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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Ottobre 2013
Politica
INTERVENTO DI IERI DEL COMMISSARIO MALMSTRöM A LAMPEDUSA NEL CORSO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL CONSIGLIO AFFARI INTERNI  
 
Lussemburgo, 9 ottobre 2013 - Oggi mi hanno proposto di distribuire una vasta ricerca di Frontex e soccorso che coprirà il Mediterraneo da Cipro alla Spagna. Ho chiesto ai ministri di dare il loro sostegno politico e di rendere disponibili le risorse necessarie. Tale operazione vi aiuterà a portare più veloce di monitoraggio, l´identificazione e il salvataggio di altre navi e imbarcazioni. E quindi prevenire la perdita di vite umane in mare. L´unione europea si avvarrà anche, a partire da dicembre dalla tecnologia e gli strumenti di condivisione delle informazioni disponibili attraverso il sistema Eurosur. Le prime reazioni degli Stati membri sono incoraggianti e ci saranno ora un´occhiata a come possiamo definire l´operazione in modo più dettagliato. La Direzione generale per gli affari interni e Frontex dovrà lavorare insieme con le autorità degli Stati membri di affrontare rapidamente le esigenze e le priorità al fine di muoversi rapidamente per l´organizzazione del funzionamento. Gli eventi recenti sono una tragedia europea e riguardano tutti gli Stati membri. Questo è il motivo per cui dobbiamo agire a livello europeo per dimostrare solidarietà concreta, sia con i migranti e con i paesi che devono affrontare la pressione migratoria estrema. Frontex e Eurosur ci permetteranno di intervenire a breve termine e affrontare le carenze più urgenti, ma dobbiamo anche sviluppare una strategia di medio lungo termine per una gestione più efficace dei flussi migratori. Dobbiamo aumentare la nostra cooperazione e il dialogo con i paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di aprire più canali per l´immigrazione legale e colpire i criminali alla base del loro funzionamento. In questo quadro abbiamo già concluso un partenariato per la mobilità con il Marocco e speriamo che possiamo fare lo stesso con la Tunisia e con altri paesi del Nord Africa. Gli Stati membri devono fare di più per aiutare i rifugiati e richiedenti asilo. Queste persone sono i più vulnerabili e sono già passati attraverso eventi orribili. E ´inaccettabile che essi hanno a rischiare la vita per ricevere protezione. Gli Stati membri devono essere più attivi nel reinsediamento di rifugiati verso l´Ue, al fine di evitare che questi incroci mortali. Ho detto chiaramente a tutti i ministri che si tratta di questioni europee che richiedono risposte europee. Se vogliono dare risposte e dimostrare concreta solidarietà che hanno da dare alla Commissione le risorse finanziarie adeguate. Sono fiducioso che oggi tutti gli Stati membri hanno sentito la nostra forte chiamata e reagiranno di conseguenza. A più lungo termine, abbiamo bisogno di un approccio più aperto alla migrazione, per definire una politica comune europea basata sui diritti dei migranti e dei richiedenti asilo e sulla solidarietà di tutti, dei migranti e degli Stati membri. Domani sarò a Lampedusa insieme con il Presidente Barroso per rendere omaggio alle tante persone che sono morte nel tentativo di raggiungere le coste europee e per esprimere la mia solidarietà, insieme con le autorità italiane e la gente di Lampedusa. Facciamo in modo che ciò che è accaduto a Lampedusa sarà un campanello d´allarme per aumentare la solidarietà e il sostegno reciproco e per evitare tragedie simili in futuro.  
   
   
UNIONE EUROPEA-UNESCO: LAVORARE INSIEME PER IL CAMBIAMENTO  
 
Bruxelles, 9 ottobre 2013 - L´organizzazione per l´istruzione delle Nazioni Unite, la Scienza e la Cultura (Unesco) e l´Unione europea hanno annunciato ieri che rafforzeranno la loro cooperazione e le loro operazioni congiunte in settori di reciproco interesse, quali l´istruzione, la cultura, la scienza e la tecnologia, l´acqua e gli oceani, e la libertà di espressione. La decisione arriva un anno dopo la firma di un accordo di partenariato (Memorandum of Understanding) tra il Direttore Generale dell´Unesco, Irina Bokova, l´alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione europea, Catherine Ashton e il commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, di scambiarsi informazioni e collaborare più strettamente in settori di interesse comune. All´interno di questo protocollo d´intesa, le due organizzazioni hanno avviato una serie di progetti in materia di istruzione, la cultura, le scienze e dei diritti umani in diverse regioni del mondo. Questi includono attività quali l´istruzione e la formazione professionale per i giovani rifugiati siriani in Giordania, costruendo tsunami capacità di risposta di emergenza ad Haiti, il rafforzamento del dialogo e della responsabilità dei media nel Sud Est Europa, la salvaguardia e la conservazione del patrimonio culturale in Egitto, Giordania e Libano. Attraverso questo accordo, hanno anche sostenuto iniziative, come ad esempio il Insegnanti Task Force Internazionale per l´Educazione per Tutti, che aiuta i paesi in via di reclutare e formare un numero adeguato di insegnanti competenti e motivati. Nuovi progetti per i prossimi 12 mesi comprendono la salvaguardia dei manoscritti unici di Timbuktu in Mali, un sondaggio avanzato delle risorse idriche sotterranee in Iraq, il rafforzamento delle capacità delle reti dei Giovani del Mediterraneo a sostenere per i loro diritti e rappresentatività e assistenza tecnica per i paesi in via di sviluppo a rafforzare la ruolo della cultura come motore per lo sviluppo sostenibile. Le nuove iniziative potranno spingere i contributi della Commissione europea al partenariato per circa 30 milioni di euro. " Il nostro lavoro insieme è dando i suoi frutti ", ha detto Direttore generale dell´Unesco Irina Bokova nel primo anniversario del protocollo d´intesa. " Sono certo che la nostra collaborazione con l´Unione europea sostanzialmente rispondere ad alcuni bisogni fondamentali che sono necessarie se vogliamo avanzare uno sviluppo sostenibile inclusiva radicata in materia di istruzione di qualità per tutti e il rispetto della diversità culturale . " Commissario Piebalgs ha aggiunto che " l´iniziativa ha dimostrato che lavorare insieme significa che il nostro lavoro è ancora più efficace. L´unione europea e condividere Unesco diverse priorità, ma, soprattutto, hanno in comune la volontà di rafforzare i valori fondamentali per raggiungere uno sviluppo inclusivo ".  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: DIBATTITO SULLA RISPOSTA DELL´UE ALLA CRISI DEI RIFUGIATI SIRIANI  
 
Strasburgo, 9 ottobre 2013 - Le misure dell´Ue e degli Stati membri per aiutare i profughi in fuga dalla Siria saranno discusse mercoledì alle 9.00 con la Commissione e con la Presidenza lituana. Oltre due milioni di rifugiati, il 76% dei quali sono donne e bambini, hanno ormai lasciato il paese. Il Parlamento voterà una risoluzione lo stesso giorno. È possibile seguire il dibattito in Plenaria via Ep Live e Ebs +. Http://www.europarl.europa.eu/ep-live/it/schedule/  
   
   
"QUALITÀ DELLA VITA NELLE CITTÀ EUROPEE" SONDAGGIO: UN´ISTANTANEA DI ANSIE E SPERANZE DEI CITTADINI NEI CENTRI URBANI  
 
Bruxelles, 9 ottobre 2013 - La Commissione europea ha pubblicato ieri i risultati del sondaggio Eurobarometro 3-annuale sulla "percezione della qualità della vita nelle città europee". L´indagine è stata condotta in 79 città di tutti gli Stati membri dell´Ue, nonché Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia. 41.000 abitanti urbani valutato la loro soddisfazione per i vari aspetti della vita urbana, in particolare i servizi pubblici. L´indagine ha rilevato: Come nel 2009, la sanità, l´occupazione, l´istruzione e la formazione sono i temi più persone vogliono loro città per affrontare prima di tutto. Il sondaggio suggerisce cittadini nella maggior parte delle città europee si sentono trovare un lavoro è difficile. Solo in 9 città ha una maggioranza di cittadini dicono che è facile trovare lavoro. Rispetto al 2009 questa precarietà è aumentata in modo significativo, anche se in alcune città l´outlook è diventato più positivo. In 50 città, almeno una persona su due non è d´accordo che è facile trovare un buon alloggio a un prezzo ragionevole. L´indagine registra anche una bassa soddisfazione con le scuole e le istituzioni educative in molte capitali. Su una nota più positiva l´indagine rileva che in tutto solo 5 delle città esaminate, la maggioranza degli intervistati concorda con l´affermazione che la presenza degli stranieri è un bene per la città e che gli stranieri sono ben integrati. Ci sono ampie disparità tra città su come le persone valutano la qualità del trasporto pubblico, servizi di assistenza sanitaria, o la loro situazione finanziaria personale. Alta s atisfaction con spazi pubblici, aree verdi, pulizia e sensazione di sicurezza sembra essere strettamente collegata con la soddisfazione generale sentita da gente nella loro città. Quando è stato chiesto se sono viva "soddisfatto" nelle loro città, la maggioranza - almeno il 80% in 71 città - si sono detti. Il sondaggio suggerisce anche che più persone che in precedenti indagini pensano che le loro città sono attivi quando si tratta di combattere il cambiamento climatico. Questo è particolarmente vero nelle capitali. La "Qualità della vita nelle città europee" sondaggio verrà lanciato ufficialmente entro oggi durante gli Open Days 2013 a Bruxelles - un evento di quattro giorni incentrato sulla futura politica regionale e urbana dell´Ue. In vista della manifestazione Commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn, ha detto, " Questa indagine fornisce un´istantanea utile di come gli europei si sentono sulle città che vivono in E ci ricorda i molti elementi che contribuiscono a un senso di benessere e di un buona qualità della vita nei nostri ambienti urbani. Spero che i risultati saranno ispirare e guidare i responsabili politici, urbanisti e la società civile per affrontare i problemi urbani attraverso un approccio più olistico e modo integrato come stiamo incoraggiando nel prossimo periodo di politica regionale e urbana per 2014-2020 . " Regionale dell´Ue e della politica urbana darà un supporto migliore alle città in 2014-2020. Attualmente quasi il 40% del Fondo europeo di sviluppo regionale è investito in città. A seconda delle priorità degli Stati membri, questo è destinato a crescere. In cima a questo, nel prossimo periodo i paesi dell´Ue dovrebbero promuovere investimenti che combinano diversi tipi di azioni per affrontare la particolare economiche, ambientali, climatiche e sociali delle aree urbane. Almeno il 5% deve essere messo da parte dagli Stati membri per questo tipo di approccio integrato.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, PER COLLEGARE L´EUROPA: I COMITATI APPROVANO MECCANISMO DI FINANZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE  
 
Strasburgo, 9 ottobre 2013 - Trasporti e Industria deputati hanno approvato un accordo sul "per collegare l´Europa" (Cef), nuovo meccanismo di finanziamento dell´Ue per i progetti di infrastrutture di interesse comune per il trasporto trans-europeo, reti energetiche e delle telecomunicazioni, in una riunione del comitato congiunto il Lunedi. Il Cef dovrebbe avere un budget di circa € 29300000000 per il periodo 2014-2020 (a prezzi 2011). L´accordo è ancora soggetto ad approvazione da parte della casa piena del Parlamento. Trasporto - Il Cef fornirà finanziamenti per i progetti di infrastrutture di trasporto chiave per migliorare i collegamenti transfrontalieri, eliminare le strozzature, le lacune di ponti e di migliorare l´interoperabilità. Il sostegno dovrebbe concentrarsi su progetti con forte valore, che sviluppano la rete centrale, così come quelli di interesse comune nel campo dei sistemi di gestione del traffico aggiunto dell´Ue. Dei, 23170000000 € stanziati per i progetti di trasporto, € 10 miliardi sarebbero trasferiti da il Fondo di coesione per essere utilizzato esclusivamente negli Stati membri ammissibili per la Coesione soldi del Fondo. Energia Il Cef dovrebbe appoggiare progetti di interesse comune per modernizzare e ampliare le infrastrutture energetiche dell´Europa e migliorare la sicurezza dell´approvvigionamento, contribuendo a garantire che nessuno Stato membro sia isolato o dipendente un´unica fonte energetica. La Commissione europea stima che il numero di progetti di interesse comune che contribuiscono maggiormente a corridoi infrastrutture energetiche strategiche prioritarie a circa 100 nel campo dell´elettricità e 50 nel settore del gas. I progetti di interesse comune nei settori dell´elettricità, del gas e di biossido di carbonio devono essere idonei a ricevere assistenza finanziaria dell´Unione europea per gli studi e, in determinate condizioni, per le opere in forma di sovvenzioni o di strumenti finanziari innovativi. Il bilancio totale per il finanziamento di progetti nel settore dell´energia sarebbe 5120000000 € e deputati insistito sul fatto che questi progetti debbano essere finanziati principalmente da strumenti finanziari. Telecomunicazioni - I progetti di interesse comune nel settore delle telecomunicazioni dovrebbero essere ammissibili al sostegno finanziario dell´Unione sotto forma di sovvenzioni e appalti per piattaforme di servizi essenziali, servizi generici e progetti intersettoriali. Azioni nel campo della diffusione della banda larga, tra cui la generazione di domanda di banda larga, dovrebbero essere ammissibili al sostegno finanziario dell´Unione sotto forma di strumenti finanziari. Il bilancio totale per il finanziamento di progetti di telecomunicazioni sarebbe di € 1 miliardo. Prossime tappe Il voto in plenaria è prevista per la sessione di ottobre Ii. Il nuovo regolamento entrerà in vigore il successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea e si applicano dal 1 ° gennaio 2014.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: ACCORDO DI INVESTIMENTO UE-CINA  
 
Strasburgo, 9 ottobre 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Karel De Gucht Commissario europeo per il commercio: “ Onorevoli Membri del Parlamento, Il livello di investimenti bilaterali tra l´Ue e la Cina è ancora molto inferiore a quanto ci si aspetterebbe da due importanti blocchi economici. Anche se gli investimenti diretti esteri (Ide) fluisce dall´Ue alla Cina sono in aumento, essi rappresentano solo il 2,1% delle uscite totali di Ied dell´Ue. La quota dell´Ue nel totale dei flussi in uscita dalla Cina rimane bassa, anche se l´importo complessivo è aumentato fortemente negli ultimi anni. Promuovere gli investimenti bilaterali dovrebbe essere il nostro obiettivo economico comune per gli anni a venire. Recenti consultazioni con gli investitori e le parti interessate hanno confermato i risultati del nostro studio di valutazione d´impatto - e cioè che il principale valore aggiunto di un accordo di investimento Ue-cina risiede non solo nella creazione di condizioni di parità in materia di protezione degli investimenti, ma soprattutto nel generare ulteriore liberalizzazione degli investimenti. Non vedo l´ora l´avvio di negoziati per un accordo bilaterale di investimento che offrirà sia la protezione degli investimenti esistenti e futuri e creare nuovi accessi al mercato su entrambi i lati, fornendo in tal modo l´impulso per l´incremento dei flussi di investimento a due vie. Ultima volta che ho incontrato il mio omologo cinese al Comitato misto Ue-cina nel mese di giugno, ho ricevuto rassicurazioni che i negoziati dovrebbero riguardare tutte le questioni di interesse per entrambe le parti, compreso l´accesso al mercato. Ho fiducia che i negoziatori cinesi avranno il potere di raggiungere un accordo ambizioso per la nuova leadership. Negoziati per un accordo ambizioso creeranno momento positivo per la nostra partnership strategica in generale. La Commissione resta impegnata a impegnarsi positivamente con la Cina. A Commercio di alto livello economico e dialogo con la Cina il 24 ottobre, e l´avvio di negoziati di investimento previsto in occasione del vertice Ue-cina del 21 novembre 2013, saranno importanti trampolini di lancio verso la costruzione di un rapporto reciprocamente vantaggioso a lungo termine con la Cina. Il lancio di successo di questi negoziati segnerà anche il primo mai mandato conferito alla Commissione di negoziare un accordo di investimento autonomo, in seguito all´entrata in vigore del trattato di Lisbona e la progressiva implementazione della politica di investimento dell´Ue. Oltre agli duplice obiettivo di protezione degli investimenti e di accesso al mercato, l´Ue si impegna inoltre a utilizzare i negoziati per promuovere i principi generali di azione esterna dell´Unione. Ad esempio, la Commissione intende affrontare questioni di sviluppo sostenibile, quali la prevenzione di abbassamento degli standard di attrarre investimenti, sostenendo norme sociali e ambientali, e di fornire un punto di riferimento a supporto di standard riconosciuti a livello internazionale di responsabilità sociale delle imprese (Rsi) e procedure appropriate per risolvere controversie in questo settore. Proprio come i nostri Stati membri hanno nei loro trattati bilaterali di investimento, l´accordo Ue dovrebbe includere disposizioni sulla risoluzione delle controversie tra investitori e Stato nel contratto. Forte applicazione migliora la protezione degli investimenti dell´Ue in Cina, riduce le barriere di accesso al mercato per investire in Cina, e aumenta i flussi di investimenti bilaterali. Vi ringrazio per la vostra attenzione.”  
   
   
UE CONTINUERÀ A SOSTENERE IL CONTRIBUTO DI EL SALVADOR A SRADICARE LA POVERTÀ  
 
Bruxelles, 9 ottobre 2013 - Assistenza allo sviluppo dell´Ue a El Salvador ha finora avuto molti benefici per la sua gente, per esempio, fornendo l´accesso a pensione di base per le persone anziane o l´accesso all´acqua e ai servizi igienici. Sulla base di questi risultati, lo sviluppo commissario Ue, Andris Piebalgs, si conferma, d urante una visita ufficiale nel Paese, l´impegno dell´Ue per aiutare il paese a definire fornendo nuovi finanziamenti tra 2014-2020. Il nuovo supporto si concentrerà sulle aree di s Sociale s ervizi per i giovani, privati ​​s ettore d viluppo e c limate c he e vulnerabilità, con l´obiettivo di migliorare le condizioni di vita di coloro che ne hanno più bisogno. Fuori della dotazione globale per i progetti bilaterali con El Salvador, Nicaragua, Guatemala e precedentemente annunciato ( € 775.000.000), 149.000.000 € sono previsti per essere in El Salvador, fatta salva l´approvazione definitiva da parte del Consiglio e del Parlamento europeo, € 120 milioni di euro a sostegno di progetti regionali in America Centrale nel periodo 2014-2020 è stato anche annunciato. Commissario Andris Piebalgs ha dichiarato: "Sono lieto di vedere che i buoni risultati sono già stati raggiunti attraverso il nostro lavoro in El Salvador, in particolare in lotta contro la povertà e migliorare i servizi per i settori più svantaggiati della società . Non vedo l´ora di discutere il futuro della nostra collaborazione durante la mia visita qui, e sono fiducioso che si possa continuare a lavorare insieme per contribuire a rendere ancora più di una differenza con il nostro sostegno per il futuro. " Il programma Comunidades Solidarias (Pacses) per i quali l´Ue ha fornito € 47.000.000, è stato istituito dal governo per aumentare la fornitura di servizi pubblici per le persone più povere e più vulnerabili. Il programma si prevede di raggiungere oltre il 13% della popolazione totale (circa 750.000 persone), essendo donne, bambini, giovani a rischio e gli anziani dei gruppi prioritari. Alcuni risultati raggiunti finora includono : 30% delle persone di età superiore a 70 sono ora coperti da pensione di base; 226.000 famiglie stanno ricevendo assistenza medica preventiva; sette uffici sono stati istituiti per la prevenzione della violenza contro le donne; 70% della popolazione nei comuni sono coperti con accesso ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari di base; oltre l´84% della popolazione è stata fornita con accesso all´elettricità Durante la visita (8-9 ottobre), il Commissario Piebalgs incontrerà il presidente Mauricio Funes, così come ministri di alto livello, con il quale si discuterà il futuro della cooperazione dell´Ue con El Salvador, e benvenuti i risultati raggiunti finora. Si visiterà anche un impianto idroelettrico in parte finanziato dall´Ue attraverso il Latin American Investment Facility (Laif). Questo progetto contribuirà in modo significativo al clima e alla tutela ambientale, riducendo drasticamente le emissioni di Co2, in un paese dove più del 50% della capacità di produzione elettrica è basata sui combustibili fossili.  
   
   
L´EUROPA DEVE AGIRE CON URGENZA PER AFFRONTARE DEFICIT DI COMPETENZE  
 
Bruxelles, 9 ottobre 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Androulla Vassiliou Membro della Commissione europea responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù al Lancio del Survey of adulti Skills (Piaac) / : “ Sono felice di essere qui con il segretario generale dell´Ocse Angel Gurría di presentare la prima volta Indagine internazionale di competenze degli adulti, che mette a confronto i livelli di alfabetizzazione e far di conto, così come l´uso delle Tic, tra i 16-65 anni di età. L´indagine non poteva essere più tempestivo. Esso dovrebbe fungere da incentivo per i responsabili politici, insegnanti, università, enti di formazione, imprese e altri che condividono lo stesso obiettivo di promuovere competenze e capacità di alto livello. Siamo di fronte ad una situazione drammatica: una diminuzione della forza lavoro a causa di cambiamenti demografici e la carenza di manodopera qualificata in settori cruciali come l´It e l´assistenza sanitaria. Come il mio collega Lazlo Andor ha giustamente sottolineato, l´Europa deve agire con urgenza per affrontare questi problemi, se vogliamo raggiungere i livelli di occupazione, produttività, innovazione, competitività e inclusione sociale che tutti noi vogliamo vedere. Un elevato livello di alfabetizzazione, matematica e competenze Ict sono la spina dorsale dell´economia della conoscenza europea. Dobbiamo fare in modo che tutti abbiano la possibilità di acquisire e sviluppare la loro, a scuola e in tutta la loro carriera. Questo è uno dei principali obiettivi del ´apertura Education´ iniziativa, che ho lanciato due settimane fa con il commissario Kroes, così come la strategia Europa 2020 più ampia della Commissione per l´occupazione e la crescita. Non ci sono scorciatoie. Dobbiamo investire in modo più efficiente in una migliore istruzione e una migliore formazione per offrire un migliore mix di competenze. Abbiamo anche bisogno di cooperare meglio, a livello comunitario, nazionale e regionale, tra pubblico e privato, con imprese, università, organizzazioni non governative. Siamo tutti sulla stessa barca. E le pratiche della Commissione ciò che predica: la Survey che presentiamo oggi è il risultato di ottima collaborazione tra la Commissione europea e l´Ocse. Quindi, che cosa fa il sondaggio ci dice? Sono certo Angelo andrà più in dettaglio, ma, insomma, si dimostra come competenze di alto livello critiche sono in una società basata sulla conoscenza - e del ruolo che l´istruzione e la formazione gioca nel miglioramento dei risultati di apprendimento. Si sottolinea inoltre la necessità di un intervento immediato a livello nazionale e comunitario per portare la nostra capacità di impostare fino a zero. Il sondaggio evidenzia motivi di preoccupazione, ma vorrei iniziare con i lati positivi: Per esempio, mostra che la Finlandia, la Svezia e Paesi Bassi sono tra paesi coi migliori risultati al mondo quando si tratta di competenze degli adulti. Un altro grande vantaggio è che, in quasi tutti i paesi, la fascia di età più giovane ha capacità notevolmente superiore rispetto alla popolazione generale, che fa ben sperare per il futuro. L´indagine conferma che uno su cinque cittadini europei in età lavorativa hanno capacità di lettura solo bassi e quasi uno su quattro hanno scarse competenze matematiche, in Spagna e in Italia questo è il caso per quasi il 30% della popolazione. Essa mostra che in troppi paesi europei, il futuro di un bambino è ancora in pre-determinata dalla situazione dei loro genitori. Se i genitori hanno un basso livello di istruzione, i loro figli sono anche suscettibili di avere competenze basse, e gli immigrati in genere eseguire notevolmente peggiore di cittadini italiani per nascita. L´indagine rivela una elevata variabilità nelle abilità di competenza tra e all´interno dei paesi. Esso mostra, per esempio, che i giovani adulti con un titolo di scuola secondaria superiore in Finlandia o in Olanda hanno competenze più elevate, in generale, di quelli con un grado di istruzione superiore in Inghilterra, Spagna, Italia, Irlanda e Cipro. E mentre vediamo un progresso significativo in termini di competenze tra gli studenti con un diploma di laurea in Svezia, Italia, Austria e Polonia, a fronte di diplomati con una qualifica di livello secondario superiore, questo non è il caso in tutti i paesi. Non vi è alcuna spiegazione semplice per i risultati del sondaggio, e non dovremmo saltare a conclusioni semplicistiche. Tuttavia, questi risultati possono anche dar luogo a domande circa la comparabilità, la qualità e l´efficacia dell´istruzione formale. La Commissione discuterà i risultati con gli Stati membri per capire meglio le ragioni di fondo per le variazioni in termini di competenze e abilità ciò che è necessario intervenire a livello sia nazionale che europeo. A livello dell´Ue, il nuovo programma Erasmus + sosterrà azioni volte a sviluppare e potenziare le competenze di base e di promuovere il miglioramento della qualità dei sistemi di istruzione e formazione. Il Fondo sociale europeo continuerà a investire in competenze e formazione e di concentrarsi sui gruppi vulnerabili. Una priorità chiave sarà il finanziamento per la garanzia per i giovani, anche attraverso l´Iniziativa Occupazione giovanile nelle regioni più vulnerabili. Se vogliamo una forza lavoro ben qualificata, è ovvio che abbiamo bisogno di investire in competenze, in sistemi di istruzione migliorata, un migliore accesso alla formazione, in particolare per i lavoratori poco qualificati e più anziani, così come l´apprendimento permanente. Questo è il motivo per cui è essenziale per garantire una robusta dotazione del Fse da parte della dotazione della politica di coesione di ciascuno Stato membro. Sono sicuro che i risultati del sondaggio si rifletterà anche in analisi annuale della crescita della Commissione e nel prossimo anno di raccomandazioni specifiche per paese. Insieme con l´Ocse, verrà effettuata un´ulteriore analisi dei dati del sondaggio, al fine di aiutare gli Stati membri a comprendere meglio come sviluppare le competenze dei loro cittadini. Dobbiamo fare in modo che le future edizioni del sondaggio ci forniscono l´opportunità di monitorare i progressi compiuti. In modo simile, la Commissione e l´Ocse lanceranno congiuntamente un nuovo Education and Skills strumento di valutazione online entro la fine dell´autunno. Questo permetterà alle persone di testare le proprie capacità e le proprie abilità di riferimento in un contesto internazionale. E, infine, vorrei tornare alla necessità di una maggiore cooperazione. Questo sondaggio è un esempio del tipo di collaborazione ci serve se vogliamo combinare le competenze, le conoscenze e le risorse per il beneficio di tutti gli Stati membri e per migliorare il contributo dell´istruzione a portare le nostre società di nuovo ad un percorso di crescita e di occupazione. Pertanto, sono lieto di annunciare che i miei servizi della Commissione hanno firmato un accordo di cooperazione con l´Ocse che ci permetterà di lavorare ancora più strettamente sulle strategie per lo sviluppo di competenze e per la raccolta di dati solidi per sostenere la riforma della politica in materia di istruzione. Ora sono molto lieto di consegnare al segretario generale dell´Ocse, Sig. Angel Gurria, per presentare l´indagine di competenze degli adulti.”  
   
   
FVG A BRUXELLES: PROSEGUONO INCONTRI AGLI OPEN DAYS DELL´UE  
 
  Trieste, 9 ottobre 2013 - Proseguono gli impegni a Bruxelles, in occasione degli Open Days dell´Unione europea, della delegazione del Consiglio regionale del Fvg, guidata dal presidente Franco Iacop. Il momento centrale della giornata di ieri è stato l´incontro che Iacop ha avuto con il presidente della Carinzia Kaiser, dell´Istria Flego e il Consigliere diplomatico del Veneto, per ragionare su una visione prospettica del Gect Euregio Senza Confini ovvero, come ha sottolineato lo stesso Iacop e sulla scorta delle indicazioni programmatiche della presidente Serracchiani "sul ricollocamento di quest´area da qui al 2020 nello spazio comune che la storia ci consegna". Una storia fatta di grandi splendori con i Romani, la Serenissima, l´Impero Austro-ungarico, ma anche di grandi sventure, segnate dalla profondità dei confini, che ora pone su quest´area una nuova attenzione. Sul piatto ci sono un nuovo programma transfrontaliero per la cooperazione con la Croazia e un programma di cooperazione per l´intera area adriatico-ionica, con un concetto rinnovato di Gect più vicino ai territori, ai problemi e alle opportunità. Tra gli ambiti di intervento, le grandi infrastrutture di trasporto tra cui il Corridoio Baltico-adriatico, il turismo integrato, la cultura, l´innovazione, l´energia. Tutto questo per riportare "il nostro angolo al centro della nuova Europa". Il presidente Iacop ha avuto anche una serie di incontri bilaterali: con la presidente dell´Assemblea delle Regioni d´Europa (Are) Hande Ozsan Bozatli per individuare tematiche di comune interesse quali giovani, cultura, invecchiamento attivo, piccole e medie imprese; con Ulla Engelmann, responsabile dell´Unità per le relazioni interistituzionali con gli stakeholder presso il Centro comune di ricerca della Commissione europea, per approfondire le potenzialità di collaborazione con il mondo scientifico e accademico del Friuli Venezia Giulia. È stata anche confermata la volontà di organizzare a fine novembre un evento in regione per favorire sinergie tra il mondo scientifico dell´area danubiana e di quella adriatico-ionica. In conclusione di giornata, Iacop ha incontrato una delegazione della Contea di Osijek Baranja e Vukovar per parlare del rinnovo dell´Intesa istituzionale, sottoscritta nel 2009 e in scadenza proprio oggi, alla luce del rafforzamento delle relazioni tra i due territori, con un occhio di riguardo al settore vitivinicolo e alla collaborazione tra città.  
   
   
TRAGEDIA DI LAMPEDUSA, IL PRESIDENTE MARCHE SPACCA: "SUBITO UN PROGETTO PER LA SICUREZZA DEL NOSTRO MARE DA INSERIRE NELLA MACROREGIONE"  
 
Roma, 9 ottobre 2013 - Un progetto specifico sulla sicurezza nel Mediterraneo da inserire nella programmazione della Macroregione adriatico ionica. Lo ha proposto, durante il suo intervento in aula sulla tragedia di Lampedusa, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, all’Assemblea legislativa delle Marche. “Abbiamo a disposizione – ha detto Spacca – uno strumento di straordinaria efficacia come la Macroregione adriatico ionica che coinvolge 10 regioni italiane tra cui la Sicilia. Una strategia avviata dalla Ue come primo step di una più ampia strategia mediterranea che sposta l’attenzione dell’Europa dal nord al sud del continente. Abbiamo da oggi tre mesi per costruire i progetti che animeranno la Macroregione. La mia proposta, vista l’urgenza e la valenza del tema, è di lavorare insieme, in collegamento con la Sicilia e le altre regioni interessate da flussi migratori, affinché il primo di questi sia dedicato alla sicurezza del nostro mare”. Spacca ha a tal proposito annunciato un provvedimento di straordinario rilievo per l’Adriatico e lo Ionio assunto in questi giorni dalla Ue: la rimodulazione dei confini del Programma South East Gateway per farli coincidere con quelli della strategia adriatica. L’europa ha in sostanza accolto la proposta del presidente Spacca, avanzata al Governo italiano, di trasformare il Programma europeo South East Gateway nel “Programma Adriatico-ionio”, con la conseguenza rifocalizzazione degli obiettivi e dell’attività di questa Autorità di gestione verso le esigenze della Macroregione Ai. Il nuovo Programma sarà inserito nella programmazione della Ue 2014-2020. Spacca ha rinnovato la vicinanza della Regione Marche alle famiglie delle vittime della tragedia di Lampedusa e la solidarietà nei confronti dell’isola. Il presidente ha inoltre ricordato la lettera che il presidente del Comitato delle Regioni d’Europa, Valcarcel Siso, gli ha inviato subito dopo il naufragio dei profughi a Lampedusa. “Il Cdr – ha detto Spacca – è uno degli organi istituzionali della Ue e rappresenta dunque uno strumento concreto e operativo, così come lo è la strategia macroregionale, per richiamare l’Europa alle proprie responsabilità in materia di flussi migratori. Da parte nostra rafforzeremo l’Osservatorio già attivo sul tema immigrazione, anche se le Marche sono la regione d’Italia con la più elevata capacità di integrazione dei propri immigrati, alto indice di ricongiungimento familiare, alta collocazione lavorativa. Un dato consolidato che ci fa onore”.  
   
   
TRAGEDIA LAMPEDUSA: MARINI “EUROPA HA LASCIATO SOLA L’ITALIA”  
 
Bruxelles, 9 ottobre 2013 - “L´europa non può non interrogarsi sul fenomeno dell´immigrazione dal continente africano, e dell´attraversamento delle acque del mediterraneo, dove solo alcuni giorni fa altre centinaia di persone hanno perso la vita, annegando a poche centinaia di metri a dalle coste dell´isola di Lampedusa. Alla loro memoria vorrei che dedicassimo ora un minuto di silenzio”. Con queste parole la presidente della regione umbria, Catiuscia Marini, ha aperto ieri i lavori del gruppo del partito socialista europeo al comitato delle regioni d´Europa, di cui è vice presidente. “Sono già oltre 18 mila - ha ricordato Marini - le persone che hanno perso la vita attraversando il mare mediterraneo. Un numero impressionante che obbliga tutti noi, e l´Europa prima di tutti, ad una riflessione seria sul rapporto tra l´Africa e il nostro continente. Non si può, infatti, ritenere che questo sia un tema che riguarda solo l´Italia. Il nostro Paese, in molti casi, è solo il Paese di transito di questi flussi di immigrazione che si dirigono verso tutti i paesi europei. Condivido, dunque, le parole del presidente del Parlamento europeo, Martin Schultz, che ha voluto richiamare con forza il ruolo dell´Unione europea su questo fenomeno, esprimendo un giudizio severissimo nei confronti dell´Unione per aver lasciato sola l´Italia nel far fronte a questo fenomeno. La presenza domani a Lampedusa del presidente della commissione europea Manuel Barroso sarà importante e rappresenta un segnale concreto di attenzione. L´europa, però - ha concluso Marini - deve svolgere un ruolo adeguato e positivo, che deve andare oltre il momento dell´emozione che una tragedia come quella di Lampedusa suscita in tutti noi”.  
   
   
VENETO PRESENTA IN COMMISSIONE PROGETTI DI LEGGE STATALE PER L’ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO  
 
  Venezia, 9 ottobre 2013 - L’assessore regionale al bilancio, agli Enti locali e alla cooperazione, Roberto Ciambetti, ha presentato ieri a palazzo Ferro Fini a Venezia, alla Prima Commissione consiliare, due proposte di legge statale per l’attuazione del federalismo. La principale novità di questi Pdl, da trasmettere al Parlamento previa approvazione da parte del Consiglio regionale, è quella di prevedere il finanziamento delle nuove funzioni con i meccanismi del federalismo fiscale ai sensi dell’articolo 119 della Costituzione, mirando a garantire alla Regione risorse adeguate per lo svolgimento delle funzioni secondo criteri di entrata e di spesa fortemente collegati al territorio. “Dobbiamo partire da un assunto indubitabile – ha rilevato Ciambetti –: se il modello di federalismo delineato dal Titolo V della Costituzione non ha funzionato, è perché non è mai stato attuato. L’unica strada per dare concreta risposta alle sempre più pressanti istanze dei cittadini e delle piccole e medie imprese è quella di ottenere il riconoscimento di una maggiore autonomia, sul piano legislativo, amministrativo e fiscale, per consentire ai veneti di gestire le risorse prodotte, investendole al meglio a favore di chi in Veneto vive, lavora e produce”. Ciambetti ha sottolineato che in questo momento di forte crisi economica si deve consentire alle realtà territoriali più virtuose di risollevarsi, fungendo così da volano per l’intera economia nazionale, “e solo chi sta sul territorio – ha affermato l’assessore – può realizzare politiche pubbliche mirate alle reali condizioni socio-economiche dello stesso”. Inoltre, il Veneto produce molto, ma il livello di spesa dello Stato a favore della nostra Regione è inferiore del 20% alla media delle Regioni ordinarie e del 50% alla media delle Regioni a Statuto speciale. I due progetti di legge (ai quali se ne aggiunge un terzo, che sarà presentato più avanti, in materia di previdenza per la tutela dei lavoratori veneti), a cui ha lavorato il Gruppo di esperti costituzionalisti incaricati dalla Giunta Zaia nel 2010, sono: Pdls 16, “Forme e condizioni particolari di autonomia attribuite alla Regione del Veneto ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione” e Pdls 17, “Norme per l’attribuzione di funzioni amministrative alla Regione del Veneto, in attuazione dell’articolo 118, primo comma, della Costituzione”. Con il primo il Veneto rivendica l’acquisizione di ulteriori competenze legislative, sia in alcune materie di competenza esclusiva dello Stato (che pertanto diventeranno di competenza concorrente), sia in alcune materie di competenza concorrente (che diventeranno di esclusiva competenza regionale). Infatti, il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, prevede che le Regioni a Statuto ordinario possano acquisire “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” rispetto a quelle oggi costituzionalmente spettanti. La Giunta veneta ha scelto di concentrare le proprie richieste, individuando i soli settori in cui la Regione ritiene di poter esercitare con maggiore efficienza rispetto allo Stato il potere legislativo, e accompagnando le proprie richieste con una preventiva valutazione in ordine all’impatto finanziario che le stesse potranno avere. In alcuni settori ritenuti di prioritario interesse, quali l’istruzione e la tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, le richieste della Regione mirano ad assicurare l’unitarietà degli interventi pubblici concentrandoli a livello regionale, eliminando la duplicazione delle competenze e garantendo una più efficace gestione delle risorse pubbliche. In altri settori, che rientrano in materie già di competenza concorrente, si rivendica una competenza legislativa esclusiva della Regione: rapporti internazionali e con l´Unione europea delle Regioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all´innovazione per i settori produttivi; protezione civile; governo del territorio. Per il finanziamento delle nuove competenze il Pdl prevede quindi l’attribuzione alla Regione di aliquote aggiuntive di compartecipazione al gettito dell’Iva e dell’Irpef riferite al territorio regionale. Il Pdl 17 è invece finalizzato all’acquisizione di funzioni e compiti amministrativi, oggi esercitati a livello statale, che potrebbero essere meglio gestiti a livello regionale. In base all’art. 118 della Costituzione, le funzioni amministrative devono essere attribuite all’ente più vicino ai cittadini, a partire dal Comune, secondo un criterio di progressiva ascendenza: il Veneto chiede che lo Stato trasferisca a livello territoriale tutte le funzioni amministrative che possono meglio e più efficacemente essere esercitate nel proprio territorio, nel rispetto dello spirito, oltre che della lettera, della Carta Costituzionale. Il Veneto si propone come ‘Regione-pioniera’, in cui lo Stato potrà sperimentare in concreto l’attuazione del principio di sussidiarietà, e rivendica quindi l’acquisizione di funzioni amministrative e la gestione di fondi finanziari che si ritiene possano meglio essere gestiti a livello regionale, avendo sempre attenzione alla necessità di semplificazione dei procedimenti e di una maggiore vicinanza dell’azione pubblica ai cittadini ed agli attori economici e sociali. In particolare, si chiede una più ampia autonomia amministrativa nei seguenti ambiti: imprese e sviluppo economico; risorse naturali e agricoltura; infrastrutture e opere pubbliche; ambiente e beni culturali; istruzione e formazione professionale. Anche per quanto riguarda il finanziamento delle nuove funzioni amministrative è prevista l’attribuzione alla Regione di aliquote aggiuntive di compartecipazione al gettito dell’Iva e dell’Irpef, coerentemente con le disposizioni della Legge delega sul federalismo fiscale e dei relativi decreti di attuazione. “E’ necessario abbandonare, una volta per tutte, il modello di regionalismo vigente – ha concluso Ciambetti – che, per rispondere ad una logica dell’uniformità in tutte le zone del Paese, ha in realtà bloccato le potenzialità delle realtà produttive che potevano trainare l’economia, creando di fatto un’Italia a due velocità”.  
   
   
LA DIRETTA STREAMING DELLA GIUNTA TOSCANA DELL´8 OTTOBRE  
 
Firenze, 9 ottobre 2013 - Si è tenuta ieri mattina nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana Notizie. Tra i provvedimenti approvati oggi segnaliamo: - la delibera presentata dall´assessore al welfare Salvatore Allocca (dal minuto 6.20 al minuto 9.20) relativa alle attività promosse dalla Regione Toscana nell´anni 2013 per lo sviluppo della legalità democratica; - la delibera presentata dall´assessore alla Presidenza Vittorio Bugli (dal minuto 1.00.20 al minuto 1.15.15) sui termini e le modalità per la verifica dell´effettivo esercizio associato delle funzioni fondamentali comunali da parte delle Unioni dei Comuni. All´approvazione della delibera è seguita una discussione sui risultati del recente referendum per le fusioni tra Comuni; - il regolamento di attuazione della legge regionale 45/2012 presentato dagli assessori alla Presidenza Vittorio Bugli, all´urbanistica Anna Marson e alla cultura Cristina Scaletti (dal minuto 1.15.22 al minuto 1.27.05) riguardo alle agevolazioni fiscali per favorire, sostenere e valorizzare la cultura ed il paesaggio in Toscana; - l´approvazione del bilancio sociale 2012 della Regione Toscana ´La Toscana in chiaro´, presentato dall´assessore alla Presidenza Vittorio Bugli (dal minuto 1.27.49 al minuto 1.37.50); Si ricorda che gli atti approvati sono disponibili all´indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew dopo la loro verbalizzazione da parte degli uffici regionali  
   
   
FVG, LEGGE STABILITÀ: SERRACCHIANI; EQUITÀ NEI RAPPORTI STATO-REGIONE  
 
Trieste, 9 ottobre 2013 - "Lo spirito dei rapporti Stato-regione deve essere improntato ad equità e collaborazione". Lo ha affermato ieri a Roma la presidente del Friuli Venezia Giulia, al termine di un vertice convocato dal ministro dell´Economia Fabrizio Saccomanni con i rappresentanti delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano, per un confronto sulla legge di stabilità. Riferendo che il ministro dell´Economia ha prospettato ulteriori contributi a carico delle Regioni speciali, Serracchiani ha precisato che "noi siamo disponibili a contribuire al risanamento della finanza pubblica ma non a essere gravati in una misura irrazionale e secondo modalità che non riteniamo coerenti con l´intero quadro delle partite debitorie e creditorie, anche tenuto conto del peso derivante dal patto Tremonti-tondo". "In questo senso - ha aggiunto la presidente Searracchiani - abbiamo rappresentato al ministro Saccomanni l´esigenza di un ridisegno organico dell´ordinamento finanziario delle autonomie speciali che, coinvolgendo il ministero degli Affari regionali, superi l´attuale frammentazione". "Siamo l´unica Regione tra le speciali che ha già definito il patto di stabilità interno per il 2013 e questo - ha concluso - dovrebbe facilitare la definizione dei reciproci oneri tra lo Stato e la Regione".  
   
   
BOLZANO: RISANAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO, INCONTRO CON IL MINISTRO SACCOMANNI  
 
Bolzano, 9 ottobre 2013 - Un primo incontro interlocutorio, al quale ne seguiranno altri, e una proposta del governo che la Provincia di Bolzano definisce "prematura". Questo l´esito del vertice di ieri a Roma fra i rappresentanti delle Autonomie speciali e il Ministro dell´economia Fabrizio Saccomanni. Al centro dell´incontro l´applicazione della cosiddetta riserva all´erario, già messa in campo dai governi guidati da Silvio Berlusconi e Mario Monti, ovvero l´assegnazione allo Stato, con l´obiettivo del risanamento dei conti pubblici, delle maggiori entrate fiscali legate ad un aumento delle aliquote di imposte e tasse. "Sul tema - sottolinea l´assessore alle finanze, che ha rappresentato a Roma la Giunta provinciale altoatesina - vi è una recente sentenza della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo il comportamento del governo nazionale. La riserva all´erario, infatti, è una clausola che deve essere motivata con provvedimenti specifici, mentre il riferimento al risanamento dei conti pubblici è troppo generico". In ballo ci sono i fondi trattenuti alla Provincia di Bolzano, e alle altre Regioni e Province autonome, nel 2012, oltre a quelle non ancora definitivamente maturate del 2013. Durante l´incontro con il Ministro Saccomanni è emersa la proposta dello Stato di destinare la riserva all´erario al risanamento del debito pubblico nazionale per tutto il periodo 2014-2018, un´ipotesi che la Provincia di Bolzano giudica però "prematura". "Vogliamo che sulla materia si apra un discorso più ampio con il governo - prosegue l´assessore alle finanze - che parta innanzitutto dalla legge di stabilità. Bolzano, come ha sempre fatto in questi anni, è naturalmente disposta a fare la propria parte, ma in un´ottica che possa prevedere l´assunzione di nuove competenze in cambio di un contenimento della spesa pubblica".  
   
   
AUTONOMIE LOCALI FVG: OGGI A UDINE RIUNIONE DEL CAL SU NUOVI SPAZI...  
 
Udine, 9 ottobre 2013 - Si riunisce oggi a Udine, alle ore 14, il Consiglio delle Autonomie Locali (Cal). La seduta sarà incentrata unicamente sul Patto di stabilità tra lo Stato e la Regione, e sulle iniziative dell´Amministrazione a favore degli Enti locali. Nell´occasione l´assessore Paolo Panontin comunicherà ufficialmente i dati del monitoraggio eseguito tra gli Enti locali circa l´utilizzo degli spazi finanziari, ovvero della possibilità di spendere le risorse a disposizione. Dei 90 milioni che la Regione ha ceduto quest´anno ai Comuni e alle Province, sulla base dell´esito di tale ricognizione, ammonta a 8 milioni e 500 mila euro l´entità di spazi finanziari non utilizzati e che potranno essere rimessi in circolo a favore delle autonomie locali. Panontin comunicherà altresì la messa a disposizione del sistema delle Autonomie di ulteriori 25 milioni di euro di nuovi spazi finanziari, che sono il frutto dei tagli che le Direzioni regionali apporteranno alle proprie spese entro fine anno. Dunque, l´Amministrazione si impegna a spendere minori risorse per metterle a disposizione di Comuni e Province e proporrà anche che siano definiti con urgenza i criteri di assegnazione di tali spazi. Criteri, che dovranno tenere conto delle indicazioni fornite dalla Giunta regionale su proposta dello stesso assessore., nonché dei suggerimenti che emergeranno nel corso della seduta dell´organismo consultivo del sistema delle autonomie.  
   
   
REFERENDUM FUSIONI, ANCI TOSCANA: "BUONA PARTECIPAZIONE AL VOTO, FUSIONI DEVONO ESSERE STRUMENTO DI GESTIONE ASSOCIATA"  
 
Firenze, 9 ottobre 2013 - Il commento del segretario Pesci sugli esiti della consultazione che ha coinvolto tra domenica e lunedì 19 Comuni toscani "I referendum sulla fusione tra Comuni che si sono svolti tra domenica e lunedì hanno fatto registrare una buona partecipazione al voto. In quattro casi, i cittadini hanno dato un´indicazione chiara confermando la proposta che proviene direttamente dalle amministrazioni comunali. Nei restanti cinque invece assistiamo a verdetti non concordi tra i diversi comuni coinvolti". E´ il commento del segretario di Anci Toscana Alessandro Pesci, in merito all´esito dei referendum che si sono svolti tra domenica e lunedì in 19 Comuni toscani. Pesci si sofferma anche ad analizzare i possibili motivi della vittoria del no o comunque di risultati non unanimi tra i diversi comuni: "Come Anci Toscana insistiamo molto sul fatto che siano i Comuni stessi a promuovere le fusioni e che i sindaci siano impegnati in prima persona. La scelta di intraprendere il percorso verso la fusione deve essere frutto di un percorso serio e approfondito, anche ad esempio attraverso studi di fattibilità, e non di una valutazione superficiale, né tantomeno legata a fini politici, perché in questi ultimi casi il processo rischia di non arrivare a compimento o comunque, anche se la fusione va in porto, di non rispondere davvero all´esigenza per cui nasce, e cioè la gestione associata dell´ente in un´ottica di efficienza, efficacia ed economicità". Cosa succederà adesso? "A questo punto - spiega Pesci - confidiamo che il Consiglio regionale voglia deliberare rispetto all´istituzione dei Comuni unici nei casi in cui il referendum ha dato esito positivo, come è già successo per tre delle quattro consultazioni che si sono svolte in aprile, mentre, pur nel pieno rispetto delle prerogative del Consiglio, che è sovrano, ci aspettiamo che nei casi in cui il verdetto non è unanime, non vengano prese decisioni inappropriate rispetto ai risultati". Una volta deliberata dal Consiglio regionale la legge sulla fusione "i cittadini dei Comuni interessati - prosegue Pesci - dopo una fase di commissariamento dell´ente a partire da gennaio, saranno chiamati alle urne a maggio nella prossima tornata amministrativa per l´elezione degli organi. Come Anci Toscana auspichiamo che i commissari che saranno individuati da gennaio tengano conto e si avvalgano dell´esperienza dei sindaci uscenti". Nei casi in cui hanno prevalso i no o comunque il verdetto non è stato unanime, e il percorso verso la fusione è destinato ad arrestarsi, "resta comunque aperto il tema di come garantire le tre "e" - conclude Pesci - ad esempio attraverso Convenzioni o Unioni". Infine, in base alle informazioni in possesso di Anci Toscana, sono 6 i restanti casi in cui è stata avviata una discussione, a diversi livelli, in merito ad una ipotesi di fusione: Gaiole in Chianti - Radda in Chianti, in provincia di Siena; Giuncugnano - Sillano in provincia di Lucca; Cantagallo - Vaiano - Vernio, in provincia di Prato; Abetone - Cutigliano - Piteglio - San Marcello Pistoiese in provincia di Pistoia; Arcidosso- Castel del Piano, in provincia di Grosseto; Capolona - Subbiano in provincia di Arezzo.  
   
   
SARDEGNA, FORMAZIONE: AL VIA 22 CORSI PER 400 DISOCCUPATI  
 
Cagliari, 9 ottobre 2013 - Stanno per partire 22 corsi rivolti a circa 400 disoccupati o inoccupati, prevalentemente diplomati o laureati, nell´ambito del programma Maciste (mare,cielo, sole, terra). Lo rende noto, l´assessore regionale del lavoro, Mariano Contu. "Il bando Maciste - ha spiegato l’esponente dell´esecutivo - finanziato dalla linea e.1.1 dell’Asse Ii del Por, mette a disposizione 4 milioni e 200 mila euro per la creazione di nuove figure professionali nei settori dell’energia, della bioedilizia, della comunicazione, del turismo sostenibile, della nautica, del lavoro meccanico, del recupero ambientale e della gestione degli uliveti e dei frantoi. Non si tratta solo di percorsi di formazione professionale - ha precisato Contu - ma anche di politiche attive per il lavoro, finalizzate alla creazione di nuove imprese, con grande attenzione alle risorse su cui si gioca il futuro della nostra economia, il mare, l’ambiente e il turismo." La scorsa settimana, l´assessorato del lavoro ha pubblicato la graduatoria delle agenzie formative che organizzeranno i corsi distribuiti in tutte le province della Sardegna, in base ai fabbisogni dei territori. A tutti gli allievi sarà rilasciata una qualifica professionale che comprende la certificazione delle competenze, spendibile nel mercato del lavoro di tutti paesi europei, come previsto dai nuovi dettami dell´Ue.  
   
   
PARMA, PROVINCIA MULTIETNICA PRESENTATO IL RAPPORTO PROVINCIALE IMMIGRAZIONE. 60.550 I CITTADINI STRANIERI RESIDENTI, PIÙ DELLA METÀ DONNE. UN NATO SU CINQUE È FIGLIO DI IMMIGRATI  
 
Parma, 9 ottobre 2013 – E’ sempre più una terra multietnica la provincia di Parma, in Italia una delle più abitate da cittadini stranieri. E anche se la spinta a venire a Parma è fortemente ridimensionata dalla crisi, quella degli stranieri è una presenza consolidata, misurata al 1 gennaio 2013 in 60.550 residenti stranieri (447.251 la popolazione). Un 13,5% che conta anche economicamente visto che sono 33mila i lavoratori stranieri nel territorio, di cui 28mila residenti. Una presenza sempre più femminile (il 51,7% sono donne) che segna di sé la comunità Parmense in cui un nato su quattro è figlio di genitori di nazionalità non italiana e che manda a scuola circa 7.400 alunni stranieri (pari al 15,5% su un totale di 47.500 studenti). Sono alcuni degli elementi contenuti nel Rapporto sull’immigrazione 2012 presentato oggi nella sede della Provincia nel corso di un incontro in cui si sono approfonditi diversi aspetti del lavoro svolto dall’ente con il concorso di tanti soggetti che operano nelle rete dell’integrazione le cui opinioni sono state raccolte nel report insieme alle testimonianze di stranieri residenti. “Sono riflessioni di chi opera sul campo e storie della vita di diversi immigrati che fanno da corredo ai dati, un tentativo che abbiamo fatto di dare un’anima ai numeri – ha spiegato Marcella Saccani, assessore provinciale alle Politiche sociali aprendo l’incontro al quale sono intervenuti Michele Rossi di Ciac onlus, le consigliere di Parità provinciale Cecilia Cortesi Venturini e regionale Rosa Amorevole, il dirigente scolastico Adriano Cappellini mentre Gian Marco Baroni dell’Ufficio provinciale statistica e Francesco Cirillo, sociologo, hanno illustrato dati demografici e l’analisi del report. “Eventi come quelli di Lampedusa cambiano la riflessione – ha continuato Saccani - e allora viene in mente che questa anima che abbiamo abbinato alla freddezza dei numeri si è perduta e lacerata perché non sa mettere insieme con la ragione la responsabilità che deve essere condivisa se vogliamo riconoscerci come cittadini del mondo e non di una piccola parte. Assumersi la responsabilità vuol dire immaginare un futuro che prevede l’arrivo di persone, non dobbiamo immaginarli come il prodotto dell’emergenza ma assieme ad altri paesi dobbiamo condividere questa opportunità e immaginare la comunità in modo diverso. I dati che presentiamo oggi ci dicono che i cittadini stranieri sono una parte fondamentale del sistema Parma, nel mondo dei consumi, nello sviluppo e qualificazione dei servizi, nel sistema di cura degli anziani”. I numeri dell’immigrazione nel parmense - Al 1° gennaio 2013 contiamo 60.550 residenti stranieri, con una crescita rispetto all’anno scorso di 2.317 unità (+ 4,0%), l’aumento più basso di sempre confermando un trend registrato anche a livello nazionale e regionale. Su tale fattore è possibile che abbia inciso, oltre alle prime cancellazioni anagrafiche in seguito alle risultanze censuarie, anche la crisi economica che, avendo colpito numerosi segmenti dell’attività produttiva del nostro territorio, potrebbe aver rallentato il movimento in ingresso e determinato il ritorno in patria di un certo numero di persone. Comunque sia, i cittadini stranieri costituiscono il 13,5% della popolazione parmense complessiva all’1.1.2013, posizionando la provincia di Parma tra i livelli più elevati in Italia e in Emilia-romagna. La popolazione straniera è aumentata nell’ultimo anno in 29 comuni sui 47 della nostra provincia; nell’anno precedente era cresciuta in 39. I comuni di Calestano, Langhirano, Colorno e Fornovo si confermano quelli in cui la percentuale di stranieri rispetto alla popolazione totale è più alta, maggiore o uguale al 17,7%. Continua la crescita della presenza femminile, che ha ormai raggiunto il 51,7% (nel 1999 le donne rappresentavano solo il 42,5% del totale della popolazione straniera). Per quanto riguarda le cittadinanze più numerose, al primo posto, per il terzo anno consecutivo, troviamo i Moldavi, mentre al secondo i Rumeni, che hanno sottratto tale posizione agli Albanesi, che si collocano, così, al terzo posto; queste tre cittadinanze da sole rappresentano il 35,3% di tutta la popolazione straniera. Da segnalare la crescita, rispetto all’1.1.2012, del numero di nati (vale a dire residenti di età 0) stranieri (+ 9%) dopo il calo del 10% che aveva caratterizzato lo scorso anno. La percentuale dei nati stranieri sul totale è ben oltre il 20% all’interno di tutti e quattro i distretti; in provincia di Parma oltre 30 nati su 100 sono figli di almeno un genitore straniero e circa 24 su 100 hanno entrambi i genitori di nazionalità non italiana. A proposito di genitori e coppie, dai dati 2010 (ultimi disponibili) della Regione Emilia-romagna, emerge che, in provincia di Parma, più di 2 matrimoni su 10 sono composti da almeno uno dei due coniugi di cittadinanza straniera, con netta prevalenza di unioni in cui ad avere la cittadinanza straniera è la sposa, e che quella di Parma è la provincia dell’Emilia-romagna che detiene la più alta percentuale per matrimoni con almeno un coniuge straniero. In leggera diminuzione il numero di domande di cittadinanza: nell’anno 2012 sono state presentate alla Prefettura di Parma 730 domande (erano 847 nel 2011) di cui 552 per residenza e 178 per matrimonio; si conferma il dato di una maggiore richiesta da parte delle donne (384) con una forte prevalenza per matrimonio con cittadino italiano. Nel lavoro e nella formazione - Nel 2012 si stimano nel parmense 28 mila lavoratori stranieri residenti, pari al 14,0% del totale occupati (203 mila), in leggera diminuzione rispetto al 2011 (erano circa 29.000), mentre gli occupati stranieri arriverebbero a 33 mila unità circa, pari al 15,1% delle forze di lavoro complessive (216 mila unità fra residenti e non). Viene confermato il significativo contributo della componente straniera sulle assunzioni con contratto di lavoro dipendente: se si considera nel totale assunzioni anche le attività svolte da famiglie e convivenze, relative in massima parte all’assunzione di colf e badanti, si ha che nel 2012 ben 21.673 assunzioni su 70.926, ossia il 30,6% hanno riguardato lavoratori o lavoratrici stranieri; se si escludono invece le attività svolte da famiglie e convivenze, l’incidenza sul totale delle assunzioni degli stranieri risulta del 26,9%. Certo è che anche a Parma, come nel resto del paese, la notevole crescita dell’occupazione straniera ha incontrato sul suo cammino il grande ostacolo della crisi. E, anche nella nostra provincia, questo fattore di impedimento è stato sufficiente a fare salire la disoccupazione degli stranieri su livelli inediti: da 2.300 a 4.400 unità, in termini assoluti, e dal 7,2% al 13,3% delle forze di lavoro, in termini relativi. Nel biennio 2011/2012, infatti, il tasso di disoccupazione provinciale degli stranieri si è accresciuto con una velocità superiore a quella rilevata sulla media nazionale, portando i livelli di disoccupazione locale dei migranti su soglie solo di poco inferiori a quella nazionale (14,1%). La causa principale è la forte crescita della disoccupazione maschile (dal 7,9% al 16,3%), legata alla crisi nelle attività manifatturiere e nelle costruzioni. Per quanto riguarda nello specifico i rapporti di lavoro dipendente per colf e badanti, nel 2012 si è realizzata una diminuzione delle assunzioni pari al 7,4% registrando poi un ulteriore calo nel primo semestre del 2013 (- 14,5%) passando da 3.656 unità a 3.522; il decremento interessa in particolare i collaboratori domestici (colf) che passano da 1.897 a 1.241 unità (- 656) e un parallelo incremento di addetti all’assistenza personale (badanti) che passano da 1.711 a 2.225 unità (+ 514). La domanda di queste professioni che, fino al recente passato, si erano poste al centro di un duraturo ciclo di crescita dell’occupazione straniera, sta anch’essa diminuendo. Anche per far fronte al contesto sopra descritto, un importante impulso è stato dato alla programmazione di iniziative di formazione e sostegno all’occupazione: 322 i percorsi formativi avviati nel 2012-2013 nel territorio provinciale per il coinvolgimento complessivo di 2158 partecipanti, il 20% circa dei quali rappresentato da cittadini stranieri. Gli allievi immigrati hanno partecipato principalmente ad attività di formazione iniziale (33,8%), significativo tuttavia il dato di stranieri impegnati in percorsi di qualificazione/riqualificazione lavorativa e in esperienze individuali in situazione lavorativa/tirocini (27,4%). Nelle scuole - Gli alunni iscritti nel complesso delle scuole del nostro territorio sono circa 47.500, di cui circa 7.400 stranieri (pari al 15,5% del totale) con un incremento rispetto alla precedente annualità di 379 unità. Nel decennio appena trascorso gli alunni stranieri sono quasi quadruplicati aumentando di 5.482 unità mentre per gli italiani si registra una variazione più contenuta sia in termini assoluti (+2.573) che percentuali (+6,9%). Determinante l’apporto consistente della componente straniera: questo riguarda tutti i gradi d’istruzione, gli stranieri contribuiscono infatti per il 70 per cento all’incremento degli alunni nelle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori), per il 75 in quelle secondarie di primo grado (scuole medie) e per il 63 per cento nelle scuole primarie (scuole elementari). In particolare dei 2.601 alunni in più presenti nelle scuole superiori ben 1.814 sono stranieri, mentre sono 1.463 sui 1.951 in più nelle scuole medie e 2.205 sui 3.503 delle elementari. Tra le principali nazionalità degli alunni stranieri si confermano Albania, Moldavia, Marocco, India e Romania in corrispondenza con quanto evidenziato dal dato demografico della popolazione straniera complessiva residente. Il percorso scolastico dei ragazzi stranieri continua ad essere caratterizzato da una maggiore difficoltà rispetto a quello dei compagni italiani, difficoltà che si riflette in tutti i gradi d’istruzione a partire dalla scuola primaria dove mediamente, 16 bambini stranieri su cento risultano in ritardo - prevalentemente di un anno - rispetto alla classe frequentata. Viene confermato anche il dato della dispersione scolastica: nemmeno la metà dei diciottenni di origine straniera ha scelto di completare l’obbligo formativo all’interno del percorso di studi superiori mentre la restante metà si è probabilmente indirizzato verso la formazione professionale e l’apprendistato oppure, dopo avere assolto all’obbligo di istruzione (16 anni) o a quello formativo (17 anni) non ha ritenuto necessario di continuare gli studi. Una delle possibili concause del ritardo mostrato dagli alunni stranieri, soprattutto nella scuola superiore, è preferibilmente rintracciare nel basso numero di nati in Italia, questi ultimi sono infatti, nell’anno scolastico 2011-12, poco meno del 60% di quelli iscritti nella scuola primaria, il 30% nella secondaria di primo grado e solamente il 9% nella scuola secondaria di seconda grado. I corsi di lingua italiana - Più di 2000 gli utenti complessivi dei corsi, in prevalenza donne, giovani in gran parte provenienti da India, Marocco, Moldavia. L’offerta formativa locale dell’insegnamento dell’italiano ai cittadini stranieri nell’anno 2012/2013 è stata particolarmente ampia: 116 corsi, in prevalenza organizzati dai Centri territoriali permanenti – Ctp (86%), il 25% dei quali finanziati nell’ambito di programmazioni provinciali condivise con la rete locale formata dai soggetti che si occupano di integrazione. Nelle scuole superiori, grazie ad un progetto della Provincia di Parma finanziato con il contributo della Fondazione Cariparma è stato possibile attivare, nell’anno scolastico 23 corsi di Italiano per lo Studio di livello A2 e B1 per un numero complessivo di circa 230 studenti; unitamente ai corsi sono stati attivati circa 600 interventi di mediazione culturale. L’accesso ai servizi sanitari - Lo Spazio Salute Immigrati - Rispetto all’anno 2011, si registra un lieve calo dell’utenza allo Spazio Salute Immigrati dell’Ausl di Parma (1464 soggetti contro i 1553 del 2011), diminuzione prevalentemente legata all’attenuazione del flusso legato all’emergenza Nord-africa. Aumenta tuttavia la presenza di nuovi utenti (935 soggetti rispetto agli 824 del 2011), principalmente della componente femminile. Continua l’aumento degli accessi che richiedono prestazioni solo infermieristiche o psicologiche; rispetto al 2011, l’area pediatrica ha evidenziato un calo complessivo dell’utenza in carico (dai 244 nel 2011 ai 205 nel 2012). I consultori - I dati del Servizio Salute Donne Ausl di Parma per l’anno 2012 confermano alcune caratteristiche della Regione Emilia-romagna, che si riflettono anche nel parmense, quali un costante incremento di madri con cittadinanza straniera (29,8%) e un aumento dell’età media di gravidanza (31,8%) con una discreta differenza tra italiane (33) e straniere (28,9). Delle 1952 donne gravide prese in carico dai consultori nel 2012 in provincia di Parma il 60,5% (1182 utenti) sono di nazionalità straniera. La prevenzione - Si mantiene costantemente più bassa della media la percentuale di partecipazione dei cittadini stranieri ai programmi di prevenzione (screening oncologici collo, utero, mammella, colon). La casa: edilizia residenziale pubblica e famiglie immigrate - Alla fine del 2012, sono 5.650 gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) che risultano occupati da 4.815 famiglie italiane (85,22%) e 835 famiglie originarie di altri Paesi (14,78%). Rispetto all’anno precedente, la presenza delle famiglie straniere negli appartamenti pubblici è aumentata di 41 nuclei familiari. Alla stessa data, risultano occupare alloggi di proprietà pubblica, che non vengono assoggettati alla normativa riguardante l’Erp e sono assegnati attraverso dei bandi ‘speciali’, 87 famiglie straniere, in calo rispetto all’anno precedente, che registrava 99 famiglie presenti. Significativo, seppur in calo rispetto all’anno precedente (- 6 nuclei) è stato il dato relativo alla presenza di 99 nuclei stranieri composti da un genitore con minori, quasi esclusivamente donne sole con figli (98). Nel suo complesso, la popolazione Erp è composta da 12.610 persone, un dato in costante crescita (12.503 nel 2011, 12.222 nel 2010, 11.978 nel 2009). Di questi, 3.720 erano cittadini stranieri, pari al 29,5% del totale e l’1,11% in più rispetto al 2011 (3.550 persone), perlopiù di origine marocchina, tunisina, albanese, evidentemente favoriti da una maggiore anzianità di residenza rispetto a coloro provenienti da Paesi di recente o nuova migrazione. I richiedenti asilo e i rifugiati politici - Al 31.12.2012 i permessi di soggiorno in Emilia-romagna passano da 3.914 a 4.476 con un incremento nell’anno di 562 unità (pari a circa il 14%) almeno in parte riferibile agli arrivi nell’ambito dell’Emergenza Nord Africa. E’ infatti probabile che un certo numero di persone non avesse ancora ottenuto il permesso di soggiorno al 31.12.2011 e che ciò sia avvenuto solo nel corso del 2012. Anche in provincia di Parma si registra un aumento delle presenze: i permessi di soggiorno al 31.12.2012 sono 643 con un aumento di 84 unità. Nel 2011 invece il numero di permessi di soggiorno per richiedenti asilo e rifugiati attivi in Emilia-romagna era di 3914 con un incremento di 341 unità ovvero circa il 9.5%. Rispetto alla precedente annualità, è stata ulteriormente incrementata la rete di accoglienza dedicata a richiedenti asilo e titolari di protezione (progetti Sprar) con l’ampliamento nel 2012 di 18 posti straordinari aggiuntivi a livello provinciale passando da 57 a 75 posti di accoglienza. Lo sportello provinciale asilo - Aumentati del 23% rispetto al 2011 anche gli accessi allo sportello provinciale per richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria: 415 accessi nel 2012 dei quali il 58% costituito da nuovi utenti e il 9% da donne. Il 60% delle richieste e dei bisogni registrati allo Sportello è di tipo sociale con richieste di accoglienza nello Sprar e nelle strutture di seconda accoglienza, in seguito alla perdita del lavoro o in situazione di disoccupazione di lunga durata. L’emergenza Nord Africa (Ena); Accolti al 28/2/2013: 115 (erano 159 al 31.12.2012); Totale accolti Ena: 182 persone; Nel 75% dei casi Ena è stata riconosciuta la protezione umanitaria; L’81% sono maschi adulti, nazionalità principali Nigeria, Somalia e Ghana.  
   
   
VENERDÌ PROSSIMO AL VIA IL CICLO DI CONFERENZE “CRIMINAL ECONOMIES”. SCOPELLITI: “OCCASIONE PER APPROFONDIRE UNA REALTÀ IN CONTINUO MUTAMENTO, PRESENZA DI ALFANO SEGNALE IMPORTANTE”  
 
Catanzaro, 9 ottobre 2013 - “Criminal economies” è il ciclo di conferenze dedicato al fenomeno dell’economia criminale, che prenderà il via venerdì prossimo a Reggio Calabria, organizzato dalla Regione Calabria con l´alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero dell´Interno, del Ministero della Giustizia, del Ministero degli Esteri e del Senato della Repubblica. L’organizzazione dell’evento è stata condivisa con la United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc). La giornata d’apertura è in programma venerdì prossimo 11 ottobre, alle ore 16 presso l’Auditorium “Nicola Calipari” di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria. Dopo i saluti del Presidente del Consiglio Franco Talarico e dell’Arcivescovo di Reggio Calabria - Bova Giuseppe Fiorini Morosini, interverranno il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, il Direttore dell’Agenzia Nazionale Beni sequestrati e confiscati Giuseppe Caruso, il Procuratore Generale della Repubblica di Reggio Calabria Salvatore di Landro, il Procuratore Generale della Repubblica di Catanzaro Santi Consolo, il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho ed il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Lombardo. Concluderà l’appuntamento il Vice Premier e Ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Nella crisi finanziaria di oggi – afferma il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - assistiamo a un sempre crescente predominio dei mercati criminali e illegali sull’economia legale. La ricchezza accumulata dal crimine organizzato, unitamente all’evasione fiscale, alla corruzione, alle frodi a istituzioni pubbliche, ha assunto proporzioni tali da costituire un vero e proprio mercato, parallelo a quello legale, in grado di condizionare il destino di interi Paesi e, quindi, dell’economia transnazionale. La conferenza internazionale che apre i lavori a Reggio Calabria vuole costituire occasione di approfondimento delle tematiche di stringente attualità connesse all’impegno che la pubblica amministrazione sostiene nella lotta alla criminalità organizzata che, valicando i confini dei singoli Stati, si appalesa come una vera e propria multinazionale dell’illegalità. Le diverse sessioni di studio sono finalizzate a verificare lo stato attuale delle legislazioni anti-riciclaggio, della gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati in Italia e all’estero, le azioni della società civile e del mondo legato alla cultura ed i modelli legislativi e investigativi più avanzati contro le mafie. La presenza di relatori di altissimo spessore, provenienti anche da Paesi dell’America Latina, nonché del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, oltre che la condivisione di un organismo importantissimo come l’Unodc, visto l’interesse manifestatomi dal Direttore Esecutivo Yuri Fedotov, conferisce a questo evento una dimensione di grande rilievo nel panorama internazionale. La volontà è quella, quindi, di affrontare concretamente il fenomeno dell’economia generata dai traffici illeciti, per pianificare le necessarie azioni di contrasto che mirino ad ostacolare il riciclaggio, le insolvenze transfrontaliere, il terrorismo internazionale e a favorire l’utilizzo degli ingenti patrimoni confiscati. Alle crescenti minacce derivanti dall’espansione criminale – conclude il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - è necessario promuovere una cultura giuridica internazionale che coinvolga gli Stati e le legislazioni degli stessi per far fronte comune contro l’economia criminale favorendo la nascita di un circolo virtuoso che produca ricchezza legittima, cultura, lavoro e legalità”. Il programma di venerdi prevede inoltre, alle ore 19.30, la conferenza-spettacolo dal titolo: “Paolo Borsellino, essendo Stato”, tratto dal libro di Ruggero Cappuccio. Lo spettacolo, rappresentato per la prima volta a Milano nel dicembre del 2011, racconta gli ultimi secondi di vita del giudice Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia a Palermo nel luglio del 1992. Sono previsti gli interventi di Oscar Magi, Ilio Mannucci Pacini, Monica Cavassa, Luciana Greco, Barbara Medagliani, Maria Bambino e Marica Orlandi. Introdurrà Gaetano Paci, Sostituto Procuratore della Dda di Palermo. Il ciclo di conferenze proseguirà lunedi 14 ottobre a Roma, nella sala Atti Parlamentari del Senato della Repubblica, dove si parlerà dell’espansione criminale della mafie in Italia e all’estero.  
   
   
SDS SUD EST: IL CONVEGNO FINALE SU "LA RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI COME RISORSA NEL CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE”  
 
  Firenze, 9 ottobre 2013 - Una platea partecipe ed attenta è intervenuta al convegno finale del progetto "La rete dei servizi territoriali come risorsa nel contrasto alla violenza di genere” promosso dalla Società della Salute Sud Est con l´Associazione Artemisia in collaborazione la Asf e finanziato dalla Regione Toscana. Il convegno è stato l’occasione per restituire e condividere i risultati del lavoro svoltosi fra aprile 2012 e luglio 2013 sulle prassi e i criteri di intervento per il contrasto alla violenza domestica e assistita. I promotori si dicono soddisfatti. Il progetto, frutto dell’impegno delle diverse istituzioni, degli operatori e delle operatrici dei servizi territoriali, del centro antiviolenza e dell’associazionismo, ha prodotto risultati positivi per porre le basi a un’efficace rete di protezione e presa in carico delle donne e dei minori in situazioni di violenza. In particolare il progetto ha permesso, attraverso la formazione comune e il confronto sulle esperienze di: • valorizzare le risorse e le conoscenze di tutto il territorio; • creare uno spazio dove gli operatori di diverse agenzie con diverse mission e professionalità hanno potuto confrontarsi operativamente per rendere efficaci azioni coordinate di risposta ai bisogni delle donne vittime di violenza e dei loro figli • implementare le reti territoriali (che da anni lavorano insieme sui singoli casi); • integrare all’interno dei territori nuovi servizi specialistici per la violenza attivati a Figline V.no, Pontassieve e San Casciano in collaborazione con l’associazione Artemisia (sportelli territoriali); • evidenziare i nodi critici su cui continuare a lavorare. Durante il convegno gli operatori hanno manifestato l’auspicio che il lavoro iniziato possa proseguire attraverso il lavoro operativo della rete, il confronto sui casi, ulteriori formazioni e approfondimenti su tematiche specifiche, sviluppando e potenziando la capacità di intervenire in modo efficace per contrastare la violenza. Sempre gli operatori hanno sottolineato alcuni presupposti fondamentali nel lavoro integrato sulla violenza: la formazione continua, la supervisione per gli operatori, la creazione di un linguaggio comune e strumenti unificati di rilevazione e valutazione del rischio. Il convegno ha visto la sentita partecipazione degli studenti di tre istituti superiori che hanno aderito al progetto (Istituto di Istruzione Superiore A. Volta di Bagno a Ripoli, Liceo Scientifico Godetti di Bagno a Ripoli ed Isis G. Vasari di Figline Valdarno) e che attraverso un video hanno presentato il lavoro svolto con l’Associazione Artemisia. Il video realizzato dagli studenti documenta il lavoro creativo e di riflessione sui ruoli maschile e femminile, sulle relazioni affettive e sugli stereotipi che stanno alla base della normalizzazione della violenza di genere. “Oggi il problema della violenza di genere richiede risposte concrete ed efficaci- ha affermato il Presidente della Sds Sud Est, Luciano Bartolini – sul piano sociale e sanitario, giuridico ed economico, ma ancora si sta facendo troppo poco. Un elemento importante e significativo è stata la trasformazione del decreto legge n. 93 in legge dell’agosto scorso. L’obiettivo che ci eravamo prefissati e che speriamo di avere raggiunto con questo progetto – ha continuato il Presidente della Sds Sud Est - è quello di aver costruito i presupposti per garantire una rete informativa e di supporto logistico e sociale per le vittime, attraverso la formazione appunto e la sensibilizzazione di tutti gli operatori che possono essere coinvolti nel problema, assistenti sociali, medici di famiglia, pediatri(spesso i piccoli sono i più fragili), psicologi, forze dell’ordine, associazioni territoriali. Ma questo non può essere che l’inizio di un percorso, perché la rete, che siamo riusciti a creare deve essere coltivata e potenziata.. Da parte della Società della Salute la massima volontà ed impegno a proseguire insieme all’Asf ed all’Associazione Artemisia, realtà competente e preziosa, ma fondamentale – ha concluso il Presidente - per continuare a lavorare in modo serio ed efficace sarà poter contare sul contributo ed il supporto della Regione. ”  
   
   
MINORI. PRESENTATO IL PROGETTO PER L’AUTOSTIMA RIVOLTO AGLI ADOLESCENTI MILANESI INIZIATIVA UTILE ALLA CRESCITA DI RAGAZZE E RAGAZZI  
 
Milano, 9 ottobre 2013 - Incoraggiare le ragazze e i ragazzi ad avere una giusta consapevolezza di se stessi. È questo il senso di “Dove Progetto Autostima”, iniziativa realizzata da Dove, con il patrocinio del Comune di Milano e la supervisione di Mauro Grimoldi, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia e presentata ieri a Palazzo Marino. Alunne e alunni di dieci scuole medie milanesi saranno coinvolti in un percorso di quattro incontri sui temi della corporalità, dell’alimentazione e della relazione con l’altro. “Si tratta di un progetto utile – ha detto Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute – sia per la sua azione concreta sia perché utilizza un approccio innovativo ed efficace. Quello degli adolescenti è un mondo difficile e delicato. Per questo ben vengano iniziative che aiutino le ragazze e i ragazzi nel loro percorso di crescita”. Ad accompagnare il progetto anche una campagna di affissioni, prevista nelle principali stazioni della metropolitana e per le strade della città, volta a sensibilizzare i milanesi nei confronti della tematica. Materiali informativi saranno veicolati anche in diversi punti come farmacie comunali e biblioteche. “C’è un filo – ha aggiunto Majorino – che unisce questo progetto a quanto l’Amministrazione sta facendo per la difesa dell’immagine della donna, con la prossima apertura della Casa dei diritti, e per la promozione del benessere psicosociale degli adolescenti, con il fumetto distribuito nelle scuole in collaborazione con l’Ordine degli psicologi. Un filo che mette al centro il diritto delle persone a essere sostenute, ad avere punti di riferimento e a non subire discriminazioni”.