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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 25 Settembre 2012 |
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PARLAMENTO EUROPEO, CELLULE STAMINALI: UNA DONAZIONE GRATUITA E VOLONTARIA |
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Bruxelles, 25 settembre 2012 - Il ruolo delle cellule staminali nel trattamento di molte malattie è sempre più importante. Il rapporto discusso in plenaria lunedì insiste sull´importanza di rinforzare le banche di cellule staminali e sangue del cordone ombelicale attraverso un sistema volontario e non retribuito. La relazione della deputata britannica Marina Yannakoudakis (Ecr) sottolinea l´urgenza di creare un sistema che permetta la donazione volontaria e gratuita di tessuti e cellule. Ad eccezione del tessuto cutaneo, dei vasi e della membrana amniotica, la donazione avviene generalmente da un donatore deceduto. Sangue del cordone ombelicale e cellule staminali - Dal sangue contenuto nel cordone ombelicale, è possibile estrarre una grande quantità di cellule staminali, come illustrato nell´infografica. E queste potrebbero essere utilizzate per il trattamento di numerose malattie. È necessario anche creare degli standard comuni a livello europeo per le banche pubbliche e private permettendo così di aumentare la disponibilità di campioni di sangue proveniente da cordoni ombelicali. La salute non ha prezzo - La relatrice è fermamente convinta che la legislazione statunitense che ammette la vendita di cellule staminali del sangue deve essere considerata con cautela e ribadisce che la donazione dovrebbe avvenire su base volontaria e gratuita. |
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I RICERCATORI FANNO LUCE SUL MECCANISMO DELLA PROTEINA RAS CHE REGOLA LA CRESCITA CELLULARE |
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Bruxelles, 25 settembre 2012 - La proteina Ras è presente in praticamente tutti gli esseri viventi ed è importante per tutte le cellule viventi. È responsabile di tante cose, ma quella più importante è forse la regolazione della crescita delle cellule. Il meccanismo molecolare attraverso il quale la proteina Ras accelera la divisione della molecola guanosina trifosfato (Gtp), rallentando così la crescita della cellula, è stato adesso descritto dal Prof. Dott. Klaus Gerwert, un biofisico della Ruhr-universität Bochum, Germania nell´edizione online della rivista Pnas. Lo sue scoperte fanno seguito all´uso combinato di spettroscopia a infrarossi e simulazioni al computer. In questo modo si è potuto mostrare che la Ras mette una catena di fosfati sotto una tale pressione che un gruppo di fosfati si può staccare molto facilmente, il freno per la crescita della cellula. La mutazione della Ras è coinvolta nella formazione dei tumori perché questa reaziona rallenta e il freno alla crescita della cellula non funziona. "Le nostre scoperte potrebbero aiutare a sviluppare piccole molecole che ripristinino la giusta velocità delle proteine Ras," dice il prof. Gerwert. "Tali molecole sarebbero interessanti anche per la terapia molecolare per il cancro." Le malattie come la leucemia mieloide cronica (Lmc) attualmente si possono curare attraverso la terapia molecolare del cancro con farmaci come il Gleevec, ma non sono state ancora trovate molecole che abbiano un effetto simile sulla proteina Ras mutata. "Visto che adesso siamo in grado di studiare le reazioni della proteina Ras con una risoluzione molto migliore, si stanno formando nuove speranze che sarà possibile neutralizzare la molecola mutata usando farmaci come il Gleevec e ripristinare il ritmo della cellula," dice il prof. Gerwert. Normalmente la proteina Ras disattiva la crescita della cellula staccando un gruppo di fosfati dalla piccola molecola Gtp. La Gtp ha tre gruppi di fosfati collegati. Se è presente nell´acqua, il terzo gruppo di fosfati si può dividere spontaneamente, anche senza l´aiuto della proteina Ras. Il processo è però molto lento. La Ras accelera la divisione di cinque volte e una seconda proteina, chiamata Gap, di altre cinque volte. Adesso il team della Ruhr-universität Bochum ha scoperto cosa provoca questa accelerazione. La Ras porta la catena di tre gruppi di fosfati alla Gtp in una certa forma. Gira il terzo e il secondo gruppo di fosfati l´uno verso l´altro in modo che la catena sia sotto tensione. "È come dare la carica a una molla in un´automobilina giocattolo girando una vite," spiega il prof. Gerwert. "La Ras è la vite, i gruppi di fosfati formano la molla." La proteina Gap sottopone a ulteriore tensione la molla girando anche il primo gruppo di fosfati contro il secondo. In questo modo, la Gtp entra in uno stato a energia così alta che il terzo gruppo di fosfati si può facilmente staccare dalla catena, in modo simile a quando un´automobile giocattolo parte spontaneamente dopo che è stata data la carica alla molla. I risultati sono stati ottenuti usando la spettroscopia a infrarossi trasformata di Fourier (Ftir) risolta nel tempo sviluppata presso l´Istituto di biofisica. Attraverso l´uso di questa tecnica, gli scienziati seguono le reazioni e le interazioni di proteine con un´alta risoluzione spaziale e temporale in modo molto più preciso che non usando un microscopio. "La spettroscopia però non fornisce fotografie belle come un microscopio, ma soltanto spettri infrarossi molto complessi," spiega il dott. Carsten Kötting del team di ricerca. "Come un codice segreto che deve essere decifrato." A causa dell´enorme sforzo computazionale, molecole grandi come una proteina completa non possono attualmente essere descritte in modo affidabile usando queste cosiddette simulazioni quantiche meccaniche. Quindi i ricercatori hanno limitato la loro analisi alla Gtp e la parte della proteina Ras o Gap che interagisce direttamente con la Gtp. Hanno descritto il resto delle proteine con una simulazione delle dinamiche molecolari meno elaborata. "Quando si mettono insieme tutte le diverse simulazioni, è facile essere messi fuori strada," dice Till Rudack. "Quindi bisogna controllare la qualità dei risultati confrontando gli spettri a infrarossi simulati con quelli misurati." Se gli spettri ottenuti con entrambe le tecniche corrispondono, la struttura delle proteine si può determinare con una precisione di un milionesimo di un micrometro, come mostrato nello studio della Ruhr-universität Bochum. Per maggiori informazioni, visitare: Ruhr-universität Bochum: http://www.Ruhr-uni-bochum.de/index_en.htm Pnas: http://www.Pnas.org/ |
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TRASFORMARE GLI INTERVENTI CHIRURGICI RIDUCENDO LA PERDITA DI SANGUE |
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Bruxelles, 25 settembre 2012 - Avendo ricevuto l´autorizzazione alla vendita in Europa e Canada, Hemosep è prono a rivoluzionare il settore della sanità. Hemosep è una rivoluzionaria tecnologia chirurgica di recupero del sangue che è stata sviluppata all´Università di Strathclyde a Glasgow nel Regno Unito. I suoi inventori ritengono che abbia il potenziale per trasformare in modo radicale il modo in cui vengono eseguite le operazioni chirurgiche importanti grazie alla riduzione della perdita di sangue nei pazienti. Il dispositivo essenzialmente trattiene il sangue versato durante un´operazione chirurgica dal paziente e lo trasfonde quindi nuovamente nel paziente. Anche se già esistono simili dispositivi, Hemosep si differenzia poiché è stato progettato per essere estremamente compatto, ampliando così il suo utilizzo anche alle situazioni di emergenza. Le donazioni di sangue e le scorte di sangue sono un problema globale. Secondo le statistiche fornite dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il 90 % delle persone idonee a donare sangue non lo fanno, e molti non sanno che le donazioni di sangue hanno una data di scadenza breve e che ciò rende le donazioni abituali essenziali per garantire una scorta costante; si stima che circa il 2,0-2,5 % della popolazione deve donare sangue abitualmente. Nella regione europea dell´Oms, 14 paesi sono al di sotto di questa soglia, 8 dei quali sono nuovi stati indipendenti. Statistiche come queste mettono in evidenza l´importanza di sviluppare nuove tecnologie come Hemosep. Il processo utilizzato dal dispositivo è conosciuto come autotrasfusione. La sua funzione è quella di ridurre sia la quantità di sangue da donatore necessario che i problemi associati con la reazione alla trasfusione. Il professor Terry Gourlay che ha guidato lo sviluppo della tecnologia al Dipartimento di ingegneria biomedica dell´università ha commentato: "Questo è un fantastico esempio di vera collaborazione tra l´Università di Strathclyde e l´industria dei dispositivi medicai allo scopo di portare questo dispositivo da semplice idea a realtà clinica. L´introduzione di Hemosep nel settore dei dispositivi medici farà una grande differenza nella vita delle persone e ridurrà di molto il costo e i rischi associati con le trasfusioni di sangue. La tecnologia possiede netti vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali che sono sia costose che laboriose sul piano tecnico e prevedono l´uso di una complessa centrifuga e un´attrezzatura di pompaggio da parte di tecnici specializzati. "Noi ci aspettiamo ulteriori sviluppi sotto forma di un dispositivo derivato da questa tecnologia da usare nei bambini sottoposti a interventi a cuore aperto, dove le sfide della conservazione del sangue sono persino più cruciali." Presso l´Ospedale universitario dell´Università di Kirikkale ad Ankara, Turchia, sono stati condotti studi clinici e il dispositivo è stato usato in oltre 100 operazioni a cuore aperto. I ricercatori hanno visto che il dispositivo Hemosep riduceva significativamente la necessità di trasfusioni di sangue, insieme alla conservazione dei normali meccanismi di coagulazione e a una riduzione nella reazione infiammatoria che spesso si registra dopo le procedure chirurgiche. Il dispositivo è formato da una sacca di sangue che impiega una tecnologia a spugna chimica e un agitatore meccanico per concentrare il sangue aspirato dal sito dell´intervento o defluito dalla macchina cuore-polmone dopo l´intervento chirurgico. Le cellule separate vengono quindi restituite al paziente mediante trasfusione intravenosa. Il professor Serdar Gunaydin, direttore di cardiochirurgia all´Università di Kirikkale dove sono stati condotti gli studi clinici, ha detto: "La tecnologia rappresenta un vero passo in avanti nel campo dell´autotrasfusione per la chirurgia cardiovascolare, essendo altamente efficace, facile da usare e associata a una riduzione delle necessità di trasfusioni da donatore e perdita di sangue in questi pazienti. Considerando la scarsità nazionale di prodotti ematici e la preoccupazione per la trasmissione di malattie e l´immunosoppressione, si dovrebbe fare ogni sforzo per ottimizzare il recupero di sangue e la riduzione dell´uso di sangue allogenico. "La tecnologia Hemosep ha prodotto risultati importanti ed è il metodo più semplice che abbiamo mai usato. Non ci sono interferenze con l´operazione in corso e il prodotto è pronto da usare dopo un periodo di trattamento molto breve. Esso recupera rapidamente e in modo sicuro preziose proteine, fattori di coagulazione e concentrati cellulari per tutti i tipi di procedure cardiache. "Noi riteniamo che questa nuova tecnologia sarà una delle componenti essenziali della chirurgia cardiovascolare ordinaria nel prossimo futuro. Noi riteniamo persino che questa tecnica possa essere utile per la conservazione del sangue durante i trapianti, gli interventi di ortopedia e la neurochirurgia." I professori Gourlay e Gunaydin presenteranno i risultati dei recenti studi clinici al congresso della Società europea per gli organi artificiali (Esao) a Rostock, Germania, a settembre. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Strathclyde http://www.Strath.ac.uk/ Oms - Giornata mondiale del donatore di sangue http://www.Who.int/worldblooddonorday/en/ |
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"IMPERIAL FRINGE: LE OSSA DELLA DISCORDIA" |
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Londra, 25 settembre 2012 - Un evento intitolato "Imperial Fringe: Le ossa della discordia" (Imperial Fringe: Bones of contention) si svolgerà il 29 novembre 2012 a Londra, Regno Unito. Le nostre ossa ci aiutano a muoverci, danno forma e sostengo al nostro corpo. Sono tessuti viventi che si ricostruiscono costantemente nell´arco di tutta la nostra vita. Le ossa fratturate, lucidate o fuse sono usate come simboli culturali, fonti di cellule staminali, precursori di malattie articolari o basi di strutture dentali. Sono elementi costitutivi dell´essere umano. Tra i molti disturbi scheletrici classificati, uno dei più comuni è l´osteoporosi. Molto diffusa è anche la scoliosi, una curva della schiena o della colonna vertebrale, che spesso crea una marcata "C" o "S" visibile su una radiografia della colonna vertebrale. Per i ricercatori in prima linea nella ricerca sulle ossa l´evento sarà un´occasione per incontrarsi e discutere le ultime tendenze in questo campo. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www3.Imperial.ac.uk/newsandeventspggrp/imperialcollege/eventssummary/event_20-8-2012-10-40-32 |
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GIUSTIZIA E SANITÀ, LOMBARDIA: APRIRE TAVOLO |
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Milano, 25 settembre 2012 - Aprire un tavolo di lavoro tra tutti i soggetti coinvolti, in cui affrontare il tema del rapporto tra medici, istituzioni, mondo della giustizia e mondo assicurativo riguardo al crescente fenomeno delle denunce per presunte malpractice in medicina, con lo scopo di "raggiungere un break even di sopravvivenza". E´ la proposta lanciata dall´assessore alla Sanità della Regione Lombardia Luciano Bresciani nel suo intervento al convegno, organizzato dagli Ordini professionali degli avvocati e dei medici di Milano, su ´Le prospettive del giudizio in sanità´, al Palazzo di Giustizia di Milano. In Lombardia - a differenza di altre realtà in Italia - i dati parlano di un leggero decremento delle richieste di risarcimento (da 2.191 del 2010 a 2.114 del 2011 ossia -7,7 per cento), ma sono comunque cresciuti gli importi: in cinque anni si è passati da una media di circa 23.000 euro a 40.000 euro. I settori maggiormente interessati sono quelli ortopedico-traumatico (15,6 per cento), pronto soccorso (12 per cento), chirurgia generale (9,2 per cento), ginecologia (8,5 per cento). "Regione Lombardia - ha aggiunto Bresciani - si distingue a livello nazionale ed europeo per l´attenzione che ha nei confronti del paziente a 360 gradi e per l´impegno costante nel monitorare e raccogliere tutti i dati relativi al risk management in sanità, con la mappatura dei rischi e degli eventi sentinella. Abbiamo avviato una serie di procedure innovative per gestire al meglio le problematiche medico-legali, prevedendo anche momenti di formazione rivolta in particolare a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro". "E´ fondamentale - ha aggiunto Bresciani - soprattutto in chirurgia, sfruttare maggiormente e implementare protocolli operativi volti a migliorare la qualità e la sicurezza degli interventi". Sullo scenario più generale della sanità lombarda Bresciani ha ricordato come il 17 per cento dei residenti in Lombardia non si rivolga mai al servizio sanitario. D´altro canto, ci sono 5,45 milioni di accessi all´anno all´area degli acuti e 2,65 milioni di pazienti cronici. "La sfida per affrontare la cronicità - ha sottolineato Bresciani - è dare più forza alla medicina del territorio". Il 70 per cento dei costi viene sostenuto infatti negli ultimi 10 anni della vita delle persone. Di questi 2,65 milioni di cronici, 1,5 ha una sola patologia, 0,7 milioni hanno due patologie, con un costo che si raddoppia per ogni patologia di cui si soffre. Il costo pro capite medio per questi pazienti è di 2.460 euro all´anno, il 48 per cento di questa somma è dovuto a ricoveri ospedalieri. "Per questo - è stata la conclusione di Bresciani - è necessario controllare di più la stabilità dei pazienti cronici sul territorio. Noi lo stiamo facendo, anche con alcune sperimentazioni legate alla teletrasmissione dei dati. La strada da seguire è quella della tecnologia". |
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MILANO: TUTELE E DIRITTI DEL PAZIENTE E DEL PROFESSIONISTA I TERMINI DELLA VALUTAZIONE DELLA COLPA MEDICA LE PROSPETTIVE DEL GIUDIZIO IN SANITA’ |
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Milano, 25 settembre 2012 - Non tutte le Regioni italiane hanno un monitoraggio costante della problematica medico-legale. In Regione Lombardia le richieste di risarcimento danni valgono oltre 406 milioni di euro, di cui il 96 per cento deriva da eventi generatisi da attività ospedaliere e il 2 per cento nelle attività dei servizi delle Asl. L’analisi delle richieste di risarcimento danni relativa al Sistema Sanitario Regionale lombardo mostra che l’’86,13 per cento delle stesse è pervenuta alle 29 Aziende Ospedaliere; segue un 7,89 per cento inerente le 6 Fondazioni ed un 5,96 per cento relativo alle 15 Asl in Regione Lombardia, nell’’arco temporale di 13 anni (1999-2011) vi sono state 27.073 richieste di risarcimento danni; 16.304 denunce cautelative e 1.356 procedimenti penali denunciati sulla polizza di Rct/o. “Sono cinque anni,” dice Marco D’elia,” che attendo di risolvere una problematica medico-legale. Sono stato operato male e poi ho dovuto subire altri 5 interventi per cercare di risolvere il danno che mi è stato fatto con una operazione chirurgica nel 2009 errata. Auspico che per noi cittadini si possano semplificare gli iter per avere giustizia medico-legale”. Questa è una delle riflessioni di uno dei pazienti presenti oggi nell’Aula magna della Corte d’Appello di Milano ad un convegno sul tema “Prospettive del giudizio in sanità”. “Urge un innovativo e condiviso inquadramento giuridico nell’approccio medico-legale”, dice il prof Giorgio Maria Calori, coordinatore scientifico di una giornata nazionale di approfondimento sul tema medico-legale che si è tenuto ieri a Milano presso l’Aula Magna della Corte d’Appello. Il rapporto medico-paziente e le nuove frontiere nella valutazione della colpa medica; l’evoluzione della responsabilità sanitaria e la medicina difensiva; le proposte di riforma della normativa e i dati aggiornati sui contenziosi medico-legali sono alcuni degli argomenti discussi. “La Regione Lombardia si distingue a livello nazionale ed europeo ,”sottolinea Luciano Bresciani, Assessore Sanità Regione Lombardia,”per l’attenzione che ha nei confronti del paziente a 360 gradi, e per l´ impegno costante nel monitorare e raccogliere tutti i dati relativi al risk management in sanità. Abbiamo avviato una serie di procedure innovative per gestire al meglio le problematiche medico-legali e questa giornata è un confronto tra esperti proprio per sottolineare quanto sia fondamentale un continuo aggiornamento sulle normative e sull’ evoluzione anche della professione sanitaria che oggi più che mai punta ad essere di qualità, al servizio delle famiglie . La mia relazione verte sul tema delle nuove frontiere nella valutazione della colpa medica, soprattutto con riferimento alla chirurgia, nel cui ambito è auspicabile che siano sfruttati ed implementati protocolli operativi volti a migliorare la qualità e la sicurezza degli interventi chirurgici”. Alcuni Dati - Degli oltre 43.660 sinistri raccolti - relativi ai tredici anni 1999-2011 – oltre 27.000 si riferiscono a richieste di risarcimento danni avanzate da/per conto del danneggiato (azioni giudiziali e stra-giudiziali) per danni subiti nell’ambito dell’attività clinica o assistenziale (86,13% generate nelle Aziende Ospedaliere, 5,96% nelle Asl e 7,89% nelle Fondazioni). Il tasso delle richieste risarcimento danni stimate ogni 10.000 ricoveri (ordinari e day hospital) è pari a circa 13,5. Per il solo Rischio Clinico risulta pari a circa 8,9 sinistri ogni 10.000 ricoveri. Gli eventi a maggior occorrenza nel Pronto Soccorso sono gli errori diagnostici (58,8%), seguono gli errori terapeutici (13,2%), gli errori chirurgici (5%) e gli smarrimenti (4,5%). I casi più frequenti in Ortopedia e Traumatologia riguardano errori chirurgici (53,6%), seguono gli errori diagnostici (11,8%) ed errori terapeutici (9,6%); successivamente si ritrovano le infezioni (7,5%). I casi più frequenti in Chirurgia Generale riguardano gli errori chirurgici (49,1%); seguono gli errori diagnostici (10,3%), le infezioni (7,3%), gli errori anestesiologici (6,7%) e gli smarrimenti (5,7%). In Ostetricia e Ginecologia gli accadimenti più frequenti riguardano errori chirurgici (40,5%), seguiti dagli errori diagnostici (18,4%) e da quelli terapeutici (8,7%). In Medicina Generale gli smarrimenti rappresentano il 22,0% e le cadute (18,5%), seguite dagli errori diagnostici (13,3%). Gli eventi più frequenti accaduti nel corso di prestazioni erogate in emergenza-urgenza (che rappresentano il 15,7% del totale eventi) riguardano gli errori diagnostici, terapeutici e chirurgici in Pronto Soccorso e Ortopedia-traumatologia, gli errori diagnostici in Radiologia. Il 21% delle richieste danni avanzate alle Asl riguarda eventi non direttamente riconducibili all’attività caratteristica della Asl stessa (danneggiamenti a cose o cadute all’interno dell’area di competenza della Asl); segue un 4% di richieste inerenti infezioni attribuibili al non adeguato Servizio di Igiene degli alimenti di origine animale, un 3% riguardante errori diagnostici nel servizio di assistenza territoriale seguito da un altro 3% riguardante danneggiamenti a cose nell’ambito del Servizio Disabili. Gli Operatori che svolgono attività ospedaliere rappresentano l’8% dei danneggiati: il 61% delle richieste riguardano danni a cose, seguono lesioni (35%) e i danni patrimoniali (2%). Nelle Asl le richieste da parte dei pazienti sono pari al 36% del campione, di cui il 62% per lesioni,l’11% dei decessi, l’8% per danni patrimoniali e il 6% per danni a cose. Gli operatori avanzano il 28% delle richieste nelle Asl (di cui un 52% per danni a cose, un 28% per lesioni ed un 15% per danni patrimoniali). Fonte: “Mappatura del rischio”del Sistema Sanitario Regionale Lombardo. Un confronto costante è fondamentale e questa giornata è promossa dagli Ordini Professionali dei Medici e degli Avvocati con la collaborazione delle Società Scientifiche e con l´alto Patrocinio del Senato della Repubblica. Ha aperto i lavori S.e. Giovanni Canzio, Presidente della Corte d’Appello di Milano, unitamente all’avvocato Paolo Giuggioli, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano ed al dott. Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano e Provincia. “Le dimensioni del problema si stanno allargando in tempi come questi”, dice il prof. Giorgio Maria Calori, Presidente Estrot (European Society Tissue Regeneration in Orthopaedics Trauma http://www.estrot2013.eu/ ) e Primario della Divisione di Chirurgia Ortopedica Riparativa dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano” in cui ai medici viene richiesta non solo la professionalità, ma anche una garanzia assicurativa personale in caso di errori nello svolgere la propria mansione. Si richiede un nuovo inquadramento giuridico che meglio tuteli non solo il paziente ma anche il professionista della sanità”. Si discuterà di responsabilità sanitaria e di medicina difensiva e delle proposte di riforma, dell’inquadramento giuridico dell’approccio medico-legale. Inoltre saranno esposti i dati sulla risposta assicurativa a questa necessità di tutela sia del paziente che del personale sanitario in termini di reciproco rispetto di diritti e doveri. “Il tema dell’errore in medicina è esploso negli Usa col rapporto dell’Institute of Medicine (Iom) ‘To err is human: building a safer health system’ pubblicato nel 1999 e negli ultimi anni la sicurezza del paziente è diventato argomento sempre più discusso,”dice Paolo Giuggioli, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano,“ L’ordine degli Avvocati di Milano da sempre si impegna per un continuo aggiornamento e, con giornate di studio come queste, auspica che il confronto e il dialogo tra le parti consenta di migliorare la tutela medico-legale” Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 16.30 si svolgerà una tavola rotonda con i massimi esperti italiani dedicata al tema dell’approccio multidisciplinare ed alla identificazione dei nuovi strumenti di gestione della responsabilità sanitaria, cui parteciperanno numerosi Presidenti delle Società Scientifiche Mediche e Chirurgiche.“si tratta quindi di un ambito molto rilevante e Omceo ribadisce da sempre quanto sia importante puntare su professionalità ed etica.”dice Roberto Carlo Rossi, Presidente Omceo,” I dati parlano chiaro: a seguito dell’approvazione del decreto Simes (Sistema Informatico per il Monitoraggio degli Errori in Sanità) nel database regionale sono state implementate delle variabili per la raccolta di una serie di informazioni richieste a livello ministeriale e, nel 2011, c’è stato un aumento significativo delle richieste danni avanzate per tramite di un avvocato. Una quota maggioritaria di denunce da parte di paziente è di sesso femminile. La maggior parte delle richieste danni riguarda eventi generati nel corso di interventi chirurgici ” |
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EPATITE C: CON TELAPREVIR UN APPROCCIO TERAPEUTICO
PIU’ RAPIDO ED EFFICACE
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Milano, 25 settembre 2012 - In seguito alla recente approvazione della rimborsabilità da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sta per essere lanciato sul mercato italiano telaprevir, un nuovo farmaco contro l’Epatite C. Si tratta di un importante passo avanti nella lotta contro l’infezione da Hcv, dal momento che il nuovo farmaco offre un regime terapeutico più efficace rispetto alla terapia standard e può offrire un ciclo terapeutico più breve. Telaprevir, infatti, è in grado di ridurre della metà l’attuale durata del trattamento nella maggioranza dei pazienti naïve o recidivanti. Telaprevir, frutto della ricerca congiunta tra Vertex e Janssen, è un antivirale ad azione diretta (Daa), inibitore potente e selettivo della proteasi non strutturale 3/4A del virus Hcv, approvato dall’Ema per l’impiego in associazione con peginterferone-alfa e ribavirina (terapia standard) per il trattamento dei pazienti adulti affetti da epatite C cronica di genotipo 1, che rappresenta il 60% delle infezioni globali ed è il più difficile da eradicare. Le evidenze arrivano da tre studi clinici di Fase Iii in cui sono stati trattati 2.290 pazienti: gli studi Advance e Realize hanno analizzato l’efficacia e la sicurezza di telaprevir in combinazione con interferone pegilato e ribavirina (triplice terapia) rispetto alla duplice terapia. I risultati dello studio Advance mostrano che il regime terapeutico a base di telaprevir incrementa significativamente la percentuale di guarigione dall’infezione cronica da Hcv di genotipo 1 rispetto alla terapia standard nei pazienti naïve al trattamento (79% vs 46%). Lo studio Realize ha, inoltre, dimostrato un incremento della percentuale di guarigione nei pazienti con una precedente recidiva ed in quelli che avevano avuto una risposta parziale a trattamenti precedenti con la terapia duplice, rispettivamente dell’84% vs 22% e del 61% vs 15%, e nei null responder del 31% vs 5%. I risultati dello Studio clinico di Fase Iii Illuminate, poi, che ha analizzato la risposta dei pazienti naïve affetti da Epatite C cronica di genotipo 1 alla terapia con telaprevir in combinazione con la terapia standard, hanno dimostrato la non inferiorità del regime terapeutico a base di telaprevir della durata di 24 settimane rispetto a quella di 48 settimane nei pazienti, non cirrotici, che avevano un Hcv Rna non rilevabile alle settimane 4 e 12 di trattamento (eRvr). Di questi, infatti, il 92% dei pazienti appartenenti al gruppo randomizzato trattato per 24 settimane ha raggiunto una risposta virologica sostenuta (Svr), rispetto al 90% di quelli del gruppo trattato per 48 settimane. La rapida riduzione della carica virale di Hcv (Risposta Virologica Rapida) osservata con l’impiego della triplice terapia a base di telaprevir alla 4a settimana di trattamento consente di valutare precocemente l’andamento della terapia sia nei pazienti naïve, sia in quelli precedentemente trattati. La valutazione della Rvr, che con la triplice con telaprevir si raggiunge in circa il 70% della popolazione (esclusi i null responder al precedente trattamento, dove si raggiunge nel 26%), diventa un elemento molto utile in tutte le tipologie di pazienti in quanto predittivo di Svr, ovvero di guarigione per il paziente e permette anche di capire se un paziente stia rispondendo o meno al trattamento. In questa seconda ipotesi, infatti, si interromperebbe la terapia per evitare una ulteriore esposizione ai farmaci, evitando così anche un inutile spreco di risorse. L’aggiunta di telaprevir alla terapia standard può determinare la comparsa di ulteriori eventi avversi rispetto a quelli riscontrati con la duplice terapia, in particolare un aumento dell’anemia e la comparsa di eruzioni cutanee e prurito ma, nella maggior parte dei casi, questi eventi possono essere gestiti con un attento monitoraggio del paziente e con opportuni aggiustamenti del dosaggio della ribavirina. Alla luce di questi elementi, è possibile affermare che telaprevir determinerà una vera e propria “rivoluzione” terapeutica nella lotta contro l’Epatite C, ma questa, come altre importanti innovazioni, impongono strategie di intervento e modelli organizzativi adeguati da parte degli operatori sanitari e dei centri specialistici preposti alla cura dei pazienti. “Con i nuovi antivirali ad azione diretta – dichiara il Professor Massimo Colombo, Ordinario di Gastroenterologia presso l’Università degli Studi di Milano – siamo in grado di elevare complessivamente le possibilità di guarigione di un 30-40%, rendendo più efficienti le nostre opportunità di cura. D’altro canto, questi farmaci introducono algoritmi di cura più complessi rispetto alla terapia standard. Per questo motivo, per poter cogliere da questa innovazione terapeutica i maggiori vantaggi, è importante creare una rete di centri ospedalieri idonei a trattare i pazienti con le nuove molecole. A questo proposito la Regione Lombardia – continua Colombo – si sta attrezzando, in quanto ha già costituito un Gruppo di lavoro che darà vita ad una rete ospedaliera in grado di far afferire i pazienti ai presidi presenti sul territorio, centralizzando presso Laboratori “esperti” l’analisi, ad esempio, dei campioni biologici, per velocizzare i risultati delle risposte virologiche, necessarie per adeguare gli algoritmi di cura all’introduzione dei nuovi farmaci. Questo “modello” prevede la consultazione on line degli esiti da parte dei medici, permettendo anche ai centri con minore esperienza di avvalersi dei presidi tecnici che solo talune aziende ospedaliere possiedono, evitando al paziente spostamenti anche gravosi.” “Con le terapie più recenti che stanno per essere introdotte possiamo dire di essere entrati in una nuova era per quanto riguarda il trattamento dell’Epatite C – dichiara il Professor Antonio Craxì, Ordinario di Medicina Interna e Gastroenterologia presso l’Università degli Studi di Palermo – ma per poter accedere alle terapie più adeguate bisogna innanzitutto sapere di essere stati infettati. Può sembrare un paradosso – continua Craxì – ma oggi sappiamo come combattere il virus, abbiamo a disposizione farmaci che si sono dimostrati efficaci nell’eradicazione del virus stesso, eppure ci troviamo ancora a parlare di ‘emergenza Epatite C’, perché manca nell’opinione pubblica la consapevolezza che questa malattia esista e sia molto grave, in quanto responsabile di cirrosi epatica, epatocarcinoma, oltre ad essere la principale indicazione per il trapianto di fegato nel mondo occidentale”. “Si stima che solo il 10-15% degli infettati sappia di esserlo. Diventa prioritaria, quindi, una strategia volta all’identificazione precoce della malattia e all’ottimizzazione del percorso diagnostico-terapeutico assistenziale mirato a prevenirne l’evoluzione. E questo dovrebbe far considerare l’ipotesi di politiche di screening di massa per Epatite C volte a far emergere il ‘sommerso’ e a promuovere un utilizzo appropriato, e per questo sostenibile, delle nuove terapie, con l’obiettivo di diminuire il tasso di mortalità Hcv - correlato.” Come portavoce delle istanze di molti pazienti che l’Associazione rappresenta, Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione Onlus Epac sostiene che: “Il numero sempre più elevato di pazienti che grazie ai nuovi farmaci potranno bloccare l´evoluzione della malattia porterà, come naturale conseguenza, all’abbattimento dei costi di gestione e di ospedalizzazione dell’epatite C cronica e delle sue temibili complicanze (cirrosi, tumore e trapianto di fegato), nonché un deciso miglioramento della qualità di vita per il paziente e per il suo nucleo familiare. Ci sono buoni motivi per pensare che fra 5-10 anni l’Epatite C sarà curabile nella maggior parte dei pazienti, ma in questo lasso di tempo dobbiamo occuparci da subito di quei pazienti più a rischio di altri, per i quali le nuove molecole rappresentano l’unica opzione terapeutica, cercando di salvare quante più vite possibili. Per questo – conclude Gardini - ci aspettiamo il sostegno di tutti e in particolare delle Regioni per avere un accesso immediato ai nuovi trattamenti.” “Gli enormi progressi compiuti dalla ricerca farmacologica e la conseguente offerta di soluzioni terapeutiche all’avanguardia, mirate al massimo recupero dei pazienti affetti da malattie gravi e invalidanti, hanno rivoluzionato l’approccio alla cura delle stesse. – ha dichiarato Massimo Scaccabarozzi, Amministratore Delegato di Janssen Italia - Molti farmaci, oltre ad offrire nuove opportunità terapeutiche, possono al contempo ottimizzare la spesa sanitaria grazie ad una più efficiente gestione del paziente.” “In Janssen sviluppiamo da sempre soluzioni innovative – conclude Scaccabarozzi - consapevoli che i trattamenti farmacologici più innovativi, per poter manifestare appieno le proprie potenzialità, richiedano la creazione di un terreno adeguato, con modelli organizzativi ad hoc”. |
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FVG: DIFFONDERE LA CULTURA DELLA DONAZIONE DEGLI ORGANI |
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Udine, 25 settembre 2012 - "Nel Friuli Venezia Giulia molta strada è già stata fatta nella donazione degli organi e dei trapianti, raggiungendo risultati significativi, ma bisogna insistere nell´impegno di diffondere la cultura della donazione e per questo è preziosa la collaborazione fra istituzioni e associazioni di volontariato". Lo ha affermato il vicepresidente della Regione e assessore alla Salute, Luca Ciriani, intervenuto ieri a Udine ai lavori del convegno su "Organizzazione della Donazione di organi nelle regioni di Alpe Adria", organizzato dall´Ado-fvg e dal Centro regionale Trapianti. Dai vari interventi di esperti, medici e responsabili di associazioni di volontariato, è emersa la realtà della donazione e dei trapianti in Italia, Austria, Slovenia e Croazia. Da parte sua il vicepresidente Ciriani ha messo in evidenza la realtà nel Friuli Venezia Giulia sostenendo che "la donazione e il trapianto degli organi passa attraverso un complesso e articolato sistema che vede due percorsi paralleli: quello del donatore e quello del ricevente che solo alla fine si intersecano grazie ai sistemi di coordinamento". "Il Friuli Venezia Giulia - ha continuato Ciriani - è da anni ai primi posti in Italia nella donazione grazie al silenzioso lavoro fatto quotidianamente nei reparti delle Aziende Sanitarie della regione, soprattutto nelle rianimazioni, e alla diffusa cultura della solidarietà che alimenta tutto il percorso della donazione di organi/tessuti, ma anche di sangue, di midollo e di sangue del cordone ombelicale". Questo ha consentito ai Centri di Trapianto della regione di effettuare oltre 1720 trapianti dall´inizio dell´attività a oggi con una media di oltre 100 trapianti/anno di cui nel 2011: 26 di cuore, 30 di fegato, 56 di rene e 1 di pancreas. Al 31 agosto 2012 sono stati effettuati in regione 15 trapianti di cuore, 13 di fegato, 30 di rene. Il Friuli Venezia Giulia fa parte della rete nazionale trapianti e della macro area del Nitp (Nord Italia Transplant programme) con Lombardia, Liguria, Veneto, Marche, Prov. Autonoma di Trento. "Nel 2005 - ha ricordato il vicepresidente - è stato istituito il Centro Regionale Trapianti, struttura di coordinamento delle attività complesse di donazione e trapianto di organi tessuti e cellule, a cui, sulla base della normativa europea, sono affidati i compiti di autorità competente e di controllo della sicurezza delle procedure". L´organizzazione così strutturata ha permesso di ottimizzare il lavoro di tutti i professionisti, sia regionali che extraregionali, che intervengono nel percorso del ´procurement´, trasformando l´organizzazione delle singole strutture in organizzazione di rete. In questo ambito, per potenziare la rete anche in ambito europeo, risulta determinante che vi sia condivisione tra i modelli organizzativi dei coordinamenti alla donazione nelle regioni contermini, relativamente al procurement, alla sicurezza, anche alla luce delle Direttive Europee in materia. Concludendo, Ciriani ha affermato che "l´attenzione della Regione in materia di donazioni e trapianti è stata, è e sarà sempre una priorità, ma essa da sola poco può incidere se non è accompagnata da una sempre più estesa e condivisa cultura della donazione. Ringrazio perciò sia gli organizzatori di questo convegno che consente di fare il punto della situazione in un area più vasta di quella strettamente regionale, sia le associazioni di volontariato per la loro opera sussidiaria a quella delle istituzioni". |
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LIGURIA, SALUTE, TRASPORTI SANITARI, A DIRETTORI: SUBITO UNA VERIFICA PER EVITARE ABUSI E GARANTIRE AI CITTADINI I LORO DIRITTI |
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Genova, 25 Settembre - “Un impegno diretto perché siano corretti e contrastati tutti quei comportamenti che per equivoco o per dolo mettono in grave disagio persone che hanno difficoltà e una verifica su tutti i casi, attraverso i distretti sanitari, sia perché venga evitato un utilizzo non dovuto del servizio, sia perché venga garantito il trasporto a chi ne ha diritto”. L’ha chiesta il 21 settembre l’assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo, attraverso una lettera indirizzati ai cinque direttori delle Asl liguri dopo le polemiche dei giorni scorsi, a causa della denuncia dell’associazione italiana sclerosi multipla per il trasporto tramite auto medica di alcuni malati costretti a pagare. “Recentemente – scrive Montaldo – si sono verificati diversi casi di persone, non solo quelli segnalati dai mezzi di comunicazione, che hanno vista negata, da parte del medico, la certificazione della non deambulabilità e quindi del trasporto per recarsi ad effettuare esami e cure. E’ noto infatti che in Liguria, con grande ritardo rispetto ad altre regioni, si è passati ad un rigoroso rispetto della normativa nazionale sui livelli essenziali di assistenza, anche per contenere i costi”. “Tutto ciò però – continua l’assessore alla salute – non può andare a svantaggio dei cittadini che vengono privati di un diritto. Nonostante infatti le difficoltà economiche il servizio sanitario deve dare ai liguri le garanzie di assistenza dovute”. L’assessore Montaldo ricorda inoltre ai direttori che, “alla luce dell’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale lo scorso 18 settembre, verrà predisposto dall’assessorato alla salute un piano per procedere alla definizione delle modalità di compartecipazione, in base al reddito, per i cittadini non autorizzabili”. |
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AUMENTA L’IMPEGNO DELLA REGIONE PIEMONTE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI |
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Torino, 25 settembre 2012 - La Giunta regionale ha approvato il 24 settembre due delibere che stanziano 17 milioni di euro a favore degli anziani non autosufficienti (5 in più rispetto al 2011) e di 17,5 milioni a sostegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie. “Al di là di tante parole e polemiche inutili - puntualizza il presidente Roberto Cota - quello che conta sono i fatti, ed oggi la Giunta ha approvato una delibera con cui aumenta di 5 milioni rispetto allo scorso anno il proprio stanziamento su un capitolo, quello degli anziani non autosufficienti, su cui da una parte la crisi e dall’altra i tagli del Governo nazionale rischiavano di creare difficoltà enormi. La volontà rimane quella di fare tutto quanto è possibile sul sociale e su chi ha più bisogno”. “Le cifre stanziate - aggiunge l’assessore Paolo Monferino - contribuiranno a rispondere ai tanti bisogni socio-sanitari dei non autosufficienti e dei disabili. Alla luce dei tagli effettuati dal Governo, che per il 2012 ha praticamente azzerato il fondo per i non autosufficienti, la Regione Piemonte, pur con difficoltà, metterà a disposizione del settore risorse utili a finanziare interventi a sostegno della domiciliarità e della disabilità. Questo grazie ai primi risultati prodotti dalla razionalizzazione del sistema sanitario che, a regime, ci consentirà di recuperare risorse che, alla luce del difficile periodo che la nostra gente sta attraversando, saranno destinate al sociale. Un impegno che ci siamo assunti all’inizio dell’anno e che oggi concretizziamo”. I 17 milioni saranno ripartiti ai soggetti gestori delle funzioni socio-assistenziali attraverso una diversificazione delle risposte ai bisogni degli anziani non autosufficienti (interventi economici a sostegno della domiciliarità come assegni di cura e buono famiglia, cure domiciliari in lungoassistenza, letti di sollievo). “La Regione - continua Monferino - nell’ottica di promuovere il benessere, la qualità della vita e l’autonomia dei non autosufficienti ha scelto di favorire la permanenza presso il domicilio tramite le cosiddette ‘prestazioni domiciliari’ a sostegno del malato e della famiglia di cui fa parte. Molte sono le iniziative già in atto finalizzate a tale obiettivo, come telesoccorso, fornitura di pasti, lavanderia, servizi di pulizia, piccole manutenzioni, assistenza familiare, affidamento diurno. Con queste risorse diamo una risposta ulteriore ai fabbisogni dei piemontesi”. Il finanziamento a sostegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie stabilito per il 2012 corrisponde ai finanziamenti erogati ed assegnati nel 2011 e verrà assegnato agli enti gestori per il sostegno dei progetti di vita indipendente, per prestazioni di educativa territoriale e per gli inserimenti nei centri diurni. |
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NUOVO OSPEDALE DI PORDENONE, FIRMATO IL DOCUMENTO D´INTESA |
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Trieste, 25 settembre 2012 - Via libera alla realizzazione del programma per la realizzazione del nuovo ospedale di Pordenone. Il Comune e la Provincia di Pordenone hanno firmato il 21 settembre con l´Azienda ospedaliera il documento d´intesa relativo alla costruzione delle infrastrutture che stanno alla base della realizzazione dell´opera. "In soli 45 giorni - ha commentato il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani - come previsto dal preaccordo, le Amministrazioni locali hanno siglato il documento che definisce la suddivisione di ruoli e investimenti delle infrastrutture, ovvero di tutte le opere che rappresentano un prerequisito per la realizzazione del nuovo ospedale legate al territorio, come le fognature, l´aspetto energetico, i collegamenti elettrici e il passaggio dei dati. Comune, Provincia e Azienda sanitaria, assieme all´Ato, hanno trovato un accordo sulla gestione e realizzazione delle infrastrutture e la formalizzazione ha un ruolo centrale per proseguire nell´iter e giungere in tempi rapidi all´accordo di programma". "Sono soddisfatto - ha commentato il vicepresidente Ciriani - si tratta di atti che ribadiscono la validità della scelta e ci garantiscono gli strumenti necessari per garantirci i fondi. Pordenone è unita per raggiungere un obiettivo strategico per tutta la provincia". |
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FESTIVAL DELLA SALUTE: OCCASIONE PER FARE IL PUNTO SULLO STATO DELL’ARTE DEL SISTEMA SANITARIO TOSCANO |
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Firenze, 25 settembre 2012 – “Il Festival della Salute, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, sarà l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del sistema sanitario toscano e nazionale. Si parlerà di spending review, e anche della riorganizzazione che in Toscana abbiamo avviato, ma che anche altre Regioni stanno affrontando”. L’ha detto l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni stamani, nel presentare la quinta edizione del Festival della Salute, che si terrà dal 25 al 30 settembre alla Versiliana e nel centro storico di Pietrasanta. Erano con lui alla conferenza stampa di presentazione Paolo Amabile, ideatore del Festival, Giancarlo Sassoli, direttore generale della Asl 12 di Viareggio, Domenico Lombardi, sindaco di Pietrasanta, Marco Remaschi, presidente della Commissione sanità del Consiglio Regionale. “Quello del Festival della Salute – ha aggiunto Marroni – è un format molto originale rispetto a tante altre iniziative e manifestazioni sulla sanità, perché si rivolge direttamente alle persone, agli utenti, con eventi sempre molto qualificati e di alto livello. La Regione Toscana è stata fin dall’inizio tra i promotori principali del Festival, e continua a confermare il suo interessamento”. Quest’anno il Festival lascerà la sede di Viareggio, che ha ospitato le precedenti edizioni, e si dividerà tra la Versiliana, dove dal 25 al 27 settembre si terrà il Festival junior, dedicato ai più piccoli, e il centro storico di Pietrasanta, che dal 28 al 30 ospiterà la Cittadella della Salute, con incontri, convegni, stand, manifestazioni. “Questa del cambio di sede è la prima novità – ha sottolineato Paolo Amabile – ma ce ne sono molte altre. Nonostante il periodo di crisi, questa è un’edizione da record, è cresciuta la partecipazione delle associazioni di volontariato, è aumentato il numero di incontri. Sarà un Festival ricco di eventi, dai convegni ai talk show, dagli screening ai massaggi, alle attività sportive”. Il Festival punterà molto sulla prevenzione, e per questo la prima parte, dal 25 al 27 settembre alla Versiliana, sarà tutta dedicata ai giovani, con laboratori teatrali, musicali, alimentari, yoga, giochi di strada, storie, pittura e cartapesta. Dal 28 al 30 settembre il Festival si trasferisce nel centro storico di Pietrasanta e si rivolge al pubblico degli adulti. Sui palcoscenici allestiti in piazza Statuto e piazza Duomo, negli edifici storici, nel teatro, si terranno convegni, incontri con gli esperti, screening gratuiti. Il futuro della sanità, le buone pratiche del volontariato nell’assistenza e cura delle persone in coma, il diabete, il dolore muscolo-scheletrico, la medicina di genere, il welfare, la psicologia del lavoro, gli stili di vita della salute, i comportamenti a rischio dei giovani: sono alcuni dei temi che verranno trattati nei tanti convegni. “Ognuno di noi deve diventare protagonista della propria salute, difendendo quel livello di sanità che in Toscana e in Versilia è molto alto”, ha sottolineato Giancarlo Sassoli. La Regione Toscana sarà presente al Festival con un suo stand, in cui saranno illustrate le novità legate all’utilizzo della Carta Sanitaria Elettronica. Venerdì 28, sul Palco della Salute, alle 10.30 l’apertura ufficiale del Festival dedicato agli adulti, con un dibattito sul futuro della sanità, che sarà introdotto dall’assessore Luigi Marroni e chiuso dal ministro della salute Renato Balduzzi. Domenica 30, a conclusione della manifestazione, sempre sul Palco della Salute, alle 17, il direttore del Tirreno Roberto Bernabò intervisterà il presidente della Regione Enrico Rossi. Http://www.festivaldellasalute.com/ |
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I GIOVANI ITALIANI NON SONO AFFATTO SMIDOLLATI |
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Genova, 25 settembre 2012 - Sono 3.013 i nuovi iscritti al Registro Nazionale dei Donatori di Midollo Osseo (Ibmdr). È questo l´importante risultato ottenuto dall´iniziativa “Ehi tu! Hai midollo?”, giornata nazionale di sensibilizzazione, che si è svolta sabato 22 settembre in 56 piazze italiane. Un successo reso possibile grazie all´impegno e all´organizzazione dei volontari Admo e dai clown di corsia aderenti alla Federazione nazionale Vip Viviamo in Positivo Italia Onlus, che hanno animato le piazze coinvolgendo tremila nuovi potenziali donatori in un´età compresa tra i 18 e i 40 anni. Ma non finisce qui. Oltre agli iscritti, che si sono sottoposti in diretta al prelievo di sangue (per la tipizzazione), si contano anche 750 promesse di donazione, che verranno “esaudite” nei giorni successivi all´evento. L´appuntamento aveva già riscosso un eccezionale successo lo scorso anno, quando erano stati tipizzati 1.859 giovani ed erano state raccolte 973 promesse. Come ha dichiarato Nicoletta Sacchi, direttore del Registro Nazionale dei Donatori di Midollo Osseo, che ha sede presso l´Ospedale Galliera di Genova: “Quest’anno abbiamo ottenuto un successo epocale, che ci ha consentito di reclutare nuovi potenziali donatori e offrire sempre maggiori speranze alle persone in attesa di trapianto. La leucemia, solo in Italia, colpisce 1.500 nuovi pazienti l´anno”. Tante persone hanno dichiarato di aver cercato le piazze, in cui era possibile tipizzarsi, dopo aver visto i servizi tv, carta stampata, radio e on line che hanno sottolineato come il trapianto di midollo rappresenti l´unica speranza di vita contro le leucemie ed altre malattie ematologiche. Solo un malato su quattro ha accanto a sé un famigliare compatibile… per tutti gli altri, la probabilità di trovare un donatore compatibile nella popolazione mondiale è soltanto 1 su 100.000. La giornata è stata organizzata dalla Federazione Vip Viviamo in Positivo Italia Onlus, dall´Associazione Donatori di Midollo Osseo (Admo) in stretta collaborazione con l’Ibmdr. E ha ottenuto anche il patrocinio del Ministero della Salute e del Centro Nazionale Trapianti. |
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IN REGIONE MARCHE L’INCONTRO CHE DÀ IL VIA AL PROGETTO UP-TECH. |
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Ancona, 25 settembre 2012 - “Una sperimentazione che vuole portare un aiuto concreto ai malati di Alzheimer e ai loro familiari”. Così l’assessore ai Servizi sociali, Luca Marconi, ha definito il progetto Up-tech, elaborato dalla Regione Marche con il supporto tecnico dell’Inrca, che il 21 settembre ha mosso i primi passi nel corso del kick-off meeting a cui hanno partecipato anche le associazioni di volontariato impegnate nell’assistenza ai malati di Alzheimer e i componenti del Gruppo di coordinamento regionale sull’Alzheimer. “L’obiettivo – ha detto Marconi – è dare un’adeguata continuità assistenziale dopo la dimissione dalle strutture ospedaliere attraverso un sistema integrato di servizi, che si avvalgono del supporto delle nuove tecnologie, per la gestione, il monitoraggio e la misurazione di efficacia ed efficienza dei processi assistenziali per l’anziano affetto da demenze di tipo Alzheimer”. Up-tech, che prevede un budget di spesa di € 1.335.771,44, si focalizzerà soprattutto sul momento della presa in carico del paziente da parte di un assistente sociale, nel caso di assistenza a domicilio, o di un infermiere professionale nel caso di paziente istituzionalizzato, che provvederà alla formazione dei familiari sulla gestione della patologia, al monitoraggio telefonico programmato, alle funzioni di consulenza anche legale e all’orientamento ai servizi socio-sanitari. “Un grande esperimento – ha proseguito Marconi – che coinvolgerà per il momento 450 famiglie. La percentuale di malati di Alzheimer è però in continua crescita, circostanza che richiede un deciso ripensamento delle dinamiche di welfare e impone la presenza di un sistema di interventi diversi da quelli adottati finora, in grado di realizzare servizi appropriati e sostenibili e di rispondere alla domanda di protezione e cura sociale”. In generale, si attende il miglioramento della qualità di vita dei pazienti affetti da Alzheimer e degli assistenti familiari, una maggior soddisfazione nell’utilizzo dei servizi sanitari, la riduzione dei ricoveri, del tasso di istituzionalizzazione e degli accessi al Pronto Soccorso, un incremento delle valutazioni multidimensionali effettuate in maniera congiunta dai soggetti del settore sociale (Comune) e del sanitario (Distretti). |
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LONGEVITÀ ATTIVA: CONTRIBUTI PER PROGETTI A FAVORE DEGLI ANZIANI. |
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Ancona, 25 settembre 2012 - Promuovere l’invecchiamento attivo e sottolineare l’utile contributo degli anziani alla società e all’economia. E’ questo un obiettivo prioritario della Regione Marche che ha deciso di cofinanziare progetti per la realizzazione di iniziative volte a favorire la longevità attiva degli anziani. “E’ fondamentale infatti – spiega l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi – riuscire a far mantenere all’anziano un ruolo partecipativo nella società. In questo modo si passa a una diversa visione dell’invecchiamento che riconosce nell’anziano una potenziale risorsa e non soltanto il destinatario di un intervento socio-assistenziale”. Saranno dunque finanziati per l’importo complessivo di € 70.000,00 quei progetti che concorreranno alla valorizzazione della cittadinanza attiva delle persone anziane, alla promozione del “sapere sociale” e dei “saperi della vita quotidiana”, all’inclusione delle persone anziane nelle reti di partecipazione sociale, al supporto telefonico dele persone anziane, orientandole e fornendo informazioni che favoriscano la continuità delle relazioni sociali e agevolino le attività della vita quotidiana, alla prevenzione o riduzione del rischio di isolamento e di emarginazione sociale. I progetti dovranno essere presentati dalle associazioni di volontariato e di promozione sociale iscritte nel Registro regionale. Il limite massimo di impegno per ciascun progetto realizzato sarà di € 5.000,00. Le tipologie di intervento ammissibili a contributo potranno prevedere: la prevenzione dell’isolamento; l’incremento della sicurezza personale e sociale; la promozione della mobilità; la valorizzazione di esperienze abitative; la tutela ed autotutela della salute e del benessere personale; la promozione del tempo libero; la valorizzazione e vivibilità dell’ambiente urbano e naturale; l’accompagnamento dal lavoro alla pensione; il miglioramento del rapporto tra cittadini e istituzioni; il miglioramento dell’usabilità degli strumenti tecnologici; l’impulso alle interazioni intergenerazionali. In relazione alla popolazione ultrasessantacinquenne presente nelle diverse Province, saranno programmati 3 interventi a Pesaro-urbino, 4 ad Ancona, 3 a Macerata, 2 a Fermo e 2 ad Ascoli Piceno. A tal fine saranno realizzate cinque graduatorie provinciali ordinate in ordine decrescente in relazione al punteggio attribuito dalla Commissione di valutazione. La domanda va presentata alla Regione Marche, Dipartimento per la Salute e per i Servizi sociali, P.f. Programmazione sociale, via G. Da Fabriano, 3 - 60125 Ancona, entro e non oltre le ore 12 del 25 settembre 2012. |
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ROMA: INAUGURATO NUOVO REPARTO GERIATRIA DEL SANT´EUGENIO |
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Roma, 25 settembre 2012 - La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il 21 settembre ha inaugurato il nuovo reparto di Geriatria dell´ospedale Sant´eugenio, a Roma, in occasione della 19esima Giornata mondiale dell´Alzheimer. Ad accoglierla il direttore generale dell´Asl Rmc, Antonio Paone, e il direttore sanitario del presidio Sant´eugenio, Piera Spada. "Abbiamo scelto di visitare questo nuovo reparto – ha spiegato Polverini - nella giornata mondiale per l´Alzheimer, che è una malattia in crescita su cui bisogna investire in ricerca e assistenza. Prima era un reparto meno adeguato alle necessità degli anziani, quindi abbiamo voluto dare un servizio migliore ai pazienti e alle loro famiglie. La terrazza diventerà un luogo di riabilitazione". Polverini, nel corso della sua visita, si è intrattenuta con i pazienti ricoverati. Il nuovo reparto, infatti, è già attivo grazie alla ristrutturazione, che rientra nel piano di riorganizzazione generale del Sant´eugenio, avvenuta con fondi regionali. Il reparto è dotato di 18 posti letto di degenza ordinaria e 12 in day. |
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BRESCIA: INSIEME PER CAMBIARE IL WELFARE |
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Brescia , 25 settembre 2012 - La riforma politica del welfare in Lombardia implica un cambiamento radicale di orizzonte anche a seguito di due importanti fattori di criticità: la restrizione delle risorse economiche e le mutazioni della struttura demografica, con un deciso incremento del tasso di invecchiamento della popolazione. Lo Stato "assistenzialista" ha caratterizzato un lungo periodo della storia italiana ma, oggi, non ha più la forza - soprattutto economica - per sopravvivere. E´ questo lo scenario di sfondo dell´incontro incentrato sul ´Patto per il welfare´, che si è tenuto presso la Sede territoriale di Brescia della Regione Lombardia e al quale sono intervenuti gli assessori regionali alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli e al Commercio, Turismo e Servizi Margherita Peroni. Ai lavori hanno partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega all´Università e ricerca Alberto Cavalli e i consiglieri regionali Gianantonio Girelli e Mauro Parolini. Boscagli: Ripensare Politiche Conciliazione - "La riforma del welfare - ha detto con forza Boscagli - richiede che ci si metta in discussione tutti: troppo comodo pensare che ci sia qualcuno che abbia responsabilità e altri no, come è capitato di sentire durante il ´tour´ che sto facendo in tutte le province lombarde". Anche i dati lo confermano: essendo aumentato il tasso di longevità, gli ultra 75enni consumano oltre il 30 per cento della spesa sanitaria e, in Lombardia, vivono nelle famiglie più anziani che bambini. "Una situazione che obbliga a un ripensamento - ha spiegato Boscagli - non solo in termini di politiche per la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, soprattutto per le donne che molto spesso si fanno carico di accudire gli anziani in casa, ma anche di individuare forme più ´leggere´ rispetto alle Rsa, che comportano un costo elevato non sempre sostenibile con la pensione percepita da chi vi è ospitato". Casa E Lavoro Nel ´Sistema Welfare´ - Regione Lombardia, in questo senso, sta lavorando sul tema del welfare con un approccio interdisciplinare: oltre alle azioni previste dal ´Patto´, sono riconducibili a questo tema, ad esempio, gli interventi sulla casa (con gli aiuti per chi fa fatica a pagare il mutuo) e sull´occupazione (percorsi di riqualificazione per chi ha perso il lavoro). "Stiamo offrendo ai cittadini, ai territori, alle associazioni, al volontariato, l´opportunità - ha proseguito Boscagli - di fornirci spunti di riflessione, azioni in grado di rispondere in maniera più puntuale ai bisogni delle persone, condividendo il testo del nostro Patto per il welfare". Fattore Famiglia - Tra i suoi elementi qualificanti il ´Fattore famiglia´, che, introdotto sperimentalmente in Lombardia con la legge 2/2012, stabilisce il principio della compartecipazione delle spese per l´erogazione dei servizi. La sperimentazione in 15 Comuni lombardi è partita a luglio. In provincia di Brescia i Comuni che si sono candidati a diventare area test sono Palazzolo sull´Oglio e Malegno. Peroni: Una Cultura Più Forte Di Equità - "Un nuovo welfare passa da un cambio di mentalità - ha commentato l´assessore Peroni -, che comporta una cultura più forte dei diritti e dei doveri, ma anche e soprattutto una cultura più forte di equità". "Apprezzo il metodo dell´assessore Boscagli - ha continuato l´assessore - di confrontarsi a viso aperto con la realtà composita del welfare in ogni ambito provinciale: il ´Patto per il welfare´ non è una semplice sottoscrizione, ma riflette il metodo di lavoro di Regione Lombardia imperniato sul principio della sussidiarietà". "Brescia - ha spiegato Peroni - è una delle province che negli anni ha dimostrato lungimiranza e intraprendenza nel settore del welfare, penso sia pronta e matura per accettare la sfida del cambiamento di mentalità che la situazione richiede". |
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IMPIANTI DIVERSAMENTE ABILI, IORIO SUI CAMPI DI FONTANAVECCHIA A CAMPOBASSO
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Campobasso, 25 settembre 2012 - Il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha visitato in mattinata gli impianti sportivi di Fontanavecchia di Campobasso dove ad accoglierlo c´erano i responsabili delle associazioni sportive "Atd Fontanavecchia", "Asd Urban Sport", "Asd Orizzonti Verticali", oltre ad un gruppo di giovani diversamente abili che praticano il tennis. Tutti hanno chiesto al Presidente di sostenere, anche finanziariamente, un progetto di riqualificazione dell´area di Fontanavecchia con la realizzazione di strutture sportive polifunzionali utilizzabili anche dagli atleti diversamente abili per il loro impegno in vari sport. Il Presidente Iorio si è detto molto interessato all´iniziativa ed ha assicurato di voler ragionare insieme al Comune di Campobasso ed alle altre Istituzioni coinvolte, per dar corso e concretezza all´idea progettuale. «Una richiesta molto interessante - ha detto - che si inserisce in quell´idea che abbiamo come Governo regionale di sostenere ed incentivare le iniziative sportive attraverso impiantistica adeguata e qualificata. Se poi si tratta di incentivare i diversamente abili a fare sport, allora le iniziative assumono un ulteriore valore e richiedono la profusione di uno sforzo superiore, anche in questo periodo di difficile contingenza economica». |
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SPORT, RECORD MONDIALE DI IMMERSIONE IN APNEA, NUOVO TENTATIVO DI GIANLUCA A RAPALLO E DOMENICA RICONOSCIMENTO DI ZOAGLI AL GRAND HOTEL BRISTOL LA PROVA GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE |
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Rapallo, 25 Settembre 2012 - Giovedi 27 settembre 2012 a Rapallo, Gianluca Genoni, già pluricampione mondiale di immersione in apnea, tenterà un nuovo record, questa volta cercando di raggiungere almeno i 160 metri al largo del golfo, migliorando il suo precedente limite di 152 metri, raggiunto il 2 ottobre 2010 nella vicina Zoagli, e sinora record mondiale di apnea imbattuto. Alla prova, che comincerà alle 8 sul pontile del porto turistico Carlo Riva, assisterà anche l´assessore allo Sport della Regione Liguria Gabriele Cascino che ha ringraziato il primatista mondiale "per aver voluto ancora la nostra regione sede di un tentativo così importante". Un nuovo traguardo per il 44enne campione di Busto Arsizio, dove risiede, dopo aver stabilito 16 record mondiali nelle discipline più classiche dell´apnea. Il nuovo tentativo di record di Genoni è intitolato Respiro Sommerso. Durante questa giornata di sport e spettacolo sarà lanciato Il Metodo Genoni. Il progetto nasce dalla richiesta dei pazienti di praticare uno sport, come l´apnea, che possa aiutarli a migliorare la propria capacità respiratoria. Frattanto, domenica 23 settembre, alle 16, al Grand Hotel Bristol Resort & Spa, Gianluca Genoni sarà premiato dal sindaco di Zoagli, Rita Nichel. Il Comune di Zoagli conferirà al pluriprimatista mondiale di apnea profonda Gianluca Genoni il Premio Sub dell´anno, alla sua prima edizione, e assegnato a Genoni sia per le sue straordinarie imprese subacquee sia per il suo impegno nel sociale come testimonial per Lega Italiana Fibrosi Cistica Onlus. Genoni riceverà anche una targa della Regione Liguria e assisterà, come giurato all´evento Miss & Mister fotosub 2012 e alla prova del bacio in apnea che si terranno nel pomeriggio nella piscina dell´albergo. |
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MONDIALI DI CICLISMO, FIRMATO IL CRONOPROGRAMMA, SARANNO SPESI 32 MILIONI, NE ARRIVERANNO 170 DAI TURISTI |
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Firenze, 25 settembre 2012 - L’ultimo conto alla rovescia è iniziato giovedì a Maastricht, in Olanda: 365 giorni ai mondiali di ciclismo che nel 2013 si correranno in Toscana, da Lucca a Firenze passando per Montecatini, Pistoia e la provincia di Prato. Stamani a Palazzo Vecchio a Firenze è stato invece firmato l’accordo di programma per i lavori che dovranno essere realizzati lungo il percorso, prima dell’evento. I bandi saranno pubblicati il 31 ottobre, i cantieri veri e propri si dovrebbero aprire alla fine di febbraio. Spesa prevista: 32 milioni e 600 mila euro. “Si tratta di opere non faraoniche che rimarranno anche dopo i Mondiali a servizio dei toscani. Abbiamo ridotto gli interventi allo stretto necessario” spiega l’assessore della Regione Riccardo Nencini, che ha firmato l’accordo, in quanto presidente del comitato istituzionale dei Mondiali, assieme al collega ad infrastrutture e mobilità Luca Ceccobao. “Spenderemo questi soldi per asfaltare le strade e restaurarne il manto – aggiunge – , e per adeguarle ad una competizione sportiva che, lo ricordo, porterà in Toscana almeno 400-500 mila tra tifosi ed appassionati. L’unica struttura di servizio per i Mondiali che costruiremo e che rimarrà poi per i giovanissimi ciclisti toscani è un ciclodromo a Ponte Buggianese, in provincia di Pistoia”. “Spenderemo una trentina di milioni – sottolinea Nencini – ma ne arriveranno tra i 160 e i 170 che i turisti e gli appassionati che verranno in Toscana spenderanno nei sette giorni di gara, con 12 medaglie da assegnare, in ristoranti, alberghi e negozi. E’ stato calcolato che in quella settimana ci saranno 2.800 occupati in più e che i Mondiali faranno crescere il Pil toscano dello 0,16 per cento”. “Il mondiale che ospiteremo il prossimo anno – gli fa eco il vicesindaco e assessore allo sport di Firenze Dario Nardella, vicepresidente del comitato istituzionale – è un evento storico per il nostro territorio. Mai la nostra regione ha organizzato una manifestazione di questa rilevanza e attraverso lo sport, in questo caso il ciclismo, si presenta un’opportunità unica di valorizzazione e rilancio delle nostre città e della nostra regione anche dal punto di vista turistico e di sviluppo economico. Abbiamo a disposizione oltre 32 milioni per il rifacimento e la messa in sicurezza delle strade, 12 di questi riguarderanno Firenze. Interventi e opere pubbliche che anche in questo caso rimarranno a beneficio della cittadinanza”. Le risorse a disposizione - Dei 32 milioni e 600 mila euro di spesa prevista, più di 21 ce li metterà la Regione: 20 sono nell’accordo di programma (di cui 1,5 riservato al ciclodromo), un altro milione e 250 mila euro sono risorse già stanziate in precedenza per la realizzazione di asfalti fonoassorbenti in provincia di Pistoia e Lucca. Si aggiungono poi 7 milioni e 856 mila euro messi dal Comune di Firenze, 1 milione e 420 mila dalla provincia e i comuni di Pistoia, 1 milione dal Comune di Lucca, 515 mila dalla Provincia di Firenze, 210 mila dalla Provincia di Lucca, 200 mila dalla provincia di Prato e 150 mila dal Comune di Fiesole. Le stazioni appaltanti saranno quattro: la Provincia di Lucca, la Provincia di Pistoia (a cui compete l’intervento anche nel tratto della provincia di Prato), la Provincia di Firenze e il comune di Firenze. Oltre 3 milioni e mezzo sono destinati a lavori che saranno eseguiti a Lucca e provincia, 12 milioni e 891 mila euro nel territorio pistoiese, 1 milione e 164 mila euro nel tratto della provincia di Prato, quasi 12 milioni nel Comune di Firenze, 421 mila a Fiesole ed altri 2 milioni e 610 mila euro nel resto della provincia di Firenze. L’accordo di oggi è stato firmato dalle quattro Province, la Regione e i Comuni di Pistoia, Lucca, Montecatini, Fiesole e Firenze. I tempi - L’adeguamento del tracciato di gara e l’asfaltatura delle strade interessate sarà concluso entro il 15 giugno 2013. Nei successivi due mesi sarà la volta di segnaletica e rifiniture. Entro il 10 settembre saranno adeguate le rotonde e rimossi eventuali ostacoli, per poi ripristinare le stesse a come erano in precedenza dal 1 ottobre al 30 novembre, una volta che i Mondiali saranno conclusi. In attesa di una risposta dal governo - Rimane da sciogliere a questo punto solo l’ammontare delle risorse che metterà a disposizione il governo. “Il governo Monti aveva preso l’impegno a trovare una decina di milioni ricorrendo ai fondi dell’8 mille – ricorda l’assessore Nencini – Ci ha chiesto di aspettare fino alla fine del mese. Spero che mantenga l’impegno preso, anche perchè gli interventi che lo Stato aiuterà a finanziare, lo ripeto, rimarranno al territorio o serviranno a promuovere la Toscana, come tutti i Mondiali, con ricadute importanti sull’economia”. |
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SPORT, UN RICONOSCIMENTO A GIANLUCA GENONI DEL COMUNE DI ZOAGLI E REGIONE LIGURIA ALLA COPPIA COLOMBO-PEDRINAZZI IL RECORD MONDIALE BACIO IN APNEA IN VISTA DEL NUOVO TENTATIVO DI GIOVEDÌ A RAPALLO |
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Zoagli, 25 settembre 2012 - Il Comune di Zoagli ha premiato con una targa della Regione Liguria, Gianluca Genoni, titolare del record mondiale in apnea profonda -152 metri- conquistato due anni fa nella cittadina rivierasca. Il sindaco Rita Nichel e il consigliere regionale Franco Rocca hanno consegnato il riconoscimento e un messaggio dell’assessore regionale allo sport Gabriele Cascino a Genoni, al Grand Hotel Bristol Restort & Spa di Rapallo. Giovedì 27 settembre, questa volta a Rapallo, Gianluca Genoni – condizioni meteo permettendo- tenterà di conquistare un nuovo record, quello dei 160 metri di profondità. Frattanto, Genoni si è congratulato con i protagonisti di un’altra prova che si è svolta nella piscina dell’albergo di Rapallo. Elena Colombo, 34 anni, di Vimercate (Milano) e Paolo Pedrinazzi di 27, di Trecate (Novara) sono la nuova coppia campione del mondo di bacio in apnea. Il bacio sott´acqua di Irene e Paolo è durato contro i 3´08 del precedente record della coppia Ilaria Bonin e Mike Maric, lo scorso anno a Gardaland. |
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