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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 27 Marzo 2013 |
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STRUMENTO PER VALUTARE LA CONTAMINAZIONE DEL PESCE |
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Da quando è iniziata la saga della carne di cavallo nel 2012, alcuni di
noi hanno deciso di mangiare più pesce e frutti di mare, dopo tutto si dice che
siano più salutari. Tuttavia, oggi questo potrebbe non essere più vero. Sebbene
la legge dell´Ue permetta ai consumatori di conoscere da dove arriva il pesce
che acquistano al supermercato, molti ristoranti non hanno alcun obbligo di
rivelare la provenienza del pesce che servono in tavola.
In particolare, sono disponibili solo informazioni limitate sugli agenti
inquinanti del pesce per i quali le autorità non hanno fissato un limite
massimo. Tra questi ci sono contaminanti prioritari come le biotossine
provenienti da fioriture nocive di alghe e rifiuti marini. Per migliorare la
sicurezza del pesce per i consumatori e ridurre i rischi per la salute umana,
il progetto Ecsafeseafood mira a valutare le questioni di sicurezza legate
principalmente a contaminanti prioritari non regolati e a valutarne le
conseguenze per la salute pubblica.
Il pesce e i crostacei sono alimenti nutrienti che dovrebbero
preferibilmente far parte di una dieta sana. Il problema è che tutti i pesci e
i crostacei dei nostri mari contengono vari tipi di agenti inquinanti. Gli
inquinanti inorganici con il maggiore potenziale di tossicità vanno
dall´antimonio, l´arsenico e il cadmio, fino al piombo, il mercurio, il selenio
e i solfiti (usati per la lavorazione dei gamberi). Tra gli inquinanti organici
ci sono i bifenili policlorurati, le diossine, diversi insetticidi di
idrocarburi clorurati e alcuni contaminanti legati alla lavorazione
(nitrosammine e forse prodotti di clorurazione). Anche i contaminanti legati
all´industria dell´acquacoltura rappresentano un rischio notevole per i
consumatori.
L´inquinamento degli oceani e i cambiamenti climatici fanno crescere la
preoccupazione riguardo allo stato generale dell´ambiente marino ma anche
riguardo alle conseguenze per la sicurezza del pesce e per la salute pubblica.
Poiché esiste raramente un legame quantitativo ben definito tra i livelli di
contaminanti nell´ambiente marino e i livelli nel pesce, c´è un chiaro bisogno
di maggiore ricerca sul trasferimento dei contaminanti dall´ambiente marino al
pesce.
Con finanziamenti per 5 milioni di euro, Ecsafeseafood è un progetto
pioneristico che accetterà la sfida di valutare le questioni di sicurezza del
pesce riguardanti i contaminanti che potrebbero essere presenti nel pesce in
conseguenza di una contaminazione ambientale. Il progetto valuterà le
conseguenze che la presenza di questi contaminanti sta avendo sulla salute
pubblica. Questo fornirà una base per una migliore gestione del rischio legato
al pesce e una maggiore consapevolezza pubblica.
Il progetto riunisce scienziati provenienti da diverse discipline delle
scienze alimentari, tra cui: ecotossicologia, biochimica, alimentazione,
valutazione del rischio, qualità del pesce e comportamento e percezione dei
consumatori. Il partenariato comprende anche delle Pmi per agevolare il
trasferimento e l´assimilazione della ricerca da parte delle parti interessate.
Il dott. Antonio Marques, che è il coordinatore del progetto, spiega:
"Il progetto Ecsafeseafood studierà se esiste un collegamento tra la
contaminazione dell´ambiente marino e la qualità del pesce che consumiamo. Che
mangiare pesce faccia bene alla salute è stato dimostrato in svariati modi ed
Ecsafeseafood desidera sviluppare strumenti per assicurare che questi benefici
possano continuare in futuro".
Il dott. Marques aggiunge: "Il progetto Ecsafeseafood fornirà
prove scientifiche che saranno la base per un ulteriore sviluppo di politiche
comuni di sicurezza alimentare e politiche e provvedimenti riguardanti la
salute pubblica e l´ambiente".
Quindi, benché i benefici e i rischi di consumare pesce abbiano
ricevuto molta attenzione da parte dei media man mano che si sviluppava la saga
della carne di cavallo, finché i ricercatori daranno ai consumatori i mezzi per
valutare la sicurezza del nostro cibo, forse la cosa migliore è cominciare a
mangiare insetti. Dopo tutto, sono in cima alla classifica nutrizionale per il
loro contenuto di proteine e minerali. In effetti, potrebbe essere nel migliore
interesse del pianeta se gli occidentali superassero secoli di condizionamenti
culturali e dessero una possibilità all´entomofagia.
Il progetto Ecsafeseafood, il cui titolo ufficiale è "Priority
environmental contaminants in seafood: safety assessment, impact and public
perception", è finanziato dal Settimo programma quadro (7° Pq) e
coordinato dall´Instituto Português do Mar e da Atmosfera (Ipma, I.p.), in
Portogallo, ed avrà una durata di quattro anni. L´avvio ufficiale del progetto
è stato segnato da un incontro dei partner a febbraio 2013 a Lisbona, in
Portogallo.
Per maggiori informazioni, visitare:
- Aquatt
http://www.Aquatt.ie/
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AGRICOLTURA: IL NORD TRATTI SUBITO CON L´EUROPA |
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Milano - L´identikit dei giovani agricoltori delle regioni del Nord dà
chiari segnali di un vero e proprio "ritorno alla terra". Ed è
proprio questo il titolo del report che illustra lo stato dell´occupazione
giovanile nel settore primario; il documento è stato presentato a Milano, alla
presenza di oltre mille giovani imprenditori agricoli provenienti da Lombardia,
Piemonte, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, durante
l´assemblea di Coldiretti Giovani Impresa. A portare il saluto del presidente
lombardo Roberto Maroni, l´assessore all´Agricoltura, Gianni Fava. Ma oggi si
investe sulla terra come antidoto alla crisi? "Non servono incentivi ad
hoc - ha tenuto a precisare il neo assessore regionale - , il miglior incentivo
è l´aiuto all´agricoltura affinché esca dalla fase assistita e diventi impresa
che fa margine, che torni a essere remunerativa". "Oggi - ha detto
Fava, rivolgendosi alla folta platea - voi rappresentate, non solo
geograficamente, quella parte di sistema produttivo di una macroregione che
deve tornare ad avere un ruolo fondamentale nell´economia del paese".
Il Nord Deve Trattare Direttamente Con L´europa - "E´ finita l´era
del filtro politico romano, per usare un termine a me caro - ha proseguito Fava
- . Il ministero dell´agricoltura ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza.
Nelle prossime settimana sarà approvata la Politica agricola comunitaria senza
che l´Italia possa essere rappresentata in modo degno. Abbiamo avuto un
ministro che, diventato parlamentare, ha dimostrato di non essere più credibile
né come tecnico, ne tantomeno come politico. Già la prossima settimana a
Bruxelles chiederò, insieme ai colleghi delle regioni agricole del nord, di
essere ricevuti con il medesimo status che viene accreditato ad altre
importanti regioni europee".
Tracciabilita´ Antidoto Alla Contraffazione - E sul tema della
tracciabilità, "credo - ha detto Fava - che si possa dire che, se le
indiscrezioni saranno confermate, si sia fatto un passo avanti: per la prima
volta si comincia a parlare in Europa di etichettatura e tracciabilità. Un
punto da cui far ripartire una politica europea che in materia di produzioni
agroalimentari ci vede fortemente penalizzati, sia per le indicazioni
geografiche protette che d´origine ma soprattutto sull´individuazione del
prodotto. I consumatori in giro per il mondo, che acquistano più del doppio
delle nostre esportazioni di agroalimentare, devono sapere che non comprano
italiano: un trend che si può invertire solo con il meccanismo
dell´etichettatura".
Sempre Piu´ Forte La Richiesta Di Formazione - Anche sul fronte della
formazione, l´appeal del settore sulle giovani leve è testimoniato dalla sempre
più forte richiesta di sapere e istruzione: l´83% dei giovani agricoltori ha un
diploma o una laurea, uno su due usa il web professionalmente, mentre si è
registrato un vero boom di matricole in agraria nel Nord Italia, con un aumento
di immatricolazioni a Milano del 134% dal 2009 a oggi. "Serve un salto
culturale. Molti di quelli che avevano cercato occupazione altrove, stanno
tornando sui loro passi, in agricoltura. Le stesse famiglie di agricoltori ora
vivono un fenomeno di ritorno, ma è diventato difficile, perché mancano le
aziende. La politica può cercare di influenzare questi processi, ma non li può
condizionare fino in fondo".
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UNA COLLABORAZIONE TRA COSBI E LA FONDAZIONE MACH HA PERMESSO DI REALIZZARE UN MODELLO MATEMATICO DELLA VIA DI SINTESI DEI FLAVONOIDI UTILIZZANDO ALGORITMI GENETICI. |
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Gli
strumenti computazionali sviluppati a Cosbi e i dati molecolari (espressione
genica) raccolti dai ricercatori della Fem hanno costituito un connubio
perfetto per riprodurre al computer un complesso processo metabolico che
avviene nell´uva. La ricerca ha inoltre consentito a due validi ricercatori
(Michele Forlin - Cosbi e Emanuela Coller - Fondazione Mach) di ottenere il
loro titolo di dottori di ricerca. Gli strumenti software utilizzati per
sviluppare il modello sono disponibili online sul sito di Cosbi ( http://www.cosbi.eu/ ).
I
dati di espressione genica prodotti dalla Fondazione Mach sono stati depositati
in una banca dati pubblica ( www.Ncbi.nlm.nih.gov/geo/
) e sono disponibili online. Il principale obiettivo della ricerca era quello
di comprendere meglio il ciclo dei flavonoidi ed è stato completamente
raggiunto. Inoltre il progetto ha prodotto strumenti e metodologie che possono
essere riusate su problemi simili dimostrando la valenza generale e non solo
specifica dei risultati del progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Trento e Rovereto. E´ un primo passo verso un ambiente di sviluppo
di modelli e analisi di dati biologici complessi che può migliorare i risultati
della ricerca in questo campo. L´applicazione su più ampia scala dei concetti
sviluppati in questa ricerca potrebbe portare benefici anche pratici nella
coltivazione dell’uva o nella produzione di flavonoidi come integratori
nutrizionali. Cosbi e Fem presenteranno i risultati del progetto in un
seminario pubblico dal titolo “Modelli metabolici: il caso dei flavonoidi
dell’uva” che si terrà alla Fondazione Mach di S. Michele all’Adige il giorno
Martedì 26 Marzo 2013 alle ore 17:00presso la sala congressuale del Palazzo
della Ricerca e della Conoscenza. Le aziende potenzialmente interessate ad
approfondire le applicazioni dello studio sono caldamente invitate. Il
seminario sarà occasione di confronto e dialogo per avviare collaborazioni e
sinergie in un settore particolarmente strategico per la provincia di Trento.
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COLDIRETTI. DAL COMUNE DI MILANO 410 MILA EURO PER GIOVANI RICERCATORI E IMPRENDITORI DELL’AGROALIMENTARE BANDO PROROGATO FINO AL 5 APRILE
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“Grazie alla collaborazione tra il Comune di
Milano e la Fondazione Parco Tecnologico Padano siamo riusciti a finanziare con
410 mila euro la realizzazione dell’incubatore d’impresa Alimenta2talent, per
favorire la nascita di nuovi progetti imprenditoriali in ambito
agroalimentare”: lo ha annunciato l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo
economico, Università e Ricerca Cristina Tajani, durante l´annuale assemblea
dei giovani imprenditori di Coldiretti oggi a Milano.
“L’incubatorealimenta2talent
- prosegue l’assessore Tajani - è aperto alle idee e ai progetti da tutto il
mondo sviluppati da ricercatori e aspiranti imprenditori under 40 che intendono
scegliere Milano quale sede e piattaforma del proprio progetto. Questa
iniziativa – ha proseguito Cristina Tajani – conferma, ancora una volta, il
profondo legame tra il capoluogo lombardo, l’imprenditoria e il settore
agroalimentare in vista di Expo 2015 che, proprio nell’attenzione alla
produzione, alla qualità alimentare e alla valorizzazione del territorio, trova
i suoi asset fondamentali”.
“Viste
le numerose richieste di partecipazione e l’interesse verso Alimenta2talent -
ha precisato l’assessore – abbiamo deciso di prorogare i termini per
presentazione delle domande di partecipazione al 5 aprile, anziché al 18
marzo”.
“Un´iniziativa
– ha concluso l’assessore Tajani - che si pone in continuità con l’azione
svolta dall’Amministrazione comunale in questi mesi, volta ad attrarre a Milano
e verso l’intero sistema Paese i tanti giovani talentuosi che spesso, per
mancanza di opportunità o meglio di alternative, scelgono l’estero come unica soluzione
per passare dal mondo della ricerca a quello dell´impresa e per realizzare i
propri progetti”.
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FVG, AGRICOLTURA: MISURA 121, NUOVO BANDO PER AZIENDE CEREALICOLE |
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Trieste
- Con la Misura 121, ben 2 milioni e mezzo di
euro
di fondi aggiuntivi regionali (ovvero risorse che si sommano
ai
fondi comunitari e nazionali) sono destinati alla "promozione
di
una migliore situazione delle aziende agricole dal punto di
vista
dell´ambiente mediante gli investimenti diretti alla difesa
del
suolo e all´ottimizzazione dell´utilizzo della risorsa
irrigua".
Questo
l´oggetto dell´incontro che si è tenuto oggi
nell´Auditorium
della Regione, ad Udine, in cui sono intervenuti
l´assessore
regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e
forestali
Claudio Violino, il direttore centrale Luca Bulfone e
Roberto
Michielis, del servizio Sviluppo rurale della Regione.
La
Misura 121, intervento 1, ha come tema l´"ammodernamento delle
aziende
agricole" (rivolta al settore cereali-protoleaginose).
L´intervento
è particolarmente rilevante sia per l´importo messo
a
disposizione sia per l´obiettivo strategico: dare una prima,
concreta
risposta - almeno per uno dei settori chiave
dell´agricoltura
regionale - ad uno dei problemi più acuti delle
ultime
stagioni, quello della siccità. Tra gli obiettivi che il
bando
si pone, infatti, di particolare rilevanza (testimoniata
anche
dal punteggio che in sede di istruttoria verrà attribuito a
questi
interventi) sono quelli previsti per ammodernare le
aziende
investendo in infrastrutture dirette alla difesa del
suolo
e all´ottimizzazione dell´utilizzo della risorsa acqua.
Oltre
a quelli destinati a razionalizzare e migliorare i sistemi
di
irrigazione, saranno ammessi a finanziamento i progetti di
ottimizzazione
dell´utilizzo dei fattori della produzione,
finalizzato
alla riduzione dei costi; quelli di ottimizzazione
dei
processi produttivi con introduzione di tecnologie
innovative;
progetti finalizzati a sostenere la competitività
delle
imprese e una migliore integrazione di filiera, con
particolare
riguardo alle produzioni di qualità; progetti mirati
all´aumento
del valore aggiunto delle produzioni di base
aziendali
attraverso lo sviluppo della filiera corta e la vendita
diretta
al consumatore; la diversificazione della produzione e
incentivazione
di produzioni non eccedentarie; interventi
migliorativi
della situazione delle aziende agricole dal punto di
vista
della sicurezza sul lavoro e delle condizioni di lavoro
degli
addetti.
Potranno
beneficiare degli aiuti le imprese agricole con
prevalenza
della Sau condotta a seminativo (comprese foraggere),
con
presenza di almeno un occupato a tempo pieno. Ammissibili a
finanziamento
sono gli investimenti in opere edili, miglioramenti
fondiari,
impianti tecnologici ed attrezzatura finalizzati allo
sviluppo
dell´attività, realizzati successivamente alla data di
pubblicazione
della graduatoria delle domande di aiuto ammesse a
finanziamento.
Il
contributo in conto capitale sarà del 40 per cento del costo
dell´investimento,
incrementato del 10 per cento per i giovani
agricoltori
e per le aziende operanti in zone svantaggiate o aree
"Natura
2000". L´importo minimo della domanda è di 40.000 euro,
ridotto
alla metà per le zone svantaggiate.
Le
domande vanno presentate entro il 28 maggio 2013 (rilascio
informatico
al portale Sian); la domanda cartacea va presentata
entro
i successivi 15 giorni all´Ispettorato dell´Agricoltura
competente
per territorio.
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BOLZANO: PATENTINO, PRODOTTI BIOLOGICI E PRODOTTI SENZA GLUTINE |
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La riforma dell´esame di bilinguismo in direzione del riconoscimento
Ue, le nuove direttive per produzione biologica ed etichettatura, un sistema
web per l´erogazione gratuita di prodotti senza glutine: sono alcuni dei punti
afforntati il 25 marzo dalla Giunta
provinciale.
Riforma dell´esame di bilinguismo: Comitato scientifico -
Da oltre trent´anni in Alto Adige sono organizzati dalla Provincia gli
esami di bilinguismo e trilinguismo. La Giunta provinciale sta lavorando a una
nuova riforma dell´esame con l´obiettivo di svilupparlo in modo tale da
avvicinarlo al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: infatti, con
la richiesta di inserimento dell´attestato provinciale nello specifico albo Ue
che accredita gli enti abilitati a rilasciare certificazioni linguistiche, si
punta al riconoscimento dell´attestato provinciale anche al di fuori dei
confini altoatesini e quindi nei Paesi membri. I passi in questa direzione e
l´accompagnamento della riforma del "patentino" saranno sostenuti da
un apposito Comitato scientifico, nominato oggi dalla Giunta provinciale, che supporta
l´Ufficio provinciale competente: ne fanno parte i docenti universitari Renata
Zanin (Lub), Sabine Christine Stricker (Università di Trento) e Saverio
Carpentieri (ateneo di Innsbruck).
Produzione biologica: nuove direttive -
La Giunta ha approvato le nuove direttive in materia di produzione
biologica e di etichettatura dei prodotti biologici. Questo segmento agricolo
assume sempre maggiore rilievo "e dobbiamo assicurare al consumatore
regole chiare e controlli certi sia del prodotto che della sua presentazione",
ha spiegato il presidente Durnwalder. Gli ambiti di applicazione delle nuove
direttive riguardano tra l´altro le produzioni animale e vegetale, i prodotti
trasformati, la banca dati sementi, l´etichettatura e la trasmissione di
informazioni.
Gratuiti i prodotti senza glutine: sistema web -
Un sistema web gestirà l´erogazione gratuita di prodotti senza glutine:
lo ha approvato oggi la Giunta provinciale. In Alto Adige possono usufruire
gratuitamente dei prodotti senza glutine - per un importo non superiore ai 140
euro mensili - le persone residenti in
Provincia di Bolzano e iscritte al Servizio sanitario provinciale. Le somme si
riducono nel caso di bambini: per i piccoli tra 6 mesi e un anno sono 45 euro
mensili, che salgono a 62 euro fino ai tre anni e mezzo di età e a 94 euro per
bambini fino a 10 anni. Complessivamente la Provincia assicura il servizio ogni
anno con una spesa di 1,7 milioni di euro a favore del migliaio di persone
celiache residenti in Alto Adige. Grazie al nuovo sistema web e alla gestione
in digitale, l´erogazione gratuita dei prodotti senza glutine sarà facilitata.
Le strutture convenzionate consegnano alla persona celiaca i prodotti scelti
scaricandoli dal sistema, che automaticamente aggiorna l´importo mensile
residuo a disposizione della persona celiaca.
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APRE AD ARCO LA PRIMA OLEOTECA DEL TRENTINO IN MOSTRA GLI EXTRAVERGINE D’ECCELLENZA PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA,UN VIAGGIO NEL GUSTO TRA ASSAGGI, PERCORSI CULTURALI E SENSORIALI |
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Arco (Tn) – Realizzare un punto vendita interamente dedicato a una tra
le produzioni agricole più rinomate del Belpaese ma anche e soprattutto
un’occasione per diffondere la cultura dell’extravergine d’oliva attraverso
un’attività di sensibilizzazione e sperimentazione diretta. Ad Arco apre i
battenti Oliocru Point, la prima oleoteca del Trentino, tra i pochi esempi a
livello nazionale. All’interno un’accurata selezione di oli d’eccellenza
provenienti da tutta Italia, veri e propri protagonisti del gusto, in mostra e
in vendita dal prossimo 26 marzo. L’inaugurazione ufficiale avverrà invece
sabato 30, a partire dalle 10.30, con ospiti, curiosi e appassionati invitati a
visitare il nuovo punto vendita. Ad attenderli uno sfizioso aperitivo tematico
e la possibilità di ripercorre idealmente le qualità organolettiche
dell’extravergine di oliva sperimentando i percorsi sensoriali di assaggio
appositamente ideati per l’occasione.
Con il nuovo punto vendita localizzato nella centralissima piazza di
Arco Oliocru Point si propone alla clientela con una linea d’eccellenza di oli
di propria produzione: i pluripremiati Oliocru Lab, Origini, Orizzonti, i
raffinati blend di Terre del Nord e Terre del Sud, il prezioso Oliocru Bio, le
tradizionali “molche” e il classico paté di olive. E per chi preferisce
“provare per credere” la possibilità esclusiva di degustazione con asporto: il
prodotto, protetto in ambiente condizionato e in assenza di ossigeno, può
essere assaggiato, quindi confezionato ed acquistato al momento, a seconda
della miscela -delicate, medium o robust- che meglio interpreta le preferenze
gustative e olfattive del consumatore. A questi si aggiunge poi un’accurata
selezione di extravergine di qualità provenienti dalle altre regioni d’Italia.
Il negozio è stato quindi concepito come uno showroom monotematico,
interamente dedicato all’olio l’oliva, all’interno del quale i clienti potranno
degustare i prodotti, coglierne l’essenza, le fragranze, i sapori e partecipare
ai percorsi del gusto che verranno riproposti periodicamente. Il tutto
accompagnati dal personale addetto che illustrerà le qualità salienti e le proprietà
organolettiche di ciascuna miscela. Un vero e proprio viaggio sensoriale
finalizzato all’acquisto consapevole dei prodotti maggiormente graditi.
Non solo. In quanto prodotto di punta dell’area gardesana, nota per
essere la zona di produzione alla latitudine più a nord del mondo, Oliocru
Point vuole anche essere un’occasione per promuovere un vero modello di
sviluppo per valorizzare la cultura dell’olivicoltura e del paesaggio locale. E
proprio a cominciare dall’inaugurazione di apertura gli ospiti verranno
introdotti alla tematica attraverso un primo approccio, accompagnati da una
voce narrante che ripercorrerà una breve panoramica sull’importanza
dell’olivicoltura in Italia, per poi passare ad aneddoti e curiosità sulla
tradizione altogardesana, dalle diverse tecniche di coltivazione e potatura ai
processi di raccolta, dal significato culturale dell’olio alle abitudini
alimentari locali. Un approccio conoscitivo rivolto sia ai consumatori finali
sia agli operatori professionali che si concluderà con un piacevole aperitivo a
base di extravergine Oliocru, bruschette e ‘pan di molche’.
Oliocru Point resterà aperto tutto l’anno. Durante i mesi di ottobre e
novembre l’attività del punto vendita verrà affiancata da un programma di
visite ad hoc presso Oliocru Frantoio per partecipare alla raccolta delle olive
e assistere direttamente al processo di lavorazione del prodotto: dai frutti
alla molitura in giornata.
http://www.oliocru.it/
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CENTRALE LATTE GENOVA: PARMALAT RISPETTI IMPEGNI |
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Genova. L´assessore al Lavoro della Regione Liguria, Enrico Vesco, ha
scritto a Parmalat per chiedere di rispettare gli impegni presi sull´assunzione
dei lavoratori della ex Centrale del latte di Genova.
Cinque mesi fa Parmalat si era impegnata ad assumere venti dipendenti
della Centrale del latte attraverso le aziende a cui sono state terziarizzate
le attività di stoccaggio e movimentazione della merce "ma ad oggi
risultano assunti soltanto tredici di questi lavoratori. Pertanto, raccogliendo
la preoccupazione delle organizzazioni sindacali, ho interpellato direttamente
Parmalat chiedendo il rispetto degli accordi sottoscritti», spiega Vesco.
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EXPO 2015. PISAPIA: "INFOPOINT SARÀ IL CUORE MILANESE DELLA COMUNICAZIONE" |
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Milano - "Con l´Infopoint, che sorgerà in piazza Castello entro la
fine dell´anno, Expo 2015 entra nella vita quotidiana dei milanesi. In uno dei
luoghi simbolo della città, sarà il cuore pulsante di un´informazione
trasparente sull´avvicinamento all´esposizione, una piazza nella piazza, luogo
di incontro stimolante e primo approccio con le tecnologie avanzatissime che
caratterizzeranno non solo il sito ma anche la trasformazione di Milano. E sarà
un´introduzione ai percorsi di conoscenza legati ai temi di Expo. A partire
dall´acqua: non a caso la ´Porta di Expo´ sorgerà vicino alla fontana
antistante l´ingresso del Castello Sforzesco, un collegamento ideale con un
bene comune la cui salvaguardia Milano vuole che resti come importante eredità
della sua seconda Esposizione Universale. Le adesioni record dimostrano che
abbiamo saputo parlare di Expo 2015 al mondo. Ora è tempo di comunicare sempre
di più con la città e il resto del Paese. L´infopoint ci aiuterà a farlo. Ad
Alessandro Scandurra e ai suoi progettisti vanno i miei complimenti per aver
vinto con ´Expo Gate´ questa importante gara".
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MARCHE, TARTUFICOLTURA: SOTTOSCRITTO ACCORDO TRA L´ASSAM E IL CENTRO PER LO SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE ISTRIA. |
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Oltre 100 persone e addetti ai lavori hanno partecipato al convegno
"Futuro della tartuficoltura nella Regione Istria, organizzato a Buzet
(Croazia) dalla Regione Marche, l´Assam, in collaborazione con la Regione
Istria, la città di Buzet e il Centro per lo sviluppo rurale della Regione
Istria (Azrri). Per l’occasione è stato sottoscritto un accordo di
collaborazione tra l’Assam e l’Azrri. “L´interesse comune - sottolinea Gianluca
Carrabs, amministratore unico dell´Assam - è dare risposte concrete a tutti
coloro che lavorano nel settore della tartuficoltura ampliando i confini e
sviluppando collaborazioni utili a costruire un ponte culturale per il trasferimento
del nostro know how”. Dopo i saluti dell´assessore alle politiche comunitarie
della Regione Istria, Uriano Ottocan, del presidente della Regione Istria, Ivan
Jakovcic, e del sindaco della città di Buzet, Valter Flego, si sono succeduti
gli interventi della direttrice dell’Assam, Cristina Martellini, e di Gianluigi
Gregori, responsabile del Centro di Tartuficoltura di Sant´angelo in Vado, che
hanno presentato l´Agenzia e il Centro. In particolare, Gregori ha informato
circa le modalità da utilizzare per una corretta impostazione e gestione delle
tartufaie coltivate; inoltre, ha fornito informazioni e criteri generali,
aggiornati alla luce dei risultati della ricerca e della sperimentazione, su
come realizzare l’impianto di una tartufaia, come gestirlo e come mantenere la
produzione costante e duratura nel tempo. “La sottoscrizione del protocollo -
continua l´amministratore dell´Assam - prevede che per cinque anni le parti si
impegnano a costruire un gruppo di lavoro allo scopo di reperire risorse regionali
ed europee per la presentazione e l´implementazione di progetti, di animare
tutte le iniziative da intraprendere nell´ottica della cooperazione
istituzionale e tecnica, di promuovere e trasferire ricerca, innovazione e
sperimentazione, di sviluppare rapporti con i soggetti del sistema produttivo,
di tutelare il territorio e il passaggio ed infine di valorizzare le filiere
agro-alimentari”. “Con questo accordo - conclude Carrabs - continua l´opera di
internazionalizzazione e cooperazione territoriale in grado di intercettare
risorse economiche da fondi comunitari, soprattutto alla luce delle opportunità
che la Croazia potrà avere come nuovo paese dell’U.e.”.
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AGRICOLTURA: PRESENTATO PIANO VINO: LA SCHEDA: “IL ‘BRAND’ DELL’UMBRIA ACCANTO AL ‘BRAND’ AZIENDALE |
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Perugia – La produzione vitivinicola umbra? Mostra un buon livello
qualitativo, e, nel contempo, si caratterizza per potenzialità, che fino ad
oggi sono state solo parzialmente sfruttate, soprattutto sui mercati internazionali,
nei quali esistono ancora “ampi margini di diffusione e penetrazione”. È questa
la diagnosi del “Progetto speciale per il settore vitivinicolo umbro/ Il vino
umbro nel mercato globale: punti di forza e di debolezza, scenari evolutivi e
percorsi di sviluppo”, curato dalla Regione Umbria, Nomisma ed Inea, che, dopo
un ampio percorso di indagine, redazione e partecipazione con i produttori e le
loro organizzazioni, è stato presentato oggi in una conferenza-stampa a Palazzo
Donini dall’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini e dagli altri
responsabili del progetto. L’indagine compiuta da Nomisma e Inea è consistita
nell’intervista ad un campione di imprese umbre (rappresentative di circa la
metà della produzione regionale), che ha consentito di fare il punto sulle
caratteristiche produttive e imprenditoriali, valutandone punti di forza e
debolezza. Una seconda indagine ha riguardato un “set” di 32 “buyers”
internazionali, che è stata decisiva – si sottolinea – per orientare le scelte
di posizionamento e riorganizzazione promocommerciale del vino umbro.
“Per la prima volta,
disponiamo di una ‘radiografia’ puntuale e aggiornata del sistema vitivinicolo
umbro – ha detto l’assessore Fernanda Cecchini -, sulla quale si base una serie
di proposte, da verificare e riempire di contenuti concreti. È un punto di
vista sul vino umbro – ha aggiunto -, basato su una seria analisi scientifica
ed una riflessione condivisa con i produttori, che costituisce non certo una
soluzione per tutti i problemi, ma un valido punto di partenza. L’applicazione
del piano sarà graduale, su base volontaria ed articolata per ‘steps’
successivi”.
Quali sono i motivi che a
tutt’oggi limitano il potenziale offerto dal mercato e frenano il sistema
vitivinicolo regionale nel suo sforzo di migliorare la competitività? Il
rapporto cita taluni “tipici deficit strutturali”: non adeguate competenze
tecnico-manageriali; una “scala operativa” ridotta, che non favorisce la
riduzione dei costi unitari di produzione e scoraggia l’apertura di nuovo spazi
di mercato; limitate risorse finanziarie da destinare a formazione, ricerca e
tecnologia. In più, ci sono “rilevanti criticità di sistema”, riassumibili
nella eterogeneità e frammentazione della produzione (con una storica mancanza di
forme di collaborazione tra imprese) ed una “limitata riconoscibilità e
distintività dei vini umbri presso i consumatori, soprattutto quelli esteri”.
Appare dunque opportuno – sottolinea il Piano – “avviare un percorso di
riorganizzazione, in grado di superare gli attuali vincoli di sistema allo
sviluppo del settore”. In che modo? Il primo passo dovrebbe essere la creazione
di un “organismo collettivo” (Consorzio per la Produzione, Contratto di Rete o
altro), aperto a tutti i produttori vitivinicoli umbri e ai Consorzi di Tutela.
Obiettivo: garantire una “funzione di coordinamento” della filiera vitivinicola
regionale, concentrata sull’attività promozionale e, in primo luogo, sul
coordinamento delle risorse finanziarie destinate alla promozione, per aumentare
“la visibilità del vino umbro sui mercati internazionali”. Azioni promozionali
“coordinate e condivise” dei produttori, anche dal punto di vista finanziario,
favorirebbe infatti “l’accumulazione delle risorse necessarie al
cofinanziamento pubblico agli investimenti promozionali, ciò che permetterebbe
– secondo gli autori del Piano Vino – di aumentare la portata e l’efficacia
delle azioni promocommerciali, potenzialmente attivabili sul mercato.
L’adesione a questo organismo
di coordinamento (che potrebbe estendersi anche alla gestione di funzioni
comuni ai Consorzi di Tutela dei vini umbri) potrebbe consentire agli associati
l’utilizzo, nell’etichetta dei vini, di una dizione relativa al territorio di
riferimento, l’Umbria, accanto a quella della denominazione di origine, che
rappresenterebbe un ulteriore strumento di comunicazione. Sarebbe la premessa –
secondo gli estensori del Piano – per la introduzione di un ulteriore strumento
per accrescere la visibilità dei vini umbri: un marchio collettivo, riferito al
territorio e ai suoi valori caratterizzanti, come la qualità e la sostenibilità
ambientale, gestito e registrato dalla Regione, ed espresso da un logo che le
imprese (rispettose di uno specifico disciplinare) potrebbero facoltativamente
applicare sull’etichetta dei propri vini. Con la creazione del nuovo organismo,
si realizzerebbe così – viene sottolineato – non soltanto un coordinamento
stabile di tutti gli strumenti di promozione disponibili sul territorio e
legati al settore vitivinicolo (eventi, manifestazioni, Strade dei Vini
eccetera); ma anche l’opportunità per le imprese di utilizzare, per la
promozione dei prodotti, il “valore aggiunto” dell’immagine complessiva
dell’Umbria: il “brand” dell’Umbria accanto a quello aziendale.
Al tempo stesso, il piano
avanza la proposta (tutta da verificare) di istituire un Consorzio Unico dei
vini “dop” e “igp” dell’Umbria, in sostituzione dei Consorzi di Tutela oggi
esistenti: una misura – si afferma – che “potrebbe rappresentare il punto di
arrivo di un profondo riordino del sistema, con un significativo snellimento
burocratico ed un coordinamento stabile della filiera”.
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FRAGOLA ITALIANA: QUALITA’ E INNOVAZIONE GUIDANO LA RIPRESA DAL 2000 AD OGGI I CONSUMI CRESCONO DEL 31% |
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Ferrara -
La fragola italiana, dopo alcuni anni di difficoltà, è in ripresa grazie ad una spinta innovativa che
parte dal miglioramento varietale e dalla messa a punto di tecniche produttive
che consentono un calendario di produzione molto ampio, sfruttando al meglio le
straordinarie caratteristiche del territorio italiano con le variazioni
climatiche, dal Nord al Sud, ideali per la diversificazione della produzione .
Nel panorama complessivo dell’ortofrutta italiana in cui si registrano
costanti e a volte drammatici cali di consumi, la fragola è in crescita
costante.
Un elemento determinante per il successo è senza dubbio da ricercare
nel miglioramento generalizzato delle caratteristiche qualitative dei frutti.
Gli standard organolettici gustativi delle nuove fragole selezionate
negli ultimi anni sono molto elevati riscuotendo
ampia approvazione da parte dei consumatori italiani ed europei.
In base alle rilevazioni condotte da Gfk Italia, le fragole
rappresentano circa il 2% degli acquisti di frutta, in termini di volumi, ed il
4% in termini di spesa. Percentuali che triplicano se restringiamo i tempi del
paragone al periodo più propriamente tipico del prodotto.
Dai primi anni duemila le fragole hanno vissuto una costante crescita
nei volumi acquistati, in pochi anni, dal 2000 al 2004 l’incremento è stato del
21%; nel 2005 la profonda crisi del
settore ortofrutticolo ha inciso per un -8% sugli ottimi risultati conseguiti
(2005 su 2004) scendendo a 67 mila tonnellate. Già dal 2006 i consumi hanno
ripreso un cammino in crescita, raggiungendo nel 2012 le 80 mila tonnellate
(+19% sul 2005), oltre il 10% in più in 10 anni e +1,5% sul 2011. A
sottolineare l’ottimo trend delle fragole ci pensa il confronto con il 2000, ad
oggi infatti i volumi acquistati sono superiori del 31%.
La stagionalità del consumo di fragole mette in evidenza un
allungamento del calendario di commercializzazione e anche se dai dati Gfk non
è possibile stabilire l’origine del prodotto, senza dubbio accanto ad esempio
alle produzioni estere più precoci un certo ruolo è giocato anche dalle
produzioni nazionali sempre più orientate verso tecniche culturali atte ad
ottenere produzioni sempre più scalari.
Sul fronte produttivo nel 2013 le superfici dedicate a fragola in
coltura specializzata a livello nazionale sono rimaste stabili. Con quasi 3.700
ettari, non si registrano infatti variazioni significative rispetto all’anno
precedente.
L’83% della superficie riguarda impianti in coltura protetta e solo il
rimanente 17% in pieno campo.
Nelle regioni meridionali le stime indicano una contrazione della fragolicoltura
in Basilicata che con 540 ettari, segna un -9% rispetto allo scorso anno,
mentre la riduzione della Calabria è del -5%.
Si conferma invece il buon andamento in Campania, la principale regione
produttrice, che registra un +4% rispetto al 2012. Lieve aumento della
coltivazione in Sicilia, +1% rispetto all’anno scorso.
Nell’ambito delle aree più a Nord del paese, si conferma l’importanza
della fragolicoltura veneta, veronese in particolare, che in termini di
consistenza non si discosta dai dati del 2012.
In crescita le superfici a fragola nella provincia di Bolzano (+5% sul
2012), mentre sembrano in deciso calo nella provincia di Trento, -11% rispetto
all’anno scorso.
L’emilia Romagna registra ancora un calo della coltivazione in coltura
specializzata, posizionandosi sul livello minimo di circa 250 ettari.
Il Piemonte, infine, conferma quanto già registrato anche l’anno
precedente.
Sul fronte varietale il Cso realizza annualmente una ripartizione delle
superfici in base alle varietà coltivate rilevando dati forniti dalle vendite
di piantine dei vivaisti e i risultati evidenziano un panorama varietale
suddiviso per regione in cui si evidenzia in Emilia Romagna la predominanza delle varietà Alba, Cley e
Roxana. In Campania domina la varietà Sabrina, in Basilicata è ancora Candonga
la varietà dominante, in Calabria si concentra una forte produzione di Camarosa
e in Piemonte prevale la varietà Alba.
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LA REGIONE PIEMONTE AZZERA I RIMBORSI PER I DANNI DA FAUNA SELVATICA ALLE COLTIVAZIONI: SAITTA SCRIVE A COTA |
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“La Regione Piemonte ha azzerato quest’anno il finanziamento alla sua
legge che assegnava alle Prlovince il compito di risarcire gli agricoltori per
i danni causati dalle scorrerie dei cinghiali. Ne prendiamo atto e valutiamo le
azioni legali necessarie a tutelare la Provincia di Torino rispetto ai ricorsi
che le associazioni del settore agricolo o gli stessi privati avanzeranno
contro di noi”.
Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta ha scritto oggi,
insieme all’assessore Marco Balagna, alla Regione Piemonte per “sollevare un
tema che riguarda “migliaia di pratiche di rimborso ogni anno, pe run ammontare
che nel triennio 2010-2012 ha raggiunto la cifra di un milione e mezzo di euro” spiega Saitta .
Il Consiglio Provinciale di Torino ha di recente ha approvato
all’unanimità una mozione (primo firmatario il gruppo consiliare Pdl) che
impegna Saitta a restituire alla Regione Piemonte le funzioni conferite
relativamente al rimborso dei danni prodotti dalla fauna selvatica alle colture
agricole.
“Non voglio restituire deleghe - sottolinea il presidente della
Provincia - ma nemmeno mettere in
difficoltà il mio Ente: negli ultimi tre anni abbiamo reperito il milione e
mezzo di euro necessario ai rimborsi per i danni alla colture tra i residui di
somme regionali destinate ad alpeggi, viabilità agrosilvopastorale, formazione
nel comparto agricolo. Ora sono terminati anche quei residui e la Regione
Piemonte ci ha detto che non intende finanziare più i danni da fauna
selvatica”.
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CAMPANIA, 60 MILIONI IN BILANCIO PER LA FORESTAZIONE: ACCORDO CON SINDACATI INAUGURA PERCORSO VIRTUOSO DA SOSTENERE CON FORZA |
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"L´accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali di categoria,
in base al quale vengono ritirati gli emendamenti e se ne presenta uno solo
condiviso, con la previsione di uno stanziamento di 60 milioni di euro per la
forestazione e il richiamo all’applicazione del Ccnl di categoria, inaugura un
percorso virtuoso da sostenere con forza. Ora tutti, a partire dalle comunità
montane, devono fare la loro parte assumendo impegni responsabili e fattivi."
Così Daniela Nugnes, consigliere del presidente Caldoro per
l´Agricoltura.
"E´ opportuno - sottolinea - fare chiarezza su quanto è successo
nelle ultime ore, anche al fine di superare le troppe polemiche e le facili
strumentalizzazioni.
"Al di sopra di ogni cosa - dice la Nugnes - ho a cuore gli operai
forestali che, però, non hanno colto il rischio che incombe su di loro sul
mantenimento del posto di lavoro, considerato che le risorse a disposizione
sono di 60 milioni di euro annui. La Regione ha fatto tutto quanto necessario
per strappare 180 milioni nel triennio 2012-2014, ora facciano la loro parte le
Comunità montane attivandosi e responsabilizzandosi con tutti i necessari
interventi, procedure e sostegni a favore dell´attività forestale.
"La revoca della stabilizzazione e la diminuzione delle giornate
lavorative erano emendamenti studiati e pensati per evitare il rischio di
qualsivoglia licenziamento. Abbiamo accolto la condizione posta dai sindacati
ed avvieremo subito la trattativa per la riforma del comparto. Ma serve
l’assunzione di responsabilità da parte di tutti per individuare soluzioni che
diano prospettive certe al settore della forestazione", conclude la
Nugnes.
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STRADE PIÙ SICURE PER I ROSPI INNAMORATI GLI ANFIBI MIGRANO PER DEPOSITARE LE UOVA: UN GRUPPO DI VOLONTARI DEL WWF TOSCANA LI AIUTA AD ATTRAVERSARE LA STRADA |
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Tutto pronto per l’operazione “salva rospo innamorato”. Finisce
l’inverno, arriva la primavera e sboccia di nuovo la stagione dell’amore. Con
la nuova stagione anche i rospi, le rane, i tritoni e tutti gli altri anfibi
escono dai luoghi di svernamento e migrano verso le zone umide per deporre le
uova. In loro aiuto, anche quest’anno, arriva un gruppo di volontari del Wwf
Toscana che si adopera per la salvaguardia degli anfibi e che, al calar della
sera, munito di torce e secchi, aiuta gli anfibi ad "attraversare la
strada" per raggiungere il lago di Villa Peyron al Bosco di Fontelucente e
il lago di Romena a Compiobbi, luoghi scelti da molti di questi animaletti per
riprodursi e dove le femmine depongono le uova.
“Una delle principali cause di morte di questi animali è rappresentata
dalle macchine – spiega l’assessore all’Ambiente del Comune di Fiesole Luciano
Orsecci –, anche perché i rospi si muovono preferibilmente nelle ore serali
quando il traffico è molto intenso. L’aiuto dato dai volontari del Wwf Toscana
è molto importante, anche perché questi animali sono utili per l’ambiente”.
“Tutti i dati che vengono raccolti in queste occasioni – dice Carlo
Scoccianti biologo del Wwf Toscana - sono utili per monitorare lo status delle
popolazioni e nei casi di maggior rischio per trovare le soluzioni tecniche
definitive come quella di allestire, al bisogno, appositi sottopassi o stagni
alternativi a monte dei punti di attraversamento. In Italia molti di questi
interventi sono già stati realizzati dal Wwf in collaborazione con gli enti
locali competenti. Gli animali sono un patrimonio comune e anche nel rispetto
della legge regionale vigente essi sono tutti protetti come anche il loro
habitat riproduttivo”.
Per chi vuole entrare a far parte dei volontari o maggiori
informazioni: Wwf Toscana 338.3994177
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A BATTESIMO IL CONSORZIO DI PROMOZIONE DELLA PIADINA ROMAGNOLA
PRIMO ATTO UFFICIALE DOPO L’OTTENIMENTO DELLA IGP TRANSITORIA
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Quattro province coinvolte, in una terra di Romagna che nel 2012 ha registrato una produzione di oltre 35 milioni di kg di piadina e un fatturato che sfiora i 100 milioni di euro Farina, acqua, sale, strutto (o olio d’oliva), senza aggiunta di conservanti o aromi additivi. Dietro a questi pochi e semplici ingredienti si cela una delle protagoniste indiscusse delle tavole di Romagna, conosciuta e celebrata in Italia e nel mondo. E’ la Piadina Romagnola, un vero ‘cibo di strada’ che grazie al suo prezzo contenuto e alla varietà di abbinamenti, rappresenta ormai un fenomeno di costume che cattura gli amanti della buona tavola. E da oggi la prelibatezza simbolo della Romagna ha una marcia in più: dopo il riconoscimento dell’Igp (Indicazione Geografica Protetta) aggiunge un nuovo tassello nella valorizzazione del prodotto: la nascita del Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola, sostenuto da un gruppo di produttori in rappresentanza di tutta la zona di lavorazione consentita dal Disciplinare, da Rimini a parte della Provincia di Bologna (9 comuni sul tracciato del fiume Sillaro), passando per Forlì-cesena e Ravenna. Caratteristiche del Consorzio. Obiettivo principale del Consorzio, Presieduto da Elio Simoni, sono una serie di iniziative tese alla valorizzazione del prodotto, soprattutto a seguito dell’importante traguardo del riconoscimento Igp (per ora transitorio su scala nazionale, in attesa che si esprima in merito la Commissione Europea). E proprio all’Europa guarda una delle prime iniziative del Consorzio che organizzerà una degustazione a Bruxelles davanti alla Commissione Europea illustrando storia, peculiarità, caratteristiche di questo prodotto simbolo della Romagna. Il battesimo del fuoco per la piadina del Consorzio, invece, è previsto a Vinitaly (Verona 7-10 aprile), la più importante manifestazione nazionale dedicata al vino, dove la Piadina Romagnola diventa il ‘pane ufficiale’ al ristorante del Padiglione dell’Emilia Romagna, visitato ogni anno da migliaia di winelovers, giornalisti e addetti ai lavori da tutto il mondo. La partecipazione avviene grazie alla collaborazione con l’Enoteca Regionale. Quattordici in questa prima fase (al 22 marzo) le aziende artigianali o semi-industriali che animano il Consorzio, in rappresentanza dell’intero territorio: Adp (Riccione), Alimenta Produzioni (Riccione), Compagnia della Piada (San Giovanni in Marignano - Rn), Piadina Le Vele (Bellaria Igea Marina), Riviera Piada (Rimini), Piada d’Oro (Saludecio - Rn), Acquamarina (Coriano - Rn), Alla Casalinga (Roncadello Forlì), Come una volta (Forlì), Gitoma (Bagnacavallo - Ra), Deco Industrie (Bagnacavallo), Gastone (Ravenna), Graziano Piadina Romagnola (Massa Lombarda), Negroni (Castel Guelfo – Bo). Un numero è destinato a crescere in fretta dal momento che sono in corso di valutazione nuove adesioni da parte di piccole e medie aziende del settore. I numeri della piadina. Le ragioni del successo della Piadina Romagnola, sono da imputarsi proprio alla varietà delle proposte e alla semplicità di realizzazione, veloce, pronta e adatta in qualunque momento della giornata. Un ‘cibo’ alla romagnola che è diventato anche un business. E sono i numeri che muove a testimoniarlo. In Romagna la produzione delle piadine ha raggiunto i 35 milioni di kg per un fatturato di circa 70 milioni di euro, che salgono a 92 se si considerano le zone contigue di San Marino e dell’Emilia. E a questi numeri vanno aggiunti i fatturati dei chioschi, veri testimonial dell’artigianalità del prodotto, diffusi in ogni angolo della Romagna e il cui giro d’affari è stimato in ulteriori 15/20 milioni di euro. Riguardo ai canali di acquisto del prodotto, il 76% avviene nella Grande distribuzione (Gdo), il restante nell’Horeca. Guardando infine alle aree di vendita, la Piada si afferma come prodotto nazionale, con il 32% nel Nord-est, il 31% nel Nord-ovest, il 18% al Centro, il 19% al Sud. Gli ingredienti. Quattro gli ingredienti base della Piadina: Farina di grano tenero; Acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo); Sale (pari o inferiore a 25 grammi); Grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi). Il Disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi. Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti. Per potersi fregiare dell’Igp la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite. Il Disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm). Cenni storici. Antichissima l’origine della piadina, che si fa risalire al tempo dei Romani. Tra i primi a citarla anche Virgilio nel Vii libro dell’Eneide quando scrive di una exiguam orbem, un disco sottile che una volta abbrustolito, veniva diviso in larghi quadretti. Si tratta di un cibo semplice che nel corso dei secoli ha identificato e unificato la terra di Romagna sotto un unico emblema passando da simbolo della vita rustica e campagnola, "pane dei poveri", a prodotto di largo consumo. Tra i cantori della piadina troviamo illustri esponenti della letteratura italiana, come Marino Moretti, Aldo Spallicci (col suo nome ha intitolato la rivista di tradizioni romagnole“ La Pie” da lui fondata nel 1920) e soprattutto Giovanni Pascoli. Al poeta di San Mauro va il merito di ufficializzare il termine ‘piada’, italianizzando la parola romagnola ‘piè’. Pascoli in un famoso poemetto tesse un elogio della piadina, alimento antico "quasi quanto l´uomo", e la definisce "il pane nazionale dei Romagnoli". Fino a cent’anni fa, la “piadina” era un sostituto del pane a cui si ricorreva tra un’infornata settimanale del pane e l’altra. Nel secondo dopoguerra, la “Piadina Romagnola” si è diffusa sia nelle campagne che nelle città, non più considerata un surrogato del pane, ma una golosa alternativa. A partire dagli anni Settanta, alle “piadine” casalinghe si accompagneranno quelle di produzione artigianale. Nell’area costiera della zona di produzione, e soprattutto nel riminese, si è storicamente diffusa ed affermata la “Piadina Romagnola” o “Piada Romagnola” alla Riminese caratterizzata dal fatto di essere sottile e flessibile. Citazioni celebri da Pascoli a… Bersani (Samuele) Giovanni Pascoli ‘La Piada’: “Il mio povero mucchio arde e già brilla: / pian piano appoggio su due mattoni il nero testo di porosa argilla. // Maria, nel fiore infondi l´acqua e poni il sale; dono di te, Dio; / ma pensa! l´uomo mi vende ciò che tu ci doni. // Tu n´empi i mari, e l´uomo lo dispensa nella bilancia tremula: / le ande tu ne condisci, e manca sulla mensa. // Ma tu, Maria, con le tue mani blande domi la pasta e poi l´allarghi e spiani; / ed ecco è liscia come un foglio, e grande come la luna; // e sulle aperte mani tu me l´arrechi, / e me l´adagi molle sul testo caldo, e quindi t´allontani. // Io, la giro, e le attizzo con le molle il fuoco sotto, / fin che stride invasa dal calor mite, e si rigonfia in bolle: e l´odore del pane empie la casa”. Samuele Bersani nella canzone ‘Freak’: “Ciao ciao ai tuoi orecchini con il simbolo della pace. Te li ho comprati io d´estate al mercatino dei freak. Non mi hai nemmeno detto grazie ma ti sei fermata lì a ballare. Dimmi dell´India, hai più pensato a quel progetto di esportare la piadina romagnola?” Piada e abbinamenti. Accanto alle varianti più tradizionali che la vedono accompagnata a salumi, affettati, formaggi, salsiccia, verdure gratinate o erbette, senza disdegnare la farcitura dolce con nutella, miele o marmellata, negli anni, adeguandosi alle mode e alle tendenze gastronomiche del momento, si sono moltiplicate le varianti più innovative. E così troviamo la piadina con formaggio greco feta, rucola e vesuviani, o quella con pecorino al tartufo, rucola e crema di porcini. Anche se la coppia piada- squacquarone (formaggio molle tipico della Romagna che da meno di un anno può fregiarsi della Dop) è senza dubbio una delle più amate dai “cultori” romagnoli. Parente stretto della piadina, ma meno conosciuto, è il crescione o cassone. Si tratta di una piadina farcita prima della cottura e ripiegata su sè stessa. Nella ricetta originaria era ripieno di verdure (di solito erbe di campo saltate in padella con aglio e olio), oppure di zucca, patate e formaggi. Oggi sono infinite le varianti del crescione che ne fanno un ecclettico protagonista di cene leggere o merende gustose |
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ITALIA A TAVOLA: PREMIO GRANA PADANO A OLDANI, PERONACI E VILLA
IL PRODOTTO DOP PIÙ CONSUMATO AL MONDO PROTAGONISTA A ‘ITALIA A TAVOLA’
IL PRESIDENTE BALDRIGHI: “CON QUALITÀ E PROFESSIONALITÀ AFFERMIAMO MADE IN ITALY NEL MONDO”
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“Grana Padano non poteva essere assente a quella che, giustamente, viene definita ‘una grande festa della ristorazione in una delle culle della buona cucina’ ”. Parte da questa considerazione Nicola Cesare Baldrighi, Presidente del Consorzio Grana Padano, per spiegare la partecipazione del prodotto Dop più consumato del mondo al premio ‘Italia a Tavola’, in programma a Firenze da ieri, sabato 23 marzo, fino a stasera. “Una rassegna – prosegue Baldrighi – che si sta affermando sempre più come un punto di riferimento per la cucina e i prodotti di qualità, di quel made in Italy che, in un panorama internazionale certamente poco favorevole, continua a riscuotere successo e viene invidiato, in ogni parte del mondo, come sinonimo di eccellenza”. Ed ecco che allora Grana Padano, formaggio che nasce grazie alla professionalità e alla competenza di circa 150 caseifici capaci di proporre sul mercato 4 milioni e 700 mila forme all’anno, ha avuto l’onore di premiare tre figure di primo piano nel panorama dell’enogastronomia di qualità, come riferimenti indiscussi per l’anno 2012: Davide Oldani come Chef dell’anno, Sonia Peronaci come opinion leader dell’anno e Adua Villa come Maître e Sommelier dell’anno. “Tutti esperti del settore – conclude il presidente Baldrighi – riconosciuti come i portabandiera dell’Italia capace di stupire il mondo. Professionisti che hanno sempre creduto e continuano a credere che la vera differenza sta nella qualità e nella genuinità del prodotto. Oggi più che mai, infatti, il Consorzio Grana Padano è convinto che solo con materie prime di alto livello, tra le quali, con un pizzico di sana presunzione, inseriamo anche il Grana Padano, è possibile realizzare proposte eccellenti e inimitabili, valorizzando la creatività innata del talento italiano” |
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TONNO NOSTROMO, ON AIR IL NUOVO SPOT: LA MAX INFORMATION FIRMA IL RITORNO IN TV DA FINE MARZO
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E’ on air da domenica 24 marzo il nuovo spot di Nostromo, uno dei marchi leader di mercato del settore delle conserve ittiche in Italia. Con un investimento iniziale per la campagna 2013 di 1,3 milioni di euro, Nostromo torna a comunicare con uno spot il cui obiettivo è quello di raccontare, attraverso un film di 20’’, la qualità di un tonno dal gusto deciso e autentico, pescato da una flotta di proprietà, garanzia di sicurezza del processo produttivo e di una pesca controllata e certificata. Nostromo, infatti, è l’unico marchio di conserve ittiche italiano a detenere una flotta di pescherecci, dislocata negli oceani Pacifico e Atlantico. "La nuova campagna di comunicazione rappresenta l´ennesimo segnale della volontà di Nostromo di investire fortemente nel proprio brand, per poter mettere a disposizione del trade una marca che fa dell´alta qualità dei propri prodotti e della notorietà nei confronti del consumatore, un elemento differenziale rispetto gran parte dei propri competitors” commenta Roberto Sassoni, direttore generale Nostromo. E aggiunge “inoltre tale investimento dimostra il fermo obiettivo di confermarsi l´alternativa più forte e più credibile al leader del proprio mercato”. Il film racconta del capitano Nostromo che sfida una tempesta di mare per portare sulla tavola delle famiglie il tonno migliore, frutto del grande lavoro che si svolge sulla sua imbarcazione. La pianificazione dello spot, a cura di Media Italia, prevede la messa in onda di 2.640 spot dal 24 marzo al 20 aprile sulle principali emittenti televisive, satellitari e nei canali web. Nostromo, che copre attualmente circa il 10% del mercato italiano delle conserve ittiche, dal 1993 appartiene al gruppo spagnolo Calvo, realtà che conta 3.000 dipendenti, 4 stabilimenti produttivi e una flotta di proprietà. L’azienda, la cui sede è a Modena, ha chiuso il 2012 in maniera positiva con un +5,2% di fatturato - passando dai 115 milioni di euro del 2011 ai 121 del 2012 -, incrementando i volumi di vendita del 2,6%, investendo in occupazione e formazione e assumendo 8 nuovi local account a inizio 2013 |
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RASSEGNA IN TRENTA RISTORANTI DAL 10 APRILE AL 10 GIUGNO: A TAVOLA SI GUSTA
L’ASPARAGO PIACENTINO . POI TOUR CULTURALI GRATUITI PER TUTTI
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Profumi e sapori del Piacentino. Con piatti forse inaspettati, ma di sicuro impatto sull´attenzione (e la gola) anche dei commensali più esigenti. È un appuntamento per veri gourmand quello proposto dal “Consorzio per la Promozione, Sviluppo e Tutela dell´Asparago Piacentino” che per due mesi – dal 10 aprile al 10 giugno – promuove in una trentina di ristoranti di tutta la provincia la speciale “Rassegna Gastronomica dell´Asparago Piacentino”. Un´occasione per assaggiare ricette gustose, come per esempio gli asparagi croccanti, la zuppa, i tortelloni, il pollo al curry, l´involtino di branzino, la mousse e addirittura il gelato all´asparago. Piatti dal gusto insolito e dagli incredibili aspetti nutrizionali: l’asparago è infatti ricco di fibre assai importanti per l’organismo quali i frutto-oligosaccaridi-Fos, le vitamine B1, B6, A e C, l’acido folico e l’asparagina, che possono agire in modo positivo come antidepressivi, antiossidanti, sviluppano la flora batterica intestinale, tengono sotto controllo il colesterolo, regolano la diuresi e il metabolismo del sistema nervoso. La Rassegna Gastronomica dell´Asparago Piacentino rappresenta però non solo un´occasione golosa per scoprire le eccellenze gastronomiche del territorio, bensì anche un´opportunità per visitare le bellezze artistiche di una provincia ricca di storia e di cultura. Chi va a pranzo o a cena in uno dei ristoranti che aderiscono alla kermesse riceve infatti un coupon valido per entrare gratuitamente in autentici tesori quali il Palazzo Farnese di Piacenza (con la Pinacoteca e i suoi prestigiosi musei), la Rocca di Castell´arquato, i castelli di San Pietro in Cerro, di Gropparello e di Rivalta. Il coupon dà inoltre diritto all´estrazione di un premio: il fortunato vincitore avrà diritto a trascorrere una notte omaggio nella prestigiosa “Torre del Borgo”, antica dimora padronale quattrocentesca di Sariano di Gropparello oggi trasformata in raffinata residenza d´epoca. Ma in fatto di scoperta del territorio non è tutto. Novità assoluta dell´edizione 2013 della rassegna è l´ideazione di sei eventi a tema gastronomico denominati “L´asparago Scende in Piazza”. Durante tutto il periodo della kermesse si potranno così raggiungere alcune delle più belle piazze di Piacenza e dei paesi della provincia dove esperti chef prepareranno e serviranno al pubblico presente assaggi di ricette a base di asparago, abbinati alle altre prelibatezze del territorio come grana, coppa, torta di patate e vini Doc. E la scusa sarà buona per abbinare anche in questo caso un tour culturale alla buona gastronomia. Ecco quindi il calendario degli eventi in piazza: domenica 14 aprile Cortemaggiore, domenica 21 aprile Agazzano, domenica 28 aprile Carpaneto, domenica 5 maggio Rivergaro, sabato 18 maggio piazza Borgo a Piacenza (evento organizzato in occasione dell´iniziativa “La Notte dei Musei”), domenica 26 maggio Monticelli d´Ongina La rassegna si chiuderà il 9 giugno con una grande festa nella centrale piazza Cavalli, a Piacenza. In programma happy hour, degustazioni di prelibatezze a base di asparago preparate dai grandi della cucina piacentina e accompagnate dai migliori vini del territorio, spettacoli musicali dal vivo. Per concludere ricordiamo che in occasione della rassegna è stato predisposto il pacchetto turistico “Sogno d’Asparago” (con soggiorno a scelta al Relais Cascina Scottina di Cadeo, all’albergo ristorante Il Cervo di Agazzano o alla “Torre del Borgo” di Sariano di Gropparello; costo rispettivamente di 250, 120 e 195 euro a coppia) che comprende: aperitivo di benvenuto, pernottamento con prima colazione, cena con menu degustazione a base di asparago, visita guidata alle coltivazioni di asparagi (con possibilità di acquisti in cascina), biglietto omaggio per l’ingresso a una delle bellezze artistiche del territorio a scelta fra Palazzo Farnese di Piacenza (con la Pinacoteca e i suoi prestigiosi musei), Rocca di Castell´arquato, castelli di San Pietro in Cerro, di Gropparello o di Rivalta. Stesse condizioni vengono offerte dall’azienda agrituristica Case Riglio di Paderna di Pontenure al costo di 280 euro (inclusi però in questo caso due pernottamenti per due persone). Infine il pacchetto dell´hotel Leon d´Oro di Castell´arquato che propone pernottamento in stanza doppia, cena con menu asparago, visita guidata a un´azienda agricola che coltiva asparagi e biglietto omaggio per l´ingresso a una delle bellezze artistiche del territorio per 105 euro a persona. Chi fosse interessato può anche acquistare gli asparagi freschi di raccolta da: Azienda Agricola Finetti Iolanda, Maria e Cabrini Emanuela (località Muradello, Pontenure), Agriturismo Case Riglio (Paderna di Pontenure), Azienda Agricola Il Colombarone (località San Nazzaro, Monticelli d’Ongina), Zaffignani Diego (Roncarolo di Caorso), Zaffignani Claudio (Besenzone), Benzi Paola (Rottofreno), Barabaschi Stefano (Rottofreno), Azienda Agricola Agrifood (Piacenza), Azienda Agricola Francesco Nicolini (Agazzano), Azienda Agricola Marilena Ergasti (Saliceto di Cadeo). Per info: Consorzio per la Promozione, Sviluppo e Tutela dell’Asparago Piacentino, tel. 0523.46.18.35, sito Internet www.Asparagopiacentino.com |
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A TUTTO GUSTO CON FRESH GOURMET
CROSTINI E SNACK VEGETALI PER INSALATE, ZUPPE E CREME DI VERDURA
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Da oggi, gli amanti dei sapori originali e degli accostamenti creativi hanno una freccia in più al loro arco: Fresh Gourmet che dall’America porta sulla tavola degli italiani crostini e snack vegetali dal gusto unico e inconfondibile. I crostini sono preparati con filoni di pane appena sfornati, tagliati a cubetti, tostati e non fritti e sono disponibili nei gusti Caesar e Mediterraneo, mentre gli sfiziosi snack sono Cipolle croccanti, Peperoni Rossi Croccanti, Tortillas Tex Mex. Grazie alle sue proposte, Fresh Gourmet rappresenta un complemento ideale per l’insalata, rendendola un pasto completo, ricco e gustoso. Ma non solo: anche le zuppe e le creme di verdura possono essere personalizzate con un tocco sorprendente, da vero gourmet! Infine, gli snack vegetali sono perfetti per arricchire di novità i vostri aperitivi, valorizzandoli con una nota i I prodotti Fresh Gourmet si trovano nel reparto ortofrutta del tuo supermercato di fiducia, una posizione originale e comodissima per sceglierli insieme alle zuppe e alle insalate. I Crostini e gli altri originali snack vegetali Fresh Gourmet sono prodotti dal gruppo americano Sugar Foods e sono distribuiti in esclusiva sul mercato nazionale da La Linea Verde, azienda proprietaria del brand Dimmidisì |
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PASQUA, I MASTERCHEF D’ITALIA PORTANO SULLE TAVOLE PRODOTTI STAGIONALI, RIVISITATI PER L’OCCASIONE
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E’ risveglio di sapori tradizionali in cucina. Uova, agnello, fave, carciofi e colomba saranno le star del prossimo pranzo pasquale. Gli italiani tornano a voler gustare piatti familiari, realizzati con ingredienti legati al territorio. Gli chef stellati per Pasqua spiegano come utilizzare prodotti della tradizione, rivisitati in maniera originale Altro che pietanze esotiche e prodotti importati dall’estero. Sulla tavola pasquale anche quest’anno vincono i piatti della tradizione, preparati con prodotti legati al territorio e meno costosi, ma che rivisitati riescono a dare il giusto sapore alla prossima Pasqua. Secondo oltre 7 chef stellati su 10 (72%), sulle tavole trionferà la cucina della nonna, riadattata per l’occasione, senza snaturarne la genuinità e la bontà. Secondo i masterchef italiani i prodotti made in Italy, rivisitati per la Pasqua, sono rassicuranti (36%), trasmettono l’idea di festa (32%) e hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo (27%). Gli ingredienti che non possono mancare sulle tavole? Secondo i masterchef protagonisti saranno agnello (47%), uova (41%), fave (38%), carciofi (35%), pesce (33%), patate (30%), la cui combinazione è capace di dare il giusto tocco d’originalità. E’ quanto emerge da uno studio promosso da “Polli Cooking Lab”, l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, condotto attraverso interviste a 110 illustri chef nazionali per approfondire quale sarà la tendenza del 2013 a tavola. Cosa rappresenta la Pasqua a tavola? Per gli chef è un momento rilevante perché coincide con la presenza di importanti verdure e prodotti della terra legati alla stagione (67%) e rappresenta l’occasione per riscoprire le specialità locali (48%). Altro fattore importante è il clima (53%), che permette in questo periodo dell’anno di organizzare le prime scampagnate fuori con amici e parenti. Come interpreteranno quest’anno la Pasqua gli chef? La maggioranza (72%) deciderà di proporre piatti legati alla tradizione ed al made in Italy, mentre pochi decideranno di reinterpretare la festa ispirandosi a ricette straniere (11%) o utilizzando specialità estere (6%). “Il privilegio del cuoco è quello di poter comunicare con il cibo – afferma Filippo La Mantia, masterchef dell’Hotel Majestic di Roma, molto legato alla tradizione culinaria siciliana - La gente è tornata a voler mangiare il cibo di casa anche quando si trova fuori, e quindi va alla ricerca di piatti rassicuranti, confortevoli”. La Mantia spiega quale sarà secondo lui il trend in cucina di questa Pasqua. “Ricotta, fave e capretto sono i prodotti che ruoteranno di più in cucina. Come piatto simbolo indicherei il timballo di anelletti, fatto con ragù di maiale, salsa del pomodoro, melanzane, uova sode, salame. Di secondo, ho in mente di realizzare un agnello o un capretto cotto in tegame con patate, sedano e carotina, mentre per i vegetariani proporrò di scegliere tra parmigiana di carciofi, pasta con pesto di agrumi e melanzane fritte, e spezzatino di seitan realizzato con patate, carote, sedano, brodo vegetale e seitan. Come dolce, non può mancare la classica cassata siciliana”. Sulle tavole pasquali, quindi, vince la tradizione. A spiegarci il perché sono gli stessi chef, affermando che i sapori classici rassicurano la gente (36%), vengono facilmente ricollegati al momento di festa (32%), e sono realizzati con ingredienti che hanno un costo inferiore sul mercato (27%). Ma qual è l’approccio degli chef alla cosiddetta “cucina della nonna”? La maggioranza (46%) afferma di aggiungere un tocco personale ai piatti tipici della tradizione pasquale, senza snaturarne la genuinità e la bontà ed evitando eccessivi virtuosismi in cucina. Un approccio culinario che accomuna diversi chef, come Manuel Ciocca, chef principale del Ristorante “Il mercato del pesce” di Milano. “La gente ricerca a tavola sapori familiari. Una persona che legge un menù opta per ordinare piatti che già conosce”. Manuel Ciocca spiega quale sarà il trend all’interno del suo ristorante. “Punteremo molto su pesci di stagione come alici, capesante, granchio, e insaporiremo il tutto con verdure stagionali. All’interno del nostro menù proporremo piatti come le puntarelle con alici e pane carasau, una pasta un po’ particolare come la calamarata di Gragnano, un primo molto saporito con verdure e pesce, e come secondo una triglia, realizzata con delle zucchine julienne marinate alla menta”. Quali sono i prodotti più utilizzati per l’occasione? Agnello (47%), uova (41%), fave (38%), carciofi (35%), pesce (33%), patate (30%), pomodori (26%) senza dimenticare l’importanza di aromatizzare i piatti con verdure di stagione (42%). Lo sa bene la chef stellata Antonella Ricci, responsabile del Ristorante “Al Fornello da Ricci” di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. “All’interno del nostro ristorante, utilizziamo solo prodotti tradizionali, interpretati con idee originali. Inoltre siamo molto legati al territorio; quando la gente entra da noi, non soltanto vuole respirare l’aria di campagna, ma desidera assaporarne anche gli aromi tipici del territorio nel quale nascono”. Antonella Ricci indica i prodotti protagonisti della prossima Pasqua. “Carni e ortaggi, tutto quello che offre la stagione primaverile. Non mancherà l’agnello, o il capretto, che offriremo in 3 versioni: costoletta in briciole di taralli; rotolino di collo d’agnello farcito, piccolo marretto fatto con le interiora. Come contorno, proporremo lampagioni primaverili e funghi cardoncelli. Per gli amanti delle verdure, consiglieremo i cardoncelli selvatici con un brodo vegetale molto leggero, che poi mettiamo a gratinare in forno con una panatura sottile, impreziosita con il profumo dell’acciughina. Come dolce, proporremo un cono ai fichi mandorlati, con una colata di cacao amaro e cupeta di mandorle”. Tutto ciò a conferma di come a Pasqua, dunque, saranno protagonisti quei sapori antichi ma rassicuranti, realizzati con ingredienti semplici e senza tempo |
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PODERE RIOSTO: PIGNOLETTO, MA NON SOLO
A PIANORO, SULLE COLLINE BOLOGNESI, SORGE L’AZIENDA DI 16 ETTARI. VINI BIANCHI, ROSSI E SPUMANTI DI QUALITÀ PER METTERE A VALORE UN INTERO TERRITORIO
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Podere Riosto è una delle realtà vinicole più interessanti dei Colli Bolognesi. A pochi chilometri da Bologna, nel comune di Pianoro, sorge l’azienda circondata dai caratteristici calanchi e immersa nella rigogliosa vegetazione. In totale sono 16 gli ettari vitati, suddivisi in 24 vigneti specialistici tutti a un’altitudine di circa 350 metri s.L.m., che contribuiscono a creare splendidi panorami ma soprattutto danno vita ad alcune delle eccellenze enologiche del territorio: in primis il Pignoletto – nelle tipologie fermo, frizzante e spumante - ma anche alcuni rossi eccellenti. E l’intraprendenza che si respira fra le vigne e nelle cantine del Podere Riosto, ha portato anche alla sperimentazione sul clone autoctono della “Vite centenaria del Fantini”, riscoperto e salvaguardato proprio grazie alla passione dei titolari dell’azienda di Pianoro, la famiglia Galletti Franceschini. La diversa tessitura del terreno (franco-sabbioso), il microclima caratterizzato da estati soleggiate e inverni nevosi e le diverse esposizioni dei vigneti (Sud, Sud/est e Sud Ovest con buona ventilazione), fanno sì che le uve sviluppino caratteristiche gusto-olfattive differenti, uniche e peculiari di questo territorio particolarmente vocato per la vitivinicoltura. Caratteristiche inconfondibili che si ritrovano poi nel vino, plasmate anche grazie all’attento lavoro svolto nella vigna - dove si ottengono bassa rese per ettaro anche con il diradamento manuale dei grappoli – e nella cantina – dotata delle tecnologie più avanzate per applicare le tecniche più innovative - sotto la guida dell’esperto enologo Mariano Pancot. Nel dettaglio i vitigni presenti in azienda, per la produzione di vini Doc dei Colli Bolognesi, sono: Pignoletto (5,41 ettari), Sauvignon (2,06 ettari), Chardonnay (0,96 ettaro), Barbera (2,72 ettari), Cabernet (2,70 ettari), Merlot (1,34 ettari), ai quali si aggiunge la Vite del Fantini (0,66 ettari). I vini bianchi prodotti sono: Pignoletto frizzante, Pingoletto superiore, Chardonnay, Doraluce (Sauvignon Blanc), Stilla (Pignoletto 33 %, Chardonnay 33 %, Sauvignon 33 %). I vini rossi: Barbera, Barbera frizzante, Cabernet, Merlot, Aquilante (Barbera 60%, Cabernet Sauvignon 30%, Merlot 10 %), Grifone (90% Cabernet selezione e 10% Merlot), Medoro (Merlot), Gaudio (Taglio Bordolese: Cabernet Sauvignon 50%, Merlot 50%), Vecchio Riosto (Vite del Fantini). Gli spumanti: Riosto Pignoletto, For Your (Vite del Fantini). Le bottiglie prodotte all’anno sono circa 80.000. I vini bianchi vengono ottenuti attraverso l´impiego di tecniche innovative che prevedono la vinificazione in assenza di anidride solforosa e mediante l´applicazione in vigneto della Dmr (doppia maturazione ragionata). Le uve vengono sottoposte alla macerazione pellicolare al fine di estrarre il massimo potenziale aromatico e contribuire alla longevità e serbevolezza del futuro vino. Gli spumanti subiscono un processo di fermentazione controllata a bassissima temperatura. I vini rossi si esprimono al massimo attraverso una calibrata macerazione effettuata nel rotovinificatore. Successivamente i vini saranno selezionati e in parte, come avviene anche per i bianchi, sottoposti all’affinamento in botti di rovere di Slavonia e in barrique di rovere francese di Allier, dove vi permangono per circa 2 anni. Podere Riosto si trova a Pianoro (Bo) via di Riosto 12-24 http://www.Podereriosto.it/ |
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OTTANTESIMO COMPLEANNO PER L’ACETO BALSAMICO DI MODENA
IL 25 MARZO 1933 IL PRIMO RICONOSCIMENTO UFFICIALE DELLA DENOMINAZIONE
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E’ noto che l’Aceto Balsamico prodotto a Modena ha una storia millenaria. Meno risaputa è l’esistenza di due distinte tipologie di questo prezioso e notissimo aceto: l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop di limitata produzione e prezzo esclusivo e l’Aceto Balsamico di Modena Igp, che tutti noi troviamo sugli scaffali dei supermercati in una vasta gamma di qualità, presentazioni e prezzi, e che arricchisce ogni giorno le nostre tavole. Entrambi vantano una tradizione produttiva secolare, ma tra i due l’Aceto Balsamico di Modena Igp è stato il primo ad ottenere un riconoscimento ufficiale a livello legislativo, quando con un Atto del Ministro dell’Agricoltura Acerbo si riconobbe e autorizzò la “secolare e caratteristica industria” che si era andata affermando a Modena. “Questo atto, datato 25 marzo 1933, è stato superato da numerosi provvedimenti successivi e, da ultimo, con il Disciplinare di produzione contenuto nel Regolamento comunitario della Igp si sono delineati i caratteri produttivi in modo estremamente dettagliato – afferma Mariangela Grosoli, Presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena - tuttavia oggi riveste un importanza ancora maggiore di allora, poiché fissa con certezza che già nel 1933 la denominazione ‘Aceto Balsamico’ era, e lo è ancora !, riservata esclusivamente alla particolare e, già allora, secolare produzione Modenese. Di recente, con lo straordinario sviluppo e successo commerciale che i produttori dell’Aceto Balsamico di Modena hanno saputo creare per il proprio prodotto, si stanno purtroppo registrando numerosi e crescenti tentativi di imitazione. “Un fenomeno imitativo – continua Grosoli – che per alcuni Paesi come gli Stati Uniti rappresenta almeno il 25% dei valori al commercio del settore, e che nuoce gravemente all’economia della filiera. Un fenomeno contro il quale i produttori si stanno organizzando per poter agire in giudizio con sempre maggior vigore e determinazione”. In queste settimane infatti i due Consorzi di produttori dell’Aceto Balsamico di Modena stanno definendo la formazione di un Consorzio di Tutela che permetterà finalmente di raggiungere le dimensioni e i volumi richiesti per poter avere speranze di successo in queste lotte internazionali. Un primo positivo segnale è stata la ‘cessazione delle ostilità’ formalizzata lo scorso gennaio tra i due gruppi, che hanno finalmente chiuso ogni reciproca pendenza giuridica dopo 12 anni di tensioni. Il compleanno dell’Aceto Balsamico di Modena Igp meritava una particolare attenzione: per questo per tutto l’anno si terranno diverse importanti iniziative, prime fra tutte una speciale edizione di Acetaie Aperte, la manifestazione incentrata sulla tipica produzione locale che quest’anno si svolgerà il 29 Settembre. Sono inoltre previsti convegni, pubblicazioni, ricerche scientifiche che si svolgeranno nel corso del 2013 e che avranno invariabilmente al proprio centro l’Aceto Balsamico di Modena Igp: un ottuagenario arzillo e dinamicissimo |
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SACLÀ PRESENTA GLI INVOLTINI DI POMODORO RIPIENI AL TONNO
UNA GUSTOSA NOVITÀ PER FANTASTICI ANTIPASTI, APERITIVI…E NON SOLO!
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La gamma dei prodotti sott’olio Saclà, da sempre ricca di ricette gustose e originali, vede l’ingresso degli sfiziosi Involtini di Pomodori Secchi Ripieni al Tonno. Deliziosi involtini preparati utilizzando pomodori di prima qualità essiccati al sole farciti con un ripieno al tonno: un mix di sapori dal gusto deciso ma raffinato, per portare in tavola un piatto originale e veloce. Ciascun involtino è tenuto da uno stecchino, in modo da rendere il prodotto gustoso ed esteticamente invitante. Gli involtini di pomodori ripieni al tonno sono ideali per squisiti antipasti, sfiziosi aperitivi e per golosi spuntini da gustare in qualsiasi momento della giornata! Saclà con questo nuovo prodotto amplia la gamma dei pomodori sott’olio, che è composta dai Pomodori al Forno con Peperoncino, dal gusto fresco e gradevolmente vivace, dai Pomodori al Forno con Olive, delizioso mix di sapori tipicamente mediterranei, e dai Pomodori Secchi conditi con erbette, per un antipasto genuino e ricco di gusto. Per gli amanti del sapore forte e deciso del ripieno a base di tonno, Saclà propone inoltre i Peperoncini Ripieni al Tonno, altra imperdibile ricetta preparata con una deliziosa farcitura a base di tonno, capperi, olive ed acciughe. Il prezzo di un vasetto di Involtini di Pomodori Secchi Ripieni al Tonno è 5,90 Euro |
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AL VIA LA FASE FINALE DEL PREMIO IL MAGNIFICO
CON LA PUBBLICAZIONE LUNEDÌ 25 MARZO
DEGLI OTTO EXTRA VERGINE FINALISTI
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Il Magnifico Extra Virgin Olive Oil Awards entra nella sua fase finale, quella della elezione degli otto oli prescelti da panel di assaggio che saranno sottoposti a analisi chimiche con metodo Hplc presso il laboratorio di Metropoli, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze. Dagli otto finalisti usciranno il primo premio assoluto e i due premi intitolati a Massimo Pasquini e a Marco Mugelli, rispettivamente per il miglior extra vergine in abbinamento ai piatti tipici della cucina italiana e per quello più innovativo. Per quanto riguarda invece la sezione riservata agli oli prodotti all’estero, saranno eletti 4 finalisti tra i quali poi sarà scelto il primo assoluto. Il Premio Il Magnifico ha ricevuto il Patrocino della Camera di Commercio di Firenze e della Provincia di Firenze, e a breve arriverà anche quello della Regione Toscana. La serata di premiazione si terrà al Castello del Nero di Tavarnelle Val di Pesa giovedì 4 aprile. La serata è organizzata in collaborazione con Chiantibanca e con lo alessandromoggi.Com. Alla serata saranno presenti i produttori selezionati, giornalisti, ospiti e autorità. La consegna dei premi sarà affidata a rappresentanti delle istituzioni. In particolare, l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvatori consegnerà il primo premio assoluto, Il Magnifico Extra Virgin Olive Oil Award. Al dirigente della Camera di Commercio di Firenze naturalmente spetterà la consegna del Premio intitolato a Massimo Pasquini, mentre quello in ricordo di Marco Mugelli è stato affidato al sindaco di San Casciano, dove Mugelli risiedeva, Massimiliano Pescini. Infine, l’assessore all’agricoltura della Provincia di Firenze Pietro Roselli avrà l’onore di consegnare il premio internazionale. Da lunedì 25 marzo sul sito www.Premioilmagnifico.com è possibile consultare la lista degli 8 oli italiani e dei 4 stranieri finalisti |
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IL CONSORZIO VINO CHIANTI PER LA PRIMA VOLTA A PROWEIN
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Il Consorzio Vino Chianti si prepara, per la prima volta, a partecipare a Prowein, la più qualificata e specializzata fiera vinicola della Germania, che si svolgerà a Düsseldorf dal 24 al 26 marzo 2013. Prowein rappresenta, oramai da anni, un appuntamento irrinunciabile per molti operatori del settore e la richiesta di area da parte degli espositori è in costante aumento; ciò ha spinto l’ente fiera a riorganizzare i padiglioni e a procedere con una diversa distribuzione degli spazi. Nel 2013 l’intero Padiglione 3 sarà dedicato all’Italia e il Consorzio Vino Chianti non poteva non essere presente. Entusiasta, il Presidente del Consorzio, Giovanni Busi che dichiara: “Siamo appena tornati da Zurigo e Monaco con quaranta aziende impegnate in due giornate dedicate al trade e all’enoturista appassionato, tra qualche giorno saremo a Prowein: un palcoscenico di livello mondiale per quanto riguarda gli addetti ai lavori, dove il vino Chianti, assieme ad altre denominazioni toscane, potrà mostrare e far assaggiare i propri prodotti. Vi sarà, infatti, l’opportunità di degustare il Chianti durante la giornata di martedì 26 marzo h 15.00 (H6h10), presso lo stand Meininger, con un seminario dedicato alla stampa guidata da Richard Grosche”. Prosegue sottolineando: “Per noi è la prima volta e crediamo sia un’ottima opportunità di visibilità per le aziende, un ponte di collegamento per approcciare nuovi ed importanti mercati (anche oltre oceano), ed infine, un’efficace operazione di comunicazione e marketing per il Consorzio”. Il concetto del Made in Italy, tanto amato e conosciuto in tutto il mondo – ove la parola Chianti, magica e evocante vige da sempre – ha un forte ascendente sui potenziali acquirenti in cui l’immagine del Chianti che si trasmette è la toscanità con i suoi vini ed i suoi prodotti tipici: tutti aspetti che fanno gioco alla diffusione del brand Chianti”. Conclude Busi: “Il nostro programma all’estero, è molto serrato, e il Chianti, che viene considerato l’ambasciatore del vino italiano nel mondo, può e deve essere sempre presente ove vi siano delle eccellenze italiane: questo è l’impegno che ci siamo presi come consorzio e che intendiamo portare avanti” |
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