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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Novembre 2012
BALKAN FLORENCE EXPRESS ALLA “50 GIORNI” IL PRIMO FESTIVAL ITALIANO DI CINEMA DEI BALCANI. IN PROGRAMMA 20 PELLICOLE CHE ESPLORANO I BALCANI OCCIDENTALI OGGI. DAL 26 AL 29 NOVEMBRE ALL´ODEON FIRENZE  
 
Firenze, 26 novembre 2012 - Il Balkan Florence Express, organizzato da Oxfam Italia in collaborazione con Festival dei Popoli, Fondazione Sistema Toscana e con il contributo dell´Unione Europea, programma Prince, avrà la sua prima edizione all´interno della sesta edizione dei “50 Giorni di Cinema Internazionale a Firenze”. Il Bfe è la rassegna di cinema contemporaneo proveniente dalla penisola balcanica, che porterà a Firenze 20 pellicole, molte delle quali in anteprima italiana, tra fiction e documentari, che esplorano la società dei Balcani occidentali di oggi, un´area geografica che sta compiendo il suo lento ma inarrestabile cammino verso l´Unione Europea. Immagini di ferite ancora aperte dai recenti conflitti bellici e non ancora rimarginate, la contemporaneità inquieta, le città e i villaggi, la conflittualità generazionale, il disagio e le contraddizioni di un dopoguerra carico di fratture irrisolte, la gioventù che quel passato recente vuole superare se non dimenticare, l’irruzione di un “altro” modo di comunicare, che si riflette infine anche nei metodi di ripresa e nelle strutture narrative adottate dai diversi autori. Il Balkan Florence Express sarà il luogo dove conoscere da vicino questi paesi, vicini all´Italia, ma ancora molto lontani, al di là di ogni stereotipo o pregiudizio. Organizzato in collaborazione con i maggiori festival dell’area – il Crnogorska Kinoteka (Montenegro), Sarajevo Film Festival e Association Film Makers of Bosnia Erzegovina (Bosnia Erzegovina) Prifilmfestival (Kosovo), Cinedays (Macedonia), Restart e Croatian National Cinema Archive (Croazia), Tirana Film Festival (Albania), Freezonefestival e Dokukino (Serbia) – la rassegna ospiterà gli autori e i giovani talenti, come Marko Todorovic e Stefan Djordjevic, attori protagonisti di Tilva Ros, film che ha portato al grande pubblico la storia di adolescenti inquieti di una cittadina serba in profonda crisi economica; il dramma, tra amore e carcere, del film Amnistia, del regista albanese Bujar Alimani; le scanzonate avventure di una rock band, nel film macedone Punk is not dead; documentari, come Cinema Komunisto, di Mila Turajlic, che ripercorre la storia della casa di produzione Avala Film e della Filmski Grad, monumentale ‘Città del cinema’ costruita a Belgrado prendendo a modello gli studi italiani di Cinecittà e quelli praghesi di Barrandov. Al Bfe anche video-library, eventi, seminari, un concorso fotografico, matinées per le scuole, un media pool di operatori italiani e balcanici, una mostra fotografica alla Casa della Creatività sull´attore Bekim Fehmiu, e la mostra “Verso Est: piccole storie dai Balcani”, organizzata in collaborazione con la Fondazione Studio Marangoni e la Tethys Gallery, che aprirà al pubblico sabato 24 novembre, alle ore 18.00, ma che sarà visitabile in anteprima dalla stampa a partire dalle 12 di venerdì 23 novembre, presso la Tethys Gallery (in via Maggio 58r). In programma anche un concerto dell’artista Kal all’Auditorium Flog. Il 30 novembre, inoltre, un evento speciale con una proiezione all´Auditorium Stensen (ore 18) del film Dimmi che destino avrò, di P. Marcias, alla presenza del regista e della protagonista Luli Bitri. Programma: Lunedì 26/11 15.30 Perseverance...spirit...breath di M.matovic (Mont. 2011, 59’) v.O.sot.ita/eng In Montenegro le esigenze della società moderna hanno cambiato radicalmente molte relazioni, trasformando le abitudini delle comunità tradizionali. Il documentario mostra tre scuole elementari situate in zone remote, nelle quali tre studenti stanno passando il loro ultimo anno. 16:40 The Albanian di J.naber (Ger/alb 2010, 105’) v.O.sot.ita/eng. Dopo una serie di drammatici eventi Arben decide di partire con la fidanzata per Berlino nel tentativo di sfuggire alla vendetta familiare per motivi di onore. Nonostante il sogno di un nuovo inizio, i due si troveranno a vivere ai margini della società. 18:30 Cinema Komunisto di M.turajlic. (Ser 2010, 100’) v.O.sot.ita - Alla presenza dell’autrice e di Mario Boccia, fotogiornalista. La nascita e lo sviluppo dell’industria cinematografica jugoslava, il cinema amato da Tito e la storia della casa di produzione Avala Film e della monumentale Filmski Grad creata sul modello di Cinecittà. 20:30 Tilva RoŠ di N.ležaic (Ser 2010, 99’). V.o.sot.ita/eng – Alla presenza dei due attori protagonisti Marco “Toda” Todorovic e Stefan Djordjevic. Interviene Mario Boccia, fotogiornalista. Finite le scuole superiori, ultima estate prima di partire per l’università o di iniziare a lavorare, Toda e Stefan trascorrono il tempo girando videoclips “jackass” e in compagnia di un‘amica rientrata dalla Francia. Sullo sfondo della cittadina mineraria di Bor le vacanze scorrono inquiete tra amicizia e rivalità. 22:30 Belvedere di A.imamovic (Bos 2010, 90’) v.O.sot.ita/eng - Interviene Gabriele Rizza (Il Manifesto/il Tirreno). Una famiglia scampata al massacro di Srebrenica vive nel campo profughi Belvedere. Qui un giovane guarda al mondo del Grande Fratello rifiutandosi di restare ancorato al traumatico vissuto dei genitori. Il film gioca sul contrasto tra passato e futuro, vecchie e nuove generazioni, tra le riprese in bianco e nero del campo e i colori sgargianti della “Casa” più famosa della televisione. Martedì 27/11: 16:00 Blue Wall Red Door di A.muja e Y.çitaku (Kos 2009, 33’) v.O.sot.ita/eng. Le vie di Pristina: luogo d´incontro e punto di riferimento per i cittadini pur nell´assenza di una loro precisa denominazione. Il documentario ritrae il caos delle strade della città contraddistinte dal continuo cambiamento di nomi. 16:45 The Seamstress di B.garvanlieva, (Mac 2010, 26’) v.O.sot.ita/eng. La fiorente produzione tessile in Macedonia, tutta al femminile. Dalla piccola città di Stip la regista ritrae la dura realtà provocata dal crollo del comunismo: gli uomini sono senza lavoro e le donne, sarte, sono le uniche a portare avanti la famiglia. 17:30 Little Love God di Ž.Sošic (Mon 2011, 90’) v.O.sot.ita/eng – Interviene Gabriele Rizza (Il Manifesto/il Tirreno) La vita di un medico macedone in Montenegro, viene sconvolta dall´improvvisa scomparsa della moglie che genera un clima di mistero e paura, anche all´interno della famiglia stessa. 19:30 Family Meals di D.budisavljevic (Cro 2012, 49’) v.O.sot.ita/eng - Alla presenza dell’autrice. Interviene Barbara Gruden (Radio Rai). Una famiglia media croata durante una serie di colazioni e pranzi tenta di parlare di cose che realmente stanno loro a cuore, lo stile hippy dei genitori negli anni ‘70, l´omosessualità della figlia, la malattia del fratello, la guerra. Family meals è come una buona cena, speziata con amore, lacrime e un bicchiere di vino. 20:35 Mother Of Asphalt di D.matanic (Cro 2010, 107’) v.O.sot.ita/eng. Interviene Barbara Gruden (Radio Rai) Mara trova il coraggio e la forza di lasciare il marito violento e tenta di ricostruirsi una vita insieme al figlioletto di sei anni. La complessità di questo dramma si rivela nella accurata descrizione della psicologia dei personaggi. 22:40 Punk’s Not Dead di V.blaežvski (Mac 2011, 104’) v.O.sot.ita/eng. Mirsa, ex star punk di Skopje, viaggia lungo la penisola balcanica per rimettere insieme la vecchia band e partecipare ad un importante evento musicale. Brillante commedia noir che affronta tematiche profonde quali le differenze culturali e l´ostilità tra etnie nei paesi balcanici attraverso una incalzante ironia e un’avvincente colonna sonora. Mercoledì 28/11: 16.00 Not A Carwash di G.koçi (Alb 2012, 49’) v.O.sot.ita/eng - Alla presenza dell’autore Al suo primo documentario il regista parla del valore sociale e creativo del cinema in antitesi alle logiche del business. L’unica sala cinematografica di Tirana rischia di divenire uno spazio commerciale; studenti, professori, attivisti e amanti del cinema scendono in piazza per evitarne la chiusura. 17:00 The Blokade di I.bezinovic (Cro 2012, 93’) v.O.sot.ita/eng. La nascita e gli sviluppi della più significativa protesta croata dagli anni ‘70. Nel 2009 gli studenti di Scienze Umanistiche di Zagabria manifestano contro la privatizzazione del sistema educativo nazionale, ben presto seguiti da molte altre facoltà. 19:30 A Letter To Dad di S.keca (Ser 2011, 48’) v.O.sot.ita/eng. Nel tentativo di dare un senso al suicidio del padre, il regista si serve di vecchie foto, video e lettere per ricostruire la storia della propria famiglia. Un´indagine dolorosa che sarà solo il punto di partenza per gettare uno sguardo sulle atrocità della guerra. 20:35 Amnesty di B.alimani (Alb 2011, 83’) v.O.sot.ita/eng - Alla presenza dell’attrice Luli Bitri e di Stefano Marcelli (Rai 3). Elsa e Spetim si incontrano nel carcere dove i rispettivi coniugi sono detenuti. Fra loro nasce un´intensa storia d´amore. La relazione viene messa in crisi quando il governo albanese concede l´amnistia ai reclusi. 22:10 Josef di S.tomi (Cro 2011, 90’) v.O.sot.ita/eng Interviene Carlotta Fonzi, docente di cinema. Dopo la disfatta dell´esercito austroungarico in Galizia un soldato croato ruba la piastrina di un caduto assumendone l´identità. La piastrina, su cui è inciso un nome: Josef, passa di mano in mano lungo il fronte orientale, passando dall’uno all’altro esercito. Il film prende spunto dalle voci sull´incerto passato di Tito, le cui origini rimangono ancora misteriose. Giovedì 29/11 16:00 Years Eaten By Lions di B.kontic (Bos 2010, 59’) v.O.sot.ita/eng. Le storie dei giornalisti che durante la guerra nella ex Yugoslavia utilizzarono i media per fomentare tensioni etniche e violenza. Il film segue gli sviluppi delle vicende giudiziarie con interviste ai protagonisti di questo triste capitolo della storia contemporanea. 17:20 Village Without Women di S. Šarenac (Bos 2010, 83’) v.O.sot.ita/eng. In Serbia, isolato sulla cima di una montagna, sorge il villaggio di Zabrdje abitato da quattro uomini. Uno di essi Zoran, ha 35 anni e si vuole sposare. L´unica soluzione sarebbe trovare una moglie in un villaggio a pochi chilometri in Albania, ma le tensioni tra serbi e albanesi sono ancora un ostacolo. 19:00 Premiazione concorso fotografico. I Balcani in Italia fra identità, separazione e integrazione. Racconti da un’Italia che cambia in collaborazione con Fondazione Studio Marangoni. 20:10 Sevdah di M.andree (Cro/bos 2009, 66’) v.O.sot.ita/eng - Alla presenza della co-autrice e musicologa di Sarajevo Vesna Andree. Interviene Gigi Riva (L’espresso). Il documentario è un viaggio emotivo e personale fatto di immagini, ritmi, e parole attraverso le tradizioni musicali della Bosnia. Sevdah è un sentimento di malinconia e tristezza caratteristico della cultura bosniaca. La regista e il compositore Damir Imamovic riflettono su dolore e memoria. 21:30 Snow di Aida Begic, (Bos)2008, 99’) v.O. Sott. It./ing. - Alla presenza della sceneggiatrice Elma Tataragic. Interviene Gigi Riva (L’espresso). Gli ultimi abitanti di Slavno, sopravvissuti alle devastazioni delle guerre, si ritrovano a dover far fronte al sopraggiungere dell’inverno ma anche all’arrivo di due uomini di affari che vogliono comprare il villaggio. Opera prima della bosniaca Aida Begic, Snijeg, ha vinto il premio nella Semaine de la Critique a Cannes nel 2008. Venerdì 30/11 Evento Speciale (Auditorium Stensen V.le Don Minzoni, 25) 18.00 Dimmi Che Destino Avró di P. Marcias (Ita 2012, 80´) v.O.it.sott.ing - Alla presenza del regista e della protagonista. Girato tra Parigi e Cagliari il film parla del rapporto tra Alina, ragazza di origine rom che ha lavorato per molti anni all´estero, e il commissario Esposito in un incontro/scontro tra due culture. Protagonisti l´attrice albanese Luli Bitri e Salvatore Cantalupo. Il film è stato proiettato al Torino Film Festival. Biglietti (€ 5) disponibili alla cassa del cinema.  
   
   
EDITORIA DIGITALE: L’EDITORIA ITALIANA ED EUROPEA SI RAFFORZA NELL’IDPF RICONFERMATA CRISTINA MUSSINELLI DI AIE E PER LA PRIMA VOLTA ELETTI (ALTRI) DUE RAPPRESENTANTI EUROPEI POLILLO: “E’ LA RISPOSTA PIÙ EVIDENTE A CHI CI ACCUSA DI ESSERE RETROGRADI E DI FARE RESISTENZA ALL’INNOVAZIONE”  
 
Milano, 26 novembre 2012 - L’editoria italiana ed europea sempre più protagonista del dibattito internazionale: Cristina Mussinelli, responsabile del settore editoria digitale dell’Associazione Italiana Editori (Aie) è stata infatti confermata nel board dell’International digital publishing forum (Idpf), la più importante organizzazione internazionale di categoria che si occupa di standard per l´editoria digitale, responsabile tra l’altro dello sviluppo dello standard ePub. L’asse italiano ed europeo si rafforza. Per la prima volta sono stati infatti eletti anche altri due rappresentanti europei: Mark Bide di Editeur (chairman ne è l’italiana Paola Mazzucchi, sempre di Aie) e Pierre Danet di Hachette Livre. Quattordici in queste elezioni i candidati per i sette seggi del board Idpf, e rinnovato anche il mandato, biennale, a George Kerscher del Daisy Consortium nel ruolo di presidente. Tutti i candidati sono affiliati con organizzazioni (circa 400 le aderenti) associate ad Idpf da Asia, Europa, Nord America, ed includono editori, fornitori di servizi e produttori di sistemi di lettura. “Queste elezioni sono la risposta più evidente a chi accusa l’editoria italiana di essere retrograda e di fare resistenza all’innovazione – ha dichiarato il presidente di Aie Marco Polillo -. Siamo orgogliosi di come l’estero riconosca il nostro valore. L’augurio è che anche le Istituzioni italiane possano cogliere completamente le opportunità che il nostro mondo sta offrendo loro”. Tutte le info sui candidati su www.Idpf.org    
   
   
DAL 13 AL 16 DICEMBRE A MACOMER (NU) TORNA NUES, IL FESTIVAL DEI FUMETTI E CARTONI DEL MEDITERRANEO. NELLA QUARTA EDIZIONE FOCUS SUL FUMETTO NEL MAGHREB, CON OSPITI INTERNAZIONALI, MOSTRE, PRESENTAZIONI, TAVOLE ROTONDE.  
 
Macomer (Nu), 26 novembre 2012 - Torna Nues, il festival internazionale dedicato ai fumetti e ai cartoni dell´area mediterranea, ideato e diretto da Bepi Vigna (uno dei "papà" di Nathan Never, il fortunato eroe della editrice Bonelli). Dopo un´edizione a Nuoro (nel 2008) e due a Cagliari (nel 2009 e 2010), l´iniziativa organizzata dal Centro Internazionale del Fumetto, nel frattempo diventata biennale, per la sua quarta edizione pianta le tende dal 13 al 16 dicembre a Macomer (Nu). E´ ancora una volta un ricco programma dedicato alle "nuvole" d´autore quello messo in campo dal festival che punta stavolta la sua lente d´ingrandimento sull´Africa del Nord e sui suoi cartoonist, dopo aver esplorato, nelle precedenti edizioni, le culture di Grecia, Iugoslavia e del Medio Oriente attraverso le opere di disegnatori e illustratori. I locali delle ex caserme Mura si accingono a trasformarsi, per quattro dense giornate, in una "cittadella del fumetto" (aperta al pubblico dalle 9 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 20.45): nel padiglione Filigosa si susseguiranno presentazioni, incontri con gli autori, tavole rotonde, mentre il padiglione Tamuli sarà la casa delle mostre, ben sette, e dei laboratori. A disposizione dei visitatori anche uno spazio di lettura per i ragazzi, un bookshop (curato dalla Libreria Emmepi di Macomer) e uno spazio d´incontro tra autori affermati ed emergenti (o addirittura ancora sconosciuti) per il quale è stato coniato il nome di "Nuews". Arricchisce il programma, naturalmente, anche la presenza di una serie di protagonisti di quella che è stata denominata la "nona arte". A partire dagli ospiti internazionali: il fumettista e illustratore per l´infanzia Yassine Ellil, autore di "Goodbye Ben Alì", il primo albo satirico uscito in Tunisia dopo la caduta del regime, la disegnatrice Gihèn Ben Mahmoud e Abou-seoud Messadi, presidente del Salon de la Bande Dessinée de Tazarka, longevo festival di fumetti che ha celebrato la sua sedicesima edizione lo scorso agosto. Saranno loro ad animare la corposa serie di appuntamenti dedicati alla complessa e vivacissima realtà tunisina, la stessa che nel dicembre del 2010 ha innescato la stagione rivoluzionaria della "primavera araba" in tutto il Maghreb. Ma gli autori provenienti dal paese nordafricano, non saranno soli. Anzi, una lunga serie di colleghi d´arte, protagonisti a vario titolo del movimento del fumetto italiano, arricchisce il programma di questa edizione del festival. Un cartellone tutto da sfogliare, che schiera ospiti come l´illustratore e fumettista cagliaritano Andrea Serra, nominato "Best Artist" ai British Fantasy Awards 2012, Otto Gabos (al secolo Mario Rivelli, anche lui cagliaritano di nascita), esponente di spicco del fumettismo italiano, il semiologo Franciscu Sedda, Massimo Fabbri e Massimo Simbula, soci della piattaforma indie di editoria digitale dedicata al fumetto "Manicomix", lo scrittore e docente di storia Gianni Marilotti, l´editore Dario Maiore. Proprio a due degli autori presenti a Nues, Andrea Serra e Yassine Ellil, verrà consegnato, all´interno del festival, il premio Ennio Zedda 2012, riconoscimento intitolato a uno dei grandi illustratori sardi del Novecento (Zedda nacque proprio a Macomer nel 1910). Il premio, alla seconda edizione, è organizzato dall´amministrazione comunale di Macomer, in collaborazione con il Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari. Tra le iniziative più significative di questa edizione, Nues tributa un omaggio (con un incontro e una mostra) a Edina Altara, straordinaria figura di artista e illustratrice che dalla sua Sassari, nella prima metà del secolo scorso, seppe affermare la sua opera in tempi tutt´altro che facili per la creatività femminile. Da segnalare ancora nel cartellone "Santi a fumetti", un incontro tra tre disegnatori sardi, Roberto Lai, Sandro Dessì e Tullio Meloni, che hanno realizzato altrettante graphic novel dedicate a figure di mistici, rispettivamente Sant´antioco, San Paolo e Fra´ Nicola da Gesturi. Altra novità di questa edizione, Nues parlerà da Macomer al mondo intero: tutti gli incontri e le tavole rotonde del festival - a partire dalla cerimonia inaugurale di giovedì 13 alle 17 – potranno essere seguiti on line attraverso una diretta streaming visibile sul sito e sulla pagina facebook del festival. Accompagna la rassegna un numero speciale dei "Quaderni di Nues" dedicato al fumetto nel Maghreb, scritto da Bepi Vigna e pubblicato da Taphros. Tutti gli appuntamenti del festival sono ad ingresso libero e gratuito. La quarta edizione di Nues nasce in collaborazione con l´Unla (Centro servizi culturali) di Macomer e l´associazione Verbavoglio, e con il contributo dell´assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Sport e Spettacolo della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Macomer. Www.centrointernazionalefumetto.com    
   
   
IL PESO DELLE IMPRESE CULTURALI E CREATIVE NELLO SCENARIO DI EUROPA 2020  
 
Ancona, 26 novembre 2012 - Un momento concreto di confronto tra operatori, tecnici e istituzioni sulle imprese culturali e creative, una realtà di grande interesse a livello regionale. Questo è stato il seminario del 22 novembre, promosso dalla Regione Marche, Osservatorio regionale per la cultura, Svim Sviluppo Marche e da Federculture. “Un’iniziativa importante – ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Pietro Marcolini - non solo per cercare di valorizzare l’intreccio tra impresa culturale creativa e impresa in senso lato ma anche per cogliere le opportunità europee nella fase ascendente della programmazione 2014-2020”. Occorre distinguere tra imprese culturali in senso stretto, quelle ad esempio dello spettacolo dal vivo, e imprese culturali e creative che invece hanno un’estensione più larga, le quali secondo gli studi di Symbola e Federculture rappresentano circa il 5% del prodotto interno lordo, con picchi nelle Marche ancora superiori pari a circa il 6% del Pil. “C’è una battaglia – ha continuato Marcolini - da fare in Europa per allargare le risorse indirizzabili alla cultura e alle imprese culturali creative ma bisogna anche attrezzarsi per cogliere queste opportunità. Nelle Marche esistono le condizioni per questo e la presenza oggi di professionisti, di tecnici, di Comuni e privati attrezzati per presentare una progettazione esecutiva mi pare confortante”. “C’è proprio un dibattito in questi giorni – ha affermato il vicepresidente e assessore regionale alle Politiche comunitarie, Paolo Petrini - su quello che sarà il budget comunitario. Siamo in attesa di conoscere questo dato essenziale e anche dell’approvazione dei regolamenti che ci consentiranno di disegnare le nostre strategie, ma al di là del budget e della specificità dei singoli regolamenti, le politiche europee e le risorse contenute all’interno delle politiche europee sono le uniche che ci consentono di fare attività di sviluppo, di incentivare lo sviluppo economico sul nostro territorio, di incentivare le nuove attività, di innovare quelle già presenti o di permettere ai giovani di aprire nuove imprese. Possiamo farlo solo con queste politiche che cerchiamo di concentrare su obiettivi specifici sempre più selezionati, laddove le potenzialità di successo sono maggiori e tra queste oggi individuiamo anche la nostra industria creativa e culturale. Una matrice, cioè la cultura, che deve consentirci di portare innovazione anche in quello che è il nostro settore manifatturiero ma che deve allo stesso tempo permetterci di offrire una nuova economia e quindi anche una nuova opportunità ai più giovani che oggi soffrono della difficoltà di trovare un posto di lavoro”. “Quando parliamo di impresa culturale e creativa – ha spiegato Pierluigi Sacco, presidente dell’Osservatorio regionale delle Marche per la Cultura - da un lato stiamo parlando di uno dei settori più grandi dell’economia nazionale e questo dato di fatto si riflette sulla situazione delle Marche. Il punto però è un altro; al di là di quelli che sono gli effetti economici diretti, è molto interessante capire quali sono gli effetti economici indiretti sull’innovazione, sulla competitività, sulla qualità della vita: in una regione come le Marche, vocata all’export, alla competizione internazionale, questo settore diventa allora assolutamente strategico”. “Il rapporto tra cultura e qualità della vita – conclude Sacco – è uno degli effetti economici indiretti. Sappiano che le persone che accedono più frequentemente alla cultura si ospedalizzano di meno. Pensiamo a cosa voglia dire questo in una regione che invecchia, in un Paese che invecchia, e capiamo anche come lo stesso problema della sostenibilità della cultura possa andarsi ad incrociare in maniera imprevista e assolutamente positiva, per una volta, al problema del contenimento dei costi del welfare. Quindi noi possiamo pensare alle politiche culturali come a una politica di welfare legata all’invecchiamento attivo, alla qualità della vita che può permettere sostanziali semplificazioni e risparmi dal lato del welfare che rendano sostenibili anche le attività culturali stesse”.  
   
   
BENI CULTURALI: CHIODI, RETE PUBBLICO-PRIVATO PER RECUPERO FIRMATA INTESA CON MINISTRO E FONDAZIONI BANCARIE  
 
Roma, 26 novembre 2012 - Via libera al protocollo d´intesa tra il Mibac, la Regione Abruzzo e le quattro Fondazioni di origine bancaria abruzzesi (Tercas, Carispaq, Carichieti e Pascarabruzzo) per il coordinamento degli interventi di conservazione, restauro e valorizzazione del patrimonio culturale regionale. L´intesa è stata firmata dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, dal direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell´Abruzzo, Fabrizio Magani, e dai presidenti delle quattro Fondazioni, Roberto Marotta, (Carispaq), Nicola Mattoscio (Pescarabruzzo), Francesco Sanvitale (Carichieti) e Mario Nuzzo (Tercas). L´accordo mira al miglioramento della conservazione dei beni culturali, la predisposizione di percorsi di visita ed itinerari che ne garantiscano le migliori condizioni di fruibilità, la realizzazione di strumenti innovativi di conoscenza e di educazione al patrimonio culturale. Nel quadro di questo accordo Ministero e Regione si impegnano a garantire la necessaria semplificazione e tempestività delle attività individuate, in stretta sinergia con le Fondazioni. Di "passo importante nella difficile azione di recupero dei Beni culturali regionali", ha parlato il presidente della Regione Gianni Chiodi. "Con questo protocollo ? ha aggiunto ? organizziamo un sistema formato da coloro che hanno un ruolo importante nella valorizzazione dei beni culturali. E soprattutto consolidiamo sul territorio un modello che stiamo adottando in tutti i settori: la costruzione di reti di collaborazione e sinergia in grado di non disperdere risorse e di cristallizzare le competenze. Si tratta ? ha concluso Chiodi ? di un´operazione di medio e lungo termine che potrebbe generare un modello virtuoso in un momento di oggettiva difficoltà delle finanze pubbliche". Il direttore regionale Fabrizio Magani ha inoltre annunciato l´apertura di un tavolo permanente sulla futura programmazione. "E´ questo un metodo innovativo che per quanto riguarda la pubblica amministrazione - ha detto Magani - consiste anche nel condividere la progettualità e le idee che guidano il lavoro di programmazioni di strutture come le fondazioni bancarie". Di "importanti risvolti turistici", ha parlato l´assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio. "Il turismo culturale può recitare un ruolo importante in Abruzzo e l´avvio della collaborazione con le Fondazioni non potrà che agevolare la fruizione in chiave turistica del patrimonio dei beni culturali abruzzese". I rappresentanti delle Fondazioni bancarie hanno poi illustrato alcuni interventi programmati: per Teramo il recupero del Teatro romano (10 milioni di euro), per l´Aquila le Mura storiche della città (10 mln) e la chiesa di San Silvestro (7 mln). Per la provincia di Chieti sono stati annunciati due interventi: il recupero della chiesa barocca di San Francesco a Chieti e la Torre medievale di Celenza sul Trigno.  
   
   
CULTURA IN LOMBARDIA: MISURE REALI A FAVORE DEGLI OPERATORI  
 
Milano, 26 novembre 2012 - "Una fiscalità che avvantaggi chi interviene a favore del recupero e della valorizzazione del patrimonio culturale, insieme a un concreto riconoscimento delle professioni della cultura, dell´Agenda digitale e del patrimonio culturale". Sono alcune delle priorità sottolineate dall´assessore al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia Giovanni Bozzetti, intervenuto agli ´Stati generali dei professionisti del patrimonio culturale. Archivi, biblioteche, musei: agenda per un futuro sostenibile´, all´Auditorium di Palazzo Lombardia. Il progetto degli Stati generali è stato elaborato dalle tre associazioni professionali di riferimento: Aib - Associazione italiana biblioteche, Anai - Associazione nazionale archivistica italiana e Icom - International council of museum Italia, che recentemente hanno costituito Mab, il coordinamento nazionale Musei archivi biblioteche. Razionalizzare E Rilanciare I Sistemi Culturali - L´obiettivo dell´iniziativa è quello di individuare delle prospettive condivise di razionalizzazione e rilancio dei sistemi culturali a livello locale e nazionale, per affrontare le criticità in cui versa la gestione del patrimonio culturale. Gli Stati generali, che vogliono diventare un appuntamento a cadenza biennale, rinsaldano il fronte dei professionisti della cultura, presentandoli alle istituzioni come un soggetto unitario in grado di offrire proposte concrete e propositive per guardare oltre la crisi che ha colpito il settore. La Cultura È Sviluppo - "Che la cultura è sviluppo - ha concluso l´assessore Bozzetti - non deve diventare uno slogan per tutte le occasioni, né svuotarsi di significato di fronte a un Paese che fatica a crescere e a trovare la via di uscita da una crisi economica di portata molto ampia. Deve, invece, diventare nei fatti un´acquisizione consapevole e un punto di partenza per ogni azione che coinvolga il nostro comune patrimonio". Gli Stati generali si sono conclusi con la tavola rotonda ´Agenda per un futuro sostenibile: le proposte dei professionisti delle istituzioni´ con gli interventi, tra gli altri, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paola Peluffo e della presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Manuela Ghizzoni.  
   
   
TRENTO: ECCO COME VIENE RIDISEGNATA LA RETE DEI MUSEI"  
 
Trento, 26 novembre 2012 - "Nessun gigantismo e nessuna enfasi retorica. Più semplicemente il logico proseguimento di un lavoro di elaborazione e confronto, ed opportuna ridefinizione, attorno ai diversi spazi museali del Trentino e della città di Trento, in particolare. Si tratta peraltro di proposte ed idee che stanno emergendo e che necessitano del confronto con il Comune e le istituzioni culturali interessate: ed è con questo spirito che ne stiamo discutendo. Rete dei musei ed ottica integrata non possono essere infatti solo vuote parole, debbono essere riempite di contenuti, perché la cultura, anche in un momento certamente non facile, deve essere centrale nella vita delle nostre comunità. Il tutto in vista di novità importanti: dall´apertura del Muse al nuovo assetto di collegamenti che di fatto unirà in un unico suggestivo percorso pedonale il centro della città con la zona delle Albere e il Castello del Buonconsiglio". La puntualizzazione è di Franco Panizza, assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia autonoma di Trento, rispetto a quanto pubblicato oggi dagli organi di informazione locali. "Da tempo - dice Panizza - i direttori dei diversi musei e la struttura della Provincia sono impegnati nel confronto che ovviamente coinvolge anche la città e le diverse realtà culturali. E´ in questo ambito che si lavora attorno ad un progetto che permetta al magnifico Palazzo delle Albere di tornare ad essere la porta culturale della città. A partire dal ripristino dello storico percorso pedonale che porterà i visitatori al Palazzo direttamente dal cuore della città, attraverso un itinerario che partirà dai Tre Portoni in via S. Croce. Quello che si vuole è che le Albere - inserite a questo punto nel contesto di qualità e di vivibilità assicurato dal nuovo quartiere di Renzo Piano e dal Museo delle scienze in particolare - ridiventino un luogo vivo, pulsante, frequentato. Spazio anche per giovani, per presentazioni ed iniziative, collocato com´è tra la città e il fiume. Per valorizzarlo si pensa prima di tutto ad un intervento che restituisca al piacere dei visitatori gli splendidi affreschi, liberando nel contempo le grandi vedute delle sue sale. E´ in questo contesto che si pensa, al suo interno, di collocare un "percorso dell´autonomia" che tutto vuole essere, tranne che un museo ingessato e pomposo. Il modello è quello di uno spazio colorato, multimediale dove la storia dei nostri territori possa essere raccontata - ai trentini ma soprattutto ai visitatori - in un modo bello ed efficace, oltre che poco costoso. In modo da far conoscere sempre più e sempre meglio la storia, le vicende e i personaggi della nostra autonomia". "E´ altrettanto chiaro - prosegue Panizza - che nessuno ha la benché minima intenzione di far venir meno la valorizzazione delle collezioni affidate alle Albere, tanto dal Comune che dagli artisti. Ma così come parte delle opere d´arte delle Albere potrà essere collocata... Alle Albere - certo in modo che gli spazi di incontro e di "balcone" sulla città e sul fiume non vengano penalizzati - perché non pensare anche al Castello del Buonconsiglio che, con l´apertura del sottopasso tra le Albere e la città, diventerà un tutt´uno con i diversi luoghi della cultura a Trento? Parte delle collezioni potrà poi essere collocata al Mart, parte negli altri centri espositivi del territorio. Non certo in una ottica di "arte itinerante" quanto invece - come è già peraltro avvenuto a Cavalese, a Sanzeno, a Cles, nel Basso Sarca, a Folgaria, in Val di Sole - con allestimenti che scelgono scenari diversi e luoghi diversi in una logica di avvicinamento tra arte e territorio, tra centro e periferia. Vorrei ricordare comunque che tutte queste iniziative si realizzano con il coordinamento e la regìa del Mart. Non una logica di diminuzione, quindi, semmai di maggiore collaborazione, nel segno di quella rete dei musei e dell´arte che è sempre più decisiva per un futuro sostenibile della proposta culturale in Trentino. E mi permetto una ulteriore sottolineatura: proprio nel momento in cui le Albere sono chiuse, una collezione che abbiamo fortemente voluto, la seconda donazione Vallorz, ha conosciuto visibilità dentro e fuori i confini provinciali. Mi piace infatti pensare che la "vita" di un´opera d´arte possa significativamente allungarsi, ed estendersi, al di là di uno spazio fisso ed immutabile. Dove è concreto il rischio che dopo una visita cessi del tutto l´interesse". "E in questo ragionamento - conclude Panizza - va infine considerato lo spazio delle Gallerie di Piedicastello. Che vogliamo continui ad essere, con la sua doppia proposta Bianca e Nera, così significativamente giocata tra passato e presente, un luogo delle emozioni e delle suggestioni. E´ stato così per le mostre sulla guerra del Don e con le proposte dedicate al ciclismo ed ora allo sci, sarà certamente così per le iniziative legate al centenario della Grande Guerra. Perché è altrettanto ovvio che le caratteristiche per così dire "fisiche" delle Gallerie non permettono certo di pensare ad allestimenti permanenti o alla collocazione di opere d´arte. Questo il senso del cammino che stiamo facendo, che non può essere ridotto, o banalizzato, alla sola notizia del museo dell´autonomia - che tale non vuole essere e non sarà - dentro il Palazzo delle Albere".  
   
   
CULTURA: FESTIVAL DEI 2 MONDI NELLA LEGGE PER I FESTIVALS  
 
Perugia, 26 novembre 2012 – “È una scelta che premia la qualità universalmente riconosciuta di un festival, che ha saputo rinnovarsi nel segno delle sue grandi tradizioni, e che rappresenta al meglio la vivacità e la forza d’invenzione della cultura umbra”. Lo ha dichiarato l’assessore alla Cultura della Regione Umbria, esprimendo soddisfazione per l’approvazione definitiva, avvenuta il 22 novembre alla Camera in sede di Commissione Cultura, riunita in sede legislativa, della legge sul finanziamento ai festivals musicali e operistici di prestigio internazionale, che prevede (insieme al “Rossini Opera Festival” di Pesaro, a “Ravenna Manifestazioni” e al “Festival Pucciniano” di Torre del Lago) un sostegno anche al “Festival dei 2 Mondi” di Spoleto. La legge, promossa dal Ministero per i Beni Culturali, stabilisce un contributo straordinario di quattro milioni di euro all’anno, uno per ciascuno dei festivals ricompresi nel provvedimento. “Alle Commissioni Cultura di Camera e Senato e al ministro Ornaghi – ha aggiunto Bracco – va il sentito ringraziamento della Regione Umbria, degli appassionati del Festival e di tutti coloro che nella nostra regione hanno a cuore le sorti della cultura”.  
   
   
«LA LOCANDIERA», QUANDO LA SEDUZIONE SALE SUL PALCO  
 
Busto Arsizio (Varese), 26 novembre 2012 - Una donna economicamente indipendente e divertita dal gioco della seduzione: ecco il ritratto di Mirandolina, uno dei caratteri femminili di maggior successo sulla scena drammaturgica italiana, protagonista del secondo appuntamento della stagione 2012/2013 del teatro Sociale di Busto Arsizio. Dopo la rappresentazione del dramma «Il cerchio di gesso del Caucaso» di Bertolt Brecht, la sala di piazza Plebiscito ospiterà, infatti, la commedia «La locandiera» di Carlo Goldoni, per la regia di Delia Cajelli e con gli attori del teatro Sociale. Lo spettacolo, prodotto dall’associazione culturale «Educarte», sarà in agenda per la serata di giovedì 29 novembre, alle ore 21, nell’ambito della stagione cittadina «Ba Teatro». È prevista anche una rappresentazione per le scuole secondarie di primo e di secondo grado della città di Busto Arsizio e dei paesi limitrofi nella mattinata di giovedì 28 novembre, alle ore 10.15, in apertura della rassegna «Il teatro dei ragazzi e per i ragazzi». Sul palco saliranno Ambra Greta Cajelli, Gerry Franceschini, Silvano Melia, Mario Piciollo, Anita Romano ed Elisa Vai, insieme con Michele Pollastro ed Emanuele Caruso, due allievi del progetto di «Officina della creatività» di «Educarte», iscritti ai corsi «Accademia del musical» e «Chi è di scena? Il pubblico». «La locandiera» -pubblicata per la prima volta nel 1753 per i tipi dell’editore Paperini di Firenze, all’interno del secondo tomo delle opere goldoniane (insieme con «Il tutore», «L’adulatore», «Il Molière» e «Il cavaliere e la dama»)- fu scritta da Carlo Goldoni, tra l’ottobre e il novembre 1752, per l’attrice Maddalena Raffi Marliani, nome d´arte Corallina, la «servetta» della compagnia di Gerolamo Medebach. La prima rappresentazione si tenne il giorno di Santo Stefano del 1752, al teatro Sant’angelo di Venezia (lo ricorda lo stesso autore nei suoi «Mémoires»). Lo spettacolo venne, poi, replicato più volte, e con successo, in occasione dei festeggiamenti per il carnevale dell’anno successivo. «La locandiera», che lo stesso Carlo Goldoni Definita dallo stesso autore, nella prefazione, «la più morale, la più utile e la più istruttiva» di tutta la sua produzione, quest’opera dà vita a un nuovo modello di teatro: la commedia di carattere, un genere che soppianta gli schemi, ormai obsoleti e stereotipati, della Commedia dell’arte. Sotto i riflettori sale, infatti, una figura ben delineata nei suoi tratti: la protagonista di quest’opera, oggetto in Italia di eccellenti edizioni firmate da importanti registi quali, per esempio, Luchino Visconti e Giorgio Strehler, è saggia e spiritosa, garbata e perspicace, civetta e accorta. Rappresenta -per usare le parole di Nicola Mangini- è «la più mirabile espressione della femminilità trionfante e certo uno dei personaggi più vivi che sia mai apparso alla ribalta». La trama è costruita con grande abilità, sia nella caratterizzazione dei personaggi e nell’illustrazione dell’ambiente che nel ritmo dei dialoghi e nel taglio delle scene. Mirandolina (Ambra Greta Cajelli), avvenente e vivace padrona di una locanda a Firenze, è oggetto di galanti attenzioni da parte di due suoi clienti: il ricco conte di Albafiorita (Mario Piciollo), che spera di veder ricambiati i doni di cui la ricopre, e lo spiantato marchese di Forlipopoli (Gerry Franceschini), che ne pretende l’affetto come dovuto alla sua nobiltà. Il cavaliere di Ripafratta (Silvano Melia) fa, invece, professione di misoginia. Per questo motivo la locandiera, ferita nell’orgoglio e decisa a vedersi «servita, vagheggiata, adorata» anche da chi pone resistenze al fascino femminile, decide di farlo innamorare, usando tutta l’arte della seduzione per «vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura». Ad assecondare il suo piano contribuisce l’arrivo alla locanda di Ortensia (Anita Romano) e Dejanira (Elisa Vai), due attrici in bolletta, che, abituate a ricoprire parti di donne nobili, si spacciano per aristocratiche. Mirandolina capisce subito la finzione, ma l’asseconda, facendo in modo che il conte e il marchese si dedichino alle nuove arrivate, per concentrare tutte le sue energie sul burbero cavaliere, che, dopo lacrime e un finto svenimento, cade nella trappola e confessa alla donna di amarla. La locandiera svelerà, infine, il suo gioco di seduzione e ai tre uomini spiegherà di preferire un matrimonio sicuro con il valido Fabrizio (Michele Pollastro), uomo del suo ceto, che può aiutarla nella conduzione degli affari. «Mi piace l´arrosto, e del fumo non so che farne», dichiarerà, a motivazione della sua scelta, la saggia Mirandolina, incarnazione dell´eterno femminino, ma anche personificazione della donna d’affari pratica e calcolatrice, sorta di femminista ante litteram. «Per la regia de «La locandiera» –ha raccontato Delia Cajelli, in conferenza stampa- mi rifaccio a un’operazione interessante degli anni Cinquanta: la regia di Luchino Visconti. Qui, per la prima volta, Mirandolina viene vista non come una ‘damina’ svenevole del Settecento, ma come l’ultima serva della Commedia dell’arte, una sorta di evoluzione del personaggio di Corallina».