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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Marzo 2013
PARLAMENTO EUROPEO: COME RIDURRE LE SOSTANZE PERICOLOSE PER IL SISTEMA ENDOCRINO  
 
Strasburgo, 13 marzo 2013 - Negli ultimi 20 anni i disordini legati al sistema endocrino - quello che regola la produzione degli ormoni - sono aumentati. Gli interferenti endocrini, ovvero quelle sostanze che alterano il normale funzionamento del sistema endocrino, fanno parte del nostro quotidiano: imballaggi alimentari, cosmetici, materiali per l´edilizia, apparecchiature elettroniche... La relazione della deputata Åsa Westlund richiede la riduzione dell´uso di queste sostanze. Dibattito martedì, al voto mercoledì. "L´obiettivo della proposta del Parlamento è quello di trovare un nuovo modo di utilizzare gli interferenti endocrini. È venuto il tempo di un´azione politica chiara. Anche se non abbiamo tutte le risposte, ne sappiamo abbastanza per poter regolare queste sostanze seguendo le giuste misure cautelari" ha dichiarato la deputata socialista svedese Åsa Westlund, relatrice del Pe. Quali sono le possibili conseguenze riconducibili agli interferenti endocrini? La lista è lunga e le patologie sono in aumento: l´incremento dei potenziali disturbi riproduttivi, sotto forma di peggiore qualità dello sperma, cancro ai testicoli, pubertà precoce e malformazione degli organi genitali, ad esempio il criptorchidismo, ossia la mancata discesa dei testicoli nel sacco scrotale durante lo sviluppo del feto, e l´ipospadiasi, ossia l´apertura dell´uretra nella parte inferiore del pene. Si assiste anche a un incremento delle malformazioni fetali, dei tumori e dei casi di diabete, e anche l´incidenza dei disturbi dello sviluppo neurologico, quali l´autismo e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). Cosa propone il Pe? Bisogna adottare rapidamente alcune misure per rafforzare la protezione dei gruppi maggiormente vulnerabili e limitare l´uso di interferenti endocrini in prodotti per la cura della pelle, prodotti tessili e giocattoli. È inoltre fondamentale prevedere nella vigente legislazione europea test adeguati che consentano di individuare gli interferenti endocrini. Segui il dibattito in diretta martedì pomeriggio.  
   
   
TECNOLOGIA 3D NELLA MEDICINA  
 
Bruxelles, 13 marzo 2013 - La visualizzazione medica usa il computer per creare immagini tridimensionali basandosi sui dati della diagnostica per immagini. È un campo della scienza relativamente nuovo che, nonostante la sua giovane età, ha già rivoluzionato la medicina. La maggior parte della medicina moderna si basa sulla diagnostica per immagini tridimensionale resa possibile dagli scanner per la risonanza magnetica e gli scanner per la tomografia computerizzata (Tc), che producono immagini 3D a partire da elementi bidimensionali. Quasi tutti gli interventi chirurgici e le terapie del cancro nel mondo sviluppato si basano attualment su questa tecnologia. Benché la medicina faccia uso delle tecniche per immagini 3D, i medici rimangono per lo più scettici. Questo potrebbe essere sul punto di cambiare, secondo i risultati di un nuovo studio che rivelano che anche i chirurghi con esperienza possono trarre vantaggio dalla terza dimensione. Lo studio, condotto dall´Istituto per le telecomunicazioni Heinrich Hertz Hhi dell´Istituto Fraunhofer e dall´ospedale universitario Klinikum rechts der Isar di Monaco di Baviera, suggerisce che grazie a occhiali e schermi 3D migliorati, i test pratici hanno dimostrato benefici medici che una volta erano considerati puramente teorici. I ricercatori hanno dimostrato che anche i medici con esperienza potrebbero trarre vantaggio dall´ultima generazione di dispositivi 3D. "In passato i medici erano titubanti a usare questa tecnologia proprio a causa degli occhiali", dice il dott. Ulrich Leiner, capo del dipartimento Media interattivi - Fattori umani dell´Hhi. Nei test condotti nel corso dello studio, circa 50 chirurghi hanno risposto positivamente ai sistemi 3D con o senza gli occhiali. "Anche se la tecnologia necessita ancora di qualche perfezionamento, dal momento che non richiede di indossare occhiali speciali, aumenterà la popolarità dei sistemi 3D nelle sale operatorie", ha detto. Lo studio è stato condotto in seguito ai recenti sviluppi della tecnologia degli schermi a 3D. I modelli 4K per applicazioni mediche che offrono una risoluzione Hd quadrupla sono già disponibili. "Il prossimo passo è l´ultra alta definizione con 8K. Questo migliorerà di sedici volte la risoluzione delle immagini Hd attualmente disponibili", dice Michael Witte dell´Hhi spiegando le attuali tendenze. Witte è convinto che il 3D senza occhiali contribuirà a un progresso duraturo. "È per questo che i ricercatori ritenevano che fosse ora di fare un test scientifico per valutare se la tecnologia 3D ha raggiunto il livello di maturità necessario per le delicate applicazioni cliniche", dice. Hanno invitato chirurghi presso l´ospedale chirurgico Klinikum rechts der Isar per testare l´ultima generazione di dispositivi 3D. I chirurghi che hanno partecipato al test hanno provato un totale di quattro diversi sistemi di schermi: 2D, 3D con e senza occhiali e un´attrezzatura a specchio che serviva come modello 3D "ideale". Le immagini erano fornite da telecamere endoscopiche che i medici hanno usato durante la simulazione di una procedura di routine. Usando ago e filo, i medici hanno cucito una ferita con dieci punti in un modello di cavità addominale. Proprio come si sarebbe fatto in una procedura minimamente invasiva, i chirurghi non avevano una visione diretta delle loro mani e dipendevano dallo schermo. I risultati sono stati sorprendenti: con il sistema basato sugli occhiali 3D la procedura era più breve di oltre il 15 per cento e la precisione aumentava considerevolmente. I movimenti delle mani erano più mirati rispetto al modello 2D. A quanto mi risulta, non abbiamo osservato un tale effetto tra i nostri chirurghi esperti in passato", dice il prof. Hubertus Feuáner descrivendo il test. Il chirurgo, che lavora al Klinikum rechts der Isar da oltre 30 anni, ha effettuato diverse migliaia di operazioni. "In passato erano soprattutto i medici più esperti a essere molto scettici riguardo la tecnologia 3D e non solo perché essa non offriva praticamente alcun vantaggio tangibile. Molti medici non si sentivano a loro agio guardando uno schermo e di conseguenza preferivano basarsi sulla loro esperienza", dice il dott. Silvano Reiser, collega di Feuáner. Anche il modello senza occhiali ha fatto un´impressione positiva: i partecipanti al test hanno considerato la qualità paragonabile al 2D. "Sfortunatamente il sistema che abbiamo sviluppato non è riuscito ad arrivare al primo posto. Ma il primo test medico pratico "difficile" ha mostrato un grande potenziale, siamo infatti riusciti a lavorare sulla fondamentale tecnologia dell´oculometria. È qui che, attraverso l´oculometria, telecamere seguono entrambi gli occhi e ogni occhio vede un´immagine distinta. Questo crea un effetto 3D senza occhiali", dice Leiner. Entrambi i ricercatori vedono un futuro promettente per il 3D: "Lo studio ha dimostrato che il 3D è ormai un´opzione anche per i chirurghi. Questo riaprirà la discussione tra gli scettici. Adesso è necessario fare test in altre discipline mediche". Indubbiamente l´introduzione di nuove tecnologie nella terapia chirurgica ha cambiato le procedure chirurgiche, specialmente in termini di informazioni visive disponibili per il team chirurgico. Si sta lentamente sostituendo la visione diretta del tavolo operatorio con informazioni visive indirette sulla base di sistemi ottici e monitor. Questo porterà in definitiva a procedure più veloci e non invasive che permetteranno ai pazienti di guarire più in fretta. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Fraunhofer Heinrich Hertz Hhi http://www.Fraunhofer.de/en/press/research-news/2013/march/new-opportunities-for-3d-technology-in-medicine.html    
   
   
LO PSICOLOGO CONSULENTE IN AMBITO GIUDIZIARIO CONVEGNO A MILANO ORGANIZZATO DALL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA INTERVENGONO MAGISTRATI, AVVOCATI, PSICOLOGI ED ESPERTI  
 
Milano, 13 marzo 2013 - – Venerdì 15 e sabato 16 Marzo 2013 si tiene a Milano (Centro Congressi di via Corridoni 16, inizio ore 9:30) il convegno “Lo psicologo consulente in ambito giudiziario”, organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia. Come dimostrano numerosi e recenti casi di cronaca, il magistrato, l’avvocato e il cittadino ricorrono sempre più frequentemente alla consulenza dello psicologo: si va dai frequenti casi di intervento come consulente tecnico nell’ambito dei conflitti familiari, soprattutto per la tutela dei minori (affidamento dei figli nei casi di separazione, idoneità all’adozione, alienazione genitoriale, ecc.), alla funzione di ausiliario del Giudice come perito nei casi di giustizia penale, fino al delicato intervento dello psicologo nell’ambito penale minorile, sia nel caso che un reato venga commesso o subito da un minore. Attraverso le conversazioni e il dibattito pubblico tra gli addetti ai lavori, il convegno intende illustrare le competenze dello psicologo giuridico e avviare una riflessione sui temi dell’etica e della qualità professionale di queste importanti applicazioni specialistiche della psicologia. All’incontro intervengono: dott. Mauro Grimoldi, Presidente Ordine Psicologi della Lombardia; avv. Prof. Guglielmo Gulotta, già Ordinario di Psicologia Giuridica, Università degli Studi di Torino; dott. Bianca La Monica, Presidente Sezione Famiglia e Minori Corte di Appello Milano; prof. Isabella Merzagora Betsos, Straordinario di Criminologia, Università degli Studi di Milano; dott. Valeria La Via, Psicologa Psicoterapeuta, specialista in Criminologia Clinica, Consigliere Opl prof. Maria Elena Magrin, Associato d Psicologia Giuridica, Università degli Studi di Milano-bicocca; prof. Daniela Pajardi, Associato di Psicologia Giuridica, Università degli Studi Carlo Bo di Urbino; dott. Massimo Ruggiero, già Consigliere presso la I Sezione penale della Corte d’Appello di Milano; prof. Giancarlo Tamanza, Associato di Psicologia Clinica, Università Cattolica di Brescia; dott. Emma Avezzù, Capo della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia; dott. Chiara Brillanti, Psicologa Psicoterapeuta esperta in Psicologia giuridica; avv. Antonella Calcaterra, Foro di Milano; dott. Olindo Canali, Psicologo Magistrato Ix Sezione Civile Tribunale di Milano; dott. Giorgio Cavicchioli, Psicologo giuridico, Coordinatore Servizio Distrettuale Tutela Minori Mantova; dott. Laura Cosmai, Magistrato Ix Sezione Civile Tribunale di Milano; dott. Beatrice Crosti, Magistrato Tribunale di Sorveglianza Milano; avv. Maddalena Claudia Del Re, Foro di Roma; dott. Luisa Della Rosa, Psicologa Psicoterapeuta, Direttore clinico Centro per la Cura del Trauma; avv. Laura Hoesch, Foro di Milano; dott. Paola Picozzi, Psicologa Psicoterapeuta, già consulente Consultori Familiari Integrati, Asl Milano; dott. Marisa Portoni, Responsabile programmazione e monitoraggio attività consultori familiari, Asl Milano; prof. Assunto Quadrio, Emerito di Psicologia Sociale, Università Cattolica di Milano; dott. Gloria Servetti, Presidente Ix Sezione Civile Tribunale di Milano; avv. Marzia Simionato, Foro di Milano; prof. Giovanni Tarzia, Giudice Onorario Tribunale per i Minorenni di Milano; Ordine degli Psicologi della Lombardia www.Opl.it    
   
   
FVG: PROGETTO RETHI PER GARANTIRE STANDAR ELEVATO DI SERVIZI  
 
Pordenone, 13 marzo 2013 - Si chiama Progetto Rethi-regions Tackling Health Inequalities ed è il progetto europeo che promuove, nell´ambito del Programma Progress (Support to participating countries´ strategies on health Inequalities), le attività volte a ridurre le disuguaglianze sanitarie in Europa, stimolando la riflessione sui temi della disparità in termini di offerta di servizi, della pianificazione delle strategie e dell´individuazione delle soluzioni più adeguate. I risultati di Rethi - coordinato dalla Regione Veneto (Direzione Servizi Sociali) e realizzato in collaborazione con altri quattro partner nazionali e internazionali: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Direzione centrale Salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali); Deutsches Institut für Gesundheitsforschung (Germania); Regione Västra Götaland (Svezia); National Children´s Bureau (Gran Gretagna) - sono stati presentati ieri a Pordenone nel corso di un incontro organizzato dalla Consulta regionale delle Associazioni di Persone con Disabilità e delle loro famiglie del Fvg. Il progetto è stato svolto considerando i cinque gruppi di popolazione a rischio di disuguaglianza sanitarie quali gli anziani, i minori, i migranti, le persone con disabilità e i poveri; ciascuno di questi gruppi svantaggiati sono stati poi i beneficiari delle attività che ciascun partner del Progetto Rethi ha realizzato. La Regione Friuli Venezia Giulia, referente del gruppo di lavoro sulle disabilità, ha affidato alla Consulta Regionale la realizzazione delle attività del progetto, attraverso una convenzione con l´Area Welfare di comunità - Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 Bassa Friulana. Le attività realizzate dalla Consulta Regionale si sono focalizzate su un lavoro che potesse permettere di tracciare le buone pratiche, gli esempi di innovazione e di avanguardia realizzati in tutta la regione, per poter stimolare ancora di più la replicabilità delle attività sviluppate e per cercare di inserire i percorsi di inclusione in percorsi di sviluppo. Partendo dagli obiettivi del Progetto Rethi, le attività svolte dalla Consulta si sono basate su sette tematiche principali affrontate a livello normativo regionale: la protezione sociale, la salute, la partecipazione sociale e la promozione dei diritti, l´istruzione e la formazione, l´occupazione, l´accessibilità e le soluzioni innovative per gli ambienti di vita, l´informazione. Obiettivo finale delle attività svolte nel Progetto Rethi dalla Consulta Regionale Disabili è la realizzazione di una prima Guida Pratica, per dare visibilità alle esperienze e alle buone pratiche sviluppate sul territorio regionale in favore del superamento delle disuguaglianze in salute per le persone con disabilità.  
   
   
MARCHE, SITUAZIONE DEL PICCOLO FEDERICO AFFETTO DAL MORBO DI KRABBE, SPACCA SCRIVE UNA LETTERA AL MINISTRO BALDUZZI.  
 
Ancona, 13 marzo 2013 - “La Regione Marche è vicina a Federico e alla sua famiglia e si è già attivata presso il Ministero della Salute al fine di cercare una soluzione a una vicenda così triste e dolorosa”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, che ieri ha inviato una lettera al Ministro della Salute Balduzzi in merito alla situazione del piccolo Federico affetto dal morbo di Krabbe. “Abbiamo scritto al Ministro Balduzzi – dice Spacca - per portare alla sua attenzione una situazione drammatica che deve trovare una soluzione attraverso un percorso che rispetti le norme ma ancor prima i principi basilari della solidarietà umana. Vanno tutelati i diritti del bambino e della sua famiglia: il Ministro è già intervenuto in casi analoghi e gli chiediamo di avere la stessa attenzione anche verso il piccolo Federico, che ha bisogno di essere sottoposto alle cure staminali al più presto. Non c’è tempo da perdere. Ci appelliamo al Ministro Balduzzi, alla sua sensibilità e compassione umana, per comprendere la situazione e intervenire al più presto, per consentire al piccolo Federico di avere le cura che la sua famiglia desidera per lui”. Di seguito il testo integrale della lettera inviata al Ministro Balduzzi. “Sottopongo alla Sua attenzione il caso umano del piccolo Federico Mezzina, di Fano, un bambino di 26 mesi affetto dal morbo di Krabbe. A seguito di una sentenza del Tribunale, tale bambino non potrebbe essere sottoposto alle cure del metodo Stamina, calpestando la volontà della famiglia. Caro Ministro, è necessario trovare una soluzione a una vicenda così triste e dolorosa attraverso un percorso che rispetti le norme ma ancor prima i principi basilari della solidarietà umana. Ritengo che prioritariamente siano da tutelare i diritti del bambino e della sua famiglia. Lei, Signor Ministro, è già intervenuto in casi analoghi: Le chiediamo di avere la stessa attenzione anche verso il piccolo Federico, che ha bisogno di essere sottoposto alle cure staminali al più presto. Mi appello alla sua sensibilità e compassione umana, per comprendere la situazione e intervenire al più presto, per consentire al piccolo Federico di avere le cura che la sua famiglia desidera per lui”.  
   
   
LOMBARDIA: LA SALUTE DELLE OSSA DELLE DONNE, IN 47 OSPEDALI VISITE GRATIS  
 
Milano, 13 marzo 2013 - Sono 47 (su 109 in tutta Italia) le strutture sanitarie lombarde che aderiscono al progetto di prevenzione per la salute delle ossa, promosso dall´Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda). Visite Ed Esami Gratuiti - Per tutto il mese di aprile negli ospedali aderenti all´iniziativa - tutti già premiati da Onda con i ´bollini rosa´ per l´attenzione che dedicano al mondo femminile - si potranno effettuare visite ed esami gratuiti. Secondo studi recenti, passati i 50 anni, una donna su tre comincia ad avere ossa più fragili. ´Il mese per la salute delle ossa´, programma patrocinato da Regione Lombardia, è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Palazzo Pirelli, cui è intervenuto l´assessore alla Sanità Mario Melazzini insieme al presidente di Onda Francesca Merzagora e all´attrice Stefania Sandrelli, testimonial dell´iniziativa. Prevenzione - "Regione Lombardia - ha detto Melazzini - è molto vicina e attenta alla salute delle donne. I molti ospedali lombardi già certificati con i ´bollini rosa´ dimostrano l´attenzione di Regione Lombardia ai percorsi di prevenzione e cura delle patologie del mondo femminile". "In questo contesto - ha proseguito l´assessore - l´iniziativa di oggi, dedicata all´osteoporosi, è molto importante. Agire sulla prevenzione infatti non permette solo di offrire risposte sempre più appropriate e adeguate alla domanda di salute, ma anche di contenere i costi per il sistema sanitario. In un´epoca, come l´attuale, di tagli lineari anche questo aspetto non va sottovalutato".  
   
   
NUOVI DATI CONFERMANO LA VALIDITÀ DELLA TROMBOLISI PRECOCE CON TENECTEPLASE, PRIMA DELL’ARRIVO IN OSPEDALE, SEGUITA DA ANGIOPLASTICA ENTRO 6-24 ORE IN PAZIENTI CON STEMI, CHE NON HANNO ACCESSO A PCI PRIMARIA ENTRO L’INTERVALLO RACCOMANDATO DI 60 MINUTI.  
 
Ingelheim, Germania, 13 marzo 2013 – Nuovi dati presentati in occasione del 62° Congresso ed Expo annuale dell’American College of Cardiology dimostrano che nei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto con sovraslivellamento del tratto St (Stemi) che non possono essere sottoposti ad angioplastica coronarica percutanea primaria (Pci primaria) entro 60 minuti, ottengono risultati clinici comparabili se sottoposti a trombolisi precoce con tenecteplase, seguita da angioplastica (strategia farmaco-invasiva).1 “Un numero significativo di pazienti colpiti da infarto miocardico acuto non riesce a raggiungere la sala di emodinamica entro l’intervallo temporale raccomandato” sostiene il Principal Investigator dello studio Streamtm, il Professor F. Van de Werf della Clinica Universitaria Gasthuisberg di Lovanio, Belgio. “La trombolisi pre-ospedaliera, seguita da angioplastica coronarica in un ragionevole lasso di tempo ha ottenuto un’efficace riperfusione in pazienti con Stemi, anche se associata a un lieve rischio di emorragia intracranica”. Lo studio Streamtm (Strategic Reperfusion Early After Myocardial Infarction) è il primo studio esplorativo prospettico randomizzato su una strategia “farmaco-invasiva” per pazienti con Stemi. Lo studio ha valutato gli esiti della trombolisi con tenecteplase, entro 3 ore dalla comparsa dei sintomi e seguita da angioplastica entro 6-24 ore, rispetto a Pci primaria eseguita secondo gli standard locali.1 L’endpoint primario composito (mortalità, shock cardiogeno, insufficienza cardiaca congestizia e nuovo infarto entro 30 giorni) è stato osservato nel 12,4% dei pazienti che hanno ricevuto tenecteplase nell’ambito della strategia farmaco-invasiva con angioplastica entro 6-24 ore rispetto al 14,3% dei pazienti sottoposti a Pci primaria precoce (rischio relativo 0,86 (0,68-1,09)).1 I risultati dello studio indicano che non vi sono interazioni significative fra i trattamenti. Lo shock cardiogeno (4,4% contro 5,9% p=0,13) e l’insufficienza cardiaca congestizia (6,1% contro 7,6% p=0,18) si sono verificati con minor frequenza nei pazienti trattati con strategia farmaco-invasiva. Per gli altri endpoint clinici, considerati singolarmente, ovvero mortalità per tutte le cause (4,6% contro 4,4% p=0,88) e nuovo infarto (2,5% contro 2,2% p=0,74), le percentuali sono state simili rispettivamente nel braccio con strategia farmaco-invasiva e nel braccio con Pci primaria.2 Le percentuali di ictus (tutti i tipi) sono state modeste in entrambi i bracci di trattamento con una leggera prevalenza nel braccio relativo alla strategia farmaco-invasiva (1,6% contro 0,5% p=0,03). Non sono state riscontrate differenze significative nel numero di emorragie intracraniche (6,5% nel braccio in strategia farmaco-invasiva contro 4,8% nel braccio a Pci primaria, p=0,11).2 “I risultati dello studio Streamtm confermano che i pazienti che ricevono terapia trombolitica seguita da angioplastica entro 24 ore hanno un esito a 30 giorni simile a quelli sottoposti a Pci primaria precoce” ha dichiarato il Professor A. Gershlick dell’Università di Leicester, co-Principal Investigator di Streamtm. “Questi risultati offrono una potenziale opzione terapeutica ai medici di pronto soccorso e ai cardiologi per quei pazienti che non riescono a essere sottoposti a Pci primaria nell’intervallo di tempo richiesto dalle Linee Guida. Nonostante i continui sforzi a livello mondiale per ridurre il tempo che intercorre fra l’intervento del medico e la Pci primaria, si possono ancora verificare ritardi, spesso dovuti ad eccessiva distanza dagli hub di emodinamica. In queste situazioni andrebbe considerata la strategia farmaco-invasiva”. Eseguire la Pci precocemente è una grande sfida dal punto di vista operativo.2 Per i pazienti con Stemi3 l´accesso alla Pci non è sempre realizzabile, infatti una quota significativa di pazienti non riesce a essere sottoposta a Pci primaria nei tempi previsti dalle Linee Guida.4,5 “I risultati di Streamtm sono particolarmente importanti per i pazienti che vivono in aree prive di strutture che eseguono la Pci o in aree ove fattori esterni, quali il forte traffico, ostacolano l’intervento di Pci primaria precoce” spiega il Dr. P. Goldstein, Medico d’Urgenza di Lilla, Francia. “Streamtm è uno studio di grande interesse per la terapia cardiologica acuta, che ha confermato come la trombolisi eseguita prima di giungere in ospedale possa svolgere un ruolo significativo nell’estendere la finestra temporale per l’angioplastica sino a 24 ore per quei pazienti che non riescono a raggiungere una sala di emodinamica entro 60 minuti.” Lo Studio Streamtm 1,2 Streamtm (Strategic Reperfusion Early After Myocardial Infarction) è uno studio randomizzato internazionale, multicentrico, esplorativo, prospettico, comparativo a gruppi paralleli, in aperto, di valutazione degli esiti clinici in pazienti colpiti da infarto miocardico, con sovraslivellamento del tratto St, che iniziano il trattamento prima di giungere in ospedale ed entro 3 ore dalla comparsa dei sintomi. Circa 2.000 pazienti sono stati randomizzati al trattamento trombolitico, con tenecteplase associato a enoxaparina, clopidogrel e aspirina, seguita da cateterismo cardiaco entro 6-24 ore, o angioplastica di salvataggio (rescue) in caso di fallimento della riperfusione entro 90 minuti dalla trombolisi, rispetto a Pci eseguita secondo gli standard locali. L’endpoint primario d’efficacia a 30 giorni era un endpoint composito che includeva mortalità, shock cardiogeno, insufficienza cardiaca e nuovo infarto. Gli endpoint di sicurezza hanno valutato l’ictus ischemico, l’emorragia intracranica e grave sanguinamento non-intracranico. Il follow-up esteso a 1 anno ha considerato la mortalità per tutte le cause. Dallo studio Streamtm sono stati esclusi pazienti con Stemi che sono riusciti a ricevere Pci primaria entro 60 minuti dal primo contratto con personale medico. Tenecteplase è un farmaco che dissolve il reticolo di fibrina del trombo. Il farmaco è quindi indicato per effettuare la trombolisi e cioè la dissoluzione del trombo nei pazienti colpiti da infarto miocardico acuto (Ima). L’efficacia di tenecteplase per il trattamento dell’Ima è stata dimostrata in circa 20.000 pazienti trattati in studi clinici controllati (es. Programma di trial clinici Assent). L’unione Europea ha concesso a Boehringer Ingelheim l’autorizzazione alla commercializzazione di tenecteplase con procedura centralizzata il 23 febbraio 2001. Boehringer Ingelheim è titolare dell’Autorizzazione alla Commercializzazione in tutti i Paesi ad eccezione di Stati Uniti, Canada e Giappone. Tenecteplase è attualmente autorizzato in 89 Paesi e commercializzato in 86 di questi Paesi. Infarto miocardico acuto con sovraslivellamento del tratto St (Stemi)6 Nella maggior parte dei casi l’infarto miocardico è causato dalla rottura di una placca arterosclerotica e conseguente trombosi coronarica. Nell’infarto miocardico con sovraslivellamento del tratto St (Stemi), il trombo occlude un’arteria coronarica epicardica importante. L’occlusione del vaso è il motivo principale dell’emergenza cardiaca, in quanto è necessario ripristinare quanto prima possibile l’afflusso di sangue al cuore. Per tale motivo si possono utilizzare varie strategie riperfusive, quali la via meccanica con angioplastica coronarica percutanea primaria (Pci primaria) o farmacologica con terapia trombolitica.