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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 14 Novembre 2012 |
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Politica |
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UE: LE OSSERVAZIONI DEL VICEPRESIDENTE OLLI REHN ALLA CONFERENZA STAMPA DELL´EUROGRUPPO |
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Bruxelles, 14 novembre 2012 - Di seguito l’intervento di ieri di Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli affari economici e monetari e l´euro: “ Grazie Jean-claude. Signore e signori, Jean-claude Juncker ha giustamente richiamato la vostra attenzione i programmi di riforma dei Paesi Bassi e la Francia, di cui abbiamo parlato oggi nel corso della riunione. Si tratta infatti di programmi molto consistenti sia di consolidamento fiscale e la competitività restauro e accogliamo ampiamente questi e tornerà a questi programmi più avanti nel corso di quest´anno. Per quanto riguarda la Grecia, come Christine Lagarde ha detto, l´Ue-fmi troika presentato la propria relazione sul rispetto da parte della Grecia con la sua politica di bilancio e gli impegni di riforma strutturale. I progressi che sono stati compiuti verso l´approvazione di un versamento della prossima tranche - ed è progressi sostanziali - è stato reso possibile dal governo greco e al parlamento greco, il popolo greco, con il loro impegno per il conseguimento degli obblighi della Grecia nell´ambito del programma e di rinnovare gli sforzi di riforma. Le parole sono state sostenute da fatti. In particolare l´adozione da parte del parlamento greco del pacchetto di riforme strutturali Mercoledì scorso, e il bilancio 2013 nella notte di Domenica sono essenziali. Infatti, se si guarda al programma greco, vorrei fare un punto fiscale e un altro sulle questioni strutturali. Il risanamento dei conti pubblici, il miglioramento del saldo di bilancio strutturale della Grecia ha già superato i 10 punti percentuali richiesti all´inizio del programma prima volta nel maggio 2010 per il periodo dal 2009 al 2014. In realtà, la Grecia ha già migliorato il suo saldo strutturale di non meno di 13 punti percentuali del Pil dal 2010. E questo margine aumenterà ulteriormente con l´attuazione di ulteriori misure previste per il 2013 e il 2014. Mi auguro che tutti coloro che apertamente dichiarare il potenziale di questo programma per ripristinare la sostenibilità fiscale in Grecia si soffermerà su queste cifre. Inoltre per quanto riguarda le riforme strutturali, è il momento di sfatare la convinzione che non sono stati compiuti progressi. Questa percezione è dannoso, non è giusto, ed è semplicemente sbagliato. Citerò solo tre settori in cui i progressi sono stati fatti importanti. In primo luogo, nel settore sanitario, le misure di controllo su-prescrizioni e le frodi significa che la spesa pubblica sono diminuiti di € 1 miliardo (ovvero circa il 25%) di quest´anno, e dovrebbe diminuire di ulteriori € 800 milioni nei prossimi due anni. La Grecia ha ormai in atto uno dei più avanzati sistemi elettronici prescrizioni in Europa, che ha consegnato risparmio mensile di circa € 30 milioni da inizio di quest´anno. In secondo luogo, una serie di riforme del sistema pensionistico hanno aumentato l´età pensionabile a 67 anni, ha introdotto un collegamento alla speranza di vita. In due anni, la Grecia è passata da avere un sistema pensionistico che era chiaramente insostenibile, per uno la cui a medio-lungo termine la sostenibilità è garantita. In terzo luogo, ampie riforme per il mercato del lavoro ha già portato a un sostanziale miglioramento della competitività dei costi. La Grecia è sulla buona strada per raggiungere l´obiettivo fissato nel memorandum d´intesa di una riduzione del 15% del costo del lavoro per unità tra il 2012 e il 2014. Entro la fine di questo anno, tutti della perdita di competitività vissuta dalla Grecia tra il 2001 e il 2009, rispetto al resto della zona euro, sarà stato recuperato. Tutto questo non significa negare che ci sono state difficoltà e ritardi. Né è di ridurre al minimo le sfide che ci attendono. Ma è giusto e necessario riconoscere fino a che punto è arrivata la Grecia in termini di riforme fiscali, e nella maggior parte delle circostanze di cercare per il popolo greco. |
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IL VICEPRESIDENTE TAJANI IN EGITTO PER LA TASK FORCE UE-EGITTO CRESCITA E OCCUPAZIONE, INCONTRA IL PRESIDENTE MORSI E IL PRIMO MINISTRO QANDIL
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Milano, 14 novembre 2012 - Il vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani, sarà in visita ufficiale in Egitto il 13 e il 14 Novembre, dove incontrerà i massimi rappresentanti delle istituzioni egiziane. In particolare, Tajani avra´ incontri con il presidente della Repubblica Araba D´egitto Mohammed Morsi e il primo ministro Hesham Qandil. Al centro dei colloqui il rafforzamento della cooperazione politica economica dell´Egitto con l´Ue e il ruolo di sostegno che provvede l´Europa nel facilitare maggiore crescita, occupazione e imprenditoria in Egitto, condizione essenziale per la stabilità politica. Tajani avrà anche incontri bilaterali con Osama Saleh, ministro degli Investimenti, Hatem Saleh, ministro dell´Industria e del Commercio Estero, Mohamed Hisham Abbas Zaazou, ministro del Turismo, Abdel Kawy Ahmed Mokhtar Khalifa, ministro dell´Acqua Potabile e Sanita´, Mahmoud Saad Mahmoud Balbaa, ministro dell´Energia e dell´Elettricita´, Mohamed Rashad El Meteiny, ministro dei Trasporti, Ashraf Al Sayed Al Araby Abdel Fatah, ministro della Cooperazione Internazionale, Mohamed Kamel Amr, ministro degli Affari Esteri. Nella sua missione, Tajani parteciperà insieme a Catherine Ashton, alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e Sicurezza, e Stefan Füle, commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato, alla Task Force Ue-egitto per il rilancio della crescita e dell´occupazione con l´obiettivo di facilitare l´integrazione dei rispettivi mercati, attirare investimenti e promuovere il turismo. Il vicepresidente Tajani sarà accompagnato in questa missione da una delegazione d´imprenditori, con l´obiettivo di aiutare le imprese europee, in particolare le piccole e medie Imprese, a cogliere le opportunità offerte dall´Egitto che è un mercato emergente in forte crescita. La delegazione di imprenditori è composta da rappresentanti di 102 compagnie europee e associazioni industriali provenienti da 13 Stati Membri. Insieme, essi rappresentano approssimativamente 3 milioni di lavoratori e €700 miliardi di fatturato. Nella stessa missione, Tajani firmerà quattro lettere d´intenti, per rafforzare la cooperazione Ue-egitto in settori strategici quali industria, turismo, standardizzazione e miglioramento del contesto del business per le Pmi. |
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FORUM SUMMIT POLITICA ANNUALE / BRUXELLES: "CRESCENTE AFRICA" COSTRUIRE SUL POTENZIALE DELL´AFRICA PER FAVORIRNE LO SVILUPPO |
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Bruxelles, 14 novembre 2012 - Di seguito l’intervento di Andris Piebalgs Commissario europeo per lo sviluppo su “Costruire sul potenziale dell´Africa per favorirne lo sviluppo”: “ Illustri Ospiti, Signore e Signori, Nella scelta "Crescente Africa", come il tema della politica annuale summit di quest´anno, il Forum sulla politica di sviluppo si è dimostrato ancora una volta che si capisce quali sfide ci attendono e discussioni per la comunità di sviluppo, soprattutto in Africa. Con così tanti giocatori di sviluppo principali rappresentati qui oggi - compreso il Parlamento europeo, l´Unione africana e gli Stati Acp - ci si può aspettare una discussione costruttiva su come costruire sui punti di forza in Africa per promuovere il suo sviluppo. Africa potenziale - Date un´occhiata a l´Africa di oggi e sono sicuro che sarete d´accordo che, in termini economici, almeno, è completamente diversa da quella dell´Africa sapevamo quando gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono stati stabiliti. Africa ha colto l´occasione, globale e registrato una crescita media annua di circa il 5% negli ultimi dieci anni. Questa tendenza impressionante è destinata a proseguire nel 2012 e 2013. In questo contesto promettente, che sta facendo i suoi sforzi per tirarsi fuori dalla povertà. La sua crescita è stata stimolata da una classe media in crescita, flussi di rimesse e gli investimenti esteri diretti. Dobbiamo celebrare questo successo, insieme con l´impegno dell´Ue per lo sviluppo dell´Africa. Aiuto annuale delle istituzioni europee verso l´Africa è raddoppiata negli ultimi 20 anni, 2-4,2 miliardi di euro. Così, la politica di sviluppo può ora prendere un sedile posteriore? No. Perché in Africa, in particolare, abbiamo molto di più da raggiungere. La crescita è solo una parte dell´equazione sviluppo, il buon governo è un altro. Le prospettive di una migliore governance in Africa sono luminose. Come la African Economic Outlook 2012 rileva, in Africa i cittadini esprimono le loro preoccupazioni più vocalmente e pacificamente, mentre il leader africani sembrano sempre più disposti ad ascoltare. Eppure le società di transizione come la Tunisia stanno scoprendo che questo percorso non è sempre agevole. L´ue quindi fare di più per aiutare questi e tutti i nostri paesi partner offrono la loro gente reale opportunità. Analogamente, la parte di crescita della equazione non è stato ancora completamente risolto. Nonostante i grandi progressi con gli Osm, in molte parti del mondo, Africa sub-sahariana è ancora in ritardo su molti indicatori. Quasi la metà della popolazione dell´Africa sub-sahariana vive ancora in condizioni di povertà estrema. Il numero di persone che vivono nelle baraccopoli è in realtà in crescita, l´accesso all´acqua potabile e ai servizi igienici rimane un problema. Mdg mortalità materna e gli obiettivi di mortalità infantile non saranno raggiunti entro il 2015. La sostenibilità ambientale rappresenta una sfida. È chiaro, dunque, "business as usual" non va bene. Infatti, anche se i tassi di crescita che ho citato in precedenza può essere mantenuta, e sub-sahariana vede il suo reddito pro capite triplo entro il 2030, non vi è alcuna garanzia che ciascuno potrà beneficiare in egual misura. Il tipo di crescita economica che serve gli obiettivi di sviluppo deve essere avviata e sostenuta sul mercato interno, ma deve essere sostenibile, nel senso che non viene a costo di perdere la base delle risorse naturali, e deve essere la crescita di tutte le persone per tutte le persone. Così l´Africa ha ancora problemi di sviluppo future. Dovrà mettere favorevole allo sviluppo delle politiche in atto, affrontare i problemi di governance a testa alta, mobilitare risorse nazionali e sfruttare l´enorme potenziale intellettuale e imprenditoriale della sua popolazione, comprese le donne. L´unione europea, da parte sua, contribuirà con il suo programma di cambiamento. Agenda per il cambiamento - Tre turni introdotti dal programma di cambiamento sono di particolare importanza per noi oggi. In primo luogo, ci rendiamo conto che gli aiuti da soli non saranno mai abbastanza per aiutare un paese si tira fuori dalla povertà. Si può solo essere un catalizzatore. Ma dare una popolazione di buon governo e servizi di qualità - assistenza scolastica e la salute, l´alimentazione, l´energia e le infrastrutture decente, insieme a meccanismi di sostegno per un più ampio accesso a questi servizi per tutte le persone, specialmente i più poveri - e si si tira fuori dalla povertà. Quindi, la politica di sviluppo dell´Unione europea sarà centrata più su come aiutare un paese di fornire ai suoi cittadini con queste basi. Questo non vuol dire che i livelli di aiuto allo sviluppo non hanno importanza. Lo fanno. Questo è il motivo per cui la Commissione europea ha proposto un aumento dei finanziamenti aiuti esterni nel prossimo quadro finanziario, ma è per questo che incoraggia gli Stati membri dell´Ue ad onorare il loro impegno di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo per l´assistenza ufficiale allo sviluppo, ed è per questo che speriamo di consultare gli Stati membri interessati destinare una parte del futuro entrate Ftt agli aiuti allo sviluppo. In secondo luogo, ci rendiamo conto che sempre più superiore paesi a medio reddito e le grandi economie emergenti, hanno le risorse e la capacità di ridurre la povertà interna, per esempio, la lotta contro le disuguaglianze. Così si impegneranno in forme alternative di collaborazione con loro per aprire nuove opportunità di sviluppo basati sui reciproci interessi come il commercio, gli investimenti e l´accesso al mercato, la tecnologia e le competenze tecniche. Nel frattempo, i nostri aiuti avrà più impatto se focalizzata sulla maggior parte dei paesi in difficoltà, in modo da poter cogliere appieno la pace, lo sviluppo, la democrazia e la crescita. In terzo luogo, abbiamo stabilito di concentrarsi soprattutto su tutti i meccanismi di erogazione degli aiuti per garantire che gli aiuti agisce come un catalizzatore, sfruttando multipli di investimenti e di cambiamento per migliorare le infrastrutture e sostenere la creazione della competitività dei settori privati per una crescita inclusiva e sostenibile. In particolare, l´uso molto maggiore di strumenti finanziari innovativi, come fusione ci permetterà di combinare sulle sovvenzioni dell´Ue a capitale privato o del governo nazionale. Nel settore dell´energia una collaborazione in tal senso tra i donatori, i governi dei paesi partner, i cittadini e il settore privato sta prendendo forma, sotto l´Energia sostenibile per tutti iniziativa. Questa coraggiosa iniziativa mira ad investimenti mirati con strumenti finanziari innovativi, a fianco di proprietà del progetto e un impegno per le riforme da parte dei paesi partner, per portare un cambiamento enorme e duraturo. L´ue si impegnerà almeno 400 milioni di euro per le azioni legate all´energia in Africa. L´iniziativa ha già reso reale primi progressi. In Burkina Faso, per esempio, ci siamo riuniti con la Banca europea per gli investimenti e l´Agence française de Développement per sostenere la costruzione del più grande impianto fotovoltaico in Africa. Con 96.000 pannelli solari, l´impianto contribuirà a portare un adeguato approvvigionamento di energia elettrica a più di 400 mila persone. E il Ghana ha introdotto la legislazione ambiziosa delle energie rinnovabili che siamo pronti a sostenere. Non vediamo l´ora di una ancora più profonda e più ampia collaborazione con l´Unione africana sui temi dello sviluppo. L´ue è determinata ad utilizzare il nostro prossimo vertice nel 2014 ad aumentare ulteriormente il dialogo politico e strategico e di ampliare la nostra cooperazione in tutti i settori. Post-osm; tre pilastri di una vita dignitosa per tutti - Con il tempo ci incontriamo per questo vertice, saremo attrezzando per entrare nel mondo post-Mdg e mettere un post-2015 framework di sviluppo in azione. Prima di allora, dobbiamo fare ogni sforzo per raggiungere gli Osm esistenti, ma saranno ancora ci lascerà in sospeso. In quanto tali, esse dovrebbero fungere da trampolino di lancio verso una maggiore progresso oltre il 2015. L´ue ha un´occasione d´oro per contribuire a modellare il futuro post-Mdg. Si tratta di un futuro in cui abbiamo liberare il mondo dalla povertà disperata - cosa che credo fermamente che possiamo fare nell´arco di una generazione. L´eliminazione della povertà deve quindi essere la nostra priorità assoluta e la messa a fuoco. Tuttavia, si può - e deve - andare anche oltre. Non dobbiamo limitare le nostre ambizioni per affrontare i problemi di povertà materiale e umana nel loro senso più stretto. Mentre estremamente importante, non sarà solo di fornire una vita dignitosa per tutti. Il che mi porta a quello che credo dovrebbe essere la visione di base alla base il nostro lavoro: una vita dignitosa per tutti entro il 2030. Tale visione dovrebbe concentrarsi su tre pilastri fondamentali. In primo luogo, dobbiamo sforzarci per le fondazioni stabili e minime "pavimenti" per garantire il benessere di tutte le persone. Ciò fornirebbe i diritti fondamentali che ogni cittadino del pianeta dovrebbe aspettare ed esigere dai loro governi al più tardi entro il 2030, e, se necessario, per i paesi più poveri, il sostegno della comunità internazionale attraverso l´Aps continua. Eppure gli Osm solo non garantisce una vita dignitosa. Senza dignità, la povertà resta. Così il nostro secondo pilastro si concentrerà sulla garanzia dei diritti giustizia, la democrazia, equità e umana, sui driver per la prosperità, e sulla creazione di posti di lavoro. E in terzo luogo, le nostre politiche devono cercare di proteggere il nostro patrimonio naturale. Le nostre pratiche di vita insostenibili minacciano di annullare progressi compiuti in passato. Così, il terzo pilastro potrebbe concentrarsi sulla "buona gestione" delle risorse naturali, compreso l´uso del suono dei proventi da risorse naturali e l´azione contro la loro esaurimento. Qui vorrei proporre un patto internazionale relativa alla segnalazione di locali e di trasparenza, per garantire alle imprese rimanere sulla retta via e non pregiudicare gli obiettivi di questo terzo pilastro. Nel loro insieme, e definito attraverso obiettivi chiari e obiettivi a cui ogni cittadino può personalmente si riferiscono, a prescindere dal luogo in cui vivono, e che essi possono utilizzare per tenere i loro governi a rendere conto, questi tre pilastri potrebbe fornire un quadro veramente inclusivo in grado di offrire a tutti una vita dignitosa per tutti. Signore e Signori, Ci troviamo alla vigilia di un´occasione davvero storica per fare una vita dignitosa per tutti una realtà e per portare una crescita duratura e prosperità a tutta l´Africa. Come ho detto prima, la crescita è grande come un fattore chiave per lo sviluppo, ma non è una panacea. Se è combinato con il buon governo, la trasparenza, la finanza internazionale e esperienza internazionale, i paesi partner avranno tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per avviare uno sviluppo inclusivo e sostenibile al loro popolo. E saremo sulla buona strada per sconfiggere la povertà disperata nella nostra vita. So che tale aspirazione può essere realizzato. E possiamo realizzare insieme. Grazie. |
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PRIMA RIUNIONE UE-EGITTO, TASK FORCE PER SOSTENERE LE RIFORME IN CORSO IN EGITTO |
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Bruxelles, 13 novembre 2012 - La prima riunione della Task Force Ue-egitto annunciata dal presidente egiziano Mohamed Morsi nel corso della sua visita a Bruxelles nel mese di settembre, si terrà al Cairo, in Egitto il 14 novembre. La Task Force è la manifestazione concreta della cooperazione rafforzata tra il nuovo Egitto e l´Unione europea, che si è impegnata a fornire un supporto che è su misura per le esigenze del paese. Sarà co-presieduta da Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell´Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione europea, e il Ministro degli affari esteri egiziano Mohamed Amr. Tra i partecipanti sono anche vicepresidente della Commissione Presidente Antonio Tajani, Commissario Š tefan Füle, Bernardino León, il Rappresentante speciale dell´Ue per la regione del Mediterraneo meridionale, Stavros Lambrinidis, il rappresentante speciale dell´Unione europea per i diritti umani, ministri del governo egiziano, degli Esteri europeo ministri, membri del Parlamento europeo, imprenditori, alti funzionari di istituzioni finanziarie europee e internazionali, nonché i rappresentanti della società civile. Catherine Ashton ha dichiarato: " L´egitto ha fatto molta strada nei 20 mesi da quando la gente si riuniva in piazza Tahrir per chiedere diritti politici e socio-economici Lo svolgimento di democratiche elezioni presidenziali è stato un punto di riferimento storico per questo paese il popolo e il governo.. D´egitto a che fare con enormi sfide, la stesura di una nuova costituzione, lo svolgimento di elezioni parlamentari e di lavoro per approfondire la transizione democratica. ´fondamentale che questa transizione continua a garantire il pieno rispetto dei diritti umani per tutti, non da ultimo, le donne, che hanno svolto un ruolo chiave nelle vicende della primavera del 2011. In questo lavoro, l´Ue è a fianco dell´Egitto. Ora è anche il momento per rilanciare l´economia di nuovo in pista per far rivivere il turismo, la creazione di nuovi posti di lavoro e promuovere gli investimenti. Come principale partner commerciale dell´Egitto e il principale fonte di aiuti e investimenti, l´Ue ha un ruolo chiave da svolgere. La task force è un modo unico di sostenere i risultati ottenuti fino ad ora e affrontare Egitto esigenze politiche ed economiche. Saremo lieti di accogliere oltre di 100 imprese europee a l´evento di business che si terrà nell´ambito della Task Force ". Gli eventi della primavera 2011 ha portato il cambiamento epocale in Egitto e il quartiere. I recenti sviluppi democratici hanno permesso un nuovo inizio in relazioni Ue-egitto e la costruzione di un più stretto partenariato basato sull´obiettivo comune di promuovere la pace, la stabilità e la prosperità, ed i valori fondamentali dei diritti umani fondamentali, lo Stato di diritto, e buona governance. La Task Force garantire un efficace coordinamento del sostegno da parte dell´Ue e dei suoi Stati membri, così come di altri organismi europei e internazionali. L´ue-egitto Task Force è la terza task force nel Mediterraneo meridionale, con il primo svoltosi a Tunisi nel mese di settembre 2011 e la seconda in Giordania nel febbraio 2012. E ´stato istituito per aiutare ad affrontare le sfide che l´Egitto si trova ad affrontare nel suo processo di riforme politiche ed economiche. La task force sarà l´occasione per ascoltare i protagonisti della transizione democratica dell´Egitto e di riforma. Essa esaminerà le modalità per sostenere l´Egitto e le priorità dell´Unione europea sia nella sfera economica e politica: inclusiva crescita sostenibile sviluppo economico e sociale, attraverso la creazione di posti di lavoro, la promozione degli investimenti, il commercio e il trasferimento di tecnologia, e dei diritti democratici e della giustizia sociale per il popolo egiziano . La riunione della Task Force il 14 novembre si aprirà con osservazioni introduttive da parte dei due co-presidenti, e il primo ministro Mohamed Hesham Kandeel darà un indirizzo seguito da un dibattito incentrato mattina sulle riforme politiche e la governance rafforzata e un dibattito pomeriggio che esaminerà economica riforme, lo sviluppo e le questioni occupazionali e il recupero dei beni. Funzionari del governo egiziano e alti funzionari dell´Ue nonché i rappresentanti degli Stati membri, imprenditori e rappresentanti delle istituzioni finanziarie internazionali si uniranno al dibattito. La Task Force dovrebbe annunciare un pacchetto senza precedenti di sostegno finanziario da parte delle istituzioni dell´Unione europea e le banche. La riunione della Task Force sarà preceduto il 13 novembre da sessioni speciali con la società civile e rappresentanti delle imprese di Egitto e l´Unione europea. Ci saranno anche incontri tra i membri del Parlamento europeo e dei rappresentanti del Consiglio Shoura ei membri dell´Assemblea Costituente. La Task Force sarà interrogato sui loro risultati. Il 13 novembre, l´Alto rappresentante concerto con il Ministro del Turismo egiziano presenterà il fac-simile autorizzato (replica esatta) della camera sepolcrale e sarcofago di Tutankhamon all´evento inaugurale della Ue-egitto Task Force. Il facsimile è un dono per il popolo d´Egitto da parte della Fondazione Factum (Madrid) e la Società degli Amici delle Tombe Reali di Egitto (Zurigo) per commemorare il 90 ° anniversario della scoperta della tomba. Gli sforzi congiunti degli Stati dell´Ue e il governo egiziano hanno permesso di portarlo in Egitto. |
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MISSIONE PER LA CRESCITA: TRARRE BENEFICI RECIPROCI PER LE PMI NELL´UE E IN EGITTO |
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Bruxelles, 14 novembre 2012 - Ieri il Vicepresidente Antonio Tajani si è recato in Egitto accompagnato da una nutrita delegazione di imprenditori, composta da rappresentanti di 102 imprese e di associazioni di industrie europee di 13 Stati membri, che collettivamente rappresentano circa 3 milioni di lavoratori e 700 miliardi di euro di fatturato. Questa missione rientra nella nuova serie di "missioni per la crescita", volte ad aiutare le imprese europee, in particolare le piccole e le medie imprese, a trarre maggiori vantaggi dai mercati internazionali emergenti in rapida crescita. Si tratta della "Missione per la crescita" più numerosa mai guidata dal Vicepresidente Tajani, con un numero di partecipanti quadruplo rispetto alle precedenti. Durante la visita, il Vicepresidente Tajani firmerà quattro lettere di intenti con le sue controparti egiziane, che apriranno la strada per: una cooperazione più stretta sulla riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle Pmi; la cooperazione industriale; la politica del turismo; la normazione. Il turismo dovrebbe rilanciare la crescita - Per contribuire a elaborare raccomandazioni politiche per la task force, la Commissione europea ha organizzato un forum dedicato a imprese e turismo, che si terrà oggi al Cairo. Il forum ha mobilitato oltre 150 rappresentanti delle imprese e delle parti interessate del settore turistico europeo a partecipare al dibattito e a stabilire contatti con la comunità imprenditoriale e turistica egiziana. Sono state proposte azioni per contribuire a rilanciare l’economia e il turismo egiziani. Entrambe le parti sono anche consapevoli del ruolo chiave che il settore turistico tradizionalmente svolgeva nell´economia egiziana. In seguito alla primavera araba, questo settore ha subito pesanti ripercussioni negative ed è essenziale che torni a prosperare. Nel forum i dirigenti delle imprese e le parti interessate dell´Ue discuteranno secondo il "modello di Davos" e incontreranno anche diversi ministri egiziani in riunioni bilaterali. Task force Ue-egitto Domani, 14 novembre, il Vicepresidente Antonio Tajani e il Commissario europeo per l´Allargamento e la Politica Europea di Vicinato, Stefan Füle, parteciperà alla prima riunione della task force Ue-egitto, su invito dell´Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell´Unione europea, Catherine Ashton. Riunendo leader politici ed economici delle due sponde del Mediterraneo, l´Ue e la Repubblica araba d´Egitto possono realizzare collettivamente il loro programma comune di stimolo degli investimenti, ripresa del turismo, apertura dei mercati, creazione di posti di lavoro e offerta di nuove opportunità per le imprese in Egitto. La task force Ue-egitto offre all´Unione europea l´opportunità di riunirsi per inviare un segnale di sostegno forte al popolo egiziano. Questa missione intende promuovere la cooperazione industriale e le relazioni commerciali con la Repubblica araba d´Egitto. L´esito positivo della transizione in Egitto avrà un grosso impatto sull´economia regionale e mondiale e le comunità imprenditoriali europea ed egiziana possono svolgere un ruolo importante e di reciproco vantaggio. L´economia egiziana - Con un Pil di oltre 1 300 miliardi di Egp (166,6 miliardi di euro), l´Egitto è la terza maggiore economia africana e tra le 50 principali economie del mondo. Dopo la Nigeria e l´Etiopia, l´Egitto è il terzo paese più popolato dell´Africa, con oltre 80 milioni di abitanti e un Pil pro capite di 15 600 Egp (2 099,2 euro). La crescita economica in Egitto è stata lenta, con un aumento del Pil del 2,2% nel 2011-2012. Tuttavia, grazie ad una maggiore stabilità politica si sono notati alcuni segnali economici positivi. Gran parte della crescita reale del prodotto dal 2000 è dovuta ai servizi, che attualmente rappresentano circa la metà del Pil egiziano (49%) e dell´occupazione (51%). Il commercio estero dell´Egitto - Esportazioni: l´Ue è il principale partner commerciale dell´Egitto e assorbe il 30,5% del totale delle esportazioni egiziane. Negli ultimi anni le esportazioni egiziane verso l´Ue sono costantemente aumentate. La struttura delle esportazioni egiziane riflette a grandi linee la struttura dell´economia, con i servizi che rappresentano circa la metà delle esportazioni totali. Le esportazioni dall´Egitto verso l´Ue hanno riguardato principalmente: i) combustibili e prodotti minerari; ii) sostanze chimiche e iii) prodotti agricoli. L´egitto è un esportatore netto di servizi. Importazioni: nel 2010 le importazioni dall´Ue verso l´Egitto hanno rappresentato il 32,6% delle importazioni totali nel mercato egiziano. L´ue si colloca dunque al primo posto tra le fonti principali di importazioni verso l´Egitto, seguita dall´Arabia Saudita e dagli Stati Uniti. I principali prodotti Ue esportati in Egitto sono: i) macchine e mezzi di trasporto; ii) combustibili e prodotti minerari e (iii) sostanze chimiche. I principali mercati sono: l´Unione europea, gli Stati Uniti e la Cina. Il commercio tra Ue ed Egitto - Esportazioni: Le esportazioni dell´Ue verso l´Egitto sono aumentate nel tempo, ma hanno subito una leggera flessione dal 2010 al 2011. Esse rappresentano lo 0,9% delle esportazioni totali dell´Ue. L´egitto si posiziona al numero 24 tra i principali partner dell´Ue in termini di esportazioni. Importazioni: le importazioni dall´Egitto nell´Ue rappresentano soltanto lo 0,6% delle importazioni totali verso il mercato europeo e l´Egitto occupa soltanto il 36° posto tra i partner dell´Ue in termini di importazioni. Investimenti esteri diretti - L´egitto è una delle economie più aperte del Medio Oriente e del Nord Africa ed è anche il principale beneficiario di Ied della regione del Mediterraneo meridionale. L´ue è la fonte principale di Ied in Egitto e rappresenta l´80% degli Ied totali. Dal 2008 al 2009 gli Ied dell´Ue in Egitto sono drasticamente diminuiti, da 10,8 a 2,8 miliardi di euro, soprattutto a causa delle crisi finanziarie. Dal 2008 al 2010 gli Ied egiziani nell´Ue sono passati da 0,8 a -0,2 miliardi di euro. In seguito alla transizione politica in Egitto, sono emerse nuove opportunità di investimento, ma gli investitori dell´Ue devono far fronte a una nuova serie di difficoltà. Le riunioni che si svolgeranno durante questa missione dovrebbero consentire di esaminare le opportunità, ma anche di affrontare le preoccupazioni delle imprese dell´Ue riguardanti la protezione degli investimenti. La task force è stata annunciata il 13 settembre in occasione dell´incontro a Bruxelles tra il nuovo presidente egiziano, Mohammed Morsi, e il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. L’egitto ha recentemente organizzato le prime elezioni democratiche della sua lunga storia ed è evidente che il presidente egiziano considera l´Unione europea un partner chiave del nuovo Egitto. Delegazione di imprese in Egitto - La delegazione di 150 persone è composta da rappresentanti di 102 imprese e dell´industria europea di 13 Stati membri. Le imprese presenti nella delegazione rappresentano circa 3 milioni di lavoratori e 700 miliardi di euro di fatturato. |
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IL NUOVO SUPPORTO UE PER LA CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE DEI GIOVANI IN EGITTO |
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Bruxelles, 14 novembre 2012 - La Commissione europea ha approvato i nuovi programmi per l´Egitto, per sostenere la creazione di posti di lavoro per i lavoratori non qualificati, e per migliorare l´efficienza della Formazione Istruzione tecnica e professionale (Tvet) sistema di rispondere meglio alle esigenze del mercato del lavoro e socio nuova del paese -necessità economica. Il nuovo supporto per la creazione di posti di lavoro a breve fornirà immediate opportunità di lavoro a tempo determinato a 82.000 lavoratori in progetti di infrastrutture di piccole dimensioni situati nelle aree più povere dell´Egitto. I progetti includono lavori di costruzione e la fornitura di servizi per la comunità. Inoltre, il sostegno dell´Ue è destinata a migliorare le condizioni di vita delle fasce di popolazione più vulnerabili. Il sostegno al sistema Tvet migliorerà le competenze dei giovani per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro, con particolare attenzione al settore del turismo. Due milioni di allievi in formazione tecnica secondaria dovrebbero beneficiare di questo sostegno dell´Ue. Commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha dichiarato: " Il nostro nuovo supporto risponde direttamente alle richieste cruciali espresse dai giovani in Egitto durante la primavera araba lo scorso anno e ci siamo impegnati a contribuire a fornire ai cittadini egiziani di nuovo lavoro opportunità, che è una delle priorità della nuova leadership egiziana ". Il valore totale di entrambi i programmi è di € 120 milioni di euro, in cui è segnato € 70 milioni per programma per creare posti di lavoro e per € 50 milioni di euro per la formazione professionale. Questi programmi fanno parte del pacchetto globale di assistenza finanziaria che l´Ue sta mobilitando a sostegno della transizione in Egitto e che viene presentato al Egitto Ue compito vigore il 14 novembre. |
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APPLICAZIONE DEL METODO DELL´IMPUTAZIONE AI DIVIDENDI DI ORIGINE ESTERA COME PRESCRITTO DAL REGIME FISCALE DEL REGNO UNITO NON ASSICURA UN TRATTAMENTO FISCALE EQUIVALENTE A QUELLO RISULTANTE DALL´APPLICAZIONE DEL METODO DELL´ESENZIONE AI DIVIDENDI DI ORIGINE NAZIONALE LA CORTE DEFINISCE UE ANCHE IL CAMPO DI APPLICAZIONE DELLE DISPOSIZIONI DEL TRATTATO RELATIVE ALLA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI |
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Lussemburgo, 14 novembre 2012 - Nel Regno Unito, quando una società residente percepisce dividendi di origine nazionale, non è assoggettata all´imposta sulle società a titolo di tali dividendi (metodo dell´esenzione). Per contro, quando una società residente percepisce dividendi da una società non residente, è assoggettata all´imposta sulle società a titolo di tali dividendi. Essa può tuttavia portare in detrazione da tale onere fiscale l’imposta che la società distributrice ha già pagato nel suo Stato di residenza sugli utili così distribuiti (metodo dell´imputazione). Alcune società stabilite nel Regno Unito che hanno percepito dividendi da controllate residenti in un altro Stato contestano dinanzi ai giudici britannici la compatibilità con il diritto dell´Unione del trattamento fiscale riservato dalla normativa britannica ai dividendi di origine estera. Esse sostengono che la normativa nazionale porta ad un trattamento fiscale meno vantaggioso per le società residenti che hanno delle controllate in altri Stati. Su domanda della High Court of Justice (Regno Unito), la Corte di giustizia ha già esaminato, nel 2006, la normativa britannica in questione, dichiarando che quest´ultima era contraria al diritto dell´Unione per vari aspetti 1. Nella presente causa, il giudice britannico chiede alla Corte di chiarire tale giurisprudenza. Nella sua sentenza odierna, la Corte ricorda che il diritto dell´Unione consente in linea di principio ad uno Stato membro di applicare ai dividendi di origine nazionale il metodo dell´esenzione e ai dividendi di origine estera il metodo dell´imputazione. Infatti, può ritenersi in generale che questi due metodi siano equivalenti. La Corte precisa però che tale equivalenza può essere compromessa. Infatti, nel caso di una distribuzione di dividendi di origine nazionale, questi ultimi sono esentati dall´imposta sulle società per quanto riguarda la società beneficiaria indipendentemente dall´imposta effettivamente pagata dalla società distributrice. Per contro, nel caso di una distribuzione di dividendi di origine estera, il credito d´imposta di cui fruisce la società beneficiaria per effetto dell´applicazione del metodo dell´imputazione viene determinato tenendo conto del livello di imposizione effettivo sugli utili nello Stato di origine. Pertanto, in una situazione siffatta, l´esenzione fiscale dei dividendi di origine nazionale non dà luogo ad alcun onere fiscale in capo alla società residente che li riceve, indipendentemente dal livello di imposizione effettivo cui sono stati assoggettati gli utili sulla base dei quali i dividendi sono stati pagati. Per contro, l´applicazione del metodo dell´imputazione ai dividendi di origine estera conduce ad un onere fiscale supplementare in capo alla società beneficiaria residente, se il livello di imposizione effettivo applicato agli utili della società distributrice non raggiunge l´aliquota d´imposta nominale cui sono assoggettati gli utili della società residente beneficiaria. Pertanto, contrariamente al metodo dell´esenzione, il metodo dell´imputazione non consente di trasmettere alla società azionista il beneficio degli abbattimenti, in materia di imposta sulle società, concessi a monte alla società distributrice. La Corte rileva nondimeno che l’equivalenza del metodo dell’esenzione e di quello dell’imputazione non risulta senz’altro compromessa ove sussistano casi eccezionali nei quali determinati dividendi di origine nazionale vengono esentati malgrado che gli utili sulla base dei quali tali dividendi sono stati pagati non siano stati assoggettati interamente ad un livello di imposizione effettivo corrispondente all’aliquota d’imposta nominale. Tuttavia, secondo le informazioni fornite dalla High Court, il livello di imposizione effettivo sugli utili delle società residenti nel Regno Unito è inferiore nella maggior parte dei casi all´aliquota d´imposta nominale applicabile in tale Stato membro. Ne consegue che l´applicazione del metodo dell´imputazione ai dividendi di origine estera, quale prevista dalla normativa in questione, non garantisce un trattamento fiscale equivalente a quello risultante dall´applicazione del metodo dell´esenzione ai dividendi di origine nazionale. La normativa britannica deve quindi essere qualificata come restrizione della libertà di stabilimento e dei movimenti di capitali vietata dal Tfue. La Corte constata che l´obiettivo perseguito dalla normativa nazionale, di preservare la coerenza del regime fiscale nazionale, avrebbe potuto essere raggiunto mediante misure meno restrittive. Essa sottolinea che l´esenzione fiscale di cui beneficia una società residente che percepisce dividendi di origine nazionale è fondata sull´ipotesi di un´imposizione, in capo alla società distributrice dei dividendi, gravante sugli utili distribuiti in base all´aliquota d´imposta nominale. L´esenzione si avvicina dunque alla concessione di un credito d’imposta calcolato mediante riferimento a tale aliquota d’imposta nominale, così che il legislatore britannico, al fine di preservare la coerenza del regime fiscale, avrebbe potuto tener conto, anche nell´ambito del metodo dell´imputazione, dell´aliquota d´imposta nominale applicabile alla società distributrice, e non dell´imposta effettivamente pagata da tale società. Il giudice del rinvio desidera altresì sapere se una società residente di uno Stato membro, la quale detenga una partecipazione di controllo in una società stabilita in un paese terzo, possa avvalersi delle disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione dei capitali al fine di mettere in discussione la conformità con il diritto dell´Unione del trattamento fiscale riservato dalla legislazione del suddetto Stato membro ai dividendi pagati da tale controllata. Secondo la Corte, in un contesto relativo al trattamento fiscale di dividendi originari di un paese terzo, l´esame dell´oggetto della legislazione tributaria di cui trattasi è sufficiente per valutare se quest´ultima ricada sotto le disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione dei capitali. Qualora dall´oggetto di tale legislazione nazionale risulti che essa è destinata ad applicarsi soltanto alle partecipazioni che consentono di esercitare una sicura influenza sulle decisioni della società interessata e di determinare le attività di quest’ultima, né le disposizioni del Trattato relative alla libertà di stabilimento, né quelle relative alla libera circolazione dei capitali possono essere invocate. Per contro, una normativa nazionale relativa al trattamento fiscale di dividendi originari di un paese terzo, la quale – al pari della normativa britannica in oggetto – non si applichi esclusivamente alle situazioni nelle quali la società madre esercita un’influenza determinante sulla società che distribuisce i dividendi, deve essere valutata alla luce delle disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione dei capitali. Una società residente di uno Stato membro può dunque, indipendentemente dall’entità della partecipazione da essa detenuta nella società distributrice di dividendi stabilita in un paese terzo, invocare tali disposizioni al fine di contestare la legittimità di una normativa siffatta. Importante: Il rinvio pregiudiziale consente ai giudici degli Stati membri, nell´ambito di una controversia della quale sono investiti, di interpellare la Corte in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Unione. La Corte non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Tale decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile. |
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METTERE LA SCIENZA AL SERVIZIO DELLA STABILITÀ FINANZIARIA E LA CRESCITA IN EUROPA |
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Bruxelles, 24 novembre, 2012 - Di seguito l’intervento dell’ 8 novembre di Michel Barnier Membro della Commissione europea, responsabile per il mercato interno e dei servizi sul tema: : Come può la scienza contribuire alla stabilità finanziaria? “ Signor Direttore Generale, Rettore, Signore e signori, Signore e Signori, Vorrei prima di tutto ringraziare il team del Centro comune di ricerca e il Collegio d´Europa per l´organizzazione di questa conferenza. Il recente scandalo Libor ha suscitato grande entusiasmo in Europa che sembra doppiamente giustificata. Da un lato, la gestione di questo benchmark ha avuto un impatto diretto e tangibile sui tassi dei contratti assunti da imprese e privati, come ad esempio mutui a tasso variabile o interessi relativi pagamenti con carte di credito. D´altra parte, la frustrazione è ancora più grande di questo scandalo viene in mezzo uno sforzo senza precedenti di regolamentazione finanziaria è in corso. Quasi 3 anni da quando abbiamo messo sul tavolo 30 testi, che sono l´ intera azione congiuntamente deciso al G20 in risposta alla crisi finanziaria. Questa preoccupazione legittima a questo fallimento del mercato nuovo, abbiamo risposto rapidamente, in stretta cooperazione con il Parlamento europeo. Proposta in discussione sugli abusi di mercato ora include il divieto di manipolazione dei parametri di riferimento a pena sanzioni amministrative e anche penali. Abbiamo anche andare oltre nei prossimi mesi. Tuttavia, questa risposta rapida non esenta a riflettere sulle cause di questo caso, riflettendo sulle carenze di sorveglianza del mercato. Una domanda si pone in particolare: l´analisi scientifica poteva permetterci di evitare un simile scandalo? approccio oggettivo o mercati modellati avrebbe permesso di individuare meglio le debolezze e le ombre nel settore finanziario. Questo è, naturalmente, il sogno di ogni politico, in particolare un Commissario europeo responsabile della regolamentazione finanziaria. In questo caso, credo che gli analisti scientifici, se avessero guardato a questa domanda, sarebbe probabilmente in grado di dimostrare la debolezza del sistema esistente. Su base empirica, probabilmente anche in grado di dimostrare l´esistenza movimenti irrazionali del tasso indice e sottovalutato per molti anni. Tuttavia, è stato possibile prevedere a priori frode venire? Sicuramente non. Oltre matematico Cédric Villani ha ricordato all´Assemblea nazionale francese nel 2010, "in termini di finanziamento, i dati non includono le particelle obbediscono che impongono le leggi della fisica, ma la gente che cambiano idea o applicare modelli più o meno noti. ´ I modelli matematici nella finanza sono intrinsecamente meno affidabili rispetto ai modelli utilizzati in fisica. In questo contesto, e tenuto conto dei limiti delle analisi scientifica applicata al comportamento umano, che può essere il contributo della scienza alla tendenza attuale della regolamentazione finanziaria? Risponderò in due fasi. I - In primo luogo, la scienza dovrebbe aiutare a identificare i problemi e determinare la migliore risposta in termini di regolamentazione. (I) n analisi scientifica o matematica, ora è difficile da capire alcuni mercati fenomeni: La crisi finanziaria ha mostrato: una soglia è stata superata in termini di complessità delle tecniche finanziarie. Penso, in particolare, il fenomeno del "trading ad alta frequenza", che è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, al punto ora rappresentano circa il 30% degli ordini effettuati sui mercati azionari nel Regno Unito, e probabilmente più di 60 % Stati Uniti 1 . In questa fase, non si può capire questo fenomeno senza modello scientifico, se è possibile per identificare i suoi effetti positivi, ad esempio in termini di maggiore liquidità globale o costi di transazione più bassi, o evidenziare i rischi che essa comporta per la stabilità del settore finanziario. Prendere il problema in modo diverso, la mancanza di dati e modelli applicati a questo fenomeno, che è evoluto più veloce di scienza, crea un vuoto che dobbiamo riempire il prima possibile per evitare il rischio di un´altra crisi simile a ´ flash crash "si è verificato nel corso del 2010 negli Stati Uniti. E aggiungo che l´analisi supporto scientifico è ancora più essenziale quando si tratta di valutare l´impatto delle varie opzioni di controllo sul comportamento degli attori, e in particolare l´evoluzione degli algoritmi utilizzati da "trader ad alta frequenza". Abbiamo bisogno di scienza per capire questa complessità, ma anche di prendere la necessaria prospettiva sulle questioni - il "trading ad alta frequenza", ma l´opacità di alcune transazioni o quantità ingiustificata di alcuni bonus e compensi - che dà luogo domanda di regolamentazione da parte del pubblico, e non possiamo fare in fretta, senza prendersi il tempo per fare le necessarie valutazioni di impatto e proporre soluzioni basate sui fatti. (Ii) E ´mia convinzione che la decisione politica deve essere supportata da analisi scientifiche? Questa credenza non è una novità. E ´nata dalla mia esperienza di ministro francese dell´ambiente, e l´agricoltura. Ed è aumentata negli ultimi tre anni, nel mio ruolo di commissario europeo per il mercato interno e la regolamentazione finanziaria. Ciascuno dei testi del regolamento finanziario che abbiamo presentato, abbiamo fatto uno studio accurato dell´impatto, spesso ricorrendo a modelli scientifici ad hoc , in grado di prendere in considerazione altre ipotesi circa l´effettiva reale potrà mai fare. C e l´esercizio fisico è particolarmente utile in quanto esplora campi del tutto nuovi , come ad esempio i collegamenti tra, da un lato, requisiti di capitale e, in secondo luogo, le nostre proposte per il deposito di assicurazione malattia e la risoluzione delle crisi bancarie. E ´l´interesse del modello denominato "Simbolo" ( modello sistemico di perdite bancarie originate ), sviluppato dal Jrc e della Dg Markt, in collaborazione con esperti della regolamentazione del settore bancario, che permette di stimare la probabilità di default di ciascun banca tenendo conto in particolare di contagio all´interno del mercato interbancario. Signore e Signori, Tutti gli studi d´impatto sono disponibili on-line. Loro integralità, motivata e sulla base di consultazioni con tutte le parti interessate. Tuttavia, questi studi individuali sono sufficienti per avere una panoramica del nostro lavoro sulla regolamentazione finanziaria? Probabilmente no. Ii - Un impatto laterale studi individuale, la scienza può anche aiutare ad avere una visione d´insieme degli effetti della nostra regolamentazione finanziaria. L´entità delle riforme che stanno mettendo in atto in così poco tempo non ha precedenti. Conseguenza, non si può fare a meno di uno studio completo , in grado di determinare l´impatto di tutti i nostri testi non solo la stabilità finanziaria, ma anche la crescita in Europa. Questo studio, in cui sono impegnato nella mia prima audizione al Parlamento europeo, sarà ancor più necessario che alcuni istituti finanziari sono preoccupati che la regolamentazione eccessivamente ambizioso ridurrebbe la loro capacità di investire nell´economia reale e penalizza crescita. Su questo punto, devo fare tre osservazioni : 1. In primo luogo, vi consiglio che nessuno ha la memoria corta: ciò che ha danneggiato la crescita, è proprio la mancanza di regolamentazione, che ha portato alcune istituzioni finanziarie verso eccessi che conosciamo. 2. Poi le nostre proposte, ovviamente, tener conto dei rischi che si potevano porre regolamento troppo rigido sul finanziamento dell´economia. Ad esempio, la nostra proposta chiamata "Crd Iv", che ha lo scopo di aumentare i requisiti patrimoniali delle banche nell´ambito di Basilea Iii, è stato attentamente calibrato per garantire che le banche di ridurre i loro prestiti da gioco nel economia e in particolare per le Pmi dipendono più a lungo finanziamenti bancari. 3. Infine, uno dei momenti salienti del nostro programma di controllo consiste proprio in un risparmio di canalizzazione in una crescita equilibrata crescita settori piuttosto che investimenti rischiosi. Ad esempio, la nostra proposta di un passaporto europeo per i fondi di capitale di rischio attirerà risparmio in innovazione e Pmi. Sarà lo studio d´impatto globale di darci un quadro chiaro l´impatto delle nostre riforme sulla stabilità finanziaria e la crescita in Europa, in particolare nello studio delle interazioni tra i vari pezzi della nostra agenda regolamentazione finanziaria Per questo, è essenziale che questo studio si basa su parametri affidabili , in particolare le norme prudenziali imposte alle banche. Dobbiamo quindi aspettarci i testi finali, comprese ´Crd Iv´, e votare per il Parlamento europeo e il Consiglio, anche i parametri molto importanti che sono ancora in calibrazione come liquidità di Basilea, di essere in grado di finalizzare l´impatto complessivo. Signore e Signori, L´analisi scientifica svolge un ruolo importante nella prevenzione delle crisi in generale e nella definizione delle nostre proposte per la regolamentazione finanziaria in particolare. Detto questo, l´esperienza delle crisi del passato dimostra che la realtà non sempre corrisponde ai modelli . Dobbiamo essere consapevoli che l´analisi scientifica non è sufficiente basare le decisioni delle autorità di regolamentazione finanziaria . Non può essere una decisione delle molle, con l´esperienza passata e il contesto politico. Pertanto, in termini di regolamentazione finanziaria, è essenziale che gli scienziati stanno lavorando fianco a fianco con i regolatori e politici . Ed è altrettanto essenziale che il lavoro degli scienziati sono meno astratti e più connesso alle questioni di politica pubblica. La conferenza di oggi contribuisce a questo obiettivo. Dovrebbe permettere loro e ad altri di lavorare insieme e di unire le loro competenze al servizio della stabilità finanziaria e il finanziamento dell´economia reale. Grazie per la vostra attenzione e vi auguriamo un buon lavoro. |
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7 ° FORUM EUROPEO PER I DIRITTI DEI MINORI, LáSZLó ANDOR COMMISSARIO EUROPEO RESPONSABILE PER L´OCCUPAZIONE, GLI AFFARI SOCIALI E L´INCLUSIONE SU: “COMBATTERE LA POVERTÀ INFANTILE” |
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Bruxelles, 14 novembre 2012 - Di seguito l’intervento di László Andor sul tema: “Combattere la povertà infantile”: “ Signore e signori, Prima di tutto vorrei ringraziarvi per avermi dato l´opportunità di partecipare a questa sessione di apertura, e per affrontare la discussione di oggi anche attraverso l´angolo di povertà infantile. Come ben sapete, affrontare la connessione tra la povertà infantile e la protezione dei bambini è un esercizio difficile e impegnativo. Ma è più che mai necessario, come le condizioni di vita dei bambini si sono deteriorati in un certo numero di Stati membri. Spero anche che la discussione di oggi sarà l´occasione per promuovere un approccio più preventivo alla protezione dei bambini, un approccio in cui la povertà non è l´unica ragione per la rimozione di un bambino dalla sua famiglia. La povertà infantile in aumento - Cresciuto in povertà è troppo spesso sinonimo di sogni infranti e le opportunità sprecate. E ´anche uno dei rifiuti più fondamentali dei diritti dei bambini. Eppure, dopo alcuni passi incoraggianti negli ultimi dieci anni, la povertà infantile è in aumento nuovamente in molti Stati membri. Più del 27% dei bambini sono ormai a rischio di povertà o esclusione sociale nell´Ue, che è molto più della popolazione complessiva. Tra questi, più del 20% di fronte grave privazione materiale. La situazione è particolarmente grave per gruppi specifici, come i bambini all´interno delle famiglie monoparentali o famiglie numerose, i bambini all´interno delle famiglie immigrate o con disabilità. E come la necessità di un intervento è in aumento, i servizi e le politiche di sostegno dei bambini e le famiglie hanno iniziato ad essere colpiti dai tagli di bilancio, attraverso rigorosi criteri di ammissibilità, tagli o blocchi il livello delle prestazioni. Eppure, anche in un contesto di consolidamento del bilancio, dobbiamo e possiamo trovare il modo di continuare a investire nei bambini in Europa e dare loro l´inizio migliore nella vita. Intensificare la prevenzione attraverso il sostegno alle famiglie - Il primo passo per la protezione dei bambini deve sempre essere quello di fornire il giusto supporto ai bambini e alle loro famiglie, per aiutarli ad affrontare meglio le situazioni difficili. Ciò implica la creazione delle migliori condizioni per i genitori di accedere all´occupazione, in particolare garantendo qualità e la custodia dei bambini a prezzi accessibili, che li aiuteranno a tornare al lavoro e sapere che i loro figli sono in buone mani. Ciò vale in particolare anche per i genitori di bambini con disabilità, che hanno bisogno di cure specifiche e spesso insoddisfatta. Strumenti di politica sociale, come ad esempio gli assegni familiari, e la politica di custodia svolgono un ruolo essenziale. Aiutano dare ai bambini adeguate condizioni di vita e un ambiente dove si può non solo vivere e studiare, ma anche giocare, che è così importante per il loro sviluppo. Ma al di là di questo, penso che possiamo fare di meglio sostenere e rafforzare i genitori nel loro ruolo di assistenti e gli educatori, agendo prima che sia troppo tardi. In tutta Europa, i servizi di sostegno alla genitorialità sono ora in atto per informare, formare e fornire consulenza ai genitori e aiutarli a sviluppare migliori legami con i loro figli. Questi servizi possono avere un impatto positivo sui bambini il benessere dei genitori e aiutare meglio affrontare lo stress derivante da una situazione finanziaria difficile. Per alleviare la pressione sulle famiglie, ma possono anche aiutare a prevenire la violenza. Eppure, sostegno alla genitorialità non si è sviluppata in modo sistematico. E ´molto rimane un emergente settore della politica frammentata, troppo spesso lasciata all´iniziativa o buona volontà di organizzazioni comunitarie. Questa domanda è al centro della nostra discussione di oggi, e spero che possiamo arrivare a nuove proposte in tal senso in questo forum. Per la qualità, la cura alternativa - Chiaramente, un approccio preventivo che cerca di tenere i bambini nella loro famiglia è sempre da preferirsi. Tuttavia, se questo non è possibile, né nel migliore interesse del bambino, è essenziale che i bambini sono collocati in un ambiente favorevole. Con questo voglio dire un ambiente che sia il più vicino possibile ad un ambiente familiare, dove i bambini possono ricevere un sostegno individuale e avere accesso a servizi di qualità, tradizionali. E ´anche un ambiente in cui i bambini sono considerati come persone a pieno titolo e sono dati una voce le principali decisioni che li riguardano. È ormai chiaro che la cura della comunità basata in grado di fornire risultati migliori rispetto assistenza istituzionale sia per i bambini e le loro famiglie. Tuttavia, muovendo dalle strutture residenziali esistenti nei confronti dei servizi family friendly, e promuovere il sostegno individualizzato per il passaggio dentro e fuori di cure alternative è una sfida importante. Più sostegno coordinato in materia di istruzione, assistenza occupazione, alloggio, servizi legali, sanitari e sociali è ancora necessario. Il ruolo dell´Ue Signore e signori, Molte delle politiche che ho menzionato sono soprattutto nelle mani degli Stati membri o le autorità regionali o locali. Tuttavia, l´Unione europea ha un importante contributo da dare, sostenendo gli sforzi degli Stati membri e di aiutarli a imparare l´uno dall´altro. Per questo motivo, la povertà infantile affrontare è stata una priorità nell´agenda sociale dell´Ue per più di 12 anni, con alcuni sviluppi positivi. Siamo venuti per una migliore comprensione delle cause della povertà infantile e di approcci che funzionano bene. Cooperazione dell´Ue ha contribuito a mantenere la questione ai primi posti dell´agenda politica. Ciò è stato confermato dalle conclusioni del Consiglio sulla povertà e sul benessere del bambino adottato il mese scorso. Credo anche che gli strumenti di finanziamento dell´Ue sono stati una leva positiva per migliorare la vita dei bambini in cura alternativa. Priorità per i mesi a venire In questo momento critico, i prossimi mesi saranno l´occasione per rafforzare la nostra azione e supportare al meglio gli investimenti nei bambini. A breve la Commissione adotterà una raccomandazione sulla povertà infantile che farà parte di un pacchetto più ampio di investimento sociale, prevista per l´inizio del 2013. La raccomandazione proporrà principi comuni e strumenti di controllo in settori essenziali, quali l´accesso dei genitori al mercato del lavoro, sostegno al reddito adeguato, l´educazione della prima infanzia, salute, abitazioni, servizi sociali e la partecipazione dei bambini. Esso sosterrà gli sforzi degli Stati membri per sviluppare politiche migliori. Sarà anche un chiaro segnale che investire nei bambini e le famiglie è essenziale non solo per la dignità delle nostre società oggi, ma anche per il futuro economico e sociale dell´Europa. Tuttavia, importante quanto il testo stesso sarà come noi, collettivamente, recepirlo con azioni concrete e mantenere la questione in cima alla nostra agenda. Ciò implica prima messa il meglio dei nostri strumenti finanziari. La Commissione ha già compiuto un passo importante in questa direzione il mese scorso, quando abbiamo proposto un nuovo Fondo per l´aiuto europeo ai più bisognosi, per un budget totale di € 2,5 miliardi, che tratta anche cibo per bambini e alle privazioni materiali. Secondo la nostra proposta, il Fondo ad esempio, permettere la fornitura di beni come l´abbigliamento, o cibo che soddisfi le esigenze specifiche dei bambini. La palla ora nelle mani del Consiglio e del Parlamento europeo, che spero lo sosterrà. Inoltre, il Fondo sociale europeo può contribuire alla lotta contro la povertà infantile entro ad esempio migliorando l´accesso ai servizi sociali, ivi compresi i servizi basati sulla comunità per i bambini disabili o affidamento agli orfani. Si può anche sostenere l´istruzione della prima infanzia e di cura, fattori determinanti di successo collaudati risultati scolastici. Ho anche auguro vivamente che gli Stati membri cogliere le opportunità offerte dalle proposte della Commissione per la futura politica di coesione. Tuttavia il finanziamento è solo una condizione necessaria. Abbiamo anche bisogno di buone politiche e di attuazione effettiva. Continueremo le riforme di sostegno per migliorare le condizioni dei bambini che crescono il loro ambiente familiare. Per fare questo, stiamo lavorando a stretto contatto con il Gruppo di esperti europei sulla transizione dall´assistenza istituzionale a base comunitaria per la preparazione di orientamenti in materia di de-istituzionalizzazione riforme e sostenere la loro diffusione negli Stati membri. Più in generale, abbiamo già a partire la preparazione del prossimo semestre europeo, e pubblicherà alla fine di questo mese annuale della crescita 2013, che punterà alle priorità politiche per il prossimo semestre europeo. Conclusioni Signore e signori, Investimenti nei bambini e il sostegno alle loro famiglie è uno degli investimenti più eque ed efficaci l´Europa potrebbe fare in questi tempi difficili. E non solo per migliorare i bambini benessere e diritto ad una vita dignitosa, ma anche aiutare le nostre società prepararsi per un migliore futuro a lungo termine. Come il documento di base per il Forum indica, un approccio più globale alla protezione dei minori e dei bambini è necessario, un approccio che riunisce i principali attori nei settori della giustizia, istruzione, sanità e sociale. Sono così impaziente di lavorare con voi in questa direzione nei mesi a venire a rafforzare la nostra cooperazione sulle questioni impegnative sul nostro programma di oggi, e vi auguriamo una proficua discussione. |
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UE, PRIORITÀ ALLE VITTIME: LE NUOVE NORME IN MATERIA DI DIRITTI DELLE VITTIME DIVENTA LEGGE |
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Bruxelles, 14 novembre 2012 - Una nuova legislazione europea per rafforzare i diritti di 75 milioni di vittime annuali della criminalità nell´Unione europea viene pubblicata oggi nella Gazzetta Ufficiale - La raccolta della legislazione dell´Ue. Direttiva sui diritti delle vittime era adottata il 4 ottobre dal Consiglio dei ministri ( Ip/12/1066 ), dopo essere stato approvato da una larga maggioranza del Parlamento europeo il 12 settembre ( Memo/12/659 ). Esso definisce i diritti minimi di cui godono le vittime indipendentemente da dove si trovino nell´Ue (cfr. Ip/11/585 ). Stati membri hanno ora tre anni per attuare tali disposizioni nella loro legislazione nazionale. " Il rilascio della nostra nuova legge che garantisca i diritti di tutte le vittime di reato nell´Unione europea nella raccolta della legislazione europea è una buona notizia per i cittadini ", ha affermato Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea e commissario europeo per la giustizia. " Mi aspetto che gli Stati membri a dare la priorità al recepimento della presente direttiva, al fine di soddisfare le esigenze di milioni di cittadini europei e dei loro famillies che sono vittime di reati ogni anno . Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere questa nuova legge una realtà, compresi i ministri della giustizia dei membri Ue del Parlamento europeo, il cui sostegno è stato estremamente attivo ed espressivo, e Maggie Hughes , il cui figlio è stato vittima di un crimine durante la vacanza che instancabilmente una campagna per i diritti delle vittime. La palla è ora nel campo degli Stati membri, che devono mettere questi nuovi diritti nella pratica sul campo. Li invito a allineare rapidamente la loro legislazione nazionale sulla nuova direttiva Ue, in modo che tutte le vittime siano trattati con rispetto, siano adeguatamente informati e ricevere adeguata assistenza. " |
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UE: FVG A GRUPPO LAVORO BRUXELLES PER STRATEGIA ADRIATICO-IONICO |
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Trieste, 14 novembre 2012 - La Regione Friuli Venezia Giulia ha partecipato nei giorni scorsi a Bruxelles al Gruppo di lavoro sulla costruzione di una Strategia Adriatico-ionica costituito in seno alla Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d´Europa. I lavori, ha riferito l´assessore alle Relazioni internazionali e comunitarie Elio De Anna, hanno preso spunto dal negoziato ancora aperto sul pacchetto legislativo riguardante il futuro della politica di coesione, che prevede un espresso supporto alla realizzazione delle strategie macroregionali con gli strumenti esistenti. Alla luce dei preannunciati tagli al bilancio comunitario avanzati dalla Presidenza Cipriota si rende indispensabile affrontare la nuova programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020 coordinando al meglio i finanziamenti a disposizione e puntare su concentrazione delle risorse ed efficacia degli interventi in linea con la Strategia Europa 2020. E´ pertanto necessario, ha affermato l´assessore, un dialogo intenso con il Governo nazionale allo scopo di orientare i contenuti di quello che sarà l´Accordo di partenariato tra la Commissione e gli Stati membri su priorità condivise. In tal senso i punti cardine di una futura Strategia Adriatico-ionica dovranno confluire nei documenti programmatici dei Paesi di riferimento. Ma se i regolamenti contenenti le discipline dei diversi fondi non saranno disponibili prima del 2013, il Consiglio dell´Unione europea già il 14 dicembre potrebbe dare formale mandato alla Commissione di elaborare la Strategia medesima unitamente ad un Piano d´azione. Dovremmo puntare, ha sottolineato De Anna, sui percorsi progettuali orientati in particolare al turismo sostenibile, alla ricerca e innovazione nel settore marittimo, alle infrastrutture di trasporto e sicurezza marittima, alla protezione dell´ambiente marittimo. Si tratterà ora di perseverare nel percorso integrato intrapreso e di sviluppare sinergie con le Strategie già esistenti, soprattutto con quella Danubiana. La nostra richiesta, ha concluso De Anna, è che la Strategia Adriatico-ionica possa comunque relazionarsi con quanto già si sta attuando nell´ambito della Strategia Danubiana per consentire una permeabilità di contenuti e relazioni tra tutti i Paesi coinvolti. In tal senso la Regione ha già fatto approvare dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome una posizione che invita lo Stato Italiano a portare all´attenzione della Commissione europea tali temi nell´ambito del negoziato e sta sostenendo un documento che chiede espressamente di non rinunciare alla partecipazione dell´Italia al futuro programma di riferimento dell´area danubiana. La non eleggibilità a tale Programma transnazionale pregiudicherebbe l´intenso e proficuo livello di cooperazione conseguito dalle Regioni e Province autonome italiane nell´ambito del corrente Programma di cooperazione transnazionale Europa Sudorientale e priverebbe l´Italia di un importante strumento di cooperazione con Paesi come Romania e Bulgaria. Il prossimo appuntamento del Gruppo di lavoro avrà luogo il 6 dicembre a Zagabria. |
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FORMIGONI: CONSUMI, IL GOVERNO DIMINUISCA LE TASSE |
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Milano 14 novembre 2012 - Dal 1995 non ha mai mancato all´appuntamento con Eicma, il Salone del ciclo e del motociclo. Anche quest´anno - in occasione della 70a edizione - il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha voluto essere vicino alla filiera delle due ruote assieme ai campioni Giacomo Agostini, detto Ago, Max Biaggi, Chiara Fontanesi e Tony Cairoli. "O riusciamo a rilanciare il mercato interno in tutti i settori dell´economia - ha detto il presidente - o questo Paese rischia di continuare a deperire. Abbiamo bisogno che il Governo, dopo aver messo i conti in ordine, realizzi finalmente la seconda fase con misure per la crescita alla produzione e all´impresa, e con qualche decimale di punto di tassazione in meno". La Grande Fiera Di Filiera - Nel corso del suo intervento a Eicma Formigoni si è rivolto al Governo: atteso, anche quest´anno, mezzo milione di visitatori, per celebrare l´industria delle due ruote. Non, dunque, una fiera di "smanettoni", ma una fiera di una filiera italiana di eccellenza, che registra il 70 per cento di esportazione. Un legame, quello tra Eicma e il polo fieristico lombardo, storico, dal momento che fu proprio il Salone del ciclo e del motociclo a inaugurare la Fiera di Rho-pero. L´impegno Delle Istituzioni - Lo sguardo, oggi, deve essere concentrato sulla nuova domanda di mobilità su due ruote: "Le persone chiedono sempre di più prodotti di qualità, economici, che diano sicurezza all´insegna della tecnologia, ma anche che segnalino un´attenzione per l´ambiente e la possibilità di utilizzare le due ruote come reale alternativa all´auto". Tutto questo richiede un impegno delle istituzioni, affinché "la mobilità interna alle città sia veramente usufruibile da chi passa dalle quattro alle due ruote". Sicurezza E Sostenibilità - Per Formigoni le istituzioni pubbliche e private devono unire le forze all´insegna di questi obiettivi: innovazione di prodotto, miglior rapporto qualità-prezzo, ampliamento della gamma e, ancora, sicurezza, sostenibilità, internazionalizzazione e qualità. "Dare soluzioni nuove a un mercato con esigenze nuove - afferma -: è questa la strada giusta. Ed è questo l´insegnamento che molti grandi marchi lombardi ci danno". |
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BOLZANO, AMBASCIATORE VIETNAMITA IN VISITA DA DURNWALDER |
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Bolzano, 14 novembre 2012 - Turismo, frutticoltura, gestione delle foreste e valorizzazione dei rifiuti, questi i temi al centro del colloquio di ierimattina del presidente della Provincia, Luis Durnwalder, con l’ambasciatore vietnamita in Italia, Nguyen Hoang Long. Da quatto mesi il 36enne, Nguyen Hoang Long, laureato alla Bocconi di Milano, è il nuovo ambasciatore del Vietnam in Italia e questa mattina è stato ricevuto dal presidente della Provincia Luis Durnwalder. Nel corso del cordiale colloquio il presidente Durnwalder ha illustrato all´ambasciatore Nguyen Hoang Long le peculiarità dell´Autonomia altoatesina sotto il profilo storico e gli aspetti più significativi dell´economia locale. L´ambasciatore ha quindi chiesto la collaborazione della Provincia per inserire per un mese alcuni manager ed amministratori vietnamiti presso scuole di formazione provinciali nel campo dell´agricoltura, del turismo e della gestione forestale allo scopo di acquisire nuove esperienze in questi specifici settori. Il presidente Durnwalder ha assicurato il proprio impegno per la realizzazione di quanto richiesto dall´ambasciatore vietnamita nella convinzione che lo scambio di esperienze sia, in generale, il modo migliore per acquisire nuove conoscenze. L´ambasciatore Nguyen Hoang Long è stato accompagnato nella sua visita dal collaboratore Dang Thi Phuong Thao e da Paolo Bridi di Trento che da 18 anni opera nel campo della cooperazione tra Italia e Vietnam. |
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ZAIA PRESENTA IL LAVORO DEL GRUPPO ANTONINI: “LA REGIONE VENETO APRIPISTA DI UN FEDERALISMO DIFFERENZIATO PER SUPERARE IL CENTRALISMO DELLO STATO” |
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Venezia, 14 novembre 2012 - Fare una rivoluzione semplicemente attuando quanto prevedevano i nostri padri costituenti: quella grande riforma che il nostro Paese attende da sempre e che si chiama federalismo è possibile realizzarla evitando di rincorrere utopie e utilizzando con concretezza le potenzialità che offre la Costituzione italiana, rimaste sino a oggi colpevolmente inespresse. Con questa convinzione il Governatore veneto, Luca Zaia, ha presentato ieri gli esiti del lavoro svolto dal Gruppo sul “federalismo a geometria variabile”, guidato dal professor Luca Antonini e costituito dalla Giunta regionale nel 2010, uno dei primi atti dopo il suo insediamento. La definizione “federalismo a geometria variabile”, non di immediata comprensione, riassume invece un principio di assoluta chiarezza ed elementarietà: se l’Italia, come è ormai ampiamente dimostrato dai fatti, viaggia a due velocità, è inutile, oltre che dannoso, incaponirsi sulla logica dell’uniformità tra Regioni che sono evidentemente diverse per efficienza e virtuosità, limitando così le possibilità di sviluppo a danno di tutti. Molto più corretto e vantaggioso è puntare a un federalismo differenziato, trasformando il dualismo Nord/sud in una opportunità, attribuendo nuove funzioni legislative e amministrative, fino ad oggi esercitate dallo Stato, a quelle Regioni che sono già pronte a governare bene le proprie risorse e a superare strutture e controlli centralisti caratterizzati da una insopportabile burocrazia, Come questo possa avvenire lo ha spiegato Antonini: attraverso tre nuovi disegni di legge da presentare a livello nazionale. Il primo, in attuazione dell’articolo 116 della Costituzione, attribuendo nuove competenze legislative esclusive e concorrenti per il Veneto; il secondo, regionalizzando numerose funzioni amministrative, come ad esempio le Soprintendenze, oggi svolte in Veneto da amministrazioni statali, come previsto dall’articolo 118; il terzo riguarda una proposta per far emergere forme di solidarietà occulta che ricadono sul sistema economico del Veneto e nel contempo rendere possibili forme di applicazione del principio di territorialità in materia previdenziale. “Voglio ringraziare il prof. Antonini e tutti i componenti del gruppo – ha detto il presidente Zaia – per aver elaborato, in collaborazione con le Direzioni regionali, delle proposte che hanno una grande valenza innovativa e fanno del Veneto la Regione apripista su questo fronte di straordinaria importanza per il futuro del nostro Paese. La riforma che noi proponiamo, voglio sottolinearlo, è a costo invariato e anzi genera risorse che potranno opportunamente essere utilizzate nel nostro territorio, determinando la fine di un sistema che ingiustamente premia gli spreconi e deprime i virtuosi”. |
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FIRENZE, CITTÀ METROPOLITANA, BARDUCCI: “CHI GUIDA UN’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DEVE ESSERE ELETTO DAI CITTADINI” |
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Firenze, 14 novembre 2012 - ‘Il Governo ha delineato per il territorio fiorentino la prospettiva della città metropolitana allargata, prospettiva su cui lavora fin dal suo insediamento la speciale commissione consiliare della Provincia di Firenze, e che era già presente nel mio mandato elettorale. E questa per noi è senz’altro fonte di soddisfazione, così come testimonia la discussione dell’assemblea’. Così il presidente Andrea Barducci ha esordito nella sua comunicazione al Consiglio provinciale in merito alla trasformazione della Provincia di Firenze in Città metropolitana, prevista dal governo. ‘Nel decreto si afferma il concetto di area vasta, e questo è il punto di partenza sul quale lavorare, da una idea nuova, moderna, di livello istituzionale. Un livello che corrisponde ai territori in cui si produce più ricchezza, in cui si concentra più popolazione, e dove risiedono la stragrande maggioranza dei luoghi di ricerca e di formazione. Questo – ha proseguito Barducci - non significa entrare in competizione con gli altri livelli istituzionali, che hanno compiti ben diversi. Alle regioni il compito di fare legislazione e alta programmazione, ai comuni il livello di prossimità e quindi l’amministrazione dei servizi più diretti ai cittadini, alle nuove province e alle città metropolitane la gestione e l’amministrazione delle competenze di area: i rifiuti, la mobilità, le infrastrutture. Sinceramente non vedo sovrapposizioni in tutto questo, ma solo opportunità. Non vedo come un ente locale possa ‘disturbare’ un altro ente locale, così come non capisco come si possa pensare che chi guida un’amministrazione pubblica possa non essere eletto da tutti i cittadini per cui lavora e che rappresenta. Ed è qui che il decreto fa più acqua – ha detto il Presidente - così come è scritto adesso, profila un vulnus democratico inaccettabile’ ‘La soddisfazione per l’opportunità della città metropolitana non cancella infatti molte riserve sul merito e sul metodo con cui è stata condotta tutta la riforma delle Province, a cominciare dall’aspetto economico. E’ inaccettabile che una riforma presentata come strategica e risolutiva, una ‘riforma europea’ come dice il ministro Patroni Griffi, venga accompagnata da un trattamento finanziario distruttivo quale quello che le Province stanno subendo da agosto; e nel caso della Provincia di Firenze come di molte altre – ha concluso Barducci - non si tratta di accorpare, ridurre o snellire gli uffici, ma di tagliare i servizi ai cittadini’. |
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PROVINCE, LIGURIA: COMMISSIONE AD HOC SUL TEMA DEL RIORDINO DELLE PROVINCE E ASSEGNAZIONE DELLE COMPETENZE |
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Genova, 14 novembre 2012 - "Una commissione ad hoc sul tema delle Province per cercare di chiudere nel più breve tempo possibile il riordino e l´assegnazione delle competenze". È stata proposta ieri mattina dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaella Paita con delega al riordino delle Province. "Se i consiglieri lo ritengono utile – ha detto Paita – una commissione speciale potrebbe dare maggiore organicità al procedimento, facendo raggiungere una soluzione nel più breve tempo possibile". L´assessore Paita ha rimarcato che la "Liguria è stata una delle poche regioni che si è assunta la responsabilità di avanzare una proposta nei tempi previsti in materia di riordino delle province senza accontentarsi di subire una decisione del Governo". Fino ad oggi sul tema delle deleghe ci sono state continue variazioni alla norma che mantengono aperto ancora tutto il discorso. "La stessa scadenza del 31 dicembre – ha ricordato Paita - non è perentoria perché le competenze rimarranno alle Province fino a che non saranno riassegnate o in capo alla Regioni o ai Comuni. In ogni caso la mia posizione sarebbe di lavorare in tempi il più possibile brevi perché, trovandomi spesso sul territorio, ho avuto modo di percepire il disorientamento dei dipendenti che rende doveroso nei loro confronti una risposta chiara". Fino ad oggi l´assessore Paita ha avviato riunioni con i colleghi assessori ciascuno per la sua competenza finalizzati a capire dove è possibile recuperare funzioni in capo alle Regioni anche se poi il nodo successivo da sciogliere sarà quello relativo alle risorse a disposizione, con l´obiettivo di evitare squilibri tra un settore e l´altro. Inoltre ha predisposto un tavolo con i sindacati e incontrato i dipendenti che hanno segnalato le loro preoccupazioni. |
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RIORDINO PROVINCE, CONSIGLIO REGIONALE BASILICATA APPROVA MOZIONE |
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Potenza, 14 novembre 2012 - Il Consiglio regionale, nella seduta di ieri, ha approvato all’unanimità una mozione in materia di riordino delle Province. Con il documento il Consiglio regionale “preso atto che la Provincia di Matera, il Comune di Matera e tutti i comuni della provincia, congiuntamente riuniti in data 11 novembre 2012, hanno ribadito la netta e ferma contrarietà alla soppressione della provincia di Matera e la necessità di mantenere, in un territorio così vasto come quello della Basilicata, la provincia di Matera e la provincia di Potenza”; condividendo il contenuto e il deliberato congiunto della Provincia di Matera e dei Consigli comunali della provincia fa voti al Parlamento (art.11 dello Statuto) “di modificare, in sede di conversione, il D.l. 188 del 5 novembre 2012, al fine di assicurare la permanenza sul territorio della Regione Basilicata delle due Province di Potenza e Matera tenuto conto della vastità del territorio (10mila kmq), prevalentemente montano che, altrimenti, non consentirebbe una efficace azione di governo e il raggiungimento degli obiettivi alla base del riordino stesso delle province”. Precedentemente l’Assemblea, in sede di attività di controllo, ha approvato a maggioranza (con 18 voti a favore di Pd, Idv, Gm, Sel, Pu e Psi, 5 contrari del Pdl e 3 astensioni di Mpa e Ial) l’assestamento del bilancio di previsione 2012 dell’Arbea (Agenzia della Regione Basilicata per le erogazioni in agricoltura). |
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PUGLIA: FRA I PRINCIPALI PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA: EDILIZIA SCOLATICA, COLLEGAMENTI AEROPORTO, FERROVIE |
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Bari, 14 novembre 20’12 - La Giunta ha concluso i suoi lavori ieri intorno alle 16.30. Ecco un riassunto dei principali provvedimenti adottati: La Giunta regionale ha approvato la proposta di progetto definitivo per la realizzazione del progetto industriale da realizzarsi negli anni 2012 - 2014 presentato da Cementir Italia S.p.a. (ex Cementir Italia S.r.l) per un importo complessivo ammissibile richiesto alle agevolazioni di 140.558.780,00 Euro, comportante un onere a carico della finanza pubblica di 19.031.512,30 Euro e con la previsione di realizzare nell’esercizio a regime un incremento occupazionale non inferiore a n. 14 unità lavorative (Ula). La Giunta regionale ha ammesso – nell’ambito dei Contratti di Programma - l’impresa proponente Tersan Puglia spa alla fase di presentazione del progetto definitivo, che riguarda investimenti per complessivi € 7.861.000,00, con agevolazione massima concedibile pari a € 3.153.250,00. Il progetto definitivo, come indicato nell’Avviso, dovrà pervenire entro 60 giorni dalla comunicazione regionale di ammissibilità. Approvato dalla Giunta regionale il bando 2012 relativo al Piano Interventi regionali straordinari in materia di edilizia scolastica, per la somma complessiva di € 1.622.198,81. Vista la esiguità delle risorse disponibili, la priorità sarà data agli interventi su edifici scolastici evacuati o dichiarati inagibili o, comunque,temporaneamente inibiti all’uso scolastico per motivi di sicurezza. Per ogni intervento, previsto un tetto massimo di 300mila euro. La Giunta regionale ha prorogato fino al 31 dicembre 2012 i collegamenti automobilistici di “Pugliairbus” Taranto-brindisi aeroporto e Foggia aeroporto-Bari aeroporto. La Giunta regionale ha aderito al progetto “Atmosfere-apparati interoperabili modulari e scalari per ferrovie regionali evolute-Ottimizzazione ed evoluzione della interoperabilità tra reti ferroviarie mediante sviluppo di apparati di segnalamento mobili modulari e scalari per il miglioramento dei servizi regionali in regime di massima sicurezza”. La Giunta regionale ha sospeso i termini assegnati al Commissario ad acta nominato nel Comune delle Isole Tremiti per l’adeguamento al Putt/p. L’esecutivo ha assegnato allo stesso Comune il termine di 90 giorni per le determinazioni finali o le controdeduzioni in ordine alle prescrizioni. La Giunta regionale ha ammesso – nell’ambito degli aiuti a Grandi imprese per programmi investimento tramite contratti di programma - l’impresa proponente Canepa Spa, con sede legale a S. Fermo della Battaglia (Co) e l’impresa aderente Tessitura del Salento srl, con sede legale a Maglie, alla fase di presentazione del progetto definitivo riguardante investimenti per complessivi € 13.295.700,00, con agevolazione massima concedibile pari a € 4.629.090,00. La Giunta regionale ha approvato la proposta di progetto definitivo per la realizzazione del progetto industriale da realizzarsi negli anni 2012-2014, presentato dal soggetto proponente Chemtex Italia spa per un importo complessivo ammissibile dei € 44.784.511,91 comportante un onere a carico della finanza pubblica di € 13.245.914,63 e con la previsione di realizzare con l’esercizio a regime un incremento occupazionale non inferiore a 51 unità lavorative –Ula-. La Giunta regionale ha approvato il documento “ Criteri ed indirizzi attuativi per l’assegnazione alle Asl dei finanziamenti statali vincolati, finalizzati all’inserimento di appositi moduli formativi/informativi sulla celiachia e sull’alimentazione senza glutine nell’ambito delle attività di formazione e aggiornamento professionale rivolte a ristoratori ed albergatori”. Il documento è stato dichiarato vincolante per gli enti del Servizio Sanitario Regionale. |
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IL PATTO DI STABILITÀ COSTERÀ AI PICCOLI COMUNI TOSCANI 52 MILIONI DI EURO |
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Firenze, 14 novembre 2012 - Se nel 2013 sarà confermata l´estensione del patto di stabilità anche ai piccoli comuni con una popolazione compresa tra 1000 e 5000 abitanti, l’impatto sulle casse degli enti minori della Toscana sarebbe catastrofico: quasi 52 milioni di euro, 51.888.756, per la precisione. Questa l´entità – se confermate le regole di calcolo stabilite dalla normativa vigente – del contributo richiesto. A cui si deve aggiungere quanto già subito dai comuni per il 2012, a causa dei tagli strutturali al fondo sperimentale di riequilibrio (tra spending review e Salva Italia), cifra che si conferma pari a 13 milioni – più di 13,6 milioni se si considerano tutti i comuni al di sotto dei 5000 abitanti della nostra regione. Le elaborazioni fatte dall’Ufficio Studi di Anci Toscana sulla situazione economico-finanziaria dei piccoli enti, e presentate oggi lunedì 12 novembre in una conferenza stampa da Pierandrea Vanni, sindaco di Sorano e coordinatore della Consulta dei piccoli comuni di Anci Toscana e Oreste Giurlani, sindaco di Fabbriche di Vallico e presidente di Uncem Toscana, destano grande preoccupazione all’interno dell’Associazione dei Comuni e di Uncem. Preoccupazione condivisa a livello nazionale, tanto che Anci sta organizzando una grande manifestazione nazionale per mercoledì 21 novembre a Milano, indetta dai primi cittadini dei piccoli comuni, per chiedere a gran voce al Governo di rivedere la norma e non vessare con ulteriori blocchi e tagli i loro bilanci, già duramente provati dalla crisi e dai complessi processi di riorganizzazione istituzionale in corso. Dai dati di Anci Toscana emerge come ai comuni vengano chiesti continuamente maggiori sforzi, disattendendo in maniera preoccupante la ratio di quell’invarianza finanziaria che avrebbe dovuto mettere in condizione gli enti locali di governare in maniera sostenibile il momento di passaggio dalla finanza derivata al federalismo municipale. “Le autonomie locali sono praticamente al capolinea”, denuncia Vanni, che spiega: “Siamo passati nel giro di poco tempo da un federalismo municipale, magari più usato come slogan che costruito con scelte razionali, ad un centralismo statale che, nelle forme con il quale si sta attuando, non è giustificato né dalla gravissima crisi economica e finanziaria, né da errori, abusi e sperperi che sono stati commessi in alcuni casi”. Secondo Pierandrea Vanni e Oreste Giurlani, se nel passato si era cercato di tutelare questa fascia di enti, in considerazione delle loro peculiarità, del loro ruolo, e della loro collocazione, spesso nelle zone disagiate, oggi si può parlare di “vero e proprio accanimento nei confronti dei piccoli comuni, prima sottoposti a tagli spropositati e ora incredibilmente inseriti nel patto di stabilità dal 2013. Una scelta ancora piu´ incomprensibile e irrazionale” continua il sindaco di Sorano, “se si considera che proprio dal 2013 i comuni da mille a cinquemila abitanti trasferiranno le funzioni fondamentali e obbligatorie, personale e fondi direttamente dai bilanci alle Unioni dei Comuni”. Da un lato, infatti, con l’introduzione dell’Imu, i comuni sono costretti ad aumentare la pressione fiscale sui cittadini – senza veder un corrispettivo aumento delle proprie finanze – e, al contempo, vengono anche tagliate risorse da parte dell’Erario, rischiando di creare un vero e proprio cortocircuito. Con i provvedimenti contenuti nel Salva Italia, infatti, i comuni toscani con meno di 5000 abitanti si sono visti decurtare, per il 2012, i trasferimenti di ben 10.276.372 euro, a cui si devono sommare gli ulteriori tagli dovuti alla Spending Review, pari a 3.387.200 euro. Un totale, quindi di 13.663.573 euro, cifra di per sé insostenibile per i bilanci comunali degli enti minori. “Sono gravissime – commenta Giurlani – le ripercussioni che le misure previste nella spending review stanno avendo sui piccoli comuni e il quadro si preannuncia ancor più drammatico per il 2013. La nostra preoccupazione sul futuro dei piccoli enti locali è enorme, in quanto sono a serio repentaglio i servizi essenziali di prossimità per i cittadini e la gestione delle funzioni fondamentali per la tutela e la salvaguardia del territorio. In una situazione già così critica per i comuni sotto i cinque mila abitanti, se andiamo a sommarci anche l’applicazione del patto di stabilità a partire dal prossimo anno, non osiamo immaginare quali altre conseguenze andranno a ripercuotersi sulla qualità della vita dei cittadini e sulla sicurezza dei territori rurali e montani”. “Il governo ha dimostrato miopia e insensibilità”, critica Vanni, “salvo poi invitare ad atteggiamenti istituzionali più ‘consoni’ chi, tra noi, protesta e annuncia di essere costretto a interrompere servizi. In realtà dovrebbe essere il Governo a tenere un atteggiamento istituzionale più ‘consono’ nei confronti delle autonomie locali e dei piccoli comuni in particolare. Non si può tagliare in modo pesantissimo e sconsiderato i trasferimenti a comuni e province e poi fingersi sorpresi se molti comuni sono costretti a ritoccare in alto l´aliquota dell´Imu o corrono il rischio concreto di diminuire i servizi ai cittadini”. |
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VALLE D’AOSTA: REFERENDUM PROPOSITIVO DEL 18 NOVEMBRE 2012 |
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Aosta, 14 novembre 2012 - In riferimento al referendum propositivo di domenica 18 novembre 2012, l´Ufficio elettorale della Presidenza della Regione ricorda che, ai sensi dell´art. 8 della legge 22 febbraio 2000, n.28, a partire dal quindicesimo giorno antecedente quello della votazione fino alla chiusura delle operazioni di voto, è vietato rendere pubblici o comunque diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull´esito delle elezioni e sugli orientamenti degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in periodi precedenti a quello del divieto. I seggi elettorali resteranno aperti dalle ore 7 alle 22 di domenica 18 novembre. L´ufficio elettorale ricorda altresì che, ai sensi dell´art. 9 della legge 4 aprile 1956, n.212, dal giorno antecedente quello della votazione, e quindi da sabato 17 novembre 2012, e fino alla chiusura delle operazioni di voto, sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, le nuove affissioni di stampati, giornali murali e manifesti. Inoltre, nei giorni destinati alla votazione, è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall´ingresso delle sezioni elettorali. E´ invece consentita la nuova affissione di giornali quotidiani o periodici nelle bacheche poste in luogo pubblico, regolarmente autorizzate alla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi. Il quesito da sottoporre agli elettori è il seguente: “Volete che sia approvata la proposta di legge regionale di iniziativa popolare n. 177/Xiii, recante “Modificazione alla legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31 (Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti)”, pubblicata nel B.u.r. N. 34 del 16 agosto 2011 e depositata presso la Segreteria generale del Consiglio regionale in data 29 dicembre 2011”. I documenti necessari - Per votare è necessario presentare un documento d´identità e la tessera elettorale personale. Chi l´avesse smarrita o mai ricevuta, potrà richiederla al Comune di residenza, i cui uffici restano aperti nei cinque giorni antecedenti l´elezione, almeno dalle ore 9 alle 19, e nei giorni della consultazione per tutta la durata delle operazioni di voto. Facilitazioni per i disabili - Per i disabili sono previsti percorsi privi di barriere architettoniche. Vi è comunque la possibilità di recarsi in un seggio facilmente raggiungibile, indipendentemente dalla sezione in cui si è iscritti. I ciechi e gli invalidi impossibilitati a esprimere il proprio voto autonomamente possono essere accompagnati in cabina da un elettore di loro fiducia. Modalità di voto - All´elettore sarà consegnata una scheda su cui sarà riportato il quesito posto. Ciascun elettore ha diritto di esprimere il voto tracciando un segno sul riquadro corrispondente alla risposta prescelta (“sì” o “no”). Le operazioni di scrutinio avranno inizio lunedì 19 novembre a partire dalle ore 8.00. |
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UNIONI MONTANE. VIA AL RIORDINO DEL SISTEMA VENETO |
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Venezia, 14 novembre 2012 - La Giunta regionale ha avviato l’operazione di concertazione con i Comuni interessati alla rimodulazione degli ambiti territoriali delle nuove Unioni Montane, previste da una specifica Legge veneta del settembre scorso. “La legge in questione punta realizzare la trasformazione delle attuali Comunità montane in Unioni di comuni – ha spiegato Finozzi, che ha proposto il provvedimento d’intesa con il collega Roberto Ciambetti – individuando in prima battuta l’attuale delimitazione territoriale delle Comunità montane quale ambito territoriale adeguato per l’esercizio associato delle funzioni e dei servizi. Il sistema tuttavia non è rigido, ed è stata prevista la possibilità di modificare l’ambito territoriale dell’Unione montana, in relazione alle esigenze funzionali dei comuni, con l’obiettivo di migliorare lo svolgimento delle funzioni associate”. In particola, sono previste: la possibilità per un comune di aderire ad una Unione montana il cui territorio sia confinante con quello della Comunità montana in cui il comune è attualmente inserito; la facoltà per i comuni con popolazione superiore a 5 mila abitanti di recedere dalla Comunità montana “originaria”; la rideterminazione dell’ambito territoriale ottimale da parte della Giunta regionale, su proposta dei comuni interessati. “Per quest’ultimo caso – ha aggiunto Finozzi – è previsto che sia la Giunta a provvedere, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge, su proposta dei Comuni interessati e sulla base di un procedimento di concertazione”. Nei sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione regionale, i comuni intenzionati ad un’eventuale rimodulazione dovranno trasmettano alla Giunta una proposta di rideterminazione. Negli stessi termini temporali, i Comuni potranno anche indicare la volontà di adesione ad una unione montana il cui territorio sia confinante con quello della Comunità montana originaria e il recesso, per i comuni con popolazione superiore a 5 mila, dalla Comunità montana di appartenenza. Con un’altra deliberazione, approvata dalla Giunta sempre su iniziativa di Finozzi, sono state anche adottate le disposizioni operative in fase di prima applicazione della legge regionale sulle Unioni montane; il provvedimento passerà ora all’esame della Competente commissione consiliare prima della definitiva approvazione. |
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COMUNE UNICO FIGLINE-INCISA: NEL PERCORSO ANCHE LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA PRESENTATO IL TAVOLO COMUNE CHE RIUNISCE ASSOCIAZIONI, MANAGER E IMPRENDITORI DEL TERRITORIO |
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Figline-Incisa, 14 novembre 2012 - Si arricchisce di nuovi interlocutori il percorso di fusione di Figline e Incisa, di forze imprenditoriali e manageriali che hanno come obiettivo lo sviluppo sociale, economico e intellettuale del territorio tramite un approccio integrato ed un’attenta analisi delle opportunità, con il ricorso alla cultura e alla storia. Si tratta del Tavolo Comune, che riunisce Cna, Cia, Coldiretti, Confartigianato, Confesercenti, Confindustria e che è raccordato dalla Fondazione Verrocchio, ovvero una fondazione di partecipazione costituita da soggetti professionali e sociali impegnati nella diffusione della cultura manageriale e dello sviluppo del lavoro. Il Tavolo Comune si è costituito nel giugno 2012 e tuttora sta continuando a raccogliere adesioni dal mondo dell’imprenditoria e dell’associazionismo; nasce come luogo in cui proporre alle istituzioni progetti che contribuiscano allo sviluppo del territorio, consolidino opportunità di lavoro e trovino accoglienza nel Piano strutturale che i Comuni di Figline e Incisa hanno deciso di gestire in modo coordinato nell’ottica del progetto di fusione delle due città. All’interno di questo spazio progettuale le associazioni datoriali di categoria hanno ritenuto di concentrarsi su tre argomenti prioritari come il territorio, la formazione e la mobilità suddividendoli in progetti consolidati, proposte progettuali e piccoli interventi. Tanti dunque gli spunti interessanti già messi nero su bianco in un documento consegnato ai sindaci di Figline e Incisa, in cui il Tavolo Comune lancia la sua proposta su interventi come le casse di espansione, la banda larga e il cablaggio, il presidio ospedaliero, il Piano rifiuti e l’area Lambruschini ma anche su marketing territoriale, industria, agricoltura e infrastrutture locali con particolare attenzione anche a scuola e formazione, con il recupero di un rapporto diretto con il mondo dell’Università. “Collaborare con la Fondazione Verrocchio e con il Tavolo Comune verso la fusione di Figline e Incisa è un ulteriore punto di forza di questo progetto – hanno spiegato i sindaci Riccardo Nocentini e Fabrizio Giovannoni -. In questi mesi la Fondazione ha lavorato come centro di una rete di categorie di imprese portando proposte concrete che avremo il piacere di discutere insieme ai cittadini. Quindi li ringraziamo tutti per questo bel contributo che va nella direzione di un miglioramento della qualità della vita delle nostre città”. “Il lavoro del Tavolo Comune non ha mai perso di vista la concretezza e la fattibilità dei progetti proposti - sottolineano all’unisono Cna, Cia, Coldiretti, Confartigianato, Confesercenti e Confindustria -. Questo è un territorio che ha ancora grandi potenzialità inespresse ma può essere economicamente più attrattivo solo se riuscirà a sviluppare ulteriormente tutte le sue risorse. E il lavoro comune portato avanti dal Tavolo va in questa direzione”. |
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GIUNTA: APPROVATI DDL FINANZIARIA 2013 E BILANCIO PREVISIONE |
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Trieste, 14 novembre 2012 - La Giunta regionale, riunita ieri a Trieste sotto la presidenza di Renzo Tondo, ha definitivamente approvato oggi i disegni di legge riguardanti le "Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (legge Finanziaria 2013)" ed il "Bilancio di previsione per gli anni 2013-2015 e per l´anno 2013". La Giunta ha approvato anche la "Relazione politico programmatica regionale 2013-2015". I tre provvedimenti passano ora al Consiglio regionale dove saranno esaminati dalle Commissioni ed infine proposti all´approvazione dell´aula. |
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LAVORO, LOMBARDIA CHIEDE LA PROSECUZIONE DEI CIG IN DEROGA |
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Milano 14 novembre 2012 - Una richiesta al Governo per avere, anche nel 2013, la possibilità di utilizzare gli strumenti degli ammortizzatori in deroga. E´ il mandato conferito all´assessore regionale all´Occupazione e Politiche del lavoro Valentina Aprea al termine della riunione della Commissione regionale per le Politiche del lavoro e della formazione. "Come coordinatore vicario della Ix Commissione della Conferenza delle Regioni - ha sottolineato Aprea - mi sento in dovere di riprendere e rilanciare le preoccupazioni e le proposte dell´assessore della Toscana Simoncini sugli ammortizzatori sociali in deroga del 2012 e del 2013". "Il ministro Fornero ha già ricevuto una precisa proposta - ha continuato Aprea - da parte delle Regioni per la gestione della cassa in deroga per il 2013, ma deve garantire da subito la disponibilità delle risorse, che rischiano di ridursi ulteriormente rispetto agli 800 milioni di euro prospettati dall´assessore Simoncini". "Per il 2012, essendo in vigore l´accordo siglato tra Stato e Regioni - ha precisato l´assessore Aprea - non dovrebbero esserci problemi di copertura finanziaria per portare a compimento l´erogazione delle procedure in corso". "Non è possibile - ha concluso Aprea - lasciare ancora in questa situazione di incertezza le nostre imprese e i nostri lavoratori: chiediamo con urgenza di sottoscrivere il nuovo accordo con il Governo". |
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POLITICHE GIOVANILI: LA GIUNTA DELLE MARCHE APPROVA IL NUOVO PIANO DI LEGISLATURA |
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Ancona, 14 novembre 2012 - La Giunta ha inviato al Consiglio la proposta di Piano regionale per le politiche giovanili. Per Paolo Eusebi, assessore alle Politiche Giovanili, “è un atto importante ed innovativo quello che sottoponiamo all’Assemblea per l’approvazione: non solo perché definisce gli obiettivi e le linee di azione regionali in materia di politiche giovanili, non è una novità che tali politiche riguardino una pluralità di ambiti a cui afferiscono politiche per la formazione e l’istruzione, per il lavoro, per la casa, per la cultura, per la salute e l’assistenza, e che, quindi, tutta la programmazione regionale a favore dei giovani sia orientata alla promozione di opportunità, di mezzi, di possibilità e di percorsi per vivere in modo positivo la fase di transizione alla vita adulta”. Un documento che per la prima volta, aggiunge Eusebi, non è “piovuto dall´alto ma è stato condiviso ed emendato dalla neo costituita Consulta dei Giovani”. La Consulta ha chiesto maggior attenzione alla divulgazione di informazioni sul mondo del lavoro e maggiore coesione tra i vari assessorati in materia di politiche giovanili in modo da fare squadra affinché i pochi fondi, che si auspica possano aumentare, siano utilizzati per le reali esigenze dei giovani. Altra novità introdotta è la possibilità di mettere a cofinanziamento anche i contributi in natura o valorizzazioni e la possibilità, in partenariato ed assistiti da un ente locale, ai giovani non associati di accedere ai bandi. “Si auspica – conclude l’assessore - che questa novità possa soddisfare la grande richiesta dei giovani, la cui unica risorsa economica è il loro lavoro gratuito, che vogliono riappropriarsi di spazi pubblici abbandonati o non usufruiti appieno”. |
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CIG IN DEROGA VENETO: DAL GOVERNO RISORSE INSUFFICIENTI |
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Venezia, 14 novembre 2012 - “Si registra una preoccupazione condivisa fra le Regioni riguardo alla carenza di risorse previste dal Governo per la cassa integrazione in deroga. E’ sicuramente destinata a provocare notevoli difficoltà per il 2013 e per gli anni successivi”. L’assessore veneto al lavoro e alla formazione Elena Donazzan si associa a quanto espresso su questo tema all’assessore toscano Gianfranco Simoncini nella sua veste di coordinatore delle Regioni. Nei colloqui con il Ministero del Lavoro è stato fatto presente alle Regioni che le risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 ammonteranno, complessivamente a 800 milioni di euro. Nel 2011 sono stati erogati 1,7 miliardi di euro, mentre per il 2012 si stima che, anche in considerazione dell’aumento delle domande di Cig in deroga nell’ultimo periodo dell’anno, si arriverà ad erogare oltre 2 miliardi di euro. Le Regioni hanno fatto rilevare che si è quindi di fronte ad una dotazione di risorse che corrisponde a meno della metà rispetto a quanto sarà speso nel 2012. L’assessore Donazzan sottolinea che le Regioni hanno chiesto da tempo al Ministero del Lavoro garanzie rispetto ad una adeguata dotazione di risorse, anche per arrivare alla fine del 2012, in una situazione in cui molte Regioni, soprattutto del centro nord, hanno già esaurito la loro disponibilità, ricevendo dal ministero rassicurazioni sulla disponibilità di risorse che però non si sono ancora tradotte in atti formali di assegnazione alle Regioni. Per quanto riguarda la gestione del 2013, con la struttura tecnica del ministero è già stata definita un’ipotesi di accordo Stato-regioni, che conferma la competenza delle Regioni all’autorizzazione della cassa in deroga e che prevede una ripartizione delle risorse ad oggi disponibili sulla base della spesa storica. “Stiamo comunque attendendo la decisione finale del ministro – conclude l’assessore Donazzan – augurandoci che sia presa in tempi rapidi, in modo da poter portare l’intesa all’attenzione di una prossima seduta della Conferenza Stato-regioni. Ma, a prescindere da questo accordo che riguarda la gestione, il governo deve trovare risorse aggiuntive per il 2013, visto l’andamento non positivo degli ultime mesi degli ammortizzatori in deroga e degli indicatori economici”. |
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LAVORO. A MILANO DISOCCUPAZIONE GIOVANILE AL 20%, IN ITALIA AL 35% DAL COMUNE NUOVE OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI CON PROGETTI COME GLI INCUBATORI D’IMPRESA”. QUARANTA NUOVI SET DI DATI SUL PORTALE OPEN DATA |
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Milano, 14 novembre 2012 – In città il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) si è attestato nel 2011 al 20,3%, in miglioramento rispetto agli anni precedenti. L’anno nero per i giovani, infatti, è stato il 2009, quando la disoccupazione giovanile ha toccato il 24% mentre nel 2010 si è attestata intorno al 22%. Questo, insieme a tantissimi altri dati relativi al tema lavoro (7 set di dati) ma non solo, vengono da oggi resi disponibili, consultabili e scaricabili sul portale Open Data ( http://dati.Comune.milano.it ) voluto da Palazzo Marino. “Il dato sulla disoccupazione giovanile a Milano è certo migliore rispetto al dato nazionale che si assesta al 35% ma resta ancora preoccupante se confrontato con quello degli anni precedenti la crisi economica (nel 2007 era al 18,6% e nel 2008 al 15,6%) - ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani intervenendo oggi al seminario – ‘Come cambia l’occupazione con la crisi’ presso l’Università Bicocca. Oggi, pur nelle difficoltà generali del momento, Milano offre maggiori occasioni per i giovani rispetto al panorama nazionale e stiamo lavorando per ampliarle con progetti come gli incubatori di impresa destinati specificatamente a loro. È positivo, inoltre, constatare che il tasso di occupazione dei giovani uomini e delle giovani donne non è significativamente differente. Nelle nuove generazioni milanesi le opportunità di accesso al lavoro sono simili, mentre i tassi si divaricano intorno all’età della maternità, quando molte giovani donne abbandonano il posto di lavoro e fanno fatica a ritrovarlo”. Oltre alle informazioni sulla forza lavoro, negli ultimi giorni il Comune di Milano ha reso disponibili sul portale Open Data 33 nuovi set di dati relativi a biblioteche (flussi di utenti e prestiti di libri e audiovisivi), popolazione (struttura e composizione delle famiglie dal 2001 al 2010), localizzazione sul territorio di alcuni servizi (farmacie, verde urbano, cimiteri, associazioni culturali), dei trasporti (car sharing, varchi elettronici, ambiti della sosta, stazioni e rete ferroviaria), delle scuole e delle università. Sono stati rilasciati anche altri set di dati: sulle scuole (dall’infanzia alle superiori di secondo grado) rispetto al numero di allievi (distinti per quartiere) e alla gestione (pubblica e privata), sull’offerta ricettiva alberghiera (categoria, camere, letti) con il numero di clienti presenti in città registrati per mese di arrivo e per nazionalità dal 2002 al 2010, sull’indice dei prezzi al consumo tendenziale e congiunturale a partire da gennaio 2000. Il totale di dati disponibili sul portale si sta progressivamente avvicinando a quota 100, obiettivo dichiarato da raggiungere per fine anno. |
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CASSA IN DEROGA, TOSCANA: DAL GOVERNO RISORSE INSUFFICIENTI, PER IL 2013 SONO MENO DELLA METÀ
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Firenze, 14 novembre 202 - “Condivido la preoccupazione manifestata ieri dalla Cgil nazionale riguardo alla carenza di risorse previste dal Governo per la cassa integrazione in deroga destinata a provocare notevoli difficoltà nella gestione e nell’erogazione della cassa per il 2013 e per le successive annualità”. Così l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, anche nella sua veste di coordinatore della Ix commissione della conferenza delle Regioni, fa eco alle preoccupazioni manifestate in questi giorni dalle organizzazioni sindacali, a livello nazionale e toscano. “Nei colloqui con il ministero del Lavoro – prosegue l’assessore – ci è stato fatto presente che le risorse destinate agli amortizzatori sociali in deroga per il 2013 ammonteranno, complessivamente, a livello nazionale, a 800 milioni di euro. Per capire che si tratta di una cifra assolutamente insufficiente basta confrontarla con i dati di spesa storica nazionale: nel 2011 sono stati erogati 1,7 miliardi di euro, mentre per il 2012 si stima che, anche in considerazione del forte aumento delle domande di Cig in deroga nell’ultimo periodo dell’anno, si andrà ad erogare oltre 2 miliardi di euro. Siamo quindi di fronte ad una dotazione di risorse che corrisponde a meno della metà rispetto a quanto speso nel 2012”. Le regioni, ricorda Simoncini, hanno chiesto da tempo al ministero del Lavoro garanzie rispetto ad una adeguata dotazione di risorse. Ed è stata da tempo sollecitata l’assegnazione delle risorse necessarie ad arrivare alla fine del 2012, in una situazione in cui molte regioni, soprattutto del centro nord, hanno già esaurito la loro disponibilità, ricevendo dal ministero rassicurazioni sulla disponibilità di risorse che ancora non si sono tradotte in atti formali di assegnazione alle Regioni. In particolare, per quanto riguarda la gestione del 2013, con la struttura tecnica del ministero è già stata definita un’ipotesi di accordo Stato-regioni, dove viene confermata la competenza delle Regioni all’autorizzazione della cassa in deroga e che prevede una ripartizione delle risorse ad oggi disponibili sulla base della spesa storica. “Anche su questo – commenta l’assessore – siamo in attesa di conoscere la determinazione politica del ministro. Mi auguro che questa decisione possa intervenire in tempi rapidi, in modo da poter portare l’intesa in una prossima conferenza Stato-regioni, così da evitare ai lavoratori incertezze e difficoltà per il futuro, rendendo possibile la gestione, senza interruzioni, di tutte le autorizzazioni che saranno date di qui alla fine dell’anno e la cui durata travalica necessariamente il limite temporale del 31 dicembre 2012”. La situazione toscana Anche per la nostra regione le ore autorizzate di cassa integrazione in deroga, sono passate da 21.352.544 del 2010 a 20.859.986 del 2011. Per l’anno in corso, le ore autorizzate sino ad oggi sono circa 20.715.764 e se consideriamo l’andamento degli ultimi tre mesi, caratterizzati da un numero di richieste pervenute che spesso equivalgono al raddoppio di quelle registrate per gli stessi mesi dell’anno precedente, si stima di chiudere l’anno con un erogato di 130 milioni di euro a fronte di un’ipotesi di redistribuzione di risorse statali per il 2013 di circa 42 milioni di euro. “Indipendentemente dall’accordo per la gestione – conclude l’assessore – è indispensabile che da parte del governo si trovino risorse aggiuntive per la copertura del 2013, visto l’andamento degli ultime mesi degli ammortizzatori in deroga e degli indicatori economici ancora non favorevoli”. |
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LAZIO: REDDITO MINIMO GARANTITO |
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Roma, 14 Novembre 2012 A partire dal 15 novembre 2012 i cittadini beneficiari del Reddito Minimo Garantito (legge regionale 4/2009) esclusivamente appartenenti alle graduatorie pubblicate dalla Provincia di Roma a maggio 2011 (2° scorrimento) e ad ottobre 2011(3° ed ultimo scorrimento) che non hanno ancora riscosso in tutto o in parte le rate loro spettanti potranno riscuotere le somme loro dovute con le seguenti modalità: • Per chi deve riscuotere importi fino a € 1.000,00 gli stessi verranno erogati in un’unica soluzione con una rata che sarà messa in pagamento dal 15 novembre 2012 per 45 giorni fino al 31 dicembre 2012. A partire dal 1° gennaio 2013 non sarà più possibile riscuotere gli importi destinati ai cittadini beneficiari del Reddito Minimo Garantito, appartenenti alle graduatorie pubblicate dalla Provincia di Roma a maggio 2011 e ad ottobre 2011 che non abbiano riscosso gli importi loro spettanti con rata unica di importo non superiore a € 1.000,00 né verrà più rimesso in pagamento alcun importo. • Per chi deve riscuotere una o più rate per un importo totale superiore a € 1.000,00 e fino ad un massimo di € 7.000,00 l’importo - al fine di soddisfare i requisiti previsti dalla normativa vigente, per cui gli uffici postali non possono mettere in pagamento rate di importo superiore a € 1.000,00 – verrà diviso in rate di € 1.000,00 cadauna più un’eventuale rata a completamento del residuo per raggiungere il totale della somma assegnata (per un massimo di 7 rate per chi deve riscuotere l’importo massimo assegnabile). (esempio n°1 - cittadino che deve riscuotere € 1.166,67 riscuoterà n° 2 rate di cui la prima da € 1.000,00 in pagamento dal 15 novembre 2012 al 31 dicembre 2012 e la seconda da € 166,67 in pagamento dal 15 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013. Ogni rata sarà esigibile per 45 giorni a partire dalla data di emissione oltre la quale non sarà più possibile operare alcuna riscossione); (esempio n° 2 - cittadino che deve riscuotere € 2.125,02 riscuoterà n° 2 rate da € 1.000,00 cadauna di cui la prima in pagamento dal 15 novembre 2012 al 31 dicembre 2012 e la seconda in pagamento dal 15 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013 e n° 1 rata da € 125,02 in pagamento dal 15 gennaio 2013 al 28 febbraio 2013. Ogni rata sarà esigibile per 45 giorni a partire dalla data di emissione oltre la quale non sarà più possibile operare alcuna riscossione); (esempio n° 3 - cittadino che deve riscuotere € 7.000,00 riscuoterà n° 7 rate da € 1.000,00 cadauna di cui la prima in pagamento dal 15 novembre 2012 al 31 dicembre 2012 e le successive il 15 dei mesi successivi fino al 15 maggio 2013, data in cui verrà messa in pagamento la settima ed ultima rata che resterà in pagamento fino al 30 giugno 2013. Ogni rata sarà esigibile per 45 giorni a partire dalla data di emissione oltre la quale non sarà più possibile operare alcuna riscossione.). Le graduatorie dei cittadini beneficiari del Reddito Minimo Garantito della Provincia di Roma non subiranno alcuno scorrimento poiché i fondi assegnati a suo tempo dalla Regione Lazio alla Provincia di Roma sono totalmente esauriti. |
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REGIONE CALABRIA SCRIVE AL MINISTRO DEL WELFARE ELSA FORNERO SUI RITARDI DI EROGAZIONE DELLE SOMME RELATIVE AGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA |
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Catanzaro, 14 novembre 2012 - L’assessore regionale al lavoro e alle politiche sociali Francescantonio Stillitani ha scritto al Ministro del welfare Elsa Fornero per chiedere chiarimenti sui ritardi che i lavoratori calabresi percettori di ammortizzatori sociali in deroga stanno avendo nel percepire le proprie spettanze. La lettera dell’Assessore Stillitani è stata inviata per conoscenza alle organizzazioni sindacali e ai deputati e ai senatori calabresi. “Egr. Sig. Ministro – ha scritto Stillitani -, Così non va bene! Non è più possibile mantenere gli oltre 20.000 lavoratori calabresi percettori di ammortizzatori sociali in deroga senza sussidi e nell’incertezza del futuro. Malgrado le assicurazioni da Lei fornite in più sedi, nei fatti, alla Regione Calabria dal Ministero non vengono corrisposte le somme necessarie per permettere all’inps regionale di pagare i lavoratori. Per come ho avuto modo di evidenziarLe più volte, alle precise richieste del mio Direttore generale circa tempi e modalità di erogazione delle somme, i dirigenti del suo Ministero sono stati evasivi e hanno mantenuto atteggiamenti dilatori . Per come ho avuto modo di scriverLe anche ultimamente, (con lettera del 25 Settembre u.S protocollo n° 108/Ass e lettera del 29 Ottobre u.S protocollo n° 119/Ass, rimaste, purtroppo, senza risposta da parte Sua) , la tensione tra i lavoratori è altissima soprattutto per l’atteggiamento poco chiaro tenuto dal Ministero nei loro confronti e per l’ingiustificato ritardo nell’erogazione delle spettanze. A tale proposito Le ricordo che, pur avendo sottoscritto un accordo il 2 Ottobre u.S. Per l’erogazione di ulteriori trenta milioni, ad oggi, dopo quasi un mese e mezzo, l’inps regionale non è stato ancora autorizzato ad utilizzare tali risorse. Per evitare questi ritardi, nella mia ultima lettera del 29 ottobre anche a nome della Cgil, Cisl e Uil ,con cui ho sottoscritto un apposito verbale, Le chiedevo di autorizzare l’inps regionale a procedere con i pagamenti di tutte le spettanze maturate e maturande sino al 31 Dicembre 2012, anticipando le somme in attesa della formalizzazione degli accordi tra Regione e Ministero che, per come si è visto, ad esempio ,per l’accordo del 2 Ottobre u.S. ,ritardano a diventare operativi. Le chiedo, inoltre, di fare definitivamente chiarezza sul mantenimento dell’impegno assunto dal Governo circa il pagamento dell’intero importo necessario sino al 31 Dicembre 2012. Mi dispiacerebbe , Signor Ministro, se questa mia nota restasse senza risposta…….( come le altre?). Come istituzioni abbiamo il dovere di collaborare, ma non sono disponibile come Assessore ad assumermi responsabilità che non sono ascrivibili alla Regione Calabria. Non ritengo di essere sua controparte, ma ho il dovere di tutelare e dare risposte ai lavoratori della mia Regione e, quando prendo atto della disattenzione che il Ministero ha verso le loro problematiche, ritengo di dover intervenire e, chiedere un Suo autorevole intervento diretto, come in questo caso. Sono certo – ha concluso Stillitani - che capirà le motivazioni di questa mia nota che assolutamente non vuole essere una critica al Suo operato. Resto in attesa di una Sua cortese risposta che permetta ai lavoratori di riguadagnare fiducia”. |
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LA TOSCANA ALLA CONFERENZA DI NAPOLI SULL’OCCUPAZIONE DEI GIOVANI |
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Firenze, 14 novembre 202 - “Oggi abbiamo un’occasione importante per riflettere sul ruolo dell’apprendistato di primo livello, un sistema finalizzato al raggiungimento della qualifica e del diploma professionale attraverso un percorso lavorativo, come possibile sistema duale sul modello tedesco. In Germania vi accedono il 65% dei giovani ed è ritenuto il principale motivo di una disoccupazione giovanile all’8%, che è la più bassa d’Europa”. Così Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana, intervenendo ieri mattina a Napoli alla conferenza “Lavorare insieme per l’occupazione dei giovani” organizzata dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. “In Italia, dal punto di vista normativo, siamo in una fase avanzata della definizione degli aspetti regolatori a livello di tutte le Regioni, ma la vera sfida – ha proseguito Targetti, intervenendo come coordinatrice della Commissione “Istruzione, Lavoro, Innovazione, Ricerca” della Conferenza delle Regioni – è l’applicazione di un contratto di lavoro che è ancora troppo poco attraente per le imprese. Il contratto prevede infatti obblighi formativi importanti per le imprese, ma il sistema di incentivazione – gli sgravi contributivi – non è assolutamente proporzionato al compito formativo richiesto. Attualmente gli sgravi non sono collegati alla quantità e alla qualità della formazione prevista”. “Le imprese italiane – ha proseguito Targetti – sono soprattutto piccole e medie imprese e quindi fanno inevitabilmente grande fatica ad offrire agli apprendisti un contesto di formazione organizzato. La soluzione è dunque supportare la capacità formativa delle nostre aziende, creando un forte sinergia con il mondo dell’istruzione e formazione professionale e della formazione professionale”. “Ciò può essere fatto anche attraverso la costituzione di poli tecnico professionali sul territorio, pensandoli come reti di soggetti pubblici e privati (scuole, agenzie formative, imprese, fondazioni Its, università) che mettono in comune risorse professionali e strumentali, a partire dai laboratori necessari a far acquisire ai ragazzi le competenze applicative. E qui – ha concluso Stella Targetti – torniamo all’esempio della Germania, dove esistono laboratori extra-aziendali che supportano le imprese che non hanno la possibilità di svilupparne uno al proprio interno. Questi laboratori extra-aziendali sono in gran parte finanziati dalle camere professionali. Ecco, forse dovremmo partire da qui, pensando ad utilizzare a questo scopo anche i fondi paritetici interprofessionali”. |
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STATISTICA: INDICATORI STRUTTURALI ANCHE PER COMUNI, COMUNITÀ, DISTRETTI SCOLASTICI E SANITARI DEL TRENTINO |
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Trento, 14 novembre 2012 - Il Servizio Statistica provinciale ha messo a punto una nuova sezione del Sistema informativo degli indicatori statistici. Si tratta di una sezione di indicatori a livello comunale, che possono essere aggregati per Comunità di valle, Distretto scolastico e Distretto sanitario. Le tematiche sviluppate riguardano il territorio, le infrastrutture, la popolazione, le famiglie, l’istruzione, il mercato del lavoro, l’agricoltura, le imprese e i servizi. Le informazioni presentate nel sistema sono pensate come utile supporto alla programmazione economica e sociale ai diversi livelli territoriali subprovinciali. Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento ha sviluppato negli ultimi anni il Sistema informativo degli indicatori statistici, in grado di soddisfare in modo adeguato e tempestivo le esigenze conoscitive dei diversi fruitori del dato statistico, siano essi amministratori pubblici o professionisti, studenti o privati cittadini, impegnati nella ricerca di un’informazione semplice, sintetica, confrontabile nel tempo e nello spazio. L’indicatore statistico, infatti, per la sua caratteristica di riuscire a rappresentare in modo sintetico lo stato e l’evoluzione di un fenomeno, è spesso lo strumento che risponde meglio a queste esigenze informative. Questo sistema, consultabile all’indirizzo internet www.Statistica.provincia.tn.it, comprende un ricco insieme di indicatori strutturali e congiunturali (questi ultimi con accesso riservato protetto da password) calcolati a livello provinciale e confrontati con altre realtà significative, quali il Nord est, l’Italia e l’Europa a 15 e a 27 paesi. Recentemente il sistema è stato implementato attraverso la realizzazione di un nuovo modulo, dedicato agli indicatori subprovinciali. Gli indicatori presenti in questo nuovo modulo sono calcolati a livello comunale e possono essere facilmente aggregati per ottenere informazioni a diversi livelli territoriali subprovinciali. Le tematiche sviluppate riguardano il territorio, le infrastrutture, la popolazione, le famiglie, l’istruzione, il mercato del lavoro, l’agricoltura, le imprese e i servizi. Le informazioni presentate nel sistema sono pensate al fine di fornire un utile supporto alla programmazione economica e sociale ai diversi livelli territoriali subprovinciali. Attualmente nel sistema sono disponibili circa 100 indicatori, che verranno progressivamente aumentati, anche sulla base dei dati definitivi derivanti dai recenti censimenti generali, per fornire informazioni su altri aspetti di interesse. Le informazioni sono presentate a diversi livelli territoriali: l’unità territoriale minima è il comune, che può essere aggregata per ottenere informazioni a livello di comunità di valle, ambito turistico, distretto sanitario. Ulteriori aggregazioni territoriali, se di interesse, potranno essere implementate nel sistema. Per alcuni indicatori, al fine di tutelare il segreto statistico, l’informazione non viene presentata a livello comunale, ma solo ad un livello territoriale più aggregato. Il sistema permette di selezionare il livello territoriale e gli anni di interesse nell’ambito della serie storica disponibile. I dati richiesti vengono presentati in forma tabellare e in forma grafica. La parte tabellare può essere esportata in excel. In questo caso, se si tratta di un rapporto statistico, oltre ai valori assunti dall’indicatore, vengono esportati anche i dati necessari per il suo calcolo, distintamente per numeratore e denominatore. Anche il grafico può essere agevolmente esportato e inserito all’interno di altri documenti. L’aggiornamento dei dati sarà di norma annuale, eccezion fatta per quella parte di indicatori che ha fonte censuaria, la cui cadenza d’aggiornamento sarà decennale. Il sistema è consultabile all’indirizzo www.Statistica.provincia.tn.it nella sezione “Sistema informativo degli indicatori statistici”. Eventuali osservazioni o suggerimenti possono essere comunicati all’indirizzo serv.Statistica@provincia.tn.it |
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DONNE AL LAVORO, MOTORE DI SVILUPPO IL PROGRAMMA OBIETTIVO 2012 PER L’INCREMENTO E LA QUALIFICAZIONE DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE. IL 30 NOVEMBRE LA SCADENZA PER LA PRESENTAZIONE DEI PROGETTI. |
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Parma, 14 novembre 2012 - Promuovere l’occupazione femminile, favorire il lavoro e il reinserimento al lavoro delle donne, rimuovere gli ostacoli che tuttora, di fatto, impediscono la realizzazione di pari opportunità in ambito occupazionale. Sono alcune delle finalità del “Programma obiettivo 2012 per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete”, definito dal Comitato nazionale per l’attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici. Il documento va a toccare un nervo ad oggi ancora scoperto nel mercato del lavoro italiano, nel quale le donne continuano ad essere in una posizione di svantaggio rispetto agli uomini: sono meno occupate degli uomini, trovano meno lavoro, fanno meno carriera e comunque sono pagate meno. E anche se nel nostro territorio la situazione è meno pesante rispetto ad altri, anche qui quella del lavoro per le donne è comunque una realtà da tenere sotto continua osservazione per migliorarla. In quest’ottica il Programma Obiettivo 2012 definisce le azioni positive per il lavoro delle donne, per le quali il governo mette a disposizione finanziamenti ad hoc. “Va segnalato il valore di questa opportunità rispetto anche alla fase difficile che stiamo vivendo, con la recessione che si fa sentire anche da noi – ha detto nella presentazione di oggi in piazza della Pace l’assessore alla Formazione professionale e alle Politiche attive del lavoro Manuela Amoretti -. Anche in una fase come questa, a maggior ragione, sostenere il lavoro delle donne è importante. Perché ormai non c’è più nessuno che può dire di non sapere che i livelli di occupazione femminile sono matematicamente legati alla crescita: quindi sostenere il lavoro delle donne è importante perché incoraggia e sostiene la crescita. E anche laddove si producono interventi finalizzati a rendere possibile la conciliazione dei tempi di cura e di lavoro, lì la produttività cresce. Le azioni a favore del lavoro delle donne non devono quindi essere viste come costi, ma come progetti che possono produrre benefici e vantaggi concreti”. I progetti possono essere presentati dai datori di lavori pubblici e privati, dalle cooperative e dai loro consorzi, dai centri di formazione professionali accreditati, dalle associazioni, dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali. Le domande di ammissione al finanziamento dovranno essere presentate entro il 30 novembre 2012. Tre i grandi filoni di azioni positive su cui s’incentra il Programma, illustrati oggi in dettaglio dalla consigliera di parità di Parma Cecilia Cortesi Venturini (al suo fianco la consigliera supplente Aldina Bocchi): occupazione e reinserimento lavorativo (sostegno a iniziative per lavoratrici con contratti non a tempo indeterminato, in particolare giovani neodiplomate e neolaureate, volte a stabilizzarne la situazione occupazionale, e per donne disoccupate, inattive, in cassa integrazione e/o mobilità, con particolare attenzione a chi ha più di 45 anni); costituzione o consolidamento d’impresa (progetti per costituire o consolidare imprese a titolarità e/o prevalenza femminile nella compagine societaria); progetti integrati di rete (iniziative finalizzate a promuovere la qualità della vita personale e professionale, a favorire la conciliazione e valorizzazione del benessere sociale e lavorativo, a favorire la rimozione dei pregiudizi in un’ottica di pari opportunità, a favorire la diffusione delle indicazioni che emergono dalle strategie comunitarie). “Si tratta di un’opportunità significativa. È molto importante fare le domande nei tempi con progetti validi e innovativi – ha osservato Cecilia Cortesi Venturini - per poter riuscire a far arrivare queste somme nel nostro territorio: per portare qui fondi utili per le lavoratrici e incentivare l’occupazione femminile”. Per soddisfare il maggior numero di proposte è stato fissato un tetto massimo di finanziamento per progetto di 80mila euro. Il testo del Programma Obiettivo, i requisiti necessari e le informazioni su www.Lavoro.gov.it |
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FOGGIA - PROGETTI DI SVILUPPO PER LE IMPRESE IN ROSA |
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Foggia, 14 novembre 2012 - La Camera di Commercio di Foggia, attraverso la sua Azienda speciale Cesan, intende sviluppare una progettualità a favore di imprese preselezionate a titolarità femminile e attive da più di due anni, da presentare a valere sulla legge 125/91 che finanzia azioni positive per il consolidamento sul mercato di imprese al femminile. Al riguardo, l´iniziativa progettuale riguarderà una serie di percorsi formativi sulle seguenti tematiche: - Aspetti legali, economici, amministrativi e fiscali legati all´export; - -Inglese commerciale - Management, organizzazione, marketing e comunicazione - Finanza agevolata e opportunità per le imprese - Informatica gestionale - Approfondimento della conoscenza delle reti camerali europee al femminile attive nei vari territori Le imprenditrici interessate possono manifestare il proprio interesse ad essere coinvolte nel progetto, compilando l´apposito modulo e consegnandolo entro e non oltre il 15 novembre presso gli uffici della Segreteria Tecnica del Cesan (Via Dante, 27), a mano, tramite fax 0881797207 o e mail noemi.Mendolicchio@cesan.eu |
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FRA PINOCCHIO E SIRENETTA: REGIONE TOSCANA E COMUNE DI COPENAGHEN PER I BAMBINI 0-6 |
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Firenze, 14 novembre 202 - La terra di Pinocchio e il paese della Sirenetta a confronto sulla creatività infantile. E’ in corso tra Firenze, Scandicci e Prato una tre giorni di partenariato fra Regione Toscana e Comune di Copenaghen per analizzare non solo i rispettivi sistemi nell’istruzione fra 0 e 6 anni ma anche nuovi modelli condivisi di incontro tra bambini e creatività. Al progetto, finanziato dall’Agenzia Nazionale Lifelong Learning Programme, è stato dato un nome (I care) in Toscana molto evocativo per la notissima espressione nella scuola di don Lorenzo Milani ma che, in realtà, qui significa “Children art relationship education“. La conferenza di lancio è iniziata ieri a Firenze, nella sede dell’assessorato regionale all’Istruzione, ed è proseguita oggi a Prato con la visita al Museo Pecci e l’illustrazione delle sue attività didattiche; si conclude domani, mercoledì, a Scandicci, con la visita ai servizi 0-6 in quel Comune e con il confronto finale. I care è un progetto biennale (conclusione entro il 31 luglio 2014) e vi partecipano la Regione Toscana (settore Istruzione e Educazione), l’amministrazione comunale di Copenaghen; alcune scuole per l’infanzia di Scandicci (Makarenko, Ciari, Turri) con le scuole dell’infanzia di Valby (uno dei quartieri di Copenaghen. Per la precisione le scuole “Prinsessegaardene Faellesskab“). Nel partenariato europeo, all’interno del più generale programma Lifelong Learning/cpmenius, anche due musei di arte contemporanea: il pratese “Luigi Pecci” e il danese “Statens Museum for Kunst”. Duplici – precisa Stella Targetti, assessore regionale toscana all’istruzione – gli obiettivi del progetto: ” sviluppare una analisi comparativa sulle caratteristiche organizzative e operative dei due sistemi di istruzione, danese e italiano, per i bambini nella fascia 0-6 e lavorare su un nuovo modello pedagogico condiviso basato su arte ed espressività creativa, ben conoscendo le grandi potenzialità dell’arte come strumento educativo”. Insegnanti e dirigenti scolastici, educatori e amministratori locali delle due realtà si confronteranno, a distanza, attraverso una piattaforma open source (“Moodle”) utilizzata per creare siti efficaci proprio nell’ambito della formazione. Le scuole, in particolare, lavoreranno per promuovere l’incontro tra la fantasia dei bambini e l’espressione grafica. I bambini più piccoli potranno sperimentare lo scambio di “mail art”, inviandosi per posta i loro disegni, mentre a quelli più grandicelli sarà chiesto di creare e illustrare nuove storie. |
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