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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 29 Novembre 2012 |
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SCIENZIATI MANIPOLANO I GENI DELLE PIANTE PER PRODURRE BIOCARBURANTI |
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Gli europei sono interessati a trovare nuovi modi per fornire energia per il futuro. Pensando a questo, dei ricercatori stanno valutando dei modi per generare biocarburanti da biomassa vegetale a basso costo. Il problema, tuttavia, è che alcune piante contengono lignina ed emicellulosa, che non si trasformano facilmente in biocarburanti. Ricercatori provenienti da Danimarca, Thailandia e Stati Uniti potrebbero aver trovato una soluzione a questo problema. Essi hanno usato delle tecniche di manipolazione genetica per costruire piante che possono essere scomposte in biocarburanti. Lo studio è stato recentemente presentato nella rivista Biotechnology for Biofuels. Gli esperti hanno individuato come le piante ricche di lignina ed emicellulosa, biomassa lignocellulosica, contengono alti livelli di zuccheri pentosi che non possono essere fatti fermentare per diventare carburanti facilmente in confronto a piante che contengono zuccheri esosi. Guidati dal Lawrence Berkeley National Laboratory negli Stati Uniti, i ricercatori in questo studio hanno deciso di costruire piante con minori quantità di xilani, il principale polisaccaride non cellulosico, presenti nelle pareti secondarie delle cellule in modo da contribuire alla produzione di biocarburante. Il team ha usato tre ceppi mutanti di Arabidopsis carenti in xilani, xilema irregolare (irx) mutanti irx7, irx8 e irx9, per creare piante che contengono pochi xilani e migliorare le proprietà che rendono la scomposizione dei carboidrati in zuccheri semplici (saccarificazione) più semplice. Secondo i ricercatori, gli irx mutanti solitamente mostrano gravi fenotipi nani innescati dal collasso del vaso dello xilema e dal conseguente ridotto trasporto di acqua e sostanze nutrienti. Essi ritengono che ristabilendo la biosintesi degli xilani della pianta si potrebbero compensare le mutazioni. Essi hanno manipolato le regioni promotrici dei geni del fattore trascrizionale specifico dei vasi Vnd6 e Vnd7 allo scopo di ripristinare la biosintesi degli xilani nello xilema di irx7, 8 e 9. Il team ha osservato che i fenotipi risultanti ristabilivano totalmente gli schemi di crescita di tipo selvatico in alcuni casi, rendendo più forti le piante mediante il ripristino delle proprietà meccaniche. Essi sono inoltre riusciti a mantenere un contenuto totale di xilani basso e ad aumentare le proprietà di saccarificazione. Qual è stato il risultato? Una migliore scomposizione in biocarburanti. I livelli di xilosio in alcune piante è sceso fino al 23 %, mentre i livelli di lignina in altre è calato del 18 %. I ricercatori sono riusciti a ripristinare la normale funzione dello xilema nelle piante. Essi hanno identificato un balzo del 42 % nella rendita della saccarificazione delle piante dopo il pretrattamento. "Questi risultati mostrano che è possibile ottenere piante che hanno ridotte quantità di xilani nelle loro pareti e che allo stesso tempo conservano l´integrità strutturale dei vasi dello xilema," ha detto il coautore Henrik V. Scheller della Physical Biosciences Division, Lawrence Berkeley National Laboratory, oltre che del Joint Bioenergy Institute e della University of California, Berkeley. "Il sistema di ingegneria dello xilema che presentiamo qui rappresenta un passo importante verso colture personalizzate per la bioenergia che possono essere facilmente trasformate in biocarburanti. Questo approccio nella Arabidopsis ha il potenziale per essere trasferito in altre specie di colture per biocarburanti nel prossimo futuro, in particolare nelle specie del pioppo." I ricercatori ritengono che le loro scoperte potranno aiutare a guidare lo sviluppo di un´energia alternativa in grado di ridurre in modo significativo l´uso dei carburanti fossili. Per maggiori informazioni, visitare: Lawrence Berkeley National Laboratory: http://www.Lbl.gov/ Biotechnology for Biofuels: http://www.Biotechnologyforbiofuels.com/ |
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DISTRETTI PRODUTTIVI, ARRIVA RICONOSCIMENTO PER PUGLIA CREATIVA, PESCA E TURISMO
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Riconoscimento definitivo per i distretti produttivi del Turismo, della Puglia Creativa, della Pesca e Acquicoltura. L’ha deliberato la giunta regionale dopo la valutazione positiva del nucleo tecnico sul programma di sviluppo. I tre distretti che riuniscono 652 imprese in tutto, più sindacati, associazioni ed enti, si aggiungono agli altri 15 distretti già definitivi, portando ad oltre 4.500 le imprese complessivamente coinvolte. A darne notizia è la vicepresidente della Regione Puglia e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone: “Con il riconoscimento definitivo deliberato oggi – ha detto - accompagniamo le imprese aggregate nei distretti insieme con sindacati, associazioni ed enti, in uno sviluppo che ha come filo conduttore l’innovazione, la formazione e l’internazionalizzazione. Il pregio della rete creata dal distretto è proprio quella di introdurre questi tre elementi anche nelle imprese piccole e piccolissime. Oggi le nostre aziende hanno capito quanto siano importanti innovazione, formazione e internazionalizzazione per crescere e quanto sia strategica la rete per diventare più competitive. Da oggi questa strategia entra a pieno titolo anche in nel turismo, nell’industria creativa e nella pesca”. Il Distretto Produttivo del Turismo Puglia raggruppa 328 imprese più 11 associazioni datoriali e 3 sindacati. Con l’obiettivo di valorizzare le capacità imprenditoriali e le tipicità dell’offerta regionale non solo a favore del comparto ma dell’intero sistema produttivo ed occupazionale regionale, il distretto concentra il programma di sviluppo su internazionalizzazione, formazione e innovazione. La strategia per la promozione sui mercati esteri è la costruzione di un sistema di prodotti turistici integrati (mare, arte e cultura, spiritualità, sport e benessere, enogastronomia, eventi, natura e tradizione, business) in grado di soddisfare le esigenze di quanti sono interessati all’offerta pugliese. La formazione, essenziale per vincere le sfide della competitività, deve essere di base, specifica e specialistica, mentre l’innovazione si concretizza con la realizzazione di iniziative e infrastrutture che valorizzano l’attrattività di un territorio per soddisfare la domanda sia dei turisti vacanzieri, sia dei turisti con esigenze di lavoro. Il Distretto Produttivo “Puglia Creativa” riunisce 207 imprese, 3 sindacati e 2 associazioni di categoria. Tra gli obiettivi strategici innanzitutto il riconoscimento della consistenza del settore, la crescita del capitale umano e la competitività intesa come costruzione delle condizioni per ampliare il mercato sia in termini locali che nella ricerca delle reti internazionali di acquisto dei prodotti e dei servizi. Al centro del programma di sviluppo anche la crescita delle infrastrutture e in particolare l’opportunità di agevolare l’adozione di spazi pubblici destinati a soggetti privati che erogano servizi rivolti alla collettività. Grande rilievo è riservato poi all’innovazione, orientata non solo alla riduzione dei costi, ma anche alla realizzazione di nuovi servizi e di nuove modalità di approccio alla comunicazione. Infine il rafforzamento del brand “Puglia Creativa”, per rafforzare l’immagine pubblica di una nuova industria dalla forte capacità identitaria. Il Distretto Produttivo della Pesca e Acquicoltura Pugliese aggrega 117 imprese, 3 sindacati, 5 associazioni di categoria, 1 ente di formazione e 13 enti pubblici. Il piano di sviluppo si declina in sei punti: sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche; sviluppo, innovazione e competitività del settore; considerazione degli interessi dei consumatori; creazione di nuova e migliore occupazione; tutela dell’ambiente acquatico; “good governance” del distretto. Obiettivi da perseguire attraverso il partenariato tra organismi di ricerca ed operatori del settore pesca e la formazione, che sarà innovata sia in termini di contenuti che in termini di strumenti: si prevede infatti l’utilizzo di una piattaforma e-leardnig per la formazione a distanza.E la strutturazione dei moduli formativi. Sono previsti inoltre speciali interventi per la valorizzazione dei prodotti ittici, la gestione della filiera, la promozione del consumo delle specie marginali, l’applicazione dell’e-commerce al settore. |
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FORUM ALIMENTAZIONE. PISAPIA: DA EXPO UNA NUOVA GEOPOLITICA DEL CIBO IL SINDACO: “NON POSSIAMO PIÙ ACCETTARE UN MONDO DOVE C´È CHI E´ MALATO DI TROPPO CIBO E CHI MUORE DI FAME” |
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Il Sindaco di Milano e Commissario straordinario del Governo per Expo 2015 Giuliano Pisapia è intervenuto ieri nell´aula magna dell´Università Bocconi alla sessione inaugurale del quarto Forum internazionale su Alimentazione e Nutrizione organizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition. “Non possiamo più accettare un mondo dove c’è chi è malato di troppo cibo e chi muore di fame. Ringrazio gli organizzatori del Forum per aver scelto Milano per due giorni di interventi e confronti su emergenze globali che saranno al centro del dibattito mondiale nei prossimi anni: prima, durante e dopo Expo 2015 che sarà luogo di elaborazione di risposte concrete alle emergenze di un Pianeta che, se oggi deve nutrire 7 miliardi di persone, nel 2050 avrà altri 2 miliardi di bocche da sfamare. E dovrà farlo, con responsabilità di tutti, in modo più equo e sostenibile”, ha dichiarato Giuliano Pisapia nel suo intervento in cui ha chiesto anche al mondo della ricerca e alle imprese “una alleanza operativa” in vista dell´Esposizione Universale milanese. “L´expo di una città anche di grandi tradizioni agricole, come è Milano - ha aggiunto il Sindaco - dovrà essere una tappa fondamentale della costruzione di quella nuova ‘geopolitica del cibo’ che dovrà garantire al Pianeta una alimentazione sicura nel quadro di uno sviluppo sostenibile. Occorre un nuovo modo di pensare e di agire che parta da ognuno di noi, da ogni famiglia, dalle singole amministrazioni locali e nazionali per arrivare alle grandi istituzioni internazionali. Lotta agli sprechi e gestione oculata ed equa delle risorse disponibili sono le direttrici che ispirano l´azione di Milano per gli anni a venire”. |
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ENTRO IL 7 DICEMBRE LE DOMANDE ALLA PROVINCIA DI TORINO PER L’ASSEGNAZIONE DI 9.296 QUINTALI DI QUOTE LATTE PROVENIENTI DA RISERVA REGIONALE PRIVILEGIATE LE AZIENDE CHE NON HANNO RICEVUTO ASSEGNAZIONI DI QUOTA A TITOLO GRATUITO NELLE ULTIME TRE CAMPAGNE LATTIERE E CHE HANNO ACQUISTATO O AFFITTATO QUOTE |
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Scade venerdì 7 dicembre alle 12,30 il termine per la presentazione delle domande alla Provincia di Torino di assegnazione di quote latte per 9.296 quintali, provenienti da riserva regionale a valere dalla campagna 2013/2014. Le domande devono essere presentate al Servizio Agricoltura della Provincia, corso Inghilterra 7, Torino, utilizzando la modulistica disponibile presso il Servizio stesso. I criteri per l’assegnazione delle quote sono dettagliatamente indicati nella Delibera della Giunta Provinciale pubblicata nel portale Internet della Provincia alla pagina http://www.Provincia.torino.gov.it/agrimont/ Il 4 ottobre scorso la Regione Piemonte ha comunicato i quantitativi assegnati alla Provincia di Torino per la successiva assegnazione alle aziende agricole: - 766.985 Kg per le consegne, di cui 6.751 Kg da destinare ad aziende di montagna e - 162.696 Kg per le vendite dirette, di cui 3.353 Kg da destinare ad aziende di montagna. Nell’approvare la Delibera, la Giunta Provinciale ha preso atto che due provvedimenti di decadenza di quota, tra quelli che hanno contribuito a formare la riserva regionale, per un ammontare complessivo di 214.860 Kg sono stati oggetto di un ricorso davanti al Tar Piemonte da parte dei produttori interessati. La Giunta ha ritenuto di ripartire l’intero quantitativo disponibile nel caso l’Agea dia formale assicurazione sull’accesso alla riserva nazionale per l’eventuale ripristino delle quote revocate oggetto di ricorso o, in caso contrario, di accantonare il quantitativo occorrente in attesa di pronuncia da parte del Tar Piemonte. In considerazione della scarsa disponibilità di quota da assegnare rispetto al cronico esubero produttivo che caratterizza le aziende ubicate nel territorio provinciale, si è inoltre ritenuto di privilegiare le aziende che non hanno ricevuto assegnazioni di quota a titolo gratuito nelle ultime tre campagne lattiere e che, per le medesime campagne, hanno acquisito quota mediante contratti di acquisito e/o affitto. Ogni soggetto interessato all’assegnazione delle quote può presentare una sola domanda, indicando espressamente la scelta tra l’assegnazione della quota in conto consegne o in conto vendite dirette. |
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PROMETTENTE NUOVA RICERCA NELLA LOTTA CONTRO IL FUNGO DEI FRASSINI |
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Gli alberi di frassino in tutta Europa sono flagellati dal fungo Chalara fraxinea (o fungo dei frassini), non solo nelle zone boschive mature, ma anche nelle zone urbane e nei vivai. Si è scoperto a febbraio di quest´anno quando una spedizione di alberi infetti è stata mandata da un vivaio nei Paesi Bassi a un vivaio nel Buckingamshire, in Inghilterra. Un recente studio svedese, pubblicato sullo Scandinavian Journal of Forest Research ha rivelato informazioni fondamentali per i coltivatori del Regno Unito e dell´Europa settentrionale e centrale, nella loro lotta contro gli attacchi del fungo. I risultati dello studio sono di ampia portata e incoraggiano i governi a investire nei programmi della coltivazione del frassino per eliminare la malattia. Secondo i ricercatori, la vitalità del frassino comune europeo negli ultimi anni è rapidamente deteriorata nell´Europa settentrionale, orientale e centrale. Il fungo dei frassini è stato osservato per la prima volta in Lituania e nella Polonia orientale a metà degli anni 1990. Da allora sono stati riportati gravi danni in molti paesi europei, tra cui Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania and Norvegia. In Svezia, dove si trovano i ricercatori, casi localizzati della malattia sono stati osservati prima nelle regioni meridionali nel 2002 e in seguito essa si è diffusa per quasi tutta la popolazione di frassini. Più di recente, a ottobre di quest´anno, è entrato in vigore un bando delle importazioni britanniche di frassini e la chalara fraxinea si sta curando come una malattia da quarantena in provvedimenti di emergenza nazionale. Lo studio ha analizzato i danni della chalara fraxinea su alberi di età compresa tra i 16 e i 22 anni nei frutteti svedesi, i risultati indicano che la malattia è fortemente controllata dal punto di vista del genotipo, il che significa che attacca i frassini che mostrano proprietà genetiche uguali o simili. Inoltre, hanno scoperto che c´era la possibilità di introdurre programmi di coltivazione per produrre frassini con maggiore resistenza all´infezione. I sintomi principali della chalara fraxinea sono un grave essiccamento della corona, l´afflosciamento e la necrosi delle foglie e necrosi della corteccia di germogli e gambi. Le lesioni che si formano intorno ai ramoscelli laterali e le cicatrici delle foglie indicano possibili punti di infezione. Lo studio conclude che "gli effetti drastici della malattia in paesi come la Lituania, dove la zona boschiva di frassini si è ristretta da 53.000 a 38.000 ettari tra il 2001 e il 2009, è allarmante e suggerisce che è necessario prendere provvedimenti adeguati il più presto possibile." Se non si agisce rapidamente, altri paesi potrebbero vedere lo stesso livello di deforestazione sofferto dalla Lituania. Una conclusione che si può trarre da questa ricerca è che c´è una risposta al problema della chalara fraxinea. Attraverso rigorosi programmi di coltivazione di cloni più forti, si possono crescere frassini con maggiore resistenza alla malattia e questo significa un minore rischio di focolai della malattia. Per adesso i governi devono affrontare questo problema, ma è necessario attuare presto un piano sostenibile per il futuro. Per maggiori informazioni, visitare: Scandinavian Journal of Forest Research http://www.Tandfonline.com/loi/sfor20 Istituto svedese di ricerca forestale http://www.Skogforsk.se/en/ |
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PROGETTO ECOREMED: AGRICOLTURA PARTE ATTIVA NELLA BONIFICA DEI SUOLI INQUINATI |
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Napoli - "L´agricoltura, grazie al progetto Ecoremed, si pone l´obiettivo di diventare parte attiva nella bonifica dei suoli agricoli inquinati." Così Daniela Nugnes, consigliere del presidente Caldoro per l´Agricoltura nel corso della presentazione del progetto Life Ecoremed. Il progetto, illustrato questa mattina presso l´aula magna del Centro congressi Federico Ii, prevede lo sviluppo di protocolli eco-compatibili per la bonifica dei suoli agricoli nel sito contaminato di interesse nazionale Litorale Domizio-agro Aversano. "La Regione Campania - sottolinea il consigliere Nugnes - è partner, assieme all´Arpac e al mondo accademico, di questa ricerca, cofinanziata con fondi europei, perché crede fermamente nella necessità di recuperare i suoli agricoli. Già con il Programma di sviluppo rurale abbiamo fornito un supporto tecnico e finanziario per incentivare l´agricoltura integrata e quella biologica. Ora, con il progetto Ecoremed vogliamo informare gli imprenditori agricoli e gli enti locali affinché diventino parte attiva nei processi di bonifica e contribuiscano, quindi, al ripristino della fertilità." Finalità dello studio è di definire un protocollo operativo per il biorecupero dei suoli basato su tecniche agricole ed eco-compatibili. Nello specifico, il progetto prevede l´utilizzo di microrganismi, di coltivazioni dedicate e di apporti di compost di qualità che riducono i livelli di inquinamento (sia inquinanti organici che metalli pesanti) dei suoli. "Si tratta di un progetto unico in Italia che, se darà i frutti che speriamo e che ci aspettiamo, renderà la nostra regione un esempio virtuoso di gestione del territorio eco-compatibile ed economicamente sostenibile, attraverso la sinergia tra professionalità scientifiche, amministratori ed operatori del settore agricolo ed ambientale. Il protocollo che sarà elaborato potrà sicuramente diventare uno strumento utile non solo per la Regione Campania, ma anche per altre amministrazioni regionali ugualmente impegnate nella gestioni di emergenze ambientali simili", conclude la Nugnes. |
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ENTRO IL 31 DICEMBRE LE DENUNCE DI POSSESSO ALVEARI ALLA PROVINCIA DI TORINO, |
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Dal 1° novembre al 31 dicembre chiunque possegga alveari a qualsiasi titolo (professionale o amatoriale), singolarmente o tramite la propria associazione od organizzazione, ha l´obbligo di ripresentare la denuncia di possesso alveari, utilizzando il modello fornito gratuitamente del Servizio Agricoltura della Provincia di Torino o scaricabile alla pagina Internet http://www.Provincia.torino.gov.it/agrimont/agricoltura_sviluppo/produzioni_animali 13 Il modulo è anche disponibile presso gli Uffici del Servizio Agricoltura della Provincia di Torino, presso le associazioni dei produttori e le organizzazioni di categoria. Alla domanda deve essere allegata una fotocopia della carta d’identità. La Provincia di Torino, successivamente alla presentazione della denuncia, invia direttamente all´indirizzo del dichiarante copia della denuncia, con il codice identificativo assegnato. L´apicoltore ha l´obbligo di esporre, in maniera ben visibile e in ognuno degli apiari posseduti, un cartello di materiale resistente alle intemperie (dimensioni di 10 cm di altezza per 20 cm di lunghezza), realizzato a proprie spese, riportante il codice identificativo aziendale che gli è stato assegnato. Per l’omessa denuncia è prevista una sanzione amministrativa da 155 a 465 Euro, alla quale va aggiunta l’esclusione dei benefici comunitari, nazionali e regionali, ai sensi della Legge Regionale 20/1998 art. 12 comma Iii Per informazioni: Servizio Agricoltura della Provincia di Torino, corso Inghilterra 7/9, 10138 Torino, telefono 011-8616391, fax 011-8616494, e-mail fenu@provincia.Torino.it |
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AGRICOLTURA. GIUNTA VENETA PER SOSTEGNO SETTORE VITIVINICOLO |
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Venezia - La giunta regionale ha adottato il provvedimento relativo agli investimenti comunitari 2013 destinati al settore vitivinicolo per aumentarne la competitività, con i criteri e le disposizioni amministrative, applicative e procedurali per l’attuazione delle iniziative previste. Sul provvedimento dovrà ora esprimersi la competente Commissione consiliare prima della definitiva approvazione, dopo la quale la deliberazione sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. Da quella data, gli imprenditori interessati avranno 30 giorni per presentare le domande. “L’iniziativa fa riferimento all’Organizzazione Comune di Mercato del vino – ha ricordato l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato – che tra l’altro prevede aiuti per investimenti materiali o immateriali in impianti di trasformazione e commercializzazione del vino diretti a migliorare il rendimento globale dell’impresa vitivinicola. Per queste finalità, al Veneto sono stati assegnati complessivamente 4.171.519 euro. Abbiamo ritenuto di permettere l’accesso ai contributi sia alle aziende agricole che alle imprese di trasformazione e commercializzazione, distinguendo due azioni specifiche: investimenti nelle aziende agricole vitivinicole e investimenti nelle aziende di trasformazione e commercializzazione. E’ stato previsto di assegnare a ciascuna azione la metà della somma disponibile, ma con la possibilità di transitare i fondi dall’una all’altra nel caso ci fossero residui da una parte e maggiori richieste dall’altra”. |
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SETTORE LATTIERO-CASEARIO ADERISCE A MARCHIO PRODOTTI DI QUALITÀ DI PUGLIA |
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Anche il lattiero-caseario aderisce al Marchio Prodotti di Qualità di Puglia:consegnato all’azienda Delizia il primo certificato di concessione d’uso Consegnato ieri mattina direttamente dall´Assessore Stefàno all’Azienda “Delizia” di Noci il primo certificato di concessione d’uso del marchio Prodotti di Qualità di Puglia per il settore lattiero-caseario. Il marchio potrà essere utilizzato, nel rispetto della convenzione e del regolamento d’uso, su tutta la produzione aziendale: burrate, caciocavalli, giuncate, mozzarelle, ricotte e scamorze. “Con il primo provvedimento di concessione del Marchio Prodotti di Qualità di Puglia anche alle aziende del settore lattiero-caseario – ha commentato con soddisfazione l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno – si irrobustisce questo nostro ambizioso percorso incentrato sulla qualità, che favorisce le procedure della tracciabilità a garanzia di produttori e di consumatori. Il modello che proviamo ad affermare e che ci viene invidiato a livello nazionale intende recuperare appeal e valore strategico alle produzioni pugliesi, dalle peculiarità specifiche e spesso uniche, anche con l’obiettivo di renderle ancora più competitive sui mercati” Questo primo certificato per il comparto lattiero caseario si aggiunge a quelli già rilasciati e consegnati alle aziende agroalimentari di altri settori produttivi. |
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UOMINI E CINGHIALI SUI COLLI EUGANEI E IN LESSINIA |
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Venezia - “La situazione è insostenibile ed esasperante: questi selvatici provocano danni ingenti alle cose, tra l’altro mettendo in ginocchio molte aziende agricole, e costituiscono un serio pericolo per le persone”. Lo ha affermato l’assessore ai parchi del Veneto Franco Manzato, riferendosi al proliferare incontrollato dei cinghiali nell’area del Parco regionale dei Colli Euganei e massicciamente anche in quello della Lessinia. “In teoria, poiché non si tratta di una specie autoctona ma arrivata in queste località da chissà dove, dobbiamo per legge sradicarne la presenza, ma nello stesso tempo, sempre per legge, nei parchi sono vietati, tra l’altro, la cattura, l’uccisione, il danneggiamento, il disturbo delle specie animali. Sempre in teoria, è prevista una deroga con la possibilità di eventuali prelievi faunistici ed eventuali abbattimenti selettivi, così come è previsto il rimborso dei danni. Ma non ci sono soldi per la prima possibilità, così come sono finiti quelli per il rimborso dei danni, rispetto ai quali peraltro la collettività non può pagare due volte, in termini naturalistici ed economici. In ogni caso c’è chi si oppone a priori alla selezione, mentre, ancora una volta in teoria, dovrebbe esserne protagonista visto che l’opposizione nasce da un affermato interesse per la salvaguardia del territorio che invece viene depauperato sotto ogni punto di vista: umano, faunistico e di biodiversità”. “Questo lo stato di fatto vero, concreto, reale – ribadisce Manzato – a fronte di una vicenda che non potrà che complicarsi sempre più se non poniamo rimedio. Quale e come? L’ultima ratio sarebbe la pura e semplice abrogazione dei Parchi stessi, da decidere, paradossalmente, proprio per salvare il territorio. Ma la prima scelta per me è una sola: fare selezione produttiva, trasformando almeno in parte questa disgrazia in risorsa. I nostri cinghialoni, che pare siano molto più massicci di altri perché frutto anche di incroci con maiali – conclude Manzato – possono e devono diventare almeno un prodotto tipico e una specialità di territorio, con una selezione che si autofinanzia. Lavoriamo almeno su questo”. |
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PRODOTTI TIPICI? SÌ, MA ANCHE SICURI
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Tutelare la sicurezza degli alimenti e la qualità dei prodotti non sono esigenze in contrasto tra loro, al contrario rappresentano paradigmi che viaggiano su binari paralleli facendo correre il treno della competitività. Non ci può essere sicurezza alimentare senza qualità dei prodotti, cosa tanto più vera per quei territori, come il Trentino, che della identità delle proprie produzioni agroalimentari di montagna, del modo di produrle e trasformarle hanno fatto un punto di forza, trovando l´apprezzamento dei consumatori. E´ questo il messaggio uscito oggi dal seminario sulla sicurezza alimentare e la valorizzazione delle produzioni del territorio promosso dall´Assessorato alla salute della Provincia autonoma di Trento e dall´Azienda provinciale per i servizi sanitari, che hanno voluto non solo attirare l´attenzione su un tema cruciale (basti ricordare le ricorrenti emergenze di salute pubblica, da "mucca pazza" in poi), ma fare un passo in più: considerare la sicurezza alimentare quale strumento di prevenzione per la salute dei cittadini, farne oggetto di un percorso di formazione per i tanti operatori della "filiera" alimentare - dai produttori ai professionisti della sanità pubblica e dei centri di monitoraggio e controllo, stimolare un maggiore legame tra i soggetti coinvolti. Intenti messi subito sul tavolo dell´incontro di stamane, che si è svolto presso l´auditorium del Centro servizi sanitari di Viale Verona a Trento, dagli assessori alla salute Ugo Rossi e all´agricoltura Tiziano Mellarini. Se chiedessimo ai consumatori trentini quale è il prodotto di casa nostra più esportato all´estero, forse pochi sarebbero in grado di dire che si tratta del formaggio grana. Poco male. La cosa che tutti dovrebbero semmai sapere - e che è ignorata da un alcun più elevato numero di consumatori - è che si tratta di un alimento sicuro. Cosa significa? Che è in grado di inattivare 10 milioni di patogeni (salmonella, listeria, staffilococco) in 45 minuti già in caldaia per effetto della biocompetizione da parte dei microrganismi lattici, sapendo che i prodotti più a rischio sono quelli senza alcuna fermentazione. Ed altra cosa da sapere è che tale informazione, assieme a molte altre relative al profilo igienico microbiologico dei prodotti portanti del comparto agro-alimentare trentino - dalla Spressa delle Giudicarie Dop alla carne salada, dalla mortandela al Puzzone di Moena, dalla patata al sidro e persino l’acqua potabile - è resa pubblica e rintracciabile dal Sistema informativo provinciale sulla sicurezza alimentare, un libro aperto sui prodotti trentini, con tutte le informazioni che li riguardano, che svelerà tutto ciò che succede nella filiera della trasformazione, dal campo alla tavola. Il punto di partenza è la rivisitazione della filiera produttore-consumatore che l´Unione Europea ha posto come obiettivo prioritario delle proprie politiche con l´emanazione del Regolamento Ce n.178/2002, e la cui ratio regolamentare sta nell´anteporre le ragioni della salute a quelle del mercato. Un approccio del tutto nuovo, ancorchè imposto dalle troppe emergenze alimentari che si sono verificate in questi ultimi anni, che la Provincia di Trento ha voluto assumere a base del Piano per la sicurezza alimentare 2012-2014. In ballo vi è non solo la salute pubblica ma anche la necessità di valorizzare le principali filiere agroalimentari del territorio trovando per esse sempre più ampi spazi di mercato. "Se oggi persino la Cina - ha spiegato l´assessore Mellarini aprendo il seminario - sta varando una legge sulla sicurezza alimentare, va da sè che l´Europa deve accelerare, soprattutto per dotarsi di regole comuni, che oggi mancano a livello europeo". Il Trentino - ha ricordato l´assessore all´agricoltura - vanta l´85 % della produzione vinicola a certificazione Doc e il 65 % di quella agroalimentare a certificazione Dop. Alcuni prodotti trentini di eccellenza sono però garantiti da un´ulteriore certificazione: il marchio Qualità Trentino. "In futuro - avverte Mellarini - dovremmo però poter contare su un riconoscimento europeo legato alle produzioni dei territori montani". Ma quale spazio possono avere le produzioni tipiche e tradizionali in un mercato globalizzato? "La tipicità - risponde Ugo Rossi - può essere un elemento di competitività solo se è legata alla sicurezza alimentare, si tratta di due esigenze che devono essere coniugate. Ciò che serve al sistema agroalimentare trentino è avere una stessa visione, fare sistema sulla qualità e la sicurezza, la disponibilità dei produttori a percorrere strade che portano alla sostenibilità. Serve conoscenza, capire quali sono i processi produttivi utilizzati, migliorare gli standard dove vanno migliorati. Occorre anche, in secondo luogo, formare gli operatori ed informare la popolazione. Solo così i percorsi di qualità possono davvero diventare uno strumento di competitività". Un percorso, quello avviato in Trentino, valutato con favore dal Ministero della salute, a rappresentare il quale è intervenuto al seminario Romano Marabelli: "Per il consumatore le ragioni legate alla salute sono diventate determinanti rispetto a quelle di mercato. L´italia ha una lunga tradizione rispetto ad impostazioni di tipo produttivistico e la stessa Unione Europea ha preso il nostro Paese a modello. La sicurezza alimentare passa oggi attraverso il mantenimento delle produzioni radicate sul territorio, ma occorre uscire dagli stereotipi per i quali il prodotto tradizionale, quello fatto dalla nonna, è buono per definizione: no, il prodotto della nonna era ed è quanto di più insicuro ci possa essere, non ha nessuna tracciabilità e si porta dietro problemi sanitari". Oggi, rispetto al passato, sicurezza e tipicità non sono più termini inconciliabili grazie alla tecnologia. "La grande capacità italiana - ha detto ancora Marabelli - è stata appunto quella di applicare la tecnologia ai prodotti tradizionali trasformandoli in prodotti sicuri". E il Trentino? "Il Trentino è l´esempio migliore di come un territorio non fortunato dal punto di vista agricolo, per le sue ridotte superfici coltivate e le caratteristiche fisiche del territorio, è riuscito a realizzare prodotti non solo sicuri ma anche capaci di stare sui mercati internazionali". Sicurezza alimentare, tipicità dei prodotti, formazione e informazione: è attorno a questi temi che si è dunque sviluppato il seminario, con approfondimenti relativi al ruolo della formazione nelle filiere alimentari (Umberto Izzo, Università di Trento), il "local" e le strategie di tutela nel diritto alimentare (Matteo Ferrari, Università di Trento), il Sistema informativo provinciale per la sicurezza alimentare, il Sipsa (Paolo Boni del Comitato provinciale per la sicurezza alimentare), l´attuazione del Piano della sicurezza alimentare da parte dell´Azienda sanitaria (Marino Migazzi), il ruolo delle professioni (Alberto Aloisi, presidente dell´Ordine Medici Veterinari del Trentino, e Mirko Mazzurana dell´Apss), la gestione della sicurezza alimentare e la valorizzazione delle produzioni territoriali dal punto di vista dei produttori (con interventi di Loris Largher dell´Associazione Artigiani, Manuel Furlan di Confindustria, Roberto Volcan della Federazione trentina delle cooperative), nonchè la tutela del diritto dei consumatori (Carlo Biasior dell´Associazione Consumatori). |
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RICERCA IN AGRICOLTURA: ASSOSEMENTI SOTTOLINEA IL RUOLO ATTIVO E TRAINANTE DELL’INDUSTRIA SEMENTIERA |
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“Nella ricerca varietale applicata l’industria sementiera svolge un ruolo molto attivo e trainante, confermandosi l’anello di congiunzione più importante tra la ricerca di base portata avanti dalle istituzioni pubbliche ed il mondo produttivo. Assosementi condivide le preoccupazioni per le poche risorse che l’Italia destina alla ricerca agricola, così come le istanze per rilanciarla al fine di fare fronte a tutte le nuove sfide in termini di aumento della popolazione mondiale, modifica delle abitudini alimentari e cambiamenti climatici”. “I risultati della ricerca varietale hanno permesso negli ultimi 50 anni di raddoppiare ad esempio il potenziale produttivo dei frumenti - spiega Davide Bacilieri, presidente della sezione Costitutori varietà vegetali di Assosementi – con un incremento nelle rese di circa 1 q.Le ogni tre anni. Oggi la produzione media di frumento tenero ha raggiunto in Italia i 60 q.Li contro i 30 q.Li ettaro degli anni ‘60”. “Mentre teniamo ad evidenziare che le aziende sementiere destinano alla ricerca e sperimentazione varietale risorse molto importanti, che in certi settori raggiungono e superano il 20% della cifra d’affari, quindi ben più di altri rinomati settori tecnologici industriali quale quello dell’information tecnology, vogliamo d’altra parte ribadire – aggiunge Bacilieri –la necessità di una maggiore attenzione verso il contrasto alle illegalità ed il rispetto della proprietà intellettuale, uno strumento quest’ultimo che pure la Fao ha giudicato importante per accelerare lo sviluppo economico ed il benessere sociale e culturale di molte aree geografiche, anche in via di sviluppo”. “Le aziende sementiere italiane sono disponibili ad impegnarsi di più per migliorare ogni forma di collaborazione, sia con le istituzioni di ricerca pubblica, che con le organizzazioni dei produttori e le amministrazioni, per fare si che aumentino – sottolinea infine Bacilieri –le risorse complessivamente dedicate alla ricerca nel nostro paese, anche grazie a formule innovative che attraverso accordi interprofessionali coinvolgano le produzioni agricole destinate al mercato”. |
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VERSO LA 10ª EDIZIONE DI SIAB (25-29 MAGGIO 2013), I PRIMI RISULTATI DELLA RICERCA SUL SETTORE
SIAB E SWG: PANE ALIMENTO DI PIACERE, NONOSTANTE LA CRISI
QUALITA’, INNOVAZIONE E DIVERSIFICAZIONE PER LA RIPRESA
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Il pane resta un alimento principe sulle tavole degli italiani e la quantità media acquistata registra un lieve aumento rispetto al 2010. Merito anche della varietà dell’offerta che solo i laboratori tradizionali riescono ad assicurare. Un valore come l’oro. Un piacere quotidiano, più che una necessità alimentare, almeno per un terzo degli italiani. Il pane resta un alimento principe sulle tavole degli italiani. Non importa se si consuma al desco è quello di casa, alla scrivania dell’ufficio o negli spazi «host» del panificio stesso. Siamo di fronte ad un prodotto anti-crisi, perché – dicono i consumatori - nulla è più gustoso, vario e prelibato del pane artigianale, vincente sul piano della qualità, della varietà e della tradizione. Questi sono alcuni degli orientamenti che emergono da una ricerca Swg, commissionata da Veronafiere per Siab, il salone dedicato alle tecnologie e ai prodotti legati a pane, pasta, pizza, pasticceria, in programma a Verona dal 25 al 29 maggio 2013. Lo studio ha coinvolto consumatori, panificatori e imprese della filiera (dai produttori di materie prime ai costruttori di attrezzature, tecnologie, materiali e accessori specifici per l’arte bianca), con la finalità di comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato della panificazione e degli spazi di possibile ri-posizionamento, delle priorità e aspettative di settore, delle strategie più utili a consolidare gli spazi di mercato. «La ricerca risponde pienamente alla filosofia di Veronafiere: studiare i fenomeni e le tendenze, in modo da rispondere alle esigenze degli espositori e anticipare le necessità del mercato – ha osservato Diego Valsecchi, direttore commerciale di Veronafiere -. Questo è uno dei punti di forza dell’ente fieristico, che detiene il 45 per cento dell’offerta fieristica del settore agroalimentare. In tale direzione vanno letti pertanto l’accordo con i panificatori russi siglato quest’anno, le iniziative a marchio Siab in Sud America su altri mercati potenziali». Il pane mantiene il suo forte appeal e regge alcuni cambiamenti delle abitudini degli italiani, come ad esempio l’aumento dei pasti fuori casa. E i consumi medi settimanali sono passati da 496 a 500 grammi. Puntare su artigianalità, qualità, specializzazione. La strada ai panificatori la indicano i consumatori intervistati (un campione di 800 maggiorenni residenti in Italia). «Specializzarsi e soprattutto differenziarsi da altre tipologie industriali è obbligatorio», ha specificato Fabiana Vidoz, direttore di Swg. Nello specifico, il 63 per cento dei consumatori valuta molto utile l’introduzione della denominazione «pane fresco» per il pane prodotto in giornata e non sottoposto a trattamenti di conservazione; più della metà degli intervistati (52 per cento) vede negativamente l’aggiunta di additivi e di miglioratori nella preparazione di prodotti da forno dolci e salati. Maggiore attenzione per il consumatore: il panificio guadagna terreno. Lo scenario in cui disegnare la ristrutturazione del settore passa attraverso un aumento del consumo alimentare fuori casa nel corso della settimana, elemento che accomuna il 63 per cento degli intervistati. Solo nel 2007 erano il 46 per cento. Si consuma di più, rispetto a cinque anni fa, in pizzeria (passata dal 18 al 21 per cento) e al bar, passato dal 9 al 13 per cento, mentre il ristorante e la trattoria sono sostanzialmente stabili al 21 per cento. Sale anche lo «share» del panificio. Il 7 per cento degli italiani lo sceglie abitualmente (mangiano in panificio più o meno spesso) per un pasto rapido ed è una tappa frequente per un rimanente 12 per cento (che sceglie il panificio saltuariamente). I motivi? Un connubio vincente fra qualità e minore spesa, con un risparmio medio a pasto di 2,92 euro. A dare la spinta è la percezione di quello che si acquista. Siano essi prodotti da forno dolci salati, il panificio artigianale offre prodotti più buoni (40 per cento sui prodotti dolci, 54 per cento sui salati), più freschi (39 per cento se dolci, 44 per cento se salati) e più genuini (29 per cento se dolci, 26 per cento se salati). «Il panificatore ha la necessità di comprendere a fondo ciò che sta avvenendo e deve trovare il modo di tradurlo in fatti e scelte concrete aziendali - ha commentato Francesco La Sorsa, presidente della Federazione italiana panificatori – e Siab è la risposta ai bisogni della categoria e del settore dell’arte bianca» |
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NOSTROMO PROMUOVE LA SANA ALIMENTAZIONE ALLE NUOVE GENERAZIONI
AL VIA IL PROGETTO “SANO COME UN PESCE”
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Ha preso il via a novembre e durerà fino a fine gennaio 2013 Sano come un pesce, un progetto promosso da Nostromo - azienda italiana da oltre 60 anni specializzata nella produzione di tonno e conserve ittiche - con l’obiettivo di diffondere i principi di una corretta e sana alimentazione alle nuove generazioni. Il progetto prevede un ciclo di appuntamenti in alcune piscine di Milano e provincia ed è dedicato ai bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni e alle loro famiglie. Qui i giovanissimi impareranno alcune regole per adottare uno stile alimentare sano, che preveda il corretto consumo di un alimento genuino e necessario come il pesce. Far conoscere alle famiglie italiane come impiegare un’alimentazione varia e consapevole, in linea con le indicazioni fornite dalla comunità scientifica internazionale, è infatti l’obiettivo che Nostromo intende perseguire con questa iniziativa. Proprio perché il consumo di pesce rappresenta un valido alleato per la crescita e lo sviluppo grazie a proteine, omega-3 e indispensabili microelementi, è importante che, fin da piccolissimi, i bambini imparino ad apprezzarlo, in particolare quello azzurro, ricco di importanti acidi grassi. Secondo gli esperti, tra cui la professoressa Alessandra Bordoni del Dipartimento di Scienze degli Alimenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che ha collaborato al progetto, «l´importanza di una corretta assunzione di pesce è in buona parte determinata dal suo elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi a lunga catena (Lc-pufa) della serie omega-3. Di questi acidi grassi uno in particolare, il Dha, entra nella costituzione delle strutture nervose: per questo è importante che la sua assunzione sia adeguata durante il primo periodo di vita. I nuovi livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana (Larn 2012) indicano come adeguata l´assunzione giornaliera di 250 mg di Lc-pufa n-3, e di ulteriori 100 mg di Dha dalla nascita ai 3 anni di vita». Un prezioso alimento che può essere, aggiunge la professoressa Bordoni, “fresco, surgelato oppure in conserva, laddove le conserve di pesce siano in linea con le raccomandazioni”. Consumare le conserve Nostromo che, come mostrano le analisi nutrizionali, contengono quantità di Epa e Dha fonte di Omega 3, rende quindi varia ed equilibrata l’alimentazione dei più piccoli. «Sport e sana alimentazione sono un binomio importante per la crescita dei bambini – commenta Matteo Candotto, Direttore Marketing Nostromo – e, per questo motivo, abbiamo voluto creare un appuntamento che coinvolgesse le famiglie e le mettesse a conoscenza dell’’elevato valore nutrizionale delle conserve di pesce. Nostromo, che da sempre sostiene l’incremento della cultura sul consumo del pesce e della sua fondamentale rilevanza nell’alimentazione moderna, dà alle famiglie la possibilità di informarsi divertendosi». Grazie a svariate attività ludiche, da “Che pesci prendere?” al “piatto tabellone”, continuando con gli “ingredienti per un tuffo a tavola”, i giovani nuotatori si divertiranno a scoprire quanto può essere divertente imparare a nutrirsi in maniera corretta. Alla manifestazione saranno presenti uno chef per dare consigli ai genitori su come preparare gustosi piatti a base di pesce e un nutrizionista che sarà a disposizione delle famiglie per rispondere e consigliare come rimanere “Sano come un pesce”. Il calendario completo dell’iniziativa “Sano come un pesce” è consultabile nella pagina Facebook http://bit.Ly/sanocomeunpesce2012 |
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AL VIA I TOUR DI GASTRONOMITALY. E´ NATA GASTRONOMITALY IN TOUR, IL NUOVO MODO DI COMUNICARE L´ALTA QUALITÀ DELL´AGROALIMENTARE NOSTRANO.
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Una giovane azienda dinamica che si fonda su principi valoriali entusiasmanti: cultura, tradizioni, autenticità, esclusività e alta qualità dei prodotti e servizi; ma anche cura e attenzione che gli attori del progetto offrono, alla clientela, grazie alla loro professionalità. Si tratta d´itinerari ideati e stilati appositamente per un pubblico esigente e curioso di quella realtà italiana che è capace di raggiungere l´eccellenza nella produzione di cibi e vini. Un modo diverso di narrare il giacimento enogastronomico, rintracciando profumi e sapori di un tempo, ma anche odori e gusti che contraddistinguono particolarità artigianali e sapienti lavorazioni. Da nord a sud, si dislocano così i percorsi golosi e didattici di Gastronomitaly in Tour, lungo la bella Penisola che generano da una parte un´esperienza sensoriale e percettiva della qualità profusa, dall´altra permettono di interagire con i produttori, ristoratori e albergatori scelti attraverso una rigorosa selezione. Per gli amanti della cucina c´è di più. Attraverso le performance degli chef è possibile assistere a show cooking e partecipare a cooking class per apprendere ricette antiche e tecniche di cucina tradizionali. L´esclusività è un´altra caratteristica dei pacchetti proposti da Gastronomitaly in Tour ai suoi clienti. Un´offerta che consente di accedere a mondi produttivi ordinariamente chiusi al pubblico, dove è possibile non solo visitare realtà che rappresentano degli unicum ma anche degustare ad esempio formaggi, oli, conserve, vini...Incontrando direttamente i realizzatori di queste leccornie. Il legame con il territorio è caratterizzante ogni tour. Tipicità, tradizione, natura, cultura, arte sono aspetti che orientano il viaggiatore alla scoperta di un´autenticità ritrovata e nello stesso tempo connotano l´identità di un luogo e delle sue genti. Così, Gastronomitaly in Tour ha volutamente disegnato, per i suoi clienti, una geografia del gusto, per infondere le emozioni che il buon gourmet attende e la soddisfazione che un viaggiatore richiede. Gastronomitaly in Tour Piazza San Salvatore in Lauro, 13 00186 Roma www.Gastronomitaly.biz/in-tour |
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DUE STELLE MICHELIN PER LE ZUPPE REED GOURMET
E’ MARCO SACCO, CHEF DEL PICCOLO LAGO, DUE STELLE MICHELIN, A FIRMARE ZUPPE, TERZO VOLUME DELLA COLLANA MONO DI REED GOURMET
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Da un ingrediente base della cucina, l’acqua, nasce Zuppe, il volume dedicato all’universo delle zuppe: attraverso brodi e infusi, tutti i sapori e gli aromi di un tempo sono reinterpretati da un grande chef, Marco Sacco, alla guida del ristorante il Piccolo Lago a Verbania, due stelle Michelin. La storia del ristorante Piccolo Lago, inizia nel 1974 quando Gastone e Bruna, i genitori dello Chef Marco Sacco, approdano in un piccolo paese sulle sponde del Lago di Mergozzo, alle porte dell’Ossola, un territorio dove il tempo sembra essersi fermato. Lo Chef Marco Sacco ha contribuito a fare del ristorante Piccolo Lago uno dei riferimenti della cucina italiana d’autore. Al Piccolo Lago si può assaporare una cucina tradizionale fatta di prodotti locali cucinati con estro ed interpretati in modo del tutto innovativo. Nel volume le zuppe sono presentate secondo una suddivisione stagionale, come vuole la tradizione, ma anche secondo la portata. In assoluto rispetto per l’ingrediente, lungo tutto il corso dell’anno. Nelle 266 pagine a colori l’autore offre al lettore una ricca serie di proposte facilmente adattabili a ogni genere di cucina, sia per la Carta di un ristorante, sia per la cucina di un appassionato gourmet. Marco Sacco propone zuppe per tutte le portate: dall’antipasto al dessert. Particolarmente interessanti e significativi sono le parti relative all’approfondimento sulla preparazione delle infusioni, la descrizione del metodo del sottovuoto come della bollitura o dell’aromatizzazione al vapore, che consentiranno ad ogni chef (professionista e non) di misurarsi con questo interessante aspetto della cucina. Splendidamente fotografate da Paolo Picciotto, le oltre 100 ricette sono tutte dettagliate nei procedimenti e nelle esecuzioni e corredate, in chiusura del volume, da un utilissimo glossario. Con il volume Zuppe, che arriva dopo Pasta e Riso, la collana Mono edita da Reed Gourmet si arricchisce di un nuovo importante tassello che esplora, attraverso l’abilità di un grande protagonista della ristorazione italiana, un fondamentale aspetto della cultura gastronomica nostrana. Continua così il percorso di Reed Gourmet (www.Reedgourmet.it), divisione di Rbi, presente nel settore dell’editoria specializzata in ambito enogastronomico dal 2006. Al suo attivo, c’è la pubblicazione di riviste storiche rivolte ai professionisti del settore quali Grandecucina, Il Pasticcere, Il Panificatore Italiano e Il Gelatiere Italiano e l’edizione di collane di volumi dedicate al mondo dell’alta ristorazione - in collaborazione con grandi chef nazionali e internazionali - e della pasticceria artigianale con i più noti maestri del settore. Il libro, redatto in lingua italiana, è in vendita a 69,00 euro e può essere acquistato sul sito www.Reedgourmet.it o telefonando alla casa editrice al numero 0281830450 |
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LOISON. NOVITÀ 2012: LA LINEA «ELEGANCE», LA MIGLIORE QUALITÀ E PRESENTAZIONE DEL PANETTONE, LA LINEA «MIGNON», UN PICCOLO DONO, CON TANTA SIMPATIA
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Quattro modi originali, – pupazzo, sacchetto animato, minicappelliera, bustina vetrofanata, – per presentare un panettoncino «Classico» come un simpatico ricordo personale Il panettone, per quanto buono, anzi Top, passa in secondo piano, perché questa proposta di Sonia fa venir fuori il senso del bello e quel po’ di vanità che sono in tutti noi Un nome che non ha bisogno di tante spiegazioni. Quando si chiama in causa l’eleganza, è Sonia Loison che detta legge. Questa nuova raffinata proposta sottintende che la qualità del panettone sia la migliore. Con una presentazione simile non potrebbe essere altrimenti. Si parla piuttosto di un regalo che si fa subito notare prima per il tono d’insieme, davvero esclusivo, e poi anche per lo scintillio dei dettagli dorati, che evocano il piacere dello shopping d’alto profilo. Con un sacchetto del genere si potrebbe uscire da Cartier a Parigi o da Tiffany a New York… L’eleganza degna del migliore panettone. La proposta riguarda tre gusti di panettone nella versatile pezzatura da 500 grammi: Panettone Classico a.D. 1476, non plus ultra in termini di materie prime e tradizione; Panettone al Mandarino, imprezosito da canditi di Mandarino Tardivo di Ciaculli – Slow Food; Panettone all’Amarena, una delle varienti creative più apprezzate dalla clientela. La confezione è uno shopper in cartoncino goffrato, ovvero con una leggera nervatura in rilievo. Il colore di fondo è un sabbia di tendenza, sul quale spicca in rilievo la scritta «Loison- Pasticceri dal 1938» in oro satinato. Tuttavia, quel che rende lo shopper di eleganza unica nel suo genere sono i manici, realizzati a catenella, anch’essi dorati. Ultimo tocco, l’etichetta esplicativa, trattenuta da un sigillo dorato con il logo aziendale. Uno shopper per tutte le occasioni. Questa linea conferma la tendenza di fare del packaging un momento che non sia fine a se stesso. Se si vuole, è il recupero di un sano principio di economia domestica: esaurita la sua prima funzione, ad ogni oggetto dev’essere offerta una seconda possibilità d’uso pratico. Nel caso dello shopper Elegance, dopo la bella figura come confezione di un dolce, una nuova vita come borsetta d’uso quodidiano. Robusto ed anche resistente alla pioggia, per via della finitura plastificata, ha dalla sua quel tocco d’eleganza che lo rende adatto a tutte le situazioni. Tavolta un pizzico di vanità, anche nelle piccole cose, è proprio quel che serve tirarsi un po’ su… Loison: quando il bello non è mai fine a se stesso La Linea «Mignon»: Un Piccolo Dono, Con Tanta Simpatia Quattro modi originali, – pupazzo, sacchetto animato, minicappelliera, bustina vetrofanata, – per presentare un panettoncino «Classico» come un simpatico ricordo personale A Natale, un pensiero per tutti. «Tutte le cose piccole son belle», dice un adagio di saggezza orientale che introduce alla caratteristica di simpatia propria del panettoncino. Nell’ideare questa linea di prodotto sono stati considerati come destinatari del regalo prima i giovani, con una trovata spiritosa, e poi i più grandi d’ogni età, da gratificare con un tocco di raffinatezza. Infine, una proposta per tutte le occasioni, semplice ma d’infallibile efficacia quando per esempio si tratta di un omaggio aziendale o di una raccolta fondi. Quattro piccoli colpi di genio. Il contenuto è lo stesso, – un panettoncino «Classico» da 100 grammi, – mentre cambia la confezione. Per i più giovani una doppia proposta: un orsacchiotto o una renna, come morbidissimi pupazzetti o in abbinamento a un sacchettino di cotone a fantasia natalizia e chiusura a cordoncino; passate le feste, il sacchetto si riutilizza come portatutto, caramelle e giochini, ma anche piccole gioie e trucchi. Per i grandi, invece, si è pensato a una minicappelliera, del tutto analoga a quelle di dimensioni maggiori salvo che per la tenera immagine di un piccolo pasticcere, destinata a diventare un simpatico accessorio da scrivania, – come portamatite, per esempio, – o da nécessaire. Infine, per non sbagliare mai, una simpatica bustina vetrofanata, molto immediata nella presentazione di un panettoncino da spuntino goloso, ma anche da regalo. Professionalità senza misura. La bravura di uno sportivo spesso si misura dall’abilità nel destreggiarsi negli spazi più stretti; quella di un artigiano, nel trasferire le qualità di una sua creazione in una miniatura. Così e stato che Dario ha condensato tutto il buono del suo panettone «Classico» nel formato che sta in palmo di mano. Poi Sonia ha esplorato la minima dimensione aprendo al piacere del gioco e fascino delle piccole cose. Un divertimento d’autore, si direbbe, ma perfettamente adeguato alle esigenze di mercato, dal piccolo regalo personale agli omaggi delle pubbliche relazioni. «Loison: gusto e simpatia come risorse aziendali» |
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ARRIVA BIANCHINA UNA NUOVA AMICA CHE MOLTI BAMBINI IMPARERANNO A CONOSCERE GRAZIE AL PROGETTO "NATI PER IL LATTE" (WWW.NATIPERILLATTE.IT) PROMOSSO E REALIZZATO DAL CONSORZIO LATTERIE VIRGILIO IN COLLABORAZIONE CON L´ASSOCIAZIONE MANTOVANA ALLEVATORI E ITALIALLEVA.
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Bianchina è una simpatica gocciolina di latte, italiana al 100%, che nei prossimi mesi accompagnerà i bambini delle scuole primarie attraverso un percorso ludico-didattico, il cui obiettivo è quello di avvicinare i più piccoli alla scoperta del magico mondo del latte, educandoli sull´importanza della qualità e della genuinità di questo prezioso alimento e di tutti i suoi derivati. L´iniziativa coinvolgerà circa un migliaio di scuole Primarie del nord Italia attraverso l´invio di kit didattici con all´interno vari materiali informativi e di esempio per i docenti, un utilissimo quaderno con giochi e attività per i bambini, da utilizzare sia in classe, sia a casa con i genitori, un poster da appendere in aula e 30 simpatici stickers. Educare divertendo: è questa la finalità del progetto. Un percorso che darà anche la possibilità di " toccare con mano " tutti i temi affrontati in classe. Verranno infatti organizzate, compatibilmente con i piani didattici delle scuole, delle viste presso un allevamento, dove tutto ha inizio, per poi andare a scoprire i segreti di un caseificio e la magia che trasforma il latte in un buon formaggio, fino ad arrivare alla sede del Consorzio Latterie Virgilio, dove verrà spiegata loro la cura e l´attenzione che da sempre vengono impiegati da chi lavora in una filiera controllata e di alta qualità. A conclusione del percorso didattico, tutte le scuole coinvolte potranno partecipare ad un´ iniziativa libera per aggiudicarsi materiali didattici dal nome " Il Latte: come nasce e cosa diventa" . Via libera alla fantasia di tutte le classi che potranno raccontare la loro esperienza attraverso le tecniche espressive che più preferiscono: disegni, fumetti, collage ecc . Nel mese di maggio, gli elaborati verranno selezionati da una giuria e alla scuola prima classificata verrà consegnata una lavagna interattiva multimediale, mentre le classi dal 2° al 10° posto riceveranno dei buoni spesa in materiale didattico |
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FIORENTINA GRILL TERMOZETA: IL GUSTO DELLA GRIGLIA “SU MISURA”.
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Termozeta presenta la sua nuova griglia compatta, ideale per la cottura di carne e pesce e perfetta per preparare gustosi snack. Fiorentina Grill è una bistecchiera compatta con temperatura regolabile, dotata di due piastre antiaderenti teflonate e scanalate, estraibili e posizionabili in tre modi diversi a seconda del risultato che si vuole ottenere. Si possono infatti sovrapporre per grigliare più velocemente, affiancare per ottenere una doppia superficie e disporre “a fornetto” per gratinare e riscaldare. Le piastre sono semplici da estrarre e pulire (grazie all’apposito beccuccio per lo sgocciolamento dei sughi) e possono essere lavate in lavastoviglie. Www.termozeta.com |
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ICAT FOOD: TONNO CONSORCIO PRESENTA DUE PACK IN EDIZIONE LIMITATA PENSATA PER IL NATALE 2012.
PER IL NATALE 2012 CONSORCIO HA PENSATO A DUE PRODOTTI SPECIALI PER GLI AMANTI DEL TONNO DI ALTA QUALITÀ
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. Valigetta dell’etichetta blu La confezione assortita natalizia Consorcio contiene il meglio della gamma dello storico tonno dall’etichetta blu: due tranci di tonno in lattina da 200 grammi ciascuno, un vaso vetro di filetti di tonno da 195 grammi ed una ventresca di tonno in lattina da 112 grammi. Un vaso vetro da primato Il vaso vetro “Edizione Speciale” contiene invece 900 grammi di deliziosi filetti di tonno, lavorati secondo il metodo tradizionale. Prezzo al pubblico: Entrambe le confezioni sono proposte al pubblico ad un prezzo di circa 22,00 euro. Il marchio Consorcio è distribuito da Icat Food S.p.a., la storica azienda genovese degli “esperti del mare”, che importa da tutto il mondo e distribuisce in Italia conserve ittiche di primissima qualità. Intuizione, fedeltà alla tradizione, costante ricerca dell’eccellenza e rispetto delle sapienti regole della pesca e della conservazione sono le chiavi del successo di questa azienda italiana che offre un ricco assortimento di linee e marchi sempre trainati da prodotti di qualità |
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LUSVARDI WINE NUOVO INGRESSO A CATALOGO PELLEGRINI S.P.A.
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Pellegrini Spa arricchisce il proprio listino di distribuzione con le etichette Lusvardi Wine, giovane realtà emiliana che nasce con l’obiettivo di enfatizzare il territorio di appartenenza dei vitigni, reinterpretandolo grazie ad ingredienti come 3,5 ha coltivati a vigneto Lambrusco (nelle varietà Salamino e Grasparossa) dell’azienda agricola di famiglia e la passione per il vino di Rita e Andrea Lusvardi. Lusvardi Brut, spumante rosso metodo Charmat, Lusvardi Brut Rosè, spumante rosato metodo Charmat e Grato (metodo ancestrale – rifermentazione naturale in bottiglia) vino rosso frizzante Lambrusco Emilia Igt sono le tre etichette che vanno ad incrementare il catalogo di Pellegrini Spa: vini briosi, freschi, leggeri, eleganti e profumati, prodotti ideali per accompagnare momenti di vita, ancor prima che i cibi. Il compito di tradurre in vino le aspettative di Lusvardi, oltre che alla natura, è stato affidato al giovane ed affermato enologo Federico Giotto che ha creduto fin da subito nelle potenzialità di questo progetto. Innovazione e integrità sono caratteristiche che contraddistinguono la tecnica produttiva di recente acquisizione: le uve vengono raffreddate mediante lo stazionamento in celle a 0°/1° prima della loro lavorazione per salvaguardare al massimo la componente varietale (fruttata) e territoriale del vino, nonché ridurre al minimo i fenomeni di ossidazione, permettendo una diminuzione notevole nell’uso di anidride solforosa. Questa tecnica, unitamente alla spumantizzazione del mosto che utilizza gli zuccheri naturalmente presenti nell’uva, ha consentito di ottenere un Lambrusco Spumante, rosso o rosato, che trova la sua più alta espressione qualitativa negli aromi fruttati provenienti dalle uve di origine, sapientemente conservati sino al prodotto finito. L’azienda produce inoltre Grato, omaggio a Flavia e Giuseppe Lusvardi - il vino frizzante col fondo - ottenuto da una rifermentazione naturale in bottiglia. Dopo un’iniziale fermentazione in rosso delle uve pigiate, segue una sosta in acciaio sulla feccia nobile per tutto l’inverno. In primavera viene imbottigliato e qui inizia la seconda fermentazione ad opera dei lieviti naturali utilizzando come liqueur de tirage il mosto delle stesse uve della base di partenza (tenuto a freddo dalla vendemmia). Al termine della fermentazione i lieviti rimangono sul fondo e partecipano attivamente alla maturazione del vino. Grato può essere servito limpido, scaraffando e facendo particolare attenzione che i lieviti rimangano sul fondo della bottiglia, oppure torbido, agitando delicatamente la bottiglia in modo da rimettere in sospensione i fermenti naturali. Distribuiti da Pellegrini S.p.a, i vini Lusvardi Wine sono disponibili nelle enoteche di nicchia e nelle carte vini dei più rinomati ristoranti. Fondata nel 1904, Pellegrini Spa è l’azienda commerciale di proprietà della famiglia Pellegrini da oltre un secolo attiva nella distribuzione sul territorio italiano di prodotti vitivinicoli e distillati di alta qualità. Pellegrini Spa distribuisce in esclusiva le etichette di oltre 80 aziende viti-vinicole italiane ed estere con offerte riservate al canale Ho.re.ca e super Ho.re.ca che vanno dai vini rossi e bianchi, ai distillati e agli Champagne. Per conoscere tutti i prodotti distribuiti da Pellegrini Spa è possibile consultare il sito internet www.Pellegrinispa.net |
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HAVANA CLUB MALECÓN EDITION. IL VINTAGE A CUBA HA TUTTO IL SAPORE DEL MALECÓN.
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Uno speciale pack natalizio pensato per regalare a tutti le ineguagliabili atmosfere di Cuba: un tuffo nel leggendario lungomare dell’Havana grazie all’esclusiva confezione di latta Dopo essere tornato alla ribalta sulle passerelle di tutto il mondo, quest’anno il vintage sarà il grande protagonista anche del Natale, che avrà un gusto un po’ new retrò con lo speciale pack natalizio Havana Club Malecón Edition, disponibile a metà novembre in un numero limitato di pezzi. Una preziosa scatola in latta ci riporterà immediatamente indietro nel tempo alle bellissime confezioni di una volta, che con i loro disegni e le loro decorazioni hanno da sempre riempito le case dei nostri nonni. A rendere ancora più unica questa scatola, le stampe in rilievo con finiture patinate che, oltre a farne un vero e proprio oggetto di design da esporre in salotto, porteranno nelle nostre case l’atmosfera e la bellezza di uno dei luoghi più caratteristici ed emblematici dello spirito dell’Havana: il Malecón, il lungomare di 7 km, dove il tramonto è un rituale a cui nessun cubano può rinunciare. Ogni lato della scatola, infatti, riproduce scatti di vita quotidiana consumati tra gli edifici color pastello della città dell’Avana, trasmettendoci la spontaneità e l’autenticità della vita di Cuba. La confezione retrò racchiude la raffinatezza e il gusto unico di Havana Club Añejo 7 años, la quintessenza del rum cubano da sempre apprezzato e scelto da chi ama uno stile di vita cosmopolita e di classe e da chi ne riconosce un autentico tributo all’arte del fare rum. Il suo sapore netto ma morbido, risultato di una composizione di rum invecchiati in botti di quercia bianca e il lungo processo di invecchiamento, un periodo minimo di 7 anni, caratterizza questo rum rendendolo complesso e raffinato. Caratterizzato da un aroma dominato dalle note di vaniglia, bosco, frutta secca, spezie e chiodi di garofano questo speciale rum lascia lungo le pareti del bicchiere una scia di colore marrone bruciato che ricorda il colore dei sigari forti. Il Natale può essere l’occasione giusta per degustarlo liscio, apprezzandone tutte le note degustative in compagnia di amici e parenti, o per renderlo il protagonista del Cubata, la rivisitazione moderna del cocktail cubano per eccellenza: il Cuba Libre. Sulla scatola in latta di Havana Club Malecón Edition, infatti, viene riportata la ricetta del famoso Cuba Libre fatto con Havana Club Añejo 7 años, che grazie alla sua qualità rende questo cocktail un’esperienza di gusto senza paragoni. Note ai redattori: - Prezzo di vendita consigliato: 18.90€ - Canale di distribuzione: nei migliori punti vendita della distribuzione moderna Havana Club La storia di Havana Club affonda le sue radici nel 1878 nel territorio di Cuba, dove viene fondata la prima distilleria, a Santa Cruz del Norte, poco distante da l’Avana. Il profondo legame tra Havana Club e Cuba è testimoniato dall’etichetta stessa, che raffigura la Giraldilla, la statua che domina il porto della città. I segreti alla base del suo successo e della sua alta qualità sono il territorio, che grazie al particolare microclima e alle sue caratteristiche uniche consente di coltivare la migliore canna da zucchero; il processo, che prevede un attento invecchiamento in selezionate botti di quercia bianca; e le persone, come i Maestros Roneros, che grazie alla loro passione ed esperienza hanno perfezionato l’arte di miscelare rum invecchiati. Lanciata in Italia nel 1998, Havana Club è distribuito nel nostro paese da Pernod Ricard Italia, appartenente al Gruppo Pernod Ricard, co-leader mondiale nel settore Wine & Spirits e numero 1 assoluto nella categoria alcolici premium. Leader di mercato della categoria rum con oltre il 33% di quota di mercato, Havana Club condivide con Pernod Ricard il forte impegno verso il consumo responsabile di bevande alcoliche attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte al consumatore finale. Per maggiori informazioni www.Havana-club.it |
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THERESIANER: MEDAGLIA D’ARGENTO PER LA PREMIUM PILS NON-FILTRATA
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Si è svolta il 12 novembre scorso, una nuova “testing competition” della famosa World Beer Championship di Chicago, in cui Theresianer ha già ricevuto nelle scorse settimane una medaglia d’argento per la non-filtrata Wit 0,75 lt. Questa volta la medaglia d’argento è stata assegnata alla non-filtrata Theresianer Premium Pils 0.75 lt. Ancora una volta il risultato è eccezionale considerando la prestigiosa internazionalità della competizione: dal 1994 il Bti (Beverage Testing Institute) conduce degustazioni professionali “indipendenti” per categoria e si propone di fornire ai consumatori un giudizio imparziale sulle birre presenti sul mercato. Su una scala di 100 punti, 87 è il punteggio acquisito dalla Premium Pils Theresianer, che corrisponde al giudizio “hightly recommended” - “prodotto altamente raccomandato”. A poche settimane di distanza la gamma delle birre Theresianer non-filtrate si riconferma di carattere e di qualità a livello internazionale. Come la Wit, anche la nuova medaglia d’argento Premium Pils è proposta, oltre che nel classico formato 0.75 lt, anche nel più recente formato Magnum 1.50 lt. Www.theresianer.com |
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G.H. MUMM PROTOCOLES DELUXE COFFRET
LIMITED EDITION
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Non basta stappare una bottiglia per degustare il vino piu elegante al mondo. Questa consapevolezza ha portato la Maison di Reims a creare il gG.h. Mumm Protocoles Deluxe Coffreth in edizione limitata, per offrire gli strumenti indispensabili ad apprezzare pienamente lo champagne; un cordon rouge concettuale che lega fra loro oggetti, gesti e sapere. G.h. Mumm si fa portavoce della vera cultura dello champagne e la riedita con spirito creativo. I rituali e le regole, ritrovati e reinventati, stuzzicano il piacere intellettuale e fisico. G.h. Mumm Protocoles Deluxe Coffret si ispira al “secretaire de campagne” di Napoleone e contiene tutto il necessario - dettagli, accessori e indicazioni - per dilatare il piacere della degustazione delle due Cuvee racchiuse all’interno, secondo i Protocolli della Maison. Ogni elemento e stato selezionato dallo Chef de Cave Didier Mariotti e da esperti enologhi in collaborazione con l’Atelier Du Vin, laboratorio che dal 1926 progetta e crea tutto ciò che ruota intorno al mondo del vino. Realizzato in legno laccato bianco con finiture in oro, e facilmente trasportabile grazie a due eleganti maniglie esterne e a un cavalletto d’appoggio. L’interno in sontuosa pelle rossa a riprendere l’emblema della Maison, il Cordon Rouge. Lo scrigno, in vendita in Italia in soli 15 pezzi, rivela all’apertura tutto l’occorrente per una perfetta degustazione nel rispetto dei Protocolli G.h. Mumm: . Due Cuvee eccezionali, G.h. Mumm Cordon Rouge e G.h. Mumm Vintage 2004 . 4 flute . 2 calici finemente decorati, creati per apprezzare al massimo i sapori, gli aromi e l’intensita del Vintage . Un’elegante pinza apribottiglie by Atelier Du Vin per rimuovere il tappo di sughero senza difficoltà . Un termometro by Atelier Du Vin per degustare lo champagne alla giusta temperatura . Un tappo speciale by Atelier Du Vin per preservare il perlage . Una raffinata serviette personalizzata G.h. Mumm per servire lo champagne . Un paio di guanti bianchi da sommelier . Un vassoio estraibile . La Glacette firmata Patrick Jouin . Una speciale guida alla degustazione . Una selezione dei 100 G.h. Mumm Protocoles, le card illustrate dai tratti epigrammatici del graphic designer Noma Bar, con le indicazioni, i suggerimenti e i consigli per servire e assaporare lo champagne con disinvolta eleganza e incantato entusiasmo. G.h. Mumm Protocoles Deluxe Coffret: l’incipit e lo champagne, l’idea centrale e il divertimento, il punto di riferimento sono i sensi, lo strumento e la tradizione con i suoi rituali. Prezzo consigliato: euro 1.200 |
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