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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Febbraio 2014
FVG, ENERGIA: NON È PRIORITÀ GIUNTA ELETTRODOTTO UDINE OVEST-OKROGLO  
 
Trieste, 3 febbraio 2014 - Un elettrodotto Udine Ovest - Okroglo non è, nel modo più assoluto, una priorità dell´attuale esecutivo e non esiste alcun progetto o accordo per la sua realizzazione. Lo ha già dichiarato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, e lo ribadisce l´assessore all´Ambiente ed Energia, Sara Vito, rispondendo all´interpellanza presentata in proposito dal consigliere regionale Giuseppe Sibau. "L´argomento è stato toccato nel corso dell´audizione, in Iv Commissione consiliare, della società Terna Rete Italia spa, che aveva chiesto di essere ascoltata in merito alle modalità di intervento ed alle tempistiche di cantierizzazione per la realizzazione del nuovo elettrodotto a 380 kV Redipuglia-udine Ovest - spiega l´assessore - e già in quella occasione abbiamo affermato che l´argomento non è in discussione". "La Regione non ha mai fatto alcun atto formale per la realizzazione di questo elettrodotto, se non istituire un mero tavolo tecnico di approfondimento nel 2005 e, come ho avuto modo di chiarire in occasione dell´audizione di Terna - aggiunge ancora Vito - non si è nemmeno arrivati ad individuare un´ipotesi di tracciato ed un punto di contatto con la Slovenia." "Questi fatti - continua Vito - sono stati confermati dagli stessi rappresentanti della società, che hanno rilevato come non sia mai stato sottoscritto alcun accordo con le controparti slovene e che, anche se gli studi condotti a livello europeo ribadiscono l´opportunità di un intervento per integrare l´Italia nel mercato europeo, non stabiliscono le aree interessate dalla localizzazione dell´interconnessione" L´assessore ha quindi puntualizzato: "Come ha detto la presidente, decidere se e come realizzare questa infrastruttura energetica non è una priorità dell´Amministrazione regionale; se ne riparlerà, forse, solo tra qualche anno e, ribadisco, non si è nemmeno arrivati ad individuare un´unica ipotesi di tracciato ed un punto di contatto con la Slovenia. Nemmeno l´Europa ci può imporre un´opera del genere, visti gli impatti ambientali che ne deriverebbero". "L´audizione di Terna - conclude l´assessore - è stato un importante momento di chiarimento, in quanto è emerso che addirittura non erano neppure state iniziate, nel corso di questi anni, le attività propedeutiche di studio del tracciato della struttura".  
   
   
PV GRID: RACCOMANDAZIONI STRATEGICHE PER FACILITARE L´INTEGRAZIONE DEL FOTOVOLTAICO NELLE RETI DI DISTRIBUZIONE EUROPEE ATENE, BERLINO, BRATISLAVA, BRUXELLES, L´AIA, LISBONA, LONDRA, MADRID, PARIGI, PRAGA, ROMA, SOFIA, STOCCOLMA, VIENNA,  
 
Varsavia, 3 febbraio 2014 - Il consorzio del progetto europeo Pv Grid ha pubblicato il 30 Gennaio un documento di consultazione (Advisory Paper) contenente alcune raccomandazioni strategiche relative all´implementazione di soluzioni tecniche per facilitare l´integrazione del fotovoltaico (Pv) nelle reti di distribuzione. Nei prossimi 3 mesi verranno organizzati in tutta Europa 15 workshop nazionali per presentare e discutere i risultati del progetto. Da Maggio 2012 il consorzio del progetto Pv Grid sta lavorando all´identificazione di soluzioni tecniche prioritarie per incrementare la capacità delle reti di distribuzione di integrare impianti fotovoltaici. A valle di una dettagliata analisi delle barriere, nell´Advisory Paper vengono presentate una serie di raccomandazioni di carattere normativo e regolatorio per facilitare l´implementazione di queste soluzioni tecniche. In un sistema energetico in rapida evoluzione, in cui la generazione distribuita basata sull´utilizzo di fonti rinnovabili sta ricoprendo un ruolo sempre più centrale, emerge l´esigenza di nuove funzionalità per la gestione delle reti di distribuzione. Le sfide analizzate nell´Advisory Paper di Pv Grid sono le seguenti: - assicurare condizioni eque nell´applicazione della riduzione di potenza fotovoltaica; - regolare opportunamente l´autoconsumo dell´energia fotovoltaica; - sfruttare le potenzialità tecniche avanzate degli inverter fotovoltaici; - promuovere la diffusione di sistemi di accumulo sia lato distributore che lato autoproduttore; - favorire le applicazioni per la gestione della domanda attiva (demand response); - incentivare lo sviluppo delle "smart grid". E´ possibile scaricare le differenti versioni in consultazione (in inglese) dell´Advisory Paper di Pv Grid dai seguenti link: - raccomandazioni chiave (versione breve) - versione completa Tra Febbraio e Aprile 2014 i partner nazionali di Pv Grid organizzeranno un workshop in ciascuno dei 15 paesi che partecipano al progetto, per discutere con i principali stakeholders nazionali le soluzioni tecniche più opportune da implementare in ciascun paese, tenendo conto delle specificità locali. Gli esiti di queste consultazioni verranno utilizzati per la stesura di una versione aggiornata dell´Advisory Paper, che verrà pubblicata durante l´estate 2014. Il consorzio del progetto Pv Grid invita tutti gli stakeholder a livello europeo a fornire commenti e riscontri sui contenuti dell´Advisory Paper. Il progetto Pv Grid: Lo scopo complessivo del progetto Pv Grid è quello di contribuire a ridurre le barriere che stanno rallentando o complicando l´integrazione su larga scala degli impianti fotovoltaici nelle reti di distribuzione in Europa. Questo obiettivo verrà perseguito attraverso un´analisi delle barriere e delle possibili soluzioni tecniche e tramite la formulazione di raccomandazioni di carattere normativo e regolatorio. Il progetto Pv Grid è stato avviato nel Maggio 2012 e si concluderà a Ottobre 2014. Pv Grid è il seguito del progetto Pv Legal, terminato nel febbraio 2012. Il progetto Pv Grid è realizzato tramite la collaborazione dei seguenti partner: - Coordinatore: Associazione tedesca dell´Industria Fotovoltaica (Bsw-solar) - Associazione Europea dell´Industria Fotovoltaica (Epia) - Eclareon Management Consultants (Germania) - 14 associazioni nazionali del fotovoltaico: Unef (Spagna), Apesf (Portogallo), assoRinnovabili (Italia), Bpva (Bulgaria), Czepho (Rep. Ceca), Enerplan (Francia), Helapco (Grecia), Holland Solar (Olanda), Ptpv (Polonia), Pv Austria (Austria), Edora (Belgio), Svensksolenergi (Svezia), Sapi (Slovacchia), Sta (Regno Unito).  Derlab (European Distributed Energy Resources Laboratories) (Germania)  2 distributori di energia: Enel Distribuzione (Italia), Rwe Deutschland (Germania)  Pontificia Università di Comillas (Spagna).  
   
   
NO AL RINVIO DELL´INCREMENTO DELLA QUOTA RINNOVABILI NEGLI EDIFICI  
 
Milano, 3 febbraio 2014 - In sede di conversione del Dl Milleproroghe è stato introdotto il rinvio dal 1/1/2014 al 1/1/2015 dell’obbligo di aumento della quota dal 20% al 35% delle fonti rinnovabili per usi termici negli edifici nuovi e ristrutturati. “Questo provvedimento rappresenta l´ennesimo cambio in corsa delle regole a tutto svantaggio della generazione distribuita - afferma il Presidente Re Rebaudengo -. Appare inconcepibile la scelta di rallentare un settore che ha dimostrato di essere una leva propulsiva per il comparto edilizio e più in generale per l’economia nel suo complesso”. Assorinnovabili chiede quindi al Governo di porre rimedio ripristinando i termini per gli obblighi minimi prescritti dal D.lgs. 28/11.  
   
   
LAVORI PUBBLICI: PATTO STABILITÀ, REGIONE FVG CERCA NUOVE REGOLE COI COMUNI  
 
Udine, 3 febbraio 2014 - "Oggi diamo inizio ad un percorso di collaborazione tra l´amministrazione regionale e il sistema degli enti locali che è stato lasciato troppo spesso solo nell´applicare regole complesse, su cui deve essere la Regione a riprendere la regia". Lo ha affermato l´assessore alla infrastrutture e Lavori pubblici Mariagrazia Santoro, intervenendo a Udine al primo incontro sul tema "Costruire al tempo del patto di stabilità", un ciclo di cinque seminari di lavoro su metodi e strategie operative per accelerare la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche in Friuli Venezia Giulia. Al centro dell´analisi il patto di stabilità e le possibili soluzioni tecniche al suo superamento. "Il patto di stabilità - ha spiegato Santoro - influenza con i suoi vincoli l´azione degli enti, limitando la loro operatività, al contempo la pronta realizzazione di opere pubbliche è un´esigenza improcrastinabile per il comparto edile del nostro territorio. Per questo le soluzioni vanno trovate in fretta e assieme". La platea del seminario era composta da sindaci e tecnici di 110 comuni, delle 4 province, oltre a esponenti di ordini professionali e rappresentanti di società partecipate. La prima azione messa in campo dalla Regione è il monitoraggio da parte del Servizio di finanza pubblica dei finanziamenti regionali già erogati ed attualmente non spendibili da parte dei comuni, per definire nuovi spazi finanziari (nel 2013 erano stati concessi spazi per 90 milioni di euro in finanziaria e 25 milioni nell´ultimo assestamento di bilancio). "E´ necessario però adottare regole comuni tra Regioni ed enti locali - afferma Santoro - ed introdurre il fattore "tempo" nell´azione di governo. E´ ciò che accade con la previsione dell´erogazione dei finanziamenti per stato di avanzamento lavori, ma è chiaro che ciò comporta la necessità di una riprogrammazione dettagliata delle risorse necessarie ai Comuni. Dal 2014 l´entrata in vigore del sistema di armonizzazione dei bilanci consentirà di avere cifre certe con una nuova contabilità fortemente dettagliata e trasparente". Il presidente dell´Anci regionale, Mario Pezzetta, ha aggiunto che anche i Comuni tra i 1000 e i 5000 abitanti potrebbero essere esonerati dall´applicazione del patto di stabilità alla luce di nuovi spazi finanziari concessi a livello statale. La Regione - è stato detto - ha cercato di utilizzare tutte le risorse e gli spazi finanziari disponibili, da ultimo definendo una graduatoria di lavori immediatamente cantierabili con riguardo all´edilizia scolastica individuando circa 80 progetti esecutivi presentati dai Comuni ed in attesa di essere finanziati e ha inoltre ottenuto la possibilità - analogamente alle altre Regioni e Province autonome - di escludere dal patto di stabilità gli investimenti relativi all´edilizia sanitaria.  
   
   
BURLANDO, RISTRUTTURAZIONE EX COPROMA DI VOLTRI  
 
 Genova, 3 febbraio 2014 - " E´ stato decisa oggi la ristrutturazione dello stabile ex Coproma, che si realizzerà grazie a un finanziamento Fas destinato dalla Regione Liguria di circa 2 milioni più un finanziamento 500 mila euro da parte di Asl 3 genovese. L´apertura dei cantieri è prevista entro la fine del 2014. Il piano terra dell´immobile sarà destinato a funzioni sanitarie, in particolare all´organizzazione del poliambulatorio medico dei medici di famiglia e di medicina specialistica, al centro diurno Alzheimer e ad attività ambulatoriali da stabilirsi. Per il primo piano si sta perfezionando un accordo con la Croce Rossa italiana per trasferire la sede regionale e provinciale dell´associazione, oltre a quella voltrese". Lo ha comunicato oggi, giovedì 30 gennaio il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando al termine dell´incontro svoltosi in Regione per decidere il futuro dello stabilimento ex Coproma di Voltri, presenti il vice presidente e assessore alla Salute Claudio Montaldo, il direttore del dipartimento regionale della Sanità Franco Bonanni, il direttore dell´agenzia sanitaria Ars Francesco Quaglia, il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale Valter Ferrando, il direttore generale di Asl 3 Corrado Bedogni, il consigliere del Comune di Genova Nadia Canepa, il presidente del Municipio Viii Ponente Mauro Avvenente, l´amministratore unico di Arte Genova Vladimiro Augusti. "Sarà direttamente l´Azienda Regionale Territoriale per l´Edilizia (Arte) di Genova a realizzare l´intervento, questo consentirà tempi brevi di partenza e realizzazione dell´opera, come già avvenuto per il poliambulatorio di villa De Mari a Palmaro" ha concluso Burlando.  
   
   
EDILIZIA PUBBLICA IN UMBRIA: NUOVO REGOLAMENTO REGIONALE PER L’ASSEGNAZIONE DI ALLOGGI  
 
Perugia, 3 febbraio 2014 - “Snellire le procedure e nello stesso tempo garantire al massimo diritti e doveri di coloro che aspirano all’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, sono elementi che caratterizzano fortemente questo nuovo regolamento, che, tra l’altro introduce alcune importanti innovazioni come l’Isee quale modalità di valutazione della capacità economica del nucleo familiare”. Stefano Vinti, assessore regionale alle politiche abitative, commenta così l’approvazione definitiva da parte della Giunta regionale del regolamento che disciplina le norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale, dopo il via libera del Consiglio delle autonomie locali ed il parere del Consiglio regionale. “La collaborazione instaurata con i Comuni, ha affermato l’assessore nel corso di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina, giovedì 30 gennaio, nella Sala Fiume di Palazzo Donini, ha consentito di pervenire ad un testo condiviso e di evitare, così, eventuali incongruenze ed incompatibilità con i regolamenti che i Comuni stessi dovranno a loro volta approvare. Il nuovo regolamento, atteso ormai da anni da circa 10.000 famiglie umbre, è un ulteriore segno dell’impegno costante della Regione Umbria per le politiche della casa e dell’abitare. Con questo regolamento i comuni umbri potranno così, dopo quattro anni, pubblicare il loro nuovo bando per l’assegnazione degli alloggi. Ed inoltre ogni comune potrà inserire altri quattro criteri, in aggiunta a quelli individuati dalla Giunta regionale, per adeguare il bando alle esigenze del proprio territorio. Speriamo così che a partire dal prossimo mese di aprile possano essere aperti i nuovi bandi comunali. Resta comunque il problema dei finanziamenti necessari per la realizzazione di nuovi alloggi e l’Umbria è capofila nella richiesta di un nuovo Piano nazionale per la casa che consenta, attraverso il recupero del patrimonio immobiliare già esistente, di soddisfare le esigenze di un numero ormai impressionante di famiglie che, stante la crisi economica, non riescono a trovare una soluzione abitativa”. Gli elementi salienti del nuovo regolamento regionale, che sarà pubblicato nei prossimi giorni sul Bollettino ufficiale della Regione Umbria, riguardano i requisiti di accesso all’Edilizia residenziale pubblica. Vengono disciplinati gli aspetti che riguardano la composizione del nucleo familiare aspirante all’assegnazione (coniugi separati, coniuge residente all’estero, ecc.), e viene stabilito il termine entro il quale deve essere costituito un nuovo nucleo familiare, nell’ipotesi in cui il richiedente abbia manifestato tale volontà in domanda. Inoltre, viene stabilito in 12.000 euro il limite massimo di Isee per concorrere ai bandi. La legge regionale infatti introduce, per la prima volta, l’Isee quale modalità di valutazione della capacità economica del nucleo familiare aspirante all’assegnazione, che fino ad oggi, era determinato in base al reddito. Infine, i nuclei familiari richiedenti, per poter concorrere ai bandi per l’assegnazione, non devono, evidentemente, essere proprietari di alloggi idonei. Pertanto, nel regolamento, vengono stabiliti i parametri per considerare un alloggio idoneo, sia come consistenza che come reddito da fabbricati. “L’intervento pubblico nel settore delle politiche abitative, ha dichiarato l’assessore Vinti, è stato molto influenzato, negli ultimi anni, da profondi mutamenti istituzionali, che hanno avuto forti ripercussioni anche in materia di edilizia residenziale pubblica. La crisi economica ha portato con sé una drastica riduzione delle risorse a disposizione, richiedendo, quindi, alle Regioni un’attenta riflessione in merito alla possibilità di modificare l’organizzazione della macchina pubblica, di semplificare l’azione politico-amministrativa e di individuare nuovi strumenti per ridurre, razionalizzare e riqualificare la spesa. Conseguentemente, ha sottolineato l’assessore Vinti, è emersa anche la necessità di rivisitare i criteri e i principi stessi che erano alla base della programmazione regionale del settore, allo scopo di prevedere, in una condizione di grave contingenza finanziaria e sociale, nuove strategie e tipologie d’intervento, non potendo, come in passato, assicurare una risposta adeguata alla crescente domanda di alloggi esclusivamente con la costruzione di nuove abitazioni. Dopo un lungo iter legislativo, caratterizzato da una forte concertazione con i Comuni, le Associazioni e le Organizzazioni sindacali del settore, il Consiglio regionale, nell’ottobre del 2012, ha approvato la Legge regionale n. 15, con la quale sono state apportate sostanziali modifiche al corpo normativo della precedente legge 23 del 2003”. Allo scopo di fornire ai Comuni e all’Ater regionale strumenti normativi dettagliati ed esaustivi per l’espletamento delle competenze loro attribuite, la legge prevede che alcuni aspetti particolari debbano essere ulteriormente disciplinati con appositi regolamenti che devono disciplinare tra l’altro i requisiti soggettivi che devono essere posseduti dai nuclei familiari aspiranti all’assegnazione degli alloggi di Ers pubblica; le condizioni soggettive ed oggettive di disagio e relativi punteggi per la formazione delle graduatorie di assegnazione degli alloggi di Ers pubblica ed infine l’esclusione dal patrimonio di Ers pubblica di alcuni alloggi aventi particolari caratteristiche. “La Giunta regionale, ha dichiarato Vinti, ha ritenuto opportuno disciplinare questi argomenti in un unico regolamento ed ha elaborato una proposta, che è stata sottoposta all’esame dei Comuni, in un costruttivo ed aperto percorso di confronto, dal momento che compete agli stessi l’effettiva applicazione della disciplina adottata. La collaborazione instaurata ha consentito di pervenire ad un testo condiviso e di evitare, così, eventuali incongruenze ed incompatibilità con i regolamenti che i Comuni dovranno a loro volta approvare”. Sulla base dei criteri generali forniti dalla legge regionale 23 del 2003, il regolamento disciplina nel dettaglio le condizioni di disagio soggettive del nucleo familiare richiedente ed oggettive dell’alloggio occupato, alle quali vengono attribuiti i punteggi per la formazione delle graduatorie di assegnazione. Nell’ambito di quelle soggettive è dato risalto alla presenza di minori, handicappati e anziani, nonché alle coppie di nuova costituzione. Tra quelle oggettive hanno priorità le condizioni di emergenza quali sfratti ed ordinanze di sgombero, nonché lo stato dell’immobile occupato (mediocre o scadente), il sovraffollamento, ecc. Nello stesso regolamento vengono anche descritte le condizioni in presenza delle quali può essere pronunciata l’esclusione, al fine di fornire un elenco esaustivo e nel contempo tassativo. Come già previsto nel precedente Regolamento, è confermata la possibilità, per gli enti proprietari, di svincolare gli alloggi, restituendo l’ammontare del contributo percepito, opportunamente rivalutato, previa autorizzazione della Giunta regionale, in alternativa all’obbligo di sostituire il patrimonio escluso con un patrimonio equivalente.  
   
   
NUOVO INRCA, STOP ALL’APPALTO: “RISOLTE LE QUESTIONI TECNICHE, RIPRENDE L’ITER PER REALIZZARE LA STRUTTURA".  
 
 Ancona, 3 febbraio 2014 - “La decisione del Consiglio di Stato ha riguardato una valutazione tecnica della procedura di appalto. Si tratta di un pronunciamento che, a questo punto, sblocca una situazione in stallo e che consente di riprendere velocemente l’iter per la realizzazione del nuovo Inrca ad Ancona Sud che ospiterà anche la sede di Italia Longeva e che, come Regione, vogliamo portare a termine nel più breve tempo possibile”. Lo afferma l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, intervenendo in merito alla sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso della ditta seconda nella graduatoria di aggiudicazione. “Ora la commissione di gara tornerà a riunirsi per ricalcolare i punteggi e dare esecuzione alla sentenza – continua l’assessore – Come Regione abbiamo tutto l’interesse a realizzare una struttura sicura e a un costo congruo. Quindi ci adegueremo alle indicazioni del Consiglio di Stato che hanno riguardato la valutazione del miglioramento sismico del progetto. Non sono state toccate altre questioni, per cui sarà possibile procedere rapidamente per concludere l’assegnazione della gara e scongiurare un ulteriore prolungamento dei tempi di avvio dei cantieri”. La ditta ricorrente aveva contestato che l’offerta tecnica dell’aggiudicataria fosse migliorativa rispetto al progetto a base di gara, come previsto dal bando. Il Tar delle Marche aveva respinto il ricorso. La decisione era stata impugnata dalla ditta ricorrente al Consiglio di Stato che aveva sospeso l’esecuzione del contratto con l’aggiudicataria e disposto una consulenza tecnica. L’istruttoria è durata un anno. “Il Consiglio di Stato, pur affermando che il progetto dell’aggiudicataria era conforme alla normativa sismica vigente e realizzabile a costi contenuti – spiega Mezzolani – ne ha negato la natura migliorativa e riballato l’esito del giudizio di primo grado. Ora tutta l’istruttoria riprenderà velocemente il suo percorso per recuperare il tempo perduto”.  
   
   
SEMPLIFICAZIONE NEGLI APPALTI PUBBLICI: NE PARLANO MARTEDÌ PROSSIMO A TREVISO L’ASSESSORE VENETO ED ESPERTI DELLE STAZIONI APPALTANTI, DELL’IMPRESA E DEGLI ORDINI PROFESSIONALI  
 
Venezia, 3 febbraio 2014 - “La sfida della semplificazione negli appalti pubblici. Il ruolo dell’Avcp e le sfide che attendono il mercato veneto”: è questo il titolo del convegno che si terrà martedì prossimo 4 febbraio, a partire dalle ore 14.00, presso l’Auditorium Sant’artemio della Provincia di Treviso. “L’incontro – spiega l’assessore regionale ai lavori pubblici e all’energia, Massimo Giorgetti, promotore dell’iniziativa – consentirà di approfondire le ultime novità normative riguardanti gli appalti e in particolare l’istituzione della nuova Banca dati Nazionale dei contratti pubblici e del nuovo sistema Avcpass per la verifica dei requisiti di gara”. “La ricerca di maggiore efficacia nella gestione della spesa e di maggior trasparenza ed efficienza nei processi di appalto – sottolinea l’assessore – passa anche attraverso una più decisa spinta all’innovazione e alla semplificazione, che deve riguardare sia le imprese che le stazioni appaltanti”. “La continua evoluzione del mercato degli appalti in termini economici e normativi – conclude Giorgetti –, impone una continua attività informativa per gli addetti del settore, chiamati a operare in un ambito molto complesso. Sarà sicuramente utile, quindi, capire quali sono le criticità da affrontare, ma anche quali opportunità si presentano per il Veneto, discutendone con esperti che rappresentano sia le stazioni appaltanti, sia il mondo delle imprese e degli ordini professionali”. Al convegno di Treviso sarà presentato anche il nono Rapporto annuale sul mercato degli appalti nel Veneto, realizzato dall’Osservatorio Regionale in collaborazione con la Fondazione Promo Pa, recentemente adottato dalla Regione. Tra i relatori, oltre all’assessore Massimo Giorgetti, Gaetano Scognamiglio, presidente della Fondazione Promo Pa e Alessandro Obino, dell’Autorità di vigilanza per i contratti pubblici.  
   
   
PROJECT FINANCING, CAMPANIA DA RECORD PER LE GARE AD INIZIATIVA PRIVATA  
 
 Salerno, 3 febbraio 2014 - La Campania è la regione nella quale nei primi dieci mesi del 2013 - nell’ambito delle procedure di project financing – sono state bandite più gare ad iniziativa privata: 17, per un importo complessivo di € 121.719.021, con una percentuale di incidenza sul totale degli investimenti privati in project attivati in Italia (1 miliardo e 162 milioni) pari al 10,5%. Il dato emerge dal consueto report settimanale del Centro Studi Ance Salerno sulla base dei dati evidenziati dall’ ”Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni” (dicembre 2013) del Centro Studi nazionale Ance. Le gare ad iniziativa pubblica, invece, bandite in Campania – sempre nei primi 10 mesi del 2013 – sono 14 per un importo di circa € 328.660.830, con una percentuale di incidenza sul totale degli investimenti attivati in Italia (1 miliardo e 69 milioni) pari al 30,7%. Per quanto concerne le aggiudicazioni, in Campania le gare ad iniziativa privata sono state 8 per un importo di € 43.672.744, con una percentuale di incidenza sul totale degli investimenti (in project) attivati in Italia (540 milioni) pari all’8,1%. In riferimento alle gare di iniziativa pubblica, in Campania quelle aggiudicate sono state 6 per un importo di € 47.959.481 con una percentuale di incidenza del 25,1% sul totale degli investimenti a livello nazionale (191 milioni). Nelle regioni Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) le gare bandite ad iniziativa privata – nei primi dieci mesi del 2013 – sono state 34 con una percentuale di incidenza sul totale nazionale (91) pari al 37,4%. Per quanto riguarda l’iniziativa pubblica la Calabria è al primo posto tra le regioni Obiettivo Convergenza con 18 gare. Complessivamente nelle regioni della Convergenza sono state bandite 53 gare ad iniziativa pubblica con una percentuale di incidenza del 18,3% sul totale nazionale (290 gare). «In Italia – si legge nell’Osservatorio congiunturale del Centro Studi Ance - il mercato complessivo del project financing, tra gennaio 2003 ed ottobre 2013, conta 5.029 iniziative del valore di 60.323 milioni di euro, di cui 33.431 milioni di euro per gare ad iniziativa privata e 26.892 milioni di euro per gare ad iniziativa pubblica». Analizzando nel dettaglio il valore dei bandi di gara emerge un ammontare pari a 2,6 miliardi di euro nel 2003, cresciuto a 3,3 miliardi di euro nel 2007, fino ad arrivare al picco nel 2009 con un importo complessivo di circa 4 miliardi. Nel 2012, seppur con un aumento del numero dei bandi, si è registrata una forte flessione nel valore con un totale di 2,3 miliardi di gare pubblicate (-43% rispetto al 2009). Osservando l’incidenza del mercato del project financing sulle gare delle opere pubbliche in Italia, l’Ance ha constatato che dal 2003 al 2012 questa procedura «ha mostrato un’incidenza importante, passando dal 13,9% del 2003, al 15,7% del 2007, al 25,9% del 2010, al 38,5% del 2011 fino al 30,6% del 2012». Tra gennaio ed ottobre 2013 l’incidenza sembra essere più contenuta, attestandosi al 15,5%. Per quanto riguarda le aggiudicazioni, tra gennaio 2003 e ottobre 2013 sono state aggiudicate 1.896 opere di finanza di progetto per un importo totale di 33.111 milioni di euro, di cui 22.438 milioni di euro per gare su proposta del promotore e 10.673 milioni di euro per gare ad iniziativa pubblica. In termini percentuali ciò si traduce nel 38% di gare bandite che sono arrivate all’aggiudicazione e che rappresentano il 55% del valore totale. «Lo scenario descritto nell’indagine dell’Ance – dichiara il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – conferma che nel settore privato il project financing è ormai considerato un riferimento centrale per attivare investimenti e realizzare interventi nel campo delle costruzioni. Ma è evidente che anche questo tipo di mercato ha risentito della crisi di liquidità e delle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese. È per questi motivi che sono sempre meno le iniziative che riescono a raggiungere il closing finanziario. Ma anche in questo difficile contesto la pratica del partenariato pubblico privato prova a sperimentare nuove strade attraverso l’incremento delle iniziative, nonostante il forte ridimensionamento del valore delle opere». Lombardi sottolinea inoltre «le problematiche che non agevolano l’espansione del project financing: in particolare i contenziosi, determinati dalla carente definizione delle clausole contrattuali; la scarsa efficacia nell’indicare gli obblighi e le responsabilità delle parti; la mancata definizione della corretta allocazione dei rischi del progetto». Per il presidente di Ance Salerno «incidono in maniera non lieve anche la mancanza di figure professionali all’interno della Pubblica Amministrazione in grado di affrontare tale tipologie di operazioni e la persistenza di procedure burocratiche troppo lente, che rallentano l’iter della realizzazione».  
   
   
FIRMATA A SUSA L’INTESA PER TRASFORMARE L’EX POLVERIERA IN ORTI E PASCOLI  
 
Torino, 3 febbraio 2014 - Era una polveriera militare sulla statale 24 alle porte di Susa, ora diventerà un grande spazio agricolo con 20 orti urbani e 5 lotti di pascolo a disposizione della popolazione: quattro ettari saranno restituiti a foraggio e gestiti con la fienagione e il pascolo, altri due ettari di notevole interesse naturalistico saranno lasciati liberi, 3mila mq la porzione destinata agli orti concessi in gestione ai residenti interessati. L’intesa è stata firmata questa mattina venerdì 31 gennaio nel Municipio di Susa tra il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, il sindaco di Susa Gemma Amprino e dal vicepresidente di Coldiretti Torino Sergio Barone. “La bonifica, il recupero e la valorizzazione di sette ettari di terreno che erano del Demanio militare” ha detto il sindaco di Susa Gemma Amprino “sono stati possibili solo grazie al dialogo e alla collaborazione fra enti”. Amprino ha ricordato che i finanziamenti per il recupero della Polveriera derivano in parte -107mila euro- dai residui del Patto territoriale e dunque potevano essere utilizzati solo per un’attività produttiva, mentre altri 192 mila euro provengono dal Cipe e fanno parte delle azioni di accompagnamento alla costruzione della linea ferroviaria Torino-lione. “Bisogna sottolineare che questa operazione è in tutto e per tutto un’attività economica, con ricadute positive anche sul lavoro” ha aggiunto il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta “e anche ricordare che il recupero della Polveriera è un problema ‘antico’, che ha interessato più amministrazioni nel tempo, e che oggi trova finalmente una soluzione. La Provincia di Torino è sempre disponibile a sostenere i Comuni e ad aiutarli con la propria assistenza tecnica, specialmente se sono operazioni utili, anche se non di vasta portata, come queste”. Sergio Barone della Coldiretti ha fatto notare che “7 giornate in un fondovalle di terreno fertile, tutte contigue, destinate a rispondere a un’esigenza degli orticoltori e degli allevatori rappresentano per la Val di Susa un risultato tutt’altro che piccolo” I lavori prevedono due fasi: un primo lotto, finanziato con l’importo dei Patti territoriali e di cui è già stata completata la progettazione definitiva, interverrà per la sistemazione del territorio destinata agli orti e per il restauro di una delle casematte; mentre il secondo lotto prevede la sistemazione delle aree a pascolo e la demolizione dei ruderi e delle casermette, i cui detriti verranno in gran parte riutilizzati, in un’ottica di recupero paessagistico ed agricolo che punta al completo recupero e valorizzazione del suolo. E’ prevista in ogni caso la bonifica bellica, ma riguarderà in prevalenza gli edifici della Polveriera, poiché proprio a causa della loro destinazione d’uso non sono mai stati utlizzati ordigni bellici nelle zone adiacenti. Si prevede che i lavori potranno cominciare nella prossima primavera.  
   
   
MISE, OK AFFITTO POLTRONA E CABINA PER ACCONCIATORI ED ESTETISTI VICARI: ANCHE COSI’ SI INCENTIVANO INIZIATIVA PRIVATA E CONCORRENZA  
 
Roma, 31 Gennaio 2014 – Parrucchieri ed estetisti potranno, d’ora in poi, affittare ad altri professionisti spazi interni dei loro negozi. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha infatti adottato una circolare con cui si chiarisce la questione del contratto di ´affitto di poltrona´ e ´di cabina´ per le attività di acconciatore ed estetista. In base alla normativa nazionale l’ipotesi di "affitto di poltrona" o "affitto di cabina" è possibile tra imprese, mediante uno specifico contratto in base al quale un titolare di salone di acconciatura o di centro estetico concede in uso una parte dell’immobile e delle attrezzature, dietro pagamento di un determinato corrispettivo. Per quanto riguarda l´attività di acconciatore, poi, la legge ammette anche la possibilità di prestazione dell´attività da parte di soggetti non imprenditori, purché possiedano i requisiti professionali. Quindi gli esercenti di attività di acconciatore o di estetista possono adesso consentire l´utilizzo dei propri spazi sia ad acconciatori sia ad estetisti. L´unica condizione posta dalla normativa nazionale è che siano in possesso dei titoli che abilitano all´esercizio della professione. "E´ stato sancito un principio importante, che va nel senso di incentivare l´iniziativa privata e la concorrenza, con indubbi vantaggi per i consumatori- commenta il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari- Da oggi chi avrà nel proprio salone di bellezza uno spazio poco utilizzato, potrà ´affittare la poltrona´ migliorando la redditività della propria impresa e garantendo maggiori servizi. E giovani acconciatori ed estetisti che non dispongono di propri locali adeguati potranno comunque avviare la loro attività”. Quella che si apre è “una possibilità che però- precisa ancora Vicari- non lede i diritti dei consumatori e non abbassa la qualità e la sicurezza del servizio, visto che i ´nuovi affitti´ dovranno rispettare le norme vigenti. In un periodo di difficoltà economica come questa, la circolare del Ministero vuole essere un contributo al rilancio dell´iniziativa imprenditoriale".  
   
   
STARTUP, COMPLETATO ITER DM SU INCENTIVI A BREVE PUBBLICAZIONE IN G.U.  
 
Roma, 3 febbraio 2014- L’iter del decreto interministeriale Mise-mef recante la disciplina di dettaglio sugli incentivi fiscali per gli investimenti in startup innovative effettuati da aziende e privati negli anni fiscali 2013, 2014, 2015 e – a seguito dell’estensione compiuta con la L. 99/2013 di conversione del Dl Lavoro – 2016, è stato completato oggi con la firma di concerto del ministro Fabrizio Saccomanni, che fa seguito a quella del ministro Flavio Zanonato. Gli incentivi – che trovano fondamento giuridico nell’art. 29 della L. 221/2012 di conversione del Decreto Crescita 2.0 recante la disciplina a sostegno delle startup innovative – valgono sia nel caso di investimenti diretti in startup innovative, sia nel caso di investimenti indiretti per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società di capitali che investono prevalentemente in startup. Ai sensi della norma, le persone fisiche e giuridiche che investono in startup innovative possono beneficiare delle seguenti agevolazioni fiscali: i soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) possono detrarre dall’imposta lorda un importo pari al 19% dei conferimenti in denaro, per importo non superiore a euro 500.000, effettuati in ciascun periodo d’imposta; i soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società (Ires) possono dedurre dal proprio reddito un importo pari al 20% dei conferimenti in denaro, per importo non superiore a euro 1.800.000, effettuati in ciascun periodo d’imposta. Si intensifica il beneficio fiscale per l’investimento in imprese startup a vocazione sociale e in quelle che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico, prevedendo, in relazione ai soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, una detrazione pari al 25% della somma investita e, con riferimento ai soggetti passivi sul reddito delle società, una deduzione pari al 27% della somma investita. In tutti i casi l’investimento per il quale si è fruito dell’agevolazione deve essere mantenuto per almeno due anni, pena la decadenza del beneficio fiscale. Il decreto concertato tra i Ministri dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni e dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, giunto a seguito dell’autorizzazione pervenuta dalle istituzioni europee ai primi di dicembre, condurrà nelle prossime settimane alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e alla piena entrata in vigore del provvedimento. Il modello Unico 2014 è già stato arricchito con un nuovo prospetto dedicato alle agevolazioni per gli investimenti in startup innovative e permetterà di applicare la misura alle operazioni compiute nel 2013.  
   
   
LOMBARDIA VICINA ALL’EGITTO INVESTIMENTI PER 2,8 MILIARDI  
 
Milano, 3 febbraio 2014. La Lombardia è vicina all’Egitto: oltre 2,8 miliardi di euro è quanto investe già nel Paese nord-africano sommando import annuale, fatturato delle imprese partecipate da lombarde e rimesse degli emigranti verso l’Egitto. Di questa cifra, circa 1 miliardo e mezzo viene dalla sola Milano. Emerge da una stima della Camera di commercio di Milano su dati Istat (import anno 2012), Banca d’Italia (rimesse anno 2012) e banca dati Reprint (investimenti diretti esteri - anno 2011). E nei primi nove mesi del 2013 supera gli 850 milioni di euro l’interscambio lombardo con l’Egitto e rappresenta un quarto del totale italiano. Le province più attive? Nell’export Milano (47,2% del totale regionale) e Brescia (14,4%), nell’import Mantova (30,8%). Quelle che crescono di più nonostante la crisi? Mantova, Pavia e Monza. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio su dati Istat, a settembre 2013 e 2012. Martedì 4 febbraio business focus sull’Egitto e incontri d’affari per le imprese. In Camera di commercio di Milano a Palazzo Giureconsulti - piazza Mercanti, 2 (Mm Duomo) - dalle ore 9,30 alle ore 12,30. L’incontro vedrà la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e delle imprese, guidati dal Primo Sottosegretario del Ministero del Commercio e dell´Industria Mohamed Dawood. Nel pomeriggio, dalle ore 14 alle 18, incontri b2b con 15 aziende egiziane dei settori: chimica, imballaggi, materie plastiche, meccanica, mobili, tessili per la casa, agroalimentare. L’iniziativa è promossa da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali, Fondazione Emdc (Euro-med Development Center for Micro, Small and Medium Enterprises), Aice (Associazione Italiana Commercio Estero di Confcommercio), Ufficio Commerciale del Consolato Egiziano a Milano, Associazione degli Industriali Egiziani e Comitato per l´Esportazione di Prodotti Chimici e Fertilizzanti, in collaborazione con Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) e Assicc (Associazione Italiana Commercio Chimico). La partecipazione agli incontri è gratuita. Per maggiori informazioni e adesioni agli incontri con le imprese egiziane: http://www.Promos-milano.it/. “Tra Milano, Lombardia ed Egitto esiste un forte legame di vicinanza che continua, nonostante la difficile crisi e la situazione di transizione che vive l’area - ha dichiarato Claudio Rotti, vice Presidente del Comitato Tecnico-scientifico per l´Internazionalizzazione di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano e presidente di Aice (Associazione Italiana per il Commercio Estero di Confcommercio) -. Lo testimoniano non solo i dati di interscambio ma anche la forte presenza di imprenditori egiziani sul nostro territorio e di imprese partecipate da lombarde in Egitto. E questa giornata, dedicata a un business focus e ad incontri d’affari, vuol essere un’occasione non solo per mantenere saldi i rapporti economici esistenti ma anche per favorire nuovi progetti commerciali”. Interscambio Lombardia – Egitto per provincia
Territorio 2013 peso % 2013
import export interscambio import export interscambio
Varese 9.515.735 37.314.407 46.830.142 2,6% 7,7% 5,5%
Como 1.465.373 12.365.427 13.830.800 0,4% 2,6% 1,6%
Sondrio 168.826 585.454 754.280 0,0% 0,1% 0,1%
Milano 78.615.670 228.509.602 307.125.272 21,4% 47,2% 36,1%
Bergamo 50.142.123 54.008.057 104.150.180 13,7% 11,2% 12,2%
Brescia 38.722.707 69.544.941 108.267.648 10,6% 14,4% 12,7%
Pavia 65.357.035 10.827.572 76.184.607 17,8% 2,2% 9,0%
Cremona 1.074.599 5.615.028 6.689.627 0,3% 1,2% 0,8%
Mantova 112.910.950 8.111.708 121.022.658 30,8% 1,7% 14,2%
Lecco 6.746.714 8.754.210 15.500.924 1,8% 1,8% 1,8%
Lodi 409.350 2.514.996 2.924.346 0,1% 0,5% 0,3%
Monza e Brianza 1.429.879 45.736.404 47.166.283 0,4% 9,5% 5,5%
Lombardia 366.558.961 483.887.806 850.446.767 100,0% 100,0% 100,0%
Italia 1.362.251.663 2.013.689.176 3.375.940.839 26,9% 24,0% 25,2%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat, primi nove mesi 2013. Valori in euro Interscambio Lombardia – Egitto per provincia – variazione in 1 anno
Territorio 2012 2013 var 2013/2012
import export interscambio import export interscambio import export interscambio
Varese 8.206.037 43.253.723 51.459.760 9.515.735 37.314.407 46.830.142 16,0% -13,7% -9,0%
Como 2.615.260 12.423.708 15.038.968 1.465.373 12.365.427 13.830.800 -44,0% -0,5% -8,0%
Sondrio 308.599 1.523.980 1.832.579 168.826 585.454 754.280 -45,3% -61,6% -58,8%
Milano 141.805.022 279.264.211 421.069.233 78.615.670 228.509.602 307.125.272 -44,6% -18,2% -27,1%
Bergamo 49.735.335 57.405.440 107.140.775 50.142.123 54.008.057 104.150.180 0,8% -5,9% -2,8%
Brescia 41.986.923 69.186.684 111.173.607 38.722.707 69.544.941 108.267.648 -7,8% 0,5% -2,6%
Pavia 48.605.804 9.253.039 57.858.843 65.357.035 10.827.572 76.184.607 34,5% 17,0% 31,7%
Cremona 833.567 4.602.239 5.435.806 1.074.599 5.615.028 6.689.627 28,9% 22,0% 23,1%
Mantova 5.420.521 9.246.739 14.667.260 112.910.950 8.111.708 121.022.658 1983,0% -12,3% 725,1%
Lecco 18.255.082 10.124.833 28.379.915 6.746.714 8.754.210 15.500.924 -63,0% -13,5% -45,4%
Lodi 503.301 2.182.345 2.685.646 409.350 2.514.996 2.924.346 -18,7% 15,2% 8,9%
Monza e Brianza 1.691.208 34.479.948 36.171.156 1.429.879 45.736.404 47.166.283 -15,5% 32,6% 30,4%
Lombardia 319.966.659 532.946.889 852.913.548 366.558.961 483.887.806 850.446.767 14,6% -9,2% -0,3%
Italia 1.828.362.630 2.033.692.833 3.862.055.463 1.362.251.663 2.013.689.176 3.375.940.839 -25,5% -1,0% -12,6%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat , primi nove mesi 2013 e 2012. Valori in euro Interscambio Lombardia – Egitto per merce – variazione in un anno
Merce 2012 2013 Var 2013/2012 % su tot. 2013
import export import export import export import export
Prodotti Dell´agricoltura, Della Silvicoltura E Della Pesca 6.380.227 1.070.805 6.216.191 355.766 -2,6% -66,8% 1,7% 0,1%
Prodotti Dell´estrazione Di Minerali Da Cave E Miniere 93.330.303 1.388.854 146.610.637 926.254 57,1% -33,3% 40,0% 0,2%
Prodotti Delle Attivita´ Manifatturiere 219.294.516 530.042.599 212.228.803 481.979.497 -3,2% -9,1% 57,9% 99,6%
Prodotti Delle Attivita´ Di Trattamento Dei Rifiuti E Risanamento 765.360 130.962 960.688 421.444 25,5% 221,8% 0,3% 0,1%
Prodotti Delle Attivita´ Dei Servizi Diinformazione E Comunicazione 2.059 263.093 8.615 141.856 318,4% -46,1% 0,0% 0,0%
Prodotti Delle Attivita´ Professionali, Scientifiche E Tecniche 0 6.447 0 2.319 nr -64,0% 0,0% 0,0%
Merci Dichiarate Come Provviste Di Bordo, Merci Nazionali Di Ritorno E Respinte, Merci Varie 194.194 44.129 534.027 60.670 175,0% 37,5% 0,1% 0,0%
Totale Lombardia 319.966.659 532.946.889 366.558.961 483.887.806 14,6% -9,2% 100,0% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat , primi nove mesi 2013 e 2012. Valori in euro Imprenditori egiziani in Lombardia. Sono quasi 8.400 i titolari di ditta individuale nati in Egitto e operanti in Lombardia (+4,7% in un anno): rappresentano il 62,4% del totale italiano e ben il 43,3% si concentra a Milano (5.834, +5,6%). Seguono Monza con 460 ditte (3,4% italiano), Brescia, Bergamo e Pavia (tutte con il 3%). Titolari di impresa individuale attiva in Lombardia - nati in Egitto
Provincia Titolari egiziani - 2013 peso peso su Italia Titolari egiziani - 2012 var in 1 anno
Bergamo 402 4,8% 3,0% 393 2,3%
Brescia 402 4,8% 3,0% 394 2,0%
Como 139 1,7% 1,0% 137 1,5%
Cremona 223 2,7% 1,7% 225 -0,9%
Lecco 98 1,2% 0,7% 91 7,7%
Lodi 244 2,9% 1,8% 253 -3,6%
Mantova 12 0,1% 0,1% 14 -14,3%
Milano 5.834 69,5% 43,3% 5.526 5,6%
Monza E Brianza 460 5,5% 3,4% 437 5,3%
Pavia 399 4,8% 3,0% 380 5,0%
Sondrio 15 0,2% 0,1% 15 0,0%
Varese 170 2,0% 1,3% 156 9,0%
Lombardia 8.398 100,0% 62,4% 8.021 4,7%
Italia 13.462 100,0% 12.675 6,2%
Elaborazione Camera di commercio di Milano al terzo trimestre 2013 e 2012 Rimesse lombarde verso l’Egitto. Ammontano a 7 milioni di euro nel 2012 le rimesse degli emigrati egiziani ma risentono della crisi: -6,5% rispetto all’anno precedente. Da Milano parte il 66,2% delle rimesse, seguono Brescia (7,5%) e Pavia (6,3%). Rimesse in Egitto dalla Lombardia in milioni di euro
provincia Anno 2011 Anno 2012 variaz. % 2011-2012 peso % Paese 2012
Varese 0,3 0,245 -18,3% 3,4%
Como 0,227 0,209 -7,9% 2,9%
Sondrio 0,043 0,039 -9,3% 0,5%
Bergamo 0,377 0,434 15,1% 6,1%
Brescia 0,475 0,535 12,6% 7,5%
Pavia 0,548 0,448 -18,2% 6,3%
Cremona 0,08 0,099 23,8% 1,4%
Mantova 0,068 0,078 14,7% 1,1%
Milano 5,199 4,724 -9,1% 66,2%
Lodi 0,131 0,088 -32,8% 1,2%
Monza-brianza 0,054 0,115 113,0% 1,6%
Lecco 0,128 0,118 -7,8% 1,7%
Lombardia 7,63 7,132 -6,5% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Banca d’Italia – Divisione Statistiche sull’estero. Valori in milioni di euro
 
   
   
FERRIERA DI SERVOLA, FIRMATO A VILLA MADAMA ACCORDO DI PROGRAMMA INTESA ZANONATO-ORLANDO-TRIGILIA-GIOVANNINI-GIRLANDA-SERRACCHIANI  
 
 Roma, 3 febbraio 2014 - Rilancio delle attività industriali, riqualificazione e recupero ambientale, salvaguardia dei livelli occupazionali dell’area produttiva e portuale di Trieste, in particolare della Ferriera di Servola. E’ quanto prevede l’Accordo di Programma firmato il 30 gennaio a Roma, a margine del summit di Villa Madama tra i ministri dell’Industria dell’Unione europea. L’intesa è stata siglata dal Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Andrea Orlando, dal Ministro per la Coesione Territoriale Carlo Trigilia, dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini, dal Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Rocco Girlanda, dalla Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dalla Provincia di Trieste, dal Comune di Trieste e da Invitalia. Con la sottoscrizione dell´Accordo si avvia, in un arco temporale definito e concordato, l´individuazione di un percorso di reindustrializzazione del sito della Ferriera di Servola attraverso la valutazione e l´approvazione di un progetto di recupero e riqualificazione presentato dal soggetto imprenditoriale che sarà individuato dalla procedura di evidenza pubblica, promossa dall’Amministrazione straordinaria della Lucchini spa. Si tratta della prima applicazione della norma contenuta nel Decreto “Destinazione Italia" che, ad appena un mese dalla sua approvazione, consente di contemperare in un unico progetto le esigenze del sistema produttivo e la tutela ambientale. Al raggiungimento di questi obiettivi, l’accordo prevede un impegno di risorse per gli interventi di tutela ambientale a carico della parte pubblica, pari a euro 42.500.000, di cui 26.100.000 a carico della Regione Friuli Venezia Giulia e 15.400.000 che il Governo si impegna a inserire nella programmazione del Fondo sviluppo e coesione 2014 – 2020 in corso di definizione. L´intesa prevede inoltre interventi di riconversione e riqualificazione produttiva dell’area industriale di Trieste per la quale, è previsto lo stanziamento di circa 15 milioni di euro per agevolazione degli investimenti produttivi. Sono programmati 4 milioni di credito d’imposta per gli investimenti relativi ai progetti integrati di bonifica e reindustrializzazione, come previsto dal decreto "Destinazione Italia". Potranno essere inoltre attivati dal Ministero del lavoro e dal Ministero dello sviluppo economico interventi per la riqualificazione e formazione dei lavoratori, anche mediante il coinvolgimento delle Agenzie per il lavoro abilitate. Con l’accordo, infine, il Governo sottolinea come il completamento dell’“Hub portuale” di Trieste rappresenti una fondamentale direttrice di sviluppo per l’intera area produttiva del Paese, nonché un´importante porta di accesso al mercato europeo.  
   
   
FERRIERA TRIESTE: SERRACCHIANI, ACCORDO PROGRAMMA E´ PASSO IMPORTANTE  
 
Trieste, 3 febbraio 2014 - "Questo è un passo molto importante e necessario per uscire da una situazione molto complicata". Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, il 30 gennaio a Roma, in occasione della sottoscrizione dell´Accordo di programma per l´area produttiva e portuale di Trieste e in particolare della Ferriera di Servola. "Un evento cardine, per il numero e la qualità dei soggetti istituzionali che - ha proseguito - attestano formalmente la volontà di intervenire su un´area storicamente difficile, sotto il profilo ambientale e sotto quello della capacità produttiva. Con l´atto di oggi cominciamo a dipanare una situazione che rimane complessa e che quindi che richiederà il lavoro e la leale collaborazione di tutti". "Ci eravamo impegnati con i cittadini di Trieste e con i lavoratori - ha aggiunto Serracchiani - e abbiamo mantenuto la parola: dopo mesi di lavoro oggi torniamo da Roma con un primo fondamentale tassello".  
   
   
SIGLATA INTESA PER RIQUALIFICAZIONE LAVORATORI EX UNILEVER  
 
Cagliari, 3 febbraio 2014 - Favorire la riqualificazione e l´aggiornamento professionale dei lavoratori exUnilever. E´ lo scopo dell´intesa siglata, nella sede dell´assessorato del lavoro, tra gli assessori regionali della programmazione e del lavoro, Mariano Contu e Alessandra Zedda, i rappresentanti dell´azienda Ciam Servizi Spa, la Provincia di Cagliari e le organizzazioni sindacali. Il programma messo in campo dall´assessorato, finanziato dal Fondo regionale per l´occupazione è finalizzato alla formazione on the job (in azienda) delle maestranze. I lavoratori riceveranno un bonus mensile di 500,00 euro per la frequenza di 40 ore mensili di lezione, per un totale di 400 ore, distribuite nell’arco temporale di dieci mesi. L´inserimento lavorativo presso l´azienda Ciam Servizi Spa è previsto al termine del percorso formativo. Gli assessorati della programmazione, e del lavoro, l´azienda e i sindacati si impegnano reciprocamente a monitorare lo stato d’attuazione dell´accordo.  
   
   
PRESENTAZIONE PROGETTO COOPERAZIONE ICE  
 
Bari 3 febbraio 2014- La Puglia regione pilota nello sviluppo dell’industria creativa: finanziato complessivamente per 4 milioni e 700 mila euro nell’ambito del Programma di Cooperazione Territoriale Europea Grecia-italia 2007 – 2013, parte in questi giorni il Progetto Strategico I.c.e., Innovation, Culture and Creativity for a new Economy. Lead partner l’Assessorato al Turismo della Regione Puglia, altri partner pugliesi Teatro Pubblico Pugliese e Apulia Film Commission, assieme a sei partner greci: Regione dell’Epiro, Regione delle Isole dello Ionio, Regione della Grecia Occidentale, Unione Regionale dei Comuni della Grecia Occidentale, Technological Educational Institute of Epirus e Teatro Regionale di Corfù. “Si tratta di un progetto strategico, sottolinea l’Assessore Silvia Godelli, che punta ad elaborare e testare un modello di crescita e valorizzazione dell’intero sistema dell’industria creativa pugliese e greca e che é finalizzato allo sviluppo e alla promozione delle Industrie Creative. Attraverso questa iniziativa la Puglia mette in rete le sue eccellenze, le espressioni più dinamiche del settore, volano di nuovo sviluppo, innovazione, turismo, crescita del territorio”. La Focara di Novoli, il Salone dell’innovazione musicale Medimex, il Bifest, La Notte della Taranta, il Carnevale di Putignano, il Festival del Cinema Europeo di Lecce e il Festival del Cortometraggio di Specchia, sono i principali eventi compresi nel progetto, che si completa con gli interventi dedicati alla valorizzazione del circuito regionale di teatro e danza, alla Rete dei Teatri Abitati, all’arte contemporanea, al design, all’artigianato. Obiettivi Del Progetto Il progetto analizzerà i fabbisogni e le esigenze di ogni evento per ottimizzarne e capitalizzarne i risultati e per trovare nuove soluzioni attraverso bandi, concorsi di idee, intersezioni tra il mondo della creatività artistica e quello del turismo. Un vero e proprio laboratorio, incubatore di nuove sinergie che permetteranno ulteriori occasioni di crescita e un robusto consolidamento della rete. Massimo il coinvolgimento delle Cci (cultural and creative industries) nel proporre idee innovative per processi e prodotti, mentre tra le leve di questa iniziativa internazionale c’è anche il rafforzamento della capacità delle stesse Cci di essere parte attiva e strategica della filiera degli eventi e della valorizzazione del patrimonio culturale. Tra i principali, attesi risultati del progetto ci saranno il rafforzamento del sistema creativo, interconnesso tra la Puglia e la Grecia, l’analisi comparativa e la valutazione dei punti di forza e delle criticità, la individuazione di nuove tipologie turistiche, la stipula di protocolli d´intesa tra le autorità pubbliche, i piani di sviluppo delle attività messe in rete, i seminari di formazione, i workshop professionali, i pacchetti turistici, gli scambi di esperienze. Da oggi è in corso anche il primo kick-off meeting, il primo incontro operativo tra tutti i partner del progetto.  
   
   
UNI ISO 26000: IMPEGNO DIFFUSO DI CSR, MA DIFFICILE IL COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDER  
 
 Milano, 3 febbraio 2014 – La Uni Iso 26000 viene utilizzata sempre di più dalle imprese italiane e multinazionali per integrare la Responsabilità Sociale (Csr) nelle strategie e nelle operazioni; la sua implementazione è affidata al Responsabile Csr, anche se spesso ad occuparsene è direttamente la Direzione Generale; il processo di applicazione della norma coinvolge l´intera organizzazione, ma include in modo ancora poco efficace gli stakeholder esterni (clienti, fornitori, comunità locale). Condizioni di lavoro e Ambiente sono i due ambiti di impegno prioritario. Questi, in sintesi, gli elementi emersi dallo studio sull’implementazione in Italia della norma, che Uni e Fondazione Sodalitas hanno realizzato insieme e presentato il 30 gennaio nel corso dell´evento “Misurare per migliorare. Uni Iso 26000: approcci ed esperienze a confronto”. I risultati della ricerca sono stati approfonditi dal discussion panel condotto da Bureau Veritas, Certiquality e Dnv Gl Business Assurance, che ha potuto contare sulle testimonianze di 5 aziende impegnate a integrare la responsabilità sociale al proprio interno seguendo proprio le linee guida Uni Iso 26000: Diadora, Gruppo Sostenya, Intesa Sanpaolo, Radici Group e Technip. Il campione di studio - Le realtà che hanno preso parte alla rilevazione – 87% imprese, 5% pubbliche amministrazioni, 4% Società di Ricerca e Consulenza, 4% altro - danno complessivamente lavoro a oltre 100.000 persone e operano prevalentemente nei settori manifatturiero (48%), bancario (18%), agroalimentare e dei servizi (entrambe al 13%), coprendo non solo il mercato nazionale ma, nel 48% dei casi, anche contesti europei ed extraeuropei. Le imprese, che costituiscono la quasi totalità del campione, sono soprattutto grandi (44%); le aziende di medie dimensioni sono il 39%; il restante 17% del totale è rappresentato dalle piccole imprese. La Responsabilità Sociale attraverso la Uni Iso 26000: perimetro e responsabilità. Secondo quanto emerso dalla ricerca di Uni e Fondazione Sodalitas, chi ha scelto di seguire i principi della Uni Iso 26000 lo ha fatto sia perchè considera questa norma un documento di rilevanza internazionale (48%) - “un valore che dà particolare forza alla funzione Csr nei rapporti con le aree/funzioni meno disponibili ad assecondare le richieste e supportare i progetti di responsabilità sociale” secondo Claudia Brini di Intesa Sanpaolo - sia perché la ritiene uno strumento completo in termini di contenuti e di approccio integrato (39%) e modulabile nella sua implementazione (26%). Un aspetto, quest´ultimo, particolarmente importante per chi si avvicina al tema della Responsabilità Sociale per la prima volta. La funzione responsabile dell´implementazione della Uni Iso 26000 nell´organizzazione è molto spesso il Responsabile Csr (48%), anche se non di rado questo processo viene seguito direttamente dalla Direzione Generale (30%). Meno frequente l´assegnazione del compito ai Responsabili Qualità/sicurezza/ambiente (22%) o ai Responsabili Risorse Umane (17%). Tra i 7 ambiti di Responsabilità Sociale declinati dalla Uni Iso 26000 - governance, diritti umani, rapporti e condizioni di lavoro, ambiente, corrette prassi gestionali, rapporto con i consumatori, coinvolgimento e sviluppo della comunità – le aree di impegno prioritario riguardano i rapporti e le condizioni di lavoro (4,35 in una scala da 1 a 5) e l´ambiente (4,3). Seguono poco distanti la governance e le corrette prassi gestionali (4,2). Materialità, Stakeholder engagement, Accountability: le sfide per le aziende che adottano la Uni Iso 26000. L´applicazione delle linee guida contenute nella norma riguarda e raggiunge, quasi sempre, l´intera organizzazione (78%). Ma è ancora basso il livello di coinvolgimento degli stakeholder esterni: solo il 17% delle organizzazioni include infatti gli stakeholder esterni (clienti, fornitori, la comunità locale e sociale…) nel processo di applicazione della Uni Iso 26000. Se per il 61% del campione l’applicazione della Uni Iso 26000 è utile a condurre un’accurata gap analysis in materia di Responsabilità Sociale, il 50% delle aziende intervistate segnala che la maggiore difficoltà è passare ad un’analisi di materialità che permetta di definire Piani d’azione e obiettivi di miglioramento. Un’ultima area di miglioramento riguarda l’Accountability: il 41% delle organizzazioni che applicano la Uni Iso 26000 non comunica le performance di Responsabilità Sociale agli stakeholder esterni. “Alcuni stakeholder Ong chiedono alle imprese comportamenti socialmente responsabili estremi per i quali non sempre esiste una soluzione industrializzabile o comunque sostenibile, ciò nonostante tali richieste vanno tenute in conto poiché tracciano la strada per il miglioramento futuro dei prodotti” ha affermato Michele Risatti di Diadora. Secondo Alessandro Beda di Fondazione Sodalitas “applicare i principi della Csr non significa gestire le organizzazioni in modo filantropico, bensì cercare ulteriori elementi di competitività per le imprese riconducibili al concetto di sostenibilità (sociale, ambientale, economica). Solo 4.000 organizzazioni italiane hanno fatto una qualche esperienza nel campo: decisamente troppo poche anche solo rispetto a chi opera in regime di qualità o di gestione dell’ambiente”. “Nelle scorse settimane è stato avviato ufficialmente il processo di revisione della Uni Iso 26000 (nel rispetto delle regole Iso che prevedono l’aggiornamento delle norme ogni 5 anni) con una prima raccolta a livello mondiale di pareri sui macro-indirizzi che la sua evoluzione dovrà seguire, tra questi - ad esempio - se diventare un documento certificabile…” conclude Ornella Cilona di Cgil (Presidente della Commissione Tecnica Uni sulla Csr).  
   
   
A TARANTO OCCORRE UN DISTRETTO URBANO DEL COMMERCIO  
 
 Bari, 3 febbraio 2014- “A Taranto serve un Distretto urbano del commercio. La città deve riappropriarsi della sua vocazione culturale e commerciale e ripartire da questa”. L’ha detto l’assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, partecipando al convegno “I distretti urbani del commercio: analisi e programmazione progettuale” che si è tenuto a Taranto nella sede di Confcommercio. “Perché ciò sia possibile – ha spiegato l’assessore – occorre una coprogettazione di residenti, commercianti, artigiani, operatori culturali e dei servizi che abbia come obiettivo Taranto smart city”. “Non servono progetti calati dall’alto, ma la consapevolezza che le forze attive della città non aspettino che la tempesta della crisi passi, ma imparino ‘a ballare sotto la pioggia’, come diceva Gandhi. Ci sono talenti nuovi da attivare e risorse a cui tutti i Comuni della provincia possono accedere. Ma nessuno deve aspettare che i soldi cadano come pioggia: la nuova programmazione comunitaria chiede ai Comuni di scoprire e valorizzare le proprie specializzazioni. E tra le specializzazioni di Taranto non c’è solo quella dell’industria siderurgica”. “Non c’è tempo da perdere”, ha concluso Loredana Capone. “I Comuni approvino i propri piani commerciali (in provincia di Taranto solo 4 Comuni ce li hanno) e preparino i loro Distretti urbani del commercio, connettendo le vocazioni culturali artistiche archeologiche e gastronomiche con gli obiettivi commerciali e l’uso di piattaforme tecnologiche per migliorare vendite e servizi. Così questa bella città potrà rinascere”.  
   
   
ELECTROLUX. MA L’ITALIA NON E’ LA POLONIA. NO AD UNA MANOVRA “LACRIME E SANGUE”, SULLA PELLE DEI LAVORATORI.  
 
 Roma, 3 Febbraio 2014 - La vicenda Electrolux rischia di provocare uno sconquasso, nel tessuto sociale dei territori dove gli stabilimenti industriali del colosso svedese, sono insediati ed in primo luogo quello di Porcia, in provincia di Pordenone, fortemente a rischio chiusura, con i suoi 1.100 dipendenti. L’azienda punta sull’abbattimento del costo del lavoro e quindi delle retribuzioni. A questo proposito, ha dichiarato il Segretario Generale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa Antonio de Lieto, vi è il balletto delle cifre fra sindacati ed Azienda. In sintesi le proposte “lacrime e sangue” dell’Electrolux, punterebbero ad una riduzione del salario, di tre euro l’ora, oltre al congelamento, per un triennio, degli incrementi contrattuali e degli scatti di anzianità. Si vorrebbe portare la Polonia in Italia? Il costo del lavoro in Polonia è di 6 euro l’ora ed in Italia è di 24 euro e l ‘obiettivo dell’abbattimento del costo del lavoro, dovrebbe essere raggiunto, proprio per essere competitivi . L’italia - ha continuato il leader del Scsd - non è la Polonia ed il costo della vita è elevato ed i modesti stipendi dei lavoratori italiani, costringono questi a molti sacrifici ed una decurtazione delle paghe, al di la del “balletto” delle cifre, fra sindacato ed Azienda, porterebbe le famiglie alla povertà. A questo scenario, va aggiunto che, comunque, l’inflazione aumenta e, di conseguenza, questi lavoratori, diventerebbero sempre più poveri. A giudizio del Scsd - ha rimarcato de Lieto - è il Governo che, in questa circostanza, deve fare la sua parte, anche con provvedimenti di sostegno mirati, nel rispetto delle norme europee in materia di aiuti, per evitare che sul territorio, si creino sacche, non riassorbibili, di disoccupazione. La delocalizzazione è un problema che va affrontato con la massima urgenza, dal momento che una situazione occupazionale preoccupante, rischia di diventare incontenibile ed ingestibile, con conseguenze incalcolabili ed imprevedibili, sul tessuto sociale. Certo, è vero, il nostro costo del lavoro è alto, per tasse e balzelli che appesantiscono i costi, danneggiando gli stessi lavoratori ed i nostri prodotti trovano, proprio per questo, difficoltà ad essere collocati sul mercato. La tassazione, in generale, poi, è fra le più alte d’Europa. Altri Paesi, anche europei, offrono alle imprese, condizioni molto più favorevoli: una tassazione bassissima, costo del lavoro enormemente più ridotto, una burocrazia dinamica e non asfissiante. In Italia - ha sottolineato de Lieto - sembra che il principale pensiero del Governo di turno, sia quella di creare sempre più strane sigle, per introdurre sempre più odiose tasse. In questa situazione, i nostri prodotti, sono in grave difficoltà nell’affrontare i mercati. La vicenda Electrolux - ha concluso de Lieto - è figlia di questa situazione e bisogna avere il coraggio di dire che se non si tagliano le tasse e non si rende più snello il rapporto burocratico fra Istituzioni ed imprese, la vicenda Electrolux, è destinata a riproporsi, per tante altre aziende.  
   
   
FATTORE D2: LA CONCILIAZIONE PER LO SVILUPPO PARTE LA SECONDA EDIZIONE DEL PROGETTO PROMOSSO DALLA PROVINCIA DI PARMA PER LA CONCILIAZIONE DI VITA E LAVORO IN IMPRESA, GESTITO DAL CENTRO SERVIZI PMI IN PARTENARIATO CON FORMA FUTURO E CISITA.  
 
 Parma, 3 febbraio 2014 – La conciliazione? Un’opportunità di sviluppo. È l’idea di fondo del seminario “Il Work-life balance come occasione di crescita per le Pmi”, con il quale si è aperto in Provincia il progetto Fattore D2, “nuova edizione” del precedente Fattore D: un’azione pensata per favorire e implementare la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, finanziata dalla Provincia con risorse del Fondo sociale europeo e della Regione e indirizzata alle imprese, prioritariamente Pmi, del territorio. L’obiettivo? Aiutarle nell’introduzione o nel potenziamento di una strategia organizzativa incentrata sulla conciliazione, e nella valorizzazione delle competenze femminili, nella piena consapevolezza che proprio questa sia una delle chiavi per il benessere dei lavoratori e dell’azienda stessa, per la qualità di vita di chi lavora ma anche per la produttività dell’impresa. È dimostrato, infatti, che nelle aziende attive nel campo della conciliazione aumenta il livello di produttività, aumenta la fidelizzazione dei lavoratori, diminuisce l’assenteismo, diminuisce il turn-over. L’iniziativa, promossa dalla Provincia, è gestita da Centro Servizi Pmi in partenariato con Forma Futuro e Cisita, e coinvolge anche le Consigliere di parità provinciali, la Camera di commercio, le associazioni datoriali e sindacali del territorio. Nel seminario d’apertura si è parlato del nuovo progetto e dell’attuale possibilità di accedere a finanziamenti pubblici per introdurre in azienda procedure e strumenti che facilitino la conciliazione. Sono intervenuti Elisa Oppici, responsabile Centro Servizi Pmi Parma, Lucia Tancredi, project leader, Silvia Fontanesi, progettista senior, e i consulenti aziendali Stefano Fugazza, Luca Pandini, Christine Von Stefenelli. Le testimonianze delle aziende sono state portate da Marco Fadani per Opera diocesana San Bernardo, Lucia Riboldi per Viba spa ed Emma Longo per il Comune di Mezzocorona. Sono state illustrate le opportunità e le modalità di svolgimento di Fattore D2: le aziende interessate dovranno elaborare uno specifico progetto su percorsi permanenti di conciliazione e partecipare a un apposito bando pubblicato da Centro Servizi Pmi. Saranno selezionati 10 progetti, che saranno finanziati, e le rispettive imprese potranno accedere gratuitamente alle fasi successive, ovvero ai servizi di accompagnamento, consulenza e formazione per lo sviluppo del loro progetto, affidate a consulenti e formatori esperti individuati tramite un bando di prossima pubblicazione. Da questa azione le imprese avranno indubbie e immediate ricadute: basti pensare alla rivisitazione complessiva, supportata da consulenti esperti, dell’organizzazione aziendale in un´ottica di miglioramento continuo, al potenziamento del clima aziendale, al rinnovato entusiasmo e al miglioramento delle performances e dei risultati, anche economici.  
   
   
PMI: INTERVENTI PER AGEVOLARE L’ACCESSO AL CREDITO LA CAMERA DI COMMERCIO DI FIRENZE HA DESTINATO OLTRE 1 MILIONE DI EURO PER PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
Firenze, 3 febbraio 2014 - Per il 2014 la Camera di Commercio di Firenze ha destinato 1.300.000 euro a favore della convenzione già stipulata nel 2009 con gli Istituti di credito, i Consorzi di garanzia fidi della provincia e Fidi Toscana spa per favorire l´accesso al credito delle piccole e medie imprese che hanno la sede operativa nella provincia di Firenze. La convenzione prevede la possibilità di accedere ad un finanziamento chirografario (senza garanzia ipotecaria) che può essere richiesto, per qualsiasi iniziativa aziendale, ad uno degli istituti di credito convenzionati. Sul finanziamento, di importo minimo di 20mila euro e durata variabile da 36 a 84 mesi, assistito obbligatoriamente da garanzia rilasciata dai consorzi fidi e intermediari finanziari convenzionati, le imprese beneficeranno di un contributo della Camera di Commercio pari al 6% del finanziamento concesso con un massimale di 10mila euro per impresa. La scheda descrittiva che riporta le condizioni per l´ammissibilità, gli istituti di credito, gli intermediari finanziari ed i consorzi fidi convenzionati, si possono trovare sul sito della Camera di Commercio di Firenze: www.Fi.camcom.it.  
   
   
SICUREZZA SUL LAVORO: LA TOSCANA MANTIENE ALTA L´ATTENZIONE  
 
Firenze, 3 febbraio 2014 - "Pur in contesto difficile, come quello in cui ci troviamo per la carenza di risorse per la finanza pubblica e la sanità, in Toscana abbiamo mantenuto alta l´attenzione sulla prevenzione e sulla sicurezza sul lavoro in particolare. Non solo, poniamo attenzione anche alla repressione dei reati connessi con la sicurezza del lavoro, gli infortuni, le malattie professionali". L´assessore al diritto alla saluteLuigi Marroni ha portato stamani il suo saluto ai partecipanti al convegno "La comunicazione tra il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e il medio competente", organizzato dalla Regione nell´auditorium del Cto di Firenze. Un importante incontro annuale, che la Regione si impegna a mantenere, non solo con i Rls, ma anche con la partecipazione di tutte le altre figure della prevenzione previste dal testo unico sulla prevenzione (Dlgs 81/08). "La Regione Toscana - ha detto ancora l´assessore Marroni - ha impegnato importanti risorse regionali per l´acquisizione di personale, e nel panorama nazionale è ai primissimi posti per rapporto addetti/imprese o /lavoratori, copertura del territorio (10% a fronte di un obiettivo nazionale del 5%), capacità di intervento in edilizia e in agricoltura. Importante il riconoscimento a livello nazionale, che ci vede impegnati e protagonisti in varie sedi". L´attenzione alla prevenzione e alla sicurezza sul lavoro è un impegno riconfermato anche nel nuovo Piano sanitario, di prossima approvazione da parte della giunta, ha detto l´assessore: "Il sostegno alle imprese, l´attenzione ai servizi a maggior rischio, alle patologie emergenti, l´impegno per la formazione, saranno mantenuti e rafforzati. Come pure continuerà il sostegno ai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Da molti anni la Regione ha attivato una rete regionale dei Rls, che insieme alle Asl di tutta la Toscana svolge una significativa attività di informazione e reale supporto alle delicate e importanti attività che i Rls mettono in campo nelle aziende in cui lavorano". E´ ancora vivo il cordoglio per la tragica vicenda di Prato, in cui hanno perso la vita 7 lavoratori cinesi, e l´assessore Marroni ha ricordato che sono in preparazione risposte serie e non formali di contrasto al lavoro non tutelato: rafforzamento della vigilanza, iniziative per favorire l´emersione, raccordo con le forze dell´ordine e con gli altri organismi tecnici e con i Comuni". Clou del convegno, a fine mattinata, lo spettacolo "Non c´è mai silenzio", di e con Elisabetta Salvadori che, accompagnata dal violino e dalla chitarra di Matteo Ciaramelli, ha ricordato in forma poetica e con il linguaggio universale del teatro l´incidente ferroviario di Viareggio. Alle famiglie delle vittime e a quanti sono stati coinvolti in quella strage, l´assessore Marroni ha rivolto il suo caloroso saluto. I dati sugli infortuni sul lavoro in Toscana Il rapporto annuale Inail del dicembre 2013 (sui dati 2012) conferma che anche in Toscana si sta assistendo a un trend discendente degli infortuni sul lavoro. Nel 2012 le denunce di infortunio sono state 53.286, con una differenza di 5.981 casi in meno (-10,01%) rispetto al 2011. Di questi, 18.781 (35,2%) sono occorsi a donne. In lieve aumento, invece, gli infortuni mortali: nel 2012 sono stati 61, a fronte dei 57 del 2011. Un aumento in controtendenza rispetto al calo registrato negli ultimi anni, che necessita approfondimento e studio. Quanto alle malattie professionali, nel 2012 ne sono state denunciate 5.887, la maggioranza delle quali nel settore industria (5.162 casi), mentre in agricoltura risultano 673 casi, e 52 nella gestione per conto dello Stato. Rispetto al 2011, il numero di denunce di malattie professionali è pressoché stazionario. La tipologia più frequente riguarda le malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee per il 75,8% del totale, seguono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso, tra le quali rientra la ipoacusia da rumore (con 519 su 5.887 casi, pari a una percentuale dell´8,9%). Costante, purtroppo, l´andamento delle malattie da asbesto (amianto), con 212 casi nel 2012. L´attenzione della Regione Toscana al tema della sicurezza del lavoro è dimostrato dall´attività svolta dai Servizi di prevenzione del territorio e dall´impegno della Regione nel garantire organici accettabili (tra i più alti in Italia, con 1 operatore dei servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro ogni 500 aziende circa). Nel 2011 sono state ispezionate il 10% delle imprese presenti, a fronte di una media nazionale del 6,6%, il 18% dei cantieri di rilevante dimensione (a fronte del 17% nazionale), l´1,4% delle aziende agricole (media nazionale dello 0,47%).  
   
   
PALI ITALIA, INCONTRO IN PROVINCIA DI PARMA  
 
Parma, 3 febbraio 2014 – Si è tenuto in Provincia un incontro con l’azienda Pali Italia, con la partecipazione del vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, del presidente Pali Italia Maurizio Grazioli, del direttore generale Luca Fantuzzi, del consulente Vincenzo Simonazzi e di Enea Bianchini di Unione Parmense degli Industriali. Al termine dell’incontro il vice presidente e assessore alle Attività produttive Pier Luigi Ferrari ha rilasciato la seguente dichiarazione: "L’incontro ci è stato chiesto dall’azienda, che si è detta impossibilitata a partecipare al tavolo istituzionale di domani. L´azienda ci ha oggi ribadito la propria disponibilità al confronto. Tuttavia, essa non è nelle condizioni di partecipare al tavolo istituzionale di domani perché si trova nell’imminenza di una assemblea dei soci, che – una volta acquisito il parere vincolante delle banche secondo quanto previsto dall’accordo di ristrutturazione - è chiamata a rinnovare il Consiglio di Amministrazione. Pali Italia conferma, comunque, l´incontro sindacale previsto presso l´Unione Parmense degli Industriali per il 3 febbraio, data nella quale il Cda dovrebbe essere già stato nominato. L´azienda ci ha ribadito la volontà di mantenere l´headquarter su Parma e che non vi è alcuna previsione di chiusura dello stabilimento, pur prevedendo un piano di riduzione del personale in un numero non ancora definito. Ricordando una drammatica riunione della scorsa primavera in cui si parlava di chiusura dell´azienda, sono oggi lieto di apprendere, invece, della volontà e dei programmi di rilancio con nuovi prodotti e rinnovate strategie di mercato, volte a fronteggiare la crescente concorrenza di operatori localizzati nell’Europa dell’Est ed in Oriente, dove i costi di produzione sono largamente inferiori ai nostri. Mi sento di dover sottolineare che siamo in un momento particolare della vita dell´azienda, in cui sono in fase avanzata le procedure di una importante gara, dal cui esito dipenderà l’entità del ridimensionamento dell’apparato produttivo. Si tratta quindi di un contesto nel quale è bene che ognuno faccia la sua parte per supportare l´azienda in questo momento delicato, in difesa dell´occupazione e del radicamento territoriale di questa impresa, anche per il know how ed il livello di eccellenza che essa esprime, e per un futuro di nuova crescita. La Provincia, che domani incontrerà comunque i sindacati ed i lavoratori, ha dato la propria disponibilità a convocare un nuovo incontro istituzionale con ambedue le parti dopo il passaggio tecnico del 3 febbraio presso l´Unione Industriali”.  
   
   
PIRELLI, ROSSI: "VICINO AI LAVORATORI E PRONTO A INCONTRARE LA NUOVA PROPRIETÀ"  
 
 Firenze, 3 febbraio 2014 - La Regione è vicina ai lavoratori della Pirelli e pronta a sostenerli affinché siano estese al massimo le garanzie occupazionali anche in presenza di un cambio di proprietà. Allo stesso tempo è pronta a incontrare entro breve tempo i vertici della Bekaert, la multinazionale che dovrebbe acquisire lo stabilimento di Figline Valdarno. E´ questo, in sintesi, quanto ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi alla rappresentanza sindacale della Pirelli durante un incontro svoltosi nel primo pomeriggio di oggi presso il municipio di Figline e Incisa e convocato per fare il punto sulla complessa vertenza. Il presidente ha raccolto le preoccupazioni delle maestranze per le conseguenze di questo cambio al timone dopo 52 anni, e per la delicata trattativa sulle condizioni per la transizione, legata alle garanzie occupazionali (i lavoratori le chiedono per almeno 5 anni) ma anche alla tenuta produttiva dello stabilimento: per questo i sindacati vogliono che Pirelli garantisca di continuare a acquisire la ´steel cord (una cordicella metallica per la fabbricazione dei pneumatici, prodotto di eccellenza dello stabilimento valdarnese) a Figline. "Faremo tutto il possibile – ha detto Rossi - per accompagnare richieste più che legittime per salvaguardare un´azienda di eccellenza assoluta, con un patrimonio di competenze ed elevate professionalità che non può andare disperso". Nei confronti di quella che dovrebbe essere la nuova proprietà belga, la Bekaert, leader nella trasformazione del filo d´acciaio e dei rivestimenti, Rossi ha annunciato ai lavoratori di voler incontrare i responsabili della multinazionale. "Rappresenteremo loro la piena disponibilità dell´istituzione regionale ad accogliere ogni azione volta a favorire la loro presenza sul territorio. Quest´anno, per esempio, anticiperemo circa 100 milioni di euro per dare continuità ai finanziamenti comunitari: gran parte di questi fondi saranno destinati a favorire investimenti su ricerca, innovazione, formazione". "La nostra azione di vicinanza a tante grandi aziende come questa – ha aggiunto il presidente - ha fatto sì che in molti casi queste si siano radicate nel nostro territorio. Mi auguro davvero che questa possibilità si possa realizzare anche con Bekaert". La Pirelli è un polmone produttivo molto importante per il Valdarno: lo stabilimento, nel quale si concentrano ricerca, sviluppo e produzione, dà lavoro a 396 addetti diretti e a un indotto di circa 200 persone.  
   
   
DATI APERTI, LE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA PER LE IMPRESE DEL TERRITORIO TRENTINO  
 
Trento, 3 febbraio 2014 - A quasi un anno dal lancio del Catalogo dei dati aperti del Trentino, il primo archivio italiano, si è svolto il 30 gennaio l’incontro di presentazione alle imprese delle opportunità offerte dal sistema Trentino grazie al processo di apertura e valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. I dati aperti (Open Data), ovvero le informazioni di pubblica utilità accessibili a tutti, rappresentano secondo gli analisti un’opportunità concreta per lo sviluppo di servizi e prodotti innovativi in un mercato sempre più attento all´economia della conoscenza. Un esempio: le coordinate delle piste ciclabili o sentieri, rese pubbliche dalla Provincia autonoma di Trento, hanno permesso ad aziende trentine di sviluppare applicazioni per mountain bike o escursionisti. Il Progetto Open Data in Trentino, promosso dal Progetto per l´innovazione, lo sviluppo dell´Ict e l´organizzazione del sistema pubblico provinciale della Provincia autonoma di Trento, ha voluto coinvolgere le associazioni di categoria locali, con l’intento di avviare svariate sinergie: ieri c’è stato il lancio della “Trentino Open Data Challenge”, la competizione che intende stimolare nuovi usi dei dati aperti del sistema trentino. L’evento sulle opportunità dei Dati aperti per le aziende trentine è stato l’occasione per avviare il processo partecipato dell’intera filiera che, dalla produzione dei dati delle pubbliche amministrazioni, porta alla creazione di servizi innovativi e a nuove opportunità di mercato per le aziende interessate a sviluppare business innovativi. Marco Tomasi, responsabile del Progetto per l´innovazione, lo sviluppo dell´Ict e l´organizzazione del sistema pubblico provinciale, ha aperto i lavori, sottolineando che il tema degli open data è oggi focale, a partire dalla messa a disposizione del grande patrimonio di dati che possiede l’ente pubblico a favore di chi ha la capacità di utilizzare questi dati per il proprio business e per sviluppare attività future. Il patrimonio pubblico trentino, quindi, deve diventare patrimonio comune per contribuire allo sviluppo del Trentino. La prossima sfida del progetto open data del Trentino è rappresentata dalla Trentino Open Data Challenge - challenge.Dati.trentino.it, competizione lanciata a conclusione dell’evento ed aperta alle aziende trentine. La challenge è strutturata in due fase: la prima, che si concluderà il 15 marzo, chiede di presentare un story telling a partire dai contenuti del catalogo dei dati aperti del Trentino e di proporre prodotti multimediali a scopo educativo e di promozione alla cultura del dato. Durante la premiazione di questa prima fase, durante gli Ict Days di inizio aprile a Trento, verrà lanciata anche la seconda fase, dedicata allo sviluppo di applicazioni - per web e smartphone - a partire dalle banche dati aperti del Trentino. I risultati della seconda fase della challenge saranno presentati durante la prossima edizione del Festival dell’Economia. “Sin dal principio - come ha sottolineato Francesca Gleria del Progetto Open Data Trentino - il processo di apertura del patrimonio informativo pubblico del Trentino è considerato strategico tanto da essere inserito tra le iniziative del Piano di miglioramento della Pubblica amministrazione dedicato ad imprese e professionisti. Gli open data sono tra i pilastri dell’economia del futuro, come indicato dall’Agenda Digitale Europea”. Lorenzino Vaccari, altro rappresentante del Progetto Open Data Trentino, si è invece soffermato sul catalogo dati.Trentino.it. Il catalogo è il frutto della collaborazione tra la Provincia autonoma di Trento, Trento Rise, Fondazione Bruno Kessler, Università degli Studi di Trento e Informatica Trentina: attualmente l’archivio presenta oggi 619 dataset, provenienti da 29 “organizzazioni”, che comprendono strutture provinciali, società partecipate e Comuni. “I dati - ha spiegato Vaccari - sono liberamente consultabili e scaricabili dal catalogo. Essi riguardano settori che spaziano dall’ambiente alla gestione del territorio, passando per i dati elettorali a quelli delle stazioni meteorologiche presenti nel territorio, comprendono anche, primo e unico caso in Italia, i dati della cartografia catastale”. Insomma, un patrimonio davvero “prezioso” che viene messo a disposizione di imprese, professionisti e cittadini. “Open Data - ha ricordato Maurizio Napolitano, ricercatore di Fbk, nel corso del suo intervento sui casi aziendali di successo di utilizzo dei Dati aperti- è prima di tutto una politica di rilascio di dati, dove la pubblica amministrazione riveste il ruolo più importante. Esistono però anche casi in cui aziende e comunità rilasciano dati traendo beneficio”. Di seguito riportiamo le imprese trentine che hanno portato la loro esperienza. Mpa Solutions - Azienda cooperativa nata nel 2004 come spin-off della Fondazione Bruno Kessler. Si occupa di sistemi integrati territoriali, anche nell’ambito di applicazioni epidemiologiche. La recente apertura di alcuni dataset ha reso più agevole la gestione dei dati per i loro sistemi per la vitivinicoltura, per la gestione dell’infrastruttura e dei cablaggi di Trentino Network e del centro di monitoraggio degli incidenti stradali nel territorio provinciale (progetto “Mitris”). L’apertura del patrimonio pubblico provinciale ha semplificato notevolmente le procedure burocratiche per l’azienda, consentendo loro di concentrarsi maggiormente sullo sviluppo dei propri prodotti. Opencontent - Nata nel 2010, ha sede a Povo e fa parte del Consorzio “Semantic Valley”. Si occupa di implementazione di piattaforme web per la gestione multicanale dell’informazione (web, social, dispositivi mobili, carta), puntando a ottimizzare il lavoro redazionale di strutture private e pubbliche. Tra i progetti in corso, la piattaforma “Comunweb”, sviluppata con il Consorzio dei Comuni Trentini, che utilizza open data ed è già predisposta per produrre, a sua volta, dati aperti. Per il business di Opencontent il riuso dei dati aperti (per esempio l’incrocio di dati provenienti da fonti esterne) può arricchire il prodotto offerto al cliente. Ad oggi, per Opencontent è difficile pensare a un progetto che faccia a meno degli open data. Trient Consulting Group - Fondata a Trento nel 2005, si occupa di prodotti e servizi dedicati all’ambito del turismo, della cultura e della Pa (nazionale e internazionale). Ha contribuito in misura rilevante alla realizzazione del Geocatalogo Semantico Trentino, e si tratta della prima azienda trentina a rilasciare in open data il frutto del suo lavoro, allineandosi alle linee guida provinciali. Per Trient Consulting Group, gli open data dovrebbero essere in grado di semplificare la vita di chi lavora su di essi e lo spirito di condivisione può creare un terreno fertile per la nascita di nuove opportunità a vantaggio di tutti. Trilogis - Fondata a Trento nel 2006, opera nell’ambito dei sistemi informativi territoriali (pianificazione, mobilità, gestione ambientale), con numerosi enti locali nazionali come clienti. Sono già coinvolti in due progetti che utilizzano open data: nel primo caso in un progetto provinciale per l’elaborazione dei dati ambientali (“Stem”), nel secondo come coordinatori del progetto europeo “i-locate”. Grazie agli open data messi a disposizione dalla Provincia sono stati in grado di realizzare un sistema di visualizzazione di dati ambientali, attività quasi impossibile fino a qualche anno fa. All’evento hanno partecipato anche aziende nazionali che fanno business con gli open data del Trentino. Marco Barbieri - Libero professionista, i suoi progetti sono su webmapp.It. In attività da giugno, produce mappe web e app cartografiche dedicate alla montagna ed all’escursionismo. Ogni mappa realizzata da Barbieri utilizza open data, riutilizzandoli quindi per creare opere derivate originali. Ha già realizzato una mappa del Trentino per escursionisti (web e app), riutilizzando i dati aperti del Trentino. Sta per realizzare, tramite una campagna di crowd-funding, la prima mappa escursionistica delle Dolomiti. Grazie ai dati geografici “liberati” dalla Pa, Openstreetmap (una sorta di Wikipedia delle mappe) e di strumenti open source e di una community di riferimento, è oggi possibile realizzare ottimi prodotti. Sciamlab - Giovane società (costituita l’ottobre scorso) con sede a Roma e due uffici a Berlino e Varsavia. Offre soluzioni integrate per la gestione dei dati per pubbliche amministrazioni, imprese e sviluppatori. Ha realizzato il catalogo unificato degli open data italiani opendatahub.It e mantiene il catalogo nazionale istituzionale degli open data delle pubbliche amministrazioni italiane dati.Gov.it/catalog. Sottolineano l’importanza della multidisciplinarietà nel lavorare con gli open data (informatici e statistici, ma anche umanistici per semantica e analisi linguaggio naturale). Ribadiscono l’importanza dei “dati grezzi”, ma anche di quelli in formato “linked”.  
   
   
EX MABRO, INCONTRO AL MINISTERO: VIA LIBERA ALLA CASSA INTEGRAZIONE  
 
Firenze, 3 febbraio 2014 - Via libera dal ministero del lavoro alla Cassa integrazione straordinaria per le lavoratrici della ex Mabro, in continuità con quella autorizzata in precedenza. E´ questo il positivo risultato dell´incontro svoltosi oggi al ministero del Lavoro, presenti la Regione e un rappresentante dell´amministrazione straordinaria dell´Abbigliamento Grosseto. L´incontro è stato convocato dopo il primo ok del ministero che, su richiesta dell´assessore alle attività produttive lavoro formazione Gianfranco Simoncini, lo aveva contattato per verificare i presupposti per l´applicazione di una norma che garantisse la possibilità di assicurare alle lavoratrici il riconoscimento della Cigs a partire dal giorno di dichiarazione di insolvenza dell´azienda, a prescindere dalla causale inserita nella richiesta. "La conferma che oggi abbiamo avuto dal ministero – sottolinea l´assessore – ci garantisce che saranno evitate per le lavoratrici interruzioni nell´integrazione al reddito, che non andrà perduta nemmeno per un giorno".  
   
   
ASI NOLA, MARTUSCIELLO: PIENA OPERATIVITÀ ALLA DELIBERA DI GIUNTA CON APPROVAZIONE PROGETTO SU LAVORI ADEGUAMENTO  
 
Napoli, 3 febbraio 2014 - "Con l´approvazione da parte del Consorzio per l´Area di sviluppo industriale di Napoli del progetto definitivo inerente i lavori di adeguamento funzionale della viabilità e della pubblica illuminazione nell´agglomerato industriale di Nola, viene risolta una criticità infrastrutturale che impatta su tutta l´area." Così l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello. "Viene quindi data piena operatività alla delibera adottata dalla Giunta regionale che aveva inserito i lavori di adeguamento dell´area industriale di Nola tra i progetti da ammettere a finanziamento nell´ambito dell´accelerazione della spesa dei fondi strutturali. Sottolineo il ruolo determinante del presidente Caldoro che si era impegnato pubblicamente a garantire la realizzazione di tali interventi infrastrutturali, oggi in fase di concretizzazione. Grazie alla legge di riordino delle Asi, recentemente approvata dal Consiglio regionale della Campania, ed il sostegno finanziario ai progetti di adeguamento infrastrutturale, continuiamo sulla strada del rilancio delle aree di sviluppo industriale nell´ottica di consolidarne la caratteristica di importanti driver di sviluppo imprenditoriale sul territorio", conclude Martusciello.