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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Luglio 2012
RINNOVABILI: VIA LIBERA A NUOVI INCENTIVI CON FIRMA CATANIA, CLINI, PASSERA. I MINISTRI: “SISTEMA MODERNO, SOSTENIBILE ED EQUO”  
 
Roma,10 luglio 2012 - Via libera definitivo, con la firma dei ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell’Ambiente Corrado Clini e dell’Agricoltura Mario Catania, ai due decreti ministeriali che definiscono i nuovi incentivi per l’energia fotovoltaica (cd. Quinto Conto Energia) e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas). Il nuovo regime permetterà di raggiungere e superare gli obiettivi europei delle energie rinnovabili attraverso una crescita virtuosa, basata su un sistema di incentivazione equilibrato e con forti ricadute sull’economia italiana tale da ridurre l’impatto sulle bollette di cittadini e imprese. I Decreti pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). Si introduce inoltre un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva (aste per impianti grandi e registri per impianti di taglia media). In linea con le previsioni della precedente normativa, il nuovo sistema entrerà in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico, e il 1 gennaio 2013 per il non fotovoltaico, per il quale è previsto comunque un periodo transitorio di 4 mesi. Grazie al lavoro portato avanti nelle scorse settimane, sono state effettuate importanti modifiche migliorative, che hanno tenuto conto dei pareri dell’Autorità per l’Energia e della Conferenza Unificata, di specifiche mozioni Parlamentari e di suggerimenti di Associazioni di categoria. In particolare sono previsti: - Un ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 Milioni di Euro annui - pari a ulteriori 10 Miliardi di Euro di spesa su 20 anni - suddivisi tra Fotovoltaico (200 Milioni) e Non-fotovoltaico (300 Milioni) - Una forte semplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri - - L’innalzamento delle soglie di accesso ai registri per tutte le categorie rilevanti. In particolare, per il fotovoltaico, vengono esentati dai registri gli impianti a concentrazione, quelli innovativi e quelli realizzati da Amministrazioni pubbliche, oltre a quelli in sostituzione di amianto fino a 50 Kw. Inoltre, sono esentati gli impianti tra 12 e 20 Kw che richiedono una tariffa ridotta del 20% - Un premio per gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in amianto e per quelli con preponderante uso di componenti europei - Un incremento degli incentivi per alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale, ad esempio: geotermico innovativo, fotovoltaico a concentrazione e innovativo - Una rimodulazione dei termini di pagamento dei certificati verdi - - La conferma della priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole “Con i due decreti firmati oggi – hanno dichiarato i ministri Catania, Clini e Passera – viene introdotto un sistema di incentivi moderno, sostenibile ed equo. L’energia rinnovabile è un pilastro fondamentale della nostra strategia, ed è per questo essenziale supportarla in modo efficace, favorendo le fonti che possono sviluppare una filiera produttiva nazionale, senza generare dannose competizioni con la produzione alimentare. Allo stesso tempo, con questi decreti si pone un freno alla crescita dei costi energetici per i cittadini e le imprese. La sostenibilità economica e ambientale sono i due cardini della strategia energetica del Paese” concludono i tre ministri.  
   
   
PIEMONTE, LOMBARDIA E VENETO UNITE PER L’IDROELETTRICO  
 
 Torino, 10 luglio 2012 - I presidenti della Lombardia, del Piemonte e del Veneto, Roberto Formigoni, Roberto Cota e Luca Zaia, chiedono al Governo Monti di modificare l’art.37 del cosiddetto Decreto Sviluppo, che introduce nuove procedure per la riassegnazione delle grandi concessioni idroelettriche scadute o in scadenza. “La produzione di energia idroelettrica - affermano i tre presidenti - vale prudenzialmente 4 miliardi di euro all´anno di ricavi ed avviene principalmente nelle regioni alpine che rappresentiamo e non possiamo accettare la logica governativa di introdurre l’offerta economica a favore dello Stato quale criterio prioritario per l’assegnazione delle concessioni. Così facendo lo Stato farà cassa a danno delle nostre comunità che, ancora una volta, si vedranno costrette ad accettare la presenza di impianti invasivi e a subire lo sfruttamento della risorsa idrica senza vedersi riconoscere adeguate misure di compensazione”. Nella formulazione del Governo le misure di compensazione territoriale vengono declassate come criterio subordinato e il ruolo delle Regioni viene svilito a favore dello Stato. “I nostri emendamenti, pur nel rispetto dei principi di equità, trasparenza e leale concorrenza, mirano a porre al centro delle procedure di gara il territorio e il ruolo attivo delle Regioni - aggiungono Formigoni, Cota e Zaia - Questa è una scelta irreversibile per le nostre Regioni e per i territori alpini, perché stiamo parlando di impianti costruiti sin dai primi anni del 1900 e che, una volta riassegnati, non torneranno nella nostra disponibilità per decenni. Non possiamo sbagliare e il Governo deve dare risposte alle nostre legittime richieste di modifica del decreto”. Lombardia, Veneto e Piemonte porteranno dunque a Roma la loro unanime e condivisa visione rispetto ad una legge che va ripensata e rivista insieme al Governo, dando equa soddisfazione alle Regioni e ai territori che altro non chiedono se non le giuste compensazioni economiche ed energetiche correlate alla massiccia produzione idroelettrica che di fatto hanno sempre garantito.  
   
   
SEMINARIO 12 LUGLIO "ENERGIA E IDROGENO"  
 
Milano, 10 luglio 2012 – Il prossimo 12 luglio si terrà un seminario sul tema: “Energia e idrogeno Le esperienze e le strategie europee, il nuovo bando energia del 7Pq, le iniziative in Italia” organizzato da Fast nell’ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network con la collaborazione di Apre e dell´Associazione Italiana Idrogeno e celle a combustibile (H2it) Si avvicina alla scadenza il 7° Programma quadro ricerca dell’Unione europea 2007 – 2013 (7Pq). È alle battute finali pure il Programma per l’idrogeno e le celle a combustibile (Fch-ju). Il futuro si chiama Horizon 2020, in fase di definizione da parte delle istituzioni di Bruxelles e degli stati membri. In prospettiva la questione energetica rimane prioritaria per l’Europa con la conferma che non esiste un’unica soluzione: tutte le fonti, i vettori e le tecnologie vanno tenute in grande considerazione, perché possono e devono contribuire, anche se con pesi diversi, a garantire l’offerta continuativa e sicura di energia. In questa fase di passaggio tra programmi che stanno ultimando il loro percorso e nuove opportunità, la Fast, nell’ambito della sua attività promossa in qualità di partner di Enterprise Europe Network e con la collaborazione di H2it e di Apre, propone un momento di riflessione su quanto è avvenuto, sta accadendo ed è atteso nell’Unione europea, anche in vista del nuovo bando energia del 7Pq, in uscita il 10 luglio 2012, che viene presentato nel corso del seminario. Per quanto concerne l’idrogeno e le sue tecnologie, l’incontro offre non solo una panoramica di alcune esperienze italiane che hanno beneficiato o stanno ancora partecipando alle iniziative comunitarie; ma pure il contributo di operatori che, nonostante l’assenza di strumenti nazionali di sostegno e l’altalena delle scelte regionali, hanno realizzato progetti rilevanti. La partecipazione è gratuita. Per iscriversi è sufficiente inoltrare la registrazione via e-mail camilla.Facheris@fast.mi.it    
   
   
CERANO. PRIMA PIETRA CARBONILE COPERTO  
 
 Bari, 10 luglio 2012 - Centrale elettrica di Cerano. Loredana Capone alla posa della prima pietra del carbonile coperto: “Chiediamo il federalismo energetico: ai pugliesi sconto in bolletta per il surplus di energia”. “La centrale Enel di Cerano è il polo più importante in Italia per la produzione di energia elettrica. Grazie a questa centrale e alle fonti rinnovabili per le quali la Puglia vanta numeri da primato, oggi produciamo quasi il doppio del nostro fabbisogno. Per questo torniamo a chiedere con maggiore insistenza il federalismo energetico. I pugliesi hanno diritto ad uno sconto sulla bolletta perché il surplus di energia prodotto nel loro territorio viene speso a vantaggio di altre regioni, mentre ai pugliesi restano i costi ambientali”. Sono queste le parole con le quali la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone il 6 luglio ha portato il saluto della Regione Puglia all’evento di posa della prima pietra del carbonile coperto nella centrale Federico Ii di Cerano. Si tratta di un investimento da 120 milioni di euro, fortemente richiesto dagli enti locali a salvaguardia dell’ambiente, la cui costruzione si svolgerà nell’arco di 39 mesi. “La centrale di Cerano – ha detto la vicepresidente – è stata vista all’epoca della sua costruzione come un monumento, infatti è stata intitolata a Federico Ii, ma questo monumento è risultato troppo impattante per le comunità locali, per questo chiediamo ad Enel responsabilità sociale di impresa e rispetto per l’ambiente. Fortunatamente abbiamo riscontrato da parte della società disponibilità al dialogo con le istituzioni locali. Oggi domandiamo ad Enel di impegnarsi sempre di più in questo dialogo e di investire in tal senso”. Loredana Capone ha poi ricordato il grande impegno della Regione Puglia nella promozione delle fonti rinnovabili. “Da anni – ha sottolineato - auspichiamo un piano per l’energia da parte del governo fino al 2025, come ha fatto la Germania, purtroppo ad oggi questo non è avvenuto. Nel frattempo la Puglia ha moltiplicato di anno in anno la produzione di rinnovabili tanto che abbiamo chiesto ad Enel di ampliare la rete per sostenere le connessioni. Per farlo la società ha progettato investimenti da 35milioni di euro. Allo stesso tempo la copertura di carbonile risponde alle esigenze di salute e di tutela dell’ambiente avvertita dalle comunità locali. Per il futuro chiediamo ad Enel altri investimenti in ricerca che portino nuove opportunità nel territorio”.  
   
   
DECISA FLESSIONE DEL MERCATO DEL CREDITO ALLE FAMIGLIE NEL 2011 E NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2012 CALANO LE EROGAZIONI DI MUTUI IMMOBILIARI PER ACQUISTO DI ABITAZIONI (-47% NEL PRIMO TRIMESTRE 2012)  
 
Bologna e Milano, 10 luglio 2012 - Secondo la trentaduesima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, nel corso del 2011 e nel primo trimestre del 2012 si è assistito a una decisa flessione del credito alle famiglie. In uno scenario di criticità sul mercato del lavoro e di contrazione del reddito disponibile reale, le famiglie italiane hanno infatti evidenziato una sostanziale cautela nell’affrontare acquisti, soprattutto se di beni durevoli di valore elevato, e investimenti per l’acquisto di immobili. Le politiche di offerta di credito, allo stesso tempo, si sono mantenute selettive a causa dei vincoli e dei costi del funding, dei più stringenti requisiti di capitale e della elevata attenzione da parte degli Istituti alla rischiosità della clientela. L’andamento del credito al consumo - Nel corso del 2011 si è assistito a una conferma del trend negativo delle erogazioni del credito al consumo (-2,2%), che diventa più marcato nella seconda parte dell’anno e si consolida ulteriormente nel corso del primo trimestre 2012 (-11% rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente). Debole anche l´evoluzione delle erogazioni nei maggiori paesi europei, ad eccezione della Germania che, come di consueto, mostra un andamento anticiclico. In un contesto caratterizzato dalla perdurante incertezza derivante dalla crisi economica e finanziaria ancora irrisolta e da un clima di fiducia che resta su valori minimi, le famiglie italiane hanno limitato i consumi e si sono dimostrate molto prudenti nell´accensione di nuovi finanziamenti; in particolare, i consumi di beni durevoli, per l´acquisto dei quali più frequentemente si ricorre ad un finanziamento, hanno registrato una netta contrazione, mostrando una flessione in linea con quella rilevata per i flussi di credito al consumo. Il comparto dei prestiti finalizzati all´acquisto di autoveicoli e motocicli erogati ai privati presso i concessionari ha chiuso il 2011 con un calo del valore finanziato pari a -9,9% che si è acuito assestandosi a -19,8% nel primo trimestre 2012, scontando il crollo delle immatricolazioni verso soggetti privati. L’evoluzione delle erogazioni di finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, ed altri beni e servizi finanziabili) risulta negativa nel 2011 (-5,8%) e nel I trimestre 2012 (-11%), dopo il risultato positivo del 2010 (+4,7%). I prestiti personali, che hanno chiuso il 2011 con una crescita delle erogazioni (+4,3% rispetto al 2010), sebbene mostrino una decisa contrazione dei flussi (-12,3%) nel primo trimestre 2012, si confermano come prodotto "core" per gli operatori. Il loro collocamento, nell´ottica di contenimento del rischio, avviene sempre più attraverso il “canale bancario” e tramite gli sportelli degli operatori specializzati, mentre si riduce il ruolo di agenti e brokers. Il maggior utilizzo del canale bancario si riscontra anche per l´erogazione dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione (Cqs/cqp): in tale comparto si è assistito infatti ad una forte diminuzione dell´attività di concessione di plafond ad operatori mandatari e di acquisto di crediti da terzi, a seguito della profonda riorganizzazione del business in atto a partire dal 2009 ed alla conseguente scelta di collocare il prodotto principalmente attraverso i canali diretti. Gli strascichi di tale processo si sono riflessi ancora nell´evoluzione delle erogazioni: nel 2011 la Cqs hanno registrato un marcato calo (-9%) ed ha proseguito nel trend negativo anche nel primo trimestre del 2012 (-11,9%). Infine, il comparto delle carte rateali/opzione, dopo la sostanziale stabilità del 2011 (+0,5% rispetto al 2010), fa registrare, nel corso del primo trimestre 2012, una leggera crescita dei flussi di credito veicolati (+1,7%). Tale evoluzione è attribuibile alla dinamica delle carte opzione, spesso caratterizzate da un utilizzo prevalentemente a saldo, che si mantengono su un percorso di crescita, mentre i volumi movimentati con le carte rateali risultano in contrazione. La maggior tenuta del comparto carte è legata anche al fatto che le transazioni avvengono per finanziare acquisti di beni e servizi di consumo di valore contenuto, garantendo piani di rimborso meno impegnativi per le famiglie. Tale fenomeno è inoltre da associarsi al sempre maggior utilizzo di strumenti alternativi al contante per effettuare i pagamenti. L’andamento dei mutui immobiliari - A partire dalla seconda metà del 2011 il mercato dei mutui alle famiglie ha evidenziato un progressivo rallentamento, riflettendo il peggioramento sia del clima di fiducia sia delle prospettive sul mercato degli immobili residenziali; a scoraggiare la richiesta di finanziamenti per la casa potrebbe aver concorso anche l’aumento dei tassi di interesse applicati ai nuovi contratti. L’irrigidimento dei criteri di concessione è legato soprattutto alle tensioni sul funding che hanno riflesso l’acuirsi della crisi del debito sovrano. In questo scenario, i flussi di nuove erogazioni finalizzate all’acquisto di abitazioni nel 2011 hanno evidenziato una contrazione pari al -9,1% rispetto all’anno precedente, che è aumentato fino al -47% nei primi tre mesi del 2012. Sono soprattutto gli altri mutui (mutui per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione) a subire una flessione netta: dopo il -24,9% del 2011, nei primi tre mesi del 2012 fanno registrare una contrazione delle erogazioni pari a -80% rispetto allo stesso periodo del 2011. Tale risultato è dovuto principalmente al crollo delle surroghe, operazioni naturalmente poco attraenti e dunque non richieste in fase di tassi in crescita. Il permanere di un atteggiamento di massima cautela nelle politiche di offerta e nei comportamenti delle famiglie è testimoniato anche dalla bassa quota di mutui con Loan to Value ratio oltre l’80% dell’immobile finanziato, che nel 2011 ha riguardato appena il 5% circa dei flussi totali dopo l’11% raggiunto nel periodo antecedente la crisi e dall’aumento della quota di nuovi mutui con durata superiore a 26 anni (pari al 42% del totale). Inoltre, il clima di incertezza ha spinto le famiglie a scegliere soluzioni e formule che le tutelino contro eventuali futuri innalzamenti dei tassi: stanno infatti aumentando le quote dei mutui a tasso misto e a tasso fisso (entrambe al 27% nei primi tre mesi del 2012). Tuttavia, circa il 50% delle erogazioni complessive nel 2011 e il 46% nel primo trimestre 2012 risulta essere ancora stipulato a tasso variabile, favorito dai tassi di mercato di riferimento che si sono mantenuti su livelli contenuti. L’analisi della rischiosità - Nel periodo di rilevazione il rischio di credito è risultato pressoché stabile: il tasso di default del mercato del credito alle famiglie (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione), considerato nel suo complesso (mutui immobiliari e credito al consumo) segue un trend di contrazione nel 2011 e si stabilizza al 2,1% a fine marzo 2012. Infatti, la maggiore selettività della domanda e dell’offerta, insieme alla proroga della moratoria fino a luglio 2012, hanno contribuito a contenere il flusso delle nuove sofferenze del credito al dettaglio. Per quanto riguarda il comparto del credito al consumo, il tasso di default si è stabilizzato intorno al 2,2%. L’analisi di lungo periodo mostra comunque un livello di rischiosità ancora superiore rispetto a quanto registrato all’inizio del 2007, prima della lunga crisi economico-finanziaria, quando il tasso di default del credito al consumo si attestava all’1,8%, per poi salire al 2,1% già a fine 2007. Anche gli indicatori di rischio nel segmento dei mutui immobiliari mostrano un trend di stabilità alla fine del 2011, confermato anche nel primo trimestre del 2012 e prevalentemente legato alla proroga della moratoria, il cui obiettivo è quello di garantire ulteriore appoggio alle famiglie in difficoltà. Nello specifico, il tasso di default a settembre 2011 si è attestato all’1,6%, livello che rimane invariato per i trimestri successivi (sempre 1,6% a marzo 2012). In un’analisi di lungo periodo, anche in questo caso si segnala il permanere di un gap con il punto minimo della serie identificato agli inizi del 2007 che mostrava un tasso di default pari all’1%, già salito all’1,2% alla fine di quell’anno, con il progressivo manifestarsi della crisi economico-finanziaria. Al contenimento della rischiosità nel comparto dei mutui ha contribuito anche l’elevata quota di mutui in essere a tasso variabile, che rappresentano circa il 70% del totale, indicizzati all’Euribor, che si è mantenuto su livelli molto bassi. Le prospettive - Negli ultimi anni il difficile scenario macroeconomico e finanziario ha determinato una sostanziale diminuzione del reddito disponibile in termini reali e una erosione della propensione al risparmio delle famiglie. Nei prossimi anni l’evoluzione del credito sarà pertanto condizionata da un lato dalla debolezza delle condizioni finanziarie delle famiglie - che penalizzate dagli effetti della manovra di correzione dei conti pubblici e di fronte a prospettive ancora incerte, potrebbero rimandare ulteriormente i progetti di investimento e contrarre le spese dei consumi finanziabili - dall’altro dalle criticità sul fronte del funding, in un contesto in cui si è resa esplicita nel medio periodo la “dipendenza” dal finanziamento dalla Banca Centrale Europea. La lunga fase di incertezza sui tempi di rientro della crisi del debito sovrano incorporata nello scenario, infatti, alimenterà le difficoltà di finanziamento degli operatori sui mercati interbancari e all’ingrosso e contribuirà a mantenere i costi di raccolta più elevati per gli operatori italiani anche sul mercato retail. A fronte di prospettive di ripresa economica modeste, lo scenario delineato nei prossimi anni si caratterizza, quindi, per una domanda di credito ancora molto debole e per politiche di offerta particolarmente selettive, orientate al mantenimento della qualità del credito e alla necessità di conseguire il rafforzamento patrimoniale. Diventa, di conseguenza, fondamentale per gli operatori la “conoscenza” del cliente, che potrebbe migliorare la gestione della rischiosità in fase di erogazione e aumentare la capacità di cogliere e finanziare i nuovi bisogni delle famiglie. In questo contesto, si prevede che le consistenze di credito al consumo alle famiglie registreranno una riduzione significativa nel corso del 2012 (-2,7%), in leggera attenuazione nel 2013 (-1,4%). Solo nel 2014 con il lento riattivarsi della spesa delle famiglie le consistenze di credito al consumo dovrebbero ritornare a crescere pur se a ritmi modesti (+1,4%). Anche per quanto riguarda il mercato dei mutui, la crescita delle consistenze è attesa in progressivo rallentamento, arrestandosi alla fine del 2012 (+0,3%), riflettendo criteri di concessione del credito selettivi e la riduzione della domanda associata alla debolezza del mercato immobiliare. Nel biennio 2013-2014 i prestiti per acquisto di abitazioni dovrebbero riprendere un modesto trend di espansione dello stock (rispettivamente +1,3% nel 2013 e +1,5% nel 2014), in linea con una domanda ancora contenuta e una lenta ripresa del mercato immobiliare, confermando prospettive di evoluzione significativamente più contenute rispetto alla fase pre-crisi. A fronte del difficile contesto macroeconomico nazionale e, soprattutto dei riflessi che questo avrà sui bilanci delle famiglie, la rischiosità del credito al dettaglio nel prossimo triennio è prevista in crescita.  
   
   
ITEA SPA: UN NUOVO BANDO DI RICERCA IMMOBILIARE SCADENZA PRESENTAZIONE DOMANDE GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE  
 
Trento, 10 luglio 2012 - L’avviso pubblico di ricerca immobiliare è mirato ad edifici composti da minimo 4 a massimo 25 alloggi nei comuni di Trento e Rovereto. Vari i requisiti richiesti, tra cui superficie utile non inferiore a 35 mq, immobile autonomo “cielo-terra”, categoria catastale A/2 e classe energetica B. Un’indagine di mercato volta a individuare gli interventi immobiliari che potranno essere oggetto di acquisizione da parte del costituendo Fondo immobiliare Housing sociale Trentino. E’ questo, in sintesi, il contenuto e la finalità dell’incarico che Itea Spa ha ricevuto dalla Provincia Autonoma di Trento e che ora si traduce nella pubblicazione dell’avviso di ricerca immobiliare. L’oggetto della ricerca? Edifici in corso di realizzazione, edifici esistenti o di nuova realizzazione siti nei comuni di Trento e Rovereto e rispondenti a determinate caratteristiche. Ecco le principali. È richiesta come condizione inderogabile l’acquisizione d’interi edifici “cielo terra” che non presentino vincoli pregiudizievoli che ne diminuiscano l’usufruibilità o il valore; edifici con minimo 4 e massimo 25 unità abitative; gli alloggi dovranno avere una superficie utile abitabile non inferiore a 35 mq; essere dotati di opere e finiture non di lusso (categoria catastale A/2); rispondere ai requisiti minimi obbligatori di prestazione energetica previsti dall’attuale quadro normativo provinciale con un livello minimo per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria corrispondente alla classe B; altri requisiti specificati nel bando. “Su incarico della Provincia autonoma di Trento – ha dichiarato la presidente Aida Ruffini - la nostra Società ha pubblicato questa indagine di mercato ai fini della predisposizione del piano di acquisizione immobiliare per il Fondo Housing Sociale Trentino. Ricevute le offerte, Itea provvederà ad una prima verifica di rispondenza e trasferirà le stesse al Servizio politiche sociali e abitative della Provincia Autonoma di Trento. La Società di Gestione Risparmio, che sarà incaricata della gestione del Fondo – ha proseguito la presidente - valuterà le offerte, adotterà in piena autonomia le decisioni sulle proposte medesime e potrà richiedere la documentazione ritenuta idonea a tale scopo.” Le proposte redatte sulla scheda tecnica scaricabile dal sito della Società, e accompagnate dalla documentazione richiamata nella modulistica, dovranno pervenire al Settore Tecnico di Itea Spa entro il 13 settembre 2012. Le domande giunte oltre tale termine, o non rispondenti ai requisiti richiamati od effettuate da intermediari non saranno prese in considerazione. Il testo dell’avviso e delle relative note informative, è consultabile alla voce “Immobiliare – Itea cerca” del sito www.Itea.tn.it e/o richiedibile al numero 0461/803166, con fax al numero 0461/803117, o con e-mail avvisi@itea.Tn.it.  
   
   
PARTE IL PROGETTO PILOTA "COHOUSING. IO CAMBIO STATUS" UNA SPERIMENTAZIONE PER SOSTENERE I GIOVANI CHE STANNO TRANSITANDO ALL´ETÀ ADULTA  
 
 Trento, 10 luglio 2012 - Su proposta del Presidente Dellai, la giunta provinciale ha approvato il 6 luglio il progetto pilota denominato "Cohousing", un nuovo strumento che ha l´obiettivo di favorire il delicato processo di transizione all´età adulta nei giovani tra i 18 e i 29 anni che siano impegnati in lavori occasionali e senza prospettive significative, facendo loro vivere un´esperienza di coabitazione e di confronto con le tematiche legate a temi sociali, culturali e politici. "Cohousing. Io cambio status" è il titolo del progetto sperimentale che vede tra i soggetti realizzatori la Scuola di preparazione sociale, la Fondazione Comunità Solidale, la Cooperativa sociale Progetto 92, la Cooperativa sociale Villa S. Ignazio, l´Associazione provinciale per i problemi minorili, che saranno coordinati dall´Agenzia per la Famiglia, la natalità e le politiche giovanili, mentre un Tavolo istituzionale sarà il luogo di confronto generale sull´intero progetto. Il Tavolo istituzionale sarà composto da strutture organizzative provinciali competenti, dal Forum Trentino delle associazioni familiari, da associazioni giovanili, dai soggetti realizzatori, da altre autorità pubbliche e organizzazioni private, mentre la segreteria del Tavolo è garantita dall´Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili. Il progetto pilota, che avrà una durata biennale, offrirà ai giovani la possibilità di vivere in una comunità, e quindi in autonomia dalla propria famiglia, alcune opportunità di crescita, coabitando con altri giovani, lavorando e ricercando la propria strada professionale. Destinatari del "Cohousing" saranno 20-25 giovani dai 18 ai 29 anni, selezionati mediante bando, che siano residenti in provincia di Trento da almeno tre anni e che risultino impiegati in lavori occasionali. Verranno infatti organizzati e proposti momenti di formazione-confronto circa le opportunità e i limiti che offre il co-housing, nonché percorsi di facilitazione-comunicazione e incontro sui temi della regolamentazione interna e del rapporto con l´esterno, sia riguardo all´esperienza del co-housing, sia in relazione al rapporto con la comunità cittadina. Sono altresì previsti la co-progettazione degli spazi comuni, la co-costruzione di un sistema di gestione della convivenza e la coabitazione, l´accompagnamento e la supervisione del gruppo che abiterà la struttura, garantendo un supporto nella gestione degli eventuali conflitti, l´accompagnamento nello sviluppo delle potenzialità del gruppo nel supportare percorsi individuali formativi e professionali, l´accompagnamento nello sviluppo di reti e network utili per l´inserimento lavorativo e nelle reti di impegno civico. Saranno ideati e realizzati eventi per azioni di cittadinanza attiva a livello di gruppo, percorsi formativi e di sviluppo di nuova imprenditoria in collegamento con le attività incontrate nello sviluppo dei network e sarà sviluppato infine un modello di organizzazione e di valutazione dei percorsi per quel che riguarda la gestione dello spazio misto e le esperienze condivise.  
   
   
SISMA/EMILIA, RIMOZIONE DELLE MACERIE AGEVOLATA SOLO SE DISPOSTA DAL SINDACO  
 
Bologna, 10 luglio 2012 - Risulta che nei territori colpiti dal sisma vi siano ditte private che si propongono per il servizio di rimozione delle macerie. A tale proposito la Regione precisa che tale attività - se compiuta su esclusiva iniziativa dei privati - non potrà trovare alcuna copertura economica, né usufruire delle norme semplificate previste dal decreto 74/2012. Le operazioni di raccolta, trasporto e smaltimento/recupero delle macerie prodotte dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici e privati e dalle attività di demolizione e abbattimento degli edifici pericolanti - per poter usufruire della prevista copertura economica nel rispetto della sicurezza dei cittadini e degli operatori - devono essere realizzate secondo le modalità illustrate nella circolare n. 2 del Commissario delegato presidente Vasco Errani. Tali modalità prevedono che sia il Sindaco a disporre, con il supporto del Gestore pubblico del Servizio dei rifiuti urbani (in ogni Comune è stato individuato un referente), la raccolta delle macerie. La Regione precisa anche che in tutti i Comuni colpiti dal terremoto sono stati predisposti programmi di rimozione delle macerie. Sono altresì pienamente operativi gli impianti di stoccaggio e trattamento individuati dal decreto 74/2012. La copertura dei costi complessivi delle operazioni è assicurata dal fondo di Protezione civile e dagli altri fondi che si renderanno disponibili.  
   
   
VISITA DI ROSSI AI LAVORI PER L’ARGINE, ENTRO FINE SETTEMBRE L’ABITATO DI AULLA SARÀ AL SICURO  
 
Aulla, 10 luglio 2012 – “Vedo che le cose vanno avanti e che in tutti i settori i lavori procedono. Il 7 luglio a Mulazzo e ad Aulla ho visto i risultati di un impegno fortissimo del Genio civile e dell’Unione dei Comuni, opere realizzate bene e in tempi congrui. Ad Aulla sono partiti i lavori per l’argine, sarà alto tre metri, non possiamo rischiare che prima o poi venga scavalcato dall’acqua. Lo renderemo fruibile e realizzeremo anche un parco fluviale”. Entro fine settembre l’abitato di Aulla sarà messo al sicuro da ondate di piena. E’ questa la prima, fondamentale notizia del sopralluogo effettuato questa mattina dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sui cantieri della ricostruzione in Lunigiana. Il presidente, che è commissario per la ricostruzione, ha potuto visionare di persona l’avvio dei lavori sull’argine; in questa fase la ditta appaltante dovrà consolidare il parapetto dell’argine per un tratto di 2 km, e questo consentirà, sin dal prossimo autunno, di difendere l’abitato di Aulla dalle piene del Magra. “Tra una quindicina di giorni – ha spiegato ancora Rossi – presenteremo i progetti per i tre nuovi ponti, mentre provvederemo alla risagomatura del fiume, in accordo con le autorità preposte e dopo avere realizzato la valutazione di impatto ambientale. Riconferiremo a tutto il bacino un assetto più naturale”. Il presidente ha anche presentato il progetto per il nuovo complesso scolastico (20 milioni e mezzo per scuola materna, elementare, media e palestra), per le case popolari (5 milioni) e per il nuovo distretto della Asl (6 milioni e mezzo). “Stiamo realizzando – ha detto il presidente – la ricostruzione importante di un pezzo di Aulla”. Prima di raggiungere Aulla, stamani il presidente è stato anche a Mulazzo: qui, dopo l’apertura del guado, avvenuta un mese fa, l’attesa della popolazione si concentra sul ripristino dell’area di piazza dei Caduti, uno dei luoghi simbolo dell’alluvione di ottobre. Da alcuni giorni, anche qui l’intervento di risistemazione e messa in sicurezza ha preso il via. Segnali importanti, questi, cui corrispondono molte altre opere di ricostruzione i cui lavori stanno sono partiti o stanno per farlo: strade, ponti, opere idrauliche necessarie perché il ritorno alla normalità sia compiuto, nel segno della sicurezza. Vediamo in dettaglio queste opere. Argine di Aulla - Da una decina di giorni è cominciato il lavoro di realizzazione del nuovo argine, una delle opere più importanti della ricostruzione in Lunigiana. In questa prima fase verrà consolidato tutto il parapetto esistente in un tratto corrispondente all’abitato di Aulla, dal ponte sull’autostrada a quello per Podenzana, con l’obiettivo di fa fronte a eventi definiti tecnicamente “con tempi di ritorno superiori al centennale”, eventi cioè che, secondo le statistiche, possono verificarsi ogni cento anni. Per questa prima fase il contratto prevede che l’opera venga completata dalla ditta appaltante entro 90 giorni della consegna dei lavori, avvenuta lo scorso 27 giugno. La costruzione dell’argine prevederà altre due fasi che temporalmente, si intersecheranno l’una nell’altra: la seconda riguarda lo spostamento di tutti i servizi posizionati vicino al parapetto (acquedotto, rete fognaria, cavi di telefono, luce, gas) e quindi, terza fase, il rialzo del parapetto di un metro e mezzo circa per difendere Aulla da un evento “con tempo di ritorno di 200 anni”. Entro un anno tutto questo complesso di lavori sarà concluso. I lavori di messa in sicurezza di Aulla, cui si aggiungeranno gli interventi sull’argine nella periferia (quartiere Matteotti), e a Podenzana avranno un costo complessivo di 8 milioni di euro. Lavori idraulici a Mulazzo e negli altri comuni della Lunigiana - Sono cominciati i lavori in piazza dei Caduti di Mulazzo, non solo per rimarginare le gravissime ferite inferte dall’alluvione ma soprattutto per mettere in sicurezza l’area sotto il profilo del rischio idraulico. I lavori consistono, da una parte nel consolidamento della piazza, dall’altra nell’allargamento dell’adiacente Rio del Frantoio, che era stato all’origine dell’imponente movimento franoso dell’ottobre scorso. In questi giorni sono stati consegnati anche tutti gli altri lavori che riguardano la regimazione idraulica del resto dell’abitato di Mulazzo e di quello della frazione di Montereggio. Sono interventi per complessivi 3 milioni di euro. Parallelamente stanno per partire altri lavori legati alla difesa del suolo che consistono nel consolidamento di frane e in interventi per ridisegnare alcuni corsi d’acqua. Sono ormai prossimi all’appalto i lavori nei comuni di Tresana, Zeri e Licciana Nardi, in fase di avanzata progettazione a Villafranca e Pontremoli. Attualmente, tra tutti gli interventi di ricostruzione che riguardano la difesa del suolo oltre l’80% sono o finiti, o consegnati alle ditte o in fase di consegna, il restante 20% è in fase di progettazione. Strade - Due cantieri sono in dirittura d’arrivo: riguardano la sistemazioni di due strade comunali nel comune di Mulazzo, la Busatica-castagnetoli (qui sono stati effettuati lavori di ripristino della sede stradale) e la Pozzo-montereggio (messa in sicurezza). E’ ormai imminente l’avvio dei lavori per il ripristino della Strada provinciale del Cirone (che collega il pontremolese con l’alta val Parma), della strada provinciale 36 di Arzelato e della Strada provinciale 37 Pontremoli-zeri (quest’ultima, con un primo intervento avvenuto nei mesi scorsi è stata riaperta a senso unico alternato). Per tutte e queste tre opere sono state approvate le progettazioni esecutive ed è in corso l’iter per l’aggiudicazione dei lavori (costo complessivo 2,5 milioni di euro). Ad agosto, quindi, partiranno i cantieri. Per diversi altri interventi sulle strade della Lunigiana è in fase di completamento la progettazione esecutiva: così per la Strada provinciale 38 di Succisa, per la provinciale 34 di accesso a Filattiera e per la Provinciale 31, la strada di fondovalle che costeggia il Magra, dove sono previsti due interventi a Pietrabianca (Mulazzo) e Pieve di Saliceto (Pontremoli). In tutti questi casi tra fine agosto e la prima parte di settembre partiranno i lavori. Ponti - Lunedì prossimo terminerà la a gara per l’assegnazione dell’incarico di progettazione dei tre ponti distrutti dalla furia dell’alluvione, quelli di Castagnetoli, Stadano, Mulazzo. A ruota potrà partire la progettazione definitiva. Per quanto riguarda i due ponti gravemente lesionati, entro la fine di questo mese inizieranno le azioni di verifica sulle condizioni del trave del ponte di Santa Giustina nel comune di Pontremoli (il progetto per condurre la verifica è stato infatti ultimato). Se l’esito del lavoro di sollevamento del trave dovesse essere positivo, i tempi per il riutilizzo del ponte saranno molto rapidi. Per il ponte di Villafranca, anch’esso gravemente danneggiato, a fine settembre sarà disponibile il lavoro di progettazione dell’intervento per il ripristino.  
   
   
RAPPORTO APPALTI 2011, IN UMBRIA SI VEDONO GLI EFFETTI DELLA CRISI  
 
Perugia, 10 luglio 2012 - “Gli effetti della crisi che ha colpito l’Italia e ovviamente l’Umbria si vedono benissimo dai numeri che scaturiscono dal rapporto relativo agli appalti dei lavori pubblici del 2011 nella nostra regione. Se non ci fossero stati gli appalti delle due piastre logistiche di Città di Castello e di Terni-narni-amelia, realizzati dalla Regione dell’Umbria per un importo pari a circa 32 milioni di euro e l’appalto per la trasformazione dell’area del vecchio Policlinico di Perugia “Monteluce per circa 29 milioni di euro, promosso da Regione Umbria, Comune di Perugia, Università degli Studi ed Asl mediante Fondo Umbria - comparto Monteluce, il fondo immobiliare ad apporto pubblico cioè al quale era stata conferita l’area interessata dai lavori e la cui trasformazione è gestita da Bnp Paribas, la situazione dello scorso anno sarebbe veramente drammatica. Registriamo comunque oltre 280 interventi in meno rispetto al 2010 ed il totale degli interventi appaltati è superiore di circa 10 milioni di euro proprio in virtù dei tre “grandi” appalti prima citati”. E’ questo il commento dell’assessore regionale alle opere pubbliche Stefano Vinti in merito al rapporto annuale sugli appalti pubblici pubblicato dall’Osservatorio regionale dei contratti pubblici della Regione Umbria. “Il taglio drastico dei trasferimenti statali effettuati dai Governi nazionali in questi anni chiaramente ha provocato l’altrettanto drastica riduzione del lavoro nella nostra regione e le previsioni per gli anni successivi non sono per niente incoraggianti ed è per questo motivo che continuiamo a chiedere al governo nazionale interventi decisi ed importanti per la crescita e lo sviluppo dando impulso agli investimenti”, conclude Vinti. Nel 2011 in Umbria sono stati aggiudicati o affidati oltre 558 milioni di euro di contratti di interesse comunale, provinciale e regionale. Il 46 per cento pari ad oltre 258 milioni per il settore dei servizi, il 39 per cento pari ad oltre 216 milioni per lavori ed il 15 per cento, pari a circa 94 milioni per forniture. Nel settore dei lavori pubblici, secondo quanto si ricava dal Rapporto dell’Osservatorio, gli appalti di importo superiore a 150 mila euro realizzati da comuni province e regione, sono stati 198 (nel 2010 erano 233). Oltre il settanta per cento, con 142 interventi per un importo totale a base d’asta di 108 milioni in provincia di Perugia e 56 interventi per un importo di circa 57 milioni in provincia di Terni. Gli appalti di interesse nazionale (effettuati cioè da soggetti con sede legale fuori dalla regione Umbria) sono stati 81 per un importo complessivo di circa 110 milioni di euro. “In questo caso, sottolinea l’Assessore Vinti, i numeri sono positivi, visto che rispetto al 2010 c’è stato un aumento di 40 appalti ed un impegno finanziario maggiore di circa 35 milioni di euro. Qui pesa, oltre all’intervento di Monteluce, anche l’appalto dell’Italferr relativo ai lavori di completamento del raddoppio della linea ferroviaria Orte-falconara per circa 38 milioni di euro”. Una sezione del Rapporto fornisce anche i dati relativi alle imprese che si sono aggiudicate gli appalti. Emerge che nel 2011 le imprese umbre hanno ottenuto 122 appalti (61,62 per cento) per un importo di oltre 58 milioni di euro (35,58 per cento). A seguire le imprese provenienti dalla Regione Campania con 19 appalti pere circa 13 milioni di euro e quindi quelle del Lazio, 17 appalti per 27 milioni e 500 mila euro. Il ribasso maggiore, sempre secondo il Rapporto, si è registrato in un appalto della Comunità Montana Umbria Nord che ha ottenuto il 52,8 per cento. Tre appalti hanno superato il 50 per cento di ribasso, 16 appalti hanno superato il 40 per cento e 129 hanno registrato un ribasso superiore al 20 per cento.  
   
   
TORINO - RUSSIA: AUTO E NON SOLO  
 
 Torino, 10 luglio 2012 – Da Ieri al 12 luglio 5 aziende piemontesi partecipano alla missione imprenditoriale in Russia, per la prima volta finalizzata a incontrare case costruttrici di trattori e macchine agricole (Concern Tractor Plants e Petersburg Tractor Works), oltre a Kamaz, produttore di camion. L’iniziativa è organizzata da From Concept to Car - progetto della Camera di Commercio di Torino gestito dal Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte) ideato per promuovere all’estero le eccellenze del settore auto piemontese. Dal 28 al 31 agosto From Concept to Car tornerà a Mosca con 4 imprese a Interauto, in Russia il più importante salone dell´auto e della componentistica Oem. Negli stessi giorni, dal 27 al 30, sempre a Mosca e sempre accompagnate da Ceipiemonte su incarico della Camera di Commercio di Torino, altre 7 imprese piemontesi saranno protagoniste ad Automechanika - Mims, una piattaforma che richiama nella capitale i protagonisti dell’aftermarket internazionale. “Con il produttore di camion Kamaz abbiamo avuto modo di collaborare più volte dal 2008 ad oggi, con iniziative che hanno portato all’acquisizione di una commessa del valore di 2,5 milioni di euro, a 2 joint venture in fase di definizione e a 7 trattative in corso - spiega Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio di Torino -. Ora, per la prima volta, allarghiamo il raggio d’azione andando a coinvolgere anche i produttori di macchine agricole. Molte aziende infatti hanno diversificato la propria produzione ampliandola dai componenti per camion a quelli per il settore agricolo che mediamente è caratterizzato da dimensioni analoghe. Non si ferma poi l’attività più strettamente legata al mondo dell’auto sul mercato russo, con la partecipazione a 2 importanti saloni a fine agosto”. “Oggi il comparto agroalimentare in Russia è oggetto di un costoso processo di ristrutturazione e ammodernamento e il Paese risulta tra quelli con il più alto fabbisogno di mezzi meccanici e attrezzature per lavorare la terra. Secondo i dati di Rosagromasch, l’associazione dei costruttori russi di macchine agricole, nel 2011 le vendite di trattori sul mercato locale hanno raggiunto 37.000 unità, con un incremento del 76,3% rispetto al 2010. Uno scenario che apre interessanti opportunità ai nostri produttori di componenti” precisa Giuseppe Donato, presidente di Ceipiemonte.  
   
   
ARTIGIANATO: SICILIA, CRIAS DELIBERA FINANZIAMENTI PER 8 MILIONI  
 
Palermo, 10 luglio 2012 - Il commissario straordinario della Crias, Mariella Amoroso, nella seduta del 6 luglio ha provveduto a deliberare lo sblocco di somme pari a poco piu´ di 8 milioni di euro in favore di piccole e medie imprese artigiane. Ne da´ notizia l´assessore regionale alle Attivita´ produttive, Marco Venturi. Era stato proprio Venturi a proporre la nomina del commissario straordinario per la Crias, ratificata dalla giunta nella seduta del 21 giugno scorso. Il commissario della Crias ha approvato 216 pratiche per complessivi 8 milioni 150 mila euro. Ecco il riparto specifico delle somme sbloccate: 54 pratiche di finanziamenti medio termine per un ammontare complessivo di € 3.600.000; 67 finanziamenti per la formazione di scorte per un ammontare complessivo di € 1.600.000; 35 pratiche (credito di esercizio per imprese dell´autotrasporto per 1 milione 300 mila euro; 60 pratiche di finanziamenti per le scorte in agricoltura per un importo di € 1.650.000. "Si tratta di risorse a valere sul Fondo unico a gestione separata, sbloccato ai primi del mese scorso, su cui pero´ la Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane - aggiunge Venturi - non aveva potuto emettere i finanziamenti in mancanza dell´organismo deliberante". Venturi aveva disposto la proposta di commissariamento dopo avere raccolto le sollecitazioni provenienti dalle associazioni di categoria degli artigiani.  
   
   
START CUP PUGLIA: +65% DI PARTECIPANTI RISPETTO AL 2011  
 
 Valenzano, 10 luglio 2012 - Le competizioni tra piani di imprese innovativa stanno diventando prepotentemente di moda. Sarà perché l’enfasi posta dai mezzi di comunicazione su questo genere di gare è in crescita, quasi a voler controbilanciare i dati sconfortanti sulla disoccupazione giovanile; sarà perché intercettano l’esigenza sempre più diffusa nelle nuove generazioni di attivarsi autonomamente per immaginare un proprio futuro professionale in ambiti innovativi. Anche in Puglia il fenomeno si afferma ogni anno in maniera più rilevante. La Start Cup Puglia, infatti, è ormai un marchio sempre più noto. Organizzata dall’Arti, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, su incarico della Regione Puglia e in collaborazione con le cinque università e le strutture di Cnr ed Enea presenti sul territorio, la quinta edizione della competizione ha fatto registrare un balzo in avanti del numero di partecipanti, tra aspiranti imprenditori e neoimprenditori. Allo scadere del termine del 5 luglio, sono stati 131 gli iscritti sul sito della gara, di cui 81 hanno presentato una business idea e ben 63 hanno proposto un business plan completo. Dunque, rispetto alle 38 compagini in gara nel 2011, un incremento del 65%. “È un segnale che riteniamo importante e che dà anche il senso di quanto stia diventando più diffusa la consapevolezza dell’esigenza di promuovere l’autoimprenditorialità, soprattutto nei settori più innovativi, come strumento potente di contrasto alla disoccupazione giovanile. Un ruolo importante in questa crescita – dichiara la presidente dell’Arti, Giuliana Trisorio Liuzzi - è stato giocato dalle attività di affiancamento e addestramento alla scrittura del business plan, che sono state offerte gratuitamente dall’Arti ad una cinquantina di quanti si erano iscritti sul sito della competizione a partire dal 3 maggio scorso: in particolare 40 soggetti hanno partecipato alle attività di accompagnamento e 16 hanno beneficiato di tutoraggi individuali”. Quest’anno, la Start Cup Puglia prevede nel proprio regolamento che i piani d’impresa partecipanti concorrano all’interno di quattro categorie, le stesse adottate dal Premio Nazionale per l’Innovazione. I 63 business plan iscritti alla gara, che adesso saranno sottoposti alla valutazione da parte della Commissione di esperti, risultano così suddivisi: 4 per la categoria Life science; 33 per Ict – Social Innovation; 11 per Agrifood – Cleantech; 15 per Industrial. Prossima tappa è la selezione che verrà operata dalla Commissione giudicatrice e che porterà i 63 partecipanti a ridursi ad una short list di dodici finalisti. Questi si affronteranno nella finale della Start Cup Puglia 2012, in programma a Bari i primi giorni di ottobre. Al vincitore di ogni categoria andrà un premio in denaro di 10mila euro; al vincitore assoluto tra i quattro, un ulteriore premio di 5mila euro. Per tutti e quattro, infine, si spalancheranno le porte del Premio Nazionale per l’Innovazione, la cui decima edizione si terrà proprio a Bari il 29 ed il 30 novembre prossimi e al quale concorreranno i vincitori di tutte le Start Cup regionali.  
   
   
VENETO: NUOVA LEGGE SU DISTRETTI PRODUTTIVI, RETI INNOVATIVE E AGGREGAZIONI D’IMPRESA  
 
 Venezia, 10 luglio 2012 - “Mi auguro che sia la bandiera di una nuova era di semplificazione e di rapporti con le imprese, in momento in cui si sente la necessità che siano accorciate le distanze tra istituzioni e mondo produttivo”. L’assessore regionale allo sviluppo economico, ricerca e innovazione Isi Coppola ha accompagnato con questo auspicio la presentazione del nuovo disegno di legge di iniziativa della giunta regionale in materia di distretti industriali, reti innovative e aggregazioni di imprese. La normative prende atto che i distretti industriali tradizionali, nella configurazione conosciuta in passato, hanno fatto il loro tempo e bisogna guardare per il futuro a nuove forme organizzative per fare sistema sul territorio e rilanciare l’economia veneta. Il motivo conduttore del lavoro svolto – ha fatto presente l’assessore Coppola – è stato quello di semplificare il più possibile soprattutto le procedure amministrative previste dalla vecchia legge in vigore, per avere una normativa semplice ed essenziale. Il nuovo testo consta infatti di poco più di una decina di articoli. L’assessore Coppola ha ricordato che la vecchia legge ha prodotto una gran numero di distretti industriali (quasi una cinquantina), alle prese però con una grande burocrazia. L’articolazione proposta nel disegno di legge prevede invece tre livelli organizzativi: i distretti industriali, le reti innovative regionali, le aggregazioni di imprese. Il tutto all’insegna della flessibilità e della snellezza. “In un momento difficile come quello attuale – ha detto l’assessore – una legge di questo tipo deve saper dare risposte al territorio e alle imprese venete”. Gli elementi caratterizzanti dei nuovi distretti industriali saranno la concentrazione imprese manifatturiere, la territorialità, la storicità, la competitività del sistema in termini di innovazione e internazionalizzazione. L’assessore ha detto che la giunta regionale ne riconoscerà un numero ridotto, probabilmente non più di una quindicina. “Soprattutto sul fronte dell’internazionalizzazione – ha aggiunto – dobbiamo presentarci con pochi distretti e ben identificati”. Le reti innovative regionali comprenderanno invece i settori nuovi dell’economia: “un mondo fresco – ha spiegato l’assessore – in evoluzione, che propone sfide di tipo diverso. Siamo i primi a introdurle”. Le caratteristiche previste sono una rete “estesa” sul territorio, riconosciuta dalla giunta regionale, con una imprenditorialità nuova o innovativa, in settori altrettanto nuovi o innovativi. Nella terza tipologia (aggregazioni di imprese), almeno tre imprese si aggregano invece per realizzare insieme un progetto, senza nessun vincolo di carattere settoriale e in maniera molto flessibile. Le forma di aggregazioni potranno essere il contratto di rete, il consorzio, la società consortile o cooperativa, le associazioni temporanee di imprese. Un salto di qualità nella nuova legge viene anche dall’introduzione di un soggetto giuridico che rappresenterà ciascun distretto industriale e rete innovativa. Sarà l’unico interlocutore con la Regione, avendo il compito tra l’altro di raccogliere le istanze delle imprese per tradurle in progetti di intervento e di sottoscrivere gli accordi di programma. Per quanto riguarda gli interventi finanziabili, questi potranno riguardare ricerca e innovazione, internazionalizzazione, infrastrutture, sviluppo sostenibile e salvaguardia ambientale, difesa dell’occupazione, sviluppo di nuova imprenditorialità, partecipazione a progetti promossi dell’Unione Europea, iniziative finalizzate al rafforzamento della competitività. Ci saranno bandi di finanziamento per tutte e tre le tipologie, con modalità “a sportello”, senza quindi date di scadenza. I progetti saranno valutati dalla Regione mano a mano che arriveranno. Solo con i soggetti giuridici rappresentanti i distretti industriali e le reti innovative regionali potranno essere sottoscritti accordi di programma. L’assessore Coppola ha concluso annunciando che a breve la Regione aprirà un bando di 5 milioni di euro con i fondi del Por (Programma Operativo Regionale) su ricerca e innovazione, che anticiperà in qualche modo lo spirito della nuova legge puntando sulle aggregazioni d’impresa.  
   
   
ATTIVITA´ PRODUTTIVE: CHIODI, 35 MLN EURO PER GRANDI IMPRESE ABRUZZESI  
 
 L´aquila, 10 luglio 2012 - 35 milioni destinati alle grandi imprese per risarcire i danni causati dal sisma. Si tratta di ulteriori interventi urgenti necessari a garantire la ripresa delle attività produttive gravemente danneggiate a seguito del sisma del 6 aprile 2009. Lo ha annunciato ieri in conferenza stampa il Presidente della Regione Gianni Chiodi presentando l´approvazione, nella seduta di giunta, di interventi in favore delle grandi imprese, alla presenza del Direttore affari della Presidenza, Antonio Sorgi. "Un contributo - ha commentato Chiodi - che costituisce una boccata d´ossigeno per le grandi imprese del cratere sismico che si aggiunge ai precedenti interventi già erogati per il sistema economico pari a circa 800 milioni di euro per una concreta ripresa economica ed occupazionale". La procedura di selezione sarà "valutativa a sportello"; le istanze saranno esaminate in base all´ordine cronologico di presentazione, facendo riferimento alla data e all´ora riportate nella raccomandata di invio. I contributi saranno concessi esclusivamente ai fini della riattivazione delle attività distrutte o danneggiate dal sisma con ripristino di almeno il 60 per cento dei livelli occupazionali. L´attività deve essere riavviata, pena la revoca del contributo, entro il 30 giugno 2013. Per le piccole e medie imprese, invece, è già stato attuato nel 2010 il bando Por e sono stati concessi ulteriori 8,8 milioni di euro che hanno interessato circa 400 imprese. Per riattivazione dell´attività produttiva si intende: il ripristino delle condizioni pre-sisma, anche, eventualmente, in un sito diverso da quello in cui era precedentemente ubicata l´attività produttiva e, comunque, nelle zone della Regione Abruzzo individuate con Decreto del Commissario Delegato e, allo stesso tempo, che l´impresa stessa sia in grado di dimostrare, laddove richiesto, mediante l´esibizione di idonea documentazione, di aver sostenuto dei costi tipici dell´attività o di aver maturato crediti in funzione della propria attività produttiva di servizio. Le domande, dovranno essere inviate, complete della documentazione richiesta, dalla data di pubblicazione del Bando sul Bura ed entro e non oltre l´ 8 settembre 2012.  
   
   
RICOSTRUZIONE: CHIODI, IMPRESE NON VERSANO IRAP IN ABRUZZO EDILIZIA, PERSI DA 35 A 50 MLN PER VERSAMENTI FUORI REGIONE  
 
L´aquila, 10 luglio 2012 - "Abbiamo perso dai 35 ai 50 milioni di euro su versamenti di imprese che operano nel campo dell´edilizia e che hanno lavorato in Abruzzo ma che, erroneamente, hanno versato l´Irap in base al proprio volume d´affari, nelle regioni in cui hanno la sede legale e non in quella in cui il reddito è stato prodotto. Di questo ho già informato i vertici dell´Agenzia dele Entrate. L´annuncio che suona come un campanello d´allarme è del Presidente della regione, Gianni Chiodi che, stamattina, ha evidenziato la necessità di recuperare le somme in questione che altrimenti, se fossero state versate in Abruzzo avrebbero "contribuito a sostenere politiche di sviluppo regionali". "Dalle mie verifiche personali - ha detto il Presidente - sufficientemente significative però, mi risulta che moltissime imprese che hanno lavorato all´Aquila e negli altri centri del cratere hanno versato l´Irap fuori regione e non in Abruzzo dove avrebbero dovuto. E´ necessario subito recuperare i soldi e prevedere espressamente nei prossimi contratti, per la ricostruzione pubblica e privata, che l´Irap venga versata in Abruzzo pena il pagamento di una penale che sia più alta di quella prevista ora proprio per scoraggiare possibili tentativi".  
   
   
COMMERCIO: OTTO SAGGI PER IL FUTURO DEI MERCATI COPERTI DI MILANO  
 
Milano, 10 luglio 2012 - E’ stata presentata, venerdì 6 giugno, alla Giunta dall’Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo e Marketing territoriale Franco D’alfonso l’informativa che definisce la costituzione del Comitato di saggi che affiancherà l’Amministrazione comunale nell’individuare piani di sviluppo, idee e strategie per il futuro e lo sviluppo dei Mercati Comunali Coperti. “Questo Comitato di saggi è una risposta concreta ad un preciso impegno assunto dall’Amministrazione con i cittadini per il rilancio dei mercati coperti destinati a divenire punti di aggregazione e di attrazione commerciale e turistica sulla scia dei food market presenti in tutte le altre nazioni” così ha commentato l’assessore al Commercio Franco D’alfonso. “Questi esperti - conclude l’assessore - con il loro apporto di conoscenze specifiche sulla materia, sapranno coadiuvare l’assessorato nell’individuare la migliore soluzione per la realizzazione di mercati coperti sempre più tipicizzati, attraenti, sostenibili e promotori di una nuova cultura alimentare”. Il Comitato è composto da: Riccardo Casalegno, esperto di urbanistica Commerciale - Clara De Braud, docente presso l’Università Cattolica di Milano - Gabriella Iacono, Presidente Milano Ristorazione - Daniela Ostidich, consulente direzionale in marketing strategico - Dino Santoro, consulente strategie dei Mercati - Carmelo Stancapiano, esperto in comunicazione tecnologica digitale - Luca Tamini, docente presso il Politecnico di Milano - Giorgio Preda, esperto in strategie organizzative. Compito del Comitato è coadiuvare l’Amministrazione nella formulazione di proposte e idee per il rilancio dei mercati comunali coperti e della loro gestione oltre ad individuare i corretti mix merceologici e commerciali da collocare nelle strutture e definire strategie di comunicazione e di valorizzazione del sistema mercatale coperto sulla scia di quanto avviene in altre città europee. I membri del Comitato resteranno in carica per la durata di 6 mesi con facoltà di proroga ad esclusiva volontà dell’Assessorato al Commercio. Tutti i componenti metteranno a disposizione dell’Amministrazione le loro competenze e il loro know how a titolo esclusivamente gratuito.  
   
   
RISOLTA LA VERTENZA DELLE COOP LOGISTA E OPERA: PERSONALE INTERAMENTE RIASSORBITO DA UN CONSORZIO.  
 
 Ancona, 10 luglio 2012 - “Sono state la disponibilità al dialogo e alla collaborazione reciproca tra Sindacati e Azienda e un positivo ruolo di mediazione svolto dalla Regione che hanno portato al soddisfacente esito di un lunga trattativa, scongiurando perciò pericoli di licenziamento per 156 persone. Una soddisfazione molto sentita quindi in un periodo in cui riusciamo difficilmente a contenere la perdita di posti di lavoro. “ E’ il commento dell’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti al termine della lunga trattativa, conclusasi appunto positivamente e condotta per risolvere la vertenza di due Cooperative: Logista e Opera che operano nel territorio regionale nell’ambito del settore facchinaggio e trasporto merci (appalti Tnt) . Il 6 luglio dunque la svolta della vicenda che fa seguito ad una intesa che prevede il riassorbimento – attraverso il passaggio nelle liste di mobilità - di tutto il personale Logista e Opera presso un Consorzio che con diverse strutture è attivo nello stesso ambito del facchinaggio e trasporto merci destinato alla gestione degli appalti presso Tnt. I lavoratori interessati alla procedura di licenziamento collettivo erano 116 per la Logista e 36 per Opera e la vertenza avviata nel mese di aprile rischiava di arenarsi e approdare di fatto ai preannunciati licenziamenti con grave pregiudizio per la già allarmante situazione occupazionale. La Regione Marche attraverso l’assessore Marco Luchetti ha contribuito attivamente alla soluzione delle controversie proponendo una mediazione che ha portato le parti ad accordarsi su diversi rinvii di procedura, utili per effettuare ulteriori approfondimenti per l’individuazione di strumenti idonei a scongiurare soluzioni traumatiche.  
   
   
RAGGIUNTA L’INTESA NAZIONALE PER IL COMMERCIO SU AREE PUBBLICHE: POSITIVO RISULTATO GRAZIE ALL’IMPEGNO DELLA REGIONE MARCHE.  
 
Ancona, 10 luglio 2012 - “Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto e del ruolo che la Regione Marche ha saputo interpretare come coordinatrice in materia di commercio in seno alla Conferenza Unificata e che significa un passo importante per uniformare questo settore del commercio in Italia. “ Sono le parole dell’assessore regionale al Commercio, Antonio Canzian all’indomani dell’approvazione da parte della Conferenza Unificata dell’”Intesa sui criteri per il rilascio ed il rinnovo delle concessioni dei posteggi per l’esercizio del commercio su aree pubbliche” che interessa l’intero territorio nazionale. I tratti salienti dell’Intesa riguardano la durata della concessione del posteggio su aree pubbliche che non può essere inferiore ai 9 anni e superiore ai 12 anni, tale da garantire l’ammortamento degli investimenti effettuati, anche immateriali, come l’avviamento e la formazione del titolare; la professionalità dell’operatore commerciale riferita sia all’anzianità di impresa, comprovata dall’iscrizione al registro delle imprese, che all’anzianità nel posteggio; la proroga, a titolo transitorio, delle concessioni in essere al 2017. “Il positivo risultato conseguito – prosegue Canzian - è infatti il frutto di una lunga trattativa tra le Regioni e Province Autonome, il Ministero dello Sviluppo Economico nei diversi incontri con il sottosegretario De Vincenti che ringrazio personalmente per l’impegno dimostrato e le Associazioni di categoria. Un impegno che ha consentito di risolvere l’annosa questione relativa all’occupazione del suolo pubblico da parte degli “ambulanti”. L’intesa è in linea con i principi fondamentali della Direttiva “Bolkestein” ma, nel contempo, tiene conto delle peculiarità del commercio ambulante nonché delle esigenze di libero mercato e di libertà di stabilimento  
   
   
FALLIMENTO ALBREA SRL, FIRMATO IN REGIONE L´ACCORDO PER LA CASSA INTEGRAZIONE PER 160 LAVORATORI DI PLENTY MARKET ED ECUDISCOUNT  
 
 Bologna, 10 luglio 2012 - Plenty Market ed Ecudiscount, firmato l’accordo per la cassa integrazione straordinaria per procedure concorsuali che riguarda 160 lavoratori fino al 24 maggio 2013. L’accordo, che segue al fallimento della società Albrea Srl dello scorso 25 maggio, è stato firmato negli uffici regionali da Regione Emilia-romagna, Provincia di Bologna, dal curatore fallimentare della Albrea, dalle Rsa aziendali e dai sindacati dei lavoratori Filcams-cgil, Fisascat-cisl, Uiltucs-uil. Sono interessati i lavoratori dei punti vendita Plenty Market ed Ecudiscount di Bologna, Castenaso (Bo), Prunaro di Budrio (Bo), S.pietro in Casale (Bo), Sasso Marconi (Bo), Castel S.pietro Terme (Bo), Cesena, Ferrara, Mirabello (Fe) e Bagnacavallo (Ra). Le parti si incontreranno entro il 30 novembre 2012 per valutare nuovamente la situazione occupazionale.