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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Marzo 2013
Politica
INNOVATION UNION SCOREBOARD 2013  
 
Bruxelles, 27 Marzo 2013 - Di seguito l’intervento di ieri la Antonio Tajani Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria a Innovation Union Scoreboard 2013. L’edizione di quest’anno del quadro di valutazione dell’innovazione ci permette di misurare, per la prima volta, gli effetti della crisi economica sulle realtà della ricerca e dell’innovazione in Europa. I risultati non sono positivi. La crisi economica ha avuto un impatto negativo sulle attività di innovazione in alcune regioni d’Europa, con conseguenze gravi per la crescita. Se vogliamo mantenere la nostra competitività globale - non mi stancherò mai di ripeterlo - dobbiamo puntare soprattutto sulla qualità, non solo sulla quantità. Abbiamo bisogno, quindi, di prodotti e servizi innovativi, di imprenditori creativi e di un’industria altamente concorrenziale. Se andiamo a vedere nel dettaglio i dati di quest’anno (slide alle mie spalle) possiamo concludere che: 1) Tra i paesi leader dell´innovazione: la Svezia si conferma al primo posto, seguono Germania, Danimarca e Finlandia. Sono questi i quattro paesi più innovativi dell’Ue. 2) Segue un secondo gruppo, quello dei paesi che tengono il passo dell’innovazione, con risultati superiori o vicini alla media Ue. Tra cui: Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Austria, Irlanda, Francia, Slovenia, Cipro ed Estonia. 3) Il terzo gruppo comprende i cosiddetti innovatori moderati, con risultati inferiori alla media dell’Ue. Sono Italia, Spagna, Portogallo, Repubblica ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e Lituania. 4) Nel quarto gruppo troviamo paesi con prestazioni nettamente inferiori alla media dell’Ue a 27, che denominiamo innovatori modesti: Polonia, Lettonia, Romania e Bulgaria. Rispetto all’anno scorso, la classifica generale è rimasta sostanzialmente immutata. Salvo rimescolamenti all’interno dello stesso gruppo, non si registrano variazioni sostanziali rispetto all´anno precedente. In parte anche perché la capacità di innovazione non si crea da un giorno all’altro. Per coltivare i talenti, sviluppare le competenze fare in modo che gli investimenti maturino, c´è bisogno di tempo. Tuttavia, da una lettura attenta dei dati, emergono due importanti considerazioni. In primo luogo, i risultati di questo esercizio non possono ridursi unicamente a stilare una classifica volta a misurare, in termini assoluti, la capacità di innovazione. Quello che conta è anche l’impegno a recuperare il terreno perduto, cioè la capacità di migliorarsi e di crescere. Per questo, in termini relativi, è senz’altro l’Estonia il leader europeo della crescita dell´innovazione, seguita dalla Lituania e dalla Lettonia. Perché questi paesi, seppure lontani dalle prime posizioni della classifica, sono quelli con un tasso di miglioramento più elevato. In secondo luogo, nonostante quasi tutti gli Stati membri abbiano migliorato, in diversa misura, le loro prestazioni in termini di innovazione, la capacità di crescere non è omogenea in tutta l’Unione europea. Il divario, invece di colmarsi, si sta allargando, e questo, a mio avviso, è il risultato più preoccupante. I risultati di quest’anno, infatti, mostrano che l’innovazione nell’Ue ha smesso di convergere. Il gruppo dei paesi meno innovativi non si sta più avvicinando a quello dei paesi più innovativi. I paesi meno innovativi sembrano essere quelli che presentano i problemi strutturali più acuti. La crisi economica ha accentuato questi problemi, in particolare in Portogallo, Grecia e Ungheria. Anche in Bulgaria, Malta, e Polonia le attività di innovazione hanno subito una brusca frenata. Tra gli indicatori positivi, spicca, primo fra tutti, il dato relativo all’aumento dell’innovazione tra le Pmi che collaborano tra di loro (+ 7.9%). Il che significa che in periodi di crisi le Pmi tendono a mettersi insieme per cercare sinergie e realizzare economie di scale negli investimenti. Questo a conferma della nostra azione a favore dei clusters e dell’internazionalizzazione delle Pmi. Secondo indicatore positivo rilevante: oltre che dalle Pmi, oggi, l’innovazione è spinta soprattutto dalla commercializzazione all’estero dei risultati della ricerca mediante licenze, brevetti e registrazioni di marchi comunitari (+6%). Questo vuol dire che il sistema europeo della ricerca è forte e continua a produrre ottimi risultati che sono essere sfruttati al di fuori della Unione Europea. Dobbiamo lavorare a che questo fattore positivo non si trasformi in un fattore di rischio, se accompagnato da una perdita di know how e da uno sviluppo/produzione fuori dall´Ue. Tra gli indicatori negativi, invece, è interessante notare un forte calo delle spese delle imprese per l’innovazione non tecnologica (-5.2%) e una disponibilità molto minore di fondi di capitale di rischio (-3.1%). In generale, si osserva una battuta d’arresto nei settori governati da decisioni a breve termine, mentre i risultati continuano a migliorare nei settori guidati da decisioni prese in passato, prima dell’acuirsi della crisi economica. In conclusione, gli investimenti nell’innovazione sono indispensabili per mantenere la nostra competitività globale e rilanciare la crescita in Europa. Senza innovazione, non raggiungeremo l’obiettivo di riportare l’industria al 20% del Pil che ci siamo prefissati con la nuova strategia sulla politica industriale. Per questo diventa sempre più importante e urgente il coordinamento di queste politiche a livello europeo. Le conclusioni dello scorso Consiglio Europeo vanno in questa direzione. E mia intenzione lavorare in questo senso in occasione del prossimo Consiglio Europeo di Giugno, che sarà dedicato proprio alla politica industriale. E ancora, assieme a Moire, in vista del prossimo Consiglio europeo dedicato all’innovazione. Lascio ora la parola alla commissaria Geoghegan-quinn che si soffermerà sulla dimensione internazionale dello scorebord e sulle diverse azioni volte a realizzare l’Unione dell’innovazione.  
   
   
IL QUADRO VALUTATIVO INDICA CHE L´UE È MAGGIORMENTE INNOVATIVA, MA CHE SI ALLARGA IL DIVARIO TRA I PAESI  
 
Bruxelles, 27 marzo 2013 - La resa innovativa nell´Ue è migliorata di anno in anno nonostante il perdurare della crisi economica, ma il gap dell´innovazione tra gli Stati membri si sta allargando. Questo risultato è posto in luce dal Quadro valutativo dell´ "Unione dell´innovazione" 2013 che fa una classifica degli Stati membri dell´Ue. Mentre i paesi più innovativi hanno ulteriormente migliorato la loro resa, altri registrano un´assenza di progressione. La classifica complessiva nell´ambito dell´Ue rimane relativamente stabile: la Svezia si situa al primo posto seguita da Germania, Danimarca e Finlandia. Estonia, Lituania e Lettonia sono i paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti dall´anno scorso. Tra i volani dell´espansione dell´innovazione nell´Ue vi sono le Pmi e la commercializzazione delle innovazioni, unitamente a sistemi di ricerca eccellenti. La contrazione delle attività economiche e degli investimenti in venture capital nel periodo 2008-2012 ha influito negativamente sulla resa innovativa. Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha affermato: "I risultati di quest´anno indicano che la crisi economica ha influito negativamente sull´innovazione in certe parti d´Europa. Gli investimenti nell´innovazione sono essenziali se vogliamo mantenere la nostra competitività globale e rilanciare la crescita in Europa. Dobbiamo incoraggiare l´imprenditorialità poiché le Pmi sono un volano essenziale dell´innovazione". Máire Geoghegan-quinn, commissario responsabile per la ricerca, l´innovazione e la scienza, ha affermato: "L´innovazione dovrebbe essere al centro delle agende politiche di tutti gli Stati membri. La nostra più recente relazione sullo stato dell´"Unione dell´innovazione", anch´essa pubblicata oggi, indica che nel 2012 abbiamo realizzato progressi su alcune delle grandi tematiche come il brevetto unitario e le nuove regole per i fondi di capitali di rischio, ma dobbiamo avanzare ancora di più per evitare di avere in Europa un divario dell´innovazione". La Commissione europea ha anche pubblicato oggi una relazione complementare al Quadro valutativo: la relazione sullo stato dell´Unione dell´innovazione, che indica che la Commissione ha già ampiamente attuato i suoi impegni sull´iniziativa faro "Unione dell´innovazione". Per le singole sintesi sulla resa innovativa di tutti i 27 Stati membri e di altri paesi europei si veda: Memo/13/274 Contesto - Il Quadro valutativo dell´ "Unione dell´innovazione" 2013 classifica gli Stati membri nei seguenti quattro gruppi: Leader dell´innovazione: Svezia, Germania, Danimarca e Finlandia, sono caratterizzati tutti da una resa ben al di sopra della media Ue. Paesi che tengono il passo: Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Austria, Irlanda, Francia, Slovenia, Cipro ed Estonia, che hanno tutti risultati superiori alla media Ue. Innovatori moderati: Italia, Spagna, Portogallo, Repubblica ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e Lituania, che hanno risultati inferiori alla media Ue. Paesi in ritardo: Il rendimento di Polonia, Lettonia, Romania e Bulgaria è nettamente al di sotto della media Ue. Cosa determina il successo dei leader dell´innovazione? I paesi più innovativi nell´Ue condividono una serie di punti di forza nell´ambito dei loro sistemi di ricerca e innovazione, tra cui un importante ruolo delle iniziative di innovazione delle imprese e del settore dell´istruzione superiore. Le imprese di tutti i leader dell´innovazione hanno buoni risultati in termini di spesa per la ricerca e lo sviluppo (R&s) e di domande di brevetti. Essi hanno anche in comune un settore dell´istruzione superiore altamente sviluppato e forti legami tra il mondo industriale e quello della scienza. Confronti internazionali con l´Ue - Un raffronto con altri paesi europei conferma la posizione della Svizzera quale leader assoluto dell´innovazione che supera regolarmente tutti i paesi dell´Ue. I risultati di quest´anno indicano nuovamente che la Corea del Sud, gli Usa e il Giappone hanno risultati superiori a quelli dell´Ue. Il vantaggio della Corea del Sud rispetto all´Ue sta aumentando, ma dal 2008 l´Ue è stata in grado di colmare di quasi la metà il proprio divario con gli Usa e il Giappone. L´ue è ancora notevolmente arretrata rispetto ai leader globali soprattutto in termini di spesa delle imprese per R&s, di co-pubblicazioni pubblico-private e di brevetti, come anche in termini di istruzione terziaria. L´ue continua a produrre risultati migliori di Australia, Canada, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Il distacco con la Cina si sta riducendo, mentre rimane stabile con gli altri paesi Brics ed è aumentato rispetto all´Australia e al Canada. Il Quadro valutativo dell´ "Unione dell´innovazione" 2013 usa attualmente 24 indicatori raggruppati in tre categorie principali e otto dimensioni: "Abilitatori", vale a dire elementi fondamentali che consentono all´innovazione di realizzarsi (risorse umane, sistemi di ricerca aperti, eccellenti e attraenti nonché finanziamenti e aiuti); "Attività delle imprese", che descrivono gli sforzi di innovazione delle imprese europee (investimenti delle imprese, concatenazioni e imprenditorialità nonché valori intellettuali; e "Output" ad indicare come ciò si traduca in vantaggi per l´economia nel suo complesso (innovatori ed effetti economici, anche sul piano dell´occupazione).  
   
   
LA RIVISTA TRIMESTRALE SULL´OCCUPAZIONE E LA SITUAZIONE SOCIALE NELL´UE ESAMINA L´AGGRAVAMENTO DELLA CRISI SOCIALE  
 
Bruxelles, 27 Marzo 2013 - La situazione occupazionale e sociale nell´Ue è rimasta critica nel quarto trimestre del 2012: l´occupazione è diminuita un po´ ovunque e la disoccupazione è ulteriormente aumentata mentre la situazione finanziaria delle famiglie permane grave, secondo quanto evidenzia l´ultimo esame trimestrale sull´occupazione e la situazione sociale nell´Ue della Commissione europea. Sono sempre più evidenti in alcuni Stati membri gli effetti negativi dei tagli subiti dai bilanci pubblici e degli aumenti delle imposte sull´occupazione e sul tenore di vita. La rivista sottolinea inoltre che l´immigrazione netta dall´esterno dell´Ue è rallentata e che la crisi ha avuto effetti nocivi sulla fertilità. László Andor, commissario europeo per l´Occupazione, gli Affari sociali e l´Inclusione, ha commentato: "La crisi sociale in Europa continua a peggiorare e in diversi Stati membri non vi sono segnali tangibili di miglioramento. Le fasce più povere della popolazione sono state molto spesso quelle più colpite. I governi devono investire per ritrovare la strada di una crescita inclusiva e per dare alle persone la possibilità reale di vivere in modo dignitoso – il recente pacchetto della Commissione sugli investimenti sociali ha individuato i possibili percorsi. Ma abbiamo bisogno soprattutto di maggiore solidarietà: all´interno dei singoli paesi, ma anche tra di loro. Potremo superare la crisi solo unendo i nostri sforzi." La disoccupazione è ancora aumentata nel gennaio 2013, raggiungendo i 26,2 milioni nell´Ue (19 milioni nell´area euro), vale a dire il 10,8% della popolazione economicamente attiva (11,9% nell´area euro). La differenza nel tasso di disoccupazione tra i paesi meridionali/periferici e il nord dell´area euro ha raggiunto i dieci punti percentuali nel 2012, situazione che è senza precedenti. Nell´ue il Pil è diminuito dello 0,5% nel quarto trimestre del 2012, la più grave contrazione dai primi mesi del 2009. L´occupazione generale nell´Ue è diminuita dello 0,4% nel 2012, e si sono rilevati sviluppi positivi solo in rapporto al lavoro a tempo parziale. Solamente nel quarto trimestre del 2012 l´occupazione è diminuita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. La spesa complessiva della protezione sociale è diminuita più rapidamente che non durante le precedenti crisi economiche - L´inasprimento delle politiche di bilancio ha colpito l´occupazione sia direttamente, riducendo l´occupazione nel settore pubblico, sia indirettamente, per la diminuzione della domanda macroeconomica aggregata. I cambi apportati ai sistemi fiscali e previdenziali e i tagli degli stipendi nel settore pubblico hanno generato riduzioni significative del livello di reddito disponibile delle famiglie, sottoponendo ad una forte pressione il livello di vita delle famiglie a basso reddito. I tagli della spesa e gli aumenti delle imposte hanno colpito in modo diverso i gruppi ad alto e a basso reddito. L´analisi mostra che un´attenta considerazione delle riforme di bilancio è necessaria per evitare che le fasce più povere della popolazione siano colpite in modo sproporzionato, come è avvenuto in alcuni paesi (ad esempio, in Estonia e in Lituania). La quota di popolazione europea che si dichiara in situazione di crisi finanziaria grave rimane molto al di sopra dei livelli osservati in qualunque periodo del decennio precedente – circa una ogni quattro famiglie a basso reddito. La spesa per la protezione sociale ha svolto un ruolo decisivo nel compensare le perdite di reddito delle famiglie nella prima fase della crisi ed ha contribuito a stabilizzare l´economia. Dalla metà del 2010 il suo impatto è calato e nel 2012 era trascurabile, anche nei paesi in cui la disoccupazione continuava ad aumentare. La riduzione della spesa sociale è stata molto più forte che non durante le recessioni del passato, in parte a causa delle eccezionali necessità di consolidamento fiscale nel contesto della crisi dell´euro. Tale situazione ha neutralizzato la funzione di stabilizzazione economica dei sistemi di protezione sociale in molti Stati membri e può aver contribuito ad aggravare la recessione, almeno nel breve termine. Nel marzo 2013 il Consiglio europeo ha confermato che combattere la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi rimane una delle fondamentali priorità dell´Ue e delle politiche nazionali. Nel febbraio 2013 la Commissione ha messo a punto un Pacchetto di investimenti sociali il cui scopo è orientare gli Stati membri nell´individuare politiche sociali più efficienti ed efficaci in risposta alle notevoli sfide che essi devono affrontare (si veda Ip/13/125, Memo/13/117, Memo/13/118 e Speech/13/141). Il Pacchetto ha sottolineato il fatto che l´investimento pubblico nell´assistenza ai minori, nell´istruzione o nel sostegno ad un invecchiamento attivo e in buona salute deve essere mantenuto o addirittura incrementato anche quando vengono adottate politiche nazionali di bilancio rigorose, poiché senza tale investimento molte persone non sono in grado di partecipare alla vita sociale o di sviluppare il loro potenziale economico. La disoccupazione e l´inattività giovanili sono ai livelli più alti di sempre - La disoccupazione giovanile non ha solo raggiunto un nuovo massimo nell´Ue (il 23,6 % dei giovani attivi era senza lavoro nel gennaio 2013), ma i periodi di disoccupazione tra i giovani si sono fatti più lunghi. Il 7,1 % dei giovani attivi è rimasto senza lavoro per più di un anno nel terzo trimestre del 2012, rispetto al 6,3% dell´anno precedente. Questa tendenza presenta il grave rischio di rendere i giovani sempre più separati dal mercato del lavoro e dalla società nel suo insieme. Il numero crescente di giovani di età inferiore a 25 anni che sono disoccupati e che non partecipano ad alcun ciclo di istruzione e formazione (Neet), che attualmente si avvicina agli 8 milioni, è a sua volta causa di gravi preoccupazioni. Per contribuire a lottare contro i livelli di disoccupazione giovanile inaccettabilmente elevati, il 5 dicembre 2012 la Commissione ha presentato un Pacchetto per l´occupazione giovanile (si veda Ip/12/1311, Memo/12/938 e Speech/12/910). Tale pacchetto comprende una proposta di raccomandazione per introdurre in ciascuno Stato membro una Garanzia giovani al fine di assicurare che tutti i giovani fino ai 25 anni di età ricevano un´offerta qualitativamente buona di occupazione, la possibilità di proseguire gli studi, un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dall´uscita dal sistema di insegnamento formale o dall´inizio della disoccupazione. Il Consiglio dei ministri ha raggiunto un accordo politico su questa raccomandazione il 28 febbraio 2013 (si veda Memo/13/152). La Commissione ha inoltre di recente proposto norme operative per attuare rapidamente l´iniziativa per l´occupazione giovanile al fine di combattere la disoccupazione giovanile (si veda Ip/13/217). Tale iniziativa è stata proposta dal Consiglio europeo del 7-8 febbraio 2013 e ad essa è stato attribuito un bilancio di 6 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. La crisi colpisce la fertilità - La rivista trimestrale analizza inoltre gli effetti nocivi della crisi sulla fertilità. A partire dal 2009 la fertilità ha arrestato il suo recupero e si è stabilizzata poco al di sotto di 1,6 figli per donna nell´Ue-27. L´età media delle donne al momento del parto ha continuato ad aumentare ed ha raggiunto la soglia dei trent´anni. D´altro lato, la speranza di vita ha continuato a sua volta ad aumentare ed ha raggiunto i 77,4 anni per gli uomini e gli 83,1 anni per le donne. L´immigrazione dall´esterno dell´Ue è diminuita dal suo picco del 2007, ma anche nel 2011 si è avuto nell´Ue-27 un aumento netto di mezzo milione, vale a dire un immigrante dall´esterno dell´Ue per mille abitanti dell´Ue. Le acquisizioni di cittadinanza aumentano e sono pari a circa un milione. Rimangono evidentemente gravi le sfide di lungo periodo per i mercati del lavoro dell´Ue di fronte ad una forza lavoro che tende a diminuire e ad invecchiare.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: PENSIONI PUBBLICHE DEVONO GARANTIRE LIVELLI DI VITA DIGNITOSI PER TUTTI  
 
Strasburgo, 27 marzo 2013 - Salvaguardare le pensioni pubbliche per garantire un tenore di vita dignitoso per tutti in età avanzata deve rimanere una priorità, lo dicono i deputati in una risoluzione adottata lo scorso giovedì. Chiedono inoltre lo sviluppo di regimi pensionistici complementari e prolungare la vita lavorativa per garantire la sostenibilità delle pensioni minacciate dall invecchiamento demografico e finanze pubbliche ristrette. La risoluzione, redatta da Ria Oomen-ruijten (Ppe, Nl) e passato con 32 voti favorevoli, 4 contrari e 6 astensioni, è la risposta del l´occupazione e gli affari sociali al Libro bianco della Commissione in materia di pensioni. Ora ci sono circa quattro persone in età lavorativa per ogni persona di età pensionabile. Fra 50 anni, il rapporto sarà solo due a uno. "Abbiamo bisogno di pensioni sicure e sostenibili in tutti gli Stati membri, ora e in futuro. Questo è importante per i giovani e meno giovani. Nel contesto di un aumento della longevità, il calo delle nascite e dei vincoli sulle finanze pubbliche, siamo di fronte a sfide enormi. Dobbiamo agire per salvaguardare le pensioni pubbliche, favorendo il prolungamento della vita lavorativa e il miglioramento e l´aumento dei contributi a regimi pensionistici complementari. Coordinamento Ue in materia di pensioni è necessaria, in particolare per il funzionamento del mercato interno, la strategia Europa 2020 e del patto di stabilità e di crescita ", ha detto la signora Oomen-ruijten. Pensioni pubbliche al fine di garantire livelli di vita dignitosi - Anche in un probabile lungo termine, scarsa crescita, scenario economico, che obbliga gli Stati membri a consolidare i propri bilanci, salvaguardando le pensioni pubbliche che almeno gli standard di vita decenti di garanzia deve restare una priorità, sottolineano i deputati. I deputati sottolineano che le pensioni pubbliche restano la principale fonte di reddito per i pensionati e rammarico che il Libro bianco della Commissione non affrontare adeguatamente l´importanza di questo pilastro "a prova di povertà". L´occupazione e gli affari sociali, inoltre, deplora i tagli drastici nei paesi più colpiti dalla crisi economica che ha spinto molti pensionati in o al limite della povertà. Incoraggiare lo sviluppo della previdenza complementare e fondi pensione privati La crisi economica ha messo in luce la vulnerabilità di programmi pubblici, sottolineano i deputati, che vogliono gli Stati membri di introdurre o mantenere un approccio "multi-pilastro" pensione, costituito da una combinazione di pensioni pubbliche, nel primo pilastro, la previdenza complementare collettiva derivante dalla accordi, le società o dalla normativa nazionale, nel secondo pilastro, e il risparmio privato nel terzo pilastro. Il Comitato invita inoltre la Commissione a garantire che il potenziale di investimento dei fondi pensione non sia compromessa dalla eventuali modifiche alla legislazione delle pensioni, in particolare gli enti pensionistici aziendali o professionali (Epap) direttiva. Incoraggiare prolungamento della vita lavorativa - La risoluzione sottolinea inoltre che gli Stati membri devono garantire, nel riformare le pensioni pubbliche, che tengano conto dei cambiamenti nelle aspettative di vita nel determinare l´età di pensionamento e del rapporto mutevole tra pensionati, i disoccupati e le persone economicamente attive. Per incoraggiare le persone a lavorare più a lungo, regimi di prepensionamento dovrebbero essere ritirati e la gente dovrebbe essere in grado di lavorare oltre l´età pensionabile, se lo desiderano,, sottolinea la risoluzione. Il Comitato per l´occupazione evidenzia pertanto la necessità di migliorare l´integrazione dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro. I diritti per i diritti pensionistici dei lavoratori all´estero - La risoluzione sottolinea anche la necessità di persone che lavorano all´estero, per essere in grado di acquisire e conservare diritti a pensione in tutta l´Ue.  
   
   
NEL 2012, PER LE PERSONE DI 65 ANNI E OLTRE, C´ERANO QUATTRO PERSONE IN ETÀ LAVORATIVA NELL´UE A 27 IL 40% DEI BAMBINI NATI FUORI DAL MATRIMONIO NEL 2011  
 
Bruxelles, 27 Marzo 2013 - L´attuale situazione demografica nella Eu27 popolazione è caratterizzata da una continua crescita e l´invecchiamento. Il 1 ° gennaio 2012, si stima che l´ Ue-27 aveva 503.700.000 di abitanti, con un incremento del 6% rispetto al 1992. Allo stesso tempo, la quota di quanti di 65 anni nella popolazione è aumentata dal 14% al 18%. Come la struttura della popolazione per età, strutture familiari stanno cambiando, in concomitanza con il calo dei matrimoni, divorzi è aumentato e una quota crescente di bambini nati fuori dal matrimonio. Queste informazioni provengono dal supplemento speciale sulle tendenze demografiche uno della rivista trimestrale sulla situazione occupazionale e sociale nell´Unione europea, pubblicato congiuntamente da Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea , e la Direzione Generale della Occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea. La prima parte di questo supplemento è dedicata alle tendenze demografiche storiche e recenti, mentre altri si concentrano su temi come la fertilità, le migrazioni, matrimoni e divorzi. A proposito di tre persone in età lavorativa per una persona anziana in Italia e Germania - La struttura per età della popolazione della Ue-27 può essere analizzato utilizzando i tassi di dipendenza da anni due , che mostrano il livello di sostegno da parte della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) in due generazioni di dipendenti ( sotto i 15 anni e 65 anni e oltre). Per quanto riguarda il rapporto di dipendenza giovani 2 in -27 è sceso dal 28,5% nel 1992 al 23,4% nel 2012. Durante questo periodo, il rapporto è diminuito in tutti gli Stati membri, ad eccezione di Danimarca (+2 punti percentuali). Nel 2012, il tasso di dipendenza dei giovani variava dal 20% in Bulgaria e in Germania al 33% in Irlanda e il 29% in Francia . L´ indice di dipendenza degli anziani 2 in -27 è aumentato dal 21,1% nel 1992 al 26,8% nel 2012. Durante questo periodo, il tasso è aumentato in tutti gli Stati membri, con l´eccezione di Irlanda (-0,4 pp). Nel 2012, l´indice di dipendenza degli anziani variava dal 18% in Slovakia , in Irlanda e Cipro al 32% in Italia e del 31% in Germania . Di conseguenza, la dipendenza complessiva 2 in -27 è leggermente aumentata nel corso degli ultimi due decenni, dal 49,5% nel 1992 al 50,2% nel 2012, circa due persone in età lavorativa per ogni persona a carico. Negli Stati membri, la dipendenza globale hanno oscillato dal 39% in Slovakia al 56% in Francia e il 55% in Svezia . L´altezza più matrimonio tasso t a Cipro, il più basso in Bulgaria - Il tasso di matrimonio nel -27 è diminuita costantemente nel corso degli ultimi due decenni, da 6,3 matrimoni ogni 1000 abitanti in 1990-5,2 ‰ nel 2000-4,4 ‰ nel 2010. Questa tendenza si riflette in una maggioranza degli Stati membri. Nel 2011, il tasso di matrimonio è il più alto registrato in Cipro (7,3 matrimoni ogni 1000 abitanti), Lituania (6,3 ‰) e Malta (6,1 ‰), e il più basso in Bulgaria ( 2,9 ‰), Slovenia (3,2 ‰), Lussemburgo (3,3 ‰) e in Spagna , in Italia e Portogallo (3,4 ‰). Il più alto tasso di divorzi che in Lettonia, il più basso a Malta - Nello stesso periodo, il tasso di divorzi che nel -27 è leggermente aumentato. Nel 1990, ci sono stati 1,6 divorzi ogni 1000 abitanti nella Ue-27 , contro 1,8 ‰ nel 2000-1,9 ‰ nel 2009. Nella maggior parte degli Stati membri, il tasso di divorzi è aumentato nel corso degli ultimi due decenni. Nel 2011, il più alto tasso di divorzio sono stati osservati in Lettonia (4,0 divorzi ogni 1000 abitanti) e la Lituania (3,4 ‰), mentre ci sono stati meno di divorzi ogni 1000 abitanti in Malta 3 (0,1 ‰), Irlanda (0,7 ‰) e l´Italia (0,9 ‰). Li una maggiore percentuale di nascite fuori del matrimonio in Estonia, il più basso in Grecia - La tendenza al ribasso continua il numero dei matrimoni si riflette anche da un aumento dei figli nati fuori del matrimonio. Nel 1990, il 17% di tutti i nati vivi nel -27 si era verificato al di fuori del matrimonio, contro il 27% nel 2000 e 40% nel 2011. Durante questo periodo, la percentuale di nati vivi fuori dal matrimonio è aumentata in tutti gli Stati membri. Differenze significative sono state osservate tra gli Stati membri per quanto riguarda la percentuale di nati vivi fuori dal matrimonio. Nel 1990, quasi la metà delle nascite fuori del matrimonio ha avuto luogo in Svezia e Danimarca , rispetto al 2% o meno di nati vivi in Cipro a Malta e Grecia . Nel 2011, le percentuali più alte sono state registrate in Estonia (60%), in Slovenia (57%), in Bulgaria e Francia (56% ciascuno), e la più bassa in Grecia (7%) in Cyprus (17 %) e Polonia (21%). L´ indirizzo e supplemento speciale sulle tendenze demografiche è disponibile (in inglese) in formato pdf nella sezione statistiche della popolazione del sito di Eurostat: http://epp.Eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/population/introduction  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO CONSIGLIA DI RIPRISTINARE IL LIBERO ACCESSO AL MYANMAR CON IL MERCATO DELL´UNIONE EUROPEA  
 
Strasburgo, 27 marzo 2013 - L´ue dovrebbe ripristinare l´accesso al mercato dell´Unione europea in esenzione da dazi e contingenti al Myanmar, ha detto il comitato commercio internazionale del Parlamento europeo lo scorso giovedì, a sostegno della proposta della Commissione di sostenere Myanmar nelle sue riforme, in particolare le attività di eradicazione del lavoro forzato. Il ripristino delle preferenze commerciali, sostenute dal comitato per il commercio con 28 voti favorevoli, 2 contrari e nessuna astensione, ma non ancora adottata dal Full House e approvato dagli Stati membri, darà al Myanmar dazi e quote di accesso libero al mercato dell´Ue per tutte le sue esportazioni ad eccezione delle armi e munizioni. Questo potrebbe contribuire ad aumentare le esportazioni del Myanmar del 30%, le stime della Commissione europea. Il Myanmar è idoneo per l´accesso al mercato libero in Sistema Generalizzato dell´Ue per preferenze generalizzate (Spg) per i paesi meno sviluppati, ma dal 1997 l´Ue è stata trattenuta questi benefici a causa di segnalazioni di "pratica ordinaria e diffusa del lavoro forzato". La proposta di ripristinare le preferenze segue i rapporti che l´uso del lavoro forzato in Myanmar ha cessato di essere "gravi e sistematiche". Rimanendo il lavoro forzato è responsabilità delle imprese dell´Ue - Mentre i deputati commerciali condividono il parere della Commissione secondo cui i requisiti di legge sono soddisfatti per le preferenze Spg deve essere ripristinato, il relatore, David Martin (S & D, Uk), mette in evidenza il fatto che il lavoro forzato è ancora una preoccupazione in alcuni Stati, in particolare nel settore militare. "I progressi in Birmania rimangono fragili ed è importante che le misure proposte contribuiscano ad una pace sostenibile e uno sviluppo positivo", ha sottolineato prima del voto. Per sottolineare queste preoccupazioni, i deputati commerciali con la stesura di una risoluzione separata che chiede alla Commissione di monitorare gli sviluppi per quanto riguarda il lavoro forzato e per sottolineare la responsabilità delle imprese europee che operano nel paese. "E ´vitale che le imprese europee si applicano severe misure di responsabilità sociale per le loro operazioni in Birmania e che vi sia un elevato livello di trasparenza e di comunicazione, al fine di incoraggiare le migliori pratiche tra gli investitori si spostano in Birmania", ha sottolineato Martin. E dopo? Ill ripristino delle preferenze commerciali per Myanmar verrà votato nel maggio (da confermare). L´approvazione formale da parte del Consiglio verrà quindi richiesta. Dopo che il regolamento entrerà in vigore con effetto retroattivo, a partire dal luglio 2012, quando l´Ilo revocato le restrizioni in materia di cooperazione con il Myanmar / Birmania.  
   
   
CROAZIA PRONTA A FAR PARTE DELL´UE  
 
Zagabria, Croazia 27 marzo 2013 Di seguito l’intervento di ieri di Štefan Füle Commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato all’ Università Vern: 2 Eccellenze, Signore e Signori, Cari amici, E ´un grande privilegio per me rivolgermi a questo pubblico di studenti, professori, diplomatici, politici e rappresentanti della società civile e degli affari di oggi. Sono appena tornato da un incontro con l´intero governo e ora sono particolarmente desiderosi di entrare in contatto con voi in questo giorno importante per la Croazia e posso affermare, non solo per la Croazia. Questa mattina, la Commissione europea ha adottato la sua relazione di controllo sulla Croazia, l´ ultima relazione di controllo - e sono felice di essere in grado di dirvi che la relazione conferma che: La Croazia ha espresso sulle azioni prioritarie che abbiamo evidenziato nel nostro rapporto di monitoraggio globale ottobre 2012, e Croazia sta rispettando i requisiti per tutti i capitoli di negoziato e sarà pronto per l´adesione all´Unione europea nel mese di luglio. Ora vedo l´ora di essere accolti Croazia come il nostro 28 ° Stato membro il 1 ° luglio 2013. L´adesione all´Unione europea comporta anche una responsabilità condivisa per il futuro del progetto europeo. In qualità di Stato membro dell´Unione europea, la Croazia parteciperà attivamente nel plasmare e definire il futuro dell´Europa come stabile, unione prospera a casa e un potere politico ed economico a livello mondiale. Questo è un diritto, ma anche una responsabilità. Non vedo l´ora di lavorare insieme a noi, al fine di promuovere e rafforzare il progetto europeo. Uno dei primi opportunità cittadini croati dovranno svolgere un ruolo attivo nel plasmare il futuro dell´Europa sarà alle elezioni per i membri croati del Parlamento europeo il 14 aprile. Questa è la tua occasione per dire la propria in Europa - si prega di usarlo! L´adesione della Croazia è il risultato di un processo lungo e rigoroso, sotto rigide condizioni. Croazia domanda di adesione nel 2003. I negoziati iniziato nel 2005 e terminato sei anni più tardi nel 2011. La Croazia è ora non è solo un paese diverso , arriva anche per l´Unione europea più preparata rispetto a molti altri paesi aderenti. L´integrazione europea ha portato cambiamenti positivi in ​​una serie di settori in Croazia. Vorrei citare alcuni esempi: C´è stato un progresso significativo nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Ora hanno posto le basi per un migliore funzionamento del sistema giudiziario, che porta a una maggiore efficienza e una riduzione del portafoglio ordini di vecchi casi. Contribuenti croati stanno ottenendo un miglior valore per i loro soldi - tramite procedure migliori per gli appalti pubblici . La Croazia ha inoltre affrontato il proprio passato recente, e così facendo ha dimostrato la sua maturità per affrontare questo doloroso retaggio. Mentre guardo avanti vedo che l´adesione all´Unione europea porterà una serie di enormi guadagni per la Croazia; per l´Unione europea, e per la regione nel suo complesso Vorrei iniziare con i guadagni che l´adesione porterà alla Croazia. Stabilità e la prosperità sarà rafforzata e aiutato da un aiuto finanziario attraverso i fondi strutturali e di coesione, anche aprendo la porta per nuove opportunità di business. Piena applicazione delle dell´Unione europea standard fornirà importanti miglioramenti in materia di sicurezza alimentare e di settori quali l´ambiente. E per voi, molti studenti in sala oggi, ci saranno molte nuove opportunità di viaggiare, studiare e lavorare nell´Unione europea. Per l´Unione europea, i guadagni di adesione della Croazia sarà anche estremamente importante. Pace e la stabilità nella regione sarà ulteriormente rafforzata. La lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata nell´Ue e nella regione sarà potenziato, così come la lotta contro altri problemi transnazionali e transfrontalieri. Società europee Unione sarà in grado di perseguire le opportunità di business e di investire in Croazia sapere che ora c´è più certezza del diritto per loro. Per quanto riguarda i benefici per la regione, la Croazia ha già iniziato a trasferire il suo know-how agli altri paesi della regione. Ci aspettiamo che continui. Qui, la Croazia è un "modello di ruolo" e un esempio tangibile che la riforma offre risultati. La Croazia ha inoltre dimostrato l´importanza della volontà di risolvere le controversie bilaterali , al fine di progredire nel processo di adesione, che sono esempi concreti l´accordo di arbitrato con la Slovenia e la firma del memorandum d´intesa con la Slovenia sulla Ljubljanska Banka in data 11 marzo. Impegno continuo con i partner regionali avrà anche vantaggi economici per la Croazia. Essa si è affermata come una economia chiave Cefta con il commercio ei flussi di investimenti importanti nel suo vicinato meridionale. La Commissione europea sta attualmente negoziando con i paesi dei Balcani occidentali, con l´obiettivo di ottenere che questi flussi di scambio tradizionali mantenere un trattamento preferenziale dopo il 1 ° luglio. Società croate sarà quindi in grado di esportare ed espandere . Naturalmente, le stesse aziende avranno anche nuove possibilità di scambio attraverso la piena partecipazione al mercato unico europeo, e molti accordi di libero scambio l´Ue ha in tutto il mondo. Sono convinto che l´integrazione europea non sarà completa fino a quando i paesi di questa regione fanno parte dell´Unione europea. Croazia, il secondo paese della ex Jugoslavia a far parte dell´Unione europea ha fatto questo obiettivo un passo più vicino alla sua realizzazione. E questo mi porta alla prospettiva più ampia per l´allargamento nel 2013. E ´un anno ricco di opportunità per l´allargamento ed è per i paesi candidati di essere a conoscenza delle opportunità e di fare un uso completo della quantità di moto che si è creato Coloro che parlare della cosiddetta "fatica da allargamento" dovrebbe capire che il vero pericolo e più grande è la stanchezza da riforme in combinazione con la tendenza nei paesi partner per mettere a volte la loro agenda politica interna avanti ea spese dell´agenda europea. Non c´è assolutamente niente di sbagliato in merito all´ordine del giorno nazionale, e non potrò mai dire che l´ordine del giorno dell´Unione europea dovrebbe sostituire quello domestico, ma sarebbe un peccato se le opportunità per l´allargamento nel 2013 sono state perse a causa del programma interno. Guardando al futuro per la Croazia, l´opera non è finita con la pubblicazione del Rapporto di primavera. Croazia vuole aderire a Schengen, e l´euro, in futuro. Questo significa che bisogna continuare ad adoperarsi in tutti i settori: sullo Stato di diritto, sulla prevenzione e la repressione della corruzione e la protezione delle frontiere esterne. Ultimo ma non meno importante, la Croazia arriva nell´Unione europea in un momento in cui l´Unione sta vivendo la sua prima grave crisi economica. Croazia deve contribuire alla risoluzione di questa crisi adottando tutte le misure necessarie. Il lavoro sulle riforme strutturali deve continuare ed essere rafforzata nel nuovo quadro economico in corso di attuazione da parte dell´Ue. Ciò è necessario al fine di migliorare la competitività dell´economia croata e per consentirle di sfruttare le opportunità offerte dal mercato unico, all´interno di una stabile e sostenibile quadro macroeconomico. L´unione europea, e la Croazia ad affrontare sfide considerevoli nel portare l´economia su un sentiero di crescita sostenibile. Insieme, saremo in una posizione migliore per affrontare con successo queste sfide. Per concludere, vorrei offrire le mie più vive congratulazioni a tutti coloro che in Croazia, che hanno contribuito a questo successo. Vostro successo è il successo dell´Europa e non vedo l´ora di festeggiare con voi il 1 ° luglio 2013. Grazie.”  
   
   
CROAZIA: ULTIMA RELAZIONE DI CONTROLLO SI CONCLUDE IL PAESE PRONTO A FAR PARTE DELL´UE  
 
Bruxelles, 27 marzo 2013 - La Commissione europea ha adottato ieri il suo ultimo Rapporto di monitoraggio sui preparativi della Croazia per l´adesione all´Unione europea. La Commissione valuta che la Croazia ha completato le azioni prioritarie individuate dieci nella precedente relazione nel mese di ottobre, e ha dimostrato la volontà e la capacità di attuazione degli impegni in tempo utile prima dell´adesione. La Commissione conclude che la Croazia è pronta per entrare nell´Unione europea il 1 ° luglio 2013. " Questo rapporto è una notizia positiva. Croazia ha lavorato sodo e tenuto il ritmo delle riforme. Ha fatto grandi passi avanti non solo dalla fine dei negoziati di adesione, ma anche rispetto alla relazione di monitoraggio precedente. I risultati raggiunti sono direttamente beneficiano i cittadini . Il paese è pronto a prendere il suo posto nella Ue, come previsto, e siamo tutti in attesa di completamento della ratifica del trattato di adesione e accogliente la Croazia nell´Unione europea il 1 ° luglio ", Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha detto sulla presentazione della relazione al governo croato a Zagabria. " della Croazia è un successo per l´allargamento. Si tratta di una prova della credibilità della politica di allargamento: quando il paese candidato mantiene i criteri e gli impegni, l´Ue mantiene la prospettiva di adesione. Questo è anche un buon esempio per il resto della regione, come si muove più vicino all´Unione europea ", ha aggiunto . La relazione di monitoraggio si concentra sulla politica di concorrenza della Croazia, del sistema giudiziario e diritti fondamentali, così come la giustizia, libertà e sicurezza. Si valuta anche che il paese ha dimostrato la sua capacità di rispettare gli impegni legati agli adesione all´Ue, come pronti a ricevere i fondi strutturali, in tempo utile prima dell´adesione. La relazione afferma che l´adesione all´Unione europea è un ulteriore incentivo a portare avanti con le riforme e la Croazia si prevede di continuare a sviluppare il suo track record nel settore dello Stato di diritto, in particolare nella lotta contro la corruzione.  
   
   
ANTITRUST : LA COMMISSIONE EUROPEA ESTENDE LE INTERNATIONAL SWAPS AND DERIVATIVES ASSOCIATION (ISDA), LA SUA INDAGINE AL MERCATO DEL CREDITO SWAP RISCHIO  
 
Bruxelles, 27  marzo 2013 - La Commissione europea ha ampliato la propria indagine del rischio di credito swap (Cds) alle International Swaps and Derivatives Association (Isda), un´organizzazione professionale di istituti finanziari specializzati nel commercio di Otc counter. L´indagine della Commissione ha scoperto le prime indicazioni che Isda ha partecipato a uno sforzo coordinato da parte delle banche di investimento per impedire ai concorrenti di operare nel mercato dei derivati ​​di credito o ritardare il loro l´ingresso nel mercato. Tale comportamento, se confermato, sarebbe soffocare la concorrenza nel mercato interno, in violazione delle norme comunitarie in materia di cartelli e abusi di posizione dominante. L´apertura di una indagine non pregiudica l´esito finale. L´inchiesta è stata avviata nel mese di aprile 2011 ed è in corso. La Commissione esamina le banche di investimento diversi eventualmente appello alla Markit, il principale fornitore di informazioni finanziarie sul mercato dei Cds per bloccare lo sviluppo di alcune piattaforme di trading sui Cds. Per fare questo, si può ricorrere a una collusione o possibile abuso di posizione dominante. Contesto - La Commissione ha avviato l´indagine le informazioni sul mercato dei Cds nel mese di aprile 2011 ( cfr. Ip/11/509 ). Articoli 101 e 102 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea vieta accordi anticoncorrenziali e l´abuso di posizione dominante. L´attuazione di tali disposizioni è disciplinata dalle disposizioni degli accordi Ue e l´abuso di posizione dominante (regolamento 1/2003). Queste regole possono essere applicate anche da parte delle autorità nazionali garanti della concorrenza. Con l´apertura di questo procedimento, la Commissione dessaisit recente del loro competenza ad applicare queste regole. I giudici nazionali devono altresì astenersi dal prendere qualsiasi decisione che è incompatibile con una decisione adottata dalla Commissione. La Commissione ha informato il Isda e le autorità garanti della concorrenza degli Stati membri della proroga della procedura, in questo caso. Indagini di un comportamento anticoncorrenziale non sono soggette ad alcun termine di legge. La durata di un´indagine di cartelli e abusi di posizione dominante dipende da vari fattori, tra cui la complessità del caso, il grado di cooperazione dell´impresa interessata con la Commissione e l´esercizio di diritti della difesa. Informazioni più dettagliate saranno disponibili sul sito web della Dg Concorrenza nel registro pubblico dei casi di concorrenza con il numero 39745 .  
   
   
MONETA COMPLEMENTARE: CAPPELLACCI, REDDITO COMUNITÀ CON CIRCUITO SARDEX  
 
Cagliari, 27 Marzo 2013 - La Regione Sardegna entra nel circuito di credito commerciale Sardex per dare nuova linfa, con azioni innovative, al sistema produttivo e occupazionale dell´isola in un momento di particolare stretta creditizia e di crisi di liquidità. La collaborazione tra l’amministrazione regionale e il circuito è sancita da un accordo siglato per il tramite dell’Agenzia governativa Sardegna promozione, con cui si da il via libera alla sperimentazione dell’utilizzo della moneta complementare: una forma evoluta di baratto multilaterale e multitemporale che consente di immettere nel circuito beni e servizi per il rafforzamento delle economie locali. "La proposta della Giunta - ha spiegato il presidente Ugo Cappellacci, illustrando alla stampa l´iniziativa assieme al direttore centrale dell´Agenzia, Mariano Mariani, e ai referenti di Sardex, Roberto Spano e Gabriele Littera - è di adottare il Sardex per istituire un ‘reddito di comunità’ da versare ai disoccupati sardi, un’ulteriore opportunità che vogliamo offrire a quei giovani che, per le difficoltà di accesso, non hanno ancora avuto la possibilità di affacciarsi al mondo del lavoro. Il funzionamento prevede una dotazione annuale di bilancio regionale pari a 20 milioni di euro, un vero e prorio Fondo di garanzia, da inserire nella manovra finanziaria per ciascuno degli anni dal 2013 al 2015. Stimiamo, infatti, il coinvolgimento di 10.000 giovani inoccupati, tra i 25 e i 35 anni, e l’erogazione di altrettanti redditi di comunità in moneta complementare ovvero 500 sardex mensili equivalenti a 500 euro al mese per beneficiario”. La Regione, in questi mesi, lavorerà per mettere a punto il regolamento, definendo i criteri di selezione per l’attribuzione del sussidio. I beneficiari, dal canto loro, dovranno mettere a disposizione ore di servizi per la comunità nell’ambito di progetti di pubblica utilità orientati a creare attitudini positive verso l’imprenditorialità e l’auto-impiego. "Per controbilanciare l´aumentata quantità di crediti sardex immessi nel circuito dai nuovi 10.000 beneficiari - ha spiegato Mariani - la Regione creerà un Fondo di garanzia, paria 20 milioni l’anno, da utilizzare per l’acquisto, in euro e con normali procedure di gara pubblica, di beni e servizi da rivendere in sardex all’interno del circuito”. Dal gennaio 2010, anno di operatività del circuito, sono oltre un migliaio le aziende associate, di ogni dimensione e settore, che generano attualmente un volume di scmbi pari a un milione di euro mensili, senza l’utilizzo di moneta corrente. “All’interno del circuito sardex - hanno spiegato i rappresentanti del cda – sono le stesse imprese a finanziarsi reciprocamente a tasso zero, consentendoli di risparmiare preziosa liquidità e di migliorare i propri flussi di cassa".  
   
   
SUDAFRICA CHIAMA LIGURIA, IN AGENDA PORTI, LOGISTICA E NAUTICA, UNA SETTANTINA LE IMPRESE GENOVESI PRESENTI NEL PAESE  
 
Genova, 27 Marzo 2013 - Il Sudafrica chiama, la Liguria risponde. E apre le porte della Regione al Console Generale Saul Kgmotso Molobi, che, accompagnato dal console onorario della Repubblica del Sudafrica a Genova Enrico De Barbieri, è stato ricevuto ieri in mattinata, dall’assessore Gabriele Cascino, che gli ha dato il benvenuto anche a nome del presidente Claudio Burlando, impegnato a Roma. La visita a Genova - ha riferito la delegazione diplomatica nel corso dell’incontro in Regione Liguria - punta a stringere rapporti più stretti anche attraverso un gemellaggio con Durban, la grande città portuale sull’Oceano Indiano, di cui si parlerà nella visita in comune. Nel pomeriggio sono in programma incontri istituzionali con l’Autorità Portuale e la Fiera Internazionale di Genova. In Regione Liguria, il console generale del Sudafrica ha ricordato il grande interesse del suo Paese per la nautica da diporto, già protagonista di due grandi saloni internazionali a Durban e Cape Town e un altro a Johannesburg. Che la Regione Liguria e il Sudafrica abbiano tante cose in comune non ci sono dubbi, “basti pensare che sono una settantina le aziende genovesi presenti in quel Paese”, ha affermato Cascino.  
   
   
VISITA IN REGIONE MARCHE DELL’AMBASCIATORE DEL VIETNAM.  
 
Ancona, 27 marzo 2013 - Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha ricevuto nella serata del 25 marzo a Palazzo Raffaello la visita dell’ambasciatore del Vietnam in Italia Nguyen Hoang Long. Nel corso dell’incontro, improntato alla massima cordialità, Spacca e l’ambasciatore vietnamita hanno approfondito le possibili strade di collaborazione, di natura economica, culturale ed accademica, tra le Marche e il Paese asiatico. Spacca ha ricordato che la Regione da anni intrattiene relazioni con diversi Paesi esteri, privilegiando la strategia di accordi e progetti con singole regioni o province. La stessa strategia che, ha auspicato il presidente, può essere seguita nel caso del Vietnam, Paese che con le Marche, e in particolare con il mondo universitario, ha già avviato concreti e proficui progetti. Spacca ha anche annunciato all’ambasciatore Nguyen la missione istituzionale ad Hanoi, ad aprile, per il decennale della morte di Carlo Urbani, il medico marchigiano che nella città vietnamita ricoprì per tre anni il ruolo di consulente dell’Oms per il controllo delle malattie parassitarie nel Pacifico Occidentale, offrendo un contributo determinante alla cura della Sars di cui rimase vittima.  
   
   
ABRUZZO, MONTENEGRO: VASTO-BAR E RETE TURISMO IPOTESI DI LAVORO E COLLOQUI CON STRUTTURA INVESTIMENTI  
 
Pescara, 27 marzo 2013 - Il vicepresidente con delega allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, che guida la delegazione abruzzese in Montenegro, è stato ricevuto nella giornata di ieri dal Segretario generale per gli Investimenti del Montenegro, Nebojsa Popovic. Castiglione ha sottolineato "l´importanza sostanziale della presenza abruzzese in questa due giorni", complimentandosi per "la specificità del Segretariato". Ipotesi di lavoro comune, come ha spiegato Castiglione - sono il collegamento diretto Vasto-bar e la costituenda rete sul turismo. Successivamente, Castiglione è stato ricevuto dall´ambasciatore italiano in Montenegro, Sergio Barbato. In un "colloquio cordiale e costruttivo - come riferisce il Vicepresidente - l´Ambasciatore ha confermato che la Regione Abruzzo è considerata in modo preminente in Montenegro ed ha anticipato che a metà aprile è calendarizzata una missione di Confindustria sul territorio. Inoltre ha sottolineato come l´Abruzzo sia un punto di connessione simbolico con Italia, anche per il cavodotto che arriverà in Montenegro. L´ambasciatore ha ricordato che il Montenegro ha avviato un proficuo negoziato di adesione con l´Unione Europea e che nelle statistiche dell´ Organizzazione Mondiale del turismo è ubicata ai primi posti assoluti". Al termine dell´incontro, Castiglione ha donato all´Ambasciatore una moneta commemorativa del 150° Unità d´Italia. Poi Castiglione ha incontrato nella Direzione Governativa la responsabile della locale rete europea di imprese,Ljlja Belada, per programmare un incontro con gli imprenditori abruzzesi interessati. Alla fine dei due giorni di lavoro, si è svolto l´incontro con i rappresentanti delle aziende montenegrine nella Camera di commercio del Montenegro.  
   
   
ABRUZZO, MONTENEGRO: OPPORTUNITA´IN PIU´SETTORI INVESTIMENTI CON AGEVOLAZIONI FISCALI E BUSINESS ZONE  
 
Pescara, 27 marzo 2013 - Il vice presidente della Giunta regionale con delega allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, guida una delegazione formata da imprenditori abruzzesi, rappresentanti del Polo Automotive, dell´edilizia, del Porto del Vasto, dell´Università D´annunzio e di Abruzzo Sviluppo, alla volta del Montenegro. La delegazione è stata ricevuta il 25 marzo dal sottosegretario al Ministero dell´Economia del Montenegro, Igur Noveljic, che negli scorsi mesi aveva partecipato in Abruzzo al Forumed, per la firma del protocollo d´intesa. Noveljic ha presentato il proprio Paese ai rappresentanti abruzzesi, nell´obiettivo di possibili futuri investimenti. "Abbiamo preso atto di un Paese stabile politicamente ed economicamente - ha dichiarato Castiglione - con vantaggi fiscali per gli investitori, in particolare in relazione alla manodopera ed ai tassi sugli utili, una tassazione più competitiva e profit su utili al 9 per cento, con la possibilità di accedere alle Business Zone. Inoltre - prosegue l´Assessore - si è evidenziata la facilità di apertura di società, bastano 4 giorni, si è fatto cenno agli investimenti esteri per 22 milioni di euro. Turismo, Energia e Telecomunicazioni offrono grandi possibilità". Secondo Castiglione "i rapporti avviati da anni nei Balcani stanno dando buoni frutti e proveremo anche qui fare la stessa cosa. Abbiamo da sempre a cuore le piccole e medie imprese e guardiamo con attenzione a quest´area in procinto di entrare nell´Unione Europea. Abbiamo un´attenzione particolare alla Green Economy, per cui sono utili le informazioni di carattere ambientale che ci sono state fornite. Tra oggi e domani daremo sostanza al protocollo realizzato in Abruzzo". Castiglione è stato poi ricevuto a Bar dal Sindaco, Slobo Pajovic, e dal suo staff. Pajovic, secondo quanto riferito dal Vicepresidente, ha offerto le possibilità di interscambio, sottolineando che la volontà comune è il segreto del successo. Si è poi soffermato sull´importanza del corridoio 11 ed ha presentato i numeri della città e del porto di Bar. Solo 196 miglia distano dal porto di Vasto e ciò permette obiettive opportunità. Successivamente, l´incontro con il Sindaco di Tivat, il più piccolo comune della regione, solo 46 km per 15 mila abitanti, ma con un target di turismo di lusso nel settore della nautica da diporto, dell´accoglienza, con hotel prestigiosi. Nel corso dell´incontro è emersa la concreta possibilità di lavoro in zona nel settore dell´arredamento di lusso, opportunità prontamente raccolta dai rappresentati delle imprese abruzzesi del settore presenti. Castiglione, che è stato infine ricevuto dai rappresentanti del Porto del Montenegro, si è ripromesso, "viste le possibilità immediate, di tornare presto. Sicuramente, unitamente ad altri imprenditori, ad esempio, nel settore della riparazione della nautica di alto cabotaggio, che qui costituisce una carenza". Quindi si è augurato che la Marina di Pescara possa fare da "trait d´union con Tivat, per giungere ad un circuito turistico di interscambi di reciproca soddisfazione e di taglio alto".  
   
   
MARONI:CON NOSTRO MODELLO SI PUÒ ELIMINARE IRAP DA REGIONE LOMBARDIA SOSTEGNO ALL´INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE AZIENDE LA PROPOSTA: ABOLIZIONE PREBENDE E ISTITUZIONI INTERMEDIE  
 
Milano, 27 marzo 2013 - ´Lo dirò domani al presidente incaricato Bersani: si potrebbe cancellare l´Irap, se fosse adottato il modello lombardo della sanità´. Lo ha spiegato il 25 marzo al Circolo della stampa di Milano il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in occasione della presentazione del volume dal titolo ´La formula del Capitano´, scritto da Marco Pasetti, amministratore unico della Farmaceutici Dottor Ciccarelli. La Forza Delle Aziende Familiari Lombarde - La storia di successo della Ciccarelli e del celebre dentifricio è lo spunto per parlare della tradizione familiare delle aziende lombarde: ´Ho lavorato in una multinazionale americana a capitale diffuso, dove non c´era un azionista di riferimento - ha ricordato Maroni -. Prudenza e volontà di investire nell´azienda erano alcune delle strategie in comune con l´esperienza della Farmaceutici Dottor Ciccarelli´. La Ciccarelli ha saputo resistere ´alle lusinghe della globalizzazione´, mantenendo la capacità di essere ´competitiva´. Dalla Regione Sostegno All´internazionalizzazione - Le aziende familiari sono la ´forza trainante della nostra economia: si può essere competitivi anche senza avere soci globali o mondiali. È questo il modo di fare attività economica che dobbiamo sostenere e valorizzare. Come presidente della Regione Lombardia voglio dare il mio contributo per sostenere la capacità di internazionalizzazione delle piccole e medie aziende´. Il sostegno delle istituzioni non può essere quello che Maroni indica come ´il modello Fiat´, dei contributi a pioggia, ma il sostegno delle imprese, affinché possano vincere sul mercato globale. Pdl Per Eliminare Le Prebende Dei Consiglieri - Celebrare la storia secolare della Farmaceutici Ciccarelli è l´occasione di riflettere sulla gestione oculata del denaro pubblico. La nuova Giunta regionale - ha sottolineato il presidente Maroni - ´ha ridotto i compensi ed eliminato le auto blu. L´auto blu viene oggi utilizzata solo ed esclusivamente per spostamenti istituzionali´. Prossimamente - ha annunciato - ´porteremo in Consiglio regionale una Proposta di legge d´iniziativa della Giunta per eliminare moltissime delle prebende ai consiglieri, per quanto riguarda, per esempio, i rimborsi extra´. Semplice il criterio della Proposta di legge: ´L´indennità del consigliere, che sarà molto ridotta, comprenderà tutte le spese, sarà omnicomprensiva. Sarà un segnale per riconciliare la politica con i cittadini´. L´impegno Per Abolire I Livelli Intermedi Istituzionali - Sul tema dei costi Maroni presenta al Circolo della stampa un´altra proposta concreta per ridurre i costi della macchina amministrativa. ´Le nove Province abolite dalla Regione Sicilia - domanda al pubblico - da quante Unioni dei Comuni saranno sostituite? Si parla di 20, 25, 30 Unioni dei Comuni. Siamo sicuri che questo non creerà maggiori costi per l´erario?´. Alla luce di questa riflessione il presidente della Regione propone di ´abolire tutti i livelli intermedi che esistono tra Comuni e Province e tra Province e Regione. Ci sono un sacco di enti che possono essere chiusi: le Comunità montane, i Consorzi, gli Ato. La gestione dei parchi deve essere affidata ai Comuni o alle Province: questo è l´impegno che io posso prendere come presidente della Regione´.  
   
   
REGIONI DA BERSANI, DE FILIPPO: CONFRONTO STABILE SU TEMI INDICATI  
 
Potenza, 27 marzo 2013 - "Il primo tema che poniamo come Regioni è un po´ simile a quello dei cittadini quando chiedono che il rapporto col Parlamento non si limiti alla fase elettorale ma sia stabile. È in quest´ottica, apprezzando l´iniziativa del presidente incaricato Bersani di convocarci, abbiamo innanzitutto auspicato che il lavoro di confronto tra Stato e Autonomie locali, condotto nelle varie conferenze, sia portato stabilmente a valore recuperando rispetto a qualche situazione del passato che ha prodotto problemi sul sistema sanitario, gli ammortizzatori sociali, il patto di stabilità e la fiscalità e ha determinato troppo spesso l´accantonamento del tema del Mezzogiorno che abbiamo invece chiesto torni ad essere al centro dell´attenzione". Lo ha dichiarato ieri il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, uscendo dall´incontro col presidente del Consiglio incaricato Pierluigi Bersani. De Filippo ha poi dettagliato alcune delle richieste delle Regioni: "Sul fronte della Salute le Regioni sono impegnate in una reale e non propagandistica revisione della spesa, ma senza il ripristino del fondo e la definizione del Patto della salute 2013 i servizi ai cittadini finiscono nell´incertezza. Ugualmente vogliamo un coordinamento stretto Stato-regioni per contribuire al rilancio, affrontando nel dettaglio, temi come il Patto di Stabilità, che non strangola le autonomie locali ma il Paese reale, gli ammortizzatori sociali che sono una vera e propria bomba ad orologeria, la programmazione dei fondi comunitari, e in questo ambito, ma non solo in questo ambito, la progettualità di rilancio del Mezzogiorno. Ancora, abbiamo posto al presidente incaricato la necessità di una complessiva revisione del carico fiscale, che parta da Imu, irap, Tares e Iva e di riforme dello Stato che rendano il livello centrale di rappresentanza più snello, con un taglio del numero dei parlamentari, più efficiente, col superamento del bicameralismo perfetto, e più inclusivo con il Senato che assuma i connotati di Camera delle Autonomie". "Insomma - ha concluso De Filippo - abbiamo interpretato la consultazione nel suo significato più autentico e intenso e ci siamo non solo fatti trovare pronti, ma anche mostrati interessati a potenziare una relazione stabile nell´interesse del Paese".  
   
   
GOVERNO, SPACCA (MARCHE) NELLA DELEGAZIONE DEI PRESIDENTI DI REGIONE CHE HANNO INCONTRATO BERSANI.  
 
Ancona, 27 marzo 2013 - Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha fatto parte della ristretta delegazione della Conferenza delle Regioni che ha incontrato ieri a Montecitorio il presidente del Consiglio incaricato, Pierluigi Bersani, nell’ambito delle sue consultazioni con le forze sociali e i gruppi parlamentari. In mattinata Spacca aveva preso parte alla seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All’ordine del giorno, il confronto politico sulla situazione istituzionale, anche in vista dell’incontro con il presidente del Consiglio incaricato. “A Bersani – dice Spacca al termine dell’incontro – la delegazione ha sottoposto una piattaforma di richieste condivisa tra tutti i presidenti di Regione. Al di là dei singoli temi, al presidente del Consiglio incaricato abbiamo sottoposto una ‘modalità relazionale’ che, a nostro avviso, dovrà sottostare ai rapporti tra Governo centrale ed autonomie locali. E la filosofia è quella di un progetto per il Paese partecipato da tutta la filiera istituzionale, condizione imprescindibile per poter affrontare il difficile momento economico e sociale che il Paese sta attraversando. Purtroppo in passato questo non sempre è accaduto ed è per questo che a Bersani abbiamo chiesto un deciso cambio di rotta”. Nel merito, i temi prioritari che le Regioni hanno sottoposto a Bersani sono stati la sanità, la crescita, la revisione del patto di stabilità interno delle Regioni, il contrasto alla stretta creditizia, il trasporto pubblico locale, il rinvio della Tares al 2014, la revisione dell’Imu e lo stop agli aumenti dell’Iva. “Sulla sanità, in particolare – aggiunge Spacca – siamo tornati a lanciare il nostro grido d’allarme per l’insostenibilità e iniquità della spending review. I tagli lineari, che colpiscono indistintamente tutte le Regioni, che non guardano alle specificità dei singoli territori e, soprattutto, ai reali bisogni della popolazione, in particolare di quella più fragile, stanno mettendo in ginocchio il sistema del welfare nazionale e locale. A Bersani, dunque, abbiamo evidenziato la necessità di ripristinare il fondo sanitario nazionale e di rivedere la filosofia dei tagli”. L’incontro con il presidente del Consiglio incaricato è stato, sottolinea Spacca, improntato alla massima franchezza. “Oggi, come non mai, occorre governabilità, stabilità, sicurezza sociale, prospettiva – conclude il presidente – Le Regioni possono e vogliono offrire il proprio contributo perché ciò avvenga, proseguendo sulla strada, già intrapresa, del risparmio, della crescita e della tutela di tutti i cittadini”.  
   
   
TRENTO: OLIVI OGGI DA BERSANI CON LA DELEGAZIONE DELLE REGIONI E PROVINCE  
 
Trento, 27 marzo 2013 - L´assessore provinciale all´industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi ha partecipato ieri, in rappresentanza del presidente della Provincia autonoma di Trento, alla Conferenza delle Regioni tenutasi a Roma, a cui hanno preso parte i vertici di tutti i governi regionali e delle province a statuto speciale, al fine di predisporre una piattaforma unitaria di proposte e di richieste da presentare all´onorevole Pierluigi Bersani, a cui il presidente della Repubblica ha conferito l´incarico esplorativo per la formazione di un nuovo Governo. L´incontro con Bersani è in agenda alle ore 13. Della delegazione delle Regioni fa parte anche l´assessore Olivi, in rappresentanza delle due Province autonome di Trento e Bolzano. Tre le richieste principali: la formazione nel più breve tempo possibile di un Governo in grado di decidere su alcune delle questioni fondamentali che interessano il Paese in questo momento di grave crisi, l´allentamento del Patto di Stabilità e il rifinanziamento da parte del Governo degli ammortizzatori in deroga. La Conferenza delle Regioni ha deciso di proporre all´onorevole Bersani, per voce del suo presidente Vasco Errani, una piattaforma unitaria di proposte e di richieste. In primo luogo, si è registrata una forte convergenza sulla necessità di far nascere un nuovo Governo, perché in assenza di esso la crisi economica e sociale si sta scaricando tutta sulle spalle dei governi territoriali. "Tutti, indipendentemente dalle appartenenze - sottolinea Olivi - considerano il tema della difficoltà delle imprese e della crisi occupazionale il punto principale da porre a chiunque sarà chiamato a formare un nuovo Governo. E tutti hanno detto che sarebbe una sciagura se non ci fosse in brevissimo tempo un Governo in grado di decidere." Tra gli altri temi fondamentali discussi dalla Conferenza: l´allentamento del patto di stabilità e il finanziamento degli ammortizzatori in deroga. Si tratta di due questioni che impattano fortemente anche sull´Autonomia speciale del Trentino. Per quanto riguarda il Patto di stabilità tutti i rappresentanti di Regioni hanno fatto presente che in una situazione di crescita nulla e di drammatica crisi dei consumi non allentare il Patto significa decretare la morte del sistema delle imprese, con ovvie ripercussioni anche sull´occupazione. Per il Trentino in particolare il Patto di stabilità sul 2013 crea sul Bilancio un vincolo di 640 milioni di euro, che non possono essere spesi. "Cerchiamo di ovviare a questo problema garantendo comunque una fluidità dei pagamenti della pubblica amministrazione a imprese e enti locali attraverso Cassa del Trentino - sottolinea ancora Olivi - ma sarebbe importante anche per noi che il Patto venisse allentato perché così potremmo liberare energie e risorse per la crescita dell´economia in generale. La richiesta avanzata dal Trentino è che l´allentamento dei vincoli riguardi tutti - Regioni ordinarie e Regioni e Province autonome - perché chi ha posto in essere le politiche più virtuose, come il Trentino, non venga ora ad essere penalizzato." Anche il tema del finanziamento degli ammortizzatori in deroga investe il rapporto Governo-autonomie regionali. Gli amortizzatori in deroga, infatti, sono e possono essere finanziati solo attraverso il Governo. Anche il Trentino si trova quindi nella stessa situazione "drammatica" delle altre Regioni. "Ci sono Regioni - spiega Olivi - che hanno già finito, a marzo, le risorse messe a disposizione dal Governo. E la crisi continua ad aumentare, scaricando i suoi costi sul mondo del lavoro e le piccole imprese in particolare. Se il Governo non rifinanzia gli ammortizzatori in deroga ci sarà una vera e propria esplosione sociale." Il fabbisogno del Trentino è attualmente di circa 5 milioni di euro. Olivi ha unito la sua voce a quella degli altri governatori di Regioni e Province, anche qui chiedendo che il finanziamento degli ammortizzatori in deroga premi quelle Regioni e quelle Provincie che, come il Trentino, concorrono al finanziamento degli ammortizzatori attraverso gli enti bilaterali. "Quando si partecipa a queste riunioni - conclude Olivi - si rende conto del livello di guardia che ha raggiunto il Paese, investito da una crisi che fa morire a grappoli le imprese e produce lacerazioni sociali sempre più ampie. Questo deve fare riflettere il Trentino sul fatto che dobbiamo essere più consapevoli del momento che sta attraversando il Paese e concentrarci anche noi di più sui temi fondamentali. Se non si allentano i vincoli di spesa - lo dico pensando in primo luogo al tema dell´edilizia, di cui si discute oggi anche a Trento - si rischiano conseguenze molto gravi sul sistema delle piccole imprese."  
   
   
INTERVENTI STRATEGICI PER L’ECONOMIA TOSCANA, DALLA REGIONE I PRIMI 5 MILIONI  
 
Firenze, 27 marzo 2013 – Ammonta a 5 milioni il primo stanziamento assegnato dalla Giunta Regionale Toscana a uno specifico fondo finalizzato a progettare opere pubbliche e studi di fattibilità su interventi considerati “strategici” per l’economia e la società toscane. La delibera, approvata nell’ultima seduta di Giunta su proposta del presidente Rossi e dell’assessore Simoncini, indica già gli interventi su cui iniziare a concentrare le risorse anche – sottolinea Simoncini – “in vista della nuova stagione di Fondi comunitari”. Le risorse del Fondo (i primi 5 milioni e quelli che verranno successivamente) saranno assegnate per progetti di “recupero e valorizzazione” di aree e immobili negli ex ospedali dismessi (Massa, Lucca, Pistoia, Prato, Livorno); per progetti di “rigenerazione e riqualificazione urbana” nell’ambito dei Piani di reindustrializzazione nei Comune di Piombino e Livorno; per progetti di “completamento del sistema di mobilità su ferro” nell’area metropolitana fiorentina. “Non sfugga – commenta Gianfranco Simoncini – l’importanza di questo atto, per adesso preliminare ma già denso di conseguenze positive per molte zone di una regione impegnata nella sfida di dare futuro alle aree di crisi industriale complessa e a importanti aree urbane lasciate libere dalla costruzione dei nuovi ospedali oltre che nella sfida verso una mobilità sostenibile nell’area metropolitana fiorentina”. Particolarmente significato – prosegue l’assessore toscano con delega alle attività produttive – ”l’inserimento di interventi su Livorno e Piombino dove , in relazione alle difficoltà nella componentistica legata alla progettazione di automobili (automotive) e nella siderurgia, la Giunta regionale ha deliberato di chiedere, al Governo, il riconoscimento di aree per la crisi complessa sulle quali attivare piani di reindustrializzazione sostenuti anche da risorse nazionali. Sottolineo l’importanza di concentrarsi sul territorio di Piombino anche per quanto concerne le attività legate allo smantellamento del relitto Concordia”.  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: LAVORO, INDUSTRIA, AGRICOLTURA  
 
Torino, 27 marzo 2013 - Prima riunione il 25 marzo per la nuova formazione della Giunta regionale, che si è occupata in modo particolare di industria, lavoro ed agricoltura. La seduta è stata coordinata come sempre dal presidente Roberto Cota. Industria. Nell’ambito del Fondo sociale di coesione viene costituito, su proposta del presidente Roberto Cota e dell’assessore Gilberto Pichetto, un fondo di reindustrializzazione dell’importo di oltre 13 milioni di euro destinato all’acquisto di asset patrimoniali di imprese che intendono mantenere e sviluppare la propria capacità produttiva e, grazie alle risorse derivanti dalla cessione degli immobili inutilizzati, specializzare il proprio portafoglio e concentrare la produzione in attività ritenute più performanti. L’immobile acquisito viene rifunzionalizzato e venduto; i proventi vengono destinati a ricostituire il fondo. Beneficiari dell’iniziativa sono le piccole, medie e grandi imprese industriali e di servizi proprietarie di porzioni di siti e fabbricati dismessi. La gestione è affidata a Finpiemonte. Lavoro. Come proposto dall’assessore Claudia Porchietto, la Regione provvederà all’accoglimento o alla reiezione delle domande di cassa integrazione e mobilità in deroga per il 2013 secondo le modalità gestionali dell’accordo quadro firmato con Inps e parti sociali il 21 dicembre scorso, che fissa la durata massima del periodo continuativo non superiore ai sei mesi se si tratta di imprese che possono accedere alla cassa straordinaria e tre mesi per tutti gli altri casi. Al momento la somma a disposizione per il Piemonte è di 40 milioni e mezzo di euro. Agricoltura. L’assessore Claudio Sacchetto ha presentato numerose delibere, tra cui quelle sulle disposizioni generali per la concessione di contributi per il pagamento degli interessi sui prestiti per la conduzione aziendale contratti da imprenditori e cooperative, per sostenere la posa delle reti antigrandine e per finanziare i sistemi di irrigazione a basso utilizzo di acqua. Deliberato anche il documento di orientamento sulla valorizzazione, la tutela della qualità e la promozione del sistema agricolo ed agroalimentare piemontese durante il 2013. Su proposta dell’assessore Barbara Bonino è stato deciso di manifestare positiva volontà d’intesa sulla realizzazione a Ceva dell’area di stoccaggio Priero Sud, ad uso di sosta temporanea per i mezzi pesanti, a condizione che vengano rispettate precise disposizioni in merito al paesaggio, alle acque pubbliche ed alla fase di cantiere.  
   
   
ROMA AL TEMPO DELLA CRISI, I TANTI MODI DI VIVERE NELLA CAPITALE BOOM DI PERSONE CHE VIVONO DA SOLE: SONO 596MILA, RADDOPPIATE DAL 2001. DIFFICOLTÀ NELLA CRISI PER I NUCLEI CON FIGLI: IL 18% DEI CAPOFAMIGLIA È A CACCIA DI UN SECONDO LAVORO.  
 
Roma, 27 marzo 2013 – Un esercito di donne che vivono da sole. Vivere da soli è il «format» familiare più diffuso a Roma. Le persone sole che fanno famiglia a sé erano il 28% dei nuclei familiari romani nel 2001, oggi sono il 44%. Si tratta di 596mila persone e sono raddoppiate rispetto al 2001 (+104%, ovvero 303mila persone in più). Sono in prevalenza donne: il 58,4% del totale delle persone che vivono da sole, mentre gli uomini sono il restante 41,6%. Nella capitale gli uomini maggiorenni che vivono da soli sono 248mila (il 22% del totale), mentre le donne single con almeno 18 anni sono 348mila (il 27%), ovvero 100mila in più. Gli anziani che vivono da soli sono 250mila (il 41,9% del totale) e le persone sole fino a 64 anni 346mila (il 58%). Nel periodo 2005-2010 gli anziani che vivono da soli sono aumentati del 20,7%, le persone sole con meno di 64 anni del 6%, gli adulti di 18-44 anni del 12%. A Roma la scelta di vivere da soli è quindi trasversale al territorio cittadino, alle classi di età e ai ceti sociali. Giovani, adulti e anziani, italiani e stranieri, persone autosufficienti o con difficoltà di autonomia, cittadini con buoni impieghi e redditi soddisfacenti e persone che stentano a entrare o a reinserirsi nel mercato del lavoro: non c’è un identikit univoco del romano single, ci sono tanti modi di vivere da soli, come tante sono le motivazioni oggettive e soggettive che portano le persone alla «singletudine». La mappa territoriale delle persone sole. Le zone di Roma in cui è maggiore la concentrazione di persone che vivono da sole sono: il Municipio I (dove il 40% dei residenti è single), il Municipio Iii (29,1%), il Municipio Ii (28,5%), il Municipio Xviii (28,2%), il Municipio Ix (25%). Nel periodo 2006-2011 gli aumenti maggiori di persone che vivono da sole si registrano nel Municipio Viii (+36,3%), nel Municipio I (+28,8%), nel Municipio Xiii (+16,5%) e nel Municipio Vii (+14,6%). In tutti i Municipi di Roma gli incrementi percentuali delle persone che vivono da sole sono comunque sistematicamente più elevati rispetto ai tassi di crescita della popolazione residente complessiva. Roma sarà sempre più «Singlecity». Saranno 744mila le persone che vivono da sole a Roma nel 2020, se resta costante il tasso di crescita registrato nell’ultimo quinquennio. L’aumento sarà pari al 25% e i single costituiranno il 30,6% dei maggiorenni residenti. Familiari, community online, vita di quartiere: i modi per non essere soli. Per i romani che vivono da soli l’accorpamento territoriale della famiglia è una strategia fondamentale. Il 46,4% ha almeno un genitore che vive a un massimo di mezz’ora a piedi dalla propria abitazione (di questi, oltre un terzo a meno di 15 minuti). Il 42,2% ha parenti stretti nelle prossimità e il 66% può contare su amici che vivono nelle vicinanze. I giovani single a Roma utilizzano molto i social network: li usa il 66% contro il 38% degli adulti e il 13% degli anziani. Per un quarto dei giovani single i social network generano attività, iniziative, relazioni sul territorio in cui vivono, sviluppando una rete relazionale fatta di community online e amici che vivono nelle vicinanze, con una interazione stretta tra virtuale e territorio. Il 77% dei cittadini soli si dichiara disponibile ad aiutare i vicini e il 46% ha ricevuto aiuto da loro. Per il 31% una parte importante delle proprie relazioni si svolge in piazza, al bar, nei parchi pubblici e in altri luoghi di incontro del quartiere. Il 30% partecipa a feste, processioni, iniziative collettive che si svolgono nel proprio quartiere. Il 23% è coinvolto nella soluzione dei problemi della comunità. I disagi delle persone che vivono da sole. Vivere da soli rende potenzialmente vulnerabili nel caso di un evento avverso. Nel complesso, il 22% delle persone che vivono da sole a Roma manifesta una qualche forma di disagio. Tra i single ci sono 67mila persone con reddito basso, 36mila non autosufficienti, 15mila disoccupati di lungo periodo, 10.400 Neet, cioè giovani che non studiano e non lavorano, 8.500 persone con 50 anni e oltre che cercano lavoro. Le strategie quotidiane di sopravvivenza tipiche delle famiglie che coabitano, come la messa in comune dei redditi e le economie di scala sulle spese, l’aiuto reciproco tra membri più fragili e membri più forti, sono precluse alle persone che vivono da sole. Le famiglie con figli. A Roma le famiglie che hanno figli sono 543mila (pari al 40% del totale dei nuclei familiari residenti nella capitale) e nel periodo 2001-2010 sono aumentate di 50mila unità (+10,2%). Di queste, quelle con entrambi i genitori sono diminuite però di 53mila unità, mentre a crescere sono state quelle con un solo genitore (sono 226mila e sono aumentate di 103mila unità: +84,4%). Il 54% delle famiglie con figli ha due percettori di reddito, nel 9,5% dei casi i percettori di reddito sono tre o di più (si tratta di figli che lavorano o di nonni che percepiscono la pensione). L’82% delle famiglie con figli vive in una casa di proprietà, mentre abita in affitto il 13%. Il 55% delle famiglie con figli ha due auto, il 45% ne ha una sola, il 5% non ne ha nemmeno una. Bambini a Roma. Nel 2011 ne sono nati 25.477, con un aumento dell’1,2% rispetto a dieci anni prima. Un vero balzo delle nascite si registra nei Municipi Viii (+38,5%), Xiii (+14,6%) e Iv (+9,8%). Sono nati più maschi (il 51,7% del totale delle nascite) che femmine (48,3%), in particolare nei Municipi Xi (53,6%) e Xvi (53,5%). Le neomamme hanno in prevalenza un’età compresa tra 25 e 34 anni (il 48,2%), seguono quelle di 35-44 anni (42,6%), di 15-24 anni (7,1%), mentre le ultraquarantacinquenni sono solo l’1,1%. Le neomamme straniere sono il 20,2%, con un boom nel periodo 2001-2011: +155,3%. Un fiume di soldi per le spese per i figli. Il 26% delle famiglie con figli ricorre a una colf per l’aiuto in casa, l’8% ha una babysitter, il 2% paga una badante per accudire una persona non autosufficiente che vive in casa. Ci sono poi le spese per la salute sostenute di tasca propria dal 79,6% delle famiglie. Le attività sportive a pagamento riguardano il 62%, il 15% paga per lezioni private su materie scolastiche o altre discipline, l’8,3% per le ludoteche, i centri diurni o altri servizi, il 2% spende per una struttura privata per anziani che ospita un parente stretto. I disagi delle famiglie con figli. 218mila famiglie con figli (il 40% del totale) presentano almeno una forma di disagio: 53mila hanno al loro interno giovani che non studiano e non lavorano, 50mila si fanno carico di una persona non autosufficiente, in 44mila c’è un disoccupato di lungo periodo, in 21mila c’è una persona di almeno 50 anni che cerca lavoro. Ed emergono scricchiolii che annunciano ben altri smottamenti sociali, se nel 18% delle famiglie con figli un componente è a caccia di un secondo lavoro e il 5% riceve un aiuto monetario da familiari non conviventi. La difficile conciliazione tra lavoro e famiglia. Nel 59,6% delle famiglie con figli uno dei genitori deve spesso (22,6%) o qualche volta (37%) fare gli straordinari al lavoro. Nel 24,2% dei casi uno dei genitori lavora di notte (il 6% spesso, il 17,7% qualche volta). Il lavoro per le famiglie con figli assomiglia sempre di più a un «blob» che dilaga egemonizzando tempi e spazi, occupando ogni ambito della vita. Il 20% dei capofamiglia lavora a un massimo di 15-20 minuti dalla propria abitazione, gli altri a una distanza maggiore. Il 35,3% dei genitori impiega più di un’ora per gli spostamenti di lavoro, il 33% da mezz’ora a un’ora, il 31,4% mezz’ora o meno. Si tratta in media di 67 minuti ogni giorno per andare e tornare dal lavoro: complessivamente 21 ore al mese. Quanto al mezzo di trasporto utilizzato, il 58% si reca al lavoro con la propria auto, il 16% in moto, scooter o motorino, il 14,4% in autobus, l’11% in metro, l’11,4% va a piedi. Quali sono gli effetti di questo massiccio assorbimento di tempo da parte del lavoro? Il 57,1% dei genitori dichiara che gli capita spesso o qualche volta di sentirsi troppo stanco per fare cose piacevoli in casa, come giocare con i figli. Nuove famiglie vogliono nascere. Il 15% dei capofamiglia dichiara che nei prossimi cinque anni ha intenzione di acquistare una casa per un figlio. Ma lo sforzo per facilitare l’uscita dei figli dal nucleo originario spesso non basta. Sono infatti 122mila i figli che vorrebbero andare via da casa, ma non ci riescono. Malgrado queste difficoltà, per il 74% dei romani la famiglia è una «tana calda» in cui ricevere conforto, amore e sostegno. E un terzo dei genitori dichiara che nei prossimi anni ha in mente di mettere al mondo un altro bambino. È per questo che al vertice delle cose da fare la maggioranza dei romani (il 50,6%) colloca i provvedimenti che favoriscano la formazione di nuovi nuclei familiari.  
   
   
REGIONE TOSCANA: APPROVATE SURROGHE E SOSTITUZIONI, QUATTRO NUOVI CONSIGLIERI IN AULA  
 
Firenze, 27 marzo 2013 - I lavori del Consiglio regionale della Toscana si sono aperti ieri mattina con la presa d’atto delle dimissioni dei consiglieri regionali Andrea Manciulli e Caterina Bini, con relativa surroga, e della decadenza dall’incarico dei consiglieri regionali Vittorio Bugli e Vincenzo Ceccarelli, nominati assessori in Giunta toscana, con relativa sostituzione. Come approvato dall’aula, ad Andrea Manciulli eletto parlamentare della Repubblica, è subentrato Simone Naldoni, già segretario del Partito democratico metropolitano; mentre a Caterina Bini, anche lei deputata alla Camera, Aldo Morelli, ex presidente della Provincia di Pistoia ed ex sindaco del Comune di Lamporecchio (Pt). I consiglieri regionali Bugli e Ceccarelli, invece, sono stati sostituiti rispettivamente da Vanessa Boretti, segretaria Pd di Calenzano (Fi) e Lucia De Robertis, assessore comunale ad Arezzo. I lavori sono proseguiti con gli atti delle commissioni, mentre nel pomeriggio la seduta riprenderà con la comunicazione dell’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, sulla riforma del sistema sanitario toscano, con interrogazioni collegate.  
   
   
RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE UMBRIA 2012-2013: OGGI SEMINARIO SU MODELLO SOCIALE E OCCUPAZIONE  
 
Perugia, 27 marzo 2013 - Affronterà le tematiche relative al modello sociale e all´occupazione in Umbria il seminario in programma il 27 marzo, al Salone d´Onore di Palazzo Donini a Perugia (dalle ore 9.30) e che concluderà il ciclo di appuntamenti promossi dall´Agenzia Umbria Ricerche ("Aur") per approfondire gli studi del Rapporto economico e sociale 2012-2013, "L´umbria tra crisi e nuova globalizzazione". Nella prima parte dell´incontro, presieduto dal direttore di "Aur" Anna Ascani, il professor Paolo Montesperelli parlerà del modello sociale umbro illustrando uno studio basato sull´analisi di oltre 100 indicatori dal quale risulta che la nostra regione è più vicina al Sud nell´economia, ma più prossima al Centro-nord quanto ad integrazione e benessere sociale. A seguire sono previsti gli interventi del professor Lorenzo Birindelli sulla consistenza del pubblico impiego - dal quale risulta che l´impiego pubblico non supera le 51 mila unità sui 370 mila occupati umbri - e sui profili professionali delle fasce deboli nel mercato del lavoro, con un´attenzione particolare per l´analisi delle difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e, in particolare, la questione dei ´Neet´ esclusi dal mondo del lavoro e non inclusi in percorsi di istruzione e formazione. L´ultimo intervento del professor Carlo Andrea Bollino riguarda l´articolazione territoriale del valore aggiunto. Concluderà i lavori l´Assessore Carla Casciari.  
   
   
SVILUPPO, BARCA: BASILICATA TRA PRIME PER PARTENARIATO MOBILITATO IL MINISTRO PER LA COESIONE TERRITORIALE È INTERVENUTO ALL’APERTURA DEI LAVORI DEL PROGETTO “CAPACITYLAB”  
 
Potenza, 27 marzo 2013 - “Il documento redatto dal gruppo di lavoro guidato dal prof. Ron Boschma che individua gli assi strategici su cui concentrare azioni e risorse per la programmazione degli interventi comunitari 2014/2020, rappresenta una scelta coraggiosa che colloca la Basilicata tra le regioni italiane più all’avanguardia nella sperimentazione del partenariato mobilitato. E’ questo un percorso che ho seguito sin dall’inizio, quando alcuni anni fa, non ancora ministro, ho condiviso con il presidente De Filippo la necessità della creazione di uno studio sulle prospettive della Basilicata, partendo da un’esperienza simile avviata in Abruzzo dopo l’emergenza sisma”. Lo ha dichiarato ieri mattina a Potenza il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, intervenendo alla prima sezione di lavoro sul progetto “Capacitylab” messo in campo dall’Autorità di gestione del Programma Operativo Fesr Basilicata per favorire la buona attuazione dei programmi comunitari in corso e per individuare gli assi strategici per la programmazione degli interventi per il 2014/2020. Ai lavori hanno partecipato, l´assessore regionale Attilio Martorano, l´Autorità di gestione del Po Fesr Basilicata 2007/2013, Patrizia Minardi e il dirigente generale del Dipartimento Presidenza della Giunta regionale di Basilicata, Angelo Nardozza. “Condivido i passaggi del rapporto in cui si suggerisce di raccogliere molta informazione sulle aspettative dei cittadini rispetto ai servizi essenziali – ha detto ancora Barca - trasporto locale, scuola, turismo, sanità e uso delle royalty sono i principali settori in cui bisogna programmare partendo anche dall’ascolto dei conflitti. La vera sfida della prossima programmazione è proprio quella di trovare un metodo per giungere a risultati attraverso un vero confronto. Faccio mia una esortazione del rapporto che credo costituisca l’’augurio migliore per la futura programmazione – ha concluso il ministro - scrivete il programma operativo con il cuore di chi ama la Basilicata solo dopo aver deciso su quali punti investire. La formulazione dello stesso è solo un fatto successivo per questo motivo ha concluso bisogna usare il rapporto come uno strumento di vero confronto”.  
   
   
CAPACITY LAB, DE FILIPPO: "MISURE A SOSTEGNO CAPACITÀ LOCALI"  
 
Potenza, 27 marzo 2013 - “In un momento difficile come questo, dobbiamo cogliere tutte le opportunità che ci offre la nuova programmazione europea, puntando su investimenti il più possibile calibrati sulla realtà territoriale lucana”. Lo ha detto ieri il presidente della Regione, Vito De Filippo, in occasione della presentazione della bozza di documento strategico regionale da cui far scaturire i Por regionale nell’ambito del Capacity Lab. “La novità del documento è, appunto, nell’approccio, attento a promuovere un’azione localizzata e radicata in linea con gli specifici fabbisogni e con le risorse disponibili della regione. Le misure strategiche individuate in collaborazione con la Regione mirano a far emergere le capacità esistenti locali, puntando su quattro assi strategici, ancora sottoutilizzati, che rappresentano dei veri potenziali per il futuro sviluppo regionale. Va tenuta in estrema considerazione, inoltre, l’ampia prospettiva internazionale che riveste il documento, che ci offre la sponda per confrontarci sul percorso intrapreso in questi anni e di rafforzare la capacità amministrativa nell’ambito delle politiche di sviluppo e coesione”.  
   
   
REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE: MINORANZE: CONCESSI DALLA GIUNTA FINANZIAMENTI A COMUNI, ENTI E ASSOCIAZIONI  
 
Trento, 27 marzo 2013 - Promuovere e valorizzare le lingue minoritarie attraverso il coinvolgimento delle popolazioni interessate e consolidare le specifiche identità culturali, rafforzando nelle minoranze la consapevolezza del proprio senso di appartenenza. Sono gli obiettivi a cui la Regione si ispira intervenendo a sostegno delle iniziative di tutela e promozione delle minoranze linguistiche. Nella seduta di oggi, la Giunta regionale, ha approvato la concessione di finanziamenti ad enti, istituti e associazioni che realizzano progetti per la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche regionali, come primo stralcio 2013. Per i soggetti che operano in provincia di Trento sono stati stanziati 427.490 euro, mentre per i soggetti che operano in provincia di Bolzano, l’importo stanziato è di 270.980 euro. Complessivamente sono 49 le iniziative finanziate. Sempre nell’ambito delle politiche a sostegno delle minoranze la Giunta ha stanziato 98.720 euro per il finanziamento a comuni, enti, istituti e associazioni che svolgono iniziative sovraprovinciali per la tutela della minoranza linguistica ladina. In questo ambito rientra un finanziamento di 91.000 euro all’Unione generela dei ladini delle Dolomiti per la stampa del settimanale “La Usc di Ladins”.  
   
   
ANTICORRUZIONE, SUPPORTO DI ANCI TOSCANA AI COMUNI LE INDICAZIONI AI COMUNI IN VISTA DELLE PRIME SCADENZE PER GLI ENTI  
 
Firenze, 27 marzo 2013 - Fornire ai comuni toscani un servizio di formazione e accompagnamento per dare attuazione alle nuove disposizioni fissate dalla legge anticorruzione, la legge 190 del 6 novembre 2012, entrata in vigore il 28 novembre scorso. È l´obiettivo del nuovo servizio anticorruzione lanciato da Anci Toscana, che è stato presentato il 26 marzo dal segretario generale Alessandro Pesci insieme ai legali dello studio Giuri, che svolgeranno il servizio per conto dell´Associazione dei comuni. La legge 190 contiene disposizioni per la prevenzione e repressione dell´illegalità nella Pubblica amministrazione e introduce nel Codice penale modifiche nella disciplina dei reati contro la Pa. Disposizioni che "nascono come esigenza di recepire normativa esistente a livello internazionale - ha precisato Giuri -in un quadro che vede il nostro Paese, secondo la classifica 2011 di Transparency international, al 69° posto per corruzione percepita". L´appuntamento è stato l´occasione per fornire ai comuni le primissime indicazioni sulle principali misure e adempimenti da adottare per dare attuazione alle disposizioni di legge, in considerazione dell´imminente scadenza del 31 marzo per la definizione dei piani triennali di prevenzione della corruzione, seppur in un quadro ancora confuso, poiché mancano ad oggi le intese in sede di conferenza unificata per la definizione degli adempimenti. "Secondo le informazioni di cui siamo in possesso le intese dovrebbero arrivare probabilmente questa settimana - ha spiegato Pesci - si tratterebbe di una ´beffa´ per i comuni poiché questa tempistica rende di fatto impossibile il rispetto della scadenza del 31 marzo per la redazione dei Piani triennali". Altre criticità per i Comuni, ricordate da Pesci e riassunte in una nota di Anci (nazionale), sono relative alla nomina del responsabile della prevenzione della corruzione che, salvo diversa determinazione, è individuato nel segretario comunale ("Il problema è che in Toscana molti comuni non hanno nemmeno, e non certo per responsabilità loro, il segretario comunale", ricorda Pesci) e la questione della rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione: "Una misura- afferma Pesci - che non ha molte possibilità di attuazione nei comuni di piccole dimensioni, in cui il numero di dirigenti e responsabili di servizi è ridotto e per cui sarà opportuno individuare regole specifiche per le amministrazioni locali in base alle dimensioni". Pur in un quadro di scadenze ancora incerte, l´indicazione che arriva da Anci ai Comuni è comunque quella di procedere alle definizione delle prime misure in materia di prevenzione della corruzione, in particolare con la mappatura dei rischi, l´individuazione cioè degli uffici che possono essere soggetti o oggetto di fenomeni di corruzione e concussione. Col servizio promosso da Anci Toscana sono tre le tipologie di attività che verranno fornite ai Comuni: la verifica dello stato di attuazione della trasparenza nell´ente, la mappatura dei rischi e l´impostazione di fondo del Piano anticorruzione (con la relativa formazione nei confronti del segretario, dei dirigenti ma anche di tutti i dipendenti), gli atti di nomina del segretario anticorruzione, del responsabile trasparenza amministrativa e del regolamento sulla trasparenza. A breve sarà a disposizione sul sito internet dell´Associazione una sezione dedicata con tutte le informazioni sul servizio. Per ulteriori informazioni è possibile anche scrivere all´indirizzo servizi@ancitoscana.It  
   
   
VILLA UMBRA: VENERDÌ 5 APRILE SEMINARIO SULLA COMUNICAZIONE POLITICA AI TEMPI DEI SOCIAL NETWORK  
 
Perugia, 27 marzo 2013 – La Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica Villa Umbra, ha organizzato, per venerdì 5 aprile, a Pila, un seminario di approfondimento sulla “Comunicazione politica ai tempi dei social network”. Quest’attività formativa, inserita all’interno di un ciclo di tre seminari rivolti ad Amministratori Pubblici, vuole analizzare, partendo dal concetto di comunicazione politica in piena trasformazione e in rapida evoluzione, l’efficacia della presenza su Facebook e Youtube e come promuovere culture partecipative attraverso concrete competenze digitali. La giornata, aperta da Alberto Naticchioni, Amministratore Unico della Scuola, sarà condotta da Stefano Maria Cianciotta - esperto in relazioni pubbliche. Il secondo e terzo seminario, che si terranno il 24 maggio ed il 14 giugno, approfondiranno rispettivamente come “Costruire e gestire il consenso politico” e “Relazioni pubbliche e local government: il nuovo ruolo dell’amministratore pubblico”.  
   
   
PIEMONTE: I NUMERI DEL LAVORO  
 
Torino, 27 marzo 2013 - L’assessorato regionale al Lavoro ha messo a punto il portale I numeri del lavoro, che prevede il trattamento di 30 milioni di dati, tra i quali 4 milioni sugli avviamenti e 1,1 milioni di comunicazioni obbligatorie. "Mettiamo questo sistema a disposizione di tutti i piemontesi - dice l´assessore regionale Claudia Porchietto - e spero che diventi un esempio per l´Italia di come si può modernizzare il nostro Paese attraverso il web". Tra i dati degli ultimi anni sugli avviamenti-assunzioni in Piemonte, il calo più rilevante, -22%, è stato nel 2009, (da 466mila a 372mila). Nel 2010 si è avuto un segnale di ripresa, +7,8% nelle assunzioni. Il 2012 ha invece registrato un nuovo decremento di oltre 36mila avviamenti. Tra il 2008 e 2012 il saldo è stato pari a -98mila. "Dobbiamo ripartire - sostiene Porchietto - dal dato positivo del biennio 2010-2011 per rilanciare l´economia del Piemonte. Per farlo è indispensabile avere un Governo nazionale stabile in tempi brevi. Ed è fondamentale che questo nuovo esecutivo, quando parlerà di riforme, metta al primo posto la crescita e il lavoro".  
   
   
BAMBINI E GENITORI: AL VIA, A SAN ROSSORE DI PISA, LA “CASA” NEL PARCO  
 
Firenze, 27 marzo 2013 – “Un progetto innovativo che può dare un contributo importante per far crescere, in Toscana e non solo, la cultura dell’infanzia”. Così Stella Targetti, vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’Istruzione, questa mattina nella Tenuta di San Rossore (Pisa) inaugurando – con le autorità locali, sindaco Marco Filippeschi in testa – una “casa” decisamente particolare: quella “dei bambini e dei genitori”; una struttura per cui Stella Targetti sottolinea la specifica missione: “essere punto di riferimento per i genitori che qui potranno trascorrere con i propri figli tempo di qualità, senza l’ansia da fretta, ed essere supportati nel loro ruolo da insegnanti, educatori e operatori dell’infanzia”. La “Casa dei bambini e dei genitori” è inserita nelle “Cascine Nuove” della Tenuta di San Rossore (circa 4.800 ettari), all’interno del grande parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli (oltre 23 mila ettari fra le province di Pisa e Lucca): la Tenuta fu donata alla Regione Toscana nel 1999 dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Alla inaugurazione ha fatto seguito, nel pomeriggio, un seminario che ha illustrato i primi risultati dei “focus group” condotti, con insegnanti e genitori, per programmare le attività da svolgersi nella casa (“Una riflessione di grande interesse – prosegue la vicepresidente Targetti – sull’insegnamento come relazione educativa e sul fatto che il primo obiettivo dell’insegnare non abiti nello svolgere un programma ma nel favorire il benessere psico-fisico dei ragazzi”). Molte le indicazioni emerse dai focus: si va dal come raggiungere la “casa” (compresi suggerimenti sull’uso del battello e sull’uso collettivo di auto private) al come promuovere le attività (logo, gruppi facebook, sito web); dal cosa fare nella “casa” (giochi tradizionali, laboratori genitori-bambini, incontri a tema, festival di buone pratiche sull’infanzia) al sostegno verso la genitorialità (incontri per genitori nel post parto, gruppi di auto-aiuto, spazi autogestiti per famiglie). Non mancano, nella “casa” in mezzo al parco, proposte di gite (in autunno per scoprire i colori delle foglie nella Sterpaia, in estate sulla spiaggia un tempo riservata ai potenti) idee per laboratori (merende di gruppo a chilometro zero, riscoperta di giochi dimenticati, costruzione di giochi con materiali di recupero, scambi di libri, invenzione di fiabe, musicoterapia …). “Anche da questo ambiente, inserito in un luogo distante ma vicino e capace di regalare ad adulti e bambini il prezioso lusso di stare insieme senza fretta, parte – conclude Stella Targetti – l’auspicio che la scuola italiana possa cambiare. E in positivo”.  
   
   
ASILI NIDO, A FIRENZE PRIORITÀ ALLE FAMIGLIE CON BAMBINI SEGNALATI DAI SERVIZI SOCIALI O DIVERSAMENTE ABILI  
 
Firenze, 27 marzo 2013 - Priorità alle famiglie con bambini segnalati dai servizi sociali, diversamente abili o segnalati in affidamento familiare. E, soprattutto, inserimento di un nuovo indicatore economico, il cosiddetto ‘Isee ricongiunto’, come criterio per l’attribuzione del punteggio e l’applicazione della tariffa. Con la delibera approvata questa sera dal consiglio comunale il Comune affina i criteri per le iscrizioni agli asili nido e agli spazi gioco e apre ulteriormente ai nuclei con problemi. «È stato inserito, per la prima volta e in via sperimentale – ha spiegato l’assessora all’educazione Cristina Giachi che ha presentato il documento all’approvazione dell’assemblea – il criterio della valutazione Isee anche per la graduatoria e non solo per la stima della tariffa». «Fino ad ora, poi, per i genitori non coniugati che avevano residenze diverse bastava presentare un solo reddito – ha ricordato l’assessora Giachi – e questo poteva agevolare di molto, nell’ammissione ai nidi, perché si veniva considerati madre o padre solo e monoreddito. Il prossimo anno scolastico, invece, è previsto il cosiddetto ‘Isee ricongiunto’ che si applicherà ai genitori non coniugati non anagraficamente conviventi: entrambi dovranno fornire tutte le informazioni necessarie per la valutazione della loro situazione economica. Questo Isee avrà la stessa validità e sostituirà il valore di quello standard sia nell’accesso al servizio sia nell’applicazione delle fasce nel sistema tariffario in vigore». «La ‘genitorialità’ diventa criterio prevalente rispetto alla ‘residenza’ – ha aggiunto - se un bambino ha due genitori, entrambi devono contribuire alla sua crescita e alla sua educazione. I genitori non coniugati o separati devono mantenere i figli congiuntamente, anche se hanno residenze diverse». «Quanto ai criteri per l’attribuzione del punteggio – ha proseguito Cristina Giachi – è stato stabilito, anzitutto, che avranno priorità assoluta bambini segnalati dai servizi sociali, diversamente abili o in affidamento familiare. Al dirigente del servizio è riservata la valutazione della scelta del nido tenendo conto sia della richiesta della famiglia sia delle esigenze pedagogiche ed educative del bambino e del gruppo nel quale il bambino si inserisce». «Per il resto – ha concluso l’assessora all’educazione – li abbiamo adeguati alle mutate esigenze e condizioni sociali ed economiche del nostro territorio, tenendo tenere conto dei grandi rilevanti cambiamenti che si sono verificati nelle condizioni socio-economiche delle famiglie e nel mercato del lavoro». Http://met.provincia.fi.it/public/misc/20130325201602091.pdf  
   
   
PESCARA - CONCORSO "IMPRESE IN ROSA CHE STORIA!": CANDIDATURE APERTE  
 
Pescara, 27 marzo 2013 - Parte il concorso "Imprese In Rosa che storia!" ideato dalla Camera di Commercio e dal Comitato dell´Imprenditoria femminile di Pescara. Il concorso è rivolto alle imprenditrici che vogliono raccontare come sono diventate tali, quali sono stati i loro sacrifici, il modo in cui sono riuscite a realizzare le loro idee: basta inviare un testo, una foto od un video attraverso il sito http://www.impresainrosachestoria.it/   La storia verrà giudicata da una Commissione che terrà conto anche dei "mi piace" ottenuti su Facebook. In palio, per l´impresa più originale, un gioiello pensato per l´occasione. Maggiori informazioni e per candidarsi al concorso visitare il sito: http://www.impresainrosachestoria.it/   Per partecipare c’è tempo fino al 10 aprile 2013.