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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Luglio 2012
RE REBAUDENGO (APER): NUOVI DECRETI, SCELTA RECESSIVA PER IL PAESE. BLOCCO DELLO SVILUPPO DEL SETTORE, MANCANZA DI SEMPLIFICAZIONE, GRID PARITY DA GENERAZIONE DISTRIBUITA SEMPRE PIU’ LONTANA.  
 
 Milano, 11 luglio 2012 - «Seppur con grave ritardo nella loro emanazione – commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Aper - finalmente gli operatori possono conoscere i contenuti definitivi dei decreti che ridisegneranno il settore delle rinnovabili nel loro complesso, uscendo così da una situazione di totale incertezza che durava ormai da troppo tempo. Ad una prima analisi, e riservandoci commenti approfonditi e puntuali in seguito, apprendiamo che, nonostante qualche lieve miglioramento, le numerose proposte sollecitate da Bruxelles, così come le richieste esplicitamente avanzate sia dalla Conferenza Unificata sia da Aper, non sono state accolte se non in minima parte. Permangono infatti dei gravi elementi che ci preoccupano, a partire dall’assenza di un periodo transitorio adeguato a tutelare gli investimenti in corso fino alla mancata opportunità di sviluppo per le filiere produttive. Soprattutto rileviamo che non è stata prevista alcuna reale misura di semplificazione volta a ridurre gli “extra costi” subiti dal settore a causa della burocrazia, ma addirittura sono stati introdotti ulteriori meccanismi quali le aste, i contingenti annuali di potenza per i nuovi impianti e per i rifacimenti di quelli esistenti, l’introduzione dei registri anche per gli impianti di piccola taglia. Nessun accenno infine a politiche di supporto per il raggiungimento della grid parity: stupisce che i provvedimenti non contemplino infatti la possibilità dell’innalzamento del limite dello scambio sul posto e l’implementazione dei Seu, che potrebbero al contrario rappresentare un nuovo paradigma di sviluppo per la generazione distribuita. Misure queste ultime che contrastano palesemente con gli obiettivi europei sia in tema di energie rinnovabili sia di efficienza energetica, e ancor di più con quelli di recupero di produttività del nostro Paese. Siamo un settore industriale di primaria importanza per il tessuto economico italiano: i continui e repentini cambi delle regole del gioco e la mancanza di una lungimirante politica energetica nazionale rischiano di portare alla crisi anche il nostro comparto che al contrario, fino ad oggi, ha garantito sviluppo e occupazione».  
   
   
GSE: POSITIVO IL GIUDIZIO DI APER  
 
Milano, 11 luglio 2012 – Leggiamo sulla stampa di questi giorni alcuni attacchi rivolti al Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (Gse). Aper riconosce invece gli sforzi che il Gse ha profuso nello svolgimento delle tante funzioni di propria competenza, spesso in presenza di una disciplina normativa incerta e poco chiara e, soprattutto, in un periodo in cui il settore delle fonti rinnovabili (in particolare, il fotovoltaico) ha fatto registrare una crescita esponenziale. Pertanto, sia pure nella normale dialettica tra operatori diversi, dello stesso settore, Aper ha un giudizio largamente positivo del lavoro svolto dal Gse e del suo management per il quale, in più occasioni, ha manifestato apprezzamento.  
   
   
AUSTRIA QUARTA IN EUROPA PER LE ENERGIE RINNOVABILI  
 
Vienna, 11 luglio 2012 - Secondo i dati dell´Istituto di statistica europeo Eurostat, con una quota del 30,1 per cento l´Austria occupa il quarto posto di una classifica dei Paesi Ue che nel 2011 hanno maggiormente utilizzato fonti energetiche rinnovabili. Ai primi tre posti si collocano, nell´ordine, Svezia, Lettonia e Finlandia.  
   
   
CROAZIA, NUOVO TARIFFARIO PRODUZIONE ENERGIA DA RINNOVABILI  
 
Zagabria, 11 luglio 2012 - In Croazia è entrato in vigore il 6 giugno scorso il nuovo Tariffario per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e da cogenerazione, che stabilisce il diritto dei produttori agevolati di energia elettrica di poter usufruire delle tariffe incentivanti che vengono versate dall´Operatore croato del mercato di energia, per energia fornita e prodotta negli impianti che sfruttano fonti rinnovabili di energia e negli impianti di cogenerazione. Le maggiori novità riguardano l´estensione della durata del contratto sull´acquisto privilegiato al periodo di 14 anni (anziché di 12 anni, finora in vigore) nonché un ulteriore incentivo del 15 per cento per gli investitori che, nella realizzazione delle centrali elettriche, utilizzeranno i prodotti intermedi e i materiali di provenienza locale. Fino all´anno 2020 nel settore delle fonti rinnovabili dell´energia in Croazia sono previsti gli investimenti di un valore di 2,5 miliardi di euro.  
   
   
PAES, DE FILIPPO: BASILICATA HUB DELLA CULTURA ENERGETICA A 360° PER IL PRESIDENTE DELLA REGIONE È “FONDAMENTALE LA SCELTA DI PUNTARE SUL RISPARMIO ENERGETICO ACCANTO ALLA PRODUZIONE DI ENERGIE RINNOVABILI. SELSPA MANTIENE LE PROMESSE”  
 
 Potenza, 11 luglio 2012 - “Il gesuita Anthony de Mello diceva che le parole più belle sono quelle non dette. Mutuando il suo pensiero possiamo dire che l’energia più pulita è sicuramente quella non consumata, perché il risparmio energetico è la prima leva su cui agire”. Così il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, in occasione della presentazione dei Piani di Azione per l’energia sostenibile presentati dai comuni di Oppido Lucano, Tito e Tolve d’intesa con la Selspa. “Quando abbiamo pensato a mettere in campo la Società Energetica lucana, con funzioni di energy provider regionale – ha detto De Filippo – abbiamo pensato a fornire uno strumento alle nostre amministrazioni per cogliere obiettivi che richiedono conoscenze e specificità di cui non tutti i Comuni, specie quelli più piccoli, si possono avvalere direttamente. Oggi prendiamo atto del fatto che l’azione della società riesce ad articolarsi su più fronti, dalla produzione di energie rinnovabili alla razionalizzazione degli acquisti per gli enti, dalla pianificazione energetica della pubblica amministrazione alle iniziative per il coinvolgimento dei privati nelle pratiche virtuose. In questo modo la Basilicata si propone come un avanzato hub energetico che non si limita alla produzione ma si incentra sulla cultura dell’energia a 360 gradi”.  
   
   
SELSPA E COMUNI RIDUCONO EMISSIONI DI CO2 GUARDANDO ALLE CASE VARATI I “PIANI D’AZIONE ENERGIA SOSTENIBILE” DI OPPIDO LUCANO, TITO E TOLVE. PER CHI RISTRUTTURERÀ LA PROPRIA ABITAZIONE PUNTANDO ALL’EFFICIENZA ENERGETICA VANTAGGI FISCALI, RISPARMI E TAGLI A IMU E TIA  
 
 Potenza, 11 luglio 2012 - Far ottenere un risparmio alle famiglie, valorizzare il patrimonio immobiliare locale, creare occasioni di lavoro per le imprese, ridurre la dipendenza energetica e le emissioni di Co2. Obiettivi non da poco quelli che si sono prefissi la Società Energetica Lucana e i Comuni di Oppido Lucano, Tito e Tolve, sostenuti dal Programma Operativo Fesr della Regione Basilicata, con la redazione dei Piani d’azione per l’energia sostenibile (Paes) comunali che, realizzati sotto la guida dell’energy provider regionale Selspa portano i tre centri lucani a offrire un contributo superiore a quello medio atteso al 2020 circa la riduzione del 20% delle emissioni di Co2. I piani energetici che le tre amministrazioni hanno definito con Selspa e approvato in Consiglio, rappresentano un’innovazione rispetto ad analoghe iniziative poste in essere nel passato anche recente. Se, infatti, in precedenza gli obiettivi di tagli alle emissioni si perseguivano lavorando prevalentemente sulle attività delle pubbliche amministrazioni (da una parte con la produzione da fonte rinnovabile, dall’altra con l’efficientamento energetico di uffici scuole ecc), i Paes di Oppido Lucano, Tito e Tolve mirano al coinvolgimento dei privati in progetti di efficientamento del patrimonio edilizio residenziale dei cittadini. Un settore questo da cui ci si attende risultati importanti già nell’ambito della pianificazione attuale (si va da una riduzione di consumi ed emissioni dal 2 al 5 per cento) ma che, numeri alla mano, rappresenta lo scenario più ampio su cui agire per una sostanziale riduzione dei consumi. Nei tre comuni presi in esame, infatti, i consumi della pubblica amministrazione rappresentano solo il 2% dei consumi totali, mentre quelli dell’edilizia residenziale variano tra il 31 e il 46% del totale, su livelli grosso modo pari a quelli necessari per l’autotrazione. Così, per incidere su questa base ampia dell’edilizia residenziale privata, i Paes e le amministrazioni hanno puntato sulla leva degli incentivi e dei risparmi: al 55 di detrazione fiscale prevista per le ristrutturazioni, hanno aggiunto un taglio di Imu e, in futuro Tia (la tariffa integrata ambientale che sostituirà la Tarsu) rendendo oltremodo conveniente procedere alla ristrutturazione. Per fare un esempio, il proprietario di un’abitazione che, attualmente, in “classe energetica G” (più di 160 Kwh al metro quadro di consumo annuo) spende 2mila euro l’anno di riscaldamento, se dovesse affrontare una spesa di 15.000 euro per portare l’abitazione in classe energetica “D” (tra i 90 e i 120 Kwh al metro quadro di consumo annuo), in 10 anni otterrebbe 8250 euro di vantaggio fiscale, 9mila euro di risparmio in bolletta e l’ulteriore risparmio di Imu e Tarsu. E i benefici del risparmio energetico, ovviamente, andrebbero ben oltre i soli primi 10 anni. Gli interventi sull’edilizia residenziale privata saranno, comunque, aggiuntivi e non sostitutivi rispetto agli interventi che riguarderanno il settore pubblico. Impianti di produzione di energie rinnovabili, interventi sulla pubblica illuminazione ed interventi sugli edifici comunali innalzeranno il risultato atteso a livelli di tutto rispetto che vanno dal 20,23% di Co2 in meno fino al 37,60%. Un’opera che Selspa continuerà a portare avanti con i Comuni lucani nell’ambito del “Patto dei Sindaci” coordinato dalle due Province. Già nei prossimi 8 mesi vedranno la luce i Paes di altri 11 Comuni (Abriola, Anzi, Avigliano, Chiaromonte, Corleto Perticara, Genzano di Lucania, Laurenzana, Melfi, Montemurro, Sasso di Castalda e Trivigno) mentre proseguono i contatti con tutte le amministrazioni municipali, ed in particolare quelle che hanno già sottoscritto il protocollo con Selspa o avuto i primi contatti con le due Province, al fine di coinvolgere il maggior numero possibile di centri in questa operazione ritenuta propedeutica per conseguire effettivi risparmi in materia energetica e offrire una tutela ambientale sempre crescente.  
   
   
LE CLASSI ENERGETICHE DELL’EDILIZIA RESIDENZIALE  
 
 Potenza, 11 luglio 2012 - I criteri di classificazione da A+ a G. Dall’inizio dell’anno obbligatorio indicare la classe energetica nelle compravendite. La tabella riportata di seguito indica per ogni classe energetica il consumo in chilowattora e in litri di gasolio all´anno per metro quadrato di superficie necessario per la climatizzazione estiva e riscaldamento invernale di un edificio. Dall’inizio dell’anno, nelle transazioni immobiliari è obbligatorio indicare la classe energetica dell’edificio oggetto della compravendita. Tale parametro costituisce anche elemento di variazione della quotazione dell’immobile. Le Classi Energetiche Consumo di Kwh/mq Consumo in Litri di Gasolio mq: < 15 Kwh/mq annuo < 1,5 litri di gasolio /mq annuo; < 35 Kwh/mq annuo < 3,5 litri di gasolio /mq annuo; < 50 Kwh/mq annuo < 5 litri di gasolio /mq annuo; < 75 Kwh/mq annuo < 7,5 litri di gasolio /mq annuo; < 100 Kwh/mq annuo < 10 litri di gasolio /mq annuo; < 125 Kwh/mq annuo < 12,5 litri di gasolio /mq annuo; < 150 Kwh/mq annuo < 15 litri di gasolio /mq annuo; > 175 Kwh/mq annuo > 17,5 litri di gasolio /mq annuo.  
   
   
SEGRATE: CLIMATIZZAZIONE (E RISCALDAMENTO) CON IMPIANTO GEOTERMICO AL NIDO DI VIA XXV APRILE IL COMUNE SCEGLIE LE FONTI RINNOVABILI EFFICIENTI E REGIONE LOMBARDIA COPRE L’80% DEI COSTI DRASTICA RIDUZIONE DI CONSUMI E DI IMMISSIONE DI CO2 IN ATMOSFERA VERSO L’IMPATTO ZERO  
 
Segrate, 11 luglio 2012 - Sono partiti a inizio mese i lavori al nido comunale “Stella Stellina” di via Xxv Aprile dove verrà installato un impianto di climatizzazione a pompe di calore geotermiche, che sfruttano l’energia rinnovabile fornita dal terreno per riscaldare o raffrescare i locali, scelta per la quale il Comune si è aggiudicato il bando di Regione Lombardia che finanzia l’80% del costo delle opere con un contributo pari a oltre duecentotrentaquattro mila euro, il massimo previsto, su un totale di circa duecentonovantanove mila euro. A differenza degli impianti ad aria, la cui efficienza è condizionata dal fatto che i livelli di temperatura esterni sono sempre in contrasto con le esigenze interne dell’edificio (aria calda in estate quando si deve raffrescare l’ambiente interno e aria fredda in inverno quando si necessita di riscaldamento, con un conseguente elevato dispendio energetico, nella ricerca continua di una riduzione ottimale dei consumi energetici, l’introduzione delle pompe di calore terra-acqua rappresenta un indubbio passo in avanti. La pompa di calore geotermica presenta infatti il grande vantaggio di sfruttare un bacino termico (terreno o acqua) che si trova a una temperatura costante (12°C circa) durante tutto l’anno (temperature maggiori di quelle dell’aria in inverno e più fresche in estate). In particolare, la pompa di calore terra-acqua utilizza l’energia immagazzinata in forma di calore sotto la crosta terrestre che, attraverso le sonde poste a circa cento metri di profondità, viene trasmessa all’impianto (pompa di calore) che la diffonde all’ambiente attraverso i terminali (fan-coil o radiatori). Essendo minima la differenza tra la temperatura esterna (il terreno rimane a una temperatura pressocchè costante di 15-16°C) e la temperatura interna (20-24°C), è evidente che le prestazioni di un sistema geotermico sono senza ombra di dubbio maggiori rispetto a quelle di un sistema ad aria. La società che si è aggiudicata l’appalto è la Geothermal International Italia srl, partner italiana di Geothermal International, società inglese leader europeo nel campo degli impianti geotermici. L’intervento in corso di realizzazione al nido di via Xxv Aprile prevede l’installazione di 15 sonde geotermiche a una profondità di 100 metri circa che, attraverso tubazioni, si connetteranno a una pompa di calore posizionata nella centrale termica dell’edificio a sua volta collegata ai fan coil e ai radiatori delle aule del nido. Questo consentirà di scollegare l’attuale caldaia, e, di conseguenza, di azzerare i consumi di gas per il riscaldamento del nido, nonchè di annullare le emissioni di Co2 in atmosfera. I costi d’esercizio di un impianto geotermico, infatti, sono inferiori fino al 60% rispetto a quelli di un impianto tradizionale. Secondo il rapporto Epa (Environmental Protection Agency), inoltre, gli impianti geotermici sono il sistema con il più basso valore di emissioni di Co2 fra tutte le tecnologie disponibili per la climatizzazione. La pompa di calore in funzione all’asilo sarà alimentata a energia elettrica e, grazie al suo alto rendimento rispetto a una caldaia di tipo tradizionale, a consumi nettamente inferiori, permetterà una maggiore produzione di energia termica per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, permettendo anche di raffrescare l’edificio nel periodo estivo. La resa della pompa di calore è rappresentata da un coefficiente chiamato Cop, che nel caso dell’intervento sul nido è pari a 5: questo significa che per ogni Kwh di energia elettrica consumata, si producono 5 Kwh di energia termica. L’intervento permetterà di migliorare le prestazioni energetiche della struttura, che passerà dall’attuale classe energetica “F” a una classe “D”. Porterà inoltre a un risparmio di energia termica almeno pari a 43 mila 0,20 Kwh e a una riduzione di Co2 immessa nell’ambiente almeno pari a 9,3 tonnellate l’anno. Ma l’Amministrazione guarda ancora più avanti: è in fase di studio infatti la realizzazione di un impianto fotovoltaico in grado di alimentare la nuova pompa di calore, azione che porterebbe a un ulteriore risparmio di 46 mila Kwh e a un’ulteriore riduzione di Co2 immessa in atmosfera di 9,8 tonnellate l’anno. I lavori in corso in questi giorni non sono altro che il secondo passo della riqualificazione del nido, partita con la ristrutturazione effettuata nel 2008. Allora, l’intervento sull’”involucro” dello stabile aveva consentito di abbassarne la classe energetica da “G” a “F”. L’obiettivo dell’Amministrazione è ambizioso, realizzare il primo nido a impatto zero. Partendo da un edificio già esistente e quindi con predefinite caratteristiche tecniche e impiantistiche, è un’impresa non semplice, ma possibile. I tempi di intervento preventivati per la realizzazione dell’impianto di climatizzazione sono di 90 giorni, l’intenzione comunque è di ultimarlo entro fine agosto, prima della riapertura del nido dopo la pausa estiva. Sono stati presi accordi con le responsabili del nido e l’Ufficio Scuola per stabilire un corretto e adeguato programma e svolgimento dei lavori in modo da limitare al minimo i disagi a bimbi ed educatrici che proseguiranno l’attività didattica fino a fine mese e garantirne la totale sicurezza. Con l’installazione alla Stella Stellina, tutti i nidi comunali sono dotati di impianto di climatizzazione.  
   
   
PONTASSIEVE - AREA FERROVIARIA: PUBBLICATO IL BANDO  
 
 Pontassieve, 11 luglio 2012 - Il 9 luglio è stato pubblicato il bando per la vendita dell’Area Ferroviaria di Pontassieve. Il bando servirà a individuare l’acquirente delle aree “Borgo Verde” e “Borgo Nuovo”, per realizzare un progetto di recupero che migliorerà la qualità della vita dei cittadini e che disegnerà la Pontassieve del futuro. Una superficie di circa 90.000 mq. – situata tra il centro storico e la zona industriale in uscita dal paese, in direzione Firenze - nella quale sarà possibile realizzare residenze, spazi per imprese e nuovi centri produttivi, oltre a spazi culturali, centri ricreativi, unitamente a nuovi parcheggi e parchi pubblici. L’amministrazione nel bando ha individuato i criteri e le destinazioni per il risanamento di questa parte di città - ormai inutilizzata da Rfi – per trasformarla in un’area dal grande valore strategico che permetterà di rimettere nel circuito urbano aree centrali - che hanno determinato nel tempo una vera separazione dello spazio urbano - e al tempo stesso offrirà nuovi scenari di sviluppo per tutto il Sud-est Fiorentino. L’edificabilità massima complessiva residenziale all’interno delle due aree è di 28.000 mq, 46.000 mq sono previsti per attività commerciali, direzionali e produttive. Sono inoltre previsti circa 4000 mq per la realizzazione della Casa della Salute, una struttura polifunzionale destinata alla sanità. Il soggetto che si aggiudicherà il bando dovrà provvedere all’esecuzione anche delle opere pubbliche o di interesse pubblico, infrastrutturali, di urbanizzazione previste nel piano guida elaborato dall’Amministrazione comunale, tra cui la realizzazione di aree pubbliche da destinare a verde e parchi – nella quantità minima di 28.000 mq - e altri spazi pubblici dedicati ai parcheggi, tra cui uno dedicato d’interscambio con la stazione ferroviaria. Con questo bando, scadenza il 7 settembre 2012, parte finalmente e ufficialmente una fase nuova per il futuro di Pontassieve. “L’area ferroviaria di Pontassieve – spiega il Sindaco di Pontassieve Marco Mairaghi - ha un valore strategico per l’intero territorio, rappresenta uno degli investimenti immobiliari più grandi della Toscana e offrirà l’opportunità di costruire una nuova Pontassieve, ma anche un nuovo quartiere della città metropolitana di Firenze, all’interno del quale sarà possibile mettere a disposizione nuove opportunità e servizi migliori per i cittadini” Planimetria, allegati, dettaglio delle linee guida e tutta la documentazione sono consultabili e scaricabili sul sito del Comune di Pontassieve www.Comune.pontassieve.fi.it, nella pagina dedicata ai “bandi, gare e concorsi”.  
   
   
STATICITÀ DEI FABBRICATI: REGIONE PUGLIA SIGLA PROTOCOLLO D’INTESA CON SINDACO BARLETTA  
 
Bari, 11 luglio 2012 - "Con la sottoscrizione del protocollo d´intesa, stiamo tentando di far generare il seme delle buone pratiche dell´amministrazione pubblica e lo stiamo facendo con il Comune di Barletta, città - simbolo della aggressione al bene vita a mezzo della scarsa tutela dei fabbricati". Lo ha detto poco fa l´Assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati durante la sottoscrizione del Protocollo d´Intesa tra la Regione Puglia e il Comune di Barletta per la realizzazione di un progetto pilota finalizzato alla verifica delle condizioni statiche dei fabbricati pubblici e privati insistenti sul territorio comunale e alla gestione informatica del fascicolo del fabbricato. "Abbiamo la necessità - ha detto Amati - di avviare questo progetto anche perché ci accingiamo ad approvare una legge innovativa sul panorama delle regioni: la cosiddetta legge sul ´fascicolo del fabbricato´. Ci aspettiamo molto da questo lavoro, che sarà compiuto dal Comune di Barletta con il nostro costante ausilio e instancabile collaborazione, sia sotto gli aspetti prettamente tecnici che di avanzamento sul piano culturale, attraverso l´acquisizione della consapevolezza che esistono molti immobili che hanno bisogno di essere monitorati allo scopo di preservare la vita umana, primo obiettivo della amministrazione pubblica. Il protocollo che sottoscriviamo dunque, potrà generare buone pratiche perché la sorte dell´uomo si connatura proprio nella capacita di trasformare la disgrazia in grazia; se così non fosse, anche le omissioni resterebbero solo a simboleggiare i limiti umani e l´insufficienza dei poteri pubblici". Il progetto, che prevede un finanziamento di € 100.000,00, riguarda l´esecuzione di una serie di attività quali la classificazione e il raggruppamento dei fabbricati esistenti in base al livello di rischio attuale ai fini della verifica obbligatoria della loro condizione statica, la predisposizione di un programma di rilevazione delle condizioni statiche dei fabbricati ricadenti in zone a maggior rischio per gli occupanti e per la pubblica incolumità, individuazione dei fabbricati strategici e quelli pubblici e privati ad uso pubblico, predisposizione del Fascicolo del Fabbricato per i fabbricati strategici, della scheda di rilevamento livello “0” per i fabbricati pubblici e privati ad uso pubblico, delle schede informative dei fabbricati ed inserimento in rete dei dati attraverso idonee procedure informatizzate per la rilevazione e gestione degli stessi. Gli obiettivi prioritari che la Regione ed il Comune intendono conseguire sono quelli di tutelare la sicurezza degli abitanti e di salvaguardare il patrimonio immobiliare attraverso la sperimentazione e l’implementazione di un sistema di verifica periodica delle condizioni di stabilità strutturale di tutti gli edifici presenti sul territorio comunale, realizzare un sistema di classificazione dei fabbricati uniforme a livello regionale ed in grado di assolvere anche agli obblighi informativi nei confronti delle autorità centrali. Il Comune di Barletta si impegna ad eseguire la classificazione dei fabbricati in funzione del rischio di staticità strutturale e a predisporre un sistema informatico per l’inserimento, il trattamento e la gestione dei dati contenuti nelle schede informative dei fabbricati entro 90 giorni da oggi dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa. Il comune eseguirà poi dopo 180 giorni le attività di rilevamento delle condizioni di staticità strutturale sui fabbricati individuati tra quelli a maggior rischio, d’intesa con il Servizio Lavori Pubblici della Regione Puglia, ed inserirà i dati in un sistema informatico dedicato. Infine, nei 90 giorni successivi, sarà eseguirà una verifica dei risultati e una relazione finale sulle attività svolte nell’ambito del progetto e predisposte delle linee guida. Http://www.regione.puglia.it/web/files/
agierrenet/disciplinare_comune_barletta_definitivo.pdf
 
 
   
   
BOLZANO: AMPLIATI LIBRO FONDIARIO E CATASTO: ARRIVA IL CATASTO DI CONFINE  
 
Bolzano, 11 luglio 2012 - Con la legge che semplifica il ripristino e il completamento del libro fondiario, il Consiglio regionale ha approvato anche l’introduzione del catasto di confine. Per l’assessore Hans Berger, competente nella Giunta provinciale, un passo di grande portata: "Abbiamo creato i presupposti per eliminare i contenziosi sui confini che sfociavano nel ricorso al tribunale." L’introduzione del catasto di confine sul modello austriaco è la più importante di una serie di novità nel settore del catasto e del libro fondiario scaturite dalla nuova legge regionale. "Con il catasto di confine – spiega l’assessore Berger – viene offerta la possibilità di individuare e inserire i confini del proprio fondo non solo nel catasto, come avvenuto finora, ma anche, in accordo con il proprietario della particella confinante, anche nel libro fondiario." Gli effetti di questa procedure hanno un’ampia portata: "Finora le controversie sul confine approdavano in sede giudiziaria, in futuro questo non sarà più necessario, se il fondo è annotato nel catasto di confine", spiega Berger. La principale innovazione consiste nell’attribuire il potere di iniziativa alle parti private interessate all’identificazione dei confini delle particelle di loro proprietà. A tal fine i proprietari devono inoltrare apposita istanza scritta all’ufficio del catasto competente, allegando un tipo di frazionamento o altra documentazione tecnica. Come secondo passo, la richiesta delle parti è soggetta ad un controllo tecnico dell’ufficio del catasto competente. Per prepararsi a questo nuovo compito, come spiega Klaus Gänsbacher, direttore della Ripartizione provinciale libro fondiario, catasto fondiario e urbano, "gli uffici lavorano al miglioramento della qualità delle mappe catastali: solo quando garantiscono un’alta precisione si può procedere con l’annotazione nel catasto di confine." Attualmente solo il 10% delle mappe presenta la necessaria qualità, ma gli uffici stanno lavorando a pieno ritmo per aumentare la percentuale. Ci vorranno ancora alcuni anni per consentire all’Alto Adige di raggiungere questo standard, "ma in alcuni uffici catastali siamo già a buon punto nel riposizionamento qualitativo, come ad esempio a Bressanone", sottolinea Gänsbacher. La nuova legge prevede anche la possibilità di sanare i dati differenti tra catasto e Libro fondiario, considerato che con la digitalizzazione delle mappe sempre più spesso le nuove rappresentazioni catastali sono discordanti rispetto alle risultanze tavolari. Questa correzione avviene attraverso una procedura di ripristino del Libro fondiario, più semplice e veloce, che si limita a gruppi di particelle individuati nel corso dei nuovi rilievi e, quindi, non più necessariamente riferita a un intero comune catastale.  
   
   
URBANISTICA E PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO: UNA RETE INTERNAZIONALE DI PENSIERO CRITICO SU PAESAGGIO CULTURALE URBANO E IDENTITá TERRITORIALE TRE CONTINENTI, 17 PAESI, 80 UNIVERSITÀ E 16 ISTITUZIONI PER UNA TRE GIORNI DI SCAMBIO E RELAZIONE. DAL 12 AL 14 LUGLIO ALL’AUDITORIUM AL DUOMO DI FIRENZE  
 
Firenze, 11 luglio 2012 - America, Europa e Asia s’incontrano per un confronto aperto su diversità culturali ed identità territoriali, un colloquio internazionale giunto alla seconda edizione: “Rete Internazionale di pensiero critico su Globalizzazione e Patrimonio costruito”, in programma dal 12 al 14 luglio 2012 all’Auditorium al Duomo di Firenze (Via de´ Cerretani 54r). Tre continenti, 17 Paesi, 80 università, 16 istituzioni pubbliche e private per una tre giorni ricca di esperienze interessanti, spunti di ispirazione, avvicinamento di mondi lontani in una pluralità di punti di vista. Saranno circa 140 i relatori che interverranno nel corso della conferenza organizzata dalla Fondazione Romualdo Del Bianco - Life Beyond Tourism (portale no profit) in collaborazione con Forum Unesco Università e Patrimonio, Università eCampus, Novedrate di Como, con il patrocinio di: Università nazionale della Colombia, Università Politecnico di Valencia, Iccrom, Icomos, Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze, Comune di Minori. Mercoledì 11 luglio 2012, alle ore 12.30, nella sala O. Fallaci di Palazzo Medici Riccardi l’iniziativa sarà presentata alla stampa da Paolo Del Bianco, Presidente della Fondazione Romualdo Del Bianco - Life Beyond Tourism, da Simone Giometti, Segretario Generale della Fondazione Romualdo Del Bianco - Life Beyond Tourism, dalla Prof.ssa Olimpia Niglio, Coordinatore scientifico della Rigpac, dal Prof. Carlos Mario Yory, Presidente Rigpac dell’Universidad Nacional de Colombia, e José María Roldán, Senatore della Repubblica Argentina. Saranno inoltre presenti Marco Gamannossi, Assessore alla Pianificazione territoriale della Provincia di Firenze, il Prof. Marc Leanen, Consigliere dell’Associazione Life Beyond Tourism No Profit (Firenze), e i membri del comitato tecnico della Rigpac: Prof.ssa Mauricia Domínguez, Universidad Iberoamericana de República Dominicana, Prof. Luis Fernando Gonzalez Escobar, Universidad Nacional de Colombia sede Medellín (Colombia), Prof. Roberto Goycoolea Prado, Universidad de Alcalá de Henares (Spagna), Prof. Bernardino Lindez Vilchez, Universidad de Granada (Spagna).  
   
   
AGENZIA PER LO SVILUPPO EMPOLESE VALDELSA L’EX VETRERIA TADDEI ANCORA PIÙ BELLA UN NUOVO SPAZIO VERDE GRAZIE AGLI ALLIEVI DI UN CORSO ASEV  
 
Empoli, 11 luglio 2012 - Il cosiddetto “Palazzo dell’Economia” in via delle Fiascaie, sede dell’Asev oltre che del Centro per l’Impiego, della Camera di Commercio e di Fidi Toscana ha adesso uno spazio verde che ne valorizza ancor di più la già notevole valenza architettonica. Grazie infatti agli allievi del corso di formazione per giardiniere, promosso e gestito da Asev, è terminata la riqualificazione di una delle due aree a verde poste di fronte all’edificio. Iniziato a gennaio per il rilascio della certificazione di competenze relative alla figura professionale di “Addetto alla realizzazione e manutenzione di giardini”, il corso, finanziato dal Circondario Empolese Valdelsa con le risorse del Fondo Sociale Europeo gestito da Asev, in collaborazione con l’agenzia formativa Ambiente Impresa, della durata di 400 ore di cui 240 in aula e 160 di stage, ha visto la partecipazione di 14 allievi disoccupati di età superiore ai 18 anni con l’obbligo scolastico assolto. Ed è proprio durante questi mesi di lezioni teoriche che gli allievi, Gianmaria Ansaloni, Paolo Bini, Dario Boldrini, Valentina Dini, Roberto Dozi, Antonio Gigli, Franco Lisi, Giovanni Maestrelli, Luca Maria Milazzo, Alessio Morelli, Linda Santucci, Stefano Scaduto, Cristian Scarinzi e Luca Senatore supportati e guidati dai docenti, Adriano Berti, Silvia Galluzzi, Graziano Ghinassi, Yari Menicacci e Esther Methais, hanno prima progettato e poi direttamente realizzato sia l’area a verde prospiciente la sede dell’Asev, sia l’impianto di irrigazione. L’intervento formativo, sulla base della consapevolezza che le materie insegnate non fossero unicamente momenti di apprendimento teorico, ma fossero fin da subito occasioni di esperienza pratica, si è concretizzato, grazie alla disponibilità offerta dal Comune di Empoli ad intervenire sull’area, in un progetto di riqualificazione dello spazio verde di fronte alla sede dell’Asev, nell’ottica sia di una sua maggiore valorizzazione con la piantumazione di tre alberi ornamentali, di cui due gelsi bianchi e un pero callery, e la semina di un manto erboso, sia, trovandosi infatti in pieno contesto urbano, nell’ottica di una maggiore utilizzazione da parte degli utenti. Gli allievi del corso sono stati così i principali protagonisti di tutta l’attività svolta: dalla progettazione dell’area a quella dell’impianto d’irrigazione; dalla selezione delle piante alla posa delle stesse; dall’ individuazione del materiale idraulico necessario, alla sistemazione ed alla messa in funzione dell’impianto; dagli scavi, alla semina. “Tutte attività svolte con particolare cura ed attenzione – afferma Tiziano Cini, direttore Asev - e con una passione straordinariamente sentita. Un ringraziamento doveroso deve essere fatto a Natura Ambiente del Pozzale, azienda di realizzazione e manutenzione giardini, che oltre ad essersi resa disponibile ad ospitare alcuni degli allievi del corso per il periodo di stage, curerà d’ora in avanti la manutenzione dell’area”.  
   
   
ABRUZZO: BONIFICA BUSSI: VERSO IPOTESI REINDUSTRIALIZZAZIONE AREA  
 
Pescara, 11 luglio 2012 - Si è svolto, lunedì 9, presso l´Avvocatura dello Stato a Roma un importante incontro tra gli attori che stanno portando avanti tutta la problematica della bonifica e la conseguente reindustrializzazione dell´area industriale di Bussi. Erano presenti, oltre al vice presidente della Regione con delega allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, il sindaco di Bussi, il Commissario Adriano Goio, i rappresentanti ed i legali delle aziende Solvay e Toto, oltre all´avvocato Cristina De Nardis in rappresentanza dell´Avvocatura dello Stato. Alla luce delle posizioni in campo e di quella del Ministero dell´Ambiente, il vice presidente Castiglione non ha solo fatto sentire la vicinanza della Regione Abruzzo, ma ha fattivamente svolto un ruolo utile ad addivenire ad una soluzione della questione. "La Regione Abruzzo - ha detto Castiglione - è pronta a svolgere con la massima sollecitudine la sua parte per tutto quello che è di sua competenza, per favorire una felice conclusione della vicenda. Ritengo - ha suggerito Castiglione - che l´accordo di programma, come da predisposizione del Ministero dell´Ambiente, che prevede giustamente da parte della Solvay la messa in sicurezza dello stabilimento di Bussi, debba essere posto in sinergia ed armonia con l´ipotesi Toto di reindustrializzazione, già a conoscenza del Ministero". Una posizione avanzata dal Commissario Goio, poi condivisa da buona parte del tavolo di lavoro. "Dobbiamo cercare di fare presto, però, - ha affermato Castiglione - e di non sprecare le risorse pubbliche, ricordando che la messa in sicurezza dello stabilimento Solvay è collegata alla reindustrializzazione dell´area, per cui sono necessari atti concomitanti, che viaggino con binari e velocità simili e verso un´unica finalità, appunto quella della reindustrializzazione, "conditio sine qua non", tra l´altro, per l´utilizzo dei 50 milioni di euro affidati dallo Stato al commissario Goio. In pratica - spiega Castiglione - la messa in sicurezza della intera area non può viaggiare ed essere eseguita scollegata da quanto l´azienda Toto ha già espresso di fare in loco, con un nuovo insediamento industriale. Di certo non sarà la Regione a rallentare o ad ostacolare una simile procedura, anche tenendo presente la disciplina del Piano Cave che sarà presentato entro fine anno in Consiglio Regionale ed in quanto prodromico al Piano Cave verrà certamente previsto un passaggio per situazioni simili a questa. Ora - conclude Castiglione - la situazione più delicata è in mano al Ministero dell´Ambiente, che deve quindi definire le problematiche legate al dover camminare parallelamente nei due protocolli: quello di Bonifica e quello della reindustrializzazione ed è su questo che tutte le parti hanno espresso piena condivisione per addivenire ad una soluzione condivisa". Dal canto suo, l´avvocatessa De Nardis ha preso l´impegno di resocontare al Ministero la seduta, e quindi l´avvio di una posizione unanime e concorde su cui proseguire il dialogo. Il tavolo tecnico si è dato appuntamento a breve, sulla base delle posizioni raggiunte, per delineare definitivamente una soluzione giuridica e tecnica capace di bonificare l´area e di reindustrializzarla, in modo proficuo.  
   
   
LOMBARDIA: CON INVEST PIÙ INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
Milano, 10 luglio 2012 - Si chiama ´Invest in Lombardy´ l´ultima iniziativa per l´internazionalizzazione, realizzata grazie al sostegno di Regione Lombardia e al contributo di Unioncamere Lombardia. È la nuova piattaforma regionale di servizi dedicati all´attrazione degli investimenti esteri in Lombardia, dalla promozione dell´offerta di business sul territorio all´assistenza personalizzata all´investitore. A Palazzo Turati, la presentazione ufficiale: presente, assieme ai rappresentanti di Promos e di Unioncamere Lombardia, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Più Attrattività E Posti Di Lavoro - "Vogliamo aumentare la capacità attrattiva del nostro territorio - ha spiegato Formigoni -. Più del 70 per cento degli investimenti esteri fatti in Italia si dirigono verso la Lombardia. Incrementare l´attrattività della Lombardia significa internazionalizzarla sempre di più e, così facendo, aumentare le occasioni di lavoro. Con ´Invest in Lombardy´ vogliamo far conoscere ulteriormente le opportunità offerte dal nostro territorio e aiutare gli investitori stranieri a trovare presto un luogo dove investire e creare posti di lavori". Prendere Per Mano Gli Investitori - Obiettivo della piattaforma - ha detto il presidente della Lombardia - è quello di "prendere per mano gli investitori stranieri e farci carico di sciogliere i nodi burocratici. Come Regione abbiamo semplificato moltissimo e abbiamo fatto sistema con tutte le istituzioni che devono rilasciare permessi e certificazioni". Formigoni, tuttavia, ha lanciato un appello: "Bisogna che l´Italia intera decida, a livello nazionale, di tagliare la burocrazia, ostacolo principale alla crescita economica del Paese". Un Lavoro Su Più Fronti - Tre le direzioni di lavoro che saranno intraprese: la promozione della Lombardia come destinazione di business con vantaggi competitivi comparabili a quelli dei principali gateway europei come le aree di Parigi, Londra, Francoforte e Madrid; l´intercettazione dei progetti di investimento delle aziende estere e la loro veicolazione verso la Lombardia; l´assistenza dell´investitore straniero in tutte le fasi del processo di investimento, in collaborazione con società e professionisti privati lombardi.  
   
   
ANCI TOSCANA - PER UNA MODIFICA DEI VINCOLI DEL PATTO DI STABILITÀ PRESENTATA, A FIRENZE, LA RICERCA SWG–CNA: GLI EFFETTI DEI RITARDI DEI PAGAMENTI DELLA PA NEI CONFRONTI DELLE IMPRESE  
 
 Firenze 11 luglio 2012 - Dalla Toscana parte la richiesta di revisione del Patto di stabilità: le imprese, stremate dalla crisi, non sono più in grado di ‘fare da cassa’ agli enti pubblici e la stessa Pubblica Amministrazione non è più in grado di reggere i vincoli che impediscono di effettuare lavori e pagamenti anche agli enti ‘virtuosi’. Il Direttore Cna Toscana Saverio Paolieri e il Presidente Anci Toscana Alessandro Cosimi lanciano l’allarme: senza una revisione del patto di stabilità, anche le misure del decreto sviluppo servono a ben poco. Con le nuove norme, infatti, è possibile sbloccare il passato, ma per il presente e il futuro la situazione si prospetta ancora più rigida. È necessario quindi scorporare la spesa per gli investimenti dal Patto di stabilità, per evitare che il problema resti aperto e si ripresenti fra un anno al massimo. “Il sistema artigiano toscano – sostiene Andrea Nepi, Presidente Cna Costruzioni Toscana - continua a soffrire delle difficoltà del settore costruzioni, causate da una serie di fattori negativi, dallo stallo del mercato immobiliare alle crisi di alcune aziende capofila del settore, ma anche da problemi sul versante della liquidità soprattutto con riferimento alle commesse pubbliche”. I ritardi nei pagamenti da parte della Pa: una scure sulle imprese toscane - Nel 2011 sono state 843 le imprese toscane a chiudere per fallimento, ovvero 23 ogni 10.000 imprese attive. Circa un terzo di tali fallimenti è riconducibile ai ritardi dei pagamenti da parte delle Pa, ritardi che negli ultimi anni hanno subìto una forte impennata: 180 giorni nel 2011, 128 giorni nel 2009. Molti enti disporrebbero delle risorse per far fronte ai pagamenti delle ditte fornitrici e appaltanti, ma tuttavia sono bloccati dal Patto di stabilità interno, che li obbliga a diluire i pagamenti nel tempo per gli interventi finanziati da mutui o prestiti. Ad oggi, il 73% degli enti pubblici italiani paga oltre la scadenza contrattuale, e l’Italia si configura così come il peggior pagatore in Europa, seconda solo alla Grecia; in Germania il tempo medio di incasso presso le Pa è di 35 giorni mentre in Francia è di 64 giorni. “Noi stiamo dalla parte delle imprese e dei lavoratori: non c’è un Comune che non paga volontariamente i propri fornitori”. Questo il commento del presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, che continua: “Siamo costretti a tempi lunghi dal Patto di Stabilità e dai continui tagli governativi che si abbattono in rapida successione sugli enti locali, anche su quelli che hanno risorse in cassa. Da sempre l’Anci chiede che venga data la possibilità ai Comuni che hanno fondi di pagare le imprese e di fare investimenti. In questo ci sentiamo di poter dire che la politica dei tagli lineari e indiscriminati, che per adesso sembra essere l’unica via praticata, è la cura che ucciderà il malato. Siamo qui oggi – conclude – insieme alla Cna, per denunciare questo rischio e chiedere un immediato cambio di rotta. Altrimenti dalle prossime settimane saranno a rischio, oltre che gli investimenti e i pagamenti alle imprese, gli stessi servizi di base erogati dai Comuni!”. “In Toscana si rischia, nel giro di un paio di anni, di vedere tutti gli enti territoriali, aziende controllate, ecc., sotto scacco del Patto di stabilità con ulteriore peggioramento della situazione per le imprese creditrici – dichiara Saverio Paolieri Direttore Cna Toscana - Il controllo del debito pubblico è necessario, ma bisogna evitare che le imprese falliscano per questo. La Regione nel triennio 2009-2011 ha liberato 217milioni di euro di pagamenti per gli enti locali, una goccia nel mare dei 4 miliardi bloccati in Toscana, ma comunque una misura importante; dal 2013 sarà possibile definire un Patto di Stabilità Regionale (esclusa la sanità), concordando con lo Stato gli obiettivi di finanza pubblica regionale e degli enti territoriali. Sarebbe un passo significativo ma non risolutivo: occorre, anche in fasi progressive, escludere dal Patto gli investimenti per poi arrivare ad una nuova articolazione del Patto che lasci le spese per investimenti produttivi fuori dai vincoli secondo il principio della golden rule ossia la necessità di trattare diversamente la spesa in conto corrente e in conto capitale”. Cna Toscana e Anci Toscana propongono che nella prima fase siano esclusi i seguenti interventi: adeguamenti sismici edifici pubblici/infrastrutture ecc.; adeguamenti a normative sull’efficienza energetica degli edifici pubblici; interventi di messa in sicurezza del territorio (idrogeologici); costruzione di nuovi edifici pubblici con certificazione energetica A; costruzioni di nuovi edifici pubblici in aree con rischio sismico e idrogeologico elevato con elevati standard di sicurezza; interventi infrastrutturali a favore dell’ambiente; investimenti per ridurre il digital divide (banda larga). I risultati dell’indagine Swg- Cna - Dall’indagine Swg-cna risulta che le imprese che operano nei settori delle costruzioni e della manifattura sono le più penalizzate dai ritardi nei pagamenti della Pa. Per le prime il tempo complessivo di incasso delle fatture emesse verso enti pubblici è di 238 giorni (in media 95 giorni di tempi contrattuali + 143 giorni di ritardo). Per quelle manifatturiere, peraltro le più esposte alla concorrenza internazionale, il tempo di incasso è di 229 giorni (in media 96 giorni definiti dai termini contrattuali cui si aggiungono 133 giorno di ritardo). Meno drammatica, anche se comunque difficile, appare la situazione relativa alle imprese operanti nel settore dei servizi alle imprese che in media riescono a incassare quanto fatturato presso la Pa in 135 giorni (51 previsti in media nei contratti cui si aggiungono 84 giorni di ritardo). L’impossibilità di poter incassare regolarmente e le difficoltà di accesso al credito si traducono in una minore propensione all’investimento da parte delle imprese e rendono complesso il mantenimento dell’occupazione in tempi di congiuntura avversa. Secondo l’indagine Swg- Cna i ritardi dei pagamenti producono effetti negativi per le imprese in termini di: - effetti sul bilancio: il 45% delle imprese intervistate denuncia una mancanza di liquidità derivante dai ritardi dei pagamenti; il 21% di esse deve sostenere costi aggiuntivi dovuti al pesante utilizzo dello scoperto bancario proprio per fronteggiare la carenza di liquidità; - effetti sull’organizzazione: per il 33% delle imprese italiane i ritardi dei pagamenti si traducono in una minore credibilità con i fornitori e gli appaltatori; per il 15% essi comportano risvolti negativi sull’occupazione; - maggiori difficoltà nell’acceso al credito: per il 24% delle imprese (ovvero circa un milione di imprese), i ritardi dei pagamenti hanno comportato un irrigidimento sulla concessione di nuovi finanziamenti/fidi. Inoltre, paradossalmente, circa 240.000 imprese che hanno ricevuto cartelle esattoriali da Equitalia, sono anche le stesse che si trovano in una condizione creditoria nei confronti della Pubblica Amministrazione. Le imprese italiane vantano circa 70 miliardi di crediti nei confronti della Pa. Poiché la spesa delle Pa toscane rappresenta circa il 6% di quella sostenuta a livello nazionale, le imprese toscane vantano crediti per oltre 4 miliardi di euro nei confronti del committente pubblico. Il Governo ancora non ha ancora recepito (ma si è impegnato a farlo entro la fine del 2012) la Direttiva Ue sui ritardi nei pagamenti (2011/7/Ue), che obbliga gli enti pubblici a pagare le imprese entro 30 giorni e, solo in circostanze eccezionali, entro 60 giorni, riconoscendo alle imprese il diritto di esigere il pagamento degli interessi di mora in caso di ritardi.  
   
   
VOUCHER PER LA PROMOZIONE DELLE PMI SARDE NEI MERCATI ESTERI, DOMANDE DAL 12 LUGLIO  
 
Cagliari, 11 luglio 2012 - L’assessorato dell’Industria ha pubblicato l´avviso per la presentazione delle domande di ammissione per l’assegnazione dei voucher per la promozione delle Pmi nei mercati esteri. I voucher sono concessi per l’acquisizione di servizi di consulenza e per la partecipazione a fiere e/o missioni internazionali all’estero, nell’ambito di un intervento di export presentato dalle Pmi e/o di adesione ad un programma di manifestazioni (fiere o missione) all’estero. Finalità dei voucher è quella di costruire un sistema di aiuti funzionale alle esigenze delle imprese sarde interessate all’export, volto al perseguimento dell’obiettivo specifico “Sviluppare l’apertura internazionale del sistema produttivo regionale e potenziare la capacità di internazionalizzazione delle Pmi”, dell’obiettivo operativo 6.3.1 “Migliorare la capacità del sistema produttivo di internazionalizzazione delle Pmi ” e della linea di Attività 6.3.1.A) “Azioni di sistema e supporto all’internazionalizzazione delle imprese” del Por Fesr Sardegna 2007-2013 Asse Vi Competitività. Queste le linee di intervento previste: - la linea di intervento A prevede servizi di consulenza e supporto per l’internazionalizzazione volti a facilitare l’identificazione di partner esteri e lo sviluppo e consolidamento di relazioni economiche e commerciali con i mercati esteri; - la linea di intervento B prevede la partecipazione a missioni economiche all’estero in forma singola e in forma coordinata: finanzia i costi di partecipazione a missioni imprenditoriali con l’obiettivo di facilitare i rapporti economici e commerciali tra imprese stabilendo contatti diretti mediante incontri d’affari in Paesi esteri. - la linea di intervento C prevede la partecipazione a fiere internazionali all’estero diretta a finanziare i costi di partecipazione a fiere internazionali all’estero in forma aggregata e singola. Le Pmi interessate potranno compilare on line le domande di concessione dei voucher dal 12 luglio e fino al 28 giugno 2013 e successivamente inviarle in modalità cartacea entro 5 giorni dall´invio telematico tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o corriere espresso al seguente indirizzo: Sfirs S.p.a, Via Santa Margherita 4 , 09124 Cagliari . Le domande saranno istruite in ordine cronologico di presentazione on line fino ad esaurimento delle risorse disponibili pari a un 1milione di euro.  
   
   
DIRETTORE BANCA MONDIALE A CONVEGNO CON CHIODI IL TEMA:MERCATI DEL MONDO, ABRUZZO E DONNE ESCLUSE DA PIL  
 
Pescara, 11 luglio 2012 - Il direttore esecutivo della Banca Mondiale a Washington, Piero Cipollone, sarà relatore in un convegno che, guardando all´andamento dell´economia mondiale, offrirà il suo punto di vista sulla situazione abruzzese, in un momento di scelte drastiche che gli amministratori pubblici sono chiamati ad operare, per la crisi dei debiti sovrani. E´ infatti "Economia del mondo, economia d´Abruzzo e parità di genere", il tema del dibattito al quale parteciperà l´ex direttore dell´Invalsi, proveniente dall´Ufficio studi della Banca d´Italia, ora direttore esecutivo della Bm, che offrirà spunti di riflessione anche sulla questione legata all´incidenza sul Pil dell´assenza delle donne dal mercato del lavoro. Tra i relatori accanto a Cipollone, il presidente della Giunta Regionale, Gianni Chiodi, e la consigliera di Parità Regionale, Letizia Marinelli. Coordinerà il dibattito, Massimo Sargiacomo, dell´Università "D´annunzio" mentre gli indirizzi di saluto saranno rivolti dal presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, e dal sindaco, Luigi Albore Mascia. "Se vogliamo immaginare nuove e più efficaci risposte alla crisi che è di liquidità, di debito sovrano, di fiducia, e di crescita - ha anticipato il presidente Chiodi - è necessario comprendere le trasformazioni in atto, soprattutto per le economie dipendenti dai contesti esterni, com´è quella abruzzese". Il Presidente ricorda i grandi sforzi compiuti per mettere in sicurezza i conti del bilancio regionale, anticipando sul piano del rigore e del taglio della spesa pubblica le misure del Governo nazionale. "Occorre - ha continuato il presidente Chiodi - verificare gli indicatori di congruità ed equità delle misure di monitoraggio dell´auspicata stabilità". In questa crisi s´inserisce anche la questione delle grandi assenti dal mercato del lavoro: le donne. "La Banca Mondiale - ha commentato Letizia Marinelli - come avrà modo di spiegare lo stesso Cipollone, presta enorme attenzione alla questione di genere, per le profonde ripercussioni, in termini di sviluppo e di produttività, e favorisce interventi per una maggior presenza delle donne nel mercato del lavoro. Con il direttore esecutivo della Banca Mondiale proveremo a formulare una prospettiva di sviluppo del territorio abruzzese, anche in un´ottica di genere". Il convegno si svolgerà il 12 luglio, a partire dalle ore 18.00, nella sala Tinozzi della Provincia di Pescara.  
   
   
COMO E LECCO, INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – MAGGIO 2012  
 
Lecco, 11 luglio 2012 - Si è conclusa nei giorni scorsi l’edizione dell’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Como e Confindustria Lecco relativa al mese di maggio 2012. Continua la fase di incertezza, con segnali fra di loro contrastanti. Sia la domanda interna che quella estera continuano la fase di contrazione. La saturazione degli impianti produttivi è diminuita rispetto alla precedente rilevazione, mentre le previsioni economiche e occupazionali per le prossime settimane evidenziano preoccupazione da parte delle imprese. Le aspettative per i prossimi mesi risultano infatti particolarmente incerte, proprio come evidenziato nei giorni scorsi dal Centro Studi Nazionale con la nuova pubblicazione degli Scenari Economici. Punto dolente è ancora una volta la situazione legata alle insolvenze ed ai ritardi nei pagamenti mentre sul versante materie prime si registra una minore criticità, ad eccezione di alcune categorie di prodotti per le quali si riscontrano ancora aumenti. Gli Ordini - La dinamica degli ordini delle imprese delle due province mostra, in maggio, alcune schiarite rispetto a quanto rilevato ad aprile. Sul mercato interno permangono i segnali di stagnazione registrati nel mese precedente che però paiono lasciare spazio ad alcuni indicatori di stabilità, confermata sostanzialmente dai giudizi di diminuzione e crescita che tendono a bilanciarsi. Oltre la metà delle imprese (il 52,8%) comunica, infatti, un mantenimento della domanda italiana (il 40,4% ad aprile) mentre salgono al 21,4% (dal 12,8% registrato in precedenza) i soggetti che rilevano ordini in aumento. Il restante 25,8% delle imprese, infine, segnala una diminuzione della domanda. Il dato però risulta al di sotto di quanto registrato nella precedente edizione dell’Indagine, dove quasi un’azienda su due (il 46,8%) indicava un rallentamento dei volumi richiesti. Anche sul versante delle esportazioni risultano in crescita le imprese che hanno mantenuto la quota di mercato (55,4%) o addirittura consolidato il loro posizionamento (21,6%), a fronte di un 23% di soggetti che ha comunicato, invece, di aver perso competitività all’estero. Vale la pena sottolineare, però, come i giudizi in diminuzione siano passati dal 31,2% di aprile al 23% di maggio. La Produzione - L’attività produttiva delle imprese dei territori di Lecco e Como ha registrato una tenue ripresa rispetto ai livelli del mese precedente. I giudizi indicanti un aumento si sono attestati al 24,4%, superiori ai giudizi di diminuzione fermi al 17,4%. Per il rimanente 58,2% del campione non si segnalano invece variazioni. Situazione dunque diversa rispetto allo scorso mese di aprile, durante il quale il 41,2% del campione aveva dichiarato di aver subito una diminuzione della propria attività produttiva e i giudizi che indicavano un aumento erano fermi a poco più del 14%. Va tuttavia evidenziato che, a fronte di tale miglioramento, si registra una diminuzione nella percentuale di saturazione degli impianti di produzione, che passa dal 72,3% al 71,4%. Il Fatturato - Per quanto riguarda il fatturato, le imprese di Lecco e di Como comunicano di aver assistito ad una fase di parziale recupero del proprio volume d’affari nel 41,1% dei casi. Il dato si rivela in aumento rispetto a quanto rilevato nella precedente edizione dell’Indagine (in cui i giudizi di crescita si attestavano al 19,4%). Nei rimanenti casi, oltre un’impresa su tre (36,7%) ha segnalato stabilità delle vendite e il 22,2% una riduzione (ad aprile tale percentuale era invece del 47,2%). I fenomeni legati alla stagionalità delle produzioni incidono, nella definizione dello scenario presentato, per meno di un caso su cinque (il 18,4%). Le Previsioni - Le imprese dei due territori continuano a manifestare perplessità circa la situazione delle prossime settimane. Oltre la metà del campione (62,5%) ha indicato di non attendersi variazioni, ma è elevato il numero di soggetti che prevedono un ulteriore deterioramento della situazione attuale (28,4%). La percentuale di giudizi indicanti una crescita rimane ferma al 9,1%. Il dato sulla visibilità delle attività conferma un quadro di forte incertezza: scende dal 20% a poco più dell’11% la percentuale di aziende con un orizzonte temporale superiore al trimestre, mentre aumentano le imprese con una visibilità limitata a poche settimane (dal 44,8% di aprile all’attuale 46%) o comunque inferiore ai tre mesi (da 35,2% a 42,5%). Le Materie Prime - Minore criticità si riscontra rispetto al costo associato all’approvvigionamento delle materie prime, elemento tra quelli di maggior attenzione per le aziende di entrambe le province nelle precedenti Indagini. L’83% del campione ha comunicato di non aver subito particolari variazioni di prezzo delle principali commodities acquistate durante il mese di maggio. Nei casi restanti, il 10,5% delle imprese ha segnalato riduzioni sui listini prezzi mentre il 5,8% dei soggetti ha indicato incrementi. Le entità delle variazioni dei prezzi sono risultate differenti a seconda della tipologia di materiali. Nel caso dei metalli il prezzo è variato mediamente del 5% sia in aumento che diminuzione (metalli ferrosi e non ferrosi hanno assunto dinamiche differenti). In alcuni casi la variazione subita dai listini ha raggiunto la soglia del 10%. Le materie prime tessili hanno registrato per la maggior parte aumenti sino al 5% del prezzo rispetto ai livelli di aprile. L’acquisto di materie plastiche e chimiche è stato soggetto prevalentemente ad incrementi nell’ordine del 5%. In casi meno frequenti, per contro, si sono registrate diminuzioni del prezzo sino al 10%. La Solvibilita’ - Continua ad aumentare la percentuale di imprese che segnala un incremento dei casi di insolvenza o di ritardo nei pagamenti, passando dal 69,4% di aprile al 73,9% di maggio. Un ritorno dunque quasi ai livelli di inizio anno, quando si registrava un valore di poco superiore al 76%. Come indicato da un’impresa su tre la situazione di maggio è peggiorata, mentre per la parte rimanente del campione non si sono registrati comunque miglioramenti in tal senso. I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito - Si evidenziano ancora criticità nei rapporti tra imprese e gli Istituti di credito. Nonostante il 77,5% di giudizi non indichino variazioni, circa un’impresa su cinque (19,1%) segnala invece un peggioramento delle condizioni praticate. L’occupazione - Lo scenario occupazionale di Lecco e di Como evidenzia, in maggio, una stabilità indicata dall’82,2% del campione. Permangono elevati, per contro, i giudizi di diminuzione dei livelli (11,1%) che si rivelano superiori a quelli di crescita (6,7%). Per i prossimi mesi non sono previsti significativi miglioramenti e la situazione di contrazione dovrebbe protrarsi, così come espresso da circa un’impresa su quattro (24,5%), nonostante il 72,2% delle imprese prospetti un mantenimento degli attuali livelli anche per le prossime settimane. I Dati Di Como - Dopo la relativa stabilità dei primi mesi del 2011, la domanda rivolta alle imprese manifatturiere si è ridimensionata nella seconda parte dell’anno, soprattutto nel terzo trimestre. La domanda estera è tornata a crescere nel quarto trimestre del 2011 e nei primi tre mesi del 2012, mentre la domanda interna continuava a contrarsi. L’indagine campionaria evidenzia un aumento degli ordini per il 13% del campione. Si attesta al 73% il numero dei soggetti che indicano invece una stabilità rispetto ai livelli di inizio anno. Gli ordini provenienti dall’estero rilevano una performance migliore rispetto al mercato interno, con una crescita per il 46% degli intervistati, stabilità nel 38%. Nel 2011, l’export del manifatturiero di Como ha visto una crescita, rispetto all’anno precedente, pari all’11% (stessa performance per la Lombardia; quasi +9% per l’industria serica). Nel primo trimestre del 2012 la variazione annuale delle esportazioni dell’industria è stata positiva (+2% quella di Como e +6% per la Lombardia). Approfondendo la dinamica della domanda esterna si evince un saldo con l’estero negativo; se quasi tutti i settori del manifatturiero (sia beni intermedi che finali) generano un surplus commerciale positivo, il dato volge in negativo per l’eccessivo peso dell’import di prodotti energetici e mezzi di trasporto. La disaggregazioni delle voci di export evidenzia una sempre maggiore diversificazione geografica dei mercati di sbocco, soprattutto in Paesi extra Ue27 (Eurolandia, maggior mercato di sbocco per l’industria italiana, attraversa infatti una forte congiuntura negativa). Prosegue il ristagnare della domanda interna perché la fiacchezza del mercato del lavoro e dei redditi reali non rendono sostenibili dinamiche dei consumi migliori: il 73% del campione comunica il mantenimento dei livelli; le imprese che esprimono una crescita sono il 13%. L’attività produttiva rimane stabile da diversi mesi ma su livelli bassi, salvo alcuni mercati e nicchie che sono ritornate sui livelli pre-crisi. Appaiono maggiormente in difficoltà le imprese di minori dimensioni: da 10 a 49 addetti. In media, il campione rivela di utilizzare circa il 72% della capacità produttiva disponibile (la media della Lombardia nel 2011 è pari al 74,3%). Il livello di vendite nella prima metà del 2012 presenta significativi segnali d’allarme: il 36% delle imprese dichiara una calo rispetto al primo trimestre 2012, il 50 una stagnazione e il restante 14% un discreto incremento. La visibilità sulla domanda migliora seppur di poco (circa un mese, in linea con la media della regione); nonostante una dinamica degli ordini non esaltante e la stretta creditizia non si evidenzia una ripresa degli investimenti rispetto al recente passato. L’osservatorio di Confindustria Como monitora da un anno la situazione del credito alle imprese: se i tassi sono bloccati da diverso tempo l’offerta di credito in termini assoluti sta diminuendo, nonostante il piano triennale di prestiti varato dalla Bce in favore delle banche europee. Il tempo medio incassi delle imprese manifatturiere di Como si attesta attorno ai 150 giorni, ciò rappresenta una forte esigenza di liquidità, cui si abbinano criticità nella solvibilità dei clienti. La copertura degli oneri finanziari (oneri finanziari / Mol: il grado di assorbimento delle risorse economiche generate dalla gestione caratteristica da parte degli oneri finanziari) appare stabile e non traspare alcun dato allarmante al riguardo. Gli impieghi vivi del settore bancario al settore manifatturiero della provincia di Como sono calate del 4,3% rispetto a fine 2011, stesso andamento per i finanziamenti nel medio-lungo termine per l’acquisto di macchinari e attrezzature (gli investimenti produttivi) e per i finanziamenti per cassa. Per quanto riguarda i tassi non si denotano grosse variazioni, sia per tassi a breve che per tassi a lungo termine. Preoccupano invece le dinamiche relative a commissioni e spese d’istruttoria legate agli affidamenti, spesso la crescita rispetto al 2010 è a doppia cifra, sia per autoliquidanti, a revoca e a scadenza. Per quanto riguarda il mercato del lavoro si segnala: situazione stabile per la Cig ordinaria, incremento della straordinaria, aumento per richiesta di disoccupazione e mobilità. L’incidenza del costo del lavoro sul Valore Aggiunto generato (Clup) aumenta stabilmente (+18% negli ultimi tre anni) e con una dispersione (forchetta tra imprese con incidenza più alta e imprese con incidenza più bassa) sempre meno marcata; per un importante campione di industrie manifatturiere della provincia il Clup nel 2010 si è attestato attorno allo 0,78 (quando era 0,66 nel 2008). “Anche questa indagine – commenta Francesco Verga, Presidente di Confindustria Como – conferma la sostanziale immobilità dei nostri mercati, con le nostre aziende che non vedono variazioni nei livelli di crescita produttiva. Rimane purtroppo il problema del credito da parte delle banche che, unito ai ritardi ormai davvero insostenibili dei pagamenti, rende le nostre imprese sempre più in debito di liquidità. Non potremo andare avanti così ancora per molto: abbiamo bisogno di una inversione di marcia”.  
   
   
MOBILE IMBOTTITO, PUGLIA: INCONTRO A ROMA IL 12 LUGLIO PER ACCORDO PROGRAMMA  
 
Bari, 11 luglio 2012 - L’accordo di programma sul mobile imbottito tornerà ad essere al centro di un incontro a Roma, fissato per giovedì 12 luglio, tra la vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone, il sottosegretario del ministero allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti e il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo. Ad annunciarlo è la stessa vicepresidente in una lettera al sindaco di Santeramo Michele D’ambrosio. “Gentile sindaco – scrive - ti ringrazio per l’invito a partecipare all´incontro di oggi per il mobile imbottito, i cui obiettivi condivido. Purtroppo, altri impegni istituzionali precedentemente assunti con autorità nazionali e internazionali a Londra per il distretto dell´aerospazio mi impediscono di essere presente. Ci tengo però a che tu e tutti i partecipanti sappiate che resta fermo il mio impegno a sostegno di tutte le imprese e i lavoratori del settore e dell´area. Giovedì mattina 12 luglio, infatti, sarò col sottosegretario De Vincenti e il presidente della Regione Basilicata a discutere dell´accordo di programma che da tempo, insieme alle associazioni di Categoria, ai sindacati e alle istituzioni, abbiamo preparato e la cui approvazione, con i parlamentari, ho sollecitato più volte al governo. Mi auguro che quell´incontro sia proficuo e possa sciogliere ogni eventuale nodo residuo cosi da procedere con gli opportuni finanziamenti al rilancio e alla riqualificazione del settore e dell´area con positive prospettive per i lavoratori. Io continuerò certamente ad impegnarmi e assicuro il mio sostegno. A voi tutti buon lavoro”. Nella lettera Loredana Capone fa riferimento alla conferenza convocata oggi dal sindaco di Santeramo dal titolo “Non possiamo più perdere tempo. Subito una nuova opportunità di sviluppo con l’accordo di programma”. Tra gli invitati, oltre ai sindacati e alle associazioni di categoria, anche i sindaci di Altamura, Gravina, Cassano, Poggiorsini, Matera, Laterza e Ginosa con un collegamento in video conferenza con il sottosegretario Claudio De Vincenti e le conclusioni affidate a Massimo D’alema.  
   
   
LOMBARDIA, NEI PRIMI 6 MESI DELL’ANNO 7MILA NUOVI IMPRENDITORI  
 
Milano, 11 luglio 2012 - In tempi difficili, il sistema delle imprese lombarde arranca ma tiene: il tasso di crescita si attesta a +0,3%, tra gennaio e giugno del 2012. Milano e Monza fanno registrare le performance migliori: +0,9% e +0,6%. A incrementare il numero di imprese, c’è anche chi sfida la crisi mettendosi in proprio: sono circa 7mila i nuovi imprenditori titolari di impresa individuale “figli della crisi”, che hanno aperto una propria attività per rispondere alle difficoltà occupazionali. Ci sono giovani alla ricerca del primo posto di lavoro (più di un terzo delle nuove iscritte ha meno di 35 anni), donne che si “reinventano” (il 27,4%) e quasi 1 su 3 è straniero. Il trend di chi si mette in proprio: le imprese di pulizie, con 865 imprese attive in più rispetto al 2011. I settori che registrano flessioni più significative sono le imprese di intermediari del commercio (-746) e di costruzione di edifici (-847). Sondrio è la provincia che ha visto nascere più imprenditori giovani under 35 (46,5% sul totale dell’area provinciale), mentre nel mantovano si registra il maggior peso degli over 65 che rappresentano il 3,5% del totale delle nuove iscritte. Cremona è la provincia più “women friendly” con il 31,8% dei neo titolari d’impresa al femminile, mentre gli stranieri scelgono Milano: il 30,1% dei nuovi iscritti nell’area milanese è di provenienza extra Ue. È quanto emerge da elaborazioni e stime dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese.  
   
   
VCO: I NUMERI DELLE IMPRESE NEL II TRIMESTRE 2012  
 
Verbania, 11 luglio 2012 - Sostanzialmente in linea con gli anni passati, seppur con alcune criticità: questo è il quadro del sistema imprenditoriale sul Ii trimestre 2012, come emerge dall’analisi della Camera di Commercio. Lo stock delle imprese registrate nel Vco si attesta a 13.932 unità, in linea con il dato registrato all’inizio dell’anno. In termini percentuali, tra aprile e giugno lo stock delle imprese è cresciuto complessivamente dello 0,61% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il risultato è superiore alla media nazionale (+0,52%) e regionale (+0,48%). Il Vco, insieme a Novara, occupa il primo posto tra le province piemontesi per tasso di crescita delle imprese nel secondo trimestre dell’anno. Le imprese iscritte nel secondo trimestre 2011 sono 229, inferiore al dato registrato negli anni precedenti. Nel Vco sono sostanzialmente stabili le cessazioni: da 132 in v.A. Nel secondo trimestre 2011 a 142 in v.A. Nello stesso periodo di quest’anno. A livello nazionale dopo il calo registrato ad inizio anno, le imprese italiane tornano a sfiorare i 6,1 milioni di unità. Che la crisi, però, ancora morda il nostro sistema produttivo si evince dal numero delle cessazioni, che, superando le 72mila unità, riportano indietro la lancetta al Ii trimestre 2008, quando chiusero i battenti oltre 75mila attività. Le iscrizioni, invece, pur rallentando rispetto ai due anni precedenti, non raggiungono il picco negativo del Ii trimestre 2009. Il turismo si conferma “risorsa” per il Vco, +13 imprese in v.A. Rispetto a marzo 2012. Sostanzialmente stabili gli altri maggiori comparti (-8 imprese nelle attività manifatturiere, -4 in v.A. Nel commercio, +8 imprese nel comparto edile). Questi quattro settori pesano per quasi il 70% sul totale delle imprese. Nel dettaglio: il commercio rappresenta circa il 24% del totale delle imprese, le costruzioni il 19%, la manifattura il 12,5%, il comparto turistico il 12% con 1.674 imprese registrate al 30 giugno 2012. Stabili i servizi alla persona che, con le 699 attività registrate, pesano per il 5% sul totale delle imprese provinciali. Rapportando i dati 2012 allo stock di imprese registrato un anno fa sono evidenti ancora criticità, soprattutto per quanto riguarda il comparto edile, quello manifatturiero ed in minor parte anche in quello commerciale. Analizzando la forma giuridica delle imprese la dinamica è positiva per le imprese appartenenti a tutte le forme giuridiche, tra cui le società di capitali (+0,8%) che rappresentano ormai, con 2.169 imprese, il 15,6% del totale delle imprese del Vco. Bene anche le imprese individuali (+0,6%). Lo stock registrato nel secondo trimestre 2012 è di 8.060 unità, pari al 58% del totale. Il dato è in linea con la media nazionale dove il sistema imprenditoriale nell’affrontare le turbolenze del mercato mantiene l’inclinazione verso forme giuridiche più strutturate.