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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 03 Maggio 2012 |
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INAUGURATO A PISA L’ARCHIVIO ROBOTIZZATO DELLE CARTELLE CLINICHE
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Ospedaletto (Pi) 3 maggio 2012 – Un archivio interamente robotizzato capace di contenere 25 chilometri lineari di cartelle cliniche provenienti dalle Asl di Massa, Lucca, Pisa, Livorno, Viareggio, oltre che dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa. E’ il progetto dell’Estav Nord Ovest, che a regime, nel 2013, sarà in grado di digitalizzare e microfilmare tutte le cartelle cliniche delle Asl toscane nella nuova struttura di mille metri quadrati, interamente robotizzata, inaugurata ieri dall’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia a Ospedaletto (Pisa), assieme al direttore dell’Estav Nord Ovest Brunero Baldacchini. “Si tratta di un progetto ambizioso, in grado di modificare radicalmente le abitudini delle aziende sanitarie e dei cittadini in tema di documentazione sanitaria – ha detto l’assessore Scaramuccia – Con questa iniziativa avremo un forte abbattimento dei costi gestione, anche di quelli indiretti, collegati ad una conservazione spesso qualitativamente carente. Da oggi invece i medici potranno consultare la documentazione al computer mentre i pazienti, grazie all’introduzione della firma digitale, non dovranno più ricorrere alla tradizionale richiesta di fotocopia cartacea presso la struttura sanitaria di degenza, non dovranno più spostarsi, perdere tempo in code e attese che oggi raggiungono anche i 30 giorni”. Uno dei vantaggi di questo “Archivio robotizzato” è quindi l’abbattimento dei costi di gestione a carico delle aziende sanitarie per spazi, personale, fotocopiatura ed esternalizzazioni del servizio di fruizione delle cartelle cliniche. Per quanto riguarda l’Estav Nord Ovest, il risparmio è di un milione e mezzo di euro. Si prevede che quando il sistema sarà a regime in tutta la regione, il risparmio potrà essere intorno ai 5 milioni. Nel pieno rispetto della normativa in materia di conservazione sostitutiva, l’Estav Nord Ovest provvederà da subito a stilare un cronoprogramma di immissione delle cartelle cliniche partendo dalle aziende sanitarie che compongono l’area vasta, ma avviando dal 2013 anche l’immissione delle altre aree vaste secondo modalità che saranno concordate con la Regione Toscana. La stessa Regione Toscana, per favorire e accelerare questo processo, ha finanziato il progetto con un contributo straordinario, al fine di coprire turni giornalieri di lavoro sull’arco delle 12/14 ore. Il magazzino robotizzato - Il magazzino di Ospedaletto, ampio mille metri quadrati, è realizzato in una moderna struttura, idonea a contenere circa 25 km lineari di cartelle cliniche, e provvede alla digitalizzazione e microfilmatura sostitutiva delle stesse. Completato il procedimento, le cartelle cliniche saranno distrutte per far posto alle nuove già prodotte o in fase di produzione nei reparti di degenza. Dal punto di vista strutturale, questo archivio robotizzato rappresenta un impianto tecnologicamente innovativo che, con una spesa di poco superiore al milione di euro, viene realizzato con struttura metallica alveolare atta ad un utilizzo intensivo dello spazio, totalmente automatizzata ed informatizzata, senza la necessità di presenza di personale al suo interno, anzi inaccessibile dall’esterno per motivi di sicurezza del dato sanitario. Anche il sistema antincendio è tecnologicamente avanzato, in quanto basato sull’immissione nell’ambiente archivio – si ripete, sigillato e inaccessibile dall’esterno – di azoto che consente di inertizzare l’atmosfera presente e limitare la concentrazione di ossigeno (comburente). La filiera di digitalizzazione - La gestione dell’Archivio robotizzato avverrà mediante l’impiego di un software in grado di riconoscere e recapitare i codici a barre dei fascicoli con un programma di codifica su piattaforma web; questo sistema di archiviazione inizierà direttamente nel reparto che produce la cartella clinica, all’interno del quale il coordinatore infermieristico collocherà la stessa all’interno di appositi contenitori in pvc solo dopo aver applicato un codice a barre in modo da identificarla, anche successivamente e in modo automatico. Inoltre, in fase di microfilmatura e/o di consultazione, il software consentirà di ottenere un report cronologico delle lavorazioni per ridurre eventuali errori di ricollocazione delle pratiche all’interno dei contenitori e per garantire al massimo la sicurezza del documento. |
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"FLUORESCENT BIOMOLECULES AND THEIR BUILDING BLOCKS - DESIGN AND APPLICATIONS"
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Göteborg, 3 maggio 2012 - Dal 5 all´8 luglio 2012 si terrà a Göteborg, in Svezia, la conferenza "Fluorescent biomolecules and their building blocks - design and applications" (Le biomolecole fluorescenti e i loro elementi costitutivi - progettazione e applicazioni). Le sonde fluorescenti permettono ai ricercatori di rilevare componenti particolari di sistemi biomolecolari complessi, come ad esempio le cellule vive, con un elevato grado di sensibilità e selettività. L´uso di molecole fluorescenti è diventato uno standard in molte applicazioni, grazie alla loro versatilità, sensibilità e capacità quantitative. Esse sono utilizzate per alcuni scopi, tra cui sonde fluorescenti per rilevare la posizione e l´attivazione delle proteine, individuare la formazione del complesso proteico e i cambiamenti conformazionali, e monitorare i processi biologici in vivo. L´evento sarà un forum di discussione e scambio di informazioni per gli scienziati affermati, giovani ricercatori, studenti e dottori di ricerca sullo sviluppo e l´uso di sonde fluorescenti. Per ulteriori informazioni, visitare: http://fb3.Websy.se/ |
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VIVERE IN CITTÀ AUMENTA LE PROBABILITÀ DI PROBLEMI CARDIACI, SECONDO UN NUOVO STUDIO
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Bruxelles, 3 maggio 2012 - Uno studio condotto sia sugli abitanti delle città che della provincia ha dimostrato che coloro che vivono nelle aree urbane hanno quasi il doppio delle probabilità, rispetto ai loro cugini di campagna, di soffrire di calcificazione delle arterie coronariche (Cac), una condizione che può portare a malattie cardiache. Scrivendo sul Journal of Internal Medicine, i ricercatori danesi presentano i risultati della loro analisi, basata su uno studio di 1.225 uomini e donne di età compresa tra 50 e 60 anni che vivono dentro e fuori città. Lo studio ha rivelato che le persone che vivevano nel centro della città avevano l´80% di probabilità in più di sviluppare la Cac rispetto a quelli che vivono in altre zone, e che i maschi, gli anziani, i diabetici e i fumatori sono più a rischio. Il primo autore dello studio, dott. Jess Lambrechtsen del Dipartimento di cardiologia presso lo Svendborg Hospital, in Danimarca, spiega: "Il nostro studio mirava a valutare l´associazione tra il vivere in un centro urbano, che viene spesso utilizzato dai ricercatori per indicare l´esposizione all´inquinamento atmosferico, e la presenza di calcificazione delle arterie coronariche in uomini e donne che non mostrano altri sintomi di malattie cardiache". I partecipanti sono stati scelti a caso da un banca dati del governo; una volta acconsentito a partecipare, hanno compilato i questionari circa la loro condizione di salute per determinare che in precedenza non avevano sofferto di problemi cardiaci. Il team ha anche voluto sapere di eventuali farmaci prescritti, abitudine di fumare e se ci fosse una storia di malattie cardiache nelle famiglie dei partecipanti. L´esame clinico includeva: altezza, peso, pressione sanguigna, esami del sangue ed ecografie. La Cac è risultata più comune nelle persone che vivono nei centri cittadini rispetto a quelli che vivono nelle aree urbane o rurali: uomini (69% - 56% rispettivamente), donne (42% - 30% rispettivamente), cinquantenni (48% - 32% rispettivamente) e sessantenni (61% - 53% rispettivamente). Dopo una stima delle probabilità, è emerso che le persone che vivono nei centri urbani hanno una possibilità dell´80% superiore di sviluppare la Cac rispetto a quelli che vivono nelle aree urbane o rurali. Gli uomini erano più di tre volte più a rischio rispetto alle donne di sviluppare la Cac, con il 220% di probabilità in più. I sessantenni avevano circa il doppio delle probabilità in più di sviluppare la Cac rispetto ai cinquantenni (120% in più); analogamente, i fumatori si sono rivelati più sensibili rispetto ai non fumatori (90% in più), così come le persone che soffrono di diabete rispetto ai non-diabetici (100% in più). Il colesterolo alto aumenta le probabilità di sviluppare la Cac del 60%; la pressione alta e una storia familiare di malattia cardiaca aumenta le probabilità del 50%. Il dott. Lambrechtsen riassume le implicazioni della ricerca: "Il nostro studio dimostra che vivere in un centro urbano e i fattori di rischio tradizionali per le malattie cardiache erano associati indipendentemente con la presenza di Cac in un gruppo di soggetti di mezza età che non mostravano alcun sintomo. Il luogo in cui vive una persona è spesso usato come surrogato per l´esposizione all´inquinamento atmosferico nella ricerca. In questo studio abbiamo scoperto che, anche dopo l´aggiustamento delle variabili demografiche e cliniche, il luogo in cui la gente viveva era indipendentemente associato con la Cac e che i livelli di Cac erano più alti nelle persone che vivono nei centri urbani. Esiste un certo numero di altri fattori che possono influenzare la Cac, quali i livelli di rumore e di stress, e si potrebbe supporre che questi siano più alti nei centri urbani. Tuttavia, in questo studio, i livelli di stress, misurati tramite la pressione sanguigna media, erano in realtà inferiori negli abitanti dei centri urbani rispetto alle persone che vivono nelle aree urbane. La frequenza cardiaca, un altro indicatore di stress, era uguale nei vari gruppi. I meccanismi attraverso i quali l´inquinamento dell´aria potrebbe contribuire alla Cac non sono ancora chiari. Ma ciò che risulta da questo studio è che i legami tra inquinamento atmosferico e Cac necessitano di ulteriori indagini." Per maggiori informazioni, visitare: Ospedale universitario di Odense e Ospedale di Svendborg (Ouh): http://www.Ouh.dk/wm360630 |
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PARTE LA SFIDA PER COSTRUIRE LA NUOVA SANITÀ DEL PIEMONTE
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Torino, 3 maggio 2012 - Il primo atto dei nuovi manager della sanità piemontese è stato l’incontro con il presidente Roberto Cota e l’assessore alla Sanità, Paolo Monferino, avvenuto il 2 maggio a Torino nel palazzo della Regione. “Ho detto loro - ha dichiarato Cota al termine della riunione - che parte la sfida per costruire una sanità moderna ed efficiente con una struttura adatta ai tempi e alle nuove esigenze. Una sfida da vincere tenendo i conti a posto, perché è la sanità ad aver generato negli anni scorsi il debito della Regione. Per questo motivo siamo ancora sottoposti ai vincoli del piano di rientro, al termine del quale potremo ridurre l’Irpef”. Il presidente si è anche raccomandato di “tenere lontano la politica dalla loro attività, altrimenti infrangono le direttive. Devono rispondere all’assessore Monferino, ai responsabili delle federazioni e ai cittadini”. “Oggi si prende pubblicamente l’impegno - ha aggiunto Monferino - di garantire nel tempo la sostenibilità finanziaria e l’efficienza del sistema sanitario piemontese. C’è voglia di lavorare insieme facendo squadra, consapevoli che per consentire alla Regione di investire maggiori risorse negli altri ambiti molto dipenderà dai risultati ottenuti dai nuovi manager”. |
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LOMBARDIA: FUNZIONI NON TARIFFABILI, 81% AGLI OSPEDALI PUBBLICI
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Milano, 3 maggio 2012 - "La spesa per le funzioni sanitarie non tariffabili in Lombardia è mirata esclusivamente a garantire servizi fondamentali per i cittadini e risponde a parametri oggettivi. Non c´è nessuna discrezionalità. E non c´è nessunissimo privilegio per il privato: è destinata per l´81 per cento a strutture pubbliche e solo per il 19% a strutture private accreditate. Nel 2010, ultimo anno di cui si hanno dati certificati, su 994 milioni totali, 806 milioni sono stati erogati al pubblico e 188 al privato". Con una Nota del 27 aprile la Regione Lombardia risponde alle osservazioni critiche formulate da esponenti del Pd in una conferenza stampa. Funzioni Non Tariffabili Ma Essenziali - "Le funzioni non tariffabili - spiega la Nota - sono esattamente individuate e parametrate nelle disposizioni regionali, e riguardano 29 precise tipologie di servizi e prestazioni quali ad esempio la guardia medica stagionale nelle località turistiche, l´assistenza in terapia intensiva di neonati prematuri, i centri grandi ustioni, i centri antiveleni, i centri trapianti, il trasporto e ricovero di emergenza per neonati, ecc. L´ammontare annuo destinato a queste attività è stabilito con una delibera della Giunta che regola la gestione del servizio regionale. Non c´è spazio alcuno per la discrezionalità, come invece sostengono gli esponenti Pd". Formigoni Ha Detto Il Vero - "Non è affatto vero poi - prosegue la Nota - che in relazione al San Raffaele e alla Maugeri il presidente Formigoni non abbia fornito le cifre esatte. Ha fornito alla stampa le cifre di quanto era stato messo a tema in quel momento dagli organi di informazione, e cioè i progetti remunerati alla Maugeri legati alla legge del non profit. Le ha fornite e le conferma: 7,3 milioni per il 2007, mentre per i successivi bandi del 2008 e del 2009, la Maugeri non ha avuto alcuna erogazione". Nei Primi 10 Piu´ Pagati 9 Sono Pubblici - "Per le funzioni non tariffabili - riprende la Nota della Regione - San Raffaele e Maugeri hanno avuto negli anni, in base ai criteri fissati come validi per tutti, le cifre che loro spettavano in base al volume di servizi effettivamente resi. Nel decennio, i 357 milioni avuti dal San Raffaele sono superati dalla Ao di Brescia con 458 milioni e dal Niguarda con 400. Varese, Pavia S. Matteo, Policlinico di Milano, Monza, Bergamo, Mantova e Como si collocano tra i 300 e i 200 milioni. Nella top ten lombarda, dunque, 9 ospedali pubblici e uno privato (al terzo posto). Undicesima con 194 milioni nel decennio la Maugeri (che in Lombardia dispone di 900 posti di riabilitazione ad alta specializzazione). Se ci si limita agli ultimi tre anni, San Raffaele e Maugeri hanno avuto 147 e 72 milioni su un totale - il Pd non lo cita ma va detto per avere le proporzioni - di 3 miliardi". "Sulle prestazioni non tariffate - conclude la Nota - la via scelta con decisione in Lombardia è quella dei costi standard, oggettivi e uguali per tutti. La discrezionalità che paventa il Pd c´è invece altrove, con la conseguenza di generare disavanzo. Forse il Pd ha deciso di abbandonare i costi standard e la spending review, necessaria per risanare la spesa pubblica, di cui molti parlano ma pochi praticano". |
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SANITA’: GIUNTA VENETA INDIVIDUA OBIETTIVI DI COSTO 2012 IN APPLICAZIONE DEL “PATTO PER LA SALUTE”
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Venezia, 3 maggio 2012 - La Giunta regionale, nel rispetto di quanto previsto dal vigente Patto per la Salute e dalle normative nazionali in materia di controllo della spesa sanitaria, ha approvato ieri una delibera con la quale si definiscono gli obiettivi di costo per l’anno 2012 per i direttori generali delle Ullss e Aziende Ospedaliere del Veneto. L’atto è stato proposto dall’assessore alla sanità. “Si tratta – ha sottolineato l’assessore – di un adempimento tecnico che va fatto ogni anno sulla base di quanto previsto per le Regioni dalla normativa vigente, che rende necessarie strategie di governo della spesa finalizzate a conseguire l’equilibrio economico a fine esercizio. Un cammino che, di fatto, abbiamo già delineato con la delibera con la quale sono stati assegnati ai direttori generali gli obiettivi di gestione per il biennio 2011-2012”. La cifra indicata nel provvedimento è di 7 miliardi 491 milioni di euro, inferiore ai circa 8 miliardi 608 milioni del riparto nazionale 2012 assegnato al Veneto, in quanto il tetto è stato calcolato al netto di alcune voci per le quali un limite non è indicabile perchè riguardanti i rapporti tra le singole aziende ed i costi correlati a specifici provvedimenti di Giunta. Le principali voci non conteggiate in questo provvedimento sono la mobilità sanitaria interregionale ed extraregionale, i ricavi derivanti dalle poste ordinarie di scambio tra Ulss e Ulss, i costi per gli ammortamenti, quelli per la compartecipazione all’attività intramoenia, le perdite su crediti e per le variazioni delle rimanenze, i costi per l’acquisto di prestazioni di specialistica ambulatoriale ed ospedaliera dal privato convenzionato. Per la determinazione dei limiti di costo indicati in delibera sono stati presi come punto di riferimento i dati di analisi prospettica elaborati per il 2012 dall’Agenzia Regionale Socio Sanitaria. |
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WELFARE: UMBRIA, NO ALL’AZZERAMENTO DEI FONDI PER IL SOCIALE, REGIONI CHIEDONO INCONTRO CON GOVERNO
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Perugia, 3 maggio 2012 - Le famiglie italiane sono sempre più in sofferenza sotto il profilo economico e sociale e le Regioni decidono di esprimere la loro preoccupazione al Governo chiedendo un incontro urgente con il presidente Monti e il ministro del Welfare, Elsa Fornero. A renderlo noto è la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, informando che il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Vasco Errani, ha inviato al Governo una lettera con la quale ha chiesto un "un forte impegno istituzionale in difesa del Welfare, in particolar modo delle famiglie. "Un sistema quello sociale - ha detto la vicepresidente Casciari - che ha subito un taglio di risorse pari al 93 per cento, con una forte penalizzazione di tutti quei servizi fondamentali che continuano ad essere fortemente richiesti dalla comunità. Tutto ciò crea grande preoccupazione perché, stando così le cose, gli enti locali si troveranno da un momento all´altro nella condizione di non poter più garantire il livello essenziale dei servizi". "Nel documento redatto dalle Regioni e dalle Province autonome - continua Casciari - si evidenzia un bisogno di almeno 1,5 miliardi, e considerando il triennio 2013/2015, il Fondo Nazionale delle politiche sociali dovrebbe ammontare a complessivi 2,4 miliardi (uno per il 2013, 800 milioni per il 2014 e 600 milioni per il 2015). Per raggiungere l´obiettivo, le Regioni hanno proposto il ripristino delle somme destinate alle politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell´età pensionistica delle donne. Inoltre le risorse potrebbero essere reperite dalla lotta all´evasione fiscale, di cui almeno un 5 per cento potrebbe essere dedicato alla fascia della povertà; dalle entrate del gioco; dai risparmi derivati dalle spese per gli armamenti, dalla revisione di alcune misure assistenziali come previsto dal decreto ´Salva Italia´, che prevede anche la modifica dell´Isee". "In questo contesto un intervento del Governo a difesa delle fasce più deboli, in particolare bambini e anziani, è fondamentale. Anche in presenza di una situazione complessa - ha riferito la vicepresidente - la Regione Umbria, ha previsto una continuità di risorse da destinare a sostegno delle politiche sociali e delle famiglie di oltre 32 milioni di euro nell´ultima manovra di bilancio regionale". Concludendo Casciari ha ricordato che, "in seguito alla legge regionale "13/2010" (art 7), sono stati previsti interventi a tutela della famiglia in generale e, nello specifico dell´articolo 7, delle famiglie vulnerabili. "In tre mesi, da ottobre a dicembre 2011 - ha evidenziato - gli Uffici della cittadinanza delle 12 Zone sociali hanno attivato 990 interventi, con la punta più elevata a Foligno con 247 domande accolte. I dati raccolti restituiscono un quadro abbastanza preciso della realtà e delle criticità che le famiglie umbre si trovano ad affrontare nel quotidiano, visto che basta una spesa improvvisa tra i 300 e gli 800 euro a mettere in crisi la loro, già precaria, stabilità economica. |
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WELFARE A RISCHIO. IN LIGURIA MANCANO 45 MILIONI DI EURO
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Genova, 3 maggio 2012 - Welfare sempre più a rischio per il taglio nazionale del 93% delle risorse per servizi indispensabili. Dopo il grido di allarme lanciato dal presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani anche gli assessori regionali al welfare chiedono al Governo la difesa dello stato sociale e dei più deboli attraverso il riassetto dei servizi. Lo spiega l´assessore alle politiche sociali della Regione Liguria e coordinatrice degli assessori per la conferenza delle regioni, Lorena Rambaudi. "Non si può proseguire sulla strada dei pesanti tagli imposti negli ultimi anni – dice Rambaudi – soprattutto in un momento in cui la richiesta di servizi è triplicata. Serve un riassetto del sistema che punti su pochi obiettivi strategici: infanzia, non autosufficienza, lotta alla povertà, emergenza abitativa e disagio". A livello nazionale per far ripartire il sistema servirebbero almeno 1,5 miliardi e a livello ligure 45 milioni di euro. "Le risorse – dice Rambaudi – potrebbero essere ricavate dal ripristino delle somme destinate alle politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell´età pensionabile delle donne, dall´altro dalla lotta all´evasione fiscale, dalle entrate del gioco e dai risparmi derivanti dalle spese per gli armamenti". Secondo Rambaudi ridurre le politiche sociali vuol dire anche contrarre e i posti di lavoro diffusi sul territorio e accessibili ad una vasta platea di giovani. "Se le politiche del Governo non saranno modificate – conclude l"assessore ligure – il risultato è che i cittadini avranno il 40% in meno dei servizi". |
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POLITICHE SOCIALI. LE REGIONI CHIEDONO UN INCONTRO AL GOVERNO PER DIFENDERE I DIRITTI DEI PIÙ DEBOLI, IN PARTICOLARE BAMBINI E ANZIANI |
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Bologna, 3 maggio 2012 – Potenziare e riqualificare i servizi sociali. Questo chiedono le Regioni al Governo e, in una lettera indirizzata al ministro dell’Economia Mario Monti e delle Politiche sociali Elsa Fornero, chiedono un incontro ed esprimono “forti preoccupazioni” sulla tenuta del sistema di welfare. “Non ci possiamo rassegnare ai pesantissimi tagli imposti negli ultimi anni”, sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi. “Pur in un momento di difficoltà gravissime, non è accettabile il taglio del 93% delle risorse per servizi che sono sempre indispensabili per i cittadini e le famiglie, e la cui richiesta è triplicata in questo momento di crisi. Non si può azzerare l’intervento sociale da parte dello Stato, peraltro previsto dalla legge, perché gli enti locali non riuscirebbero più a garantire nemmeno il livello minimo dei servizi”. Nella lettera che il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Vasco Errani ha inviato al Governo, le Regioni chiedono “un forte impegno istituzionale per difendere i diritti dei più deboli, con particolare riferimento ai bambini e agli anziani”. Le Regioni propongono un riassetto dei servizi sociali, puntando su tre obiettivi strategici: infanzia, non autosufficienza; lotta a povertà, emergenza abitativa e disagio. “Il sistema sociale per ripartire - scrivono le Regioni nel documento sulla situazione delle politiche sociali in Italia - ha bisogno di almeno 1,5 miliardi, e considerando il triennio 2013/2015, il Fondo Nazionale delle politiche sociali dovrebbe ammontare a complessivi 2,4 miliardi (1 per il 2013, 800 milioni per il 2014 e 600 milioni per il 2015). L’impegno alla fine del triennio è di riportare le politiche sociali allo 0,50 di un punto Pil, come erano nel 2009, con un lieve incremento dello 0,25 di punto”. Le risorse economiche potranno essere reperite, sottolineano le Regioni, anche attraverso alcune specifiche entrate: dal ripristino delle somme destinate alla politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell’età pensionistica delle donne; dalla lotta all’evasione fiscale, di cui almeno un 5% potrebbe essere dedicato alla fascia della povertà; dalle entrate del gioco; da risparmi derivati dalle spese per gli armamenti; dalla revisione di alcune misure assistenziali come previsto dal decreto “Salva Italia” che prevede anche la modifica dell’Isee. |
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VALLE D’AOSTA: BANDO CORSO TRIENNALE IN MEDICINA GENERALE |
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Aosta, 3 maggio 2012 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali informa che sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Iv Speciale – Concorsi ed Esami - n. 30 del 17 aprile 2012 è stato pubblicato l’avviso relativo al bando regionale di concorso pubblico, per esami, per l’ammissione a due posti del corso triennale di formazione specifica in medicina generale anni 2012/2015. Per l’ammissione al concorso i candidati devono possedere i seguenti requisiti: a) cittadinanza italiana ovvero di uno degli Stati membri dell’Unione Europea; b) laurea in medicina e chirurgia; c) abilitazione all’esercizio professionale; d) iscrizione all’albo professionale dei medici di un ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Repubblica Italiana. I suddetti requisiti devono essere già posseduti alla data di scadenza del termine utile per la presentazione della domanda di ammissione al concorso. L’iscrizione al corrispondente albo professionale di uno dei Paesi dell’Unione Europea consente la partecipazione alla selezione, fermo restando l’obbligo dell’iscrizione all’albo in Italia prima della data di inizio del corso. La domanda di ammissione deve essere spedita, esclusivamente a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento alla “Regione Autonoma Valle d’Aosta – Assessorato sanità, salute e politiche sociali – Sanità regionale – Via De Tillier, n. 30 – c.A.p. 11100 - Aosta” entro il 17 maggio 2012 (la data di spedizione della domanda è stabilita e comprovata dal timbro a data apposto dall’Ufficio postale accettante). Per ritirare copia del bando, scaricabile anche dal sito www.Regione.vda.it/sanita, e per eventuali informazioni al riguardo gli interessati possono rivolgersi all’Assessorato Sanità, Salute e Politiche sociali – Via De Tillier, n. 30 – Aosta – Tel. 0165/274271 oppure 0165/274255. |
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AUMENTA IN SICILIA L´ASPETTATIVA DI VITA |
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Palermo, 3 maggio 2012 - Aumenta ancora, in Sicilia, l´aspettativa di vita dei cittadini che adesso supera i 78 anni negli uomini (+1,6% nel periodo 2004 - 2011) e gli 83 anni nelle donne (+1,3%). Il dato, molto positivo, e´ la conseguenza di un miglioramento di tutti i processi assistenziali, specialmente tra gli anziani, oltre che dell´innalzamento della qualita´ della vita. E´ questo uno dei dati salienti contenuti nell´Atlante sanitario della Sicilia, presentato ieri dall´assessore regionale per la Salute Massimo Russo che ha sottolineato con soddisfazione "come stia migliorando lo stato di salute dei siciliani, circostanza che viene certificata da dati precisi e non da opinioni". L´atlante sanitario, con dati aggiornati al 31 dicembre 2011, curato dal Dipartimento attivita´ sanitarie e Osservatorio epidemiologico in collaborazione con le aziende sanitarie, offre una interessante sintesi dei dati di mortalita´ e rappresenta un valido strumento di lavoro sia in fase di programmazione regionale e locale che in chiave di sorveglianza epidemiologica. Sono in costante diminuzione, anche se il dato e´ ancora piu´ elevato rispetto alla media nazionale, le morti provocate dalle malattie del sistema circolatorio che rappresentano le principali cause di decesso per i siciliani: quasi 20.000 morti all´anno, in media, nel periodo 2004-2011, pari al 43% di tutti i decessi. Trend in diminuzione anche per i tassi di mortalita´ provocati dal diabete (ma in Sicilia e´ ancora il piu´ alto) e per le malattie cerebrovascolari. La seconda causa di morte in Sicilia e´ determinata dai tumori. Tra le patologie oncologiche, con un numero medio annuale di circa 12.080 decessi, le principali categorie diagnostiche sono rappresentate nell´uomo dal tumore della trachea, bronchi e polmoni e nella donna dal tumore della mammella. Al secondo posto, in entrambe i sessi, si evidenziano i tumori del colon e del retto. L´analisi per categorie diagnostiche fa emergere poi che la terza causa di morte riguarda negli uomini le malattie respiratorie (7,5%, in media 1.751 casi nel periodo 2004-2011) e nelle donne il raggruppamento delle malattie metaboliche, endocrine ed immunitarie (6,5%, 1.534 decessi in media nel 2004-2011), per il 90% attribuibili al diabete mellito. "La definizione dei bisogni di salute e delle priorita´ di intervento a livello regionale o locale - ha spiegato l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo - passa attraverso una dettagliata conoscenza dei dati. Per questo l´Atlante sanitario rappresenta uno strumento strategico per la programmazione e per la valutazione dell´efficacia dei programmi nei diversi ambiti territoriali. Tutte le aziende sanitarie devono programmare gli interventi di salute a livello locale facendo tesoro di questi dati che rappresentano una fotografia particolareggiata dello stato di salute dei siciliani". A questo proposito, va ricordato che la Sicilia ha avviato su tutto il territorio regionale il "Piano regionale della prevenzione attiva" che riconosce tra i suoi ambiti di attivita´ specifici gli interventi nei confronti del rischio cardiovascolare, nel trattamento integrato del diabete e dello screening dei tumori femminili e del colon. I dati contenuti nell´Atlante sanitario si basano sul Registro nominativo delle cause di morte (Rencam), un innovativo strumento della Regione siciliana che permette l´acquisizione tempestiva delle informazioni sui decessi dei residenti nella nostra regione. L´analisi per fascia di eta´ mostra che in eta´ pediatrica prevalgono i traumatismi, nelle fasce intermedie e fino a 70 anni le cause tumorali e successivamente le malattie circolatorie. Riguardo all´analisi delle singole patologie specifiche (indicate come sottocategorie), le prime due cause in assoluto in entrambi i sessi sono costituite dai disturbi circolatori dell´encefalo e dalle cardiopatie ischemiche. |
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ARDEA, POLVERINI CONSEGNA PIAZZOLA ELISUPERFICIE OPERATIVA H24 |
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Roma, 3 maggio 2012 - Taglio del nastro il 30 aprile ad Ardea, in località Tor San Lorenzo, dove la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini ha consegnato all’Ares 118 la piazzola per l’elisoccorso al termine degli interventi realizzati per renderla operativa h24. Oltre ai voli diurni già operativi dal giugno del 2001, d’ora in avanti potranno essere effettuati anche voli notturni. La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco di Ardea, Carlo Eufemi e di una rappresentanza di operatori del 118. “Questa piattaforma - ha dichiarato Polverini - sarà operativa a brevissimo in modalità h24. Si è resa necessaria in particolare per il tanto traffico che si registra in estate, ma già prima effettuava 30 atterraggi all’anno di persone in codice rosso che, dunque, grazie a questa piazzola hanno avuto salva la vita. Appena mi sono insediata abbiamo effettuato una verifica di tutte le piazzole: ne abbiamo fatte di nuove e rese operative h24 quelle che non lo erano. Questa - ha concluso - è una risposta ulteriore alla rivisitazione complessiva del nostro sistema sanitario regionale”. |
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LOTTA ALLA SLA: IN SICILIA 8,2 MILIONI PER SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE |
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Palermo, 3 maggio 2012 - Con decreto dell´assessore regionale alla Famiglia - ruolo ricoperto ad interim dal presidente Raffaele Lombardo - e´ stato pubblicato il bando per assegnare oltre 8 milioni di euro ai progetti di sostegno per la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. Il bando e´ diviso in tre linee di finanziamento. La prima riguarda i "progetti finalizzati a finanziare percorsi assistenziali domiciliari con presa in carico globale della persona affetta da Sla". La durata di questo progetto e´ di due anni con un tetto massimo di finanziamento pari a 25 mila euro. La capienza finanziaria complessiva di questo programma e´ pari a 4,2 milioni di euro. Possono partecipare a questo progetto associazioni, cooperative e organizzazioni di volontariato onlus. La seconda linea di finanziamenti e´ destinata al "sostegno economico volto al riconoscimento del lavoro di cura del familiare (care giver)". L´assegno di sostegno economico al familiare - care giver e´ fissato in 400 euro mensili, compatibilmente al numero degli aventi diritto. Per questa linea sono disponibili risorse pari a 3.5 milioni di euro. Altri 520 mila euro sono a disposizione per la realizzazione di percorsi formativi per assistenti familiari e familiare care giver. |
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SICILIA: ONCOLOGIA POLICLINICO, NUOVO SOPRALLUOGO DELLA COMMISSIONE
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Palermo, 3 maggio 2012 - Dal 7 maggio i pazienti presi in carico dall´Unita´ di oncologia medica del Policlinico che necessitano di somministrazione dei farmaci chemioterapici per via endovenosa, potranno effettuare la terapia nell´Unita´ di oncologia dell´Ospedale Civico e saranno assistiti dagli stessi medici del Policlinico che li avevano in cura e nelle condizioni di massima sicurezza. La Commissione Multidisciplinare, della quale fanno parte funzionari del ministero della Salute, dell´assessorato, professionisti delle aziende sanitarie e dei comitati consultivi, ha ufficializzato oggi il crono programma degli interventi con cui sara´ garantita la continuita´ assistenziale dei pazienti dopo il provvedimento di sospensione temporanea dell´Unita´ oncologica del Policlinico adottato due settimane fa. Restano in carico al Policlinico, invece, le attivita´ ambulatoriali (terapia oncologica orale, prime visite e controlli) e le consulenze interne. Dal 2 al 5 maggio, tutti i pazienti del Policlinico saranno contattati individualmente dai medici che li hanno in cura e informati sulle nuove modalita´ assistenziali che permetteranno la prosecuzione delle cure. Nell´unita´ oncologica del Civico e´ stato allestito un desk a disposizione dei pazienti dove sara´ anche distribuito un depliant informativo con tutte le notizie e le comunicazioni utili per i pazienti, realizzato congiuntamente dai vertici delle due aziende sanitarie in collaborazione con l´assessorato regionale della Salute. Negli stessi giorni, sara´ previsto uno "stress test" nel reparto dell´azienda Civico, ovvero una simulazione che servira´ a verificare la messa a punto dei processi organizzativi predisposti per fronteggiare un´utenza piu´ numerosa. "La Commissione - ha detto l´assessore regionale per la Salute Massimo Russo - ha riscontrato un´intensa attivita´ organizzativa portata avanti dalle due aziende in un clima di fattiva collaborazione e nella logica della valorizzazione delle risorse disponibili: questo e´ il presupposto fondamentale per dare vita a un progetto serio, in grado di soddisfare i bisogni dei pazienti, e al tempo stesso per dare una veloce risposta alle criticita´ riscontrate". |
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LA GIUNTA MARCHIGIANA APPROVA LE MISURE ANTICRISI 2012 IN AMBITO SANITARIO A SOSTEGNO DEI LAVORATORI IN DIFFICOLTÀ. |
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Ancona, 3 maggio 2012 - La giunta regionale ha approvato ieri le modalità attuative delle misure anticrisi 2012 in ambito sanitario a sostegno dei lavoratori in difficoltà. L’intervento per 800mila euro consiste: - nell’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket) per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e di diagnostica strumentale erogate dalla strutture sanitarie pubbliche e private accreditate e con rapporto contrattuale con il servizio sanitario della Regione Marche - nell’erogazione gratuita di farmaci di fascia C compresi nei prontuari terapeutici ospedalieri locali e di area vasta attraverso le farmacie convenzionate o in distribuzione diretta delle farmacie ospedaliere. “La salute – dice il presidente della Regione, Gian Mario Spacca - è un diritto fondamentale dei cittadini e una sanità accessibile a tutti è la priorità della Regione. In una fase economica che continua ad essere ancora molto difficile, sono tante le famiglie anche nelle Marche che faticano a soddisfare anche i bisogni più basilari. Sin dall’emergere dei primissimi segnali di crisi, la Regione Marche si è dunque attivata con forza affinché i lavoratori colpiti potessero trovare un sostegno di natura economica per le necessità prioritarie. Aver rinnovato anche per il 2012 le agevolazioni economiche per le spese sanitarie sostenute da disoccupati, lavoratori in mobilità e cassa integrazione o con contratto di solidarietà, pur in un momento di ristrettezze finanziarie per tutte le Istituzioni, è motivo di soddisfazione”. “La Regione Marche – spiega l’assessore alla Salute Almerino Mezzolani – per fronteggiare la crisi economico finanziaria in atto ha sottoscritto già nel 2009 e nel 2010 dei protocolli d’intesa con le organizzazioni sindacali attraverso i quali sono stati individuati una serie di interventi in specifici settori per tutelare le fasce di popolazione più colpite dalla crisi per gli anni 2010 e 2011. Per il 2012 a maggior ragione, vista la fase di recessione che stiamo vivendo e nonostante le difficoltà degli enti e dei nuovi tagli annunciati dal governo nazionale nel settore sanità, la giunta ha voluto ripetere il provvedimento. La nostra priorità infatti rimane quella di tutelare il sistema pubblico del welfare”. Beneficiari di queste misure per tutto l’anno 2012 sono i cittadini residenti nelle Marche (lavoratori e familiari fiscalmente a carico) che al momento della fruizione delle prestazioni risultino: 1) aver perso il lavoro dal 1° gennaio 2009; 2) in mobilità; 3) in cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga, sospensione Ebam) e che nelle 13 settimane precedenti alla erogazione delle prestazioni abbiano avuto una sospensione del lavoro pari almeno al 40% delle ore lavorabili; 4) in contratto di solidarietà che nei 6 mesi precedenti all’erogazione delle prestazioni abbiano avuto una riduzione dell’orario di lavoro pari ad almeno il 40% delle ore lavorabili. Per quanto attiene le prestazioni di specialistica ambulatoriale le strutture eroganti sono le strutture pubbliche e le strutture private accreditate e con rapporto contrattuale con il Ssr. Mentre per quanto attiene la somministrazione di farmaci di fascia C le strutture eroganti sono le farmacie ospedaliere, i servizi farmaceutici territoriali e le farmacie convenzionate. I soggetti interessati a queste misure devono presentarsi muniti della prescrizione su ricettario Ssn sia per le prestazioni di specialistica ambulatoriale che per la somministrazione di farmaci di fascia C. Il medico proscrittore, su richiesta dell’assistito, riporterà sulla ricetta il codice di esenzione desumibile dal Certificato di esenzione. |
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BIMBI PREMATURI MENO STRESSATI CON UN´ASSISTENZA CENTRATA SUI LORO BISOGNI APPENA PUBBLICATA SU PEDIATRICS UNA RICERCA IN 25 TERAPIE INTENSIVE NEONATALI ITALIANE. BOSISIO |
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Parini, 3 maggio 2012 - La nascita pretermine costituisce una delle maggiori sfide degli ultimi anni per l’assistenza sanitaria nazionale. In effetti, i progressi in ambito medico e infermieristico hanno consentito di aumentare le probabilità di sopravvivenza anche di bambini estremamente pretermine. Ma quali sono le conseguenze della loro ospedalizzazione, solitamente piuttosto lunga? L’urgenza medica e la priorità data alla sopravvivenza del bambino spesso sovrastano l’importanza del suo benessere psichico. Inoltre, durante il ricovero i nati prematuri devono subire spesso interventi dolorosi o manovre invasive (prelievi, posizionamento di sondini, drenaggi). Per tale motivo, accanto alla qualità dell’assistenza medico-infermieristica, in molte terapie intensive neonatali (Tin) è ormai consolidata un’attenzione a quella che viene definita, con un termine anglosassone, Developmental Care (Dc). Si tratta di una serie di pratiche di assistenza di natura non strettamente clinico-medica, ma più focalizzate a favorire il benessere globale del bambino e la qualità dello scambio con l’ambiente, come il rispetto per il ciclo sonno/veglia, il controllo di stimoli dolorifici o disturbanti, la riduzione della manipolazioni o di interventi non necessari. Sebbene molte Tin italiane ricorrano a procedure di Dc, si registra una grande disomogeneità tra i vari reparti e mancano studi che documentino in che misura la qualità della care possa influenzare lo sviluppo neurocomportamntale del bambino. Proprio per indagare gli eventuali effetti dei diversi livelli di care nelle competenze dei pretermine ricoverati nelle Tin, nel 2006, grazie alla collaborazione tra un gruppo di enti (Irccs Medea – La Nostra Famiglia, Aziende Ospedaliere di Lecco e Varese, Università Bocconi) è stato avviato lo studio multicentrico Neo-acqua (Neonatal Adequate Care for Quality of Life). Oggi sono disponibili i primi risultati della ricerca, appena pubblicati su Pediatrics - http://pediatrics.Aappublications.org/content/early/2012/04/04/peds.2011-0813.abstract Sono stati presi in esame 178 bambini, tutti fortemente pretermine, ovvero nati prima della 29° settimana di età gestazionale o con un peso alla nascita molto basso (< 1.500 gr.), ma senza complicazioni cliniche significative. I ricercatori hanno messo a punto uno specifico questionario per misurare la Developmental Care di 25 Tin italiane. Lo strumento ha permesso di ottenere due indici sintetici dei livelli di qualità dell’assistenza. Il primo indice, denominato Cura Centrata sul Bambino (Ccb), prende in considerazione la presenza di pratiche utili al benessere del piccolo, come ridurre le stimolazioni tattili disturbanti, favorire la vicinanza dei genitori, permettere loro di trascorrere la notte in reparto e di praticare la marsupio-terapia. Il secondo indice, denominato Gestione del Dolore (Gd), valuta le modalità con cui l’equipe della Tin aiuta il bambino ad affrontare le situazioni in cui inevitabilmente sperimenterà dolore. Ad esempio, attraverso il Gd vengono misurati il numero di procedure farmacologiche e non farmacologiche utilizzate per ridurre il dolore, l´uso di analgesia farmacologica o sedazione continua durante la ventilazione meccanica, nonché l’utilizzo da parte dell’equipe di scale finalizzate alla valutazione clinica del dolore neonatale o di un protocollo per la gestione del dolore del neonato. Ciascun bambino è stato valutato attraverso una scala, denominata Nnns (Nicu Network Neurobehavioral Scale, Lester e Tronick, 2004), che permette di delineare un profilo delle competenze neurocomportamentali di bambini ad alto rischio, fornendo indicazioni anche relativamente alla presenza di segni di stress. Lo studio evidenzia che i bambini ricoverati in Tin con un alto livello di Cura Centrata sul Bambino sono più stabili, presentano alti livelli di attenzione e bassi livelli di eccitabilità e di stress. Allo stesso tempo i bambini ricoverati nelle Tin con alti livelli di Gestione del Dolore sono più attenti e responsivi all’ambiente, sono meno ipotonici e meno “stressati”. Complessivamente questi dati suggeriscono che le competenze neurocomportamentali del neonato pretermine sono associati ai livelli di qualità di Developmental Care forniti dalle Tin e sono indicativi dell’importanza delle pratiche di assistenza per il benessere globale del bambino. Inoltre, considerando che la nascita pretermine continua ad essere un fattore di rischio rilevante con effetti anche a lungo termine sullo sviluppo del bambino, si reputa che alti livelli di care, almeno in una certa misura, possano agire come fattore di protezione. Proprio alla luce di queste considerazioni, lo studio Neo-acqua procederà nel valutare gli eventuali effetti benefici della qualità dell’assistenza nel corso dei primi sei anni di vita del bambino. “La ricerca sta andando avanti in una prospettiva longitudinale attraverso controlli periodici fino ai 7 anni di età, per vedere se nei bambini seguiti nelle Tin con bassi livelli di Developmental Care permangono effetti anche sul lungo termine - afferma Rosario Montirosso, responsabile del Centro 0-3 per lo studio dello sviluppo socio-emozionale del bambino piccolo in condizioni di rischio evolutivo dell’Istituto Medea -; ad esempio, in alcune analisi preliminari relative ai 18 mesi di età, abbiamo che i bambini che provengono da Tin con più bassi livelli di Developmental Care presentano maggiori difficolta nello sviluppo emotivo-comportamentale”. Www.lanostrafamiglia.it |
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SANITÀ: AD ASSISI DUE GIORNATE DI STUDIO DEDICATE ALLA PROMOZIONE DELLA SALUTE
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Perugia, 3 maggio 2012 - "Promuovere salute, quattro regioni italiane alla ricerca di un modello efficace", è il titolo del seminario conclusivo del progetto "Sviluppare a livello locale la Promozione della Salute, secondo i principi del programma Guadagnare Salute", in programma ad Assisi il , 3 e 4 maggio, e al quale parteciperanno, oltre all´Umbria, le Regioni Veneto, Emilia Romagna e Calabria. Interverranno esperti, rappresentanti del Ministero della Salute e delle istituzioni coinvolte, universitari. Per la Regione Umbria saranno presenti l´assessore alla sanità, Franco Tomassoni, e alla cultura, Fabrizio Bracco. Sede dell´evento è la Valle Di Assisi Hotel & Resort, in via San Bernardino da Siena, località Santa Maria degli Angeli. Domani 3 maggio, i lavori prenderanno il via alle 14 con il saluto dell´assessore Tomassoni, alle ore 17 è in programma l´intervento dell´assessore Fabrizio Bracco che aprirà la sessione dedicata ai progetti di promozione della salute del Piano regionale della prevenzione in Umbria. Venerdì 4 maggio, le 4 Regioni coinvolte nell´iniziativa presenteranno i temi da approfondire per l´elaborazione del documento finale. La conclusione dei lavori è prevista nel pomeriggio. Scopo dell´iniziativa - hanno spiegato gli organizzatori - è quello di presentare da una parte, i diversi percorsi realizzati a livello territoriale nell´ambito del progetto e, dall´altra, confrontarsi sugli approcci più appropriati per la realizzazione di progetti ed interventi di promozione della salute. Nel corso degli ultimi tre anni infatti, gli operatori del Veneto, dell´Emilia-romagna, della Calabria e dell´Umbria, che aveva la responsabilità del coordinamento generale, a partire dalla lettura dei bisogni di salute dei territori scelti come luogo per la sperimentazione, hanno condiviso il modello della "Progettazione partecipata", declinandolo in modo differente nelle diverse situazioni locali. Di conseguenza, attraverso una metodologia comune, nelle quattro regioni, hanno preso avvio una molteplicità di interventi. In questo contesto l´incontro in programma rappresenta un´occasione per far conoscere i risultati finora conseguiti nelle singole realtà e per approfondire, alla presenza dei rappresentanti del Ministero della Salute e del Cnesps dell´Istituto Superiore di Sanità, tematiche di interesse formativo per aprire da un lato un confronto con il gruppo nazionale che si occupa delle "buone pratiche" per la promozione della salute e, dall´altro, definire le condizioni necessarie affinché questa assuma il ruolo di un´attività inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza. |
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DISPONIBILE IN ITALIA UN NUOVO FARMACO CONTRO LA SCHIZOFRENIA |
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Cologno Monzese, 3 maggio 2012 - Paliperidone palmitato, antipsicotico indicato nel trattamento della schizofrenia, nella nuova formulazione iniettabile a rilascio prolungato con somministrazione mensile è ora disponibile anche sul mercato italiano. Il farmaco ha ottenuto l’autorizzazione dall’Ema e dall’Fda nel corso del 2011 ed è ora commercializzato anche in Italia. La schizofrenia è una malattia psichiatrica cronica, caratterizzata dalla presenza di deliri, allucinazioni, scarsa motivazione e appiattimento affettivo. La patologia compromette seriamente la capacità del paziente di relazionarsi con gli altri e comportarsi in modo adeguato all’interno della società, per questo rappresenta una problematica molto importante sia per la disabilità che comporta, sia per la difficoltà che pone alle famiglie dei pazienti e ai servizi assistenziali. Studi multicentrici condotti dall’Oms hanno stimato una prevalenza globale della schizofrenia dell’1%, che è simile in tutto il mondo, colpendo in egual misura uomini e donne fino all’età di 60 anni. Valutata al 9° posto tra le cause di disabilità, la schizofrenia comporta un ingente costo economico, sia per quanto riguarda i costi diretti (cure mediche, ospedalizzazione, riabilitazione, ecc.) che indiretti (perdita di produttività). Anche se non si può guarire dalla malattia, la schizofrenia può essere controllata con un’alta percentuale di successo grazie al supporto di farmaci antipsicotici, sui quali si basa il principale trattamento della stessa. Nonostante negli ultimi anni siano stati sviluppati numerosi efficaci trattamenti, con effetti collaterali minori e meno gravi rispetto ai farmaci tradizionali, che mirano, oltre a ridurre o eliminare i sintomi, a migliorare la qualità di vita e il funzionamento sociale del paziente, ancora oggi, uno dei principali problemi della cura delle psicosi schizofreniche è la mancata aderenza alla terapia. E’ stato, infatti, stimato che solo 1/3 dei pazienti affetti da schizofrenia è pienamente aderente al piano terapeutico prescritto. Problema, questo, forse connesso alle caratteristiche cliniche della patologia, che spesso risultano incompatibili con l’adesione a un programma farmacologico corretto e costante, che genera riacutizzazioni della malattia, con la conseguente necessità di ripetute ospedalizzazioni. “La prevenzione delle ricadute è uno dei principali obiettivi del trattamento della schizofrenia – dichiara Bruno Azzolini, Business Unit Director Janssen Italia – I pazienti che non rispettano le indicazioni fornite dal medico sono fino a 5 volte più esposti al rischio di ricadute rispetto a quelli che seguono correttamente lo schema terapeutico. Gli antipsicotici iniettabili a rilascio prolungato come paliperidone palmitato possono aiutare i malati in tal senso. Questi presidi, infatti, a parità di efficacia terapeutica rispetto alle corrispondenti forme orali, consentono un controllo più puntuale dell’aderenza alla terapia, riducendo contestualmente il rischio e la frequenza delle ricadute. Questo è fondamentale non solo per contenere i costi associati alle ricadute, ma anche per migliorare il funzionamento sociale e la qualità di vita dei pazienti stessi”. L’efficacia di paliperidone palmitato, antipsicotico atipico iniettabile a rilascio prolungato, che prevede una sola somministrazione mensile, è stata dimostrata da un ampio programma di sviluppo clinico, in particolare da quattro studi in doppio cieco, controllati con placebo, condotti in pazienti con riacutizzazione della schizofrenia e uno studio più prolungato in doppio cieco per la prevenzione delle ricadute e il mantenimento. "La comunità medico-scientifica, con l’introduzione di paliperidone palmitato, ha oggi l´opportunità di rivedere il proprio approccio complessivo alla cura della schizofrenia, attraverso terapie a rilascio prolungato e questo incoraggia e premia il continuo impegno di Janssen nella ricerca di nuove terapie per la patologia” – conclude Bruno Azzolini. |
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SANITA´:INAUGURATO CENTRO ALTA SCUOLA AZIENDALE A CORROPOLI IL PRESIDENTE DELL’ ABRUZZO: MIGLIORARE ORGANIZZAZIONE PER SPENDERE RISORSE |
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Pescara, 3 maggio 2012 - "Affinchè la sanità abruzzese possa riqualificarsi in termini di reputazione, non sono importanti solo la qualità del personale medico, infermieristico e tecnico ed il potenziamento delle tecnologie diagnostiche ma anche la formazione continua del personale sanitario. In questa ottica si spiega l´attenzione che meritano strutture come questa di Corropoli". Lo ha detto, ieri mattina, in località Ripoli di Corropoli, il presidente della Regione e Commissario per la Sanità, in occasione dell´inaugurazione di Casa, il Centro di Alta scuola aziendale della Asl di Teramo. Si tratta di un progetto reso possibile grazie anche all´impegno del Comune di Corropoli e del Consorzio aprutino per la salvaguardia delle Opere d´arte che hanno messo a disposizione della Asl di Teramo una struttura pubblica scarsamente utilizzata nel corso degli anni. Il Casa ospiterà, ogni anno, almeno un centinaio di corsi di formazione dell´azienda sanitaria teramana e di altre aziende sanitarie abruzzesi. "Compito della Regione - ha rimarcato il capo dell´Esecutivo - non è tanto quello di gestire l´economia che è globalizzata e quindi è indipendente dalle decisioni e dai provvedimenti che un qualsiasi Governo regionale possa prendere o meno ma quello di incidere sulla qualità del sistema sanitario. Infatti, in sanità tutto dipende dalle scelte compiute dalla classe dirigente. Ma qui dobbiamo fare tutti un mea culpa - ha proseguito - poichè se l´Abruzzo, andando in default, è arrivato ad essere considerata la Grecia dell´Italia, non è solo per solo per colpa dei politici ma anche a causa di un sistema che ha pensato per troppo tempo di poter distribuire incarichi, prebende e privilegi secondo la logica dell´orticello. Oggi, però, le cose stanno cambiando e stiamo cercando di ricostruire una sanità dignitosa. Condizione imprescindibile per recuperare una buona reputazione". Alla fine, il presidente della Regione ha messo l´accento sulla necessità che la macchina amministrativa e organizzativa della sanità sia la più rapida ed efficente possibile. "Secondo un recente monitoraggio - ha rivelato il Governatore - sugli 80 milioni di euro assegnati agli ospedali abruzzesi, risulta impegnato solo il 5% di queste risorse e queto è un dato che va assolutamente migliorato. Tuttavia, - ha concluso - per raggiungere un tale obiettivo, è necessario che le professionalità impegnate in questo ambito siano adeguatamente formate e questa sede è estremamente funzionale a tali finalità". |
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SALUTE: ALLERGIE DI PRIMAVERA SCATTA L’SOS. IN ITALIA SONO COLPITE 12 MILIONI DI PERSONE. ECCO I RIMEDI
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Lecce, 3 maggio 2012 - Gli ultimi colpi di coda dell’inverno protrattosi sino a qualche giorno fa, per la gioia degli allergici, ha rallentato la diffusione di pollini nell’aria causa di occhi rossi, starnuti, tosse e pruriti. Ma chi soffre di allergia con i primi caldi e l’esplosione della primavera è consapevole che si tratta solo di un semplice rinvio, e ne inizia a subire gli effetti. Secondo alcune statistiche sono 12 i milioni di italiani colpiti ogni anno da manifestazioni allergiche, con un aumento che negli ultimi dieci anni ha fatto registrare il passaggio dal 5 % al 30 % dell’intera popolazione residente, con particolare riferimento ai bambini. Si calcola, infatti, che avrebbero sofferto di almeno una reazione allergica più di un terzo dei ragazzi in età scolare. Chi ne è colpito e cerca di curarsi sa che ad oggi è a disposizione una vasta gamma di farmaci di automedicazione che alleviano gli effetti e che possono essere suddivisi in due categorie: i decongestionanti e gli antistaminici. Ciascuno apporta dei benefici, ma come tutti i farmaci possono avere degli effetti collaterali più o meno rilevanti. I primi agiscono stimolando il sistema nervoso simpatico, facendo contrarre i vasi sanguigni della mucosa, e così riducendo il gonfiore e quindi la secrezione di muco. La loro azione risulta essere sufficientemente rapida ed efficace anche nel caso in cui i sintomi siano già presenti in maniera fastidiosa. A ciò fa da pendant che un utilizzo prolungato di circa 8 - 10 giorni, cosa molto probabile nel periodo di maggiore impollinazione, può causare la comparsa di una rinite da medicamenti e quindi addirittura un peggioramento della propria condizione, causando il cosiddetto fenomeno di “rimbalzo”: quando si interrompe il loro utilizzo si può verificare una vasodilatazione che porta alla comparsa di un aumento di volume dei turbinati e dunque un impedimento della normale respirazione nasale. Ma l’uso a lungo termine di preparati locali contenenti vasocostrittori, può anche provocare la comparsa di alterazioni della mucosa nasale, con effetti negativi duraturi (fino anche a parecchi mesi dopo la sospensione del trattamento). Per non parlare poi di tutti quei soggetti che riescono a tollerarli e che per tali ragioni se li somministrano con frequenza ancor maggiore, innescando pericolosi circoli viziosi che non fanno altro che aggravare la rinite. Per tali motivi, i decongestionanti per uso locale, come gocce e spray nasali, dovrebbero dunque essere assunti alla minima dose efficace. Gli allergologi raccomandano, dunque di limitarne l’impiego per periodi più brevi possibili e con la consapevolezza che gli effetti possono sentirsi anche a distanza di alcuni minuti dall’inalazione. La seconda categoria, ovvero gli antistaminici invece, anche se non servono a curare direttamente l’allergia, come dice la parola stessa, bloccano gli effetti dell’istamina, al fine di dare sollievo in un tempo sufficientemente rapido. Quelli più utilizzati sono gli antistaminici topici. Tra tutti la levocabastina, che si è dimostrato come un efficace antagonista selettivo del recettore H1 dell’istamina, con una lunga durata d’azione. I medicinali a base di questo principio sono stati sviluppati per essere inalati o utilizzati in gocce per gli occhi e hanno dimostrato di garantire un rapido effetto e un’ottima tollerabilità da parte dei pazienti con rinocongiuntivite allergica. Va specificato che gli antistaminici risultano più efficace se somministrati prima della manifestazione dei sintomi anche se è provato che levocabastina sia in grado di ridurre in maniera significativa la severità della risposta all’esposizione all’allergene già dopo cinque minuti dalla sua somministrazione Se assunti con regolarità farmaci di tal tipo possono aumentare le loro potenzialità offrendo ai pazienti un effetto protettivo efficace contro gli allergeni. La tollerabilità dimostrata di questi antistaminici ne consiglia l’impiego con regolarità anche nei soggetti più deboli e quindi anche nei bambini già a partire dai 3 anni di età. Inoltre, le nuove generazioni di medicinali hanno eliminato gli effetti collaterali più fastidiosi come la bocca secca, o la sonnolenza indotta, che quasi impediva di assumere antistaminici di giorno. Quale è la scelta migliore per curare la propria allergia o per ridurre i fastidiosi effetti? Pur da profano, Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, non ha alcun dubbio che tutto dipende molto dal singolo paziente. Ma spetta al proprio medico o al farmacista suggerire quale sia il farmaco o i farmaci giusti. È chiaro che se l’allergia si manifesta in maniera violenta e/o duratura è sempre conveniente rivolgersi quanto prima ad uno specialista allergologo. |
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APPROVATI DALLA GIUNTA DELLA CALABRIA DUE PROVVEDIMENTI PER GLI LSU E PER I PERCETTORI DI MOBILITÀ |
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Catanzaro, 3 maggio 2012 - La Giunta regionale, nell’ultima riunione, su proposta dell’assessore al lavoro Francescantonio Stillitani, ha approvato due delibere riguardanti i lavoratori socialmente utili e i percettori di mobilità in deroga. Per gli Lsu, nello specifico, è stata approvata la convenzione da sottoscrivere con l’Inps, per completare le procedure previste dall’accordo sottoscritto a Roma dall’assessore Stillitani nello scorso mese di novembre, relativamente all’erogazione dei sussidi ai lavoratori socialmente utili. In attesa della sottoscrizione della stipula della convenzione con il Ministero del Lavoro relativa all’anno 2012, è stato richiesto inoltre, allo stesso Ministero e all’Inps, di procedere all’anticipazione anche per i mesi di aprile, maggio e giungo 2012 delle risorse necessarie al pagamento delle attività svolte dai lavoratori socialmente utili. Le risorse messe a disposizione per il 2011 dal Ministero per questi lavoratori sono state di oltre 20.313 milioni di euro. “Naturalmente – ha affermato Stillitani - il problema degli Lsu ed Lpu calabresi non è solo il pagamento dei sussidi e delle integrazioni ma riguarda anche la necessità di risolvere definitivamente il problema della loro stabilizzazione o comunque della loro fuoriuscita dal bacino con appositi incentivi. Questo risultato può essere raggiunto solo di concerto con il Ministero e a tal proposito, d’accordo con il governatore Scopelliti, abbiamo nei giorni scorsi sollecitato il Ministro Fornero a convocare un tavolo tecnico-politico al fine di dare la giusta risposta a questi lavoratori”. Il secondo provvedimento approvato dalla giunta conformemente agli impegni assunti dall’assessore al lavoro Stillitani con i sindacati, è stata l’approvazione della delibera idonea a garantire senza soluzione di continuità il sostegno al reddito ai circa dieci mila lavoratori calabresi percettori di mobilità in deroga anche per il mese di aprile. Questo provvedimento è stato adottato in attesa della stipula di una nuova intesa tra Governo e Regioni in materia di ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2012 e nelle more del decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze dovrà quantificare e assegnare definitivamente le risorse alla Calabria a valere sul fondo nazionale sociale e per l’occupazione e formazione per l’anno 2012. “La delibera – ha dichiarato Stillitani – tende a dare tranquillità e continuità di reddito a tutti questi lavoratori che sono stati espulsi dal mercato del lavoro e che attendono definitivamente di conoscere le decisioni governative in merito alla prosecuzione degli ammortizzatori sociali in deroga. Da parte della Regione, per come già in precedenza dichiarato sugli appositi tavoli, vi è tutta la volontà, compatibilmente alle proprie competenze e disponibilità, a continuare nell’erogazione degli ammortizzatori anche per il futuro, attivando contemporaneamente tutta una serie di strumenti, attraverso le cosiddette politiche attive, tendenti a facilitare il reinserimento occupazionale dei lavoratori”. A tale proposito, nella riunione del tavolo tecnico istituzionale convocato dall’assessore Stillitani per il prossimo 3 maggio, si discuterà anche di un’eventuale riforma delle modalità di attuazione delle politiche attive, con l’intenzione condivisa da tutte le parti interessate di renderle il più idonee possibili al raggiungimento dell’obiettivo per cui sono state pensate e per cui le risorse vengono ad essere spese, “cioè – ha precisato infine Stillitani - quello non di dare semplicemente un ulteriore sussidio ai lavoratori, ma di metterli realmente nelle condizioni di un più facile reinserimento nel mondo del lavoro”. |
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SPORT: GIOCO DI SQUADRA PER SOSTENERE MARATONA DELL´UNESCO
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Trieste, 3 maggio 2012 - Maggiore sarà la capacità degli enti e delle associazioni sportive di fare squadra, più deciso risulterà l´impegno della Regione al sostegno dell´iniziativa. Lo ha detto l´assessore allo Sport Elio De Anna nel corso della conferenza stampa svoltasi il 27 aprile a Udine per illustrare i primi passi della Maratona dell´Unesco. La prova, sulla distanza classica dei 42 chilometri e 195 metri, collegherà due importanti siti riconosciuti "Patrimonio dell´umanità", ossia Cividale e Aquileia, che distano tra di loro esattamente quanto il percorso di una maratona. Seppur ancora in fase embrionale, la manifestazione toccherà una serie di comuni tra cui anche Palmanova, anch´esso candidato ad entrare a far parte dei siti dell´Unesco. "Ma sarà il territorio che dovrà giocare la sua vera partita - ha detto De Anna - per esprimere un valore significativo che permetta a questa gara di competere con le altre grandi maratone presenti in Italia quali quella di Roma, Venezia e Firenze". A presentare l´iniziativa è stato il consigliere regionale Roberto Novelli, che è intervento alla conferenza stampa, insieme all´assessore De Anna, al vicepresidente regionale del Coni, Giuliano Gemo, nonché al presidente regionale della Fidal Guido Germano Pettarin. Come spiegato da Novelli, l´idea della maratona Unesco è nata insieme al dirigente cividalese dell´Ert Giovanni Cozzi. L´intento è quello di creare un evento sportivo nell´ambito dell´atletica leggera sfruttando un elemento "naturale" che forse pochi possono vantare - ossia la distanza tra due siti patrimonio dell´umanità - pari al percorso di una maratona. Ma al di là dell´aspetto sportivo c´è poi anche quello culturale, perché il tragitto consente di mettere in risalto tre periodi storici importantissimi per la regione, ossia la romanità di Aquileia e quello longobardo di Cividale, passando attraverso l´epopea della Serenissima Repubblica di Palmanova. Come spiegato dal presidente Pettarin, l´idea è piaciuta ai vertici nazionali della Fidal ai quali pochi giorni fa è stato illustrato il progetto. "La volontà - ha detto il massimo esponente della Fidal del Friuli Venezia Giulia - è quella di far diventare questa manifestazione una prova da inserire nel calendario internazionale Iaaf". Dal canto suo l´assessore De Anna ha evidenziato la necessità di mettere in rete le esperienze maturate da quanti già in regione sono impegnati nell´organizzazione di simili manifestazioni, creando così uno spirito di squadra che possa sostenere questo ambizioso progetto. "Innanzitutto - ha detto De Anna - va cercata una data di svolgimento che si possa ben inserire nel calendario nazionale ed internazionale, catalizzando così i grandi campioni della maratona. La Regione non ha difficoltà ad impegnarsi, dal 2013, al sostegno di questa prova, a patto che tutti gli enti coinvolti dimostrino di saper fare gioco di squadra, rinunciando agli individualismi per far decollare la manifestazione". A guidare il comitato organizzatore della Maratona Unesco sarà il vicepresidente regionale del Coni Giuliano Gemo. |
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SPORT: FINALI NAZIONALI VOLÀNO PER BASKET UDINESE IN SERIE A
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Trieste, 3 maggio 2012 - Dopo 25 anni di assenza tornano ad Udine a fine maggio le finali nazionali under 19 di basket maschile. L´iniziativa è stata presentata il 27 aprile a Udine nella sede della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia dal comitato organizzatore dell´evento, alla presenza dell´assessore regionale allo Sport Elio De Anna, del sindaco di Udine Furio Honsell, nonché dei vertici regionale della Federazione italiana Pallacanestro. A fare gli onori di casa è stato il presidente della Cassa di risparmio Giuseppe Morandini, il quale ha ricordato come il legame tra l´istituto di credito e il mondo dello sport si stia facendo sempre più stretto. "In questo settore abbiamo trovato persone molto appassionate - ha detto Morandini - che ben si sposano con la nostra filosofia aziendale. Oggi parliamo di basket, nei giorni scorsi abbiamo dato il nostro ´in bocca al lupo´ agli atleti in partenza per le Olimpiadi di Londra. Abbiamo portato fortuna a Molmenti e ci auguriamo che tra quanti scenderanno in campo a Udine per queste finali nazionali possano esserci i campioni del domani che vestiranno la maglia azzurra". La manifestazione si articolerà in due specifici tornei. Dal al 15 maggio al 20 maggio a Lignano Sabbiadoro saranno di scena otto formazioni che daranno vita alla finale di Coppa Italia under 19 maschile mentre invece il clou della manifestazione si terrà a Udine, dove al palazzetto dello sport Marangoni e al Carnera scenderanno sul parquet, dal 28 maggio al 3 giugno, le 16 formazioni che si giocheranno il titolo italiano under 19. Dopo l´esperienza molto positiva dell´anno scorso a Cividale, torna nel capoluogo udinese una finale scudetto, manifestazione che nella nostra regione è ormai di casa visto che è dal 2005 che vengono ospitate simili iniziative. Come è stato spiegato dagli organizzatori, il torneo al di là dell´aspetto sportivo vuole coinvolgere a pieno titolo la città, dove esiste una profonda cultura del basket. Perciò nel pomeriggio del 27 maggio è prevista la sfilata delle squadre partecipanti alla rassegna, cui faranno seguito le prime partite nei due campi di gara. La finale invece è in programma domenica 3 giugno al Carnera, dove verrà incoronata la squadra vincitrice del titolo tricolore. Come ha ricordato l´assessore regionale De Anna, è anche da queste manifestazioni che la città e il mondo imprenditoriale devono prendere spunto per ridare al capoluogo friulano una squadra di vertice nel mondo del basket. "Queste finali nazionali - ha detto l´esponente dell´Esecutivo regionale - dovrebbero far riaccendere quella passione che anima Udine, dove la pallacanestro è parte integrante di questo territorio". "L´augurio è che il gotha del basket nazionale presente in quei giorni in città possa rappresentare lo stimolo giusto affinchè le istituzioni e il mondo imprenditoriale stringano un patto per riportare la squadra cittadina nella massima serie. Dal canto suo Lignano, con la coppa Italia, si conferma sempre più "comune dello sport", grazie ad una struttura qual è la Getur che ospita numerose manifestazioni permettendo di prolungare la stagione della località balneare con grandi eventi legati a diverse discipline. Sport e turismo - ha concluso De Anna - costituiscono un binomio vincente per la promozione del nostro territorio, portando ogni anno migliaia di atleti nella nostra regione". |
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SPORT: VOLLEY, BASEBALL, TIRO CON L´ARCO E PODISMO A VILLA MANIN |
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Udine, 3 maggio 2012 - Un modo intelligente di coniugare sport e cultura, aprendo le porte di Villa Manin per far conoscere un luogo che rappresenta un patrimonio di inestimabile valore per il Friuli Venezia Giulia. Così l´assessore regionale allo sport, Elio De Anna, ha definito ieri l´iniziativa "Sport in villa 2012", la manifestazione che prenderà il via la prossima settimana e porterà diverse discipline sportive nelle aree verdi della dimora dogale. I dettagli sono stati illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Udine nella sede della Regione, alla presenza del commissario straordinario di Villa Manin, Enzo Cainero, nonché dei rappresentanti delle federazioni e delle società che saranno protagoniste di questo evento. Dopo il concorso ippico svoltosi fino a cinque anni fa e al quale aveva fatto seguito un periodo di "silenzio", torna quindi lo sport a Villa Manin. Ma è la prima volta che viene allestito un programma così articolato riguardante più discipline. Minivolley, minibaseball, tiro con l´arco e gara podistica saranno le attività che animeranno da maggio a ottobre il parco dell´esedra nonché l´area verde retrostante la dimora dogale. Mentre le prime due manifestazioni sono dedicate ai più giovani, la terza e la quarta riguarderanno un parco atleti più eterogeneo. Il via è previsto per domenica 6 maggio con la prova nazionale di tiro con l´arco Hunter & Field sulla "distanza" di 24 bersagli alla quale hanno già aderito più di 100 atleti. Si chiamerà invece Maninvolley il raduno dedicato ai piccoli pallavolisti in programma domenica 27 maggio al quale parteciperanno oltre mille atleti dai 7 ai 12 anni delle società e scuole delle province di Udine e Pordenone che si confronteranno su 30 campi di gioco mentre il giorno successivo 120 squadre di miniatleti, in rappresentanza delle scuole di Codroipo, Varmo, Flaibano, Coseano e Basiliano, daranno vita alla giornata finale del progetto "Nella rete dello Sport". Infine il parco dell´Esedra si trasformerà in un diamante di gioco nelle giornate del 16 e 17 giugno in occasione di "Baseball in villa" con protagoniste quattro mini formazioni della regione e delle nazioni confinanti mentre il sipario calerà il 14 ottobre con una gara podistica non competitiva organizzata dal Cai che toccherà il parco di Villa Manin e quello delle Risorgive. Come ricordato dall´assessore De Anna, lo sport diventa uno strumento per valorizzare non solo l´attività culturale del compendio di Passariano ma anche per catalizzare l´attenzione sulla villa. "Avere migliaia di giovani in questa stupenda cornice - ha detto l´esponente dell´esecutivo regionale - permette la promozione di questo nostro grande patrimonio e al tempo stesso di abbinare sport e cultura in una accoppiata di indubbio successo. Ci auguriamo che questo progetto possa essere esportato anche al difuori dei confini regionali per promuovere con altrettanto successo anche altre ville venete". Soddisfatto del progetto anche il commissario straordinario di Villa Manin, Enzo Cainero, il quale ha sottolineato il fatto di essere riuscito, con la collaborazione delle società sportive e federazioni coinvolte, ad abbattere un muro che fino a ora aveva tenuto lontano lo sport dalla dimora dogale. "Abbiamo lavorato con grande entusiasmo - ha detto Cainero - e la risposta è stata immediata. Cercheremo di premiare questo sforzo, studiando in occasione dei singoli eventi sportivi delle forme di promozione per le nostre mostre". |
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