanea che ogni anno viene assegnato ad un artista italiano ‘under 40’ a riconoscimento del suo lavoro in ambito nazionale ed estero e che viene inserito nella collezione. “La collezione – commenta a proposito Gemma De Angelis Testa – costruisce una memoria di vicende culturali, di incontri e di stimoli affascinanti che riflettono le idee e le poetiche del nostro tempo. Aprendo al pubblico la nostra raccolta vogliamo certamente proporre un evento culturale strettamente connesso al tempo che stiamo vivendo ma, nello stesso momento, iniziare un dialogo attivo e propositivo, perché l’arte contemporanea non rimanga appannaggio di pochi, bensì sia promossa, conservata e tutelata.” L’esposizione a Palazzo Reale da un lato testimonia l’operato di Acacia e dall’altro propone una riflessione sull’attuale panorama dell’arte italiana di ultima generazione, che ha dato la spinta propulsiva alla creazione della collezione nell’ottica di una nuova forma di ‘mecenatismo collettivo’. Il filo rosso, il comune denominatore che lega tutti gli artisti in mostra è il rifiuto di considerare l’arte come un esercizio formale, vuoto e puramente autoriferito. Giorgio Verzotti – co-curatore della mostra – sottolinea, inoltre, che lo spirito che pervade i protagonisti del panorama contemporaneo italiano è la tensione verso un rapporto autentico con la realtà che spesso si tinge di ironia sino a diventare, a volte, critica estrema e vera provocazione. E continua: “sono gli anni in cui in Italia ha cominciato a funzionare quello che viene definito ‘il sistema dell’arte’: vale a dire un organismo ben articolato al suo interno, un campo di sinergie pubbliche e private che insieme hanno finalmente svolto il ruolo di promotori dell’arte. Questa mostra è una delle tante conseguenze della ritrovata vitalità del sistema italiano”. La mostra presenta per la prima volta al pubblico il lavoro di Rosa Barba, vincitrice del Premio Acacia 2012: “Theory in order to Shed Light”. I suoi lavori sono definiti “sculture filmiche”, l’artista infatti ama esprimersi attraverso l’uso del video che smembra nei suoi elementi strutturali: parole, musica, immagini e luce. La parola è la parte che più interessa Rosa Barba: frasi intere o testi vengono proiettati sulle pareti, accompagnati dal commento di voci fuori campo o dalla musica. Rosa Barba utilizza vecchi proiettori cinematografici collegati a strumentazioni di moderna tecnologia. Accompagna la mostra un catalogo pubblicato da Silvana Editore con testi critici di Gemma De Angelis Testa e Giorgio Verzotti. L’evento si avvale del contributo di sponsor attenti al mondo dell’arte: Testapertesta, Deutsche Bank, Vhernier e Open Care. Info: www.Acaciaweb.it  - www.Comune.milano.it/palazzoreale    
   
   
MILANO (TRIENNALE): VERTIGO. LET THE SURFACES PLAY - UN’INSTALLAZIONE DI DESIGN IN ESPOSIZIONE ALLO SPAZIO MATERIAL CONNEXION - 5 APRILE / 5 MAGGIO 2012  
 
Arpa e Skema presentano Vertigo, un’installazione di design in esposizione dal 5 aprile al 5 maggio 2012 alla Triennale di Milano all’interno dello spazio Material Connexion. “Vertigo. Let the Surfaces Play” è una vera e propria mostra esperienziale che racchiude la creatività produttiva di Arpa Industriale e Skema, due aziende leader nella produzione di laminati ad alta pressione, pavimenti e rivestimenti per pareti, che scelgono il linguaggio artistico per presentare la propria gamma di prodotti. Vertigo, posizionato su pavimento Skema realizzato con laminato Hpl Arpa in stampa digitale, utilizza due nuove finiture che Arpa presenta proprio in occasione di questo evento: Luna e Alevè, due new entry nella vasta gamma Arpa, nate per conferire alla superficie la tattilità del legno e della roccia lavica. Il gioco dei dischi di laminato Hpl Arpa che funge da pelle esterna, invita il visitatore ad avventurarsi all´interno della spirale ricoperta da pareti fonoassorbenti Skema, dove si cela il vero cuore dell’installazione, custodito da un insolito "fossile". E’ “Ikaray”, un imprevedibile oggetto retail oriented, progettato dal designer Pelikan per ispirare architetti e designer sulle molteplici possibilità di lavorazione, taglio, sezionatura e impiego dei laminati Hpl di Arpa. Lo spazio sarà anche valorizzato da un’opera dell’artista veneto Ivan De Menis, una porzione di pavimento in cui, stratificazioni cromatiche e materiche, trasformano il passato in un elemento di arricchimento. Vertigo, è una metafora della “vertigine”, un’installazione che avvolge il visitatore catturandolo in un vortice di suggestioni tattili e di colori, rivolti all´interior design. Info: www.Arpaindustriale.com  - www.Skema.eu    
   
   
MILANO (CHIESA DI SAN CARPOFORO): IL “MONDO CAMPER” DI ALDO SPOLDI - PROGETTO DI UN CAMPER IN FUGA DAL POSTMODERNO - 18 APRILE 2012 DALLE ORE 11  
 

Dopo l’esposizione del progetto-quadro allo Studio Vigato di Bergamo, mercoledì 18 aprile il

camper di Aldo Spoldi verrà presentato per la prima volta da Renato Barilli davanti alla chiesa di

San Carpoforo, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.

Il Camper partirà per una tournée che terminerà con l’arrivo, nel mese di luglio, al Museo d’Arte

Contemporanea Carnevalotto di Viareggio.

Dipinto e attrezzato da Aldo Spoldi, il camper si propone come spazio espositivo ambulante, per

dare visione dei progetti elaborati all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Brera.

Renato Barilli scrive:

L’arte di Aldo Spoldi è sempre stata estremamente mobile, fin dall’atto della nascita, che lo ha visto

nei panni di un mastro Geppetto di nuovo conio intento ad assemblare tra loro vari pezzi per

ricavarne marionette, pronte a rispondere ai fili che le comandano e a zampettare nello spazio,

adattandosi alle pareti, ma anche saltandone fuori per andare a imbastire uno spettacolo

tridimensionale. Uno strumento di mobilità particolarmente appropriato ai nostri tempo è il camper,

una sorta di salotto mobile che conviene decorare nel modo migliore, ma perché tenere le

immagini racchiuse al suo interno? Meglio appenderle di fuori, rendendo pubblico lo spettacolo, e

pronto a trasferirsi da un posto all’altro. Si può anche pensare ai camion che usano i venditori

ambulanti per frequentare le varie fiere locali, o forse meglio riferirsi al proverbiale Carro di Tespi

che portava in giro i membri della Commedia dell’arte, ora rinascente nelle belle favole che il

nostro Spoldi vuole andare a recitare nelle varie piazze d’Italia, recandosi appresso costumi,

scene, attrezzi, quasi un mini-circo. C’è un po’ di lavoro da fare, proprio come succede ai mercanti

in fiera e alle compagnie di giro, per esempio fino a poco fa il nostro artista aveva scaricato i suoi

dipinti dal camper e li aveva esposti alle pareti della Galleria Tasso/Vigato, posta sui colli di

Bergamo. Finito quel periodo espositivo, la merce torna ad adattarsi alla perfezione alle pareti del

camper, rispettandone il disegno, comprese porte, finestre, tratti arcuati della carrozzeria. Si parte

per una grande avventura, ma ci vuole un rito beneaugurante, sul tipo di quello che nelle epoche

d’oro dei nostri Comuni veniva rivolto al Carroccio, cui le nostre città affidavano tutte le loro

fortune. E dunque, il camper scenderà a valle, andrà a sostare per qualche ora in un luogo

deputato per queste celebrazioni, la piazzetta antistante l’ex-S. Carpoforo, Via Formentini 10,

sede dei laboratori dove si svolge la didattica del Centro Ricerche dell’Accademia di Brera. Qui il

Cooordinatore del Centro, e famoso docente di quella istituzione, Francesco Correggia, interverrà

vestendo i panni di un prete d’altri tempi con una sua locuzione liturgica benedicendo il rinato

Carroccio, che subito dopo partirà per una lunga circuitazione in cui fare tappa a Firenze, Galleria

Frittelli, Viareggio, Museo Carnevalotto, Fondazione Ambrosetti, Pallazzolo s/O, Museo Zauli,

Faenza e in tanti altri luoghi ancora. Visto che siamo nel centenario dalla morte di Pascoli, come

non ricordare la sua Canzone del Carroccio, con un verso assolutamente riassuntivo, “Quando tu

parti, nulla qui rimane”? Del resto, a sua volta il nostro Spoldi corrisponde in tutto al “fanciullino”

pascoliano, come lui mescola innocenza e malizia, candore e furberia, tanto convinto di queste sue

virtù, da decidere di farne dono circolare, di portarle ad allietare i diversi luoghi del nostro Paese.

Nel tutto c’è anche una forma di magia, le preziose icone a un colpo di bacchetta si schiacciano,

proprio per adattarsi alla pelle del camper, ma poi, giunte sul luogo prescelto, e come asperse con

la vernice del Dottor Lamibicchi, riprendono corpo, grazie ad attori agili e scattanti, e disseminano

la Commedia, l’utopia, il sogno a largo raggio. La cittadinanza milanese è invitata ad assistere a

questo rito sacro e laico allo stesso tempo, tutti in Via Formentini 10, il mercoledì 18 aprile

prossimo, alle ore 11 C’è anche da chiedersi se, di questa portentosa navicella mobile, non sia

possibile ricavare dei multipli, sottoporla alla formula della tiratura, come si fa con le sculture. Molti

collezionisti di spalle robuste potrebbero ambire ad averne una loro copia “firmata”, oppure queste

imbarcazioni utopiche, una volta moltiplicate, potrebbero prendere strade diverse per dare una più

ampia diffusione al loro messaggio ilare e giocondo

 
   
   
MILANO (A ARTE STUDIO INVERNIZZI):FRANÇOIS MORELLET - CLONERIES, MAL BARRÉS, DIAGONALES HORS CADRE, 2+4 ANGLES DROITS - FINO AL 3 MAGGIO 2012  
 
La galleria A arte Studio Invernizzi ha inaugurato l´8 marzo 2012 una mostra personale dell’artista francese François Morellet. Dopo la mostra svoltasi al Centre Pompidou di Parigi nel maggio 2011, l’artista presenta in questa occasione “opere afferenti a cicli temporali diversi costituiscono l’arco d’indagine che accompagna anche la presente mostra, sempre rigorosamente progettata in relazione alle specifiche caratteristiche dello spazio espositivo, un gioco di calibrati equilibri che si rinnova senza mai perdere il fascino dell’imprevedibile. Nella prima sala del piano superiore della galleria si diversificano quattro opere di grandi dimensioni appartenenti alla serie “Cloneries”, realizzate a metà degli anni Novanta con acrilico e ruggine su lamiera. Disarticolazioni di linee vettoriali congiungono le superfici sovrapposte attraverso differenti dinamiche di accostamento, alterni ancoraggi dello sguardo attratto dalle acute ambivalenze dei percorsi. Il titolo rafforza lo spaesamento dei doppi sensi, annulla i segreti della vertigine spaziale con cui l’artista sa essere ironico e sferzante, prendendosi quasi gioco di ciò che avviene nel respiro plastico-lineare delle opere. Nella seconda sala del piano superiore s’impone la carica energetica di Lunatic weeping and neonly n° 3 (2010), orchestrazione ritmica di tubi al neon che creano un fitto intersecarsi di linee rette all’interno della grande tela circolare, con punti di sconfinamento simultaneo che non escludono alcuna direzione, secondo l’instabile emanazione di bagliori polisensoriali. Il percorso del piano superiore si conclude con il confronto tra due opere su tavola del 1969, trame strutturate con differenti variazioni del peso cromatico dei quadratini modulari e due opere recenti, l’una concepita come dettaglio di linee in curvatura, e l’altra basata sulla sovrapposizione del cerchio sul quadrato, con le linee di neon bianco che sottolineano la compresenza della curva e dell’angolo sui lati opposti della superficie. (...) Le sette opere su tela e neon ritmicamente dislocate lungo le pareti del piano inferiore della galleria appartengono tutte ai cicli realizzati nel 2011: “2+4 angles droits”, “Diagonales hors cadre” e “Mal barrés”. Si tratta di una scelta di opere funzionali al senso complessivo dell’attuale ricerca di Morellet, fasi esemplari del suo modo di procedere per sintesi intuitiva di opposte coordinate spazio-temporali. Non è possibile separare le componenti analitiche della forma dalle valenze sensoriali che da quella struttura insorgono sprigionando qualcosa di diverso, altri flussi mentali che allargano i perimetri del visibile”. (Claudio Cerritelli) In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Claudio Cerritelli corredato da immagini di precedenti esposizioni, una poesia di Carlo Invernizzi e un aggiornato apparato bio-bibliografico. A arte Studio Invernizzi - Via D. Scarlatti 12 20124 Milano da lunedì a venerdì 10-13 15-19, sabato su appuntamento Nota biografica François Morellet è nato a Cholet nel 1926 e tiene la sua prima mostra personale nel 1950 a Parigi presso la galleria Raymond Creuze. Nell’aprile 1960 viene invitato da Piero Manzoni alla galleria Azimut di Milano in occasione della mostra Motus e nello stesso anno partecipa all’esposizione internazionale tenutasi a Zurigo Konkrete Kunst-50 Jahre Entwicklung, organizzata da Max Bill. Nel mese di luglio costituisce con Horacio García Rossi, Julio Le Parc, Francisco Sobrino, Joël Stein e Jean-pierre Yvaral il Centro di Ricerca di Arte Visuale, che nel 1961 diviene Grav (Groupe de Recherche d’Art Visuel). Nel 1961 partecipa alla prima mostra Nouvelle Tendance tenutasi a Zagabria presso la Galerjia Suvremene Umjetnosti. Nel 1963 realizza la sua prima opera con il neon, 4 panneaux avec 4 rythmes d’éclairage interférents. Nel 1967 tiene la sua prima mostra personale alla galleria Denise René di Parigi in occasione della quale vengono esposti i suoi nuovi neon. Negli anni Settanta gli vengono dedicate numerose mostre nei più importanti musei d’Europa tra cui nel 1971 presso lo Stedelijk van Abbemuseum di Eindhoven, il Centre national d’Art contemporain di Parigi, il Kunstverein Hamburg, lo Städtisches Museum Schloss Morsbroich a Leverkusen, il Kunstverein di Francoforte e il Palais des Beaux-arts di Bruxelles. Nel 1977 la Nationalgalerie di Berlino organizza una mostra itinerante presso la Staatliche Kunsthalle di Baden-baden, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris e il Nijmeegs Museum a Nijmegen. Nel 1983 il Josef-albers-museum di Bottrop gli dedica una mostra e nel 1986 il Centre Georges Pompidou di Parigi, in collaborazione con lo Stedelijk Museum di Amsterdam, organizza una sua retrospettiva. L’anno successivo viene presentata presso la Städtische Galerie di Monaco la personale Neonly e nel 1991 il Musée de Grenoble organizza la prima retrospettiva di progetti su carta dell’artista, presentata poi alla Stiftung für Konkrete Kunst a Reutlingen e al Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou di Parigi. Nel 1992 lo Sprengel Museum Hannover gli dedica una mostra e nel 1994 espone alle Städtische Kunstsammlungen Chemnitz. Nel 1995 la Galerie im Lenbachhaus a Monaco organizza una sua mostra personale e nel 1997 Morellet espone al Kunstmuseum Bonn e l’anno successivo al Mamco - Musée d’Art Moderne et Contemporain di Ginevra. Nel 2000 espone al Musée d’Art Moderne et Contemporain di Strasburgo e la Galerie Nationale du Jeu de Paume di Parigi gli dedica un’ampia retrospettiva, presentata poi nel 2004 al Centro de Artes Hélio Oiticica a Rio de Janeiro. Nell’ottobre 2005 viene invitato a partecipare alla Nuit Blanche di Parigi, in occasione della quale realizza tre installazioni luminose site-specific ubicate nel centro della città. Nel 2006 il Musée des Beaux-arts di Angers gli dedica un’importante retrospettiva e sempre nello stesso anno viene invitato dal Musée d’Orsay alla mostra Correspondances. Monet - François Morellet. Per l’occasione vengono presentate tre opere della serie delle Cattedrali di Rouen di Monet in dialogo con tre variazioni delle stesse realizzate da Morellet al neon. Nel 2007 espone presso il Musée d’Art Contemporain di Lyon, il Musée des Beaux-arts di Nantes e il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, dove realizza opere di grandi dimensioni a partire da alcuni lavori degli anni Cinquanta, moltiplicandone in proporzioni le dimensioni. Nel 2008 il Musée Würth di Erstein gli dedica un’ampia retrospettiva mentre nel 2011 il Centre Georges Pompidou gli dedica una grande mostra realizzando 26 interventi che ripercorrono l’attività dell’artista dal 1963 ad oggi  
   
   
CALDARO (MUSEO DEL VINO): MOSTRA “CALDARO. IMMAGINI DI VIAGGIO” - 5 APRILE/11 NOVEMBRE  
 
Caldaro da molteplici prospettive, Caldaro ritratta da coloro che la amano: la mostra fotografica “Caldaro. Immagini di viaggio” espone le immagini realizzate nell’ambito del concorso organizzato dalla locale Associazione turistica nel 2011. L’inaugurazione è prevista giovedì 5 aprile 2012 alle ore 11 al Museo provinciale del vino. Filo rosso che attraversa la mostra fotografica “Caldaro. Immagini di viaggio” è il tema del viaggio e del ricordo raffigurato attraverso le immagini. L’esposizione, visitabile dal 5 aprile all’11 novembre 2012 al Museo provinciale del vino a Caldaro, propone le fotografie premiate nell’ambito del concorso “La più bella foto delle mie vacanze”, promosso nel 2011 dall’Associazione turistica di Caldaro. Intento del concorso era di rappresentare Caldaro attraverso lo sguardo degli ospiti, di coloro cioè che frequentano la località perché la amano. Potenziali fotografi contattati con largo seguito mediante i social network. Sono nate così diverse fotografie. Tra i soggetti preferiti troviamo il Lago di Caldaro, ma anche il centro del paese e alcuni suoi interessanti dettagli. Una giuria, alla fine dell’anno scorso, ha incoronato cinque vincitori ed ora i loro scatti formano la mostra fotografica “Caldaro. Immagini di viaggio”, che verrà inaugurata oggi ,giovedì 5 aprile, alle ore 11, al Museo del vino, in vicolo dell’Oro 1 a Caldaro. La mostra è frutto di una collaborazione tra Associazione turistica di Caldaro e Museo del vino, dedicato alla storia e importanza della viticoltura in Alto Adige. Esso funge da suggestiva cornice alle fotografie esposte.  
   
   
MILANO: PHOTOFESTIVAL, PER UN MESE DIVENTA “GALLERIA” - 90 MOSTRE DI FOTOGRAFIA DIFFUSE IN CITTÀ E APERTE AL PUBBLICO  
 
Fuori salone, un evento che contagia tutta la città con 90 mostre fotografiche diffuse e aperte al pubblico. Al via Photofestival, il percorso cittadino (dal 3 aprile al 12 maggio) di mostre fotografiche d’autore nelle gallerie d’arte e nei luoghi più rappresentativi di Milano. Giunto alla sua sesta edizione, Photofestival è un progetto fortemente voluto dagli organizzatori di Photoshow - la rassegna delle maggiori novità del mercato internazionale di Fotografia e Immagine Digitale, che si chiude oggi 2 aprile -, da Aif, Camera di Commercio di Milano e Confcommercio Milano con l’obiettivo di coniugare il momento espositivo con un momento culturale che coinvolge tutti i cittadini di Milano, con ingresso libero a oltre 90 manifestazioni nei principali musei, istituzioni e luoghi d’arte della città (elenco completo iniziative su http://photofestivalmilano.Tumblr.com/). Aperte al pubblico dal 3 aprile le personali di tre giovani fotografi italiani: Silvia Amodio, Luciano Bobba, Cristiano Ossoli (ingresso libero fino al 17 aprile, orari: lun. – ven. 8.30-18.00). Tra le inaugurazioni del 3 aprile: Aiuto scolastico nella Repubblica Democratica del Congo – Lubumbashi (ore 15, Alba Onlus associazione laica bambini africani, via Cavriana 3), Donne d’Asia (ore 9, Biblioteca Valvassori Peroni, via Carlo Valvassori Peroni 56), Now (Adesso) (ore 19, via Tarchetti 5, Mm3 Turati Farahzadart), Articolo 15, débrouileez – vous. La salute negata (Feltrinelli, via Manzoni 12, Mm Duomo), Atlante (ore 19, Montrasio Arte, via Brera 5, Mm Duomo - Montenapoleone), Tra le inaugurazioni del 4 aprile: L’acqua è energia (ore 18,30, Acquario Civico, viale Gadio 2), Milano rock. Piper, Palalido e dintorni (ore 18,30, via Melzo 30, Mm porta Venezia, Gli eroici furori arte contemporanea), Fine – Polaroid Art (ore 18, Barbara Frigerio Contemporary Art, via Fatebenefratelli 13, Mm Montenapoleone), Wonderland (ore 18,30, Spazio Rem, via Pola 6, Mm Gioia – Zara)  
   
   
MUSEO DELLA BILANCIA: MAGICA SCIENZA  
 
I laboratori pazzi del museo per piccoli scienziati Il Museo della Bilancia si trasformerà in un laboratorio pazzo per piccoli scienziati con Magica Scienza! Domenica 6 e 13 maggio 2012 due incontri pomeridiani per scoprire che la scienza non è poi così difficile e noiosa, ma divertente e sorprendente. Ogni domenica verranno proposte nuove esperienze, relative a differenti campi di indagine scientifica. L´approccio sarà divertente e stimolante, grazie alle esperienze in programma (la carta che non si bagna, l´acqua che sale nel bicchiere, il limone che galleggia, il peso dell´aria...). Costo euro 3,00 a bambino per ogni incontro. E´ consigliata la prenotazione. Www.museodellabilancia.it  Tel. 059 527133  
   
   
PARCO DEL DELTA DEL PO VENETO: TERRITORIO PER TURISTI AMBIENTALI INTELLIGENTI  
 
“L’amico Pipitone dovrebbe andare a risiedere nel Delta del Po, chè è polesano: lavori lì, viva con i veneti di quelle parti. Forse, ma dico forse, capirà perché vi sono delle differenze sostanziali tra Delta del Po del Veneto, e Parco del Delta dell’Emilia Romagna, che rendono di fatto improponibile andare gli uni a lezione dagli altri”. Non se la prende l’assessore ai Parchi del veneto leggendo la nota del consigliere regionale Udv che invita ad andare a lezione da Errani. “Per inciso – aggiunge l’assessore – mi domando se si sia accorto dove passa il confine tra le nostre due Regioni, che stanno lavorando non da oggi in sintonia per rimediare a comuni malanni storici e a cogliere le opportunità possibili”.. “Il punto è – spiega – che in Emilia prima hanno fatto le strutture turistiche, in un territorio che non ha i problemi di fragilità, mutazione e subsidenza del Delta del Po, poi hanno fatto il Parco, salvaguardando le zone naturalistiche più interessanti. In Veneto, dalla foce dell’Adige fino al Po di Goro (hai presente, Pipitone? È il ramo più a sud del Delta, oltre il quale c’è l’Emilia), prima abbiamo creato e salvaguardato il territorio dove si snodano i rami sempre vivi e mutevoli della foce del grande fiume, e poi qualcuno, in un territorio per la quasi totalità al di sotto del livello del mare, ci ha calato sopra un parco, per molti aspetti anche sopra la testa dei suoi cittadini, che significa anche vincoli e divieti che rendono impossibile realizzare un sistema infrastrutturale di ospitalità come quello che c’è al di là del confine e del parla il nostro intelligente interlocutore. E’ una zona dove ogni metro quadro è com’è perché così a voluto l’uomo con il suo lavoro, che ha belle aree rinaturalizzate artificialmente e una consistente economia agricola, dove le opportunità economiche non sono tantissime. Suppongo, a proposito, che Pipitone sappia come mai a Porto Tolle sia sorta una Centrale dell’Enel, ultimo e unico posto dove la società elettrica aveva trovato il consenso locale a costruire, in una zona tra le più povere del Paese e soggetta a emigrazione. Mi auguro anche che sappia che nel Delta, quello polesano, potrebbero soggiornare forse un paio di migliaia di persone: i posti letto sono probabilmente meno se si escludono Rosolina e Albarella; quelli a tavola probabilmente pochi di più. Ecco, si chieda tutto questo, e poi si chieda perché il Veneto vuole comunque valorizzare il proprio Delta e a sua straordinaria proposta di visitazione, che però non potrebbe mai sopportare un turismo di massa, ma solo un intelligente e appassionato turismo ambientale”  
   
   
ROMA (PALAZZO MARGUTTA): PAESAGGI ITALIANI COLLETTIVA FINO AL 10 APRILE  
 
La collettiva, in programma al civico 55 di Via Margutta, vuole essere un omaggio al nostro paese attraverso il racconto del paesaggio italiano fatto da tele e pennelli di quattro grandi Maestri contemporanei Osservare da nord a sud, attraverso le opere di quattro artisti contemporanei, il paesaggio che caratterizza il Bel Paese fino a penetrare e assaporare, una dopo l’altra, le emozioni che esso genera in ciascuno di loro. Questo l’obiettivo della collettiva dal titolo “Paesaggi italiani”, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’arte” e in programma a Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) dal 31 marzo al 10 aprile (ingresso gratuito). In esposizione le opere di pittori italiani contemporanei (Antonio Anelli, Luigi Modesti, Sandro Negri ed Enrico Sereni) che rendono omaggio alla propria terra, d’origine o d’adozione, regalandoci un quadro unico del nostro stivale. Dai casolari e i cipressi dell’alto Lazio ritratti da Luigi Modesti alla campagna della pianura padana di Sandro Negri, intento a celebrare la laboriosità tipica dei contadini del mantovano, fino alla Città Eterna di Enrico Sereni, i cui colori e la cui atmosfera senza tempo investono - anche dalla tela - lo spettatore, e al paesaggio pugliese, immortalato dai lavori di Antonio Anelli, in cui ulivi secolari guardano il mare. A selezionare i Maestri, che ormai da anni fanno parte della scuderia de Il Mondo dell’Arte, il Maestro Elvino Echeoni, direttore artistico del celebre gruppo di gallerie, che da anni propongono nella sede espositiva di Via Margutta Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo. L’organizzazione della mostra è stata curata dal Maestro Elvino Echeoni unitamente a Remo Panacchia e Adriano Chiusuri. A prendere parte a questo piacevole scambio artistico: Antonio Anelli, Luigi Modesti, Sandro Negri, ed Enrico Sereni. L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 31 marzo 2012 dalle 18.00 alle 22.00. Antonio Anelli: nasce a Bari (1941) dove si diploma all´Istituto d´Arte. Paesaggista dai tratti inconfondibili, racconta con tinte tenue ma piene di luce il paesaggio tipico della sua terra, la Puglia, dipingendo bianchi casolari e terreni rocciosi. La tavolozza di Anelli cattura i colori riflessi dalle albe a mare e dai tramonti con i loro susseguirsi di ombre e chiarori notturni. La sua pittura vive dell’emozione del presente e del passato, di quella emozione che in lui è senza tempo. E’ questo il creato che Anelli coglie e ci trasferisce con mano sicura nei suoi aspetti più suggestivi, nella sua genuinità espressiva, in contrasto anche con l’odierna civiltà, inaridita, imbarbarita. Egli è il testimone della solarità ancora viva e della natura che va amata, curata, difesa affinché possa continuare a emozionarci. Artista apprezzato dalla critica e dal pubblico, espone in Italia e all’estero. I suoi lavori figurano in collezioni e pinacoteche pubbliche e private. Luigi Modesti: dopo la maturità artistica, frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Roma sotto la guida di Renato Guttuso e Piero Guccione. Artista talentuoso e sensibile, propone soggetti, siano esse figure umane o esseri inanimati, avvolti in atmosfere fatte di silenzi. A campeggiare sulla sua tela sono, però, soprattutto i paesaggi – sentiti e vissuti come luogo della memoria, come dimensione, allo stesso tempo, del fuori e del dentro di noi – che si tingono di colori caldi e intensi, di trasparenze, di luminosi contrasti cromatici, finendo col dar vita a uno stile del tutto personale e di per sé geniale. Attraverso il filtro della memoria, il pittore si è dimostrato capace di maturare e descrivere il proprio mondo di casolari e cipressi, di alberi e cespugli, di fossi e declivi tipici dell’alto Lazio che, in ogni momento, comunque rimandano e suggeriscono la presenza, spesso silenziosa, dell’uomo. Nei suoi quadri traspare, in filigrana, il rimando alla tradizione degli impressionisti che viene interpretata con tecnica ricca di effetti di leggerezza. Attualmente vive e lavora a Rignano Flaminio. Fino ad oggi ha esposto le sue creazioni in numerose rassegne d’arte nazionali (Roma, Rimini, Ancora, Bergamo) ed internazionali (Budapest, Stoccolma, New York). Il suo nome e le sue opere sono presenti nei più prestigiosi annali e cataloghi d’arte moderna e contemporanea. I suoi lavori figurano in collezioni e pinacoteche pubbliche e private di diverse città italiane, oltre ad abbellire numerose chiese della nostra regione. Sandro Negri: nasce nel 1940 a Virgilio (Mn). Artista versatile, dotato di una carica comunicativa immediata, trasferisce sulle proprie tele il legame tenace di comunanza che stabilisce con il mondo rurale, celebrandone la tipica laboriosità. Esordisce con una personale nel 1970. Nell’intera sua opera uno dei temi privilegiati è il legame tenace di comunanza che stabilisce con l’ambiente rurale e che affonda le origini nella sua fanciullezza. La sua prima monografia viene pubblicata nel 1976 con la prefazione di Dino Villani. Nel 1989 apre un atélier a Parigi. Nel 1991 riceve l’incarico di eseguire manifesti pubblicitari per il film Vincent e Theo di Robert Altmann con l’obbiettivo di mettere in luce la tragedia affettiva che avviluppa i due fratelli. Dal 1995 apre uno studio a Montanara di Curtatone (Mn), nel seicentesco Palazzo Cavalcabò. Dal 1997 due disegni di Negri entrano a fare parte della collezione permanente "Vivian and Gordon Gilkey" del Portland Art Museum. Nel 2004 inaugura un´altra sede a Portland (Usa). Nello stesso anno Silvana Editoriale inquadra la sua opera con una pubblicazione di grande rilievo a firma di Raffaele De Grada e Claudio Rizzi. Nel 2008 Swatch Group, in collaborazione con la Gioielleria Azzali 1881 di Mantova, lo sceglie per celebrare i suoi venticinque anni di attività e gli consente di personalizzare una serie di 299 orologi, pezzi unici presentati nel suo atelier in una giornata-evento dedicata ai collezionisti degli Swatch Club. Un´intensa documentazione critica correda il percorso di lavoro. Negli suoi oltre 50 anni di carriera Negri ha esposto in gallerie private e sedi istituzionali di numerose città italiane e straniere. Enrico Sereni: umbro di nascita e romano d’adozione, inizia a dedicarsi all’arte pittorica giovanissimo, anche grazie all’insegnamento del Professor Alberto Viveri. Egli ritrae la Città Eterna con il colore, il fascino, l’atmosfera e l’imperiosità che Roma trasmette a tutti coloro che l’attraversano. La sua pittura, che per la rappresentazione naturalistica si può definire classica, anche se in molti dipinti sono presenti tematiche proprie del panorama contemporaneo internazionale, mostra a chi la osserva i profondi sentimenti che lo hanno mosso a realizzarla. Evidenti e ben noti sono anche i suoi dipinti di scorci e vicoli di antichi paesini umbri e toscani, illuminati da tocchi di luce abbaglianti, che creano visioni di particolare purezza e ci fanno percepire l’essenza dello spazio e della profondità che li caratterizza. Artista di grande talento, a cui la critica ha dato l’appellativo de “il pittore sensibile”, ha saputo coniugare perfettamente la padronanza tecnica con l’ispirazione. Le sue opere, esposte in numerose mostre personali e collettive, hanno sempre ottenuto pieno consenso e sono sempre state premiate per l’originalità oltre che per la maestria dell’esecuzione. I suoi lavori sono ospitati in collezioni private nel nostro paese in Itala e all’estero, in particolare negli Stati Uniti. Galleria Il Mondo dell’Arte “Palazzo Margutta” (www.Ilmondodellarte.com ) - Via Margutta, 55 Roma Mostra collettiva degli artisti: Antonio Anelli, Luigi Modesti, Sandro Negri ed Enrico Sereni. Vernissage cocktail sabato 31 marzo 2012, ore 18.00 - 22.00. La mostra si protrarrà fino al 10 aprile 2012: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Domenica aperto, lunedì mattina chiuso.  
   
   
REGGIO EMILIA (PALAZZO MAGNANI): DON MCCULLIN - DALL´11 MAGGIO  
 
Don Mccullin (Londra, 1935), uno dei miti della fotografia del Novecento, è stato il testimone di molti dei conflitti e delle tragedie umanitarie che hanno connotato la seconda metà del secolo appena trascorso. A coinvolgerlo come fotografo e fotoreporter sono state, e sono, le sofferenze collettive, siano esse frutto di conflitti dichiarati, e quindi guerre, rivolte, conflitti etnici, che di tragedie ed emergenze sociali: le gang urbane, le diverse emarginazioni, il dramma dell´Aids in Africa. A Palazzo Magnani, dall´11 maggio al 15 luglio, la mostra Don Mccullin. La pace impossibile. Dalle fotografie di guerra ai paesaggi 1958-2011 racconta il Novecento del nostro pianeta visto con gli occhi di questo straordinario testimone del tempo. Quello proposto da Sandro Parmiggiani e Robert Pledge, curatori dell´esposizione, è un percorso di enorme potenza espressiva, lungo 160 immagini - fotografie rigorosamente in bianco e nero, tutte stampate personalmente da Mccullin - scattate in alcuni dei teatri in cui Mccullin ha volontariamente scelto di essere presente. Nella mostra di Palazzo Magnani scorrono sotto i nostri occhi conflitti aspri e sanguinosi e apocalissi umanitarie: la costruzione del muro di Berlino (1961); il conflitto tra Greci e Turco-ciprioti a Cipro (1964); la guerra in Congo, nello stesso anno; la lunga guerra del Vietnam, culminata nella terribile offensiva del Têt (1965-68); la guerra civile e la carestia in Biafra (1968-69); la guerra nella Cambogia dei Khmer Rossi (1970-75); la guerra civile in Irlanda del Nord (1971); il colera nel Bangladesh (1971); la feroce guerra tra milizie cristiane e palestinesi in Libano, fino ai massacri di Sabra e Shatila (1982); i lebbrosi e i poveri dell´India (1995-97); le vittime dell´Aids e della tubercolosi nell´Africa meridionale (2000). In mostra sono presenti inoltre le fotografie che scavano nel volto e nelle contraddizioni della società inglese - le gang e i teddy-boys; i senza-tetto e i disoccupati; i nobili alle corse dei cavalli di Ascot - e varie immagini degli ultimi due decenni, alcune delle quali inedite, presentate per la prima volta: le nature morte, altari votivi che lui stesso mette in scena nella sua casa; i paesaggi nelle campagne che la circondano, fotografati sempre e solo di notte e d´inverno; le rovine della gloria di Roma, cui s´è appassionato grazie alla frequentazione di Bruce Chatwin; i popoli primitivi che tuttora abitano il pianeta e che, pur brandendo un fucile mitragliatore, restano ancora dentro l´abisso del tempo. Le immagini di Mccullin sfidano la nostra indifferenza e passività, sia per la loro drammaticità e forza di impatto - in ogni fotografia il nero e l´ombra sono sempre in agguato, cingendo d´assedio la luce -, sia per la perenne capacità di compassione, anche nelle vicende più estreme, per le persone e per la dignità propria di ogni essere umano. Nato a Londra nel 1935, Mccullin ha avuto un´infanzia e un´adolescenza durissime, presto sradicato dalla famiglia, a causa della guerra, dal 1939 al 1945 - "come tutta la mia generazione a Londra", scrive nella sua autobiografia, Unreasonable Behaviour, "sono un prodotto di Hitler. Sono nato negli anni Trenta e sono stato bombardato negli anni Quaranta". Nel 1950, alla morte del padre, abbandona la scuola e svolge diversi lavori, fino al servizio militare nella Raf (Royal Air Force) nel 1955 - opera nelle sezioni fotografiche e acquista la sua prima macchina fotografica, una Rolleicord 4, che un paio d´anni dopo viene da lui data in pegno, e poi riscattata dalla madre; con questo apparecchio svolge, nel 1958, il primo servizio fotografico su una gang londinese, pubblicato da The Observer, e inizia a lavorare come fotogiornalista freelance. Quando, nel 1961, inizia la costruzione del muro a Berlino, Mccullin immediatamente vi si reca, nonostante non abbia ricevuto alcun incarico da nessun giornale. Al ritorno, quelle immagini vengono immediatamente pubblicate dall´"Observer" e Mccullin vince il British Press Photography Award. Inizia la sua carriera di fotoreporter, vende la Rolleicord e compra un Pentax Slr 35 mm, e inizia a documentare le vicende sociali e civili nel suo Paese e le crisi internazionali che si susseguiranno - dai massacri nel Congo nel 1964, fino all´invasione dell´Iraq nel 2003 e al dramma dei rifugiati nel Darfur nel 2007. Tra il ´66 e il 1984 è inviato de The Sunday Times nelle zone calde del pianeta e i suoi reportages ottengono importanti riconoscimenti (il World Press Photo nel 1964 per il lavoro sulla guerra a Cipro, la Warsaw Gold Medal e molti altri sino al Cornel Capa Award del 2006). A partire dagli anni Novanta, tuttavia, Mccullin, abbandona progressivamente il mestiere di fotoreporter, segnato dalla terribile esperienza della guerra e degli orrori cui ha assistito, e si dedica a fotografie di natura morta e di paesaggio, pur continuando a tracciare un impietoso ritratto dell´Inghilterra sino ai nostri giorni. Mccullin deve la sua vita ad una Nikon che, in zona calda fermò il proiettile che gli era stato indirizzato. La mostra, a cura di Sandro Parmiggiani e Robert Pledge, è promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia in collaborazione con Contact Press Images, con la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia e della Fondazione Pietro e con il contributo di Ccpl, Landi Renzo spa, Check-up Service, Neacar Mercedes-benz, Unicredit Banca e Italcuscinetti spa, nell´ambito di Fotografia Europea 2012. L´esposizione di Don Mccullin a Palazzo Magnani, che s´inaugura venerdì 11 maggio alle ore 19, alla presenza del fotografo, resterà aperta fino a domenica 15 luglio. Sabato 12 maggio, alle ore 19, avrà luogo, nell´Aula Magna dell´Università di Reggio Emilia (via Allegri 9, Reggio Emilia) una conversazione tra Mccullin, Sandro Parmiggiani e Robert Pledge. Nel catalogo della mostra, oltre a 180 immagini del fotografo, ai testi dei curatori e a un´intervista di Parmiggiani a Mccullin, vengono pubblicati i saggi più significativi che nel tempo alcuni grandi autori (John Le Carré, Susan Sontag, John Berger, Guido Ceronetti, Ferdinando Scianna, Mark Holborn, Jean-francis Held, Harold Evans, Jean Hatzfeld, Giorgia Fiorio, Francis Hodgson, Philip Caputo) gli hanno dedicato. Sabato 12 Maggio 2012 - ore 19.00 Don Mc Cullin, fotografo di guerra e di paesaggio Conferenza con l´artista e il curatore della mostra, Sandro Parmiggiani Reggio Emilia, Aula Magna Università di Modena e Reggio Emilia ingresso libero sabato 19 e domenica 20 Maggio 2012 - ore 9.30/13.30 e 14.30/19.30 Workshop Face All Books di Roberto Malfagia e Luisa Salvestroni L´avvento dei social network ha spinto milioni di persone a interagire con gli apparati digitali. Face all books è un laboratorio che intende indagare sulle possibili rappresentazioni di sé nell´epoca digitale. Il workshop si pone l´obiettivo di trasmettere strumenti di lettura del proprio sé, attraverso gli elementi propri del linguaggio fotografico, teatrale e di scrittura autobiografica. Ogni partecipante produrrà almeno una fotografia e un testo. Massimo 16 partecipanti, costo 130 euro Per informazioni e prenotazioni Palazzo Magnani, Corso Garibaldi 29 Biglietteria Tel. 0522 454437 - Email. Info@palazzomagnani.it    
   
   
MESSER TULIPANO AL CASTELLO DI PRALORMO  
 
Ritorna al Castello di Pralormo l´atteso appuntamento con Messer Tulipano, rassegna floro-vivaistica di collaudato successo, giunta ormai alla Xiii edizione. Ad impreziosire la manifestazione, visitabile fino al 1° maggio, la presenza di rare varietà di orchidee dai colori sgargianti e l´allestimento di originali orti, come i raffinati "angoli potager". A piante, fiori, attrezzature da giardino, animali e curiosità botaniche si affiancheranno specialità golose nello spazio del mercatino ed oggettistica in tema. Per chi desidera raggiungere la manifestazione dal capoluogo la Provincia di Torino mette a disposizione anche una navetta gratuita tutte le domeniche da Torino al Castello. Www.castellodipralormo.com  
   
   
LUGANO (VILLA CIANI): GRANDE MOSTRA SU TONY CRAGG A CURA DI MARCO FRANCIOLLI E GUIDO COMIS - FINO AL 12 AGOSTO 2012  
 
Vedo l’arte come un supplemento e un’espansione delle scienze. Tony Cragg Il Museo d’Arte di Lugano presenta presso Villa Ciani un’esposizione dello scultore britannico Tony Cragg, oggi unanimemente considerato uno dei più importanti artisti viventi. Nato a Liverpool nel 1949, ma residente a Wuppertal dal 1977, Tony Cragg ha creato negli anni forme scultoree rivoluzionarie che si sono evolute nel tempo con la coerenza e il metodo propri della grande tradizione. La mostra di Villa Ciani darà modo di ripercorrere la carriera dell’artista dalla fine degli anni Settanta fino alle opere più recenti, attraverso circa quaranta assemblaggi e sculture – alcune delle quali di dimensioni monumentali esposte nel parco della villa – e cento fra disegni e incisioni. Apriranno l’esposizione le celebri composizioni di frammenti di plastica raccolti come fossero preziosi reperti naturalistici. Il lavoro di Tony Cragg abolisce la suddivisione fra ciò che è naturale e ciò che è prodotto dall’uomo e interpreta i fenomeni che non conosciamo o che non possiamo vedere, come i principi di crescita organica o la natura atomica della materia. Prima fra le grandi sculture in mostra, Minster, ottenuta sovrapponendo gli uni agli altri oggetti metallici circolari di diametro sempre minore, pare cresciuta infatti anno dopo anno in modo spontaneo come un vegetale o una stalagmite. La curiosità per i fenomeni naturali ha radici nella formazione di Cragg che, prima di intraprendere l’apprendistato artistico, seguì un corso di studi di indirizzo scientifico e lavorò per due anni come tecnico di laboratorio. Divenuto scultore, egli non rinnegò queste esperienze ed esse rappresentano anzi il punto di partenza per comprendere il suo lavoro. Fra le opere in mostra, Multistamp si presenta come una grande molecola in vetro soffiato. More Angels si compone di alcuni oggetti in legno la cui superficie, trafitta da ganci metallici, sembra percorsa dal brulicare degli atomi. Gli oggetti, anziché solidi distinti dallo spazio che li circonda, sono dunque elementi di un insieme in cui non esistono suddivisioni precise. Una serie di opere denominate Early Forms rende visibile, attraverso una voluta elastica, la trasformazione di un oggetto in un altro: una bottiglia muta in un secchio, un’anfora in un vaso. Di fronte all’osservatore si dipana la serie continua dei solidi che potrebbero esistere fra due forme note. La rappresentazione dell’impalpabile si esprime infine in sculture che integrano anche la quarta dimensione, il tempo e il movimento. Fra le opere più recenti dell’artista, colonne tortili con sviluppo irregolare rivelano a uno sguardo attento profili umani. Tali profili appaiono, scompaiono o si modificano ad ogni istante con il mutare del nostro punto di vista, come volti in una folla in continuo movimento. I magnifici disegni e le incisioni che accompagneranno le sculture e le installazioni esposte permetteranno di comprendere la logica creativa alla base dell’opera dell’artista e metteranno in evidenza le relazioni che legano lavori anche cronologicamente distanti o apparentemente estranei gli uni rispetto agli altri. In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo edito da Silvana Editoriale con illustrazioni di tutte le opere esposte, contributi critici e un’intervista inedita all’artista  
   
   
MENDRISIO (MUSEO D’ARTE): DE PISIS E MONTALE. “LE OCCASIONI” TRA POESIA E PITTURA - A CURA DI PAOLO CAMPIGLIO - 29 APRILE/26 AGOSTO 2012  
 
Il catalogo edito dal Museo d’arte Mendrisio, 150 pp, testi di Paolo Campiglio, Simone Soldini, Luciano Caramel, Franco Contorbia e Gianni Venturi, apparati e riproduzione delle opere in mostra. «In linea di principio non siamo tra coloro che diffidano dei pittori che scrivono o dei letterati che dipingono». Le parole di Eugenio Montale in una recensione sul “Corriere della Sera” nel 1954 per la ristampa del volume di Poesie di Filippo de Pisis (Vallecchi, 1954), rappresentano il punto di partenza per una riflessione sui rapporti tra la pittura di Filippo de Pisis e la poesia di Eugenio Montale o tra la poesia del pittore e la pittura del poeta. I due, coetanei del 1896, si conobbero nel 1920, a Genova, e da allora in poi mantennero rapporti d’amicizia, scandita negli anni da attestazioni di reciproca stima. La mostra, a cura di Paolo Campiglio, in collaborazione con l’Associazione Filippo de Pisis e il Museo d’arte Mendrisio, presenta circa 50 opere di de Pisis, tra olii su tela e chine acquerellate, e circa 40 carte dipinte e incise di Montale, in un percorso che si sviluppa per alcune principali aree tematiche: il paesaggio mediterraneo e il rapporto con gli elementi naturali, la poetica dell’oggetto e la reificazione dell’io, il motivo degli uccelli impagliati o degli animali tragici, il ritratto come presenza evanescente, la città. Gli anni e il clima sono quelli degli Ossi di seppia e delle Occasioni di Montale. Spunto iniziale e perno dell’esposizione è l’opera Il beccaccino (1932) di De Pisis, il quadro regalato a Montale nel 1940 per ringraziare il poeta dell’epigramma a lui dedicato nella prima edizione delle Occasioni (1939) «Alla maniera di Filippo de Pisis nell’inviargli questo libro», dono che testimonia l’affetto e la stima tra il pittore, che aveva esordito come letterato, e il poeta, che coltivava segretamente e poi pubblicamente una passione per la pittura. Emblema di un rapporto giovanile con gli elementi naturali ferraresi sono i fogli dell’Erbario di de Pisis, provenienti dal Museo Botanico dell’Università di Padova, raccolti nel 1917 dal giovane: una selezione che illustra i precoci interessi naturalistici, poi sfociati nella pittura. La mostra presenta una serie delle note nature morte marine di de Pisis, quali Natura morta marina (1927) o Natura morta marina con guanto (1927), composizioni in cui conchiglie e oggetti in primo piano dialogano con ampi orizzonti, ove l’elemento aereo e rarefatto, spesso dominante, pone in rilievo il silenzio che circonda le cose, come pause del verso poetico. Tra le nature morte in interni con gli oggetti più vari (la boccetta di inchiostro, il ventaglio, la scatola di fiammiferi) spiccano opere come Natura morta (1930), Uccelli impagliati (1947) o Il ventaglio cinese (1947), in cui oggetti, elementi grammaticali della composizione, sono proiezioni del’io. Emblematiche dell’ultimo periodo dell’artista sono inoltre alcune opere provenienti dalla Collezione della Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, come La rosa nella bottiglia (1950) ove i soggetti ricorrenti nelle nature morte appaiono quasi “sbiancati” da una luce abbacinante. In dialogo con le opere pittoriche di de Pisis la selezione di opere pittoriche e grafiche di Montale: dai primi paesaggi “dell’anima”, alla serie dedicata all’Upupa, fra documenti e autografi provenienti dal Fondo Montale del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia oltre che da cari amici del poeta, ai quali regalava le sue piccole carte dipinte con – tra l’altro – resti di caffè, rossetto, dentifricio, mozziconi di sigarette…. Il grande poeta italiano cominciò a dipingere con continuità a partire dal 1945 dopo aver appreso i rudimenti dai pittori Raffaele De Grada e Guido Peyron. Dagli olii passò presto alle opere su carte di piccole dimensioni (eseguite con pastelli e “materiali di fortuna”). Definì giocosamente la sua opera pittorica, cui era molto affezionato, «una sintesi tra de Pisis e Morandi», attestato di stima per due artisti di cui possedeva, nel caso di de Pisis, più di un’opera in collezione. Completa la mostra un esaustivo apparato documentario, arricchito da rare edizioni delle prime raccolte liriche del poeta a fianco dei libri di poesie o con illustrazioni di de Pisis. Orari ma-ve: 10.00 – 12.00/14.00 – 17.00 sa-do: 10.00 – 18.00 lunedì chiuso, tranne festivi Entrata Fr 10.- ridotto Fr 8.- Info www.Mendrisio.ch/museo  museo@mendrisio.Ch  
   
   
CARTOLINE STORICHE DALL’ISTRIA, DA FIUME E DA ZARA IN MOSTRA A CAMERI  
 
Dal 29 marzo al 14 aprile, presso il Comune di Cameri, è visitabile un’esposizione di cartoline illustrate e materiale postale proveniente dall´Istria, da Fiume e da Zara dalla prima guerra mondiale agli anni ottanta, ideata da Antonio Leone, in collaborazione con l´Istituto storico della resistenza e della società contemporanea di Novara. La mostra, principalmente di carattere illustrativo-filatelico, ha sezioni dedicate alla corrispondenza da Pola, Fiume e Zara prima della seconda guerra mondiale, al periodo bellico 1941-1945 e alla città di Zara tra la fine degli anni cinquanta e gli anni ottanta. Ogni parte è introdotta e conclusa con delle note di carattere storico per aiutare il visitatore nel percorso. Www.turismonovara.it  
   
   
NAVIGLI E VIE D´ACQUA IN VISTA DELL´EXPO, PIANO DA 250 MILIONI  
 
Milano, 3 aprile 2012 - Navigli lombardi e vie d´acqua costituiscono una leva strategica di attrattività turistica, ambientale e culturale preziosa che non poteva non essere valorizzata in vista di Expo 2015. Proprio in questa prospettiva si collocano due grandi progetti tra loro connessi: il progetto Via d´Acqua-parco dell´Expo e il programma regionale di valorizzazione dei Navigli lombardi. Si tratta di un complesso di interventi per circa 250 milioni di euro, presentati ieri in una conferenza stampa dal presidente della Regione Roberto Formigoni, insieme all´assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo e al sottosegretario per l´Attuazione del programma e per Expo Paolo Alli. Un Percorso Sino Al 2015 E Oltre - "Questo programma - ha spiegato Formigoni - si inserisce nel percorso di riqualificazione complessiva di tutto il sistema dei Navigli, iniziato con il masterplan da oltre 100 milioni del 2002 e che ora sta conoscendo un nuovo grande passo avanti con il Piano d´area e l´Accordo territoriale che impegna tutti i soggetti interessati a questo straordinario patrimonio della Lombardia". "Tutti i lavori - ha proseguito Formigoni - si concluderanno prima del 2015, ma il progetto di riqualificazione avrà effetti a lungo termine e proseguirà oltre quella data". Dalla Darsena Al Ticino - "Il progetto Via d´Acqua-parco Expo (203 milioni) - ha detto Alli - risponde all´obiettivo di connettere il sito dell´Esposizione Universale, la città di Milano e il più vasto territorio. Un nuovo canale collegherà il Villoresi con il Naviglio Grande, passando per il sito Expo, con un programma articolato di interventi volti alla valorizzazione paesaggistica e alla riqualificazione ambientale dell´Ovest Milanese, dalla Darsena al Ticino". Si tratta di opere necessarie per assicurare il regolare approvvigionamento idrico del Sito (82 milioni); per la riqualificazione ambientale del reticolo idrico e di valorizzazione turistica del collegamento Milano-lago Maggiore-"anello verde e azzurro"-Canale Villoresi-naviglio Grande (30 milioni); per il recupero della Darsena e del tratto milanese del Naviglio Grande e per la messa in rete dell´esteso sistema di parchi ad ovest della città di Milano fino al sito Expo e al Polo della Fiera di Pero-rho (82 milioni). Infine sono previsti interventi di recupero degli elementi del paesaggio rurale e di valorizzazione del territorio agricolo (9 milioni). Il Rilancio Del Sistema Navigli - "Stiamo lavorando a un piano regionale di valorizzazione dei 152 chilometri di Navigli - ha detto l´assessore Cattaneo -, che è fatto di due componenti, con investimenti per 33 milioni di euro, che saranno disponibili entro luglio: una infrastrutturale, da 28 milioni, per il recupero delle sponde dopo un censimento fatto sulle sponde di tutti i Navigli, che completerà gli interventi urgenti, e una da 5 milioni di euro per la valorizzazione turistica". In questo ambito l´assessore ha citato 5 interventi: la realizzazione di una segnaletica unica per tutto il sistema dei Navigli, applicazioni multimediali per informazioni turistiche, lo sviluppo della navigazione in chiave intermodale con la possibilità di trasportare le biciclette, il recupero dei caselli idraulici, come quello presso la diga del Panperduto, e la creazione di un centro per il recupero della fauna ittica durante le asciutte. "Vogliamo lasciare un´eredità che consenta alla Lombardia di recuperare la sua vocazione al trasporto sull´acqua che, nel corso degli anni, era stata dimenticata - ha proseguito Cattaneo -. Il nostro impegno ha già portato a risultati concreti come il recupero della conca della Miorina per rendere navigabile tutto il Ticino fino a Malpensa; per completare il progetto è indispensabile che la Regione Piemonte ripristini la Conca di navigazione di Porto della Torre".  
   
   
CANNES (GARE MARITIME LA CROISETTE): SALON INTERNATIONAL DU MONDE ET DE LA CULTURE DES ARTS - INDIRIZZO: BOULEVARD LA CROISETTE - VERNISSAGE SU INVITO LUNEDÌ 16 APRILE ORE 18:30 - FINO AL 22 APRILE 2012  
 
Il critico d´arte Sabrina Falzone presenterà dal 16 aprile 2012 i dieci migliori artisti selezionati per l´Italia al prestigioso evento del Salon International du Monde et de la Culture des Arts, meglio noto come M.c.a. Di Cannes. Riveliamo i loro nomi: Maurizio Bono, Daniela Cappiello, Vito Carta, Achille De Tommaso, Jacqueline Domin, Carlo Franzoso, Fabrizio Pesci, Susanna Anna Redaelli, Giuseppe Tamponi e Valenberg. L´esposizione internazionale è patrocinata dal Comune di Cannes e si svolgerà alla presenza di personaggi illustri della cultura francese. Un evento da non perdere Ingresso libero www.Galleriasabrinafalzone.com    
   
   
APRILE IN MUSICA AD OCCHIEPPO INFERIORE  
 
Prende il via venerdì 6 aprile la 6° edizione di “Aprile in musica”, la rassegna organizzata a scopo benefico per raccogliere fondi a sostegno delle attività della scuola materna comunale. Ad aprire l’edizione di quest’anno sarà alle ore 21 il gruppo strumentale “I fiori dell’Occhieppo” nella Chiesa parrocchiale. Gli altri appuntamenti si svolgeranno nella Chiesa di San Clemente alle ore 21; i l 14 apr i le ci sarà la Brass Band composta da ot toni e percussioni ; i l 21 apr ile suonerà la banda dei clar inet t i del - l ’Orchest re d’Harmonie del la Val le d’Aosta; i l 29 apri le si terrà i l concerto vocale-strumentale con i l coro Genzianel la. Per tutti i concer t i l ’ ingresso è gratui to. Www.atl.biella.it/eventi/  
   
   
VARALLO. RIAPRE LA CASA MUSEO SCAGLIA  
 
Riprendono le visite alla Casa Museo Scaglia, in piazza San Carlo a Varallo, riaperta al pubblico da fine marzo fino ad ottobre 2012. Il Museo, che è dedicato al pittore valsesiano Cesare Scaglia, ospita al suo interno, nelle tre sale, la raccolta di opere che risalgano al 1946. Nei suoi quadri l’artista ha riportato elementi del quotidiano e legati alla sua terra d’origine. La visita alla Casa Museo è anche un salto nel tempo attraverso mobili, oggetti d’arredo, libri e gioielli, che riportano a quell’epoca. Tra i giorni di apertura si segnalano anche sabato 7 e lunedì di Pasquetta, 9 aprile. Www.Comune.Varallo.Vc.It/Home/DettaglioNews/tabid/13620/Default.aspx?idnews=6245