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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 14 Novembre 2012 |
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CURA DELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE, UNA NUOVA SPERANZA VIENE DA UNO STUDIO SULLE TERAPIE ANTIDEPRESSIVE LA RICERCA DI UNA SCIENZIATA DELL’UNIVERSITÀ DI FIRENZE SULLA RIVISTA BIOLOGICAL PSICHIATRY |
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Firenze, 14 novembre 2012 - Una speranza per contrastare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson viene da uno studio sulle terapie antidepressive condotto da Maura Boldrini, ricercatrice dell’Università di Firenze. Alla scoperta ha dedicato la copertina la rivista scientifica Biological Psichiatry (“Hippocampal Angiogenesis and Progenitor Cell Proliferation Are Increased with Antidepressant Use in Major Depression”). La scienziata fiorentina ha dimostrato che, sui soggetti affetti da forme depressive, il trattamento farmacologico stimola la crescita di cellule staminali nervose e di vasi sanguigni. “La nicchia rigenerativa che abbiamo individuato nel cervello umano, composta da una componente cellulare e una vascolare, ha rivelato abilità rigenerative in casi di ictus e in altri condizioni patologiche – spiega Boldrini – ovviamente si tratta di trovare le modalità per far sopravvivere queste nuove cellule e integrarle nei circuiti esistenti perché possano svolgere la loro funzione. Questa scoperta rafforza le aspettative del mondo scientifico nei confronti del potenziale di trattamenti basati sulle capacità rigenerative delle cellule staminali”. Nel corso dello studio sono stati confrontati pazienti con diagnosi di disturbi dell’umore con tracce di antidepressivi nel tessuto cerebrale e storia di trattamento con antidepressivi serotoninergici, soggetti depressi che non avevano assunto farmaci antidepressivi e persone non depresse, tutti con le stesse caratteristiche legate all’età e al sesso. Gli esperimenti sono stati condotti in laboratorio presso la Columbia University, con la quale l’Università di Firenze ha stipulato un accordo di collaborazione internazionale, coordinato dalla dottoressa Boldrini, che consente scambi a scopo di ricerca e formazione di medici, specializzandi, dottorandi e strutturati. ”E’ un dato acquisito – spiega la ricercatrice - che gli antidepressivi abbiano un potenziale applicativo che va al di là della regolazione dell’umore. Con una nuova ricerca ci proponiamo adesso di individuare su quali recettori i farmaci antidepressivi agiscono per produrre l’effetto neurotrofico. A questo scopo useremo un sistema di ricettori in grado di simulare gli effetti della serotonina”. Pochi giorni dopo la pubblicazione su Biological Psichiatry la scoperta della Boldrini è stata ripresa e approfondita dalla rivista Science. |
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PRIMO FORUM PUBBLICO INTERNAZIONALE SULLE TECNOLOGIE MOBILI PER L´INCLUSIONE SOCIALE |
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Barcellona, 14 novembre 2012 - Il primo forum pubblico internazionale sulle tecnologie mobili per l´inclusione sociale (First Open International Forum on Mobile Technologies for Social Inclusion) si svolgerà il 20 e 21 novembre 2012 a Barcellona, in Spagna. Le tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic) e l´alfabetizzazione sono sempre più necessarie per partecipare alle attività sociali di tutti i giorni, per accedere alle informazioni pubbliche, per comunicare sulle reti sociali e per garantire l´occupazione. Tuttavia, una recente ricerca ha rivelato una lacuna nel settore delle Tic e la necessità di soluzioni mobili per i gruppi a rischio di esclusione digitale in America latina (comunità a basso reddito e isolate, pazienti cronici e persone disabili). Il reddito basso e il costo delle Tic contribuiscono in modo rilevante a questo fenomeno, ma ci sono anche altri problemi significativi. Tra questi la mancanza di interesse o di rilevanza percepita, la mancanza di abilità e fiducia nell´uso delle Tic, e preoccupazioni circa l´idoneità della fornitura e formazione pubblica delle Tic. La conferenza sarà un forum per le parti interessate per condividere la loro esperienza da un punto di vista tecnologico, sociale e politico-economico. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.M-inclusion.eu/events/1%c2%b0-open-international-forum-mobile-technologies-social-inclusion |
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GESTIONE DELLE PATOLOGIE DERMATOLOGICHE INVALIDANTI: EFFICACIA PER I PAZIENTI, EFFICIENZA PER IL SISTEMA SANITARIO
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Roma, 14 Novembre 2012 - L’analisi “costo-efficacia” è uno strumento utile per valutare l’impatto economico di un azione e i suoi benefici. In questo periodo di crisi economica è opportuno poter stabilire le priorità di intervento rispetto ad una patologia dermatologica, adottando metodi che tengano in considerazione sia il beneficio per il paziente che le risorse coinvolte. Questi concetti sono emersi all’incontro di ieri sulle strategie di gestione delle malattie dermatologiche invalidanti promosso dall’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani A.d.o.i. Quando si parla di malattie dermatologiche gravi si fa riferimento alle patologie complesse come la psoriasi, le patologie bollose autoimmuni, gli eczemi e i tumori cutanei, di cui la dermatologia ospedaliera si fa carico. I centri ospedalieri intesi come hub strategici, assumono un valore sempre più rilevante per la somministrazione di nuovi farmaci e il management di queste patologie. I pazienti cronici colpiti da malattie dermatologiche complesse richiedono importanti risorse sanitarie, che determinano un forte impatto sui costi diretti, ovvero costi sanitari, e i costi indiretti, vale a dire sulla perdita di produttività di chi soffre e di chi se ne prende cura. “Una corretta diagnosi e identificazione dei pazienti – suggerisce Patrizio Sedona, Direttore della dermatologia dell´ospedale di Venezia-mestre e presidente dell´Adoi - è cruciale per condurre appropriate decisioni verso i trattamenti più efficaci per i pazienti e più efficienti per il sistema sanitario e la società nel suo complesso.” La psoriasi è ai primi posti tra le patologie dermatologiche invalidanti. In Italia è la patologia più frequente, con circa 2 milioni e mezzo di casi. Il costo sociale è tra i più alti per la comunità anche per i disagi psichici derivanti dalla sua stigmatizzazione sociale. “Si stima che il costo annuale per la gestione dei pazienti affetti da psoriasi sia di circa 9000 euro – afferma Ornella De Pità Direttore della Immunologia ed Allergologia dell’Idi di Roma - Per quanto riguarda il decadimento fisico e cognitivo della psoriasi, abbiamo dei valori molto vicini a quelli dei malati di cancro. Il 54% dei pazienti è depresso, il 20% ha subito gravi episodi di rifiuto sociale, quali la richiesta di abbandonare il proprio posto di lavoro, il 10% addirittura sviluppa un desiderio di morte ed il 5% elabora istinti suicidi. Una corretta diagnosi, una precoce ed attenta terapia, la prevenzione delle comorbidità, riducono in maniera consistente l’evoluzione verso forme severe.” Le dermatiti eczematose, invece, rappresentano per rilevanza clinica, epidemiologica e socio-sanitaria un problema di sanità pubblica a livello mondiale. In Italia sono almeno 4 milioni le persone che hanno problemi cutanei seri, tali da aver bisogno di cure mediche, e più di un terzo di queste, almeno 1.500.000 persone, soffrono di dermatite eczematosa. In Italia, le patologie cutanee rappresentano il 29% delle patologie professionali denunciate. Il contatto con allergeni ed irritanti rappresenta una variabile in grado di aumentare l’incidenza di dermatiti eczematose. La continua immissione nell’ambiente di nuove molecole rappresenta un fattore di rischio permanente. “Per quanto riguarda la spesa – precisa Antonio Cristaudo, Respondabile della dermatologia allergologica dell’Istituto San Gallicano di Roma - recenti analisi condotte dall’Unione Europea attestano che il costo annuo delle sole dermatiti eczematose occupazionali è di 600 milioni di euro con circa 3 milioni di giorni lavorativi persi. Dati italiani indicano che la spesa media annuale per il trattamento della dermatite atopica è di 1.254 euro a famiglia. Queste patologie – prosegue lo specialista - creano un considerevole danno economico per gli individui e la comunità, incidendo inoltre negativamente sulla qualità di vita dei pazienti. Le migliori possibilità terapeutiche risiedono nella prevenzione: identificazione degli agenti nocivi e rimozione degli stessi dall’ambiente, eliminando tutte le cause che concorrono a favorire l’insorgenza e l’aggravamento del danno.” Psoriasi - La patologia – La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica della cute e delle articolazioni, con una forte componente genetica ed una elevata eterogeneità delle manifestazioni cliniche. Si caratterizza da aumentato turnover cellulare e dalla presenza di placche eritemato-squamose distribuite in maniera simmetrica in diverse zone del corpo. La psoriasi, sebbene presente a tutte le età, compare prevalentemente tra la 2° e la 3° decade di vita. La patologia cronica non può essere guarita definitivamente, ma può essere controllata solo grazie a continui interventi, di solito con i farmacologici, per offrire al paziente le condizioni di vita migliori possibili. La patologia recidivante invece è caratterizzata dal ritorno intermittente di segni e sintomi caratteristici dopo un periodo di remissione totale o parziale. I numeri – In Italia la psoriasi è la patologia più frequente con circa 2 milioni e mezzo di casi. Al contrario la malattia ha una incidenza molto bassa in sud America, Africa, Asia e tra le popolazioni eschimesi e indiani d’America. La psoriasi è associata a comorbilità gravi. Nei pazienti con ospedalizzazione frequente per psoriasi o primo ricovero per psoriasi all’età di 20-39 anni, la presenza di placche coronariche è 2 volte più comune con aumento della mortalità per infarto miocardico o ictus di circa 2.6 volte più alta. Nel 75% dei casi, la psoriasi precede la patologia articolare, nel 15% dei casi, l’insorgenza della patologia cutanea è concomitante all’interessament articolare e solo nel 10% dei casi, la patologia articolare precede la psoriasi. Costi socio-economici – Il costo sociale della psoriasi è tra i più alti per la comunità anche per i disagi psichici derivanti dalla stigmatizzazione sociale della malattia. Il 75% dei pazienti sente la necessità di nascondere le proprie lesioni e dichiara di subire una riduzione dell’autostima e della fiducia in se stessi, il 20% dei pazienti affetti da psoriasi di grado moderato-grave ha subito gravi episodi di rifiuto sociale, quali la richiesta di abbandonare il proprio posto di lavoro per la presenza della malattia. Il 10% sviluppa un desiderio di morte ed il 5% elabora istinti suicidi, il 54% è depresso. Per quanto riguarda il decadimento fisico e cognitivo della psoriasi, in riferimento ad altre malattie, abbiamo dei valori molto vicini a quelli dei malati di cancro. Una corretta diagnosi, una precoce ed attenta terapia, la prevenzione delle comorbidità, riducono in maniera consistente l’evoluzione verso forme severe. Costi sanitari - Elevati inoltre i costi economici, dato che i trattamenti spesso non sono rimborsabili dal servizio sanitario nazionale. Si stima che il costo annuale per la gestione dei pazienti affetti da psoriasi sia di circa 9000 euro. Tumori cutanei e Melanoma - La patologia – I tumori cutanei non melanoma (Nmsc = non melanoma skin cancer) sono numerosi : carcinomi, sarcomi, linfomi, e altri, hanno incidenza annuale globale di 2-3 milioni di casi, ed i più frequenti sono rappresentati dai carcinomi basocellulare e squamocellulare. Il melanoma è uno dei tumori più frequenti e maligni oggi conosciuti. I tumori cutanei non melanoma sono molto frequenti ed è difficile stimare l’incidenza, visto che alcuni vengono curati con terapie alternative alla chirurgia o in ambienti “privati” e, in definitiva, non vengono riportati nei vari registri tumori nazionali. I numeri – Nel mondo, il melanoma cutaneo è al 16° posto tra i tumori più frequenti negli uomini ed al 17° posto nelle donne. Negli ultimi 40 anni, l’incidenza del melanoma è aumentata, soprattutto tra la popolazione di razza bianca. Negli Stati Uniti per esempio, l’incidenza del melanoma è passata da 6 casi per 100.000 abitanti all’inizio del 1970 al triplo di casi, 18, per 100.000 abitanti all’inizio del 2000. Nello stesso periodo, in Europa centrale i tassi di incidenza sono passati da 3-4 casi per 100.000 a 10-15 casi per 100.000. Lo studio dei trend indica che nei paesi occidentali i tassi continueranno ad aumentare anche nelle prossime due decadi. Al contrario, a partire dagli anni ’90, i tassi di mortalità si sono stabilizzati, indicando un miglioramento nella diagnosi precoce. L’aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) stima per l’anno 2012 un numero orientativo di 67.000 carcinomi cutanei, 39.000 nei maschi e 28.000 nelle femmine. Il carcinoma basocellulare -Bcc costituisce circa l’80% di tutti i tra i tumori non melanoma Nmsc ed è il tumore più comune in Europa, Usa, e soprattutto, Australia. Ha un incidenza annuale globale di 2 milioni di casi, prevalentemente nei maschi al di sopra dei 40 anni. Si tratta di una neoplasia tipica della razza caucasica legata per lo più ad esposizione alla radiazione ultravioletta (Uv) che porta a danno cumulativo del Dna ed a mutazioni geniche. Il Bcc ha crescita lenta e raramente metastatizza ma, in determinate condizioni: istotipo particolare, errori di terapia, immunosoppressione, ecc., può transitare a una malignità marcata, invasione profonda della cute, ossa e altri tessuti, difficilmente controllabile chirurgicamente, o con produzione di metastasi. Nella forma avanzata la sopravvivenza mediana è di 8-14 mesi e solo il 10% dei pazienti è ancora vivo dopo 5 anni dalla diagnosi. Costi sanitari -In Italia, si stimano, per il 2011, quasi 13.000 nuove diagnosi di melanoma. Nonostante il melanoma rappresenti il 2-3 % del totale dei tumori (esclusi i tumori cutanei non melanoma), risulta ai primi posti in termini di frequenza nei soggetti di età < 50 anni, tra i quali rappresenta l’8-10% del totale in entrambi i sessi. Tutto ciò, con costi sanitari discreti, diversificati rispetto alle diverse fasi della malattia. A breve , se verranno autorizzati all’impiego medico i farmaci “target” più recenti (ipilimumab e inibitori di Braf) che hanno dimostrato efficacia nella sopravvivenza nella malattia metastatica, i costi saranno molto significativi. All’estero, sono già disponibili e a prezzi elevatissimi. Per il Bcc la terapia è chirurgica e, nei casi avanzati, a breve sarà disponibile un nuovo interessante farmaco per somministrazione orale. Lo Scc è il tumore cutaneo più aggressivo, più incline alla metastatizzazione e sempre preferibilmente aggredibile con la chirurgia. Entrambi i carcinomi, soprattutto per l’alta incidenza, costituiscono un problema sanitario e socio-economico considerevole e, come per il melanoma, il dermatologo gioca un ruolo fondamentale. La prevenzione è nella corretta informazione al paziente riguardo la corretta esposizione al sole e nella visita specialistica corredata da una accurata diagnosi. Queste le prime armi per ridurre le forme gravi e mortali. Le terapie avanzate oggi a disposizione dei dermatologi stanno aumentando notevolmente la sopravvivenza dei pazienti. Dermatiti ezematose - La patologia – Le dermatiti eczematose rappresentano, per rilevanza clinica, epidemiologica e socio- sanitaria un problema di sanità pubblica a livello mondiale. Si distinguono in dermatiti croniche irritanti e allergiche, dermatite atopica; eczema nummulare; eczema seborroico; eczema disidrosico e altre forme di eczema. I numeri – Nel nostro paese sono almeno 4 milioni le persone che hanno problemi cutanei seri, tali da aver bisogno di cure mediche, e più di un terzo di queste, almeno 1.500.000 persone, soffrono di dermatite eczematosa. In Italia, le patologie cutanee rappresentano il 29% delle patologie professionali denunciate. Il contatto con allergeni ed irritanti rappresenta una variabile in grado di aumentare l’incidenza di dermatiti eczematose mentre sesso ed età non rappresentano fattori di rischio. Nella popolazione generale, la prevalenza stimata per le dermatiti allergiche da contatto è compresa tra 1-6%. Questo dato, proiettato in un periodo di 1-3 anni, assume un valore più elevato, compreso tra 6.2-10.6%. Il nichel è l’allergene più frequente. E’ allergica al metallo il 10% della popolazione generale e il 20% delle giovani donne. La continua immissione nell’ambiente di nuove molecole rappresenta un fattore di rischio permanente. Tra le dermatiti eczematose, la dermatite atopica è una patologia largamente diffusa nella popolazione generale. Recenti stime di prevalenza attestano che nei paesi a clima temperato nei soggetti tra 0 e 10 anni tale valore si aggira tra il 15-20%, con lieve preponderanza nel sesso femminile. Costi sanitari - Per quanto riguarda la spesa, recenti analisi condotte dall’Unione Europea attestano che il costo annuo delle sole dermatiti eczematose occupazionali è di 600 milioni di euro con circa 3 milioni di giorni lavorativi persi. La dermatologia atopica, patologia largamente diffusa nella popolazione generale con un 12-20% di popolazione infantile colpita con una preponderanza nei paesi industrializzati specie nelle città e nelle classi sociali più agiate ha un forte impatto sui costi diretti, ovvero costi sanitari, e i costi indiretti, vale a dire la perdita di produttività dei pazienti o di chi se ne prende cura. Dati italiani indicano che la spesa media annuale per il trattata mento della dermatite atopica è di 1254 euro a famiglia. Le spese maggiori riguardano l´uso di terapie idratanti, con un costo medio di 487 euro, l´uso di detergenti particolari, con un costo medio di 285 euro. Una media di 154 euro è stata spesa per visite private specialistiche ma il 60% delle consultazioni sono pagate dal Servizio Sanitario Nazionale. Queste patologie creano un considerevole danno economico per gli individui e la comunità, incidendo inoltre negativamente sulla qualità di vita dei pazienti. Le migliori possibilità terapeutiche risiedono nella prevenzione attuando strategie per identificare gli agenti nocivi e rimuoverli dall’ambiente, eliminando tutte le cause che concorrono a favorire l’insorgenza e l’aggravamento del danno. Eczema cronico delle mani - La patologia - L’eczema cronico delle mani è una patologia invalidante per il paziente, esso si riferisce ad un’infiammazione limitata alla cute delle mani causata da fattori esogeni, endogeni, o entrambi. Si può parlare di eczema cronico quando i sintomi persistono per oltre 3 mesi l’anno. Gli eczemi sono le patologie più frequenti anche nelle visite eseguite dai Medici di Medicina Generale e sono la prima causa di allontanamento del paziente dall’ambito lavorativo. Una diagnosi precoce permette la soluzione del problema a costi contenuti. I numeri – In Italia l’ incidenza annua di eczema cronico delle mani è del 5 per mille. Per un terzo dei pazienti la malattia comincia prima dei 20 anni d’età. I casi nei quali è evidente una correlazione lavorativa sono più dello 0,7 per mille per anno. Il personale delle cucine, gli idraulici, gli operai dell’ edilizia, il personale odontoiatrico, i parrucchieri, il personale sanitario, fabbri, operai dell’industria automobilistica e tipografi rientrano nelle professioni ad alto rischio di eczema cronico. Costi socio-economici – Le vescicole e le fissurazioni dolorose causate dalla malattia possono condizionare la vita quotidiana ed impedire i lavori manuali. Queste limitazioni portano a disabilità e sostanziali perdite economiche sia ai pazienti che all’intera comunità. Il 43.3% dei pazienti ha problemi nello svolgere il proprio lavoro con una perdita in media di 23.7 giorni di lavoro l’anno. Inoltre l’85.5% riferisce problemi nello svolgere attività in casa o in famiglia, il 58.2% ha ricevuto aiuto da uno o più familiari o amici per gestire la malattia, con una ulteriore perdita di produttività a carico di queste persone (media di 5 giorni, massimo 15 l’anno). Costi sanitari - Per la gestione della malattia, i pazienti cronici, gravi e refrattari consumano importanti risorse sanitarie. Una corretta diagnosi ed identificazione dei pazienti è cruciale per condurre appropriate decisioni verso i trattamenti più efficaci per i pazienti e più efficienti per il sistema sanitario e la società nel suo complesso. Analizzando i costi sanitari e non sanitari, quelli diretti e indiretti si stima che il costo annuale per la gestione dei pazienti affetti da eczema cronico delle mani professionale è di 8799 euro l’anno. I costi indiretti incidono per il 70%. I costi non sanitari diretti e indiretti, in pazienti con eczema delle mani di grado moderato-grave, ammontano complessivamente a 1340 euro per ogni persona trattatoa per 10 giorni (Puva terapia intraospedaliera). Quando i pazienti vengono trattati al loro domicilio, i costi diminuiscono a 436 euro, con un importante risparmio di spesa pubblica. Patologie bollose autoimmuni - La patologia –Pemfigo e Pemfigoide, due gruppi di patologie rare bollose autoimmuni, colpiscono la cute e le mucose e si caratterizzano per la presenza di lesioni bollose intraepiteliali. Queste malattie sono gravemente invalidanti e potenzialmente letali se non trattate adeguatamente. I pazienti necessitano di ripetute ospedalizzazioni e di terapie immunosoppressive ad elevati dosaggi e prolungate nel tempo. A seconda della tipologia di malattia le bolle e le vesciche possono interessare la pelle, le mucose oculari, del cavo orale, delle vie respiratorie, gastrointestinali e genitali; nei casi più gravi e nelle fasi più avanzate della malattia, le lesioni bollose e e le altre manifestazioni multiformi, possono estendersi in tutto il corpo accompagnate da forte prurito e buciori. I numeri –Prima dell’avvento dei corticosteroidi, il pemfigo aveva una mortalità piuttosto alta arrivando approssimativamente a causare il decesso di più del 70% dei pazienti entro un anno dalla comparsa dei sintomi. Attualmente il grado di mortalità della malattia, ancora dell’ordine del 5%, è invece riferibile esclusivamente agli effetti collaterali e alle complicanze correlate ai farmaci cortisteroidi e immunosoppressori utilizzati per il contenimento della malattia. Pemfigo: colpisce entrambi i sessi di ogni età con un picco tra i 30 e 60 anni, in ogni area geografica con una maggiore incidenza in sud america. L’incidenza globale è di 1-10 casi su un milione, in Italia possiamo considerare 5 casi per milione. Pemfigoide: colpisce entrambi i sessi tipicamente in età avanzata dopo i 65 anni in tutte le aree geografiche. Sono comunque riportati diversi casi di pemfigoide bolloso in età pediatrica. Si pensa ad una predisposizione genetica ma non alla ereditarietà, l’incidenza è 7-10 casi su milione con tendenza all’aumento ed un tasso di mortalità pari al 12% (per complicazioni iatrogene nel primo anno). Disagio sociale – La sintomatologia di queste malattie è varia e rende impossibile una vita normale. Spesso diventa impossibile anche solo nutrirsi a causa delle bolle all’interno del cavo orale. L’assunzione di immunosoppressori nel breve periodo migliora la qualità della vita, ma nel lungo termine determina ai pazienti situazioni di comorbidità che aggravano le condizioni generali del paziente spesso in modo severo e irreversibile. Steroidi e immunosoppressori hanno aumentato l’aspettativa di vita e ridotto la severità dei sintomi. Lo sviluppo di anticorpi monoclonali offrono nuove aspettative di sopravvivenza e di qualità di vita. Costi sanitari - Il costo delle terapie immunosoppressive del pemfigo è di 6.145 euro per paziente all’anno. Sono stati effettuati studi sui costi dei trattamenti con terapia immunosoppressiva e terapie con anticorpi monoclonali. L’utilizzo degli anticorpi monoclonali determina nell’arco di 3 anni un contenimento dei costi superiore al 13.7%, mentre in 5 anni il contenimento delle spesse supera il 40% rispetto ai costi diretti ed indotti dalle terapie convenzionali a base di steroidi e immunosoppressori. |
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WELFARE, LIGURIA: RISORSE CERTE DAL GOVERNO ANCHE PER I MALATI DI SLA. ACCOLTO IL GRIDO DI DOLORE DEL SOCIALE |
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Genova, 14 novembre 2012 - . “In Parlamento è stato accolto il grido di dolore proveniente dal sociale e messa in campo un’azione bipartisan per destinare qualche risorsa al welfare ed evitare così lo smantellamento del sistema. Sono soddisfatta del contributo dato dal sistema Regioni e dal Presidente Errani”. Lo ha detto ieri l’assessore regionale al welfare della Regione Liguria e coordinatrice della commissione politiche sociali nella Conferenza delle regioni, Lorena Rambaudi dopo la presentazione in commissione Bilancio della Camera di un emendamento bipartisan per la ripartizione del "fondo" da 900 milioni di euro di competenza di Palazzo Chigi (detto anche "Fondo Catricalà"), di cui oltre il 55% è stato destinato al welfare. “Questo è un primo risultato positivo – ha sottolineato Rambaudi - che abbiamo raggiunto come regioni. Con queste nuove risorse è finalmente possibile ridefinire un minimo di interventi e ricostruire politiche sociali che in questi anni sono state azzerate”. “Regioni, Comuni, Terzo Settore e Sindacati in queste settimane – ha spiegato Rambaudi - hanno condiviso un obiettivo ed utilizzato ognuno i propri mezzi per raggiungerlo, dalle proteste in piazza ai documenti”. “Con questo emendamento – ha aggiunto l’assessore ligure - 300 milioni sono stati stanziati per il fondo nazionale per le politiche sociali e 200 milioni per il fondo sulla non autosufficienza che comprende gli interventi a favore dei malati di sclerosi laterale amiotrofica. Nonostante il provvedimento debba essere ancora discusso, le risorse destinate al sociale sono certe”. Secondo Rambaudi si assiste ad un’ inversione di tendenza, “anche se la vera svolta nel campo del sociale si avrà solo quando verranno delineate politiche che riconoscono il diritto delle persone a essere sostenute nelle diverse fasi della loro vita”. “A questo primo obiettivo – ha concluso l’assessore – dovrà seguire anche un secondo step, attraverso una successiva ripartizione del “Fondo Catricalà”, per destinare risorse a servizio civile, minori stranieri ed interventi per la famiglia”. |
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WELFARE: ROMA TAGLIA, LA REGIONE LOMBARDIA FA MIRACOLI |
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Milano 14 novembre 2012 - Regione Lombardia garantirà "miracolosamente" nel 2013 lo stesso livello di servizi socio sanitari assicurato quest´anno - il fondo complessivo resterà invariato a quota 1.632 milioni - nonostante "la guerra scatenata contro la Lombardia e tutte le Regioni dal Governo, che sta tagliando continuamente i fondi, senza che questo faccia quasi più notizia". Conciliazione E Nasko - E´ quanto ha chiarito il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, presentando, insieme all´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Carolina Pellegrini, alcuni provvedimenti riguardanti il sistema di welfare lombardo: 4.888.000 euro destinati alle Asl per la sperimentazione della ´Dote conciliazione servizi alla persona´ (rimborso per spese di asili, assistenza ai minori o a persone malate e non autosufficienti, ecc); 5.000.000 per le iniziative di welfare aziendale e interaziendale (flessibilità di orari, servizi per i figli dei dipendenti, assistenza a malati e persone con disabilità, ecc); 6 milioni per rifinanziare il Fondo Nasko, che, da ottobre 2010, ha già permesso di aiutare 3.386 donne, che hanno rinunciato ad abortire (1.630 i bambini già nati). Tagli Del Governo - "I tagli del Governo - ha spiegato Formigoni, definendo la situazione attuale di "grandissimo allarme" - incidono in maniera forte, in particolare sulle Regioni virtuose come la Lombardia. Ci muoviamo in un contesto estremamente difficile e di incertezza. Difficile perché la spending review e il Decreto legge sulla stabilità prevedono tagli pesanti per il 2013; di incertezza perché ci sono altri provvedimenti, su cui non c´è ancora chiarezza, che potrebbero prevedere ulteriori sacrifici". Servizi Confermati - "Nonostante questa situazione - ha aggiunto il presidente - noi riusciremo a garantire nel 2013 lo stesso livello dei servizi del 2012 e lo stesso stanziamento. Questo vero e proprio ´miracolo´ è possibile grazie al nostro bilancio virtuoso, che ci consente di non tagliare i servizi ai cittadini, anche se ormai siamo arrivati al limite". L´anno prossimo, ha assicurato il presidente, tutte le Unità d´offerta (Rsa, Rsd, riabilitazione, ecc) non avranno fondi in meno; in più verranno finanziate anche le nuove strutture nate nel 2012 (+14 per cento di posti negli hospice e nuovi nuclei Alzheimer) e verranno garantiti nuovi contributi fino a 2.500 euro al mese per i malati di Sla (15 milioni di spesa). Patto Per Il Welfare - "Regione Lombardia - ha aggiunto l´assessore Pellegrini - con grande coraggio ha deciso di mettere in campo le stesse risorse dello scorso anno, smentendo le voci, da più parti circolate, di possibili diminuzioni. Anzi, il fondo per i Comuni lombardi sarà immediatamente di 70 milioni di euro e non più in due tranche di 30 e 40 milioni, per permettere alle Amministrazioni locali di programmare i loro interventi". "Anche il lavoro per scrivere un nuovo Patto per il welfare - ha detto ancora l´assessore -, passaggio sempre più necessario di questi tempi, proseguirà. In questi giorni sono stati riconvocati tutti i Tavoli di confronto, con l´obiettivo di lasciare in eredità alla prossima Giunta e al prossimo Consiglio regionale un articolato condiviso, che possa diventare una nuova legge sul nuovo Patto per il welfare". Stanziati 10 Milioni Per Famiglie E Imprese – Sono stati approvati dalla Giunta regionale due nuovi bandi per sostenere il welfare aziendale e le azioni di conciliazione famiglia-lavoro - con un investimento complessivo di quasi 10 milioni di euro. Lo stanziamento è così suddiviso: 4.888.000 euro saranno destinati alle Asl per la sperimentazione della ´Dote conciliazione servizi alla persona´ (rimborso per spese di asili, assistenza ai minori o a persone malate e non autosufficienti, ecc); 5.000.000 andranno alle iniziative di welfare aziendale ed interaziendale (flessibilità di orari, servizi per i figli dei dipendenti, assistenza a malati e persone con disabilità, ecc). Dote Conciliazione - Si tratta di un bando a sportello di cui possono beneficiare tutti i lavoratori che rientrano da un congedo per la nascita di un figlio, sia dipendenti di Micro, Piccole e Medie Imprese (Mpmi), Grandi Imprese (in aggregazione con Mpmi) e Grande Distribuzione, sia libere professioniste iscritte agli albi o iscritte alla gestione separata al rientro dalla maternità. La dote è costituita da un rimborso delle spese sostenute per l´accesso a servizi e unità di offerta aderenti alla filiera conciliazione nelle seguenti aree di cura: prima infanzia, socio educativo assistenziale ai minori di 14 anni, servizi a persone con disabilità o non autosufficienti, a persone affette da documentata grave infermità, mobilità e trasporto. La dote conciliazione riconosce il contributo per 8 mesi e rimborserà le spese sostenute per un valore massimo di 200 euro mensili per 8 mesi (totale 1.600 euro). Possono beneficiare della dote in via prioritaria i dipendenti delle imprese che abbiano avviato azioni per l´introduzione di misure di welfare, diverse dalla facilitazione dell´accesso ai servizi di cura tramite un sostegno economico. Welfare Aziendale E Interaziendale - Possono beneficiare dei contributi le Micro, Piccole e Medie Imprese (Mpmi), le Grandi Imprese (in aggregazione con Mpmi) e la Grande Distribuzione che hanno avviato una contrattazione di secondo livello. In particolare saranno finanziate, attraverso un bando, le imprese che avvieranno: interventi di welfare aziendale innovativi, per promuovere il benessere sociale della persona e della famiglia anche attraverso l´adozione di piani di flessibilità aziendale, servizi di assistenza per i figli dei dipendenti e di accudimento e assistenza dei famigliari con disabilità o non autosufficienti, iniziative di supporto economico, finanziario, sociale e di benessere dei dipendenti. Inoltre, progetti rivolti al sostegno di lavoratori e famiglie attraverso la promozione di modelli per la previdenza integrativa, azioni per agevolare il rientro dei dipendenti dalla maternità, congedi parentali, lunghi periodi di assenza per malattia, favorendo il mantenimento dell´occupazione, in particolare di quella femminile, dopo la nascita di un figlio e sostenendo la famiglia nei suoi compiti di cura. Il contributo regionale potrà essere concesso fino ad un massimo dell´80% della spesa totale ritenuta ammissibile e varierà da 10 mila a 100 mila euro, a seconda della dimensione dell´azienda. Fondo Nasko: Altri 6 Milioni Per Aiutare Le Future Mamme - La Giunta della Regione Lombardia ha inoltre deciso di rifinanziare con 6 milioni di euro il Fondo Nasko. Avviata nell´ottobre 2010, questa iniziativa, destinata alle donne che rinunciano a una interruzione di gravidanza causata da problemi economici, ha già permesso di aiutare 3.386 mamme (1.630 i bambini già nati). Si tratta di donne che hanno deciso di non abortire scegliendo invece di accettare un piano di aiuto personalizzato, formulato in collaborazione con i Consultori familiari o i Centri di Aiuto alla Vita e di avvalersi di un sussidio regionale. Dei 6 milioni di euro, 1 milione è destinato a finanziare i progetti di aiuti attivati nel 2012; gli altri 5 milioni rappresentano la dotazione di fondi per il 2013, che viene accompagnata anche dall´introduzione di alcuni nuovi requisiti per una più equa ripartizione degli aiuti. Novità Del Provvedimento - Dal 2013, il contributo mensile garantito attraverso il Fondo Nasko sarà destinato per l´acquisto di beni e servizi sia per la madre sia per il bambino con particolare attenzione alla cura dell´alimentazione sia nella fase di gestazione sia nel primo anno di vita del bambino. Per accedervi occorreranno alcuni requisiti: 1) certificazione che attesti l´avvenuto colloquio per richiesta di interruzione volontaria della gravidanza della donna con lo specialista di consultorio pubblico o privato accreditato e a contratto o di Servizio ospedaliero; 2) residenza in Regione Lombardia, da almeno un anno, alla data di presentazione della richiesta; 3) possesso di attestazione Isee integrata da documentazione che consenta la definizione delle condizioni di difficoltà economica della donna e del suo nucleo familiare nell´anno della richiesta; 4) Predisposizione del progetto personalizzato presso un Consultorio familiare pubblico o privato accreditato e a contratto o presso un Cav (Centro di Aiuto alla vita) iscritto all´elenco regionale ubicati nella Asl di residenza della donna. |
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PUGLIA: NUOVO BANDO PER FORMAZIONE OPERATORI SOCIO SANITARI |
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Bari, 14 novembre 2012 - Scade il prossimo 10 dicembre l’avviso regionale per la formazione di 1.000 nuovi Operatori socio sanitari per l’assistenza di base nelle strutture residenziali, diurne e per le prestazioni a domicilio di persone non autosufficienti È stato pubblicato lo scorso 9 novembre l’avviso n. 5/2012 che prevede l’attivazione di percorsi formativi per il conseguimento della qualifica di Operatore Socio Sanitario (O.s.s.) e presentato questa mattina alla stampa dagli assessori al Welfare-lavoro, Elena Gentile e al Diritto allo Studio e Formazione, Alba Sasso. L’operatore Socio Sanitario svolge la sua attività nel settore sociale e in quello sanitario all’interno di strutture socioassistenziali e socio sanitarie, sia di tipo residenziale, sia semiresidenziale, sia a carattere domiciliare. In Puglia, grazie all’incremento dell’offerta dei servizi sociosanitari residenziali, diurni e domiciliari, possibile anche per i finanziamenti del programma operativo Fesr 2007-2013, e all’introduzione di nuovi standard regionali per le strutture, si è registrato un progressivo aumento della domanda di personale qualificato per l’assistenza di base alle persone non autosufficienti. Secondo le stime effettuate dagli uffici regionali, il fabbisogno di figure O.s.s. Equivale a circa 1.000 operatori dell’assistenza di base alla persona. “In Puglia ad esempio i posti in Rssa (Residenza sociosanitaria assistita dedicata alle persone non autosufficienti) – spiega l’assessore al Welfare Elena Gentile sono complessivamente 5.500, mentre le équipe dedicate all’assistenza domiciliare integrata sono 49, per un totale di 10mila persone assistite; anche le équipe per l’integrazione scolastica delle persone disabili sono 49 che seguono mille ragazzi e ragazze disabili, oltre ai 1.800 posti disponibili tra centri diurni socioriabilitativi per disabili e centri diurni per persone affette da demenza. Questo significa – spiega ancora l’assessore Gentile – che sarebbe necessario assicurare oltre 3.300 operatori Oss solo per garantire uno standard minimo per i servizi sociosanitari considerati essenziali”. La profonda innovazione dei servizi avviata negli ultimi anni sta apportando, a livello regionale, una considerevole occupazione nel settore dei servizi sociali e sociosanitari. “Infine occorre vconsiderare – continua la Gentile – la domanda di care giver qualificati (anche come O.s.s.) che si genererà per effetto dei maggiori assegni di cura (fino a 1.000 euro per la Sla, fino a 800 euro per l´Assistenza indiretta personalizzata - per un totale di circa 2.500 pazienti non autosufficienti gravi) e dei progetti di vita indipendente per l´autonomia nella vita quotidiana e per l´inserimento socio-lavorativo, circa 500 progetti che finanzieremo a breve”. "Si tratta di un bando molto atteso in Puglia per il lavoro di cura - dice l´assessore alla Formazione Alba Sasso. Dal 2007 ad oggi sono stati qualificati 3.500 Operatori socio sanitari e oltre 2.000 operatori già occupati". Il bando prevede in totale 8 milioni di euro rivolti agli Enti di formazione accreditati per l’attivazione dei percorsi formativi di qualificazione professionale. Destinatari della formazione sono i lavoratori inoccupati e disoccupati, i lavoratori in cassa integrazione in deroga a zero ore e percettori di mobilità in deroga. “Per ripartire in maniera equa sull’intero territorio regionale le attività formative – spiega ancora l’assessore Gentile – saranno redatte due distinte graduatorie per ciascuna delle sei province, una riferita ai disoccupati e agli inoccupati e l’altra ai lavoratori in cassa integrazione in deroga a zero ore e percettori di mobilità in deroga. Un Oss - conclude la Gentile - adeguatamente formato potrebbe essere utilmente inserito nelle dotazioni organiche degli ospedali e quindi produrre una qualità dell´assistenza più vicina alle aspettative dei cronici e dei lungo degenti, con un risparmio economico rispetto ad esempio all´utilizzo per mansioni più basilari rispetto alle competenze degli infermieri professionali. Senza pensare che le stime del settore parlano di un impiego nei prossimi anni di circa 4milioni di unità". Per la provincia di Bari sono disponibili complessivamente 206 posti esclusivamente per gli inoccupati, per la provincia di Foggia 277, per la provincia di Taranto 232 posti, 156 per Lecce, 73 per Brindisi e 56 per la Bat. Il bando scade alle ore 13 del 10 dicembre 2012. |
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SANITA´ IN ABRUZZO: CHIODI, CONTI A POSTO. POSSIAMO ABBASSARE TASSE TAVOLO DI MONITORAGGIO CERTIFICA RISULTATI POSITIVI |
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L´aquila, 14 novembre 2012 - Per il terzo anno consecutivo il tavolo di monitoraggio certifica l´ottimo stato di salute dei conti abruzzesi in campo sanitario. Ad annunciarlo il presidente della Regione, Gianni Chiodi, che stamane ha preso parte, insieme con l´assessore al Bilancio Caro Masci, al tavolo interministeriale che ha confermato, numeri alla mano, gli effetti positivi di un generale processo di risanamento avviato nel 2009 che partendo dalla sanità, ha portato alla riduzione del debito generale del 25% e alla drastica riduzione dei costi della politica . In campo sanitario, il tavolo di monitoraggio ha certificato per il 2011 un risultato rimodulato di 36 milioni 770 mila euro, mentre l´avanzo dell´esercizio 2011 ammonta a 92 milioni 809 mila euro. "Questa certificazione positiva sullo stato dei conti - sottolinea Chiodi - è il primo importante passo verso quell´operazione di riduzione della leva fiscale regionale in favore di famiglie e imprese. In sostanza, siamo nelle possibilità tecnica di ridurre le tasse a partire già dalla prossima finanziaria regionale in modo da dare respiro, in momento di forte crisi economica, ai cittadini, ai lavoratori e agli imprenditori abruzzesi. Sono felice perché è una giornata importante, che premia il lavoro e la costanza di questo governo regionale. Gli abruzzesi pagheranno meno tasse, in un momento in cui ovunque si aumentano; ma soprattutto sono felice perché il risultato di oggi è la dimostrazione che anche il Paese può farcela e che l´Abruzzo sarà guardato, d´ora in poi, con occhi diversi e gli abruzzesi ne saranno fieri". Il via libera certificato dal tavolo di monitoraggio "necessita - conclude il presidente della Regione - di un passaggio autorizzativo da parte del governo centrale. Noi abbiamo le carte in regole per portare a compimento una piccola rivoluzione". |
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L’OSPEDALE SANTA CHIARA DI TRENTO ACCREDITATO PER LA TERZA VOLTA DA JOINT COMMISSION INTERNATIONAL |
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Trento, 14 novembre 2012 - L´ospedale Santa Chiara di Trento per la terza volta è stato accreditato da Joint Commission International. Un risultato di grande soddisfazione - il primo accreditamento è del 2003 - che premia un lavoro molto serio di tutti gli operatori sanitari e non, che si sono impegnati per superare questa terza prova con l’obiettivo di erogare cure sempre più efficaci e sicure per i pazienti, in una logica di miglioramento continuo della qualità. L’accreditamento Joint Commission International è un processo di accreditamento volontario attraverso il quale tutto il personale dell´ospedale Santa Chiara accetta di mettersi in gioco, uscendo dalla propria autoreferenzialità per farsi valutare da un ente terzo, indipendente e non governativo, che certifica e garantisce che un’organizzazione sanitaria rispetta specifici standard validati internazionalmente. Per tradurre quanto sopra in numeri, aderire al programma di accreditamento Jci vuol dire impegnarsi per dimostrare la conformità a 329 standard con oltre 1.200 elementi misurabili, che toccano tutti gli aspetti che riguardano il paziente (accesso alle cure e continuità assistenziale; diritti dei pazienti e dei familiari; valutazione dei pazienti; cura dei pazienti; procedure anestesiologiche e chirurgiche; gestione dei farmaci; educazione del paziente e dei familiari), l´organizzazione (miglioramento della qualità e sicurezza del paziente; prevenzione e controllo delle infezioni: governo, leadership e direzione; gestione della sicurezza degli ambienti ed edifici; qualificazione e formazione del personale; gestione della comunicazione e delle informazioni) e sei obiettivi internazionali di sicurezza del paziente (identificare correttamente il paziente; migliorare l’efficacia della comunicazione; migliorare la sicurezza dei farmaci ad alto rischio; garantire l’intervento chirurgico in paziente corretto, con procedura corretta, in parte del corpo corretta; ridurre il rischio di infezione associata all’assistenza sanitaria; ridurre il rischio di danno conseguente a caduta accidentale del paziente). I quattro surveyor hanno valutato la conformità agli standard attraverso la revisione delle politiche e procedure ovvero delle regole che si è data la nostra organizzazione, ma anche e soprattutto intervistando gli operatori in tutto l’ospedale e osservando sul campo come vengono applicate le politiche e le procedure utilizzando la cosiddetta «tracer methodology», la metodologia con la quale vengono condotte le visite in situ che consentono agli ispettori Jci di tracciare l´esperienza del paziente all´interno dell’organizzazione. Attraverso i tracer gli ispettori hanno fatto una valutazione accurata della conformità della nostra organizzazione ospedaliera agli standard e di come le politiche e le procedure vengono trasferite nella pratica quotidiana. “E’ per noi questo un momento di grande soddisfazione” commentano il direttore generale dell’Apss Luciano Flor e il direttore dell’ospedale S.chiara Mario Grattarola di fronte a gran parte degli operatori del Santa Chiara “anche se siamo perfettamente consapevoli che sia comunque un punto di partenza per continuare a dimostrare l’efficacia delle azioni intraprese nel sostenere il miglioramento. Il valore aggiunto di questo riconoscimento sta anche nel fatto che Jci ha apprezzato l’impegno ma anche la capacità di evolversi dell’Ospedale di Trento trovandolo adeguato all’evoluzione in un sistema internazionalmente riconosciuto e in continua crescita" "L’ospedale Santa Chiara - conclude Flor - continuerà ad essere monitorato da Jci e sarà un nostro impegno preciso il coinvolgimento continuo dei professionisti da parte della Direzione nella condivisione della strategia che sostenga anche in futuro le azioni di miglioramento”. |
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LA REGIONE SOSTIENE I MALATI DI SLA. PER LE CINQUE ASP UN FINANZIAMENTO DI 3.380.000 EURO. SCOPELLITI: “LA CALABRIA È TRA LE PRIME REGIONI D’ITALIA” |
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Catanzaro, 14 novembre 2012 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’assessore alle politiche sociali Francescantonio Stillitani hanno illustrato, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Campanella, le iniziative a sostegno dei malati di Sla. Alla conferenza stampa ha inoltre partecipato la vice presidente dell’Aisla (associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) Francesca Genovese. Si tratta di un progetto della Regione Calabria finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. In tutto saranno 3.380.000 di euro distribuiti alle 5 asp calabresi. La Giunta aveva istituito lo scorso mese di aprile un tavolo tecnico consultivo, presso il dipartimento 10 (lavoro, politiche della famiglia), composto da un referente del dipartimento salute, uno del dipartimento lavoro ed un rappresentante dell’Aisla per supportare le azioni promosse dalla Regione Calabria in favore dei malati di Sla. “La nostra Regione è stata tra le prime a sostenere concretamente i malati di Sla e le famiglie che quotidianamente sono impegnati in questa difficile battaglia – ha dichiarato il Presidente Scopelliti”. “Questo progetto dura due anni – ha evidenziato l’assessore Stillitani. Il nostro obiettivo è quello di farlo proseguire”. |
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LA SICOB: “DIAMO LA GIUSTA IMPORTANZA ALL’INDICE DI MASSA CORPOREA NON PUO’ ESSERE L’UNICO PARAMETRO PER STIMARE IL RISCHIO DI MALATTIE” |
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Firenze, 14 novembre 2012 – Tutti lo hanno calcolato almeno una volta, basandosi su tabelle pubblicate da libri e giornali, eppure il Bmi (body mass index, in italiano “indice di massa corporea”), non può essere preso come un valore assoluto per certificare la propria forma fisica. Meglio se rientra nella fascia ideale, tra 18.5 e 24.9, calcolato dividendo il peso in chilogrammi di una persona per la sua altezza, in metri, al quadrato. Attenzione se il risultato è tra 24.9 e 30 (indice di sovrappeso), massima allerta se supera i 30: in questo caso si parla di obesità. Si tratta di un’indicazione certamente importante, ma potrebbe non essere il metodo più adatto per stimare il rischio di ammalarsi, in particolare per quanto riguarda alcuni tipi di cancro, correlati alla condizione di chi ha molti chili di troppo. Lo sostiene uno studio dell’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University, pubblicato sulla rivista American Journal of Epidemiology, con cui concordano gli specialisti italiani che si occupano di chirurgia bariatrica, “Purtroppo la correlazione tra obesità grave e tumori – dichiara Marcello Lucchese, Direttore della chirurgia bariatrica e metabolica del Policlinico Careggi di Firenze e Presidente della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche (Sicob) - è ampiamente confermata dalla letteratura internazionale, in particolare per alcuni tipi di tumore. Ma ovviamente l’indice di massa corporea (Bmi) non può essere l´unico parametro da tenere in considerazione per la previsione di un pericolo di cancro, in quanto per molti individui non risulta di per sé attendibile”. Gli scienziati canadesi hanno coinvolto nella ricerca circa 90 mila donne per valutare l’effettiva congruenza fra Bmi e rischio di cancro, in particolare per 19 tipi di tumore. I risultati hanno confermato la validità predittiva del rischio cancro, da parte del Bmi, solo per quello all’endometrio, ai polmoni e al seno per le donne in postmenopausa. “È necessario inquadrare il paziente nella sua storia clinica, familiare e genetica – conclude Lucchese -, prima di esprimere un giudizio su un rischio soggettivo di maggiore esposizione al cancro rispetto al resto della popolazione. Ricordiamo comunque che maggiore è il Bmi e maggiore è il rischio di ammalarsi di alcune malattie tra le quali alcune cardiopatie, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro”. |
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STRISCE DIABETICHE, LIGURIA: SARANNO MONITORATI ANDAMENTO FORNITURA. PRONTI ANCHE A REVOCARLA IN CASO DI ANOMALIE“ |
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Genova, 14 novembre 2012 - "È nostro dovere monitorare il funzionamento del Kit per diabetici fornito dalle Asl e controllare tutte le segnalazioni che provengono dai pazienti e verificarle. Nel caso in cui riscontrassimo alcune anomalie, le segnaleremo al Ministero della Salute e potremmo anche revocare la fornitura alla ditta aggiudicataria". Lo ha detto quest´oggi l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo, rispondendo alla protesta delle Associazioni dei pazienti diabetici che questa mattina si sono recati prima a De Ferrari e successivamente in consiglio regionale per protestare contro la fornitura di presidi per l´autocontrollo del diabete, secondo loro di bassa qualità. "Abbiamo espletato la gara per la fornitura di Kit e strisce diabetiche con le migliori garanzie – ha detto Montaldo - il fatto che il prodotto fornito sia asiatico non vuol dire niente, perché siamo pieni di prodotti provenienti dall’estremo Oriente. La fornitura però deve essere di buona qualità, perché non basta aver fatto un prezzo conveniente". Precedentemente a questa gara la Regione Liguria si era rifornita di presidi per l’autocontrollo del diabete, sulla base di una procedura negoziata, secondo le norme di legge, che aveva determinato un prezzo delle strisce di 0,42 euro ognuna, il secondo miglior prezzo d´Italia. "Successivamente è intervenuta la Corte dei Conti – ha spiegato Montaldo - che ha chiesto a 7 dirigenti della Asl 3 Genovese di rifondere un danno erariale molto elevato, contestando che non si fosse fatta la gara. Nonostante la procedura regolare prevista dalla legge. Di fronte a un pronunciamento così pesante gli uffici hanno quindi ritenuto di procedere con la gara". "La centrale regionale degli acquisti – ha continuato Montaldo - ha quindi proceduto con la gara che è stata fatta con tutte le attenzioni, nella commissione c´erano esponenti medici e diabetologi, che hanno provveduto a scrivere il capitolato, fare le verifiche sui prodotti delle ditte che si sono presentate e testarli anche in laboratorio". "L´aggiudicazione – ha ribadito Montaldo - è avvenuta a seguito della valutazione non solo del prezzo più conveniente, ma anche della qualità e infatti il rapporto tra i due termini è stato di 40 a 60". Su questa gara sono stati fatti dei ricorsi da parte delle aziende fornitrici e delle associazioni dei malati, il Tar si è già espresso relativamente alla richiesta di sospensiva e ha dato parere contrario, dando così ragione alla Regione. Inoltre anche il Consiglio di Stato, a cui si era rivolta un´azienda farmaceutica, ha negato la sospensiva. "Pertanto come Regione abbiamo dovuto procedere – ha aggiunto l´assessore alla salute - perché in caso contrario saremmo stati inadempienti sul piano contrattuale. E abbiamo così iniziato a lavorare con questi prodotti. Si tratta di sei lotti diversi indirizzati a sei macrocategorie di pazienti, all´interno dei quali il diabetologo potrà scegliere il prodotto ritenuto da lui ottimale per il paziente". |
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SBLOCCO TURN OVER: PRIMI FRUTTI LAVORO RIORGANIZZAZIONE SISTEMA SANITÀ IN PUGLIA |
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Bari, 14 novembre 2012 - “La delibera approvata oggi in giunta regionale che consente alle Asl di ricominciare ad assumere personale, è uno dei primi frutti del lavoro svolto in questi anni per riorganizzare il nostro sistema sanitario.” Così l’Assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, ha annunciato le deroghe al blocco del turn over del personale sanitario. La delibera prevede che vengano utilizzati circa 8 milioni di euro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di medici ed infermieri, selezionati in base alle esigenze espresse dalle Direzioni delle Aziende Sanitarie, delle Aziende Ospedaliere e degli Irccs. Degli 8 milioni impegnati, circa la metà è destinata all’Asl Taranto, in virtù della situazione di emergenza sanitaria-ambientale e per garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. “La Asl Taranto – ha proseguito l’Assessore Attolini – potrà assumere personale da destinare all’area della emergenza urgenza (anestesia e rianimazione, pronto soccorso, neurologia Stroke-unit, Cordiologia-utic) nonché al Dipartimento di Prevenzione, per incrementare il lavoro di controllo e verifica della salute pubblica. In questa fase abbiamo avuto la necessità di potenziare la presenza di medici e infermieri nella provincia di Taranto, per garantire tutti i servizi necessari in un territorio che esprime necessità e urgenze superiori alle altre province pugliesi.” “Siamo comunque molto soddisfatti, perché queste prime assunzioni consentono al nostro sistema sanitario di respirare e di iniziare a vedere i primi frutti dell’importante lavoro svolto negli ultimi anni. Credo che il 2013 potrà riservarci positive novità.” |
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NUOVO SOSTEGNO DELL´UE PER SALVARE LA VITA DI MADRI IN LIBERIA |
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Bruxelles, 14 novembre, 2012 - Il Commissario Ue per lo Sviluppo Andris Piebalgs, l’ 8 novembre ha annunciato un nuovo programma di 42.000.000 € nel corso di un incontro con Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia e del Nobel per la Pace 2011, vincitore del Premio. Il nuovo finanziamento Ue contribuirà a dimezzare il tasso di mortalità materna di 375 ogni 100.000 nati vivi dal livello attuale di 770 per 100.000 (uno dei più alti al mondo). Questi fondi saranno utilizzati per i centri sanitari riabilitazione, fornitura di attrezzature mediche, la formazione del personale sanitario e tante altre attività volte a migliorare i servizi sanitari nel paese. Questo finanziamento Ue è parte della Ue € 1000000000 iniziativa Osm a favorire il progresso mondiale sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio entro il 2015. Nel corso della riunione, il Presidente e il Commissario discuterà anche lavoro di sviluppo dell´Unione europea e il dialogo politico con la Liberia e la cooperazione regionale in Africa occidentale più in generale e il progresso verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Il commissario Piebalgs ha dichiarato: "Sono lieto di incontrare il presidente Sirleaf, che ha fatto grandi sforzi per stabilizzare la Liberia e promuovere i diritti delle donne e le cui azioni hanno ispirato la speranza nel paese e al di là che incoraggerà il Presidente a proseguire i suoi sforzi verso la riconciliazione nazionale e. La lotta alla corruzione. Sto saldamente con lei e il suo governo nel suo programma per la costruzione dello Stato e la ricostruzione. Farò anche confirmé a Sirleaf Presidente che sosterremo i suoi sforzi di riforma nel settore forestale e nella lotta contro le esportazioni illegali di legname dalla Liberia . " Ha aggiunto: "Sono anche lieto di annunciare che la Commissione europea adotterà tra breve un nuovo programma che aiuterà il governo a salvare la vita di migliaia di madri che altrimenti muoiono intorno al periodo del parto." Circa quattro donne muoiono ogni giorno per il parto o la gravidanza patologie correlate. Solo il 37% dei parti avviene in strutture sanitarie e solo il 46% delle nascite sono frequentati da persone che hanno ricevuto una formazione. Cooperazione dell´Ue con la Liberia - Nell´ambito del 10 ° Fondo europeo di sviluppo, Liberia riceve € 182.000.000 per il periodo 2008-2013. L´obiettivo principale di questo supporto è sulla riabilitazione delle infrastrutture di base e dei servizi sociali (istruzione, sanità), il sostegno istituzionale per migliorare la governance e la stabilità, e un programma di sostegno al bilancio per contribuire a stabilizzare l´economia. La lotta contro le esportazioni illegali di legname dalla Liberia - Nel 2011, l´Unione europea e la Liberia ha firmato un accordo volontario di partenariato (Vpa) con il (Forest Law Enforcement Governance commerciale) l´iniziativa Flegt. L´obiettivo del Vpa è quello di eliminare le esportazioni illegali di legname dalla Liberia verso l´Unione europea e rafforzare la Liberia a migliorare la governance nel settore forestale. L´ue sostiene l´attuazione del Vpa in Liberia con un programma di € 17 milioni. Tra le altre cose, il programma fornisce supporto alle istituzioni governative chiave come l´Autorità per lo sviluppo forestale di regolamentare e gestire le risorse forestali in modo tale da garantire la produzione legale di legname. Si rafforza anche le organizzazioni della società civile nel loro ruolo di "cane da guardia" nel monitoraggio dell´attuazione Vpa. Il programma è co-finanziato dalla Commissione Europea (€ 10 milioni) e Regno Unito (€ 7 milioni) e realizzato dal Dipartimento del Regno Unito per lo sviluppo internazionale (Dfid). Obiettivi di sviluppo del millennio - Il presidente Johnson Sirleaf è una co-presidente del gruppo di esperti ad alto livello sul post 2015 agenda per lo sviluppo istituito dal Segretario generale dell´Onu Ban Ki-moon, insieme a David Cameron, primo ministro britannico e Susilo Bambang Yudhoyono, presidente dell´Indonesia.commissario Piebalgs è un membro del gruppo. Il gruppo fa parte dell´iniziativa delle Nazioni Unite per far avanzare il programma di sviluppo oltre il 2015 e la sua attività sarà strettamente coordinata con gruppo di lavoro internazionale sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, concordato in occasione della conferenza Rio +20. |
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SPORT, IN LOMBARDIA VISITE GRATIS PER UNDER 18 NEL 2012 E 2013 |
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Milano, 14 novembre 2012 - I fondi destinati da Regione Lombardia al rimborso delle visite medico-sportive riservate agli under 18 lombardi saranno integrati per coprire interamente il 2012 e verranno incrementati di circa 1,5 milioni per il 2013 (arrivando a un totale di 14,5 milioni), considerando la crescita del numero di ragazzi che richiedono l´idoneità sportiva. E´ quanto è stato stabilito nel corso di un incontro organizzato dall´assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia Filippo Grassia, al quale hanno partecipato Maurizio Casasco, della Federazione medico sportiva italiana, e i direttori generali della Sanità Carlo Lucchina e dello Sport e Giovani Gianni Ferrario, per risolvere la criticità segnalata da alcune strutture sull´esaurimento di questi stessi fondi. "In brevissimo tempo - spiega Grassia - siamo stati in grado di individuare le criticità e dare una risposta immediata e autorevole a un problema che rischiava di penalizzare centinaia di famiglie e che ho particolarmente a cuore". "Abbiamo dimostrato - prosegue l´assessore allo Sport e Giovani - come possano essere efficaci queste azioni intrassessoriali e come gli attori sappiano muoversi in modo rapido e concreto. A questo proposito anticipo che ci sono altri progetti che ci hanno trovato in accordo e sui quali abbiamo deciso di concentrarci nell´immediato futuro". "La pratica sportiva - commenta l´assessore alla Sanità Mario Melazzini esprimendo la propria soddisfazione per soluzione trovata - rappresenta senz´altro una delle forme più importanti di prevenzione. Per questo Regione Lombardia da molti anni garantisce la gratuità delle visite medico sportive e continuerà a farlo anche in futuro". "La medicina dello sport è nata a Milano nel 1957 - ha aggiunto il presidente della Fmsi Casasco - e non mi stupisco che la Lombardia, antesignana e sempre molto sensibile su questo tema, abbia dato l´ennesima, positiva, risposta. |
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