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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 18 Marzo 2013 |
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STOP AL MARKETING FRAUDOLENTO: INTERVENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER UN MAGGIOR RISPETTO DELLE NORME CONTRO LE PRATICHE COMMERCIALI SLEALI |
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Bruxelles, 18 marzo 2013 – La Commissione europea ha illustrato il 14 marzo una serie di interventi contro le pratiche commerciali aggressive nell’Unione europea, come le offerte falsamente “gratuite”, la pubblicità propagandistica per prodotti che non possono essere venduti o le sollecitazioni all’acquisto dirette ai minori. La Commissione ha esaminato, a cinque anni dall’entrata in vigore, l’applicazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali e ha annunciato l’intenzione di potenziare il rispetto della normativa per accrescere la fiducia dei cittadini che fanno acquisti nel mercato interno europeo. Questa iniziativa fa parte dell’azione della Commissione volta a creare un clima di fiducia nel quadro dell’agenda europea dei consumatori (Ip/12/491). Acquistando online nei paesi dell’Ue si ha una scelta di prodotti 16 volte più ampia, ma il 60% dei consumatori non approfitta di questa possibilità e, di conseguenza, non trae vantaggio dalla varietà di scelta e dalle differenze di prezzo esistenti nel mercato unico. Rafforzare la fiducia dei consumatori garantendo con maggior efficacia il rispetto delle norme può dare un forte impulso alla crescita economica in Europa. I sondaggi rivelano infatti che, rispetto al 2006 quando la direttiva non era ancora stata recepita negli Stati membri, sono aumentati i consumatori interessati ad effettuare acquisti transfrontalieri e disposti a spendere più denaro oltre frontiera. “Le spese per i consumi rappresentano il 56% del Pil dell’Unione europea, ma la mancanza di fiducia dei consumatori negli acquisti oltrefrontiera nell’Ue è segno che non stiamo ancora sfruttando appieno il potenziale del mercato unico”, ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria europea per la Giustizia. “Le norme vigenti a tutela dei consumatori sono ben strutturate, ma occorre far sì che siano meglio applicate, specie nei casi transfrontalieri. Dev’esserci “tolleranza zero” per i professionisti disonesti in modo che i consumatori sappiano esattamente cosa acquistano e non vengano ingannati. Questo vuol dire adottare un approccio coerente verso l’applicazione dello stesso insieme di norme”. Grazie alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali, i garanti nazionali della tutela dei consumatori hanno potuto tenere a freno una vasta gamma di pratiche commerciali sleali, comprese le informazioni menzognere fornite ai consumatori o l’utilizzo di tecniche aggressive per influenzarne le scelte. Sostituendo 27 regimi nazionali con un unico insieme di norme, la direttiva ha semplificato le regole in materia di pratiche commerciali sleali, rendendo più facile per i consumatori conoscere i loro diritti, a prescindere dal luogo nell’Ue in cui fanno acquisti. Tuttavia, tanto i consumatori quanto i professionisti hanno ancora difficoltà a sapere come verranno applicate queste norme dalle varie autorità nazionali competenti. Nel 2010 quattro consumatori online su cinque nell’Ue (l’81%) hanno usato un sito di confronto dei prezzi. Questi strumenti, però, possono servire a rafforzare la fiducia del consumatore solo se forniscono informazioni in modo chiaro e accurato, cosa che non sempre oggi si verifica. Vari portatori d’interessi hanno segnalato problemi riguardo ai siti di confronto dei prezzi, specie in termini di trasparenza e completezza dell’informazione fornita. Per di più, problemi ricorrenti o pratiche commerciali nuove, come quelle poste in essere nell’ambiente digitale, spesso hanno una dimensione transnazionale e pongono questioni comuni alle autorità nazionali; ciò richiede un approccio più coerente verso l’applicazione. Ne è un esempio l’ammenda irrogata da un’autorità nazionale ad un’impresa leader del mercato degli apparecchi elettronici per aver offerto a pagamento una garanzia di due anni sui propri prodotti, nonostante i consumatori avessero già diritto a questo servizio gratuitamente ai sensi del diritto dell’Unione. Poiché problemi simili erano già stati riscontrati in altri Stati membri, la Vicepresidente Viviane Reding ha scritto a tutti i ministri degli Stati membri dell’Ue responsabili della tutela dei consumatori per attirare la loro attenzione sulla questione e verificare quanto sia stato fatto per garantire il rispetto delle norme a livello nazionale. Dalle risposte ricevute è emersa una mancanza di coerenza nell’interpretare e far rispettare la direttiva da parte delle autorità nazionali. La Commissione intende quindi svolgere un ruolo più incisivo nel rafforzare la cooperazione tra autorità nazionali responsabili dell’applicazione della normativa, attraverso: • una maggior efficienza della rete di cooperazione per la protezione dei consumatori e la promozione delle indagini a tappeto (“sweeps”); • il supporto agli Stati membri nell’applicazione efficace della direttiva per mezzo di orientamenti e scambi di buone prassi; • l’elaborazione di indicatori del rispetto delle norme, per identificare le carenze e i punti deboli che richiedono ulteriori interventi di indagine e/o correttivi; • l’organizzazione di seminari tematici periodici tra autorità nazionali responsabili dell’applicazione e di formazioni per tali autorità e per i magistrati. I principali mercati in cui i consumatori continuano a perdere denaro e in cui serve agire di più sono stati identificati nei servizi turistici e di trasporto, nel digitale, nei servizi finanziari e nei beni immobili. Inoltre, le autorità responsabili del rispetto della normativa devono verificare più attentamente le “asserzioni ambientali” ed “ecologiche”, spesso usate dai rivenditori in modo vago e non sempre in maniera responsabile. Contesto Adottata nel 2005, la direttiva 2005/29/Ce sulle pratiche commerciali sleali stabilisce norme armonizzate per contrastare le pratiche commerciali sleali e garantisce che i consumatori non siano tratti in inganno o sottoposti ad un marketing aggressivo e che le qualità vantate dai professionisti nell’Unione siano chiare, accurate e comprovate, permettendo in tal modo ai consumatori di fare scelte informate ed appropriate. La direttiva si prefigge anche di garantire, promuovere e tutelare la concorrenza leale nel settore delle pratiche commerciali. Il suo campo di applicazione è ampio e comprende tutti i settori economici. Norme specifiche vietano lo sfruttamento di consumatori vulnerabili, come i minori, mentre nella “lista nera” sono elencate le pratiche - come la pubblicità propagandistica (“bait advertising”) o le offerte falsamente gratuite - che sono vietate in qualunque circostanza. Come indicato dagli Stati membri e dai portatori d’interessi nella relazione pubblicata oggi, la mancanza di risorse, la complessità delle procedure interne e l’assenza di sanzioni deterrenti rischiano di pregiudicare l’applicazione corretta della normativa. Il vertice europeo dei consumatori del 18-19 marzo 2013, organizzato dalla Commissione, sarà l’occasione per discutere con tutti gli interessati soluzioni concrete per migliorare il rispetto dei diritti dei consumatori, a livello nazionale e transnazionale, e per sondare in che modo si possa rispondere in modo efficace nei casi di importanza europea all’interno del mercato unico. |
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A FIRENZE “LE GIORNATE DEL CINEMA EUROPEO - OMAGGIO AL PREMIO LUX” |
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Firenze, 18 marzo 2013 - In occasione del Festival d’Europa (7-12 maggio), l´Ufficio per l´Italia del Parlamento Europeo in collaborazione con Europe Direct Firenze presentano, “Le Giornate del Cinema Europeo - Omaggio al Premio Lux”. Al Teatro Puccini di Firenze saranno proiettati quattro dei dieci film finalisti. Tra le pellicole selezionate per la rassegna fiorentina lo sono Li (2011), il film diretto dall´italiano Andrea Segre per una coproduzione italo-francese e vincitore dell’edizione 2012 del Premio Lux. Il film esplora i problemi dell´immigrazione e i conflitti fra comunità tradizionale e aspirazioni individuali. Racconta un´interessante storia di amicizia che rompe gli stereotipi e i pregiudizi contro "gli stranieri". Gli altri tre film in cartellone sono: Just the Wind, regia di Benedek Fliegauf (2012, Ungheria, Germania, Francia); Le nevi del Kilimangiaro di Robert Guèdiguian (2011, Francia) e Tabù di Miguel Gomes (2012, Portogallo, Germania, Francia e Brasile). Ad introdurre i film ogni sera dal palco del Puccini, sarà un rappresentante di Fondazione Sistema Toscana Mediateca, che, grazie al nuovo progetto "Quelli della Compagnia" realizzato per Regione Toscana, promuove il cinema di qualità in rete con le sale cinematografiche fiorentine e toscane. Il Premio Lux, creato nel 2007 dal Parlamento europeo, mira a promuovere la ricchezza e la diversità del cinema europeo attraverso la selezione di film che interrogano, uniscono e a volte dividono i cittadini europei, dando così la possibilità di superare la barriera linguistica che ostacola l´esistenza di un mercato cinematografico europeo comune. I film selezionati per concorrere all’edizione 2012 sono stati prodotti in Belgio, Bosnia-erzegovina, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Svizzera e Turchia. Si tratta di opere dirette da registi affermati e da giovani autori, future promesse del panorama internazionale. Tutte le proiezioni sono ad ingresso libero. Martedì 7 maggio ore 21:00 - Io sono Li, regia di Andrea Segre (2011) produzione Francia/italia – Vincitore Premio Lux 2012 Trama: Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città-isola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria. Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quella piccola osteria. Il loro incontro è una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, ma non più lontane. Ma l’amicizia tra Shun Li e Bepi turba le due comunità, quella cinese e quella chioggiotta, che ostacolano questo nuovo viaggio, di cui forse hanno semplicemente ancora troppa paura. Mercoledì 8 maggio ore 21:00 - Just the Wind, regia di Benedek Fliegauf (2012), produzione Ungheria, Germania, Francia Trama: Anna vive insieme al fratellino Rio, la madre Mari e il nonno Tomi in una fattoria isolata tra le campagne dell´Ungheria. Di origini gitane, Anna frequenta la scuola mentre la madre va a lavorare come donna delle pulizie in un paese vicino, lasciando in casa il nonno, reduce da un ictus, e Rio, che ha il vizio di nascondersi in un granaio abbandonato. Da qualche tempo, però, tutta la zona in cui abitano è teatro dei crimini razziali composti da una banda di teppisti che prende di mira solo gli zingari, con cui Anna e la sua famiglia dovranno loro malgrado fare i conti. Giovedì 9 maggio ore 21:00 - Le nevi del Kilimangiaro, regia di Robert Guèdiguian (2011), produzione Francia Trama: Nonostante abbia perso il lavoro, Michel, uomo di mezza età, vive tranquillamente e in armonia con la moglie Marie-claire, al suo fianco da più di trent´anni. Una notte però la loro modesta abitazione è presa di mira da due criminali, due ladri intenzionati a recuperare il denaro che la coppia custodisce in casa. Per spaventarli, i balordi picchiano i due coniugi, li legano e scappano via. In seguito Michel scopre che uno dei ladri è in realtà un suo ex collega di lavoro, che deve mantenere i due fratelli più piccoli. Mossi dalla pietà, Michel e Marie-claire cominciano ad aiutare il giovane. Venerdì 10 maggio ore 21:00 - Tabù, regia di Miguel Gomes (2012), produzione Portogallo, Germania, Francia e Brasile Trama: Pilar è una lisbonese da poco pensionata che si impegna nel volontariato cattolico e che cerca di dare ascolto come può ad Aurora, un´anziana vicina di casa. Aurora parla spesso di una misteriosa figlia e dice di temere i riti voodoo di Santa, la cameriera africana. In seguito a un grave malore viene ricoverata e chiede di poter incontrare un certo Gian Luca Ventura. Pilar riesce a trovare l´uomo in una casa di riposo ma Aurora morirà prima di rivederlo. Ventura ha però una storia africana da raccontare: lui ed Aurora cinquant´anni prima sono stati amanti. Il Festival d’Europa 2013 vede coinvolti in prima linea le maggiori Istituzioni europee, nazionali e locali quali: il Ministero degli Affari Esteri, l’Eui, la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, l’Ufficio di Informazione del Parlamento Europeo in Italia, il Dipartimento per le Politiche Europee, la Regione Toscana, il Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, l’Agenzia Llp Italia/indire, l’Università degli Studi di Firenze, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, la Camera di Commercio di Firenze, il Movimento Federalista Europeo, il Consiglio Italiano del Movimento Europeo, la Scuola Superiore Sant’anna di Pisa. Il coordinamento è affidato a Fondazione Sistema Toscana. Www.festivaldeuropa.eu |
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LUNEDI’ A BRUXELLES SERATA DEDICATA AL CINEMA VENETO CON LA PROIEZIONE DI “IO SONO LI” |
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Venezia, 18 marzo 2013 - La Regione del Veneto lunedì 18 marzo dedica una serata al cinema d’autore a Bruxelles nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura con la proiezione del film “Io sono Lì” di Andrea Segre, il lungometraggio vincitore del Premio cinematografico “Lux” 2012 del Parlamento Europeo, realizzato con il sostegno regionale. Il film racconta la storia di Shun Li e Bepi, pescatore di origini slave, due stranieri che vivono nella piccola isola lagunare di Chioggia. La proiezione sarà preceduta dalla presentazione del Rapporto 2012: Immigrazione Straniera in Veneto, a cura dell’Osservatorio Regionale Immigrazione, poi seguirà un dibattito. “Con questa serata – fa rilevare il vicepresidente e assessore regionale alla cultura Marino Zorzato - si conclude un’iniziativa di più ampio respiro che ha avuto per protagonisti la Veneto Film Commission e le produzioni cinematografiche e audiovisive venete. Il primo appuntamento, realizzato il 4 marzo, ha presentato il sistema veneto del cinema, con la proiezione di “Sfiorando il muro” di Silvia Giralucci, un film che è stato presentato a Venezia nella sezione “Promozioni Speciali” della 69.Ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, realizzato anch’esso con il sostegno della Regione”. L’iniziativa di Bruxelles si inserisce nel programma di promozione della cultura veneta all’estero, nell’ambito dell’intesa sottoscritta con il Ministero degli Affari Esteri e in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura e le rappresentanze diplomatiche italiane all’estero. |
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CULTURA, RIPARTE IL SISTEMA BIBLIOTECARIO DELLE VALLI INGAUNE LIBRI ANCHE SUL “BIBLIOBUS” NELL’ENTROTERRA 22 MILA VOLUMI, UNA SEDE A VILLANOVA DI ALBENGA DI 400 MQ |
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Villanova d’Albenga (Savona), 14 Marzo 2013 - Riparte da Villanova d’Albenga, nella sede di piazza Isoleri, il nuovo sistema bibliotecario intercomunale delle Vallate Ingaune, chiuso da due anni, dopo la soppressione della Comunità Montana “Ponente Savonese”. Per dar vita al nuovo servizio intercomunale, in mattinata , la Regione Liguria , con l’assessore alla Cultura Angelo Berlangieri i sindaci di Villanova d’Albenga, Ortovero e Vendone Domenico Cassiano, Maria Grazia Timo e Patrizia Losno, con il liquidatore della Comunità Montana Ponente Savonese Marco Della Corte, hanno firmato una convenzione ad hoc. A Villanova d’Albenga era presente anche il presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza. “Un sistema bibliotecario essenziale per mantenere un’attività culturale in un territorio montano dove altre iniziative non sarebbero possibili!, ha detto Berlangieri, artefice, nei mesi scorsi, insieme con il sindaco Cassiano del progetto di rinascita dell’iniziativa. I servizi del sistema bibliotecario intercomunale - 22 mila volumi a disposizione, rivolti in particolare ai giovani - saranno articolati su tre livelli : il centro sistema, la biblioteca di Villanova di Albenga (400 metri quadrati) e altre due piccole realtà bibliotecarie nei comuni di Ortovero e Vendone e il ripristino del “Bibliobus”, la biblioteca a quattro ruote. L’affidamento al comune di Villanova di Albenga del ruolo di capofila dei servizi bibliotecari è stato assegnato d’intesa con tutti gli altri comuni beneficiari. Sono: Arnasco, Casanova Lerrone, Castelbianco, Castelvecchio Rocca Barbena, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Nasino, Onzo, Stellanello, Testico, Zuccarello. |
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“STORIA DEI SERVIZI SEGRETI ITALIANI” ED. CITTÀ DEL SOLE DI ANTONELLA COLONNA VILASI |
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Roma, 18 marzo 2013 - Per la prima volta una storia dei Servizi Segreti Italiani scritta da una donna, docente ed analista d’Intelligence. “Storia dei Servizi Segreti Italiani” ed. Città del Sole, un libro che oltre a raccontare i fatti storici, scevri di valutazioni ideologiche o politiche, riporta interviste ad ex direttori dei servizi segreti italiani che dicono la loro, e si raccontano, superando l´obbligo sinora imposto di riservatezza e silenzio. La Libreria Ibs Presenta “Storia dei Servizi Segreti Italiani” ed. Città del Sole di Antonella Colonna Vilasi , Modera : Francesco Neri . Giornalista, Collabora con “Il Manifesto”, “Rai Tv” (Uno Mattina, Ballarò, La grande storia in prima serata). Ha curato “Dal nostro inviato. 50 anni di giornalismo italiano” ed. Bulzoni , autore de “l’Ultimo Bunker- La vera storia della cattura di Michele Zagaria, il più potente e feroce boss dei Casalesi” Garzanti con Catello Maresca. Intervengono Roberta Bruzzone. Psicologa Forense e Criminologa, Presidente Aisf- Accademia Internazionale di Scienze Forensi, E’ docente accreditato presso gli Istituti di Formazione della Polizia di Stato e dell´Arma dei Carabinieri, è autrice e conduttrice di Programmi Tv e radiofonici. É consulente scientifico di numerosi programmi che trattano tematiche relative a fatti criminali. Pino Nazio. Sociologo, Scrittore, inviato per 12 anni della trasmissione “Chi l’Ha Visto”, è autore del “Il Bambino che sognava i cavalli- 779 giorni ostaggio dei Corleonesi “ Sovera Edizioni ; “ Il segreto di Emanuela Orlandi. Papa Woityla, la tomba del boss e la Banda della Magliana” Sovera Edizioni. Prof. Massimo Buscema. Direttore del Centro di Ricerca Semeion. University of Colorado Denver. Premio Onps 2010, che illustrerà T-space un sistema d’investigazione intelligente che opera nel campo della sicurezza, salute e ambiente realizzato insieme a Na-if, azienda italiana leader nella ricerca, nella progettazione e nella realizzazione di nuove tecnologie per l´interazione uomo-macchina. Letture di Elisabetta Pellini - Sarà presente l’autrice Antonella Colonna Vilasi. Saggista con numerose opere all´attivo sulle tematiche criminologiche-forensi vive a Roma. Ha conseguito numerosi primi premi in concorsi letterari. Come scrittrice si è messa in evidenza per essere stata la prima autrice europea ad aver pubblicato una trilogia sui temi dell´intelligence. Sulla sua attività di saggista hanno scritto: R. Priore (Giudice) «Sono lieto di presentare la terza opera della trilogia sull’intelligence, dopo la pubblicazione di Intelligence. Nuove minacce e terrorismo, e Segreto di Stato e Intelligence, che costituisce un’attenta analisi del processo d’Intelligence ed un panorama sui servizi di informazione dei più importanti paesi d’Europa e degli altri continenti.»; P.l. Vigna [Il terrorismo] «In questo volume, frutto della sua consolidata esperienza di saggista, C.v. Analizza il tessuto terroristico, composto di fili rossi e neri, che per un lungo periodo di tempo ha coperto il nostro Paese di trame e di sangue ed ha costituito un concreto pericolo per l’assetto democratico della Repubblica. Il discorso muove, nel primo Capitolo, dall’esame della “strategia della tensione” della quale vengono lucidamente individuate le caratteristiche ed i risvolti interni ed internazionali. Comunicato Stampa - Per la prima volta una storia dei Servizi Segreti Italiani scritta da una donna, docente ed analista d’Intelligence. E´ in uscita per Citta´ del Sole edizioni “Storia dei Servizi Segreti Italiani” un libro che oltre a raccontare i fatti storici, scevri di valutazioni ideologiche o politiche, riporta interviste ad ex direttori dei servizi segreti italiani che dicono la loro, e si raccontano, superando l´obbligo sinora imposto di riservatezza e silenzio. Storia Dei Servizi Segreti Italiani di Antonella Colonna Vilasi - Sinossi Il cuore del volume consiste dell´esposizione della storia dell´Intelligence italiana, dagli Stati preunitari alle ultime nomine ai vertici delle agenzie informative attuali. I sei capitoli che compongono questa Storia dei servizi segreti italiani dall´Unità d´Italia alle sfide del Xxi secolo sono corredati da schede di approfondimento su fenomeni e/o personaggi degni di nota nell’ambito dei diversi periodi di riferimento affrontati nella trattazione. Contiene, inoltre, ben 13 interviste, realizzate dall´autrice, ad illustri protagonisti dei servizi d´informazione del nostro paese: ex direttori d´Intelligence, tra cui Mario Mori, ex capo di Stato Maggiore e generali d´Armata, come Vincenzo Camporini ed infine politici ed esperti internazionali d´Intelligence, Carlo Jean e Giuseppe De Lutiis in primis. Materiali e documenti utili per la consultazione e l´approfondimento – come la legislazione italiana vigente nell´ambito dell´Intelligence e i curricula dei direttori dei servizi segreti italiani succedutisi nella storia, nonché un’esauriente bibliografia – arricchiscono e completano il saggio. Nota Introduttiva - La cronologia dei servizi segreti italiani fa data dal 1 settembre 1949, con la nascita del Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate). Il Sifar nasce dal dissolvimento del Sim, e ne mantiene le strutture ed il personale. Il Servizio d’Informazione Militare (Sim), fu creato durante il regime fascista. Il primo direttore del Sifar è il Generale di brigata Giovanni Carlo Del Re. In carica per tre anni, Del Re viene sostituito nel 1951 dal Gen. Umberto Broccoli, l’uomo che darà l’avvio a Gladio, sostituito, un anno e mezzo dopo, dal Gen. Ettore Musco. Musco, che nel 1947 aveva formato l’Ail, Armata Italiana per la Libertà, una formazione militare, sostenuta economicamente e militarmente dagli alleati, incaricata di vigilare su un’eventuale insurrezione comunista, acquistò i terreni di Capo Marrargiu in Sardegna, la base di Gladio. La Gestione De Lorenzo - Con l´ascesa al vertice del Sifar del Gen. Giovanni De Lorenzo i servizi segreti italiani si trasformano e cominciano a giocare un ruolo sulla scena politica italiana. La nomina di De Lorenzo è gradita agli americani ma anche alle sinistre che per anni evidenzieranno il suo passato nella resistenza. De Lorenzo diventa direttore del Sifar nel gennaio del 1956. Resterà in carica fino all´ottobre del 1962. E’ sotto la gestione De Lorenzo che l’Italia sottoscriverà il piano, redatto dalla Cia, denominato "Demagnetize" il cui assunto è: «La limitazione del potere dei comunisti in Italia e in Francia è un obiettivo prioritario: esso deve essere raggiunto con qualsiasi mezzo». De Lorenzo ordina le schedature di massa: saranno raccolti oltre 157 mila fascicoli, molti dei quali falsi, ma utili per attuare pressioni e ricatti. Nominato sul finire del 1962 comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e quindi costretto a lasciare la guida del servizio segreto, De Lorenzo riuscì comunque a mantenere il controllo del Sifar, facendo in modo che al suo posto venisse nominato un suo fedelissimo, Egidio Viggiani e che i posti chiave del servizio stesso fossero occupati da suoi uomini di fiducia: Giovanni Allavena, responsabile, contemporaneamente, dell’ufficio D (informazioni) e del Ccs (controspionaggio) ed in seguito egli stesso ai vertici del Sifar; Luigi Tagliamonte che avrà il doppio incarico di responsabile dell’amministrazione del Sifar e capo dell’ufficio programmazione e bilancio dell’Arma. Nel luglio del 1964, la formazione del secondo governo di centro-sinistra, guidato da Aldo Moro, si realizzò sotto la minaccia, più o meno velata, di un colpo di stato: il Piano Solo. Il Piano Solo - Anche se le schedature del Sifar e del Piano Solo verranno alla luce solo tre anni dopo, nel 1967, in seguito ad alcuni articoli del settimanale L’espresso. Nel 1965 il Sifar viene sciolto. Con un decreto del Presidente della Repubblica, il 18 novembre 1965, nasce il Sid (Servizio Informazioni Difesa) che del precedente servizio manterrà personale e strutture. Il comando del Sid passa all’Amm. Eugenio Henke, genovese, molto vicino al ministro dell’Interno dell’epoca Paolo Emilio Taviani, democristiano. Sotto la gestione Henke, in carica fino al 1970, inizia la strategia della tensione con la strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969). Henke lascia il Sid il 18 ottobre 1970 ed è sostituito dal Gen. Vito Miceli che già dal 1969 guidava il Sios (il servizio informazioni) dell’Esercito. Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970 un gruppo capeggiato dal "Principe Nero" Junio Valerio Borghese, ex comandante della X Mas, mette in atto un tentativo di colpo di Stato, il cosidetto Golpe Borghese, che tuttavia fallì. Miceli lascerà la direzione del Sid, travolto da incriminazioni che porteranno al suo arresto, riconducibili alla creazione della Rosa dei Venti, una struttura militare para-golpista. Inoltre la sua direzione fu caratterizzata dallo scontro con il capo dell’ufficio D, un fedelissimo di Andreotti, il Gen. Gianadelio Maletti. Gli anni della gestione Miceli sono gli anni dello stragismo in Italia: da Peteano, alla strage alla Questura di Milano, da Brescia all’Italicus. Come De Lorenzo, anche Miceli fu eletto, dopo aver lasciato il servizio, nelle file del Msi-dn di Giorgio Almirante. La Riforma - La prima riforma dei servizi segreti risale al 1977. Il Pci vi partecipa direttamente, con il contributo del sen. Ugo Pecchioli. E´ introdotta una figura di responsabile dell’attività dei servizi segreti di fronte al Parlamento: il Presidente del Consiglio, che si avvale della collaborazione di un consiglio interministeriale, il Cesis che ha anche un compito di coordinamento. Inoltre i servizi devono rispondere di quello che fanno ad un Comitato parlamentare. Ma una importante novità introdotta dalla riforma dei servizi segreti riguarda lo sdoppiamento dei servizi stessi: al Sismi (Servizio d’Informazioni per la Sicurezza Militare) il compito di occuparsi della sicurezza nei confronti dell’esterno, al Sisde (Servizio d’Informazioni per la Sicurezza Democratica) quello di vigilare all’interno. Il Sismi è composto solo da personale militare, mentre il Sisde diventa una struttura civile, affidata alla polizia. Diretto dal 1974 al 1978 dall’Amm. Mario Casardi, il Sismi vedrà l’ascesa, nello stesso anno, del Gen. Giuseppe Santovito, ex collaboratore di De Lorenzo. La direzione del Sisde fu affidata al Gen. Dei Carabinieri Giulio Grassini. Il primo scandalo dei servizi riformati è quello della Loggia P2. I nomi di tutti i vertici dei servizi segreti sono compresi nella famosa lista del maestro venerabile Licio Gelli, scoperta il 17 marzo 1981 dai magistrati milanesi che indagano su Sindona. Gli Anni Ottanta - Nel 1984 è nominato al vertice del Sismi l’Amm. Fulvio Martini, che sarà ricordato come rinnovatore. Resterà in carica fino al febbraio del 1991 quando, assieme al suo capo di stato maggiore, il Gen. Paolo Inzerilli, finirà travolto dalla vicenda di Gladio. Al Sisde si succederanno i prefetti Vincenzo Parisi (1984-1987), che diventerà capo della polizia e Riccardo Malpica (1987-1991), che sarà condannato per lo scandalo dei fondi neri del Sisde La Libreria Ibs - Roma Martedì 19 Marzo 2013 ore 18.00 Via Nazionale 254/255 . |
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ALLA BIBLIOTECA SAN GIORGIO DI PISTOIA È ATTIVO IL NUOVO SOFTWARE DI GESTIONE DEL CATALOGO E DEI PRESTITI SI CHIAMA “CLAVIS” E PORTA NUMEROSE NOVITÀ PER GLI UTENTI, TRA LE QUALI LO SPAZIO PERSONALE E L’AREA COMMUNITY |
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Pistoia, 18 marzo 2013 - Dopo circa dieci anni di servizio, lunedì 11 marzo è andato in pensione il software che ha gestito il catalogo e il prestito di tutte le biblioteche della rete provinciale (Redop). Al suo posto, senza nessuna interruzione dei servizi, è entrato in funzione il software Clavis, di ultima generazione, che porta con sé numerose novità. Il catalogo è, infatti, molto più bello da vedere: nella prima schermata si notano le copertine delle ultime novità acquistate dalla biblioteca, inoltre le schede dei singoli libri e film saranno arricchite dalle copertine e dalle recensioni. E´ possibile anche votare i libri letti e pubblicare giudizi, confrontandoli con quelli degli altri utenti. Nello spazio Mydiscovery si possono rinnovare i prestiti in scadenza, prenotare libri in prestito e ogni utente può conservare memoria di tutto ciò che ha letto, costruendo così un vero e proprio "scaffale virtuale”. C´è anche uno spazio per la community dove fare domande in diretta ai bibliotecari, chiedere consigli di lettura, scambiare idee con gli altri utenti. Gli interessati possono accedere direttamente al patrimonio di tutte le biblioteche della rete: così è molto più facile prenotare libri e film presenti nelle biblioteche di altri Comuni, grazie ad un sistema automatico che gestisce le prenotazioni. Per quanto riguarda tutte le operazioni di prestito, con il nuovo sistema sono molto più veloci di conseguenza i tempi di attese e le eventuali code allo sportello vengono ridotti. Altri vantaggi sono meno visibili, ma non per questo sono meno importanti: il software è "open source", dunque ogni volta che ci sarà bisogno di apportare modifiche e aggiornamenti l’operazione non comporterà spese per le biblioteche e consente di partecipare ad una comunità di oltre 800 biblioteche in tutta Italia che lo utilizzano. Il riversamento dei dati dal vecchio al nuovo ambiente, avvenuto senza costi aggiuntivi, ha anche permesso di pubblicare per la prima volta in internet il catalogo di alcuni fondi che finora erano consultabili solo sui computer interni della biblioteca. |
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PAPA, LE RADICI LIGURI DI FRANCESCO I° IN UNA FOTO IL RAMO MATERNO DELLA FAMIGLIA DEL NUOVO PAPA JORGE MARIO BERGOGLIO |
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Genova, 18 Marzo 2013 - Secondo alcune informazioni arrivate nel pomeriggio all´assessorato regionale all´Emigrazione da un membro della Consulta, Martino De Negri, sia pure notizie ancora da verificare nella loro completezza, la mamma del Papa si chiamava Regina Maria Sivori e la famiglia materna era originaria di Santa Giulia, frazione collinare sulle alture di Lavagna. In una foto si possono scorgere lo zio Oscar Adrian Sivori, la madre Maria Regina Sivori, la zia Catalina Ester Sivori, lo zio Vicente Francisco Sivori, il nonno Francisco Sivori Sturla, la nonna Maria Gogna de Sivori e zio Luis Juan Sivori. Anche nel ramo paterno del nuovo Papa vi sarebbero ascendenti liguri. La nonna paterna infatti si chiamava Margarita Vassallo. |
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PAPA FRANCESCO, ORGOGLIO PER LE SUE ORIGINI PIEMONTESI |
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Torino, 18 marzo 2013 - “Evviva il Papa! Le più sincere e sentite congratulazioni a Papa Francesco”: il presidente Roberto Cota ha accolto così l’elezione del nuovo Pontefice. “Da parte di tutti i piemontesi - ha aggiunto - desidero testimoniargli tutta la gioia e la speranza per la sua elezione e l’orgoglio per le sue origini piemontesi, visto che il suo bisnonno è nato in provincia di Asti. Il Piemonte gli invia i più sinceri auguri di buon lavoro”. La famiglia è infatti originaria di Portacomaro. Da lì, il padre emigrò a Torino prima di partire per l’Argentina, verso “la fine del mondo”, come ha detto il nuovo pontefice affacciandosi su piazza San Pietro, in cerca di fortuna. Papa Francesco non ha mai dimenticato le sue origini piemontesi. Ne parla in un libro-intervista pubblicato nel 2010. Nel 2005, in occasione del conclave che nominò Benedetto Xvi, salì a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione e si portò in Argentina un piccolo sacchetto di terra. Nel 2003 il cardinale Bergoglio venne insignito del Premio internazionale “Piemontese nel mondo”, attribuito dalla Regione con cadenza biennale a personaggi e associazioni operanti all’estero che abbiano significativamente e in senso positivo dato lustro al Piemonte. Martedì 19 marzo il presidente Cota sarà presente nella basilica di San Pietro per assistere alla prima messa celebrata da Papa Francesco. |
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POLO MUSEALE FIORENTINO: CRESCONO I VISITATORI NEI PRIMI DUE MESI DEL 2013 IL TOTALE DI COLORO CHE HANNO VARCATO LA SOGLIA DI MUSEI, CHIOSTRI, VILLE E CENACOLI, RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2012, È CRESCIUTO DELL’0,39% NEL MESE DI GENNAIO |
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Firenze, 18 marzo 2013 - Cresce il numero dei visitatori dei musei del Polo Fiorentino. Il totale di coloro che hanno varcato la soglia di musei, chiostri, ville e cenacoli, rispetto allo stesso periodo del 2012, è cresciuto dell’0,39% nel mese di gennaio (da 201.060 A 201.844), mentre in febbraio, che aveva 29 giorni e non 28, la somma è aumentata del 5,61%, passando da 229.911 a 242.801 visitatori. In particolare, nel mese di gennaio 2013, a fronte di un lieve calo degli Uffizi (-0,84%) e di perdite maggiori delle Cappelle Medicee (-11,65%) e del Giardino di Boboli-museo degli Argenti (-9,60%), si sono registrati aumenti consistenti degli ingressi alla Galleria Palatina e Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti (+10,54%) e alla Galleria dell’Accademia (+4,30%). Nel mese di febbraio i musei che hanno visto incrementare il numero dei visitatori è stato più consistente: la Galleria degli Uffizi è cresciuta del 7,15%, le Cappelle Medicee addirittura dell’11,07% (nonostante l’apertura gratuita del 17 in concomitanza della ricorrenza dell’Elettrice Palatina), il Museo Nazionale del Bargello del 4,64%, la Galleria Palatina e il Museo di San Marco entrambi di oltre lo 0.60%. Molto positivi, inoltre, i risultati di ville, giardini e cenacoli nel mese di febbraio – cresciuti tra il 25% e l’89% - e che in qualche caso (Castello) hanno visto più che raddoppiati i visitatori. A conti fatti, quindi, rispetto al 2012, nei primi due mesi dell’anno sono quasi 13.700 in più i visitatori dei musei del Polo Fiorentino. |
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CULTURA: CELEBRAZIONI VATE REGIONE ABRUZZO PROTAGONISTA |
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Pescara, 18 marzo 2013 - Parte proprio da Pescara, dalla sede dell´Agenzia di promozione culturale, il percorso culturale della Regione Abruzzo per celebrare il 150° anniversario della nascita di Gabriele D´annunzio. Nella nuova e funzionale sede di via Tiburtina l´assessore alla Promozione culturale, Luigi De Fanis, ha voluto incontrare gli editori abruzzesi che hanno pubblicato, negli ultimi anni, libri e saggi sull´opera dannunziana. "Mi sembra un atto doveroso partire proprio dagli editori abruzzesi per avviare una serie di attività che andranno a ripercorrere il D´annunzio protagonista indiscusso di un´epoca ? ha detto l´assessore nel suo intervento -. Nessuna velleità di incidere sui tanti concetti che la critica ha espresso, ma la necessità invece di far capire che questa regione e questa terra non dimenticano uno dei figli i questa terra che ha segnato la storia italiana del Novecento". L´incontro di oggi a Pescara è solo la prima tappa di un percorso articolato, che la Regione Abruzzo vuole governare, destinato ad avere ricadute in ambito nazionale ed europeo. Il pensiero va alla manifestazione dell´editoria più importante del Paese: il Salone internazionale del Libro di Torino. La kermesse torinese avrà infatti quest´anno proprio in Gabriele D´annunzio un "ospite d´onore". La manifestazione sarà dedicata alla sua figura e alla sua opera con appuntamenti internazionali di grandi studiosi e profondi conoscitori del Vate. "E´ una grande occasione ma anche una grossa responsabilità per l´Abruzzo ? ha detto De Fanis ? e la Regione ha intenzione di essere a capo di questo processo di celebrazione. Lo faremo con una presenza più importante e consistente al Salone di Torino, ma anche con una serie di attività collaterali alla manifestazione stessa che hanno l´obiettivo di far conoscere l´Abruzzo dannunziano alla platea internazionale del Salone. In questo senso, abbiamo avviato una fitta collaborazione con l´assessorato alla Cultura della Regione Piemonte che più di tutti ha voluto imprimere l´impronta di D´annunzio alla manifestazione di Torino. È l´ulteriore conferma della consistenza culturale e politica della figura del Vate e di quanto questo Paese non si stanchi mai di indagare i propri figli migliori". A Torino, come detto, ci saranno anche gli editori abruzzesi e Marco Solfanelli, presidente dell´associazione editori abruzzesi, ha rimarcato "la necessità di tenere alta l´attenzione su un personaggio che presente ancora forti caratteri di attualità. L´editoria abruzzese ? ha detto Solfanelli ? può vantare una grossa produzione sul Vate e a Torino saranno presentare opere che indagano particolari della vita pubblica e privata del Vate". |
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LA SERATA A COLONO DI ELSA MORANTE DA MARTEDÌ 19 A DOMENICA 24 MARZO 2013 AL TEATRO DELLA PERGOLA |
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Colono, 18 marzo 2013 - Da martedì 19 a domenica 24 marzo 2013 Fondazione del Teatro Stabile di Torino/teatro di Roma/teatro Stabile delle Marche presenta La Serata A Colono di Elsa Morante con Carlo Cecchi (Edipo), Antonia Truppo (Antigone), Angelica Ippolito (Suora). Coro: Giovanni Calcagno, Salvatore Caruso, Dario Iubatti, Giovanni Ludeno, Rino Marino, Paolo Musio, Franco Ravera; guardiani: Victor Capello, Vincenzo Ferrera, Totò Onnis; dottore: Rino Marino. Francesco De Giorgi (tastierista), Andrea Toselli (percussionista). Musiche Nicola Piovani; fondale Sergio Tramonti; costumi Ursula Patzak; luci Pasquale Mari; suono Hubert Westkemper; regia e scene Mario Martone. La serata a Colono con Carlo Cecchi e la regia di Mario Martone, prodotta da tre teatri Stabili pubblici (Torino, Roma, Marche) dopo aver attraversato la penisola e le sue sale più prestigiose, dal Piccolo di Milano all’Argentina di Roma, e dopo aver ricevuto otto uscite di applausi dal pubblico tedesco a Monaco al Marstall Theater, debutta a Firenze al Teatro della Pergola dal 19 al 24 marzo, prima di chiudere la tournée ad Ancona dal 4 al 7 aprile al Teatro delle Muse. Carlo Cecchi e Mario Martone, a quarantacinque anni dalla sua pubblicazione, portano in scena per la prima volta La serata a Colono di Elsa Morante. «È la sua unica opera per il teatro, ispirata all´Edipo a Colono di Sofocle, ma non è mai stata rappresentata» racconta Cecchi, che della Morante era amico strettissimo. La Morante viveva, si potrebbe dire, in simbiosi col Gran Teatro, la mitica compagnia di Cecchi a cavallo tra gli anni ’60 e ’70; a sua volta Cecchi è stato il curatore, insieme a Cesare Garboli, dei due volumi dei Meridiani che raccolgono le opere della Morante (nel 2012 le celebrazioni del centenario della nascita). Non sono mancati in passato tentativi di rappresentarla: «Subito dopo l’uscita del libro, sia Eduardo De Filippo che Carmelo Bene - scrive Carlo Cecchi - pensarono di mettere in scena La serata a Colono. A un certo punto ne nacque un progetto cinematografico, che avrebbe messo insieme Eduardo come Edipo, e Bene come regista. Poi non se ne fece nulla. Negli anni ’70 altri primi attori volevano recitarlo; fra questi Vittorio Gassman. Ma ormai Elsa s’era fatta restia a farlo rappresentare. Anch’io in anni più recenti avevo deciso di metterlo in scena; per poi rinunciarvi, fermato dalle enormi difficoltà che presenta il testo, oltre alle quali, dovendolo affrontare nel doppio ruolo di regista e attore, si aggiungeva quella di dover recitare la parte lunghissima di un personaggio di difficilissima definizione e drammaturgicamente ambiguo. Quando giravamo Morte di un matematico napoletano, con Mario Martone, grande ammiratore de La serata a Colono, c’eravamo promessi di farlo insieme, un giorno o l’altro. Così, vent’anni dopo, quel giorno è arrivato e La serata a Colono va in scena per la prima volta, da quando è stato scritto. (…) E oggi, in questo tempo plumbeo dove sulle nostre vite e sulle nostre scene regna sovrana l’apatia, non posso che ripensare con disperata nostalgia al tempo in cui Elsa Morante scrisse il suo grande ‘poema in forma di dramma’. Edipo non è una parte semplice da recitare: è una parte di eccezionale lunghezza, nel cui svolgimento non c’è un filo che si possa seguire ‘com’è uso nelle scritture della logica sintattica’. Inoltre stare legato alla barella, con gli occhi bendati per un’ora e mezzo, è una condizione ‘crudele’ per un attore. La parte impone un’intensità e una concentrazione eccezionali; sono richiesti diversi registri e forme della rappresentazione: si passa dalla recitazione tragica al recitativo arioso, dal melologo al canto lirico. Ma questa varietà di cifre stilistiche è appassionante per un attore: la sua recita è più vicina a quella del performer che a quella dell’interprete comune». La messa in scena di questo testo è una vera e propria sfida, attesa da decenni dal teatro italiano. La tragedia sofoclea Edipo a Colono, ovvero il concludersi del lungo e tormentato esodo di un sovrano parricida e incestuoso, è, in questa Serata a Colono, un calvario rivissuto oggi con scabri accenti misti a deliri d’alta e remota nobiltà violata, con l’Edipo attuale pervaso da un dolore furioso, affetto da miraggi. Mario Martone e Carlo Cecchi hanno più volte lavorato insieme, su tutte spicca il film Morte di un matematico napoletano, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia nel ’92. Martone si è confrontato numerose volte con la tragedia greca e in particolare col mito di Edipo: ricordiamo I sette contro Tebe a Napoli nel ’97 (spettacolo da cui scaturì il film Teatro di guerra); l’Edipo re al Teatro Argentina nel 2000 e l’Edipo a Colono al Teatro India replicato per tre stagioni, dal 2004 al 2006, entrambe produzioni del Teatro di Roma; e l’opera Antigone di Ivan Fedele andata in scena in prima assoluta al Maggio Musicale Fiorentino nel 2007. Il regista, nell’affrontare La serata a Colono della Morante, scrive: «Si tratta del testo più misterioso e inafferrabile che abbia mai avuto tra le mani, indefinibile già nella forma, trattandosi allo stesso tempo di un monologo, un poema, una commedia, una tragedia, un melodramma, una drammaturgia da grande avanguardia del ´900, un testo dalla struttura poetica precisa e implacabile alla quale ci si deve affidare ad occhi chiusi». Nel cast artistico il Premio Oscar Nicola Piovani, autore delle musiche e Sergio Tramonti, assiduo collaboratore di Martone da più di dieci anni, entrambi legati all’esperienza del Gran Teatro di Cecchi e di Elsa Morante. Cose nascoste alla innocente salute. Carlo Cecchi - Il personaggio che si crede Edipo, il vecchio meridionale affetto da sindrome paranoica, ripercorre le tappe di un’esperienza estrema, di un viaggio allucinato che, se da una parte gli permette di vedere «cose nascoste alla innocente salute», dall’altra lo riporta ossessivamente alla vicenda mitica nella quale si identifica, i cui temi principali sono la persecuzione di Lui («Febo, o Ra o Iaveh o Coatl o qualsiasi altro voglia essere quel nome»), la colpa tragica dell’eroe e il disperato desiderio di riposo e di oblio. Anche se, qua e là, brandelli della vita del personaggio del piccolo proprietario meridionale si affacciano, spesso in funzione parodistica, la parte di Edipo nel suo insieme si muove su un registro ambiguo: il personaggio e l’autore si confondono in una sola voce. Perché anche l’autore si è riconosciuto, attraverso un’esperienza estrema, in Edipo Re. Il dramma è dunque il documento di una doppia identificazione allucinata, che viene rappresentata come delirio persecutorio e autopunitivo. Così invece di scrivere un poema simile alle altre composizioni, che fanno parte della seconda sezione de Il mondo salvato dai ragazzini, Elsa Morante trasforma il poema in dramma. Un dramma, quindi: dei personaggi, il vecchio pazzo che si crede Re Edipo, la figlia adolescente da lui creduta Antigone; un luogo, il corridoio del reparto neurodeliri del Policlinico di una città sudeuropea; i guardiani, la suora, il dottore, ecc. Ma il poema non viene dissolto del tutto nel dramma; ne sono testimoni la lingua di Edipo, di una letterarietà provocatoria, e anche la presenza dei due lunghi soliloqui, o melologhi, di Edipo, che sembrano due poemi incastonati nello svolgimento del dramma. Note di regia di Mario Martone - Quando nel 2000 misi in scena l´Edipo re al Teatro Argentina di Roma, Carlo Cecchi interpretava Tiresia: cieco, vestito con un abito scuro anni ´50, guidato da Emiliano Vitolo (il figlio di Victor Cavallo) come l´Edipo pasoliniano guidato da Ninetto, solo ora mi rendo conto che prefigurava nell´aspetto il personaggio su cui oggi lavoriamo mettendo in scena La serata a Colono. La mia frequentazione della famiglia di Edipo è stata assidua: prima dell´Edipo re avevo affrontato I sette contro Tebe (che fece da base al film Teatro di guerra) e successivamente l´Edipo a Colono. Oggi tutti i temi che ho attraversato con questi spettacoli mi sembra che convergano ed esplodano nel mettere in scena La serata a Colono. Si tratta del testo più misterioso e inafferrabile che abbia mai avuto tra le mani, indefinibile già nella forma, trattandosi allo stesso tempo di un monologo, un poema, una commedia, una tragedia, un melodramma, una drammaturgia da grande avanguardia del ´900, un testo dalla struttura poetica precisa e implacabile alla quale ci si deve affidare ad occhi chiusi. Allo stesso tempo c´è qualcosa di semplice e diretto nel modo in cui dal testo sgorga il teatro, questa almeno è l´esperienza che proviamo giorno dopo giorno con i tredici attori che formano la compagnia. Tredici perché volevo che il coro, che nel testo è descritto come se fosse composto solo di “voci”, fosse invece fisicamente presente in scena, ed è qui che la regia si è fatta performance. La recita di Edipo “è più vicina a quella del performer che a quella dell´interprete comune” scrive Cecchi a conclusione del suo testo: e come una performance io ho a mia volta immaginato la regia della Serata a Colono. Ho sempre considerato decisivo il ruolo del coro nella messa in scena di una tragedia greca (e sebbene qui il modello tragico si rovesci nella “parodia” spingendosi fino al suo opposto, il riferimento di partenza non si dissolve mai nella trama, al contrario è sempre potentemente leggibile in filigrana), e il coro dei matti de La serata a Colono è forgiato da amore e dolore con una tale intensità da spingere ad essere rappresentato in scena. Ma il problema era: quale scena? Diverse, infatti, sono le scene de La serata a Colono. Elsa Morante descrive il corridoio dell´ospedale in cui viene portato l´uomo che si dice Edipo con una precisione degna delle didascalie di Eduardo (che sono quasi dei racconti): si evince così che dal corridoio i matti devono essere separati perché si trovano dietro un muro. Ma da questa scena di partenza divisa in due l´evoluzione del testo via via ci conduce altrove, come in un viaggio, e a un certo punto non siamo più in un ospedale ma nella mente di Edipo. Colpito dalle suggestioni artaudiane di Carlo, a un certo punto ho deciso di far saltare la scena convenzionale col suo realismo e la sua quarta parete, e lavorare sullo spazio aperto, dove le voci del coro, cesellate come tali dall´autrice, si fanno scenografia e dove l´evoluzione del testo conduce il coro a “viaggiare” muovendo dalla platea fino a sparire: riflesso del viaggio che si compie nella mente del protagonista immobile e bendato, legato per un´ora e mezzo a una barella. Affrontare con Carlo Cecchi questo testo è un’avventura unica. Il suo rapporto con le parole di Elsa Morante conduce tutti noi a una esperienza di grande intensità. Per molti anni La serata a Colono ha rappresentato nel teatro italiano una sorta di stella lontana ma luminosa, di quelle che ai naviganti danno l´orientamento nella notte. Trovarsi sulla scialuppa a cui è dato in sorte di avvicinarla per la prima volta abbaglia. Una nuova Antigone, intervista ad Antonia Truppo. A cura di Angela Consagra - Che cosa può rappresentare oggi Antigone sulla scena e, più in generale, come figura femminile? Antigone è una ragazzina molto innocente, con un grandissimo amore verso il padre, e questo costituisce il motore emotivo del racconto di Elsa Morante. Anche nella messinscena dello spettacolo è presente il rapporto padre-figlia, l’amore incondizionato che comunque lei prova fa molta tenerezza; per il resto Antigone è una ragazzina inconsapevole che si esprime parlando un dialetto letterario: è una lingua semplicissima, non riconducibile a nessun luogo in particolare perché inventata ma che si ispira sicuramente ai dialetti del Sud Italia. Questo personaggio femminile rappresenta l’analfabetismo che diventa allo stesso tempo una forma di saggezza popolare, in contrasto con il linguaggio usato invece da Edipo, estremamente filosofico e con dei retaggi molto alti. Antigone forse è l´unico personaggio che non partecipa al viaggio mentale compiuto da Edipo, l’unico ancorato alla realtà… Sì, questo testo si sviluppa seguendo varie dimensioni: c´è quella più reale ambientata nell´ospedale psichiatrico e c´è quella del delirio di questo matto, che si crede Edipo e si esprime con tanti riferimenti letterari… Nella sua testa avviene una proiezione visionaria. Il coro di voci dei matti che sono presenti fisicamente nel reparto ospedaliero cominciano ad interagire con lui, gli rispondono e sono sarcastici verso il suo stato, però Edipo vive una trasfigurazione di tutti i personaggi: lui li vede nella sua testa, tranne Antigone, che resta sempre ancorata a quella barella e a quella sedia. Il regista Martone ha scritto che questo testo è il più misterioso ed inafferrabile che abbia mai avuto fra le mani. Dal punto di vista dell´attrice, come è stata affrontata l’enigmaticità della scrittura? Effettivamente sia noi attori che il regista non avevamo alcun riferimento precedente per la messinscena, abbiamo avuto difficoltà per capire se il testo andava considerato come prosa oppure come poesia. Le parole hanno richiesto un impegno acustico considerevole perché l´autrice ha sviluppato una serie di voci diverse, come se si trattasse di una semi-operetta; per quanto mi riguarda il problema maggiore è stato quello di restituire un particolare linguaggio, connotato da una forte musicalità poetica e che contemporaneamente doveva essere molto concreto e reale. Le parole sulla scena hanno il compito di far ‘vivere’ emotivamente il testo della Morante. Carlo Cecchi è famoso per l’improvvisazione continua sul palcoscenico… In questo spettacolo Cecchi recita in una condizione fisica obbligata, di impedimento: è sia legato che bendato, costretto in una posizione e in una sorta di isolamento tutto suo. In scena io divento letteralmente i suoi occhi: non soltanto come figlia che accompagna il padre cieco, ma come attrice che vede e può interagire con tutto il resto sul palco. E´ come se fossero due figure autistiche, ognuna con un proprio binario, ma la condizione di amore da parte di lei e l´infermità da parte di lui li costringe ad una convivenza. Sono personaggi che viaggiano su mondi distanti e il punto d´incontro è davvero quello che passa emotivamente tra i due, al di là delle parole. Da attori non viviamo un´interazione ‘normale’, come avviene per altri spettacoli. Il testo è stato scritto nel ´68, in un momento di grande fermento sociale e culturale; queste parole oggi mantengono la stessa inquietudine? Certi sentimenti, certi ‘mood’ tipici della condizione umana sono eterni. L’autrice in quegli anni di rottura si è ispirata fortemente al mito e credo che tali motori narrativi restino intramontabili, al di là delle epoche. Le opere epiche non invecchiano; alla fine tutto ciò che riguarda la vita, la morte, la follia e quindi i sentimenti eterni, come l´amore di una figlia per il padre, non hanno una datazione unica. La Casa Editrice Einaudi in occasione del debutto dello spettacolo ha pubblicato Elsa Morante, La serata a Colono, nella Collezione di Teatro. Orario spettacoli: dal martedì al sabato: ore 20.45, domenica: ore 15.45. Prezzi biglietti interi: Platea: € 27 + € 3 (diritto di prevendita) € 30, Posto Palco: € 20+ € 2 (diritto di prevendita) € 22, Galleria: € 13,00 + € 2 (diritto di prevendita) € 15. |
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SPETTACOLI, QUARTA EDIZIONE DEL SEMINARIO “WE LOVE JAZZ“ A ISOLA DEL CANTONE DAL 24 AL 29 GIUGNO AL VIA |
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Genova, 18 Marzo 2013 - Da lunedì 24 a sabato 29 giugno ritorna a Isola del Cantone, in Valle Scrivia la quarta edizione di "We love jazz – Bobby Durham´s Camp 2013", seminario dedicato all´approfondimento e alla conoscenza della musica jazz. Un appuntamento che rappresenta uno dei più importanti momenti di studio e di confronto tra docenti musicisti di fama internazionale e giovani studenti di musica. Il seminario che durerà 6 giorni, reso possibile anche grazie alla collaborazione dell´assessorato alla formazione della Regione Liguria, si inserisce nell´ambito della rassegna internazionale "Isola Jazz – Bobby Durham Jazz Festival" giunta quest´anno alla nona edizione. I corsi si svolgeranno di mattina e di pomeriggio, con lezioni di strumento, musica d´insieme, teoria e armonia e saranno accessibili a chiunque desideri approfondire la conoscenza tecnica di uno o più strumenti nell´ambito della musica jazz. Quattro le novità tra i docenti: per il canto Kevin Mahogany, uno dei migliori cantanti jazz in attività, per la chitarra Ed Cherry, compositore e conoscitore del linguaggio jazzistico applicato alla chitarra semi acustica, per la batteria Joe Chambers e per il pianoforte Massimo Farao´, direttore dei corsi e direttore artistico di Isola Jazz, quest´anno per la prima volta nella veste di docente. A completare il corpo insegnanti arriverranno altri quattro grandi musicisti: Aldo Zunino al contrabbasso, Jerry Weldon, sassofonista tra i più importanti nel panorama jazz internazionale, Byron Landham, batterista di Fhiladelphia e Rodney Bradley per il canto gospel. Oltre alle lezioni, sia la mattina che il pomeriggio, alla sera sono previsti concerti dove gli allievi potranno assistere gratuitamente alle esibizioni dei docenti. Di notte previste jam session in cui allievi e docenti potranno esibirsi insieme, fino a notte fonda nell´area appositamente realizzata. Per ulteriori informazioni: www.Welovejazz.it ; - info@welovejazz.It ; www.Isolajazz.it – acisolajazz@gmail.Com |
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UNA VETRINA SULL’ARTE ORIENTALE CON LA MOSTRA “K – SCULPTURE: SCULTURA COREANA NEL MONDO” LA RASSEGNA ESPOSITIVA È STATA INAUGURATA SABATO 16 MARZO A FIESOLE |
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Fiesole, 18 marzo 2013 - Un tuffo nell’arte coreana contemporanea. Oltre trenta sculture realizzate da diciannove artisti coreani, residenti in varie parti del globo, arrivano ad animare il centro storico di Fiesole. “K – Sculpture: scultura coreana nel mondo - Fiesole Firenze 2013” è la collettiva che offre uno spaccato della cultura e dell’arte orientale in programma sul colle etrusco dal 16 marzo all’11 aprile (orario si apertura: tutti i giorni 10 – 17. Ingresso libero). Piazza Mino e la Sala del Basolato del Municipio accoglieranno le opere realizzate con i materiali più vari e in stili diversi. Sculture monumentali e altre di medie e piccole dimensioni saranno protagoniste dell’iniziativa facendo, così, di Fiesole una vetrina privilegiata dell’arte contemporanea orientale. La rassegna espositiva verrà inaugurata sabato 16, alle ore 17.30, nella Sala del Basolato alla presenza dell’ambasciatore della Repubblica di Corea in Italia Kim Young-seok, dell’organizzatore Riccardo Gelli, di Park Eun Sun uno degli scultori che ha organizzato la selezione delle opere, mentre a fare gli onori di casa sarà l’assessore alla Cultura del Comune di Fiesole Paolo Becattini. L’iniziativa fa parte degli eventi collaterali del “Florence Korea Film Fest”: il festival di cinema sud coreano, che si terrà dal 15 al 24 al cinema Odeon di Firenze, sotto la direzione di Riccardo Gelli, ideatore e fondatore della stessa manifestazione. La collettiva continua il percorso già intrapreso dell’arte coreana contemporanea in Toscana. La mostra fiesolana si presenta, infatti, come il proseguimento dell’esposizione “Korea Now” – in programma all´interno del “Korea Sculpture Festival” –, che si è tenuta l’anno passato a Pietrasanta. La rassegna ospiterà le opere di: Kim Gyoung Min, Kim Byung Kyu, Kim Young Won, Kim Tae Sue, Kim Hee Kyung, Kim Chang Gon, Bahk Seon Ghi, Park Eun Sun, Park Heon Youl, Shin Chi Hyun, Shim Kyung Bo, Yang Tae Geun, Yim Young Hee, Wang Kwang Hyun, Oh Chae Hyun, You Jae Heung, Jang Sung Jae, Choi Jae Yeon e Han Jin Sub. La Città di Fiesole ha intrapreso ormai da diversi anni un proficuo dialogo con l’arte contemporanea. Partendo da un territorio ricco di preziose testimonianze del passato, Fiesole non ha, però, tralasciato di volgere il proprio sguardo alle espressioni artistiche più recenti e a quelle attuali. K – Sculpture: scultura coreana nel mondo - Fiesole Firenze 2013; Luogo - Fiesole, Piazza Mino e Sala del Basolato del Municipio; Date – dal 16 marzo all’11 aprile; Orari - tutti i giorni 10 – 17; Inaugurazione sabato 16 ore 17.30; Ingresso – libero; Informazioni – Call center 055.055; -infomusei@comune.Fiesole.fi.it |
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MILANO, PER UN LOMBARDO SU TRE LA RELIGIONE È UN PUNTO DI RIFERIMENTO |
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Milano, 18 marzo 2013 - In Lombardia la religione è un valore importante. Viene percepita come un cardine: circa uno su tre afferma che la religione è alla base di tutto quello che fa, si dedicano due ore alla settimana in attività legate alla religione. Il momento religioso centrale per il 12,3% è la messa, per circa altrettanti la religione entra nella quotidianità anche attraverso i rapporti di lavoro (11,8%). Più attenti alla religione gli ultra cinquantenni che ritengono la Chiesa uno dei soggetti prevalenti in città (26%). Per Monza e Brianza la messa è centrale tra riti e abitudini dei cittadini (21%), dato più che doppio rispetto alla media lombarda (8,4%). Articoli religiosi: Lombardia il 7% nazionale, 480 le imprese in Italia. Sono 480 nel 2012 le imprese italiane specializzate nel commercio di articoli religiosi e arredi sacri, in calo del 2,6% rispetto al 2011. Il 7% si trova in Lombardia. Se tra le province Roma fa la parte del leone con il 12,9% del totale di queste attività, tra le regioni è la Campania a imporsi con 100 imprese, una su cinque in Italia. Tra le prime 15 province ben 10 si collocano al sud: Napoli e Caserta (sul podio insieme a Roma), poi Foggia e Bari, Benevento, Salerno, Avellino, Palermo, Catania e Potenza. La prima lombarda è Bergamo che con undici attività rappresenta il 2,3% del totale italiano. Emerge dai dati della Camera di Commercio di Milano e della Camera di Commercio di Monza e Brianza al 2012, tra cui un’indagine su 200 lombardi a maggio 2012 e una su oltre 560 a dicembre 2012. |
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TOUR MUSIC FEST 2013 CON IL CET – CENTRO EUROPEO DI TOSCOLANO MOGOL: “SENZA FORMAZIONE NON ESISTE IL POP DI QUALITÀ” |
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Roma, 18 marzo 2013 -Anche per il 2013 il Tour Music Fest – Festival Internazionale della Musica Emergente organizza gli stage formativi nella sede che ospita il Cet – Centro Europeo di Toscolano, il centro di formazione diretto e promosso da Mogol, Presidente di Giuria del più grande festival italiano dedicato alla musica emergente. Dopo tanti anni di carriera e dopo tutti i riconoscimenti ricevuti, Mogol continua così a mettersi “al servizio” della Musica Emergente, aiutando nuovi talenti e ospitando gli stage formativi del Tour Music Fest. D. Maestro Mogol, come è cambiata la musica negli ultimi 50 anni? R. Ci sono stati diversi cambiamenti, dal 1961 sono andati migliorando fino ad arivare a ottimi livelli, poi è venuta l’era dei reality e chiaramente si è presa una scorciatoia, ossia l’artista che si preparava attraverso gli album, scuole di alto livello e così via...Mentre oggi i reality portano un artista con una canzone e gli danno la possibilità di esibirsi... Nel 2013, come nel 2012 il Cet – Centro Europeo di Toscolano ospiterà gli stage di primo e secondo livello del Tour Music Fest. D. Anche la cultura “pop” ha bisogno di formazione? R. Senza cultura il pop non ha senso, perché è cultura elevata come William Shakespeare, come Mozart. La questione è sempre la promozione e la qualità, tutto questo sviluppo è avvenuto attraverso un lavoro e un approfondimento continuo...La crescita dei grandi artisti. D. Molti conservatori d’Italia vengono a fare un aggiornamento “pop” al Cet, come mai? R. Perchè la formazione è importante, fondamentale, senza non si può sviluppare qualità. Alla nostra scuola arrivano molti artisti grandi come Arisa, o che si stanno affermando, come Cixi (ndr.Finalista Tmf 2011, che proprio al Cet seguì gli stage di formazione) ma anche quelli che si devono completamente formare. Qui si trovano tutti i più grandi docenti che l’Italia –e non solo - possa offrire. Il Tour Music Fest 2013 effettuerà selezioni live in 30 città italiane da Nord a Sud aperte a “Cantautori”, “Original Band”, “Cover Band”, “Interpreti”, “Junior” e “Musicisti”, rivolgendosi a ogni genere musicale e portando in primo piano le proposte emergenti che meritano attenzione e considerazione. Per info e iscrizioni: www.Tourmusicfest.it |
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