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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 27 Marzo 2013 |
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Politica |
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INNOVATION UNION SCOREBOARD 2013 |
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Bruxelles, 27 Marzo 2013 - Di
seguito l’intervento di ieri la Antonio Tajani Vicepresidente della Commissione
europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria a Innovation Union
Scoreboard 2013.
L’edizione di quest’anno del quadro di valutazione dell’innovazione ci
permette di misurare, per la prima volta, gli effetti della crisi economica
sulle realtà della ricerca e dell’innovazione in Europa.
I risultati non sono positivi. La crisi economica ha avuto un impatto
negativo sulle attività di innovazione in alcune regioni d’Europa, con
conseguenze gravi per la crescita.
Se vogliamo mantenere la nostra competitività globale - non mi
stancherò mai di ripeterlo - dobbiamo puntare soprattutto sulla qualità, non
solo sulla quantità.
Abbiamo bisogno, quindi, di prodotti e servizi innovativi, di
imprenditori creativi e di un’industria altamente concorrenziale.
Se andiamo a vedere nel dettaglio i dati di quest’anno (slide alle mie
spalle) possiamo concludere che:
1) Tra i paesi leader
dell´innovazione: la Svezia si conferma al primo posto, seguono Germania,
Danimarca e Finlandia. Sono questi i quattro paesi più innovativi dell’Ue.
2) Segue un secondo gruppo,
quello dei paesi che tengono il passo dell’innovazione, con risultati superiori
o vicini alla media Ue. Tra cui: Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito,
Austria, Irlanda, Francia, Slovenia, Cipro ed Estonia.
3) Il terzo gruppo comprende i
cosiddetti innovatori moderati, con
risultati inferiori alla media dell’Ue. Sono Italia, Spagna, Portogallo,
Repubblica ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e Lituania.
4) Nel quarto gruppo troviamo
paesi con prestazioni nettamente inferiori alla media dell’Ue a 27, che
denominiamo innovatori modesti: Polonia, Lettonia, Romania e Bulgaria.
Rispetto all’anno scorso, la classifica generale è rimasta
sostanzialmente immutata. Salvo rimescolamenti all’interno dello stesso gruppo,
non si registrano variazioni sostanziali rispetto all´anno precedente.
In parte anche perché la capacità di innovazione non si crea da un
giorno all’altro. Per coltivare i talenti, sviluppare le competenze fare in
modo che gli investimenti maturino, c´è bisogno di tempo.
Tuttavia, da una lettura attenta dei dati, emergono due importanti
considerazioni.
In primo luogo, i risultati di questo esercizio non possono ridursi
unicamente a stilare una classifica volta a misurare, in termini assoluti, la
capacità di innovazione. Quello che conta è anche l’impegno a recuperare il
terreno perduto, cioè la capacità di migliorarsi e di crescere.
Per questo, in termini relativi, è senz’altro l’Estonia il leader
europeo della crescita dell´innovazione, seguita dalla Lituania e dalla
Lettonia. Perché questi paesi, seppure lontani dalle prime posizioni della
classifica, sono quelli con un tasso di
miglioramento più elevato.
In secondo luogo, nonostante quasi tutti gli Stati membri abbiano
migliorato, in diversa misura, le loro prestazioni in termini di innovazione,
la capacità di crescere non è omogenea in tutta l’Unione europea. Il divario,
invece di colmarsi, si sta allargando, e questo, a mio avviso, è il risultato
più preoccupante.
I risultati di quest’anno, infatti, mostrano che l’innovazione nell’Ue
ha smesso di convergere. Il gruppo dei paesi meno innovativi non si sta più
avvicinando a quello dei paesi più innovativi.
I paesi meno innovativi sembrano essere quelli che presentano i
problemi strutturali più acuti. La crisi economica ha accentuato questi
problemi, in particolare in Portogallo, Grecia e Ungheria. Anche in Bulgaria,
Malta, e Polonia le attività di innovazione hanno subito una brusca frenata.
Tra gli indicatori positivi, spicca, primo fra tutti, il dato relativo
all’aumento dell’innovazione tra le Pmi che collaborano tra di loro (+ 7.9%).
Il che significa che in periodi di crisi le Pmi tendono a mettersi insieme per
cercare sinergie e realizzare economie di scale negli investimenti. Questo a
conferma della nostra azione a favore dei clusters e
dell’internazionalizzazione delle Pmi.
Secondo indicatore positivo rilevante: oltre che dalle Pmi, oggi,
l’innovazione è spinta soprattutto dalla commercializzazione all’estero dei
risultati della ricerca mediante licenze, brevetti e registrazioni di marchi
comunitari (+6%). Questo vuol dire che il sistema europeo della ricerca è forte
e continua a produrre ottimi risultati che sono essere sfruttati al di fuori
della Unione Europea.
Dobbiamo lavorare a che questo fattore positivo non si trasformi in un
fattore di rischio, se accompagnato da una perdita di know how e da uno
sviluppo/produzione fuori dall´Ue.
Tra gli indicatori negativi, invece, è interessante notare un forte
calo delle spese delle imprese per l’innovazione non tecnologica (-5.2%) e una
disponibilità molto minore di fondi di capitale di rischio (-3.1%).
In generale, si osserva una battuta d’arresto nei settori governati da
decisioni a breve termine, mentre i risultati continuano a migliorare nei
settori guidati da decisioni prese in passato, prima dell’acuirsi della crisi
economica.
In conclusione, gli investimenti nell’innovazione sono indispensabili
per mantenere la nostra competitività globale e rilanciare la crescita in
Europa.
Senza innovazione, non raggiungeremo l’obiettivo di riportare
l’industria al 20% del Pil che ci siamo prefissati con la nuova strategia sulla
politica industriale.
Per questo diventa sempre più importante e urgente il coordinamento di
queste politiche a livello europeo. Le conclusioni dello scorso Consiglio
Europeo vanno in questa direzione.
E mia intenzione lavorare in questo senso in occasione del prossimo
Consiglio Europeo di Giugno, che sarà dedicato proprio alla politica
industriale. E ancora, assieme a Moire, in vista del prossimo Consiglio europeo
dedicato all’innovazione.
Lascio ora la parola alla commissaria Geoghegan-quinn che si soffermerà
sulla dimensione internazionale dello scorebord e sulle diverse azioni volte a
realizzare l’Unione dell’innovazione.
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IL QUADRO VALUTATIVO INDICA CHE L´UE È MAGGIORMENTE INNOVATIVA, MA CHE SI ALLARGA IL DIVARIO TRA I PAESI |
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Bruxelles, 27 marzo 2013 - La
resa innovativa nell´Ue è migliorata di anno in anno nonostante il perdurare
della crisi economica, ma il gap dell´innovazione tra gli Stati membri si sta
allargando. Questo risultato è posto in luce dal Quadro valutativo dell´
"Unione dell´innovazione" 2013 che fa una classifica degli Stati
membri dell´Ue. Mentre i paesi più innovativi hanno ulteriormente migliorato la
loro resa, altri registrano un´assenza di progressione. La classifica
complessiva nell´ambito dell´Ue rimane relativamente stabile: la Svezia si
situa al primo posto seguita da Germania, Danimarca e Finlandia. Estonia,
Lituania e Lettonia sono i paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti
dall´anno scorso. Tra i volani dell´espansione dell´innovazione nell´Ue vi sono
le Pmi e la commercializzazione delle innovazioni, unitamente a sistemi di
ricerca eccellenti. La contrazione delle attività economiche e degli
investimenti in venture capital nel periodo 2008-2012 ha influito negativamente
sulla resa innovativa.
Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario
responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha affermato: "I risultati
di quest´anno indicano che la crisi economica ha influito negativamente
sull´innovazione in certe parti d´Europa. Gli investimenti nell´innovazione
sono essenziali se vogliamo mantenere la nostra competitività globale e
rilanciare la crescita in Europa. Dobbiamo incoraggiare l´imprenditorialità
poiché le Pmi sono un volano essenziale dell´innovazione".
Máire Geoghegan-quinn, commissario responsabile per la ricerca,
l´innovazione e la scienza, ha affermato: "L´innovazione dovrebbe essere
al centro delle agende politiche di tutti gli Stati membri. La nostra più
recente relazione sullo stato dell´"Unione dell´innovazione",
anch´essa pubblicata oggi, indica che nel 2012 abbiamo realizzato progressi su
alcune delle grandi tematiche come il brevetto unitario e le nuove regole per i
fondi di capitali di rischio, ma dobbiamo avanzare ancora di più per evitare di
avere in Europa un divario dell´innovazione".
La Commissione europea ha anche pubblicato oggi una relazione
complementare al Quadro valutativo: la relazione sullo stato dell´Unione dell´innovazione,
che indica che la Commissione ha già ampiamente attuato i suoi impegni
sull´iniziativa faro "Unione dell´innovazione".
Per le singole sintesi sulla resa innovativa di tutti i 27 Stati membri
e di altri paesi europei si veda: Memo/13/274
Contesto -
Il Quadro valutativo dell´ "Unione dell´innovazione" 2013
classifica gli Stati membri nei seguenti quattro gruppi:
Leader dell´innovazione:
Svezia, Germania, Danimarca e Finlandia, sono caratterizzati tutti da una resa
ben al di sopra della media Ue.
Paesi che tengono il passo:
Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Austria, Irlanda, Francia,
Slovenia, Cipro ed Estonia, che hanno tutti risultati superiori alla media Ue.
Innovatori moderati: Italia,
Spagna, Portogallo, Repubblica ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e
Lituania, che hanno risultati inferiori alla media Ue.
Paesi in ritardo: Il
rendimento di Polonia, Lettonia, Romania e Bulgaria è nettamente al di sotto
della media Ue.
Cosa determina il successo dei leader dell´innovazione?
I paesi più innovativi nell´Ue condividono una serie di punti di forza
nell´ambito dei loro sistemi di ricerca e innovazione, tra cui un importante
ruolo delle iniziative di innovazione delle imprese e del settore
dell´istruzione superiore. Le imprese di tutti i leader dell´innovazione hanno
buoni risultati in termini di spesa per la ricerca e lo sviluppo (R&s) e di
domande di brevetti. Essi hanno anche in comune un settore dell´istruzione
superiore altamente sviluppato e forti legami tra il mondo industriale e quello
della scienza.
Confronti internazionali con l´Ue -
Un raffronto con altri paesi europei conferma la posizione della
Svizzera quale leader assoluto dell´innovazione che supera regolarmente tutti i
paesi dell´Ue. I risultati di quest´anno indicano nuovamente che la Corea del
Sud, gli Usa e il Giappone hanno risultati superiori a quelli dell´Ue.
Il vantaggio della Corea del Sud rispetto all´Ue sta aumentando, ma dal
2008 l´Ue è stata in grado di colmare di quasi la metà il proprio divario con
gli Usa e il Giappone. L´ue è ancora notevolmente arretrata rispetto ai leader
globali soprattutto in termini di spesa delle imprese per R&s, di
co-pubblicazioni pubblico-private e di brevetti, come anche in termini di
istruzione terziaria. L´ue continua a produrre risultati migliori di Australia,
Canada, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
Il distacco con la Cina si sta riducendo, mentre rimane stabile con gli
altri paesi Brics ed è aumentato rispetto all´Australia e al Canada.
Il Quadro valutativo dell´ "Unione dell´innovazione" 2013 usa
attualmente 24 indicatori raggruppati in tre categorie principali e otto
dimensioni:
"Abilitatori", vale a dire elementi fondamentali che
consentono all´innovazione di realizzarsi (risorse umane, sistemi di ricerca
aperti, eccellenti e attraenti nonché finanziamenti e aiuti);
"Attività delle imprese", che descrivono gli sforzi di
innovazione delle imprese europee (investimenti delle imprese, concatenazioni e
imprenditorialità nonché valori intellettuali; e
"Output" ad indicare come ciò si traduca in vantaggi per
l´economia nel suo complesso (innovatori ed effetti economici, anche sul piano
dell´occupazione).
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LA RIVISTA TRIMESTRALE SULL´OCCUPAZIONE E LA SITUAZIONE SOCIALE NELL´UE ESAMINA L´AGGRAVAMENTO DELLA CRISI SOCIALE |
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Bruxelles, 27 Marzo 2013 - La situazione occupazionale e sociale
nell´Ue è rimasta critica nel quarto trimestre del 2012: l´occupazione è diminuita un po´
ovunque e la disoccupazione è ulteriormente aumentata mentre la situazione
finanziaria delle famiglie permane grave, secondo quanto evidenzia l´ultimo
esame trimestrale sull´occupazione e la situazione sociale nell´Ue della
Commissione europea. Sono sempre più evidenti in alcuni Stati membri gli
effetti negativi dei tagli subiti dai bilanci pubblici e degli aumenti delle
imposte sull´occupazione e sul tenore di vita. La rivista sottolinea inoltre
che l´immigrazione netta dall´esterno dell´Ue è rallentata e che la crisi ha avuto
effetti nocivi sulla fertilità.
László Andor, commissario europeo per l´Occupazione, gli Affari sociali
e l´Inclusione, ha commentato: "La crisi sociale in Europa continua a
peggiorare e in diversi Stati membri non vi sono segnali tangibili di miglioramento.
Le fasce più povere della popolazione sono state molto spesso quelle più
colpite. I governi devono investire per ritrovare la strada di una crescita
inclusiva e per dare alle persone la possibilità reale di vivere in modo
dignitoso – il recente pacchetto della Commissione sugli investimenti sociali
ha individuato i possibili percorsi. Ma abbiamo bisogno soprattutto di maggiore
solidarietà: all´interno dei singoli paesi, ma anche tra di loro. Potremo
superare la crisi solo unendo i nostri sforzi."
La disoccupazione è ancora aumentata nel gennaio 2013, raggiungendo i
26,2 milioni nell´Ue (19 milioni nell´area euro), vale a dire il 10,8% della
popolazione economicamente attiva (11,9% nell´area euro). La differenza nel
tasso di disoccupazione tra i paesi meridionali/periferici e il nord dell´area
euro ha raggiunto i dieci punti percentuali nel 2012, situazione che è senza
precedenti. Nell´ue il Pil è diminuito dello 0,5% nel quarto trimestre del
2012, la più grave contrazione dai primi mesi del 2009. L´occupazione generale
nell´Ue è diminuita dello 0,4% nel 2012, e si sono rilevati sviluppi positivi
solo in rapporto al lavoro a tempo parziale. Solamente nel quarto trimestre del
2012 l´occupazione è diminuita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente.
La spesa complessiva della protezione sociale è diminuita più
rapidamente che non durante le precedenti crisi economiche -
L´inasprimento delle politiche di bilancio ha colpito l´occupazione sia
direttamente, riducendo l´occupazione nel settore pubblico, sia indirettamente,
per la diminuzione della domanda macroeconomica aggregata. I cambi apportati ai
sistemi fiscali e previdenziali e i tagli degli stipendi nel settore pubblico
hanno generato riduzioni significative del livello di reddito disponibile delle
famiglie, sottoponendo ad una forte pressione il livello di vita delle famiglie
a basso reddito. I tagli della spesa e gli aumenti delle imposte hanno colpito
in modo diverso i gruppi ad alto e a basso reddito. L´analisi mostra che
un´attenta considerazione delle riforme di bilancio è necessaria per evitare
che le fasce più povere della popolazione siano colpite in modo sproporzionato,
come è avvenuto in alcuni paesi (ad esempio, in Estonia e in Lituania). La
quota di popolazione europea che si dichiara in situazione di crisi finanziaria
grave rimane molto al di sopra dei livelli osservati in qualunque periodo del
decennio precedente – circa una ogni quattro famiglie a basso reddito.
La spesa per la protezione sociale ha svolto un ruolo decisivo nel
compensare le perdite di reddito delle famiglie nella prima fase della crisi ed
ha contribuito a stabilizzare l´economia. Dalla metà del 2010 il suo impatto è
calato e nel 2012 era trascurabile, anche nei paesi in cui la disoccupazione
continuava ad aumentare. La riduzione della spesa sociale è stata molto più
forte che non durante le recessioni del passato, in parte a causa delle
eccezionali necessità di consolidamento fiscale nel contesto della crisi
dell´euro. Tale situazione ha neutralizzato la funzione di stabilizzazione
economica dei sistemi di protezione sociale in molti Stati membri e può aver
contribuito ad aggravare la recessione, almeno nel breve termine.
Nel marzo 2013 il Consiglio europeo ha confermato che combattere la
disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi rimane una delle
fondamentali priorità dell´Ue e delle politiche nazionali. Nel febbraio 2013 la
Commissione ha messo a punto un Pacchetto di investimenti sociali il cui scopo
è orientare gli Stati membri nell´individuare politiche sociali più efficienti
ed efficaci in risposta alle notevoli sfide che essi devono affrontare (si veda
Ip/13/125, Memo/13/117, Memo/13/118 e Speech/13/141). Il Pacchetto ha
sottolineato il fatto che l´investimento pubblico nell´assistenza ai minori,
nell´istruzione o nel sostegno ad un invecchiamento attivo e in buona salute
deve essere mantenuto o addirittura incrementato anche quando vengono adottate
politiche nazionali di bilancio rigorose, poiché senza tale investimento molte
persone non sono in grado di partecipare alla vita sociale o di sviluppare il
loro potenziale economico.
La disoccupazione e l´inattività giovanili sono ai livelli più alti di
sempre -
La disoccupazione giovanile non ha solo raggiunto un nuovo massimo
nell´Ue (il 23,6 % dei giovani attivi era senza lavoro nel gennaio 2013), ma i
periodi di disoccupazione tra i giovani si sono fatti più lunghi. Il 7,1 % dei
giovani attivi è rimasto senza lavoro per più di un anno nel terzo trimestre
del 2012, rispetto al 6,3% dell´anno precedente. Questa tendenza presenta il
grave rischio di rendere i giovani sempre più separati dal mercato del lavoro e
dalla società nel suo insieme. Il numero crescente di giovani di età inferiore
a 25 anni che sono disoccupati e che non partecipano ad alcun ciclo di
istruzione e formazione (Neet), che attualmente si avvicina agli 8 milioni, è a
sua volta causa di gravi preoccupazioni.
Per contribuire a lottare contro i livelli di disoccupazione giovanile
inaccettabilmente elevati, il 5 dicembre 2012 la Commissione ha presentato un
Pacchetto per l´occupazione giovanile (si veda Ip/12/1311, Memo/12/938 e
Speech/12/910). Tale pacchetto comprende una proposta di raccomandazione per
introdurre in ciascuno Stato membro una Garanzia giovani al fine di assicurare
che tutti i giovani fino ai 25 anni di età ricevano un´offerta qualitativamente
buona di occupazione, la possibilità di proseguire gli studi, un apprendistato
o un tirocinio entro quattro mesi dall´uscita dal sistema di insegnamento
formale o dall´inizio della disoccupazione. Il Consiglio dei ministri ha
raggiunto un accordo politico su questa raccomandazione il 28 febbraio 2013 (si
veda Memo/13/152). La Commissione ha inoltre di recente proposto norme
operative per attuare rapidamente l´iniziativa per l´occupazione giovanile al
fine di combattere la disoccupazione giovanile (si veda Ip/13/217). Tale
iniziativa è stata proposta dal Consiglio europeo del 7-8 febbraio 2013 e ad
essa è stato attribuito un bilancio di 6 miliardi di euro per il periodo
2014-2020.
La crisi colpisce la fertilità -
La rivista trimestrale analizza inoltre gli effetti nocivi della crisi
sulla fertilità. A partire dal 2009 la fertilità ha arrestato il suo recupero e
si è stabilizzata poco al di sotto di 1,6 figli per donna nell´Ue-27. L´età
media delle donne al momento del parto ha continuato ad aumentare ed ha
raggiunto la soglia dei trent´anni. D´altro lato, la speranza di vita ha
continuato a sua volta ad aumentare ed ha raggiunto i 77,4 anni per gli uomini
e gli 83,1 anni per le donne. L´immigrazione dall´esterno dell´Ue è diminuita
dal suo picco del 2007, ma anche nel 2011 si è avuto nell´Ue-27 un aumento
netto di mezzo milione, vale a dire un immigrante dall´esterno dell´Ue per
mille abitanti dell´Ue. Le acquisizioni di cittadinanza aumentano e sono pari a
circa un milione. Rimangono evidentemente gravi le sfide di lungo periodo per i
mercati del lavoro dell´Ue di fronte ad una forza lavoro che tende a diminuire
e ad invecchiare.
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PARLAMENTO EUROPEO: PENSIONI PUBBLICHE DEVONO GARANTIRE LIVELLI DI VITA DIGNITOSI PER TUTTI |
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Strasburgo, 27 marzo 2013 - Salvaguardare le pensioni pubbliche per
garantire un tenore di vita dignitoso per tutti in età avanzata deve rimanere
una priorità, lo dicono i deputati in una risoluzione adottata lo scorso giovedì. Chiedono inoltre lo
sviluppo di regimi pensionistici complementari e prolungare la vita lavorativa
per garantire la sostenibilità delle pensioni minacciate dall invecchiamento demografico
e finanze pubbliche ristrette.
La risoluzione, redatta da Ria Oomen-ruijten (Ppe, Nl) e passato con 32
voti favorevoli, 4 contrari e 6 astensioni, è la risposta del l´occupazione e
gli affari sociali al Libro bianco della Commissione in materia di pensioni.
Ora ci sono circa quattro persone in età lavorativa per ogni persona di età
pensionabile. Fra 50 anni, il rapporto sarà solo due a uno.
"Abbiamo bisogno di pensioni sicure e sostenibili in tutti gli
Stati membri, ora e in futuro. Questo è importante per i giovani e meno
giovani. Nel contesto di un aumento della longevità, il calo delle nascite e
dei vincoli sulle finanze pubbliche, siamo di fronte a sfide enormi. Dobbiamo
agire per salvaguardare le pensioni pubbliche, favorendo il prolungamento della
vita lavorativa e il miglioramento e l´aumento dei contributi a regimi
pensionistici complementari. Coordinamento Ue in materia di pensioni è
necessaria, in particolare per il funzionamento del mercato interno, la
strategia Europa 2020 e del patto di stabilità e di crescita ", ha detto
la signora Oomen-ruijten.
Pensioni pubbliche al fine di garantire livelli di vita dignitosi -
Anche in un probabile lungo termine, scarsa crescita, scenario
economico, che obbliga gli Stati membri a consolidare i propri bilanci,
salvaguardando le pensioni pubbliche che almeno gli standard di vita decenti di
garanzia deve restare una priorità, sottolineano i deputati.
I deputati sottolineano che le pensioni pubbliche restano la principale
fonte di reddito per i pensionati e rammarico che il Libro bianco della
Commissione non affrontare adeguatamente l´importanza di questo pilastro
"a prova di povertà".
L´occupazione e gli affari sociali, inoltre, deplora i tagli drastici
nei paesi più colpiti dalla crisi economica che ha spinto molti pensionati in o
al limite della povertà.
Incoraggiare lo sviluppo della previdenza complementare e fondi
pensione privati
La crisi economica ha messo in luce la vulnerabilità di programmi
pubblici, sottolineano i deputati, che vogliono gli Stati membri di introdurre
o mantenere un approccio "multi-pilastro" pensione, costituito da una
combinazione di pensioni pubbliche, nel primo pilastro, la previdenza
complementare collettiva derivante dalla accordi, le società o dalla normativa
nazionale, nel secondo pilastro, e il risparmio privato nel terzo pilastro.
Il Comitato invita inoltre la Commissione a garantire che il potenziale
di investimento dei fondi pensione non sia compromessa dalla eventuali
modifiche alla legislazione delle pensioni, in particolare gli enti
pensionistici aziendali o professionali (Epap) direttiva.
Incoraggiare prolungamento della vita lavorativa -
La risoluzione sottolinea inoltre che gli Stati membri devono
garantire, nel riformare le pensioni pubbliche, che tengano conto dei
cambiamenti nelle aspettative di vita nel determinare l´età di pensionamento e
del rapporto mutevole tra pensionati, i disoccupati e le persone economicamente
attive.
Per incoraggiare le persone a lavorare più a lungo, regimi di
prepensionamento dovrebbero essere ritirati e la gente dovrebbe essere in grado
di lavorare oltre l´età pensionabile, se lo desiderano,, sottolinea la
risoluzione. Il Comitato per l´occupazione evidenzia pertanto la necessità di
migliorare l´integrazione dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro.
I diritti per i diritti pensionistici dei lavoratori all´estero -
La risoluzione sottolinea anche la necessità di persone che lavorano
all´estero, per essere in grado di acquisire e conservare diritti a pensione in
tutta l´Ue.
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NEL 2012, PER LE PERSONE DI 65 ANNI E OLTRE, C´ERANO QUATTRO PERSONE IN ETÀ LAVORATIVA NELL´UE A 27 IL 40% DEI BAMBINI NATI FUORI DAL MATRIMONIO NEL 2011 |
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Bruxelles, 27 Marzo 2013 - L´attuale
situazione demografica nella Eu27 popolazione è caratterizzata da una continua
crescita e l´invecchiamento. Il 1 ° gennaio 2012, si stima che l´ Ue-27 aveva
503.700.000 di abitanti, con un incremento del 6% rispetto al 1992. Allo stesso
tempo, la quota di quanti di 65 anni nella popolazione è aumentata dal 14% al
18%. Come la struttura della popolazione per età, strutture familiari stanno
cambiando, in concomitanza con il calo dei matrimoni, divorzi è aumentato e una
quota crescente di bambini nati fuori dal matrimonio.
Queste informazioni provengono dal supplemento speciale sulle tendenze
demografiche uno della rivista trimestrale sulla situazione occupazionale e
sociale nell´Unione europea, pubblicato congiuntamente da Eurostat, l´ufficio
statistico dell´Unione europea , e la Direzione Generale della Occupazione,
affari sociali e inclusione della Commissione europea. La prima parte di questo
supplemento è dedicata alle tendenze demografiche storiche e recenti, mentre
altri si concentrano su temi come la fertilità, le migrazioni, matrimoni e
divorzi.
A proposito di tre persone in età lavorativa per una persona anziana in
Italia e Germania -
La struttura per età della popolazione della Ue-27 può essere
analizzato utilizzando i tassi di dipendenza da anni due , che mostrano il
livello di sostegno da parte della popolazione in età lavorativa (15-64 anni)
in due generazioni di dipendenti ( sotto i 15 anni e 65 anni e oltre). Per
quanto riguarda il rapporto di dipendenza giovani 2 in -27 è sceso dal 28,5%
nel 1992 al 23,4% nel 2012. Durante questo periodo, il rapporto è diminuito in tutti
gli Stati membri, ad eccezione di Danimarca (+2 punti percentuali). Nel 2012,
il tasso di dipendenza dei giovani variava dal 20% in Bulgaria e in Germania al
33% in Irlanda e il 29% in Francia .
L´ indice di dipendenza degli anziani 2 in -27 è aumentato dal 21,1%
nel 1992 al 26,8% nel 2012. Durante questo periodo, il tasso è aumentato in
tutti gli Stati membri, con l´eccezione di Irlanda (-0,4 pp). Nel 2012,
l´indice di dipendenza degli anziani variava dal 18% in Slovakia , in Irlanda e
Cipro al 32% in Italia e del 31% in Germania .
Di conseguenza, la dipendenza complessiva 2 in -27 è leggermente
aumentata nel corso degli ultimi due decenni, dal 49,5% nel 1992 al 50,2% nel
2012, circa due persone in età lavorativa per ogni persona a carico. Negli Stati
membri, la dipendenza globale hanno oscillato dal 39% in Slovakia al 56% in
Francia e il 55% in Svezia .
L´altezza più matrimonio tasso t a Cipro, il più basso in Bulgaria -
Il tasso di matrimonio nel -27 è diminuita costantemente nel corso
degli ultimi due decenni, da 6,3 matrimoni ogni 1000 abitanti in 1990-5,2 ‰ nel
2000-4,4 ‰ nel 2010. Questa tendenza si riflette in una maggioranza degli Stati
membri. Nel 2011, il tasso di matrimonio è il più alto registrato in Cipro (7,3
matrimoni ogni 1000 abitanti), Lituania (6,3 ‰) e Malta (6,1 ‰), e il più basso
in Bulgaria ( 2,9 ‰), Slovenia (3,2 ‰), Lussemburgo (3,3 ‰) e in Spagna , in
Italia e Portogallo (3,4 ‰).
Il più alto tasso di divorzi che in Lettonia, il più basso a Malta -
Nello stesso periodo, il tasso di divorzi che nel -27 è leggermente
aumentato. Nel 1990, ci sono stati 1,6 divorzi ogni 1000 abitanti nella Ue-27 ,
contro 1,8 ‰ nel 2000-1,9 ‰ nel 2009. Nella maggior parte degli Stati membri,
il tasso di divorzi è aumentato nel corso degli ultimi due decenni. Nel 2011,
il più alto tasso di divorzio sono stati osservati in Lettonia (4,0 divorzi
ogni 1000 abitanti) e la Lituania (3,4 ‰), mentre ci sono stati meno di divorzi
ogni 1000 abitanti in Malta 3 (0,1 ‰), Irlanda (0,7 ‰) e l´Italia (0,9 ‰).
Li una maggiore percentuale di nascite fuori del matrimonio in Estonia,
il più basso in Grecia -
La tendenza al ribasso continua il numero dei matrimoni si riflette
anche da un aumento dei figli nati fuori del matrimonio. Nel 1990, il 17% di
tutti i nati vivi nel -27 si era verificato al di fuori del matrimonio, contro
il 27% nel 2000 e 40% nel 2011. Durante questo periodo, la percentuale di nati
vivi fuori dal matrimonio è aumentata in tutti gli Stati membri.
Differenze significative sono state osservate tra gli Stati membri per
quanto riguarda la percentuale di nati vivi fuori dal matrimonio. Nel 1990,
quasi la metà delle nascite fuori del matrimonio ha avuto luogo in Svezia e
Danimarca , rispetto al 2% o meno di nati vivi in Cipro a Malta e Grecia . Nel
2011, le percentuali più alte sono state registrate in Estonia (60%), in
Slovenia (57%), in Bulgaria e Francia (56% ciascuno), e la più bassa in Grecia
(7%) in Cyprus (17 %) e Polonia (21%).
L´ indirizzo e supplemento speciale sulle tendenze demografiche è
disponibile (in inglese) in formato pdf nella sezione statistiche della
popolazione del sito di Eurostat:
http://epp.Eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/population/introduction
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IL PARLAMENTO EUROPEO CONSIGLIA DI RIPRISTINARE IL LIBERO ACCESSO AL MYANMAR CON IL MERCATO DELL´UNIONE EUROPEA |
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Strasburgo, 27 marzo 2013 - L´ue
dovrebbe ripristinare l´accesso al mercato dell´Unione europea in esenzione da
dazi e contingenti al Myanmar, ha detto il comitato commercio internazionale
del Parlamento europeo lo scorso giovedì, a sostegno della proposta della
Commissione di sostenere Myanmar nelle sue riforme, in particolare le attività
di eradicazione del lavoro forzato.
Il ripristino delle preferenze commerciali, sostenute dal comitato per
il commercio con 28 voti favorevoli, 2 contrari e nessuna astensione, ma non
ancora adottata dal Full House e approvato dagli Stati membri, darà al Myanmar
dazi e quote di accesso libero al mercato dell´Ue per tutte le sue esportazioni
ad eccezione delle armi e munizioni. Questo potrebbe contribuire ad aumentare
le esportazioni del Myanmar del 30%, le stime della Commissione europea.
Il Myanmar è idoneo per l´accesso al mercato libero in Sistema
Generalizzato dell´Ue per preferenze generalizzate (Spg) per i paesi meno
sviluppati, ma dal 1997 l´Ue è stata trattenuta questi benefici a causa di
segnalazioni di "pratica ordinaria e diffusa del lavoro forzato". La
proposta di ripristinare le preferenze segue i rapporti che l´uso del lavoro
forzato in Myanmar ha cessato di essere "gravi e sistematiche".
Rimanendo il lavoro forzato è
responsabilità delle imprese dell´Ue -
Mentre i deputati commerciali condividono il parere della Commissione
secondo cui i requisiti di legge sono soddisfatti per le preferenze Spg deve
essere ripristinato, il relatore, David Martin (S & D, Uk), mette in
evidenza il fatto che il lavoro forzato è ancora una preoccupazione in alcuni
Stati, in particolare nel settore militare.
"I progressi in Birmania rimangono
fragili ed è importante che le misure proposte contribuiscano ad una
pace sostenibile e uno sviluppo positivo", ha sottolineato prima del voto.
Per sottolineare queste preoccupazioni, i deputati commerciali con la stesura
di una risoluzione separata che chiede alla Commissione di monitorare gli
sviluppi per quanto riguarda il lavoro forzato e per sottolineare la
responsabilità delle imprese europee che operano nel paese.
"E ´vitale che le imprese europee si applicano severe misure di
responsabilità sociale per le loro operazioni in Birmania e che vi sia un
elevato livello di trasparenza e di comunicazione, al fine di incoraggiare le
migliori pratiche tra gli investitori si spostano in Birmania", ha
sottolineato Martin.
E dopo?
Ill ripristino delle preferenze commerciali per Myanmar verrà votato nel
maggio (da confermare). L´approvazione formale da parte del Consiglio verrà
quindi richiesta. Dopo che il regolamento entrerà in vigore con effetto
retroattivo, a partire dal luglio 2012, quando l´Ilo revocato le restrizioni in
materia di cooperazione con il Myanmar / Birmania.
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CROAZIA PRONTA A FAR PARTE DELL´UE |
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Zagabria, Croazia 27 marzo 2013 Di seguito l’intervento di ieri di
Štefan Füle Commissario europeo per l´allargamento e la politica di vicinato all’
Università Vern: 2
Eccellenze, Signore e Signori, Cari amici,
E ´un grande privilegio per me rivolgermi a questo pubblico di
studenti, professori, diplomatici, politici e rappresentanti della società
civile e degli affari di oggi. Sono appena tornato da un incontro con l´intero
governo e ora sono particolarmente desiderosi di entrare in contatto con voi in
questo giorno importante per la Croazia e posso affermare, non solo per la
Croazia.
Questa mattina, la Commissione europea ha adottato la sua relazione di
controllo sulla Croazia, l´ ultima
relazione di controllo - e sono felice
di essere in grado di dirvi che la relazione conferma che:
La Croazia ha espresso sulle
azioni prioritarie che abbiamo
evidenziato nel nostro rapporto di monitoraggio globale ottobre 2012, e
Croazia sta rispettando i requisiti per tutti i capitoli di negoziato e
sarà pronto per l´adesione all´Unione europea nel mese di luglio.
Ora vedo l´ora di essere accolti Croazia come il nostro 28 ° Stato
membro il 1 ° luglio 2013.
L´adesione all´Unione europea comporta anche una responsabilità condivisa
per il futuro del progetto europeo. In qualità di Stato membro dell´Unione
europea, la Croazia parteciperà attivamente nel plasmare e definire il futuro
dell´Europa come stabile, unione prospera a casa e un potere politico ed
economico a livello mondiale.
Questo è un diritto, ma anche una responsabilità. Non vedo l´ora di
lavorare insieme a noi, al fine di promuovere e rafforzare il progetto europeo.
Uno dei primi opportunità cittadini croati dovranno svolgere un ruolo attivo
nel plasmare il futuro dell´Europa sarà alle elezioni per i membri croati del
Parlamento europeo il 14 aprile. Questa è la tua occasione per dire la propria
in Europa - si prega di usarlo!
L´adesione della Croazia è il risultato di un processo lungo e
rigoroso, sotto rigide condizioni. Croazia domanda di adesione nel 2003. I
negoziati iniziato nel 2005 e terminato sei anni più tardi nel 2011. La Croazia
è ora non è solo un paese diverso ,
arriva anche per l´Unione europea più
preparata rispetto a molti altri paesi
aderenti.
L´integrazione europea ha portato cambiamenti positivi in una serie
di settori in Croazia. Vorrei citare alcuni esempi:
C´è stato un progresso
significativo nella lotta alla
corruzione e alla criminalità organizzata.
Ora hanno posto le basi per un migliore funzionamento del sistema
giudiziario, che porta a una maggiore
efficienza e una riduzione del portafoglio ordini di vecchi casi.
Contribuenti croati stanno ottenendo un miglior valore per i loro soldi
- tramite procedure migliori per gli
appalti pubblici .
La Croazia ha inoltre affrontato il proprio passato recente, e così
facendo ha dimostrato la sua maturità
per affrontare questo doloroso retaggio.
Mentre guardo avanti vedo che l´adesione all´Unione europea porterà una
serie di enormi guadagni
per la Croazia;
per l´Unione europea, e
per la regione nel suo complesso
Vorrei iniziare con i guadagni che l´adesione porterà alla
Croazia. Stabilità e la prosperità sarà rafforzata e aiutato da un aiuto
finanziario attraverso i fondi strutturali e di coesione, anche aprendo la
porta per nuove opportunità di business.
Piena applicazione delle dell´Unione europea standard fornirà importanti miglioramenti in materia di
sicurezza alimentare e di settori quali l´ambiente.
E per voi, molti studenti in sala oggi, ci saranno molte nuove opportunità di viaggiare, studiare e
lavorare nell´Unione europea.
Per l´Unione europea, i guadagni di adesione della Croazia sarà anche
estremamente importante. Pace e la
stabilità nella regione sarà
ulteriormente rafforzata. La lotta contro la corruzione e la criminalità
organizzata nell´Ue e nella regione sarà potenziato, così come la lotta contro
altri problemi transnazionali e transfrontalieri.
Società europee Unione sarà in grado di perseguire le opportunità di
business e di investire in Croazia sapere che ora c´è più certezza del diritto
per loro.
Per quanto riguarda i benefici per la regione, la Croazia ha già
iniziato a trasferire il suo know-how agli altri paesi della regione. Ci
aspettiamo che continui. Qui, la Croazia è un
"modello di ruolo" e un
esempio tangibile che la riforma offre risultati.
La Croazia ha inoltre dimostrato l´importanza della volontà di risolvere le controversie
bilaterali , al fine di progredire nel
processo di adesione, che sono esempi concreti l´accordo di arbitrato con la
Slovenia e la firma del memorandum d´intesa con la Slovenia sulla Ljubljanska
Banka in data 11 marzo.
Impegno continuo con i partner regionali avrà anche vantaggi economici
per la Croazia. Essa si è affermata come
una economia chiave Cefta con il
commercio ei flussi di investimenti importanti nel suo vicinato meridionale. La
Commissione europea sta attualmente negoziando con i paesi dei Balcani
occidentali, con l´obiettivo di ottenere che questi flussi di scambio
tradizionali mantenere un trattamento preferenziale dopo il 1 ° luglio. Società
croate sarà quindi in grado di esportare ed espandere . Naturalmente, le stesse
aziende avranno anche nuove possibilità di scambio attraverso la piena
partecipazione al mercato unico europeo, e molti accordi di libero scambio l´Ue
ha in tutto il mondo.
Sono convinto che l´integrazione europea non sarà completa fino a
quando i paesi di questa regione fanno parte dell´Unione europea. Croazia, il
secondo paese della ex Jugoslavia a far parte dell´Unione europea ha fatto
questo obiettivo un passo più
vicino alla sua realizzazione.
E questo mi porta alla prospettiva più ampia per l´allargamento nel
2013. E ´un anno ricco di opportunità
per l´allargamento ed è per i paesi candidati di essere a
conoscenza delle opportunità e di fare un uso completo
della quantità di moto che si è creato
Coloro che parlare della cosiddetta "fatica da allargamento"
dovrebbe capire che il vero pericolo e più grande è la stanchezza da riforme in combinazione con la tendenza nei paesi
partner per mettere a volte la loro agenda politica interna avanti ea spese
dell´agenda europea.
Non c´è assolutamente niente di sbagliato in merito all´ordine del
giorno nazionale, e non potrò mai dire che l´ordine del giorno dell´Unione
europea dovrebbe sostituire quello domestico, ma sarebbe un peccato se le opportunità per l´allargamento nel 2013 sono state perse a causa del programma
interno.
Guardando al futuro per la Croazia, l´opera non è finita con la
pubblicazione del Rapporto di primavera. Croazia vuole aderire a Schengen, e
l´euro, in futuro. Questo significa che
bisogna continuare ad adoperarsi
in tutti i settori: sullo Stato di diritto, sulla prevenzione e la
repressione della corruzione e la protezione delle frontiere esterne.
Ultimo ma non meno importante, la Croazia arriva nell´Unione europea in
un momento in cui l´Unione sta vivendo la sua prima grave crisi economica.
Croazia deve contribuire alla risoluzione di questa crisi adottando tutte le
misure necessarie. Il lavoro sulle riforme strutturali deve continuare ed
essere rafforzata nel nuovo quadro economico in corso di attuazione da parte
dell´Ue.
Ciò è necessario al fine di migliorare la competitività dell´economia
croata e per consentirle di sfruttare le opportunità offerte dal mercato unico,
all´interno di una stabile e sostenibile quadro macroeconomico.
L´unione europea, e la Croazia ad affrontare sfide considerevoli nel
portare l´economia su un sentiero di crescita sostenibile. Insieme, saremo in
una posizione migliore per affrontare
con successo queste sfide.
Per concludere, vorrei offrire le mie più vive congratulazioni a tutti
coloro che in Croazia, che hanno contribuito a questo successo. Vostro successo è il successo
dell´Europa e non vedo l´ora di
festeggiare con voi il 1 ° luglio 2013.
Grazie.”
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CROAZIA: ULTIMA RELAZIONE DI CONTROLLO SI CONCLUDE IL PAESE PRONTO A FAR PARTE DELL´UE |
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Bruxelles, 27 marzo 2013 - La
Commissione europea ha adottato ieri il
suo ultimo Rapporto di monitoraggio sui preparativi della Croazia per
l´adesione all´Unione europea. La Commissione valuta che la Croazia ha
completato le azioni prioritarie individuate dieci nella precedente relazione
nel mese di ottobre, e ha dimostrato la volontà e la capacità di attuazione
degli impegni in tempo utile prima dell´adesione. La Commissione conclude che
la Croazia è pronta per entrare nell´Unione europea il 1 ° luglio 2013.
" Questo rapporto è una notizia positiva. Croazia ha lavorato sodo
e tenuto il ritmo delle riforme. Ha fatto grandi passi avanti non solo dalla
fine dei negoziati di adesione, ma anche rispetto alla relazione di
monitoraggio precedente. I risultati raggiunti sono direttamente beneficiano i
cittadini . Il paese è pronto a prendere il suo posto nella Ue, come previsto,
e siamo tutti in attesa di completamento della ratifica del trattato di
adesione e accogliente la Croazia nell´Unione europea il 1 ° luglio ",
Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha
detto sulla presentazione della relazione al governo croato a Zagabria. "
della Croazia è un successo per l´allargamento. Si tratta di una prova della
credibilità della politica di allargamento: quando il paese candidato mantiene
i criteri e gli impegni, l´Ue mantiene la prospettiva di adesione. Questo è
anche un buon esempio per il resto della regione, come si muove più vicino
all´Unione europea ", ha aggiunto .
La relazione di monitoraggio si concentra sulla politica di concorrenza
della Croazia, del sistema giudiziario e diritti fondamentali, così come la
giustizia, libertà e sicurezza. Si valuta anche che il paese ha dimostrato la
sua capacità di rispettare gli impegni legati agli adesione all´Ue, come pronti
a ricevere i fondi strutturali, in tempo utile prima dell´adesione. La
relazione afferma che l´adesione all´Unione europea è un ulteriore incentivo a
portare avanti con le riforme e la Croazia si prevede di continuare a
sviluppare il suo track record nel settore dello Stato di diritto, in
particolare nella lotta contro la corruzione.
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ANTITRUST : LA COMMISSIONE EUROPEA ESTENDE LE INTERNATIONAL SWAPS AND DERIVATIVES ASSOCIATION (ISDA), LA SUA INDAGINE AL MERCATO DEL CREDITO SWAP RISCHIO |
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Bruxelles, 27 marzo 2013 - La
Commissione europea ha ampliato la propria indagine del rischio di credito swap
(Cds) alle International Swaps and Derivatives Association (Isda),
un´organizzazione professionale di istituti finanziari specializzati nel
commercio di Otc counter. L´indagine della Commissione ha scoperto le prime
indicazioni che Isda ha partecipato a uno sforzo coordinato da parte delle
banche di investimento per impedire ai concorrenti di operare nel mercato dei
derivati di credito o ritardare il loro l´ingresso nel mercato. Tale
comportamento, se confermato, sarebbe soffocare la concorrenza nel mercato
interno, in violazione delle norme comunitarie in materia di cartelli e abusi
di posizione dominante. L´apertura di una indagine non pregiudica l´esito
finale.
L´inchiesta è stata avviata nel mese di aprile 2011 ed è in corso. La
Commissione esamina le banche di investimento diversi eventualmente appello
alla Markit, il principale fornitore di informazioni finanziarie sul mercato
dei Cds per bloccare lo sviluppo di alcune piattaforme di trading sui Cds. Per
fare questo, si può ricorrere a una collusione o possibile abuso di posizione dominante.
Contesto -
La Commissione ha avviato l´indagine le informazioni sul mercato dei
Cds nel mese di aprile 2011 ( cfr. Ip/11/509 ).
Articoli 101 e 102 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea
vieta accordi anticoncorrenziali e l´abuso di posizione dominante. L´attuazione
di tali disposizioni è disciplinata dalle disposizioni degli accordi Ue e
l´abuso di posizione dominante (regolamento 1/2003). Queste regole possono
essere applicate anche da parte delle autorità nazionali garanti della concorrenza.
Con l´apertura di questo procedimento, la Commissione dessaisit recente del
loro competenza ad applicare queste regole. I giudici nazionali devono altresì
astenersi dal prendere qualsiasi decisione che è incompatibile con una
decisione adottata dalla Commissione.
La Commissione ha informato il Isda e le autorità garanti della
concorrenza degli Stati membri della proroga della procedura, in questo caso.
Indagini di un comportamento anticoncorrenziale non sono soggette ad
alcun termine di legge. La durata di un´indagine di cartelli e abusi di
posizione dominante dipende da vari fattori, tra cui la complessità del caso,
il grado di cooperazione dell´impresa interessata con la Commissione e
l´esercizio di diritti della difesa.
Informazioni più dettagliate saranno disponibili sul sito web della Dg
Concorrenza nel registro pubblico dei casi di concorrenza con il numero 39745 .
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MONETA COMPLEMENTARE: CAPPELLACCI, REDDITO COMUNITÀ CON CIRCUITO SARDEX |
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Cagliari,
27 Marzo 2013 - La Regione Sardegna entra nel circuito di credito commerciale
Sardex per dare nuova linfa, con azioni innovative, al sistema produttivo e
occupazionale dell´isola in un momento di particolare stretta creditizia e di
crisi di liquidità. La collaborazione tra l’amministrazione regionale e il
circuito è sancita da un accordo siglato per il tramite dell’Agenzia
governativa Sardegna promozione, con cui si da il via libera alla sperimentazione
dell’utilizzo della moneta complementare: una forma evoluta di baratto
multilaterale e multitemporale che consente di immettere nel circuito beni e
servizi per il rafforzamento delle economie locali.
"La
proposta della Giunta - ha spiegato il presidente Ugo Cappellacci, illustrando
alla stampa l´iniziativa assieme al direttore centrale dell´Agenzia, Mariano
Mariani, e ai referenti di Sardex, Roberto Spano e Gabriele Littera - è di
adottare il Sardex per istituire un ‘reddito di comunità’ da versare ai
disoccupati sardi, un’ulteriore opportunità che vogliamo offrire a quei giovani
che, per le difficoltà di accesso, non hanno ancora avuto la possibilità di
affacciarsi al mondo del lavoro. Il funzionamento prevede una dotazione annuale
di bilancio regionale pari a 20 milioni di euro, un vero e prorio Fondo di
garanzia, da inserire nella manovra finanziaria per ciascuno degli anni dal
2013 al 2015. Stimiamo, infatti, il coinvolgimento di 10.000 giovani
inoccupati, tra i 25 e i 35 anni, e l’erogazione di altrettanti redditi di
comunità in moneta complementare ovvero 500 sardex mensili equivalenti a 500
euro al mese per beneficiario”. La Regione, in questi mesi, lavorerà per
mettere a punto il regolamento, definendo i criteri di selezione per l’attribuzione
del sussidio. I beneficiari, dal canto loro, dovranno mettere a disposizione
ore di servizi per la comunità nell’ambito di progetti di pubblica utilità
orientati a creare attitudini positive verso l’imprenditorialità e
l’auto-impiego.
"Per
controbilanciare l´aumentata quantità di crediti sardex immessi nel circuito
dai nuovi 10.000 beneficiari - ha spiegato Mariani - la Regione creerà un Fondo
di garanzia, paria 20 milioni l’anno, da utilizzare per l’acquisto, in euro e
con normali procedure di gara pubblica, di beni e servizi da rivendere in
sardex all’interno del circuito”. Dal gennaio 2010, anno di operatività del
circuito, sono oltre un migliaio le aziende associate, di ogni dimensione e
settore, che generano attualmente un volume di scmbi pari a un milione di euro
mensili, senza l’utilizzo di moneta corrente. “All’interno del circuito sardex
- hanno spiegato i rappresentanti del cda – sono le stesse imprese a
finanziarsi reciprocamente a tasso zero, consentendoli di risparmiare preziosa
liquidità e di migliorare i propri flussi di cassa".
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SUDAFRICA CHIAMA LIGURIA, IN AGENDA PORTI, LOGISTICA E NAUTICA, UNA SETTANTINA LE IMPRESE GENOVESI PRESENTI NEL PAESE |
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Genova, 27 Marzo 2013 - Il Sudafrica chiama, la Liguria risponde. E
apre le porte della Regione al Console Generale Saul Kgmotso Molobi, che,
accompagnato dal console onorario della Repubblica del Sudafrica a Genova
Enrico De Barbieri, è stato ricevuto ieri in mattinata, dall’assessore Gabriele
Cascino, che gli ha dato il benvenuto anche a nome del presidente Claudio
Burlando, impegnato a Roma.
La visita a Genova - ha riferito la delegazione diplomatica nel corso
dell’incontro in Regione Liguria - punta a stringere rapporti più stretti
anche attraverso un gemellaggio con
Durban, la grande città portuale sull’Oceano Indiano, di cui si parlerà nella
visita in comune. Nel pomeriggio sono in programma incontri istituzionali con l’Autorità
Portuale e la Fiera Internazionale di Genova. In Regione Liguria, il console
generale del Sudafrica ha ricordato il
grande interesse del suo Paese per la nautica da diporto, già protagonista di due grandi saloni internazionali a Durban
e Cape Town e un altro a Johannesburg.
Che la Regione Liguria e il Sudafrica abbiano tante cose in comune non
ci sono dubbi, “basti pensare che sono una settantina le aziende genovesi
presenti in quel Paese”, ha affermato Cascino.
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VISITA IN REGIONE MARCHE DELL’AMBASCIATORE DEL VIETNAM. |
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Ancona, 27 marzo 2013 - Il
presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha ricevuto nella serata
del 25 marzo a Palazzo Raffaello la visita dell’ambasciatore del Vietnam in
Italia Nguyen Hoang Long. Nel corso dell’incontro, improntato alla massima
cordialità, Spacca e l’ambasciatore vietnamita hanno approfondito le possibili
strade di collaborazione, di natura economica, culturale ed accademica, tra le
Marche e il Paese asiatico. Spacca ha ricordato che la Regione da anni
intrattiene relazioni con diversi Paesi esteri, privilegiando la strategia di
accordi e progetti con singole regioni o province. La stessa strategia che, ha
auspicato il presidente, può essere seguita nel caso del Vietnam, Paese che con
le Marche, e in particolare con il mondo universitario, ha già avviato concreti
e proficui progetti. Spacca ha anche annunciato all’ambasciatore Nguyen la
missione istituzionale ad Hanoi, ad aprile, per il decennale della morte di
Carlo Urbani, il medico marchigiano che nella città vietnamita ricoprì per tre
anni il ruolo di consulente dell’Oms per il controllo delle malattie
parassitarie nel Pacifico Occidentale, offrendo un contributo determinante alla
cura della Sars di cui rimase vittima.
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ABRUZZO, MONTENEGRO: VASTO-BAR E RETE TURISMO IPOTESI DI LAVORO E COLLOQUI CON STRUTTURA INVESTIMENTI |
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Pescara, 27 marzo 2013 - Il
vicepresidente con delega allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, che
guida la delegazione abruzzese in Montenegro, è stato ricevuto nella giornata
di ieri dal Segretario generale per gli Investimenti del Montenegro, Nebojsa
Popovic. Castiglione ha sottolineato "l´importanza sostanziale della
presenza abruzzese in questa due giorni", complimentandosi per "la
specificità del Segretariato". Ipotesi di lavoro comune, come ha spiegato
Castiglione - sono il collegamento diretto Vasto-bar e la costituenda rete sul
turismo. Successivamente, Castiglione è stato ricevuto dall´ambasciatore
italiano in Montenegro, Sergio Barbato. In un "colloquio cordiale e
costruttivo - come riferisce il Vicepresidente - l´Ambasciatore ha confermato
che la Regione Abruzzo è considerata in modo preminente in Montenegro ed ha
anticipato che a metà aprile è calendarizzata una missione di Confindustria sul
territorio. Inoltre ha sottolineato come l´Abruzzo sia un punto di connessione
simbolico con Italia, anche per il cavodotto che arriverà in Montenegro.
L´ambasciatore ha ricordato che il Montenegro ha avviato un proficuo negoziato
di adesione con l´Unione Europea e che nelle statistiche dell´ Organizzazione
Mondiale del turismo è ubicata ai primi posti assoluti". Al termine
dell´incontro, Castiglione ha donato all´Ambasciatore una moneta commemorativa
del 150° Unità d´Italia. Poi Castiglione ha incontrato nella Direzione
Governativa la responsabile della locale rete europea di imprese,Ljlja Belada,
per programmare un incontro con gli imprenditori abruzzesi interessati. Alla
fine dei due giorni di lavoro, si è svolto l´incontro con i rappresentanti
delle aziende montenegrine nella Camera di commercio del Montenegro. |
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ABRUZZO, MONTENEGRO: OPPORTUNITA´IN PIU´SETTORI INVESTIMENTI CON AGEVOLAZIONI FISCALI E BUSINESS ZONE |
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Pescara, 27 marzo 2013 - Il vice
presidente della Giunta regionale con delega allo Sviluppo economico, Alfredo
Castiglione, guida una delegazione formata da imprenditori abruzzesi,
rappresentanti del Polo Automotive, dell´edilizia, del Porto del Vasto,
dell´Università D´annunzio e di Abruzzo Sviluppo, alla volta del Montenegro. La
delegazione è stata ricevuta il 25 marzo dal sottosegretario al Ministero
dell´Economia del Montenegro, Igur Noveljic, che negli scorsi mesi aveva
partecipato in Abruzzo al Forumed, per la firma del protocollo d´intesa.
Noveljic ha presentato il proprio Paese ai rappresentanti abruzzesi, nell´obiettivo
di possibili futuri investimenti. "Abbiamo preso atto di un Paese stabile
politicamente ed economicamente - ha dichiarato Castiglione - con vantaggi
fiscali per gli investitori, in particolare in relazione alla manodopera ed ai
tassi sugli utili, una tassazione più competitiva e profit su utili al 9 per
cento, con la possibilità di accedere alle Business Zone. Inoltre - prosegue
l´Assessore - si è evidenziata la facilità di apertura di società, bastano 4
giorni, si è fatto cenno agli investimenti esteri per 22 milioni di euro.
Turismo, Energia e Telecomunicazioni offrono grandi possibilità". Secondo
Castiglione "i rapporti avviati da anni nei Balcani stanno dando buoni
frutti e proveremo anche qui fare la stessa cosa. Abbiamo da sempre a cuore le
piccole e medie imprese e guardiamo con attenzione a quest´area in procinto di
entrare nell´Unione Europea. Abbiamo un´attenzione particolare alla Green
Economy, per cui sono utili le informazioni di carattere ambientale che ci sono
state fornite. Tra oggi e domani daremo sostanza al protocollo realizzato in
Abruzzo". Castiglione è stato poi ricevuto a Bar dal Sindaco, Slobo
Pajovic, e dal suo staff. Pajovic, secondo quanto riferito dal Vicepresidente,
ha offerto le possibilità di interscambio, sottolineando che la volontà comune
è il segreto del successo. Si è poi soffermato sull´importanza del corridoio 11
ed ha presentato i numeri della città e del porto di Bar. Solo 196 miglia
distano dal porto di Vasto e ciò permette obiettive opportunità.
Successivamente, l´incontro con il Sindaco di Tivat, il più piccolo comune
della regione, solo 46 km per 15 mila abitanti, ma con un target di turismo di
lusso nel settore della nautica da diporto, dell´accoglienza, con hotel
prestigiosi. Nel corso dell´incontro è emersa la concreta possibilità di lavoro
in zona nel settore dell´arredamento di lusso, opportunità prontamente raccolta
dai rappresentati delle imprese abruzzesi del settore presenti. Castiglione,
che è stato infine ricevuto dai rappresentanti del Porto del Montenegro, si è
ripromesso, "viste le possibilità immediate, di tornare presto.
Sicuramente, unitamente ad altri imprenditori, ad esempio, nel settore della
riparazione della nautica di alto cabotaggio, che qui costituisce una
carenza". Quindi si è augurato che la Marina di Pescara possa fare da
"trait d´union con Tivat, per giungere ad un circuito turistico di
interscambi di reciproca soddisfazione e di taglio alto".
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MARONI:CON NOSTRO MODELLO SI PUÒ ELIMINARE IRAP DA REGIONE LOMBARDIA SOSTEGNO ALL´INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE AZIENDE LA PROPOSTA: ABOLIZIONE PREBENDE E ISTITUZIONI INTERMEDIE |
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Milano, 27 marzo 2013 - ´Lo dirò
domani al presidente incaricato
Bersani: si potrebbe cancellare l´Irap, se fosse adottato il
modello lombardo della sanità´. Lo ha spiegato il 25 marzo al Circolo
della
stampa di Milano il presidente della Regione Lombardia Roberto
Maroni, in occasione della presentazione del volume dal titolo
´La formula del Capitano´, scritto da Marco Pasetti,
amministratore unico della Farmaceutici Dottor Ciccarelli.
La Forza Delle Aziende Familiari Lombarde - La storia di
successo della Ciccarelli e del celebre dentifricio è lo spunto
per parlare della tradizione familiare delle aziende lombarde:
´Ho lavorato in una multinazionale americana a capitale diffuso,
dove non c´era un azionista di riferimento - ha ricordato Maroni
-. Prudenza e volontà di investire nell´azienda erano alcune
delle strategie in comune con l´esperienza della Farmaceutici
Dottor Ciccarelli´. La Ciccarelli ha saputo resistere ´alle
lusinghe della globalizzazione´, mantenendo la capacità di
essere ´competitiva´.
Dalla Regione Sostegno All´internazionalizzazione - Le aziende
familiari sono la ´forza trainante della nostra economia: si può
essere competitivi anche senza avere soci globali o mondiali. È
questo il modo di fare attività economica che dobbiamo sostenere
e valorizzare. Come presidente della Regione Lombardia voglio
dare il mio contributo per sostenere la capacità di
internazionalizzazione delle piccole e medie aziende´. Il
sostegno delle istituzioni non può essere quello che Maroni
indica come ´il modello Fiat´, dei contributi a pioggia, ma il
sostegno delle imprese, affinché possano vincere sul mercato
globale.
Pdl Per Eliminare Le Prebende Dei Consiglieri - Celebrare la
storia secolare della Farmaceutici Ciccarelli è l´occasione di
riflettere sulla gestione oculata del denaro pubblico. La nuova
Giunta regionale - ha sottolineato il presidente Maroni - ´ha
ridotto i compensi ed eliminato le auto blu. L´auto blu viene
oggi utilizzata solo ed esclusivamente per spostamenti
istituzionali´. Prossimamente - ha annunciato - ´porteremo in
Consiglio regionale una Proposta di legge d´iniziativa della
Giunta per eliminare moltissime delle prebende ai consiglieri,
per quanto riguarda, per esempio, i rimborsi extra´. Semplice il
criterio della Proposta di legge: ´L´indennità del consigliere,
che sarà molto ridotta, comprenderà tutte le spese, sarà
omnicomprensiva. Sarà un segnale per riconciliare la politica
con i cittadini´.
L´impegno Per Abolire I Livelli Intermedi Istituzionali - Sul
tema dei costi Maroni presenta al Circolo della stampa un´altra
proposta concreta per ridurre i costi della macchina
amministrativa. ´Le nove Province abolite dalla Regione Sicilia
- domanda al pubblico - da quante Unioni dei Comuni saranno
sostituite? Si parla di 20, 25, 30 Unioni dei Comuni. Siamo
sicuri che questo non creerà maggiori costi per l´erario?´. Alla
luce di questa riflessione il presidente della Regione propone
di ´abolire tutti i livelli intermedi che esistono tra Comuni e
Province e tra Province e Regione. Ci sono un sacco di enti che
possono essere chiusi: le Comunità montane, i Consorzi, gli Ato.
La gestione dei parchi deve essere affidata ai Comuni o alle
Province: questo è l´impegno che io posso prendere come
presidente della Regione´.
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REGIONI DA BERSANI, DE FILIPPO: CONFRONTO STABILE SU TEMI INDICATI |
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Potenza, 27 marzo 2013 - "Il primo tema che poniamo come Regioni è
un po´ simile a quello dei cittadini quando chiedono che il rapporto col
Parlamento non si limiti alla fase elettorale ma sia stabile. È in
quest´ottica, apprezzando l´iniziativa del presidente incaricato Bersani di
convocarci, abbiamo innanzitutto auspicato che il lavoro di confronto tra Stato
e Autonomie locali, condotto nelle varie conferenze, sia portato stabilmente a
valore recuperando rispetto a qualche situazione del passato che ha prodotto
problemi sul sistema sanitario, gli ammortizzatori sociali, il patto di
stabilità e la fiscalità e ha determinato troppo spesso l´accantonamento del
tema del Mezzogiorno che abbiamo invece chiesto torni ad essere al centro
dell´attenzione".
Lo ha dichiarato ieri il
presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, uscendo dall´incontro col
presidente del Consiglio incaricato Pierluigi Bersani.
De Filippo ha poi dettagliato alcune delle richieste delle Regioni:
"Sul fronte della Salute le Regioni sono impegnate in una reale e non
propagandistica revisione della spesa, ma senza il ripristino del fondo e la
definizione del Patto della salute 2013 i servizi ai cittadini finiscono
nell´incertezza. Ugualmente vogliamo un coordinamento stretto Stato-regioni per
contribuire al rilancio, affrontando nel dettaglio, temi come il Patto di
Stabilità, che non strangola le autonomie locali ma il Paese reale, gli
ammortizzatori sociali che sono una vera e propria bomba ad orologeria, la
programmazione dei fondi comunitari, e in questo ambito, ma non solo in questo
ambito, la progettualità di rilancio del Mezzogiorno. Ancora, abbiamo posto al
presidente incaricato la necessità di una complessiva revisione del carico fiscale,
che parta da Imu, irap, Tares e Iva e di riforme dello Stato che rendano il
livello centrale di rappresentanza più snello, con un taglio del numero dei
parlamentari, più efficiente, col superamento del bicameralismo perfetto, e più
inclusivo con il Senato che assuma i connotati di Camera delle Autonomie".
"Insomma - ha concluso De Filippo - abbiamo interpretato la
consultazione nel suo significato più autentico e intenso e ci siamo non solo
fatti trovare pronti, ma anche mostrati interessati a potenziare una relazione
stabile nell´interesse del Paese".
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GOVERNO, SPACCA (MARCHE) NELLA DELEGAZIONE DEI PRESIDENTI DI REGIONE CHE HANNO INCONTRATO BERSANI. |
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Ancona, 27 marzo 2013 - Il
presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha fatto parte della
ristretta delegazione della Conferenza delle Regioni che ha incontrato ieri a
Montecitorio il presidente del Consiglio incaricato, Pierluigi Bersani,
nell’ambito delle sue consultazioni con le forze sociali e i gruppi parlamentari.
In mattinata Spacca aveva preso parte alla seduta straordinaria della
Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All’ordine del giorno, il
confronto politico sulla situazione istituzionale, anche in vista dell’incontro
con il presidente del Consiglio incaricato. “A Bersani – dice Spacca al termine
dell’incontro – la delegazione ha sottoposto una piattaforma di richieste
condivisa tra tutti i presidenti di Regione. Al di là dei singoli temi, al
presidente del Consiglio incaricato abbiamo sottoposto una ‘modalità
relazionale’ che, a nostro avviso, dovrà sottostare ai rapporti tra Governo
centrale ed autonomie locali. E la filosofia è quella di un progetto per il
Paese partecipato da tutta la filiera istituzionale, condizione imprescindibile
per poter affrontare il difficile momento economico e sociale che il Paese sta
attraversando. Purtroppo in passato questo non sempre è accaduto ed è per
questo che a Bersani abbiamo chiesto un deciso cambio di rotta”. Nel merito, i
temi prioritari che le Regioni hanno sottoposto a Bersani sono stati la sanità,
la crescita, la revisione del patto di stabilità interno delle Regioni, il
contrasto alla stretta creditizia, il trasporto pubblico locale, il rinvio
della Tares al 2014, la revisione dell’Imu e lo stop agli aumenti dell’Iva.
“Sulla sanità, in particolare – aggiunge Spacca – siamo tornati a lanciare il
nostro grido d’allarme per l’insostenibilità e iniquità della spending review.
I tagli lineari, che colpiscono indistintamente tutte le Regioni, che non guardano
alle specificità dei singoli territori e, soprattutto, ai reali bisogni della
popolazione, in particolare di quella più fragile, stanno mettendo in ginocchio
il sistema del welfare nazionale e locale. A Bersani, dunque, abbiamo
evidenziato la necessità di ripristinare il fondo sanitario nazionale e di
rivedere la filosofia dei tagli”. L’incontro con il presidente del Consiglio
incaricato è stato, sottolinea Spacca, improntato alla massima franchezza.
“Oggi, come non mai, occorre governabilità, stabilità, sicurezza sociale,
prospettiva – conclude il presidente – Le Regioni possono e vogliono offrire il
proprio contributo perché ciò avvenga, proseguendo sulla strada, già
intrapresa, del risparmio, della crescita e della tutela di tutti i cittadini”.
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TRENTO: OLIVI OGGI DA BERSANI CON LA DELEGAZIONE DELLE REGIONI E PROVINCE |
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Trento,
27 marzo 2013 - L´assessore provinciale
all´industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi ha partecipato ieri, in
rappresentanza del presidente della Provincia autonoma di Trento, alla
Conferenza delle Regioni tenutasi a Roma, a cui hanno preso parte i vertici di tutti i governi regionali e
delle province a statuto speciale, al fine di predisporre una piattaforma
unitaria di proposte e di richieste da presentare all´onorevole Pierluigi
Bersani, a cui il presidente della Repubblica ha conferito l´incarico esplorativo
per la formazione di un nuovo Governo. L´incontro con Bersani è in agenda alle
ore 13. Della delegazione delle Regioni fa parte anche l´assessore Olivi, in
rappresentanza delle due Province autonome di Trento e Bolzano. Tre le
richieste principali: la formazione nel più breve tempo possibile di un Governo
in grado di decidere su alcune delle questioni fondamentali che interessano il
Paese in questo momento di grave crisi, l´allentamento del Patto di Stabilità e
il rifinanziamento da parte del Governo degli ammortizzatori in deroga.
La
Conferenza delle Regioni ha deciso di proporre all´onorevole Bersani, per voce
del suo presidente Vasco Errani, una piattaforma unitaria di proposte e di
richieste. In primo luogo, si è registrata una forte convergenza sulla
necessità di far nascere un nuovo Governo, perché in assenza di esso la crisi
economica e sociale si sta scaricando tutta sulle spalle dei governi
territoriali. "Tutti, indipendentemente dalle appartenenze - sottolinea
Olivi - considerano il tema della difficoltà delle imprese e della crisi
occupazionale il punto principale da porre a chiunque sarà chiamato a formare
un nuovo Governo. E tutti hanno detto che sarebbe una sciagura se non ci fosse
in brevissimo tempo un Governo in grado di decidere."
Tra
gli altri temi fondamentali discussi dalla Conferenza: l´allentamento del patto
di stabilità e il finanziamento degli ammortizzatori in deroga. Si tratta di
due questioni che impattano fortemente anche sull´Autonomia speciale del
Trentino. Per quanto riguarda il Patto di stabilità tutti i rappresentanti di
Regioni hanno fatto presente che in una situazione di crescita nulla e di
drammatica crisi dei consumi non allentare il Patto significa decretare la
morte del sistema delle imprese, con ovvie ripercussioni anche
sull´occupazione. Per il Trentino in particolare il Patto di stabilità sul 2013
crea sul Bilancio un vincolo di 640 milioni di euro, che non possono essere
spesi. "Cerchiamo di ovviare a questo problema garantendo comunque una
fluidità dei pagamenti della pubblica amministrazione a imprese e enti locali
attraverso Cassa del Trentino - sottolinea ancora Olivi - ma sarebbe importante
anche per noi che il Patto venisse allentato perché così potremmo liberare
energie e risorse per la crescita dell´economia in generale. La richiesta
avanzata dal Trentino è che l´allentamento dei vincoli riguardi tutti - Regioni
ordinarie e Regioni e Province autonome - perché chi ha posto in essere le
politiche più virtuose, come il Trentino, non venga ora ad essere penalizzato."
Anche
il tema del finanziamento degli ammortizzatori in deroga investe il rapporto
Governo-autonomie regionali. Gli amortizzatori in deroga, infatti, sono e
possono essere finanziati solo attraverso il Governo. Anche il Trentino si
trova quindi nella stessa situazione "drammatica" delle altre
Regioni.
"Ci
sono Regioni - spiega Olivi - che hanno già finito, a marzo, le risorse messe a
disposizione dal Governo. E la crisi continua ad aumentare, scaricando i suoi
costi sul mondo del lavoro e le piccole imprese in particolare. Se il Governo
non rifinanzia gli ammortizzatori in deroga ci sarà una vera e propria
esplosione sociale."
Il
fabbisogno del Trentino è attualmente di circa 5 milioni di euro. Olivi ha
unito la sua voce a quella degli altri governatori di Regioni e Province, anche
qui chiedendo che il finanziamento degli ammortizzatori in deroga premi quelle
Regioni e quelle Provincie che, come il Trentino, concorrono al finanziamento
degli ammortizzatori attraverso gli enti bilaterali.
"Quando
si partecipa a queste riunioni - conclude Olivi - si rende conto del livello di
guardia che ha raggiunto il Paese, investito da una crisi che fa morire a
grappoli le imprese e produce lacerazioni sociali sempre più ampie. Questo deve
fare riflettere il Trentino sul fatto che dobbiamo essere più consapevoli del
momento che sta attraversando il Paese e concentrarci anche noi di più sui temi
fondamentali. Se non si allentano i vincoli di spesa - lo dico pensando in
primo luogo al tema dell´edilizia, di cui si discute oggi anche a Trento - si
rischiano conseguenze molto gravi sul sistema delle piccole imprese."
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INTERVENTI STRATEGICI PER L’ECONOMIA TOSCANA, DALLA REGIONE I PRIMI 5 MILIONI |
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Firenze, 27 marzo 2013 – Ammonta a 5 milioni il primo stanziamento
assegnato dalla Giunta Regionale Toscana a uno specifico fondo finalizzato a
progettare opere pubbliche e studi di fattibilità su interventi considerati
“strategici” per l’economia e la società toscane.
La delibera, approvata nell’ultima seduta di Giunta su proposta del
presidente Rossi e dell’assessore Simoncini, indica già gli interventi su cui
iniziare a concentrare le risorse anche – sottolinea Simoncini – “in vista
della nuova stagione di Fondi comunitari”.
Le risorse del Fondo (i primi 5 milioni e quelli che verranno
successivamente) saranno assegnate per
progetti di “recupero e valorizzazione” di aree e immobili negli ex ospedali
dismessi (Massa, Lucca, Pistoia, Prato, Livorno); per progetti di
“rigenerazione e riqualificazione urbana” nell’ambito dei Piani di
reindustrializzazione nei Comune di Piombino e Livorno; per progetti di “completamento
del sistema di mobilità su ferro” nell’area metropolitana fiorentina.
“Non sfugga – commenta Gianfranco Simoncini – l’importanza di questo
atto, per adesso preliminare ma già denso di conseguenze positive per molte
zone di una regione impegnata nella sfida di dare futuro alle aree di crisi
industriale complessa e a importanti aree urbane lasciate libere dalla
costruzione dei nuovi ospedali oltre che nella sfida verso una mobilità
sostenibile nell’area metropolitana fiorentina”.
Particolarmente significato – prosegue l’assessore toscano con delega
alle attività produttive –
”l’inserimento di interventi su Livorno e Piombino dove , in relazione
alle difficoltà nella componentistica legata alla progettazione di automobili
(automotive) e nella siderurgia, la Giunta regionale ha deliberato di chiedere,
al Governo, il riconoscimento di aree per la crisi complessa sulle quali
attivare piani di reindustrializzazione sostenuti anche da risorse nazionali.
Sottolineo l’importanza di concentrarsi
sul territorio di Piombino anche per quanto concerne le attività legate allo
smantellamento del relitto Concordia”.
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FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: LAVORO, INDUSTRIA, AGRICOLTURA |
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Torino, 27 marzo 2013 - Prima
riunione il 25 marzo per la nuova formazione della Giunta regionale, che si è
occupata in modo particolare di industria, lavoro ed agricoltura. La seduta è
stata coordinata come sempre dal presidente Roberto Cota.
Industria. Nell’ambito del Fondo sociale di coesione viene costituito,
su proposta del presidente Roberto Cota e dell’assessore Gilberto Pichetto, un
fondo di reindustrializzazione dell’importo di oltre 13 milioni di euro
destinato all’acquisto di asset patrimoniali di imprese che intendono mantenere
e sviluppare la propria capacità produttiva e, grazie alle risorse derivanti
dalla cessione degli immobili inutilizzati, specializzare il proprio
portafoglio e concentrare la produzione in attività ritenute più performanti.
L’immobile acquisito viene rifunzionalizzato e venduto; i proventi vengono
destinati a ricostituire il fondo. Beneficiari dell’iniziativa sono le piccole,
medie e grandi imprese industriali e di servizi proprietarie di porzioni di
siti e fabbricati dismessi. La gestione è affidata a Finpiemonte.
Lavoro. Come proposto dall’assessore Claudia Porchietto, la Regione
provvederà all’accoglimento o alla reiezione delle domande di cassa
integrazione e mobilità in deroga per il 2013 secondo le modalità gestionali
dell’accordo quadro firmato con Inps e parti sociali il 21 dicembre scorso, che
fissa la durata massima del periodo continuativo non superiore ai sei mesi se
si tratta di imprese che possono accedere alla cassa straordinaria e tre mesi
per tutti gli altri casi. Al momento la somma a disposizione per il Piemonte è
di 40 milioni e mezzo di euro.
Agricoltura. L’assessore Claudio Sacchetto ha presentato numerose
delibere, tra cui quelle sulle disposizioni generali per la concessione di
contributi per il pagamento degli interessi sui prestiti per la conduzione
aziendale contratti da imprenditori e cooperative, per sostenere la posa delle
reti antigrandine e per finanziare i sistemi di irrigazione a basso utilizzo di
acqua. Deliberato anche il documento di orientamento sulla valorizzazione, la
tutela della qualità e la promozione del sistema agricolo ed agroalimentare
piemontese durante il 2013.
Su proposta dell’assessore Barbara Bonino è stato deciso di manifestare
positiva volontà d’intesa sulla realizzazione a Ceva dell’area di stoccaggio
Priero Sud, ad uso di sosta temporanea per i mezzi pesanti, a condizione che
vengano rispettate precise disposizioni in merito al paesaggio, alle acque
pubbliche ed alla fase di cantiere.
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ROMA AL TEMPO DELLA CRISI, I TANTI MODI DI VIVERE NELLA CAPITALE BOOM DI PERSONE CHE VIVONO DA SOLE: SONO 596MILA, RADDOPPIATE DAL 2001. DIFFICOLTÀ NELLA CRISI PER I NUCLEI CON FIGLI: IL 18% DEI CAPOFAMIGLIA È A CACCIA DI UN SECONDO LAVORO. |
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Roma, 27 marzo 2013 –
Un esercito di donne che vivono da sole. Vivere da soli è il «format»
familiare più diffuso a Roma. Le persone sole che fanno famiglia a sé erano il
28% dei nuclei familiari romani nel 2001, oggi sono il 44%. Si tratta di 596mila
persone e sono raddoppiate rispetto al 2001 (+104%, ovvero 303mila persone in
più). Sono in prevalenza donne: il 58,4% del totale delle persone che
vivono da sole, mentre gli uomini sono il restante 41,6%. Nella capitale gli
uomini maggiorenni che vivono da soli sono 248mila (il 22% del totale), mentre
le donne single con almeno 18 anni sono 348mila (il 27%), ovvero 100mila in più.
Gli anziani che vivono da soli sono 250mila (il 41,9% del totale) e le persone
sole fino a 64 anni 346mila (il 58%). Nel periodo 2005-2010 gli anziani che
vivono da soli sono aumentati del 20,7%, le persone sole con meno di 64 anni del
6%, gli adulti di 18-44 anni del 12%. A Roma la scelta di vivere da soli è
quindi trasversale al territorio cittadino, alle classi di età e ai ceti
sociali. Giovani, adulti e anziani, italiani e stranieri, persone
autosufficienti o con difficoltà di autonomia, cittadini con buoni impieghi e
redditi soddisfacenti e persone che stentano a entrare o a reinserirsi nel
mercato del lavoro: non c’è un identikit univoco del romano single, ci sono
tanti modi di vivere da soli, come tante sono le motivazioni oggettive e
soggettive che portano le persone alla «singletudine».
La mappa territoriale
delle persone sole. Le zone di Roma in
cui è maggiore la concentrazione di persone che vivono da sole sono: il
Municipio I (dove il 40% dei residenti è single), il Municipio Iii (29,1%), il
Municipio Ii (28,5%), il Municipio Xviii (28,2%), il Municipio Ix (25%). Nel
periodo 2006-2011 gli aumenti maggiori di persone che vivono da sole si
registrano nel Municipio Viii (+36,3%), nel Municipio I (+28,8%), nel Municipio
Xiii (+16,5%) e nel Municipio Vii (+14,6%). In tutti i Municipi di Roma gli
incrementi percentuali delle persone che vivono da sole sono comunque
sistematicamente più elevati rispetto ai tassi di crescita della popolazione
residente complessiva.
Roma sarà sempre più
«Singlecity». Saranno 744mila le
persone che vivono da sole a Roma nel 2020, se resta costante il tasso di
crescita registrato nell’ultimo quinquennio. L’aumento sarà pari al 25% e i
single costituiranno il 30,6% dei maggiorenni residenti.
Familiari, community
online, vita di quartiere: i modi per non essere soli. Per i romani che
vivono da soli l’accorpamento territoriale della famiglia è una strategia
fondamentale. Il 46,4% ha almeno un genitore che vive a un massimo di mezz’ora a
piedi dalla propria abitazione (di questi, oltre un terzo a meno di 15 minuti).
Il 42,2% ha parenti stretti nelle prossimità e il 66% può contare su amici che
vivono nelle vicinanze. I giovani single a Roma utilizzano molto i social
network: li usa il 66% contro il 38% degli adulti e il 13% degli anziani. Per un
quarto dei giovani single i social network generano attività, iniziative,
relazioni sul territorio in cui vivono, sviluppando una rete relazionale fatta
di community online e amici che vivono nelle vicinanze, con una interazione
stretta tra virtuale e territorio. Il 77% dei cittadini soli si dichiara
disponibile ad aiutare i vicini e il 46% ha ricevuto aiuto da loro. Per il 31%
una parte importante delle proprie relazioni si svolge in piazza, al bar, nei
parchi pubblici e in altri luoghi di incontro del quartiere. Il 30% partecipa a
feste, processioni, iniziative collettive che si svolgono nel proprio quartiere.
Il 23% è coinvolto nella soluzione dei problemi della comunità.
I disagi delle
persone che vivono da sole. Vivere da soli rende
potenzialmente vulnerabili nel caso di un evento avverso. Nel complesso, il 22%
delle persone che vivono da sole a Roma manifesta una qualche forma di disagio.
Tra i single ci sono 67mila persone con reddito basso, 36mila non
autosufficienti, 15mila disoccupati di lungo periodo, 10.400 Neet, cioè giovani
che non studiano e non lavorano, 8.500 persone con 50 anni e oltre che cercano
lavoro. Le strategie quotidiane di sopravvivenza tipiche delle famiglie che
coabitano, come la messa in comune dei redditi e le economie di scala sulle
spese, l’aiuto reciproco tra membri più fragili e membri più forti, sono
precluse alle persone che vivono da sole.
Le famiglie con
figli. A Roma le famiglie
che hanno figli sono 543mila (pari al 40% del totale dei nuclei familiari
residenti nella capitale) e nel periodo 2001-2010 sono aumentate di 50mila unità
(+10,2%). Di queste, quelle con entrambi i genitori sono diminuite però di
53mila unità, mentre a crescere sono state quelle con un solo genitore (sono
226mila e sono aumentate di 103mila unità: +84,4%). Il 54% delle famiglie con
figli ha due percettori di reddito, nel 9,5% dei casi i percettori di reddito
sono tre o di più (si tratta di figli che lavorano o di nonni che percepiscono
la pensione). L’82% delle famiglie con figli vive in una casa di proprietà,
mentre abita in affitto il 13%. Il 55% delle famiglie con figli ha due auto, il
45% ne ha una sola, il 5% non ne ha nemmeno una.
Bambini a
Roma. Nel 2011 ne sono
nati 25.477, con un aumento dell’1,2% rispetto a dieci anni prima. Un vero balzo
delle nascite si registra nei Municipi Viii (+38,5%), Xiii (+14,6%) e Iv
(+9,8%). Sono nati più maschi (il 51,7% del totale delle nascite) che femmine
(48,3%), in particolare nei Municipi Xi (53,6%) e Xvi (53,5%). Le neomamme hanno
in prevalenza un’età compresa tra 25 e 34 anni (il 48,2%), seguono quelle di
35-44 anni (42,6%), di 15-24 anni (7,1%), mentre le ultraquarantacinquenni sono
solo l’1,1%. Le neomamme straniere sono il 20,2%, con un boom nel periodo
2001-2011: +155,3%.
Un fiume di soldi per
le spese per i figli. Il 26% delle
famiglie con figli ricorre a una colf per l’aiuto in casa, l’8% ha una
babysitter, il 2% paga una badante per accudire una persona non autosufficiente
che vive in casa. Ci sono poi le spese per la salute sostenute di tasca propria
dal 79,6% delle famiglie. Le attività sportive a pagamento riguardano il 62%, il
15% paga per lezioni private su materie scolastiche o altre discipline, l’8,3%
per le ludoteche, i centri diurni o altri servizi, il 2% spende per una
struttura privata per anziani che ospita un parente stretto.
I disagi delle
famiglie con figli. 218mila famiglie con
figli (il 40% del totale) presentano almeno una forma di disagio: 53mila hanno
al loro interno giovani che non studiano e non lavorano, 50mila si fanno carico
di una persona non autosufficiente, in 44mila c’è un disoccupato di lungo
periodo, in 21mila c’è una persona di almeno 50 anni che cerca lavoro. Ed
emergono scricchiolii che annunciano ben altri smottamenti sociali, se nel 18%
delle famiglie con figli un componente è a caccia di un secondo lavoro e il 5%
riceve un aiuto monetario da familiari non conviventi.
La difficile
conciliazione tra lavoro e famiglia. Nel 59,6% delle
famiglie con figli uno dei genitori deve spesso (22,6%) o qualche volta (37%)
fare gli straordinari al lavoro. Nel 24,2% dei casi uno dei genitori lavora di
notte (il 6% spesso, il 17,7% qualche volta). Il lavoro per le famiglie con
figli assomiglia sempre di più a un «blob» che dilaga egemonizzando tempi e
spazi, occupando ogni ambito della vita. Il 20% dei capofamiglia lavora a un
massimo di 15-20 minuti dalla propria abitazione, gli altri a una distanza
maggiore. Il 35,3% dei genitori impiega più di un’ora per gli spostamenti di
lavoro, il 33% da mezz’ora a un’ora, il 31,4% mezz’ora o meno. Si tratta in
media di 67 minuti ogni giorno per andare e tornare dal lavoro: complessivamente
21 ore al mese. Quanto al mezzo di trasporto utilizzato, il 58% si reca al
lavoro con la propria auto, il 16% in moto, scooter o motorino, il 14,4% in
autobus, l’11% in metro, l’11,4% va a piedi. Quali sono gli effetti di questo
massiccio assorbimento di tempo da parte del lavoro? Il 57,1% dei genitori
dichiara che gli capita spesso o qualche volta di sentirsi troppo stanco per
fare cose piacevoli in casa, come giocare con i figli.
Nuove famiglie
vogliono nascere. Il 15% dei
capofamiglia dichiara che nei prossimi cinque anni ha intenzione di acquistare
una casa per un figlio. Ma lo sforzo per facilitare l’uscita dei figli dal
nucleo originario spesso non basta. Sono infatti 122mila i figli che vorrebbero
andare via da casa, ma non ci riescono. Malgrado queste difficoltà, per il 74%
dei romani la famiglia è una «tana calda» in cui ricevere conforto, amore e
sostegno. E un terzo dei genitori dichiara che nei prossimi anni ha in mente di
mettere al mondo un altro bambino. È per questo che al vertice delle cose da
fare la maggioranza dei romani (il 50,6%) colloca i provvedimenti che
favoriscano la formazione di nuovi nuclei familiari. |
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REGIONE TOSCANA: APPROVATE SURROGHE E SOSTITUZIONI, QUATTRO NUOVI CONSIGLIERI IN AULA |
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Firenze, 27 marzo 2013 - I
lavori del Consiglio regionale della Toscana si sono aperti ieri mattina con la
presa d’atto delle dimissioni dei consiglieri regionali Andrea Manciulli e
Caterina Bini, con relativa surroga, e della decadenza dall’incarico dei
consiglieri regionali Vittorio Bugli e Vincenzo Ceccarelli, nominati assessori in
Giunta toscana, con relativa sostituzione.
Come approvato dall’aula, ad Andrea Manciulli eletto parlamentare della
Repubblica, è subentrato Simone Naldoni, già segretario del Partito democratico
metropolitano; mentre a Caterina Bini, anche lei deputata alla Camera, Aldo
Morelli, ex presidente della Provincia di Pistoia ed ex sindaco del Comune di
Lamporecchio (Pt). I consiglieri regionali Bugli e Ceccarelli, invece, sono
stati sostituiti rispettivamente da Vanessa Boretti, segretaria Pd di Calenzano
(Fi) e Lucia De Robertis, assessore comunale ad Arezzo.
I lavori sono proseguiti con gli atti delle commissioni, mentre nel
pomeriggio la seduta riprenderà con la comunicazione dell’assessore al diritto
alla salute Luigi Marroni, sulla riforma del sistema sanitario toscano, con
interrogazioni collegate.
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RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE UMBRIA 2012-2013: OGGI SEMINARIO SU MODELLO SOCIALE E OCCUPAZIONE |
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Perugia, 27 marzo 2013 -
Affronterà le tematiche relative al modello sociale e all´occupazione in Umbria
il seminario in programma il 27 marzo, al Salone d´Onore di Palazzo Donini
a Perugia (dalle ore 9.30) e che concluderà il ciclo di appuntamenti promossi
dall´Agenzia Umbria Ricerche ("Aur") per approfondire gli studi del
Rapporto economico e sociale 2012-2013, "L´umbria tra crisi e nuova
globalizzazione".
Nella prima parte dell´incontro, presieduto dal direttore di
"Aur" Anna Ascani, il professor Paolo Montesperelli parlerà del
modello sociale umbro illustrando uno studio basato sull´analisi di oltre 100
indicatori dal quale risulta che la nostra regione è più vicina al Sud nell´economia,
ma più prossima al Centro-nord quanto ad integrazione e benessere sociale.
A seguire sono previsti gli interventi del professor Lorenzo Birindelli
sulla consistenza del pubblico impiego - dal quale risulta che l´impiego
pubblico non supera le 51 mila unità sui 370 mila occupati umbri - e sui
profili professionali delle fasce deboli nel mercato del lavoro, con
un´attenzione particolare per l´analisi delle difficoltà di ingresso nel mondo
del lavoro dei giovani e, in particolare, la questione dei ´Neet´ esclusi dal
mondo del lavoro e non inclusi in percorsi di istruzione e formazione. L´ultimo
intervento del professor Carlo Andrea Bollino riguarda l´articolazione
territoriale del valore aggiunto. Concluderà i lavori l´Assessore Carla
Casciari.
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SVILUPPO, BARCA: BASILICATA TRA PRIME PER PARTENARIATO MOBILITATO IL MINISTRO PER LA COESIONE TERRITORIALE È INTERVENUTO ALL’APERTURA DEI LAVORI DEL PROGETTO “CAPACITYLAB” |
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Potenza, 27 marzo 2013 - “Il documento redatto dal gruppo di lavoro
guidato dal prof. Ron Boschma che individua gli assi strategici su cui
concentrare azioni e risorse per la programmazione degli interventi comunitari
2014/2020, rappresenta una scelta coraggiosa che colloca la Basilicata tra le
regioni italiane più all’avanguardia nella sperimentazione del partenariato
mobilitato. E’ questo un percorso che ho seguito sin dall’inizio, quando alcuni
anni fa, non ancora ministro, ho condiviso con il presidente De Filippo la
necessità della creazione di uno studio sulle prospettive della Basilicata,
partendo da un’esperienza simile avviata in Abruzzo dopo l’emergenza sisma”.
Lo ha dichiarato ieri mattina a Potenza il ministro per la Coesione
Territoriale, Fabrizio Barca, intervenendo alla prima sezione di lavoro sul
progetto “Capacitylab” messo in campo dall’Autorità di gestione del Programma
Operativo Fesr Basilicata per favorire la buona attuazione dei programmi
comunitari in corso e per individuare gli assi strategici per la programmazione
degli interventi per il 2014/2020.
Ai lavori hanno partecipato, l´assessore regionale Attilio Martorano,
l´Autorità di gestione del Po Fesr Basilicata 2007/2013, Patrizia Minardi e il
dirigente generale del Dipartimento Presidenza della Giunta regionale di
Basilicata, Angelo Nardozza.
“Condivido i passaggi del rapporto in cui si suggerisce di raccogliere
molta informazione sulle aspettative dei cittadini rispetto ai servizi
essenziali – ha detto ancora Barca - trasporto locale, scuola, turismo, sanità
e uso delle royalty sono i principali settori in cui bisogna programmare
partendo anche dall’ascolto dei conflitti.
La vera sfida della prossima programmazione è proprio quella di trovare
un metodo per giungere a risultati attraverso un vero confronto. Faccio mia una
esortazione del rapporto che credo costituisca l’’augurio migliore per la
futura programmazione – ha concluso il ministro - scrivete il programma
operativo con il cuore di chi ama la Basilicata solo dopo aver deciso su quali
punti investire. La formulazione dello stesso è solo un fatto successivo per
questo motivo ha concluso bisogna usare il rapporto come uno strumento di vero
confronto”.
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CAPACITY LAB, DE FILIPPO: "MISURE A SOSTEGNO CAPACITÀ LOCALI" |
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Potenza, 27 marzo 2013 - “In un momento difficile come questo, dobbiamo
cogliere tutte le opportunità che ci offre la nuova programmazione europea,
puntando su investimenti il più possibile calibrati sulla realtà territoriale
lucana”. Lo ha detto ieri il presidente della Regione, Vito De Filippo, in
occasione della presentazione della bozza di documento strategico regionale da
cui far scaturire i Por regionale nell’ambito del Capacity Lab.
“La novità del documento è, appunto, nell’approccio, attento a
promuovere un’azione localizzata e radicata in linea con gli specifici
fabbisogni e con le risorse disponibili della regione.
Le misure strategiche individuate in collaborazione con la Regione
mirano a far emergere le capacità esistenti locali, puntando su quattro assi
strategici, ancora sottoutilizzati, che rappresentano dei veri potenziali per il
futuro sviluppo regionale.
Va tenuta in estrema considerazione, inoltre, l’ampia prospettiva
internazionale che riveste il documento, che ci offre la sponda per
confrontarci sul percorso intrapreso in questi anni e di rafforzare la capacità
amministrativa nell’ambito delle politiche di sviluppo e coesione”.
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REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE: MINORANZE: CONCESSI DALLA GIUNTA FINANZIAMENTI A COMUNI, ENTI E ASSOCIAZIONI |
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Trento, 27 marzo 2013 - Promuovere
e valorizzare le lingue minoritarie attraverso il coinvolgimento delle
popolazioni interessate e consolidare le specifiche identità culturali,
rafforzando nelle minoranze la consapevolezza del proprio senso di
appartenenza. Sono gli obiettivi a cui la Regione si ispira intervenendo a
sostegno delle iniziative di tutela e promozione delle minoranze linguistiche.
Nella seduta di oggi, la Giunta regionale, ha approvato la concessione di
finanziamenti ad enti, istituti e associazioni che realizzano progetti per la
tutela e la promozione delle minoranze linguistiche regionali, come primo
stralcio 2013. Per i soggetti che operano in provincia di Trento sono stati
stanziati 427.490 euro, mentre per i soggetti che operano in provincia di
Bolzano, l’importo stanziato è di 270.980 euro. Complessivamente sono 49 le
iniziative finanziate.
Sempre nell’ambito delle politiche a sostegno delle minoranze la Giunta
ha stanziato 98.720 euro per il finanziamento a comuni, enti, istituti e
associazioni che svolgono iniziative sovraprovinciali per la tutela della
minoranza linguistica ladina. In questo ambito rientra un finanziamento di
91.000 euro all’Unione generela dei ladini delle Dolomiti per la stampa del
settimanale “La Usc di Ladins”.
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ANTICORRUZIONE, SUPPORTO DI ANCI TOSCANA AI COMUNI LE INDICAZIONI AI COMUNI IN VISTA DELLE PRIME SCADENZE PER GLI ENTI |
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Firenze, 27 marzo 2013 - Fornire
ai comuni toscani un servizio di formazione e accompagnamento per dare
attuazione alle nuove disposizioni fissate dalla legge anticorruzione, la legge
190 del 6 novembre 2012, entrata in vigore il 28 novembre scorso. È l´obiettivo
del nuovo servizio anticorruzione lanciato da Anci Toscana, che è stato presentato
il 26 marzo dal segretario generale Alessandro Pesci insieme ai legali dello
studio Giuri, che svolgeranno il servizio per conto dell´Associazione dei
comuni. La legge 190 contiene disposizioni per la prevenzione e repressione
dell´illegalità nella Pubblica amministrazione e introduce nel Codice penale
modifiche nella disciplina dei reati contro la Pa. Disposizioni che
"nascono come esigenza di recepire normativa esistente a livello internazionale
- ha precisato Giuri -in un quadro che vede il nostro Paese, secondo la
classifica 2011 di Transparency international, al 69° posto per corruzione
percepita".
L´appuntamento è stato l´occasione per fornire ai comuni le primissime
indicazioni sulle principali misure e adempimenti da adottare per dare
attuazione alle disposizioni di legge, in considerazione dell´imminente
scadenza del 31 marzo per la definizione dei piani triennali di prevenzione
della corruzione, seppur in un quadro ancora confuso, poiché mancano ad oggi le
intese in sede di conferenza unificata per la definizione degli adempimenti.
"Secondo le informazioni di cui siamo in possesso le intese dovrebbero
arrivare probabilmente questa settimana - ha spiegato Pesci - si tratterebbe di
una ´beffa´ per i comuni poiché questa tempistica rende di fatto impossibile il
rispetto della scadenza del 31 marzo per la redazione dei Piani
triennali".
Altre criticità per i Comuni, ricordate da Pesci e riassunte in una
nota di Anci (nazionale), sono relative alla nomina del responsabile della
prevenzione della corruzione che, salvo diversa determinazione, è individuato
nel segretario comunale ("Il problema è che in Toscana molti comuni non
hanno nemmeno, e non certo per responsabilità loro, il segretario
comunale", ricorda Pesci) e la questione della rotazione degli incarichi
negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più
elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione: "Una misura-
afferma Pesci - che non ha molte possibilità di attuazione nei comuni di
piccole dimensioni, in cui il numero di dirigenti e responsabili di servizi è
ridotto e per cui sarà opportuno individuare regole specifiche per le
amministrazioni locali in base alle dimensioni".
Pur in un quadro di scadenze ancora incerte, l´indicazione che arriva
da Anci ai Comuni è comunque quella di procedere alle definizione delle prime
misure in materia di prevenzione della corruzione, in particolare con la
mappatura dei rischi, l´individuazione cioè degli uffici che possono essere
soggetti o oggetto di fenomeni di corruzione e concussione.
Col servizio promosso da Anci Toscana sono tre le tipologie di attività
che verranno fornite ai Comuni: la verifica dello stato di attuazione della
trasparenza nell´ente, la mappatura dei rischi e l´impostazione di fondo del
Piano anticorruzione (con la relativa formazione nei confronti del segretario,
dei dirigenti ma anche di tutti i dipendenti), gli atti di nomina del
segretario anticorruzione, del responsabile trasparenza amministrativa e del
regolamento sulla trasparenza. A breve sarà a disposizione sul sito internet
dell´Associazione una sezione dedicata con tutte le informazioni sul servizio.
Per ulteriori informazioni è possibile anche scrivere all´indirizzo servizi@ancitoscana.It
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VILLA UMBRA: VENERDÌ 5 APRILE SEMINARIO SULLA COMUNICAZIONE POLITICA AI TEMPI DEI SOCIAL NETWORK |
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Perugia, 27 marzo 2013 – La Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica
Villa Umbra, ha organizzato, per venerdì 5 aprile, a Pila, un seminario di
approfondimento sulla “Comunicazione politica ai tempi dei social network”.
Quest’attività formativa, inserita all’interno di un ciclo di tre
seminari rivolti ad Amministratori Pubblici, vuole analizzare, partendo dal
concetto di comunicazione politica in piena trasformazione e in rapida
evoluzione, l’efficacia della presenza su Facebook e Youtube e come promuovere
culture partecipative attraverso concrete competenze digitali.
La giornata, aperta da Alberto Naticchioni, Amministratore Unico della
Scuola, sarà condotta da Stefano Maria Cianciotta - esperto in relazioni
pubbliche.
Il secondo e terzo seminario, che si terranno il 24 maggio ed il 14
giugno, approfondiranno rispettivamente come “Costruire e gestire il consenso
politico” e “Relazioni pubbliche e local government: il nuovo ruolo
dell’amministratore pubblico”.
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PIEMONTE: I NUMERI DEL LAVORO |
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Torino, 27 marzo 2013 - L’assessorato
regionale al Lavoro ha messo a punto il portale I numeri del lavoro, che
prevede il trattamento di 30 milioni di dati, tra i quali 4 milioni sugli
avviamenti e 1,1 milioni di comunicazioni obbligatorie.
"Mettiamo questo sistema a disposizione di tutti i piemontesi -
dice l´assessore regionale Claudia Porchietto - e spero che diventi un esempio
per l´Italia di come si può modernizzare il nostro Paese attraverso il
web". Tra i dati degli ultimi anni sugli avviamenti-assunzioni in
Piemonte, il calo più rilevante, -22%, è stato nel 2009, (da 466mila a
372mila). Nel 2010 si è avuto un segnale di ripresa, +7,8% nelle assunzioni. Il
2012 ha invece registrato un nuovo decremento di oltre 36mila avviamenti. Tra il
2008 e 2012 il saldo è stato pari a -98mila.
"Dobbiamo ripartire - sostiene Porchietto - dal dato positivo del
biennio 2010-2011 per rilanciare l´economia del Piemonte. Per farlo è
indispensabile avere un Governo nazionale stabile in tempi brevi. Ed è fondamentale
che questo nuovo esecutivo, quando parlerà di riforme, metta al primo posto la
crescita e il lavoro".
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BAMBINI E GENITORI: AL VIA, A SAN ROSSORE DI PISA, LA “CASA” NEL PARCO |
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Firenze, 27 marzo 2013 – “Un progetto innovativo che può dare un
contributo importante per far crescere, in Toscana e non solo, la cultura
dell’infanzia”. Così Stella Targetti, vicepresidente della Regione Toscana e
assessore all’Istruzione, questa mattina nella Tenuta di San Rossore (Pisa)
inaugurando – con le autorità locali, sindaco Marco Filippeschi in testa – una
“casa” decisamente particolare: quella “dei bambini e dei genitori”; una
struttura per cui Stella Targetti sottolinea la specifica missione: “essere
punto di riferimento per i genitori che qui potranno trascorrere con i propri
figli tempo di qualità, senza l’ansia da fretta, ed essere supportati nel loro
ruolo da insegnanti, educatori e operatori dell’infanzia”.
La “Casa dei bambini e dei genitori” è inserita nelle “Cascine Nuove”
della Tenuta di San Rossore (circa 4.800 ettari), all’interno del grande parco
naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli (oltre 23 mila ettari fra le
province di Pisa e Lucca): la Tenuta fu donata alla Regione Toscana nel 1999
dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Alla inaugurazione ha fatto seguito, nel pomeriggio, un seminario che
ha illustrato i primi risultati dei “focus group” condotti, con insegnanti e
genitori, per programmare le attività da svolgersi nella casa (“Una riflessione
di grande interesse – prosegue la vicepresidente Targetti – sull’insegnamento
come relazione educativa e sul fatto che il primo obiettivo dell’insegnare non
abiti nello svolgere un programma ma nel favorire il benessere psico-fisico dei
ragazzi”).
Molte le indicazioni emerse dai focus: si va dal come raggiungere la
“casa” (compresi suggerimenti sull’uso del battello e sull’uso collettivo di
auto private) al come promuovere le attività (logo, gruppi facebook, sito web);
dal cosa fare nella “casa” (giochi tradizionali, laboratori genitori-bambini,
incontri a tema, festival di buone pratiche sull’infanzia) al sostegno verso la
genitorialità (incontri per genitori nel post parto, gruppi di auto-aiuto,
spazi autogestiti per famiglie).
Non mancano, nella “casa” in mezzo al parco, proposte di gite (in
autunno per scoprire i colori delle foglie nella Sterpaia, in estate sulla
spiaggia un tempo riservata ai potenti) idee per laboratori (merende di gruppo
a chilometro zero, riscoperta di giochi dimenticati, costruzione di giochi con
materiali di recupero, scambi di libri, invenzione di fiabe, musicoterapia …).
“Anche da questo ambiente, inserito in un luogo distante ma vicino e
capace di regalare ad adulti e bambini il prezioso lusso di stare insieme senza
fretta, parte – conclude Stella Targetti – l’auspicio che la scuola italiana
possa cambiare. E in positivo”.
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ASILI NIDO, A FIRENZE PRIORITÀ ALLE FAMIGLIE CON BAMBINI SEGNALATI DAI SERVIZI SOCIALI O DIVERSAMENTE ABILI |
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Firenze, 27 marzo 2013 - Priorità alle famiglie con bambini segnalati
dai servizi sociali, diversamente abili o segnalati in affidamento familiare.
E, soprattutto, inserimento di un nuovo indicatore economico, il cosiddetto
‘Isee ricongiunto’, come criterio per l’attribuzione del punteggio e
l’applicazione della tariffa. Con la delibera approvata questa sera dal
consiglio comunale il Comune affina i criteri per le iscrizioni agli asili nido
e agli spazi gioco e apre ulteriormente ai nuclei con problemi.
«È stato inserito, per la prima volta e in via sperimentale – ha
spiegato l’assessora all’educazione Cristina Giachi che ha presentato il
documento all’approvazione dell’assemblea – il criterio della valutazione Isee
anche per la graduatoria e non solo per la stima della tariffa».
«Fino ad ora, poi, per i genitori non coniugati che avevano residenze
diverse bastava presentare un solo reddito – ha ricordato l’assessora Giachi –
e questo poteva agevolare di molto, nell’ammissione ai nidi, perché si veniva
considerati madre o padre solo e monoreddito. Il prossimo anno scolastico,
invece, è previsto il cosiddetto ‘Isee ricongiunto’ che si applicherà ai
genitori non coniugati non anagraficamente conviventi: entrambi dovranno
fornire tutte le informazioni necessarie per la valutazione della loro
situazione economica. Questo Isee avrà la stessa validità e sostituirà il
valore di quello standard sia nell’accesso al servizio sia nell’applicazione delle
fasce nel sistema tariffario in vigore».
«La ‘genitorialità’ diventa criterio prevalente rispetto alla
‘residenza’ – ha aggiunto - se un bambino ha due genitori, entrambi devono
contribuire alla sua crescita e alla sua educazione. I genitori non coniugati o
separati devono mantenere i figli congiuntamente, anche se hanno residenze
diverse».
«Quanto ai criteri per l’attribuzione del punteggio – ha proseguito
Cristina Giachi – è stato stabilito, anzitutto, che avranno priorità assoluta
bambini segnalati dai servizi sociali, diversamente abili o in affidamento
familiare. Al dirigente del servizio è riservata la valutazione della scelta
del nido tenendo conto sia della richiesta della famiglia sia delle esigenze
pedagogiche ed educative del bambino e del gruppo nel quale il bambino si
inserisce».
«Per il resto – ha concluso l’assessora all’educazione – li abbiamo
adeguati alle mutate esigenze e condizioni sociali ed economiche del nostro
territorio, tenendo tenere conto dei grandi rilevanti cambiamenti che si sono
verificati nelle condizioni socio-economiche delle famiglie e nel mercato del
lavoro».
Http://met.provincia.fi.it/public/misc/20130325201602091.pdf
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PESCARA - CONCORSO "IMPRESE IN ROSA CHE STORIA!": CANDIDATURE APERTE |
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Pescara, 27 marzo 2013 - Parte
il concorso "Imprese In Rosa che storia!" ideato dalla Camera di
Commercio e dal Comitato dell´Imprenditoria femminile di Pescara.
Il concorso è rivolto alle imprenditrici che vogliono raccontare come
sono diventate tali, quali sono stati i loro sacrifici, il modo in cui sono
riuscite a realizzare le loro idee: basta inviare un testo, una foto od un
video attraverso il sito http://www.impresainrosachestoria.it/
La storia verrà giudicata da una Commissione che terrà conto anche dei
"mi piace" ottenuti su Facebook. In palio, per l´impresa più
originale, un gioiello pensato per l´occasione.
Maggiori informazioni e per candidarsi al concorso visitare il sito:
http://www.impresainrosachestoria.it/
Per partecipare c’è tempo fino al 10 aprile 2013.
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