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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 09 Ottobre 2013 |
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Politica |
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INTERVENTO DI IERI DEL COMMISSARIO MALMSTRöM A LAMPEDUSA NEL CORSO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL CONSIGLIO AFFARI INTERNI |
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Lussemburgo, 9 ottobre 2013 - Oggi mi hanno proposto
di distribuire una vasta ricerca di Frontex e soccorso che coprirà il
Mediterraneo da Cipro alla Spagna. Ho chiesto ai ministri di dare il loro
sostegno politico e di rendere disponibili le risorse necessarie. Tale
operazione vi aiuterà a portare più veloce di monitoraggio, l´identificazione e
il salvataggio di altre navi e imbarcazioni. E quindi prevenire la perdita di
vite umane in mare. L´unione europea si avvarrà anche, a partire da dicembre
dalla tecnologia e gli strumenti di condivisione delle informazioni disponibili
attraverso il sistema Eurosur.
Le prime reazioni degli Stati membri sono
incoraggianti e ci saranno ora un´occhiata a come possiamo definire
l´operazione in modo più dettagliato. La Direzione generale per gli affari
interni e Frontex dovrà lavorare insieme con le autorità degli Stati membri di
affrontare rapidamente le esigenze e le priorità al fine di muoversi
rapidamente per l´organizzazione del funzionamento.
Gli eventi recenti sono una tragedia europea e
riguardano tutti gli Stati membri. Questo è il motivo per cui dobbiamo agire a
livello europeo per dimostrare solidarietà concreta, sia con i migranti e con i
paesi che devono affrontare la pressione migratoria estrema.
Frontex e Eurosur ci permetteranno di intervenire a
breve termine e affrontare le carenze più urgenti, ma dobbiamo anche sviluppare
una strategia di medio lungo termine per una gestione più efficace dei flussi
migratori.
Dobbiamo aumentare la nostra cooperazione e il dialogo
con i paesi di origine e di transito dei migranti, al fine di aprire più canali
per l´immigrazione legale e colpire i criminali alla base del loro
funzionamento. In questo quadro abbiamo già concluso un partenariato per la
mobilità con il Marocco e speriamo che possiamo fare lo stesso con la Tunisia e
con altri paesi del Nord Africa.
Gli Stati membri devono fare di più per aiutare i
rifugiati e richiedenti asilo. Queste persone sono i più vulnerabili e sono già
passati attraverso eventi orribili. E ´inaccettabile che essi hanno a rischiare
la vita per ricevere protezione. Gli Stati membri devono essere più attivi nel
reinsediamento di rifugiati verso l´Ue, al fine di evitare che questi incroci
mortali. Ho detto chiaramente a tutti i ministri che si tratta di questioni
europee che richiedono risposte europee. Se vogliono dare risposte e dimostrare
concreta solidarietà che hanno da dare alla Commissione le risorse finanziarie
adeguate. Sono fiducioso che oggi tutti gli Stati membri hanno sentito la
nostra forte chiamata e reagiranno di conseguenza.
A più lungo termine, abbiamo bisogno di un approccio
più aperto alla migrazione, per definire una politica comune europea basata sui
diritti dei migranti e dei richiedenti asilo e sulla solidarietà di tutti, dei
migranti e degli Stati membri.
Domani sarò a Lampedusa insieme con il Presidente
Barroso per rendere omaggio alle tante persone che sono morte nel tentativo di
raggiungere le coste europee e per esprimere la mia solidarietà, insieme con le
autorità italiane e la gente di Lampedusa.
Facciamo in modo che ciò che è accaduto a Lampedusa
sarà un campanello d´allarme per aumentare la solidarietà e il sostegno
reciproco e per evitare tragedie simili in futuro.
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UNIONE EUROPEA-UNESCO: LAVORARE INSIEME PER IL CAMBIAMENTO |
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Bruxelles, 9 ottobre 2013 - L´organizzazione per
l´istruzione delle Nazioni Unite, la Scienza e la Cultura (Unesco) e l´Unione
europea hanno annunciato ieri che rafforzeranno la loro cooperazione e le loro
operazioni congiunte in settori di reciproco interesse, quali l´istruzione, la
cultura, la scienza e la tecnologia, l´acqua e gli oceani, e la libertà di
espressione. La decisione arriva un anno dopo la firma di un accordo di
partenariato (Memorandum of Understanding) tra il Direttore Generale
dell´Unesco, Irina Bokova, l´alto rappresentante dell´Unione per gli affari
esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione europea,
Catherine Ashton e il commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, di
scambiarsi informazioni e collaborare più strettamente in settori di interesse
comune.
All´interno di questo protocollo d´intesa, le due
organizzazioni hanno avviato una serie di progetti in materia di istruzione, la
cultura, le scienze e dei diritti umani in diverse regioni del mondo. Questi
includono attività quali l´istruzione e la formazione professionale per i
giovani rifugiati siriani in Giordania, costruendo tsunami capacità di risposta
di emergenza ad Haiti, il rafforzamento del dialogo e della responsabilità dei
media nel Sud Est Europa, la salvaguardia e la conservazione del patrimonio
culturale in Egitto, Giordania e Libano. Attraverso questo accordo, hanno anche
sostenuto iniziative, come ad esempio il Insegnanti Task Force Internazionale per
l´Educazione per Tutti, che aiuta i paesi in via di reclutare e formare un
numero adeguato di insegnanti competenti e motivati.
Nuovi progetti per i prossimi 12 mesi comprendono la
salvaguardia dei manoscritti unici di Timbuktu in Mali, un sondaggio avanzato
delle risorse idriche sotterranee in Iraq, il rafforzamento delle capacità
delle reti dei Giovani del Mediterraneo a sostenere per i loro diritti e
rappresentatività e assistenza tecnica per i paesi in via di sviluppo a
rafforzare la ruolo della cultura come motore per lo sviluppo sostenibile. Le
nuove iniziative potranno spingere i contributi della Commissione europea al
partenariato per circa 30 milioni di euro.
" Il nostro lavoro insieme è dando i suoi frutti
", ha detto Direttore generale dell´Unesco Irina Bokova nel primo
anniversario del protocollo d´intesa. " Sono certo che la nostra
collaborazione con l´Unione europea sostanzialmente rispondere ad alcuni
bisogni fondamentali che sono necessarie se vogliamo avanzare uno sviluppo
sostenibile inclusiva radicata in materia di istruzione di qualità per tutti e
il rispetto della diversità culturale . "
Commissario Piebalgs ha aggiunto che "
l´iniziativa ha dimostrato che lavorare insieme significa che il nostro lavoro
è ancora più efficace. L´unione europea e condividere Unesco diverse priorità,
ma, soprattutto, hanno in comune la volontà di rafforzare i valori fondamentali
per raggiungere uno sviluppo inclusivo ".
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PARLAMENTO EUROPEO: DIBATTITO SULLA RISPOSTA DELL´UE ALLA CRISI DEI RIFUGIATI SIRIANI |
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Strasburgo, 9 ottobre 2013 - Le misure dell´Ue e degli Stati membri per
aiutare i profughi in fuga dalla Siria saranno discusse mercoledì alle 9.00 con
la Commissione e con la Presidenza lituana. Oltre due milioni di rifugiati, il
76% dei quali sono donne e bambini, hanno ormai lasciato il paese. Il
Parlamento voterà una risoluzione lo stesso giorno.
È possibile seguire il dibattito in Plenaria via Ep
Live e Ebs +. Http://www.europarl.europa.eu/ep-live/it/schedule/
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"QUALITÀ DELLA VITA NELLE CITTÀ EUROPEE" SONDAGGIO: UN´ISTANTANEA DI ANSIE E SPERANZE DEI CITTADINI NEI CENTRI URBANI |
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Bruxelles, 9 ottobre 2013 - La Commissione europea ha pubblicato ieri i
risultati del sondaggio Eurobarometro 3-annuale sulla "percezione della
qualità della vita nelle città europee". L´indagine è stata condotta in 79
città di tutti gli Stati membri dell´Ue, nonché Islanda, Norvegia, Svizzera e
Turchia. 41.000 abitanti urbani valutato la loro soddisfazione per i vari
aspetti della vita urbana, in particolare i servizi pubblici.
L´indagine ha rilevato:
Come nel 2009, la sanità, l´occupazione, l´istruzione
e la formazione sono i temi più persone vogliono loro città per affrontare
prima di tutto.
Il sondaggio suggerisce cittadini nella maggior parte
delle città europee si sentono trovare un lavoro è difficile. Solo in 9 città
ha una maggioranza di cittadini dicono che è facile trovare lavoro. Rispetto al
2009 questa precarietà è aumentata in modo significativo, anche se in alcune
città l´outlook è diventato più positivo.
In 50 città, almeno una persona su due non è d´accordo
che è facile trovare un buon alloggio a un prezzo ragionevole.
L´indagine registra anche una bassa soddisfazione con
le scuole e le istituzioni educative in molte capitali.
Su una nota più positiva l´indagine rileva che in
tutto solo 5 delle città esaminate, la maggioranza degli intervistati concorda
con l´affermazione che la presenza degli stranieri è un bene per la città e che
gli stranieri sono ben integrati.
Ci sono ampie disparità tra città su come le persone
valutano la qualità del trasporto pubblico, servizi di assistenza sanitaria, o
la loro situazione finanziaria personale.
Alta s atisfaction con spazi pubblici, aree verdi,
pulizia e sensazione di sicurezza sembra essere strettamente collegata con la
soddisfazione generale sentita da gente nella loro città. Quando è stato
chiesto se sono viva "soddisfatto" nelle loro città, la maggioranza -
almeno il 80% in 71 città - si sono detti.
Il sondaggio suggerisce anche che più persone che in
precedenti indagini pensano che le loro città sono attivi quando si tratta di
combattere il cambiamento climatico. Questo è particolarmente vero nelle
capitali.
La "Qualità della vita nelle città europee"
sondaggio verrà lanciato ufficialmente entro oggi durante gli Open Days 2013 a
Bruxelles - un evento di quattro giorni incentrato sulla futura politica
regionale e urbana dell´Ue.
In vista della manifestazione Commissario europeo per
la Politica regionale, Johannes Hahn, ha detto, " Questa indagine fornisce
un´istantanea utile di come gli europei si sentono sulle città che vivono in E
ci ricorda i molti elementi che contribuiscono a un senso di benessere e di un
buona qualità della vita nei nostri ambienti urbani. Spero che i risultati
saranno ispirare e guidare i responsabili politici, urbanisti e la società
civile per affrontare i problemi urbani attraverso un approccio più olistico e
modo integrato come stiamo incoraggiando nel prossimo periodo di politica
regionale e urbana per 2014-2020 . "
Regionale dell´Ue e della politica urbana darà un
supporto migliore alle città in 2014-2020. Attualmente quasi il 40% del Fondo
europeo di sviluppo regionale è investito in città. A seconda delle priorità
degli Stati membri, questo è destinato a crescere. In cima a questo, nel
prossimo periodo i paesi dell´Ue dovrebbero promuovere investimenti che
combinano diversi tipi di azioni per affrontare la particolare economiche,
ambientali, climatiche e sociali delle aree urbane. Almeno il 5% deve essere
messo da parte dagli Stati membri per questo tipo di approccio integrato.
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PARLAMENTO EUROPEO, PER COLLEGARE L´EUROPA: I COMITATI APPROVANO MECCANISMO DI FINANZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE |
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Strasburgo, 9 ottobre 2013 - Trasporti e Industria
deputati hanno approvato un accordo sul "per collegare l´Europa"
(Cef), nuovo meccanismo di finanziamento dell´Ue per i progetti di
infrastrutture di interesse comune per il trasporto trans-europeo, reti
energetiche e delle telecomunicazioni, in una riunione del comitato congiunto
il Lunedi. Il Cef dovrebbe avere un budget di circa € 29300000000 per il
periodo 2014-2020 (a prezzi 2011). L´accordo è ancora soggetto ad approvazione
da parte della casa piena del Parlamento.
Trasporto -
Il Cef fornirà finanziamenti per i progetti di
infrastrutture di trasporto chiave per migliorare i collegamenti
transfrontalieri, eliminare le strozzature, le lacune di ponti e di migliorare
l´interoperabilità. Il sostegno dovrebbe concentrarsi su progetti con forte
valore, che sviluppano la rete centrale, così come quelli di interesse comune
nel campo dei sistemi di gestione del traffico aggiunto dell´Ue.
Dei, 23170000000 € stanziati per i progetti di
trasporto, € 10 miliardi sarebbero trasferiti da il Fondo di coesione per
essere utilizzato esclusivamente negli Stati membri ammissibili per la Coesione
soldi del Fondo. Energia Il Cef dovrebbe appoggiare progetti di interesse
comune per modernizzare e ampliare le infrastrutture energetiche dell´Europa e
migliorare la sicurezza dell´approvvigionamento, contribuendo a garantire che
nessuno Stato membro sia isolato o dipendente un´unica fonte energetica. La
Commissione europea stima che il numero di progetti di interesse comune che
contribuiscono maggiormente a corridoi infrastrutture energetiche strategiche
prioritarie a circa 100 nel campo dell´elettricità e 50 nel settore del gas.
I progetti di interesse comune nei settori
dell´elettricità, del gas e di biossido di carbonio devono essere idonei a
ricevere assistenza finanziaria dell´Unione europea per gli studi e, in
determinate condizioni, per le opere in forma di sovvenzioni o di strumenti
finanziari innovativi. Il bilancio totale per il finanziamento di progetti nel
settore dell´energia sarebbe 5120000000 € e deputati insistito sul fatto che
questi progetti debbano essere finanziati principalmente da strumenti
finanziari.
Telecomunicazioni -
I progetti di interesse comune nel settore delle
telecomunicazioni dovrebbero essere ammissibili al sostegno finanziario
dell´Unione sotto forma di sovvenzioni e appalti per piattaforme di servizi
essenziali, servizi generici e progetti intersettoriali. Azioni nel campo della
diffusione della banda larga, tra cui la generazione di domanda di banda larga,
dovrebbero essere ammissibili al sostegno finanziario dell´Unione sotto forma
di strumenti finanziari. Il bilancio totale per il finanziamento di progetti di
telecomunicazioni sarebbe di € 1 miliardo. Prossime tappe Il voto in plenaria è
prevista per la sessione di ottobre Ii. Il nuovo regolamento entrerà in vigore
il successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea e
si applicano dal 1 ° gennaio 2014.
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PARLAMENTO EUROPEO: ACCORDO DI INVESTIMENTO UE-CINA |
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Strasburgo, 9 ottobre 2013 – Di seguito l’intervento
di ieri di Karel De Gucht
Commissario europeo per il commercio: “ Onorevoli
Membri del Parlamento,
Il livello di investimenti bilaterali tra l´Ue e la
Cina è ancora molto inferiore a quanto ci si aspetterebbe da due importanti
blocchi economici. Anche se gli investimenti diretti esteri (Ide) fluisce dall´Ue
alla Cina sono in aumento, essi rappresentano solo il 2,1% delle uscite totali
di Ied dell´Ue. La quota dell´Ue nel totale dei flussi in uscita dalla Cina
rimane bassa, anche se l´importo complessivo è aumentato fortemente negli
ultimi anni. Promuovere gli investimenti bilaterali dovrebbe essere il nostro
obiettivo economico comune per gli anni a venire.
Recenti consultazioni con gli investitori e le parti
interessate hanno confermato i risultati del nostro studio di valutazione
d´impatto - e cioè che il principale valore aggiunto di un accordo di
investimento Ue-cina risiede non solo nella creazione di condizioni di parità
in materia di protezione degli investimenti, ma soprattutto nel generare
ulteriore liberalizzazione degli investimenti.
Non vedo l´ora l´avvio di negoziati per un accordo
bilaterale di investimento che offrirà sia la protezione degli investimenti
esistenti e futuri e creare nuovi accessi al mercato su entrambi i lati,
fornendo in tal modo l´impulso per l´incremento dei flussi di investimento a
due vie.
Ultima volta che ho incontrato il mio omologo cinese
al Comitato misto Ue-cina nel mese di giugno, ho ricevuto rassicurazioni che i
negoziati dovrebbero riguardare tutte le questioni di interesse per entrambe le
parti, compreso l´accesso al mercato. Ho fiducia che i negoziatori cinesi
avranno il potere di raggiungere un accordo ambizioso per la nuova leadership.
Negoziati per un accordo ambizioso creeranno momento
positivo per la nostra partnership strategica in generale. La Commissione resta
impegnata a impegnarsi positivamente con la Cina. A Commercio di alto livello
economico e dialogo con la Cina il 24 ottobre, e l´avvio di negoziati di
investimento previsto in occasione del vertice Ue-cina del 21 novembre 2013,
saranno importanti trampolini di lancio verso la costruzione di un rapporto
reciprocamente vantaggioso a lungo termine con la Cina.
Il lancio di successo di questi negoziati segnerà
anche il primo mai mandato conferito alla Commissione di negoziare un accordo
di investimento autonomo, in seguito all´entrata in vigore del trattato di
Lisbona e la progressiva implementazione della politica di investimento
dell´Ue.
Oltre agli duplice obiettivo di protezione degli
investimenti e di accesso al mercato, l´Ue si impegna inoltre a utilizzare i
negoziati per promuovere i principi generali di azione esterna dell´Unione.
Ad esempio, la Commissione intende affrontare
questioni di sviluppo sostenibile, quali la prevenzione di abbassamento degli
standard di attrarre investimenti, sostenendo norme sociali e ambientali, e di
fornire un punto di riferimento a supporto di standard riconosciuti a livello
internazionale di responsabilità sociale delle imprese (Rsi) e procedure
appropriate per risolvere controversie in questo settore.
Proprio come i nostri Stati membri hanno nei loro
trattati bilaterali di investimento, l´accordo Ue dovrebbe includere
disposizioni sulla risoluzione delle controversie tra investitori e Stato nel
contratto. Forte applicazione migliora la protezione degli investimenti dell´Ue
in Cina, riduce le barriere di accesso al mercato per investire in Cina, e
aumenta i flussi di investimenti bilaterali.
Vi ringrazio per la vostra attenzione.”
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UE CONTINUERÀ A SOSTENERE IL CONTRIBUTO DI EL SALVADOR A SRADICARE LA POVERTÀ |
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Bruxelles, 9 ottobre 2013 - Assistenza allo sviluppo
dell´Ue a El Salvador ha finora avuto molti benefici per la sua gente, per
esempio, fornendo l´accesso a pensione di base per le persone anziane o
l´accesso all´acqua e ai servizi igienici. Sulla base di questi risultati, lo
sviluppo commissario Ue, Andris Piebalgs, si conferma, d urante una visita
ufficiale nel Paese, l´impegno dell´Ue per aiutare il paese a definire fornendo
nuovi finanziamenti tra 2014-2020. Il nuovo supporto si concentrerà sulle aree
di s Sociale s ervizi per i giovani, privati s ettore d viluppo e c limate c
he e vulnerabilità, con l´obiettivo di migliorare le condizioni di vita di
coloro che ne hanno più bisogno.
Fuori della dotazione globale per i progetti
bilaterali con El Salvador, Nicaragua, Guatemala e precedentemente annunciato (
€ 775.000.000), 149.000.000 € sono previsti per essere in El Salvador, fatta
salva l´approvazione definitiva da parte del Consiglio e del Parlamento
europeo, € 120 milioni di euro a sostegno di progetti regionali in America
Centrale nel periodo 2014-2020 è stato anche annunciato.
Commissario Andris Piebalgs ha dichiarato: "Sono
lieto di vedere che i buoni risultati sono già stati raggiunti attraverso il
nostro lavoro in El Salvador, in particolare in lotta contro la povertà e
migliorare i servizi per i settori più svantaggiati della società . Non vedo
l´ora di discutere il futuro della nostra collaborazione durante la mia visita
qui, e sono fiducioso che si possa continuare a lavorare insieme per
contribuire a rendere ancora più di una differenza con il nostro sostegno per
il futuro. "
Il programma Comunidades Solidarias (Pacses) per i
quali l´Ue ha fornito € 47.000.000, è stato istituito dal governo per aumentare
la fornitura di servizi pubblici per le persone più povere e più vulnerabili.
Il programma si prevede di raggiungere oltre il 13% della popolazione totale
(circa 750.000 persone), essendo donne, bambini, giovani a rischio e gli
anziani dei gruppi prioritari.
Alcuni risultati raggiunti finora includono :
30% delle persone di età superiore a 70 sono ora
coperti da pensione di base;
226.000 famiglie stanno ricevendo assistenza medica
preventiva;
sette uffici sono stati istituiti per la prevenzione
della violenza contro le donne;
70% della popolazione nei comuni sono coperti con
accesso ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari di base;
oltre l´84% della popolazione è stata fornita con
accesso all´elettricità
Durante la visita (8-9 ottobre), il Commissario
Piebalgs incontrerà il presidente Mauricio Funes, così come ministri di alto
livello, con il quale si discuterà il futuro della cooperazione dell´Ue con El
Salvador, e benvenuti i risultati raggiunti finora.
Si visiterà anche un impianto idroelettrico in parte
finanziato dall´Ue attraverso il Latin American Investment Facility (Laif).
Questo progetto contribuirà in modo significativo al clima e alla tutela
ambientale, riducendo drasticamente le emissioni di Co2, in un paese dove più
del 50% della capacità di produzione elettrica è basata sui combustibili
fossili.
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L´EUROPA DEVE AGIRE CON URGENZA PER AFFRONTARE DEFICIT DI COMPETENZE |
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Bruxelles, 9 ottobre 2013 – Di seguito l’intervento di
ieri di Androulla Vassiliou Membro della Commissione europea responsabile per
l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù al Lancio del Survey
of adulti Skills (Piaac) /
: “
Sono felice di essere qui con il segretario generale
dell´Ocse Angel Gurría di presentare la prima volta Indagine internazionale di
competenze degli adulti, che mette a confronto i livelli di alfabetizzazione e
far di conto, così come l´uso delle Tic, tra i 16-65 anni di età.
L´indagine non poteva essere più tempestivo. Esso
dovrebbe fungere da incentivo per i responsabili politici, insegnanti,
università, enti di formazione, imprese e altri che condividono lo stesso
obiettivo di promuovere competenze e capacità di alto livello.
Siamo di fronte ad una situazione drammatica: una
diminuzione della forza lavoro a causa di cambiamenti demografici e la carenza
di manodopera qualificata in settori cruciali come l´It e l´assistenza
sanitaria. Come il mio collega Lazlo Andor ha giustamente sottolineato,
l´Europa deve agire con urgenza per affrontare questi problemi, se vogliamo
raggiungere i livelli di occupazione, produttività, innovazione, competitività
e inclusione sociale che tutti noi vogliamo vedere.
Un elevato livello di alfabetizzazione, matematica e
competenze Ict sono la spina dorsale dell´economia della conoscenza europea.
Dobbiamo fare in modo che tutti abbiano la possibilità di acquisire e
sviluppare la loro, a scuola e in tutta la loro carriera. Questo è uno dei
principali obiettivi del ´apertura Education´ iniziativa, che ho lanciato due
settimane fa con il commissario Kroes, così come la strategia Europa 2020 più
ampia della Commissione per l´occupazione e la crescita.
Non ci sono scorciatoie. Dobbiamo investire in modo
più efficiente in una migliore istruzione e una migliore formazione per offrire
un migliore mix di competenze. Abbiamo anche bisogno di cooperare meglio, a
livello comunitario, nazionale e regionale, tra pubblico e privato, con
imprese, università, organizzazioni non governative. Siamo tutti sulla stessa
barca.
E le pratiche della Commissione ciò che predica: la
Survey che presentiamo oggi è il risultato di ottima collaborazione tra la
Commissione europea e l´Ocse.
Quindi, che cosa fa il sondaggio ci dice? Sono certo
Angelo andrà più in dettaglio, ma, insomma, si dimostra come competenze di alto
livello critiche sono in una società basata sulla conoscenza - e del ruolo che
l´istruzione e la formazione gioca nel miglioramento dei risultati di
apprendimento. Si sottolinea inoltre la necessità di un intervento immediato a
livello nazionale e comunitario per portare la nostra capacità di impostare
fino a zero.
Il sondaggio evidenzia motivi di preoccupazione, ma
vorrei iniziare con i lati positivi:
Per esempio, mostra che la Finlandia, la Svezia e
Paesi Bassi sono tra paesi coi migliori risultati al mondo quando si tratta di
competenze degli adulti. Un altro grande vantaggio è che, in quasi tutti i
paesi, la fascia di età più giovane ha capacità notevolmente superiore rispetto
alla popolazione generale, che fa ben sperare per il futuro.
L´indagine conferma che uno su cinque cittadini
europei in età lavorativa hanno capacità di lettura solo bassi e quasi uno su
quattro hanno scarse competenze matematiche, in Spagna e in Italia questo è il
caso per quasi il 30% della popolazione.
Essa mostra che in troppi paesi europei, il futuro di
un bambino è ancora in pre-determinata dalla situazione dei loro genitori. Se i
genitori hanno un basso livello di istruzione, i loro figli sono anche
suscettibili di avere competenze basse, e gli immigrati in genere eseguire
notevolmente peggiore di cittadini italiani per nascita.
L´indagine rivela una elevata variabilità nelle
abilità di competenza tra e all´interno dei paesi.
Esso mostra, per esempio, che i giovani adulti con un
titolo di scuola secondaria superiore in Finlandia o in Olanda hanno competenze
più elevate, in generale, di quelli con un grado di istruzione superiore in
Inghilterra, Spagna, Italia, Irlanda e Cipro.
E mentre vediamo un progresso significativo in termini
di competenze tra gli studenti con un diploma di laurea in Svezia, Italia,
Austria e Polonia, a fronte di diplomati con una qualifica di livello
secondario superiore, questo non è il caso in tutti i paesi.
Non vi è alcuna spiegazione semplice per i risultati
del sondaggio, e non dovremmo saltare a conclusioni semplicistiche. Tuttavia,
questi risultati possono anche dar luogo a domande circa la comparabilità, la
qualità e l´efficacia dell´istruzione formale.
La Commissione discuterà i risultati con gli Stati
membri per capire meglio le ragioni di fondo per le variazioni in termini di
competenze e abilità ciò che è necessario intervenire a livello sia nazionale
che europeo.
A livello dell´Ue, il nuovo programma Erasmus +
sosterrà azioni volte a sviluppare e potenziare le competenze di base e di
promuovere il miglioramento della qualità dei sistemi di istruzione e
formazione.
Il Fondo sociale europeo continuerà a investire in
competenze e formazione e di concentrarsi sui gruppi vulnerabili.
Una priorità chiave sarà il finanziamento per la
garanzia per i giovani, anche attraverso l´Iniziativa Occupazione giovanile
nelle regioni più vulnerabili.
Se vogliamo una forza lavoro ben qualificata, è ovvio
che abbiamo bisogno di investire in competenze, in sistemi di istruzione
migliorata, un migliore accesso alla formazione, in particolare per i
lavoratori poco qualificati e più anziani, così come l´apprendimento
permanente. Questo è il motivo per cui è essenziale per garantire una robusta
dotazione del Fse da parte della dotazione della politica di coesione di
ciascuno Stato membro.
Sono sicuro che i risultati del sondaggio si
rifletterà anche in analisi annuale della crescita della Commissione e nel
prossimo anno di raccomandazioni specifiche per paese.
Insieme con l´Ocse, verrà effettuata un´ulteriore
analisi dei dati del sondaggio, al fine di aiutare gli Stati membri a
comprendere meglio come sviluppare le competenze dei loro cittadini. Dobbiamo
fare in modo che le future edizioni del sondaggio ci forniscono l´opportunità
di monitorare i progressi compiuti.
In modo simile, la Commissione e l´Ocse lanceranno
congiuntamente un nuovo Education and Skills strumento di valutazione online
entro la fine dell´autunno. Questo permetterà alle persone di testare le
proprie capacità e le proprie abilità di riferimento in un contesto
internazionale.
E, infine, vorrei tornare alla necessità di una
maggiore cooperazione.
Questo sondaggio è un esempio del tipo di
collaborazione ci serve se vogliamo combinare le competenze, le conoscenze e le
risorse per il beneficio di tutti gli Stati membri e per migliorare il
contributo dell´istruzione a portare le nostre società di nuovo ad un percorso
di crescita e di occupazione.
Pertanto, sono lieto di annunciare che i miei servizi
della Commissione hanno firmato un accordo di cooperazione con l´Ocse che ci
permetterà di lavorare ancora più strettamente sulle strategie per lo sviluppo
di competenze e per la raccolta di dati solidi per sostenere la riforma della
politica in materia di istruzione.
Ora sono molto lieto di consegnare al segretario
generale dell´Ocse, Sig. Angel Gurria, per presentare l´indagine di competenze
degli adulti.”
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FVG A BRUXELLES: PROSEGUONO INCONTRI AGLI OPEN DAYS DELL´UE |
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Trieste, 9 ottobre 2013 - Proseguono gli impegni a
Bruxelles, in occasione degli Open Days dell´Unione
europea,
della delegazione del Consiglio regionale del Fvg,
guidata dal
presidente Franco Iacop.
Il momento centrale della giornata di ieri è stato
l´incontro che Iacop
ha avuto con il presidente della Carinzia Kaiser,
dell´Istria
Flego e il Consigliere diplomatico del Veneto, per
ragionare su
una visione prospettica del Gect Euregio Senza Confini
ovvero,
come ha sottolineato lo stesso Iacop e sulla scorta
delle
indicazioni programmatiche della presidente
Serracchiani "sul
ricollocamento di quest´area da qui al 2020 nello
spazio comune
che la storia ci consegna". Una storia fatta di
grandi splendori
con i Romani, la Serenissima, l´Impero
Austro-ungarico, ma anche
di grandi sventure, segnate dalla profondità dei
confini, che ora
pone su quest´area una nuova attenzione.
Sul piatto ci sono un nuovo programma transfrontaliero
per la
cooperazione con la Croazia e un programma di
cooperazione per
l´intera area adriatico-ionica, con un concetto
rinnovato di Gect
più vicino ai territori, ai problemi e alle
opportunità. Tra gli
ambiti di intervento, le grandi infrastrutture di
trasporto tra
cui il Corridoio Baltico-adriatico, il turismo
integrato, la
cultura, l´innovazione, l´energia. Tutto questo per
riportare "il
nostro angolo al centro della nuova Europa".
Il presidente Iacop ha avuto anche una serie di
incontri
bilaterali: con la presidente dell´Assemblea delle Regioni
d´Europa (Are) Hande Ozsan Bozatli per individuare
tematiche di
comune interesse quali giovani, cultura,
invecchiamento attivo,
piccole e medie imprese; con Ulla Engelmann,
responsabile
dell´Unità per le relazioni interistituzionali con gli
stakeholder presso il Centro comune di ricerca della
Commissione
europea, per approfondire le potenzialità di
collaborazione con
il mondo scientifico e accademico del Friuli Venezia
Giulia. È
stata anche confermata la volontà di organizzare a
fine novembre
un evento in regione per favorire sinergie tra il
mondo
scientifico dell´area danubiana e di quella
adriatico-ionica.
In conclusione di giornata, Iacop ha incontrato una
delegazione
della Contea di Osijek Baranja e Vukovar per parlare
del rinnovo
dell´Intesa istituzionale, sottoscritta nel 2009 e in
scadenza
proprio oggi, alla luce del rafforzamento delle
relazioni tra i
due territori, con un occhio di riguardo al settore
vitivinicolo
e alla collaborazione tra città.
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TRAGEDIA DI LAMPEDUSA, IL PRESIDENTE MARCHE SPACCA: "SUBITO UN PROGETTO PER LA SICUREZZA DEL NOSTRO MARE DA INSERIRE NELLA MACROREGIONE" |
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Roma, 9 ottobre 2013 -
Un progetto specifico sulla sicurezza nel Mediterraneo da inserire nella
programmazione della Macroregione adriatico ionica. Lo ha proposto, durante il
suo intervento in aula sulla tragedia di Lampedusa, il presidente della Regione
Marche, Gian Mario Spacca, all’Assemblea legislativa delle Marche. “Abbiamo a
disposizione – ha detto Spacca – uno strumento di straordinaria efficacia come
la Macroregione adriatico ionica che coinvolge 10 regioni italiane tra cui la
Sicilia. Una strategia avviata dalla Ue come primo step di una più ampia
strategia mediterranea che sposta l’attenzione dell’Europa dal nord al sud del
continente. Abbiamo da oggi tre mesi per costruire i progetti che animeranno la
Macroregione. La mia proposta, vista l’urgenza e la valenza del tema, è di
lavorare insieme, in collegamento con la Sicilia e le altre regioni interessate
da flussi migratori, affinché il primo di questi sia dedicato alla sicurezza
del nostro mare”. Spacca ha a tal proposito annunciato un provvedimento di
straordinario rilievo per l’Adriatico e lo Ionio assunto in questi giorni dalla
Ue: la rimodulazione dei confini del Programma South East Gateway per farli
coincidere con quelli della strategia adriatica. L’europa ha in sostanza
accolto la proposta del presidente Spacca, avanzata al Governo italiano, di
trasformare il Programma europeo South East Gateway nel “Programma
Adriatico-ionio”, con la conseguenza rifocalizzazione degli obiettivi e
dell’attività di questa Autorità di gestione verso le esigenze della
Macroregione Ai. Il nuovo Programma sarà inserito nella programmazione della Ue
2014-2020. Spacca ha rinnovato la vicinanza della Regione Marche alle famiglie
delle vittime della tragedia di Lampedusa e la solidarietà nei confronti
dell’isola. Il presidente ha inoltre ricordato la lettera che il presidente del
Comitato delle Regioni d’Europa, Valcarcel Siso, gli ha inviato subito dopo il
naufragio dei profughi a Lampedusa. “Il Cdr – ha detto Spacca – è uno degli
organi istituzionali della Ue e rappresenta dunque uno strumento concreto e
operativo, così come lo è la strategia macroregionale, per richiamare l’Europa
alle proprie responsabilità in materia di flussi migratori. Da parte nostra
rafforzeremo l’Osservatorio già attivo sul tema immigrazione, anche se le
Marche sono la regione d’Italia con la più elevata capacità di integrazione dei
propri immigrati, alto indice di ricongiungimento familiare, alta collocazione
lavorativa. Un dato consolidato che ci fa onore”.
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TRAGEDIA LAMPEDUSA: MARINI “EUROPA HA LASCIATO SOLA L’ITALIA” |
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Bruxelles, 9 ottobre 2013 - “L´europa non può non
interrogarsi sul fenomeno dell´immigrazione dal continente africano, e
dell´attraversamento delle acque del mediterraneo, dove solo alcuni giorni fa
altre centinaia di persone hanno perso la vita, annegando a poche centinaia di metri
a dalle coste dell´isola di Lampedusa. Alla loro memoria vorrei che dedicassimo
ora un minuto di silenzio”. Con queste parole la presidente della regione
umbria, Catiuscia Marini, ha aperto ieri i lavori del gruppo del partito
socialista europeo al comitato delle regioni d´Europa, di cui è vice
presidente.
“Sono già
oltre 18 mila - ha ricordato Marini - le persone che hanno perso la vita
attraversando il mare mediterraneo. Un numero impressionante che obbliga tutti
noi, e l´Europa prima di tutti, ad una riflessione seria sul rapporto tra
l´Africa e il nostro continente. Non si può, infatti, ritenere che questo sia
un tema che riguarda solo l´Italia. Il nostro Paese, in molti casi, è solo il
Paese di transito di questi flussi di immigrazione che si dirigono verso tutti
i paesi europei. Condivido, dunque, le parole del presidente del Parlamento
europeo, Martin Schultz, che ha voluto richiamare con forza il ruolo
dell´Unione europea su questo fenomeno, esprimendo un giudizio severissimo nei
confronti dell´Unione per aver lasciato sola l´Italia nel far fronte a questo
fenomeno. La presenza domani a Lampedusa
del presidente della commissione europea Manuel Barroso sarà importante e
rappresenta un segnale concreto di attenzione. L´europa, però - ha concluso
Marini - deve svolgere un ruolo adeguato e positivo, che deve andare oltre il
momento dell´emozione che una tragedia come quella di Lampedusa suscita in
tutti noi”.
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VENETO PRESENTA IN COMMISSIONE PROGETTI DI LEGGE STATALE PER L’ATTUAZIONE DEL FEDERALISMO |
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Venezia, 9 ottobre 2013 - L’assessore regionale al
bilancio, agli Enti locali e alla cooperazione, Roberto Ciambetti, ha presentato ieri a
palazzo Ferro Fini a Venezia, alla Prima Commissione consiliare, due proposte
di legge statale per l’attuazione del federalismo.
La principale novità di questi Pdl, da trasmettere al
Parlamento previa approvazione da parte del Consiglio regionale, è quella di
prevedere il finanziamento delle nuove funzioni con i meccanismi del
federalismo fiscale ai sensi dell’articolo 119 della Costituzione, mirando a
garantire alla Regione risorse adeguate per lo svolgimento delle funzioni
secondo criteri di entrata e di spesa fortemente collegati al territorio.
“Dobbiamo partire da un assunto indubitabile – ha
rilevato Ciambetti –: se il modello di federalismo delineato dal Titolo V della
Costituzione non ha funzionato, è perché non è mai stato attuato. L’unica
strada per dare concreta risposta alle sempre più pressanti istanze dei
cittadini e delle piccole e medie imprese è quella di ottenere il riconoscimento
di una maggiore autonomia, sul piano legislativo, amministrativo e fiscale, per
consentire ai veneti di gestire le risorse prodotte, investendole al meglio a
favore di chi in Veneto vive, lavora e produce”.
Ciambetti ha sottolineato che in questo momento di
forte crisi economica si deve consentire alle realtà territoriali più virtuose
di risollevarsi, fungendo così da volano per l’intera economia nazionale, “e
solo chi sta sul territorio – ha affermato l’assessore – può realizzare
politiche pubbliche mirate alle reali condizioni socio-economiche dello
stesso”. Inoltre, il Veneto produce molto, ma il livello di spesa dello Stato a
favore della nostra Regione è inferiore del 20% alla media delle Regioni
ordinarie e del 50% alla media delle Regioni a Statuto speciale.
I due progetti di legge (ai quali se ne aggiunge un
terzo, che sarà presentato più avanti, in materia di previdenza per la tutela
dei lavoratori veneti), a cui ha
lavorato il Gruppo di esperti costituzionalisti incaricati dalla Giunta Zaia nel
2010, sono: Pdls 16, “Forme e condizioni particolari di autonomia attribuite
alla Regione del Veneto ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della
Costituzione” e Pdls 17, “Norme per l’attribuzione di funzioni amministrative
alla Regione del Veneto, in attuazione dell’articolo 118, primo comma, della
Costituzione”.
Con il primo il Veneto rivendica l’acquisizione di
ulteriori competenze legislative, sia in alcune materie di competenza esclusiva
dello Stato (che pertanto diventeranno di competenza concorrente), sia in
alcune materie di competenza concorrente (che diventeranno di esclusiva
competenza regionale). Infatti, il terzo comma dell’articolo 116 della
Costituzione, prevede che le Regioni a Statuto ordinario possano acquisire
“ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” rispetto a quelle oggi
costituzionalmente spettanti. La Giunta veneta ha scelto di concentrare le
proprie richieste, individuando i soli settori in cui la Regione ritiene di
poter esercitare con maggiore efficienza rispetto allo Stato il potere
legislativo, e accompagnando le proprie richieste con una preventiva
valutazione in ordine all’impatto finanziario che le stesse potranno avere.
In alcuni settori ritenuti di prioritario interesse,
quali l’istruzione e la tutela e valorizzazione dei beni culturali e
ambientali, le richieste della Regione mirano ad assicurare l’unitarietà degli
interventi pubblici concentrandoli a livello regionale, eliminando la
duplicazione delle competenze e garantendo una più efficace gestione delle risorse
pubbliche. In altri settori, che rientrano in materie già di competenza
concorrente, si rivendica una competenza legislativa esclusiva della Regione:
rapporti internazionali e con l´Unione europea delle Regioni; ricerca
scientifica e tecnologica e sostegno all´innovazione per i settori produttivi;
protezione civile; governo del territorio.
Per il finanziamento delle nuove competenze il Pdl
prevede quindi l’attribuzione alla Regione di aliquote aggiuntive di
compartecipazione al gettito dell’Iva e dell’Irpef riferite al territorio
regionale.
Il Pdl 17 è invece finalizzato all’acquisizione di
funzioni e compiti amministrativi, oggi esercitati a livello statale, che
potrebbero essere meglio gestiti a livello regionale.
In base all’art. 118 della Costituzione, le funzioni
amministrative devono essere attribuite all’ente più vicino ai cittadini, a
partire dal Comune, secondo un criterio di progressiva ascendenza: il Veneto
chiede che lo Stato trasferisca a
livello territoriale tutte le funzioni amministrative che possono meglio e più
efficacemente essere esercitate nel proprio territorio, nel rispetto dello
spirito, oltre che della lettera, della Carta Costituzionale.
Il Veneto si propone come ‘Regione-pioniera’, in cui
lo Stato potrà sperimentare in concreto l’attuazione del principio di
sussidiarietà, e rivendica quindi l’acquisizione di funzioni amministrative e
la gestione di fondi finanziari che si ritiene possano meglio essere gestiti a
livello regionale, avendo sempre attenzione alla necessità di semplificazione
dei procedimenti e di una maggiore vicinanza dell’azione pubblica ai cittadini
ed agli attori economici e sociali. In particolare, si chiede una più ampia
autonomia amministrativa nei seguenti ambiti: imprese e sviluppo economico;
risorse naturali e agricoltura; infrastrutture e opere pubbliche; ambiente e
beni culturali; istruzione e formazione
professionale.
Anche per quanto riguarda il finanziamento delle nuove
funzioni amministrative è prevista l’attribuzione alla Regione di aliquote
aggiuntive di compartecipazione al gettito dell’Iva e dell’Irpef, coerentemente
con le disposizioni della Legge delega sul federalismo fiscale e dei relativi
decreti di attuazione.
“E’ necessario abbandonare, una volta per tutte, il
modello di regionalismo vigente – ha concluso Ciambetti – che, per rispondere
ad una logica dell’uniformità in tutte le zone del Paese, ha in realtà bloccato
le potenzialità delle realtà produttive che potevano trainare l’economia,
creando di fatto un’Italia a due velocità”.
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LA DIRETTA STREAMING DELLA GIUNTA TOSCANA DELL´8 OTTOBRE |
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Firenze, 9
ottobre 2013 - Si è tenuta ieri mattina nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi
Sacrati, a Firenze, la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta
streaming sul sito di Toscana Notizie.
Tra i provvedimenti approvati oggi segnaliamo:
- la delibera presentata dall´assessore al welfare
Salvatore Allocca (dal minuto 6.20 al minuto 9.20) relativa alle attività
promosse dalla Regione Toscana nell´anni 2013 per lo sviluppo della legalità
democratica;
- la delibera presentata dall´assessore alla
Presidenza Vittorio Bugli (dal minuto 1.00.20 al minuto 1.15.15) sui termini e
le modalità per la verifica dell´effettivo esercizio associato delle funzioni
fondamentali comunali da parte delle Unioni dei Comuni. All´approvazione della
delibera è seguita una discussione sui risultati del recente referendum per le
fusioni tra Comuni;
- il regolamento di attuazione della legge regionale
45/2012 presentato dagli assessori alla Presidenza Vittorio Bugli,
all´urbanistica Anna Marson e alla cultura Cristina Scaletti (dal minuto
1.15.22 al minuto 1.27.05) riguardo alle agevolazioni fiscali per favorire,
sostenere e valorizzare la cultura ed il paesaggio in Toscana;
- l´approvazione del bilancio sociale 2012 della
Regione Toscana ´La Toscana in chiaro´, presentato dall´assessore alla
Presidenza Vittorio Bugli (dal minuto 1.27.49 al minuto 1.37.50);
Si ricorda che gli atti approvati sono disponibili
all´indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew dopo la loro verbalizzazione
da parte degli uffici regionali
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FVG, LEGGE STABILITÀ: SERRACCHIANI; EQUITÀ NEI RAPPORTI STATO-REGIONE |
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Trieste, 9 ottobre 2013 - "Lo spirito dei rapporti Stato-regione deve
essere improntato ad equità e collaborazione". Lo
ha affermato
ieri a Roma la
presidente del Friuli Venezia Giulia, al termine
di un vertice convocato dal ministro dell´Economia
Fabrizio
Saccomanni con i rappresentanti delle Regioni a
statuto speciale
e delle Province autonome di Trento e Bolzano, per un
confronto
sulla legge di stabilità.
Riferendo che il ministro dell´Economia ha prospettato
ulteriori
contributi a carico delle Regioni speciali,
Serracchiani ha
precisato che "noi siamo disponibili a
contribuire al risanamento
della finanza pubblica ma non a essere gravati in una
misura
irrazionale e secondo modalità che non riteniamo
coerenti con
l´intero quadro delle partite debitorie e creditorie,
anche
tenuto conto del peso derivante dal patto
Tremonti-tondo".
"In questo senso - ha aggiunto la presidente
Searracchiani -
abbiamo rappresentato al ministro Saccomanni
l´esigenza di un
ridisegno organico dell´ordinamento finanziario delle autonomie
speciali che, coinvolgendo il ministero degli Affari
regionali,
superi l´attuale frammentazione".
"Siamo l´unica Regione tra le speciali che ha già
definito il
patto di stabilità interno per il 2013 e questo - ha
concluso -
dovrebbe facilitare la definizione dei reciproci oneri
tra lo
Stato e la Regione".
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BOLZANO: RISANAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO, INCONTRO CON IL MINISTRO SACCOMANNI |
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Bolzano, 9 ottobre 2013 - Un primo incontro interlocutorio, al quale
ne seguiranno altri, e una proposta del governo che la Provincia di Bolzano
definisce "prematura". Questo l´esito del vertice di ieri a Roma fra i rappresentanti delle Autonomie
speciali e il Ministro dell´economia Fabrizio Saccomanni.
Al centro dell´incontro l´applicazione della
cosiddetta riserva all´erario, già messa in campo dai governi guidati da Silvio
Berlusconi e Mario Monti, ovvero l´assegnazione allo Stato, con l´obiettivo del
risanamento dei conti pubblici, delle maggiori entrate fiscali legate ad un
aumento delle aliquote di imposte e tasse. "Sul tema - sottolinea
l´assessore alle finanze, che ha rappresentato a Roma la Giunta provinciale
altoatesina - vi è una recente sentenza della Corte Costituzionale che dichiara
illegittimo il comportamento del governo nazionale. La riserva all´erario,
infatti, è una clausola che deve essere motivata con provvedimenti specifici,
mentre il riferimento al risanamento dei conti pubblici è troppo
generico".
In ballo ci sono i fondi trattenuti alla Provincia di
Bolzano, e alle altre Regioni e Province autonome, nel 2012, oltre a quelle non
ancora definitivamente maturate del 2013. Durante l´incontro con il Ministro
Saccomanni è emersa la proposta dello Stato di destinare la riserva all´erario
al risanamento del debito pubblico nazionale per tutto il periodo 2014-2018,
un´ipotesi che la Provincia di Bolzano giudica però "prematura".
"Vogliamo che sulla materia si apra un discorso
più ampio con il governo - prosegue l´assessore alle finanze - che parta
innanzitutto dalla legge di stabilità. Bolzano, come ha sempre fatto in questi
anni, è naturalmente disposta a fare la propria parte, ma in un´ottica che
possa prevedere l´assunzione di nuove competenze in cambio di un contenimento
della spesa pubblica".
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AUTONOMIE LOCALI FVG: OGGI A UDINE RIUNIONE DEL CAL SU NUOVI SPAZI... |
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Udine, 9
ottobre 2013 - Si riunisce oggi a Udine,
alle ore 14, il
Consiglio delle Autonomie Locali (Cal).
La seduta sarà incentrata unicamente sul Patto di
stabilità tra
lo Stato e la Regione, e sulle iniziative
dell´Amministrazione a
favore degli Enti locali.
Nell´occasione l´assessore Paolo Panontin comunicherà
ufficialmente i dati del monitoraggio eseguito tra gli
Enti
locali circa l´utilizzo degli spazi finanziari, ovvero
della
possibilità di spendere le risorse a disposizione.
Dei 90 milioni che la Regione ha ceduto quest´anno ai
Comuni e
alle Province, sulla base dell´esito di tale
ricognizione,
ammonta a 8 milioni e 500 mila euro l´entità di spazi
finanziari
non utilizzati e che potranno essere rimessi in
circolo a favore
delle autonomie locali.
Panontin comunicherà altresì la messa a disposizione del
sistema
delle Autonomie di ulteriori 25 milioni di euro di
nuovi spazi
finanziari, che sono il frutto dei tagli che le
Direzioni
regionali apporteranno alle proprie spese entro fine
anno.
Dunque, l´Amministrazione si impegna a spendere minori
risorse
per metterle a disposizione di Comuni e Province e
proporrà anche
che siano definiti con urgenza i criteri di
assegnazione di tali
spazi.
Criteri, che dovranno tenere conto delle indicazioni
fornite
dalla Giunta regionale su proposta dello stesso
assessore.,
nonché dei suggerimenti che emergeranno nel corso
della seduta
dell´organismo consultivo del sistema delle autonomie.
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REFERENDUM FUSIONI, ANCI TOSCANA: "BUONA PARTECIPAZIONE AL VOTO, FUSIONI DEVONO ESSERE STRUMENTO DI GESTIONE ASSOCIATA" |
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Firenze, 9 ottobre 2013 - Il commento del segretario
Pesci sugli esiti della consultazione che ha coinvolto tra domenica e lunedì 19
Comuni toscani
"I referendum sulla fusione tra Comuni che si
sono svolti tra domenica e lunedì hanno fatto registrare una buona
partecipazione al voto. In quattro casi, i cittadini hanno dato un´indicazione
chiara confermando la proposta che proviene direttamente dalle amministrazioni
comunali. Nei restanti cinque invece assistiamo a verdetti non concordi tra i
diversi comuni coinvolti".
E´ il commento del segretario di Anci Toscana
Alessandro Pesci, in merito all´esito dei referendum che si sono svolti tra
domenica e lunedì in 19 Comuni toscani.
Pesci si sofferma anche ad analizzare i possibili
motivi della vittoria del no o comunque di risultati non unanimi tra i diversi
comuni: "Come Anci Toscana insistiamo molto sul fatto che siano i Comuni
stessi a promuovere le fusioni e che i sindaci siano impegnati in prima
persona. La scelta di intraprendere il percorso verso la fusione deve essere
frutto di un percorso serio e approfondito, anche ad esempio attraverso studi
di fattibilità, e non di una valutazione superficiale, né tantomeno legata a
fini politici, perché in questi ultimi casi il processo rischia di non arrivare
a compimento o comunque, anche se la fusione va in porto, di non rispondere
davvero all´esigenza per cui nasce, e cioè la gestione associata dell´ente in
un´ottica di efficienza, efficacia ed economicità".
Cosa succederà adesso? "A questo punto - spiega
Pesci - confidiamo che il Consiglio regionale voglia deliberare rispetto
all´istituzione dei Comuni unici nei casi in cui il referendum ha dato esito
positivo, come è già successo per tre delle quattro consultazioni che si sono
svolte in aprile, mentre, pur nel pieno rispetto delle prerogative del Consiglio,
che è sovrano, ci aspettiamo che nei casi in cui il verdetto non è unanime, non
vengano prese decisioni inappropriate rispetto ai risultati".
Una volta deliberata dal Consiglio regionale la legge
sulla fusione "i cittadini dei Comuni interessati - prosegue Pesci - dopo
una fase di commissariamento dell´ente a partire da gennaio, saranno chiamati
alle urne a maggio nella prossima tornata amministrativa per l´elezione degli
organi. Come Anci Toscana auspichiamo che i commissari che saranno individuati
da gennaio tengano conto e si avvalgano dell´esperienza dei sindaci
uscenti".
Nei casi in cui hanno prevalso i no o comunque il
verdetto non è stato unanime, e il percorso verso la fusione è destinato ad
arrestarsi, "resta comunque aperto il tema di come garantire le tre
"e" - conclude Pesci - ad esempio attraverso Convenzioni o
Unioni".
Infine, in base alle informazioni in possesso di Anci
Toscana, sono 6 i restanti casi in cui è stata avviata una discussione, a
diversi livelli, in merito ad una ipotesi di fusione: Gaiole in Chianti - Radda
in Chianti, in provincia di Siena; Giuncugnano - Sillano in provincia di Lucca;
Cantagallo - Vaiano - Vernio, in provincia di Prato; Abetone - Cutigliano -
Piteglio - San Marcello Pistoiese in provincia di Pistoia; Arcidosso- Castel
del Piano, in provincia di Grosseto; Capolona - Subbiano in provincia di
Arezzo.
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SARDEGNA, FORMAZIONE: AL VIA 22 CORSI PER 400 DISOCCUPATI |
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Cagliari, 9 ottobre 2013 - Stanno per partire 22 corsi
rivolti a circa 400 disoccupati o inoccupati, prevalentemente diplomati o
laureati, nell´ambito del programma Maciste (mare,cielo, sole, terra). Lo rende
noto, l´assessore regionale del lavoro, Mariano Contu. "Il bando Maciste -
ha spiegato l’esponente dell´esecutivo - finanziato dalla linea e.1.1 dell’Asse
Ii del Por, mette a disposizione 4 milioni e 200 mila euro per la creazione di
nuove figure professionali nei settori dell’energia, della bioedilizia, della
comunicazione, del turismo sostenibile, della nautica, del lavoro meccanico,
del recupero ambientale e della gestione degli uliveti e dei frantoi. Non si
tratta solo di percorsi di formazione professionale - ha precisato Contu - ma
anche di politiche attive per il lavoro, finalizzate alla creazione di nuove
imprese, con grande attenzione alle risorse su cui si gioca il futuro della
nostra economia, il mare, l’ambiente e il turismo."
La scorsa settimana, l´assessorato del lavoro ha
pubblicato la graduatoria delle agenzie formative che organizzeranno i corsi
distribuiti in tutte le province della Sardegna, in base ai fabbisogni dei
territori. A tutti gli allievi sarà rilasciata una qualifica professionale che
comprende la certificazione delle competenze, spendibile nel mercato del lavoro
di tutti paesi europei, come previsto dai nuovi dettami dell´Ue.
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PARMA, PROVINCIA MULTIETNICA PRESENTATO IL RAPPORTO PROVINCIALE IMMIGRAZIONE. 60.550 I CITTADINI STRANIERI RESIDENTI, PIÙ DELLA METÀ DONNE. UN NATO SU CINQUE È FIGLIO DI IMMIGRATI |
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Parma, 9 ottobre 2013 – E’ sempre più una terra
multietnica la provincia di Parma, in Italia una delle più abitate da cittadini
stranieri. E anche se la spinta a venire a Parma è fortemente ridimensionata
dalla crisi, quella degli stranieri è una presenza consolidata, misurata al 1
gennaio 2013 in 60.550 residenti stranieri (447.251 la popolazione). Un 13,5%
che conta anche economicamente visto che sono 33mila i lavoratori stranieri nel territorio, di cui 28mila
residenti. Una presenza sempre più femminile (il 51,7% sono donne) che segna di
sé la comunità Parmense in cui un nato su quattro è figlio di genitori di
nazionalità non italiana e che manda a
scuola circa 7.400 alunni stranieri (pari al 15,5% su un totale di 47.500
studenti).
Sono alcuni degli elementi contenuti nel Rapporto
sull’immigrazione 2012 presentato oggi nella sede della Provincia nel corso di
un incontro in cui si sono approfonditi diversi aspetti del lavoro svolto
dall’ente con il concorso di tanti soggetti che operano nelle rete dell’integrazione
le cui opinioni sono state raccolte nel report insieme alle testimonianze di
stranieri residenti.
“Sono riflessioni di chi opera sul campo e storie
della vita di diversi immigrati che fanno da corredo ai dati, un tentativo che
abbiamo fatto di dare un’anima ai numeri – ha spiegato Marcella Saccani,
assessore provinciale alle Politiche sociali aprendo l’incontro al quale sono
intervenuti Michele Rossi di Ciac onlus, le consigliere di Parità provinciale
Cecilia Cortesi Venturini e regionale Rosa Amorevole, il dirigente scolastico
Adriano Cappellini mentre Gian Marco Baroni dell’Ufficio provinciale statistica
e Francesco Cirillo, sociologo, hanno illustrato dati demografici e l’analisi
del report.
“Eventi come quelli di Lampedusa cambiano la riflessione
– ha continuato Saccani - e allora viene in mente che questa anima che abbiamo
abbinato alla freddezza dei numeri si è perduta e lacerata perché non sa
mettere insieme con la ragione la responsabilità che deve essere condivisa se
vogliamo riconoscerci come cittadini del mondo e non di una piccola parte.
Assumersi la responsabilità vuol dire immaginare un futuro che prevede l’arrivo
di persone, non dobbiamo immaginarli come il prodotto dell’emergenza ma assieme
ad altri paesi dobbiamo condividere questa opportunità e immaginare la comunità
in modo diverso. I dati che presentiamo
oggi ci dicono che i cittadini stranieri sono una parte fondamentale del
sistema Parma, nel mondo dei consumi, nello sviluppo e qualificazione dei
servizi, nel sistema di cura degli anziani”.
I numeri dell’immigrazione nel parmense -
Al 1° gennaio 2013 contiamo 60.550 residenti
stranieri, con una crescita rispetto all’anno scorso di 2.317 unità (+ 4,0%),
l’aumento più basso di sempre confermando un trend registrato anche a livello
nazionale e regionale.
Su tale fattore è possibile che abbia inciso, oltre
alle prime cancellazioni anagrafiche in seguito alle risultanze censuarie,
anche la crisi economica che, avendo colpito numerosi segmenti dell’attività
produttiva del nostro territorio, potrebbe aver rallentato il movimento in
ingresso e determinato il ritorno in patria di un certo numero di persone.
Comunque sia, i cittadini stranieri costituiscono il
13,5% della popolazione parmense complessiva all’1.1.2013, posizionando la
provincia di Parma tra i livelli più elevati in Italia e in Emilia-romagna.
La popolazione straniera è aumentata nell’ultimo anno
in 29 comuni sui 47 della nostra provincia; nell’anno precedente era cresciuta
in 39. I comuni di Calestano, Langhirano, Colorno e Fornovo si confermano
quelli in cui la percentuale di stranieri rispetto alla popolazione totale è
più alta, maggiore o uguale al 17,7%.
Continua la crescita della presenza femminile, che ha
ormai raggiunto il 51,7% (nel 1999 le donne rappresentavano solo il 42,5% del
totale della popolazione straniera).
Per quanto riguarda le cittadinanze più numerose, al
primo posto, per il terzo anno consecutivo,
troviamo i Moldavi, mentre al secondo i Rumeni, che hanno sottratto tale
posizione agli Albanesi, che si collocano, così, al terzo posto; queste tre
cittadinanze da sole rappresentano il 35,3% di tutta la popolazione straniera.
Da segnalare la crescita, rispetto all’1.1.2012, del
numero di nati (vale a dire residenti di età 0) stranieri (+ 9%) dopo il calo
del 10% che aveva caratterizzato lo scorso anno. La percentuale dei nati
stranieri sul totale è ben oltre il 20% all’interno di tutti e quattro i
distretti; in provincia di Parma oltre 30 nati su 100 sono figli di almeno un
genitore straniero e circa 24 su 100 hanno entrambi i genitori di nazionalità
non italiana. A proposito di genitori e coppie, dai dati 2010 (ultimi disponibili)
della Regione Emilia-romagna, emerge che, in provincia di Parma, più di 2
matrimoni su 10 sono composti da almeno uno dei due coniugi di cittadinanza
straniera, con netta prevalenza di unioni in cui ad avere la cittadinanza
straniera è la sposa, e che quella di Parma è la provincia dell’Emilia-romagna
che detiene la più alta percentuale per matrimoni con almeno un coniuge
straniero.
In leggera diminuzione il numero di domande di
cittadinanza: nell’anno 2012 sono state presentate alla Prefettura di Parma 730
domande (erano 847 nel 2011) di cui 552 per residenza e 178 per matrimonio; si
conferma il dato di una maggiore richiesta da parte delle donne (384) con una
forte prevalenza per matrimonio con cittadino italiano.
Nel lavoro e nella formazione -
Nel 2012 si stimano nel parmense 28 mila lavoratori
stranieri residenti, pari al 14,0% del totale occupati (203 mila), in leggera
diminuzione rispetto al 2011 (erano circa 29.000), mentre gli occupati
stranieri arriverebbero a 33 mila unità circa, pari al 15,1% delle forze di
lavoro complessive (216 mila unità fra residenti e non).
Viene confermato il significativo contributo della
componente straniera sulle assunzioni con contratto di lavoro dipendente: se si
considera nel totale assunzioni anche le attività svolte da famiglie e
convivenze, relative in massima parte all’assunzione di colf e badanti, si ha
che nel 2012 ben 21.673 assunzioni su 70.926, ossia il 30,6% hanno riguardato
lavoratori o lavoratrici stranieri; se si escludono invece le attività svolte
da famiglie e convivenze, l’incidenza sul totale delle assunzioni degli
stranieri risulta del 26,9%.
Certo è che anche a Parma, come nel resto del paese,
la notevole crescita dell’occupazione straniera ha incontrato sul suo cammino
il grande ostacolo della crisi. E, anche nella nostra provincia, questo fattore
di impedimento è stato sufficiente a fare salire la disoccupazione degli
stranieri su livelli inediti: da 2.300 a 4.400 unità, in termini assoluti, e
dal 7,2% al 13,3% delle forze di lavoro, in termini relativi. Nel biennio
2011/2012, infatti, il tasso di disoccupazione provinciale degli stranieri si è
accresciuto con una velocità superiore a quella rilevata sulla media nazionale,
portando i livelli di disoccupazione locale dei migranti su soglie solo di poco
inferiori a quella nazionale (14,1%). La causa principale è la forte crescita
della disoccupazione maschile (dal 7,9% al 16,3%), legata alla crisi nelle
attività manifatturiere e nelle costruzioni.
Per quanto riguarda nello specifico i rapporti di
lavoro dipendente per colf e badanti, nel 2012 si è realizzata una diminuzione
delle assunzioni pari al 7,4% registrando poi un ulteriore calo nel primo
semestre del 2013 (- 14,5%) passando da 3.656 unità a 3.522; il decremento
interessa in particolare i collaboratori domestici (colf) che passano da 1.897
a 1.241 unità (- 656) e un parallelo incremento di addetti all’assistenza
personale (badanti) che passano da 1.711 a 2.225 unità (+ 514). La domanda di
queste professioni che, fino al recente passato, si erano poste al centro di un
duraturo ciclo di crescita dell’occupazione straniera, sta anch’essa
diminuendo.
Anche per far fronte al contesto sopra descritto, un
importante impulso è stato dato alla programmazione di iniziative di formazione
e sostegno all’occupazione: 322 i percorsi formativi avviati nel 2012-2013 nel
territorio provinciale per il coinvolgimento complessivo di 2158 partecipanti,
il 20% circa dei quali rappresentato da cittadini stranieri. Gli allievi
immigrati hanno partecipato principalmente ad attività di formazione iniziale
(33,8%), significativo tuttavia il dato di stranieri impegnati in percorsi di
qualificazione/riqualificazione lavorativa e in esperienze individuali in
situazione lavorativa/tirocini (27,4%).
Nelle scuole -
Gli alunni iscritti nel complesso delle scuole del
nostro territorio sono circa 47.500, di cui circa 7.400 stranieri (pari al
15,5% del totale) con un incremento rispetto alla precedente annualità di 379
unità.
Nel decennio appena trascorso gli alunni stranieri
sono quasi quadruplicati aumentando di 5.482 unità mentre per gli italiani si
registra una variazione più contenuta sia in termini assoluti (+2.573) che
percentuali (+6,9%).
Determinante l’apporto consistente della componente
straniera: questo riguarda tutti i gradi d’istruzione, gli stranieri
contribuiscono infatti per il 70 per cento all’incremento degli alunni nelle
scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori), per il 75 in quelle
secondarie di primo grado (scuole medie) e per il 63 per cento nelle scuole
primarie (scuole elementari). In particolare dei 2.601 alunni in più presenti
nelle scuole superiori ben 1.814 sono stranieri, mentre sono 1.463 sui 1.951 in
più nelle scuole medie e 2.205 sui 3.503 delle elementari.
Tra le principali nazionalità degli alunni stranieri
si confermano Albania, Moldavia, Marocco, India e Romania in corrispondenza con
quanto evidenziato dal dato demografico della popolazione straniera complessiva
residente.
Il percorso scolastico dei ragazzi stranieri continua
ad essere caratterizzato da una maggiore difficoltà rispetto a quello dei
compagni italiani, difficoltà che si riflette in tutti i gradi d’istruzione a
partire dalla scuola primaria dove mediamente, 16 bambini stranieri su cento
risultano in ritardo - prevalentemente di un anno - rispetto alla classe
frequentata.
Viene confermato anche il dato della dispersione
scolastica: nemmeno la metà dei diciottenni di origine straniera ha scelto di
completare l’obbligo formativo all’interno del percorso di studi superiori
mentre la restante metà si è probabilmente indirizzato verso la formazione
professionale e l’apprendistato oppure, dopo avere assolto all’obbligo di
istruzione (16 anni) o a quello formativo (17 anni) non ha ritenuto necessario di
continuare gli studi. Una delle possibili concause del ritardo mostrato dagli
alunni stranieri, soprattutto nella scuola superiore, è preferibilmente
rintracciare nel basso numero di nati in Italia, questi ultimi sono infatti,
nell’anno scolastico 2011-12, poco meno del 60% di quelli iscritti nella scuola
primaria, il 30% nella secondaria di primo grado e solamente il 9% nella scuola
secondaria di seconda grado.
I corsi di lingua italiana -
Più di 2000 gli utenti complessivi dei corsi, in
prevalenza donne, giovani in gran parte provenienti da India, Marocco,
Moldavia.
L’offerta formativa locale dell’insegnamento
dell’italiano ai cittadini stranieri nell’anno 2012/2013 è stata
particolarmente ampia: 116 corsi, in prevalenza organizzati dai Centri territoriali
permanenti – Ctp (86%), il 25% dei quali finanziati nell’ambito di
programmazioni provinciali condivise con la rete locale formata dai soggetti
che si occupano di integrazione.
Nelle scuole superiori, grazie ad un progetto della
Provincia di Parma finanziato con il contributo della Fondazione Cariparma è
stato possibile attivare, nell’anno scolastico 23 corsi di Italiano per lo
Studio di livello A2 e B1 per un numero complessivo di circa 230 studenti;
unitamente ai corsi sono stati attivati circa 600 interventi di mediazione
culturale.
L’accesso ai servizi sanitari -
Lo Spazio Salute Immigrati -
Rispetto all’anno 2011, si registra un lieve calo
dell’utenza allo Spazio Salute Immigrati dell’Ausl di Parma (1464 soggetti
contro i 1553 del 2011), diminuzione prevalentemente legata all’attenuazione
del flusso legato all’emergenza Nord-africa. Aumenta tuttavia la presenza di
nuovi utenti (935 soggetti rispetto agli 824 del 2011), principalmente della
componente femminile. Continua l’aumento degli accessi che richiedono
prestazioni solo infermieristiche o psicologiche; rispetto al 2011, l’area
pediatrica ha evidenziato un calo complessivo dell’utenza in carico (dai 244
nel 2011 ai 205 nel 2012).
I consultori -
I dati del Servizio Salute Donne Ausl di Parma per
l’anno 2012 confermano alcune caratteristiche della Regione Emilia-romagna, che
si riflettono anche nel parmense, quali un costante incremento di madri con
cittadinanza straniera (29,8%) e un aumento dell’età media di gravidanza
(31,8%) con una discreta differenza tra italiane (33) e straniere (28,9). Delle
1952 donne gravide prese in carico dai consultori nel 2012 in provincia di
Parma il 60,5% (1182 utenti) sono di nazionalità straniera.
La prevenzione -
Si mantiene costantemente più bassa della media la
percentuale di partecipazione dei cittadini stranieri ai programmi di
prevenzione (screening oncologici collo, utero, mammella, colon).
La casa: edilizia residenziale pubblica e famiglie
immigrate -
Alla fine del 2012, sono 5.650 gli alloggi di edilizia
residenziale pubblica (Erp) che risultano occupati da 4.815 famiglie italiane
(85,22%) e 835 famiglie originarie di altri Paesi (14,78%). Rispetto all’anno precedente, la presenza
delle famiglie straniere negli appartamenti pubblici è aumentata di 41 nuclei
familiari.
Alla stessa data, risultano occupare alloggi di
proprietà pubblica, che non vengono assoggettati alla normativa riguardante
l’Erp e sono assegnati attraverso dei bandi ‘speciali’, 87 famiglie straniere,
in calo rispetto all’anno precedente, che registrava 99 famiglie presenti.
Significativo, seppur in calo rispetto all’anno
precedente (- 6 nuclei) è stato il dato relativo alla presenza di 99 nuclei
stranieri composti da un genitore con minori, quasi esclusivamente donne sole
con figli (98).
Nel suo complesso, la popolazione Erp è composta da
12.610 persone, un dato in costante crescita (12.503 nel 2011, 12.222 nel 2010,
11.978 nel 2009). Di questi, 3.720 erano cittadini stranieri, pari al 29,5% del
totale e l’1,11% in più rispetto al 2011
(3.550 persone), perlopiù di origine marocchina, tunisina, albanese,
evidentemente favoriti da una maggiore anzianità di residenza rispetto a coloro
provenienti da Paesi di recente o nuova migrazione.
I richiedenti asilo e i rifugiati politici -
Al 31.12.2012 i permessi di soggiorno in
Emilia-romagna passano da 3.914 a 4.476 con un incremento nell’anno di 562
unità (pari a circa il 14%) almeno in parte riferibile agli arrivi nell’ambito
dell’Emergenza Nord Africa. E’ infatti probabile che un certo numero di persone
non avesse ancora ottenuto il permesso di soggiorno al 31.12.2011 e che ciò sia
avvenuto solo nel corso del 2012.
Anche in provincia di Parma si registra un aumento
delle presenze: i permessi di soggiorno al 31.12.2012 sono 643 con un aumento
di 84 unità.
Nel 2011 invece il numero di permessi di soggiorno per
richiedenti asilo e rifugiati attivi in Emilia-romagna era di 3914 con un
incremento di 341 unità ovvero circa il 9.5%.
Rispetto alla precedente annualità, è stata
ulteriormente incrementata la rete di accoglienza dedicata a richiedenti asilo
e titolari di protezione (progetti Sprar) con l’ampliamento nel 2012 di 18
posti straordinari aggiuntivi a livello provinciale passando da 57 a 75 posti
di accoglienza.
Lo sportello provinciale asilo -
Aumentati del 23% rispetto al 2011 anche gli accessi
allo sportello provinciale per richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di
protezione umanitaria: 415 accessi nel 2012 dei quali il 58% costituito da
nuovi utenti e il 9% da donne. Il 60% delle richieste e dei bisogni registrati
allo Sportello è di tipo sociale con richieste di accoglienza nello Sprar e
nelle strutture di seconda accoglienza, in seguito alla perdita del lavoro o in
situazione di disoccupazione di lunga durata.
L’emergenza Nord Africa (Ena);
Accolti al 28/2/2013: 115 (erano 159 al 31.12.2012);
Totale accolti Ena: 182 persone;
Nel 75% dei casi Ena è stata riconosciuta la
protezione umanitaria;
L’81% sono maschi adulti, nazionalità principali
Nigeria, Somalia e Ghana.
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VENERDÌ PROSSIMO AL VIA IL CICLO DI CONFERENZE “CRIMINAL ECONOMIES”. SCOPELLITI: “OCCASIONE PER APPROFONDIRE UNA REALTÀ IN CONTINUO MUTAMENTO, PRESENZA DI ALFANO SEGNALE IMPORTANTE” |
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Catanzaro, 9 ottobre 2013 - “Criminal economies” è il
ciclo di conferenze dedicato al fenomeno dell’economia criminale, che prenderà
il via venerdì prossimo a Reggio Calabria, organizzato dalla Regione Calabria
con l´alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il Patrocinio del
Ministero dell´Interno, del Ministero della Giustizia, del Ministero degli
Esteri e del Senato della Repubblica.
L’organizzazione dell’evento è stata condivisa con la
United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc).
La giornata d’apertura è in programma venerdì prossimo
11 ottobre, alle ore 16 presso l’Auditorium “Nicola Calipari” di Palazzo
Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria.
Dopo i saluti del Presidente del Consiglio Franco
Talarico e dell’Arcivescovo di Reggio Calabria - Bova Giuseppe Fiorini
Morosini, interverranno il Presidente della Regione Calabria Giuseppe
Scopelliti, il Direttore dell’Agenzia Nazionale Beni sequestrati e confiscati
Giuseppe Caruso, il Procuratore Generale della Repubblica di Reggio Calabria
Salvatore di Landro, il Procuratore Generale della Repubblica di Catanzaro
Santi Consolo, il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico
Cafiero de Raho ed il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo
Lombardo.
Concluderà l’appuntamento il Vice Premier e Ministro
dell’Interno Angelino Alfano.
“Nella crisi finanziaria di oggi – afferma il
Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - assistiamo a un sempre crescente
predominio dei mercati criminali e illegali sull’economia legale. La ricchezza
accumulata dal crimine organizzato, unitamente all’evasione fiscale, alla
corruzione, alle frodi a istituzioni pubbliche, ha assunto proporzioni tali da
costituire un vero e proprio mercato, parallelo a quello legale, in grado di
condizionare il destino di interi Paesi e, quindi, dell’economia
transnazionale. La conferenza internazionale che apre i lavori a Reggio
Calabria vuole costituire occasione di approfondimento delle tematiche di
stringente attualità connesse all’impegno che la pubblica amministrazione
sostiene nella lotta alla criminalità organizzata che, valicando i confini dei
singoli Stati, si appalesa come una vera e propria multinazionale
dell’illegalità. Le diverse sessioni di studio sono finalizzate a verificare lo
stato attuale delle legislazioni anti-riciclaggio, della gestione e
destinazione dei beni sequestrati e confiscati in Italia e all’estero, le
azioni della società civile e del mondo legato alla cultura ed i modelli
legislativi e investigativi più avanzati contro le mafie. La presenza di
relatori di altissimo spessore, provenienti anche da Paesi dell’America Latina,
nonché del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, oltre che la condivisione di
un organismo importantissimo come l’Unodc, visto l’interesse manifestatomi dal
Direttore Esecutivo Yuri Fedotov, conferisce a questo evento una dimensione di
grande rilievo nel panorama internazionale. La volontà è quella, quindi, di
affrontare concretamente il fenomeno dell’economia generata dai traffici
illeciti, per pianificare le necessarie azioni di contrasto che mirino ad
ostacolare il riciclaggio, le insolvenze transfrontaliere, il terrorismo
internazionale e a favorire l’utilizzo degli ingenti patrimoni confiscati. Alle
crescenti minacce derivanti dall’espansione criminale – conclude il Presidente
della Regione Giuseppe Scopelliti - è necessario promuovere una cultura
giuridica internazionale che coinvolga gli Stati e le legislazioni degli stessi
per far fronte comune contro l’economia criminale favorendo la nascita di un
circolo virtuoso che produca ricchezza legittima, cultura, lavoro e legalità”.
Il programma di venerdi prevede inoltre, alle ore
19.30, la conferenza-spettacolo dal titolo: “Paolo Borsellino, essendo Stato”,
tratto dal libro di Ruggero Cappuccio.
Lo spettacolo, rappresentato per la prima volta a
Milano nel dicembre del 2011, racconta gli ultimi secondi di vita del giudice
Paolo Borsellino, assassinato dalla mafia a Palermo nel luglio del 1992. Sono
previsti gli interventi di Oscar Magi, Ilio Mannucci Pacini, Monica Cavassa,
Luciana Greco, Barbara Medagliani, Maria Bambino e Marica Orlandi. Introdurrà
Gaetano Paci, Sostituto Procuratore della Dda di Palermo.
Il ciclo di conferenze proseguirà lunedi 14 ottobre a
Roma, nella sala Atti Parlamentari del Senato della Repubblica, dove si parlerà
dell’espansione criminale della mafie in Italia e all’estero.
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SDS SUD EST: IL CONVEGNO FINALE SU "LA RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI COME RISORSA NEL CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE” |
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Firenze, 9 ottobre 2013 - Una platea partecipe ed attenta è intervenuta
al convegno finale del progetto "La rete dei servizi territoriali come
risorsa nel contrasto alla violenza di genere” promosso dalla Società della
Salute Sud Est con l´Associazione Artemisia in collaborazione la Asf e
finanziato dalla Regione Toscana.
Il convegno è stato l’occasione per restituire e
condividere i risultati del lavoro svoltosi fra aprile 2012 e luglio 2013 sulle
prassi e i criteri di intervento per il contrasto alla violenza domestica e
assistita.
I promotori si dicono soddisfatti. Il progetto, frutto
dell’impegno delle diverse istituzioni, degli operatori e delle operatrici dei
servizi territoriali, del centro antiviolenza e dell’associazionismo, ha
prodotto risultati positivi per porre le basi a un’efficace rete di protezione
e presa in carico delle donne e dei minori in situazioni di violenza.
In particolare il progetto ha permesso, attraverso la
formazione comune e il confronto sulle esperienze di:
• valorizzare
le risorse e le conoscenze di tutto il territorio;
• creare uno
spazio dove gli operatori di diverse agenzie con diverse mission e
professionalità hanno potuto confrontarsi operativamente per rendere efficaci
azioni coordinate di risposta ai bisogni delle donne vittime di violenza e dei
loro figli
• implementare
le reti territoriali (che da anni lavorano insieme sui singoli casi);
• integrare
all’interno dei territori nuovi servizi specialistici per la violenza attivati
a Figline V.no, Pontassieve e San Casciano in collaborazione con l’associazione
Artemisia (sportelli territoriali);
• evidenziare
i nodi critici su cui continuare a lavorare.
Durante il convegno gli operatori hanno manifestato
l’auspicio che il lavoro iniziato possa proseguire attraverso il lavoro
operativo della rete, il confronto sui casi, ulteriori formazioni e
approfondimenti su tematiche specifiche, sviluppando e potenziando la capacità
di intervenire in modo efficace per contrastare la violenza. Sempre gli
operatori hanno sottolineato alcuni presupposti fondamentali nel lavoro
integrato sulla violenza: la formazione continua, la supervisione per gli
operatori, la creazione di un linguaggio comune e strumenti unificati di
rilevazione e valutazione del rischio.
Il convegno ha visto la sentita partecipazione degli
studenti di tre istituti superiori che hanno aderito al progetto (Istituto di
Istruzione Superiore A. Volta di Bagno a Ripoli, Liceo Scientifico Godetti di
Bagno a Ripoli ed Isis G. Vasari di Figline Valdarno) e che attraverso un video
hanno presentato il lavoro svolto con l’Associazione Artemisia. Il video
realizzato dagli studenti documenta il lavoro creativo e di riflessione sui
ruoli maschile e femminile, sulle relazioni affettive e sugli stereotipi che
stanno alla base della normalizzazione della violenza di genere.
“Oggi il problema della violenza di genere richiede
risposte concrete ed efficaci- ha affermato il Presidente della Sds Sud Est,
Luciano Bartolini – sul piano sociale e sanitario, giuridico ed economico, ma
ancora si sta facendo troppo poco. Un elemento importante e significativo è
stata la trasformazione del decreto legge n. 93 in legge dell’agosto scorso.
L’obiettivo che ci eravamo prefissati e che speriamo di avere raggiunto con
questo progetto – ha continuato il Presidente della Sds Sud Est - è quello di
aver costruito i presupposti per garantire una rete informativa e di supporto
logistico e sociale per le vittime, attraverso la formazione appunto e la
sensibilizzazione di tutti gli operatori che possono essere coinvolti nel
problema, assistenti sociali, medici di famiglia, pediatri(spesso i piccoli
sono i più fragili), psicologi, forze dell’ordine, associazioni territoriali.
Ma questo non può essere che l’inizio di un percorso, perché la rete, che siamo
riusciti a creare deve essere coltivata e potenziata.. Da parte della Società
della Salute la massima volontà ed impegno a proseguire insieme all’Asf ed
all’Associazione Artemisia, realtà competente e preziosa, ma fondamentale – ha
concluso il Presidente - per continuare a lavorare in modo serio ed efficace
sarà poter contare sul contributo ed il supporto della Regione. ”
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MINORI. PRESENTATO IL PROGETTO PER L’AUTOSTIMA RIVOLTO AGLI ADOLESCENTI MILANESI INIZIATIVA UTILE ALLA CRESCITA DI RAGAZZE E RAGAZZI |
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Milano, 9 ottobre 2013 - Incoraggiare le ragazze e i ragazzi ad avere
una giusta consapevolezza di se stessi. È questo il senso di “Dove Progetto
Autostima”, iniziativa realizzata da Dove, con il patrocinio del Comune di
Milano e la supervisione di Mauro Grimoldi, presidente dell’Ordine degli
psicologi della Lombardia e presentata
ieri a Palazzo Marino. Alunne e alunni di dieci scuole medie milanesi
saranno coinvolti in un percorso di quattro incontri sui temi della
corporalità, dell’alimentazione e della relazione con l’altro.
“Si tratta di un progetto utile – ha detto
Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute
– sia per la sua azione concreta sia perché utilizza un approccio innovativo ed
efficace. Quello degli adolescenti è un mondo difficile e delicato. Per questo
ben vengano iniziative che aiutino le ragazze e i ragazzi nel loro percorso di
crescita”.
Ad accompagnare il progetto anche una campagna di
affissioni, prevista nelle principali stazioni della metropolitana e per le
strade della città, volta a sensibilizzare i milanesi nei confronti della
tematica. Materiali informativi saranno veicolati anche in diversi punti come
farmacie comunali e biblioteche.
“C’è un filo – ha aggiunto Majorino – che unisce
questo progetto a quanto l’Amministrazione sta facendo per la difesa
dell’immagine della donna, con la prossima apertura della Casa dei diritti, e
per la promozione del benessere psicosociale degli adolescenti, con il fumetto
distribuito nelle scuole in collaborazione con l’Ordine degli psicologi. Un
filo che mette al centro il diritto delle persone a essere sostenute, ad avere
punti di riferimento e a non subire discriminazioni”.
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