Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Febbraio 2014
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE APPROVA GLI AIUTI AGLI INVESTIMENTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DAI RIFIUTI IN FINLANDESE LAHTI LOCATION  
 
Bruxelles, 5 Febbraio 2014 - La Commissione europea, dopo un esame approfondito ha considerato coerente, il risultato che gli aiuti agli investimenti per un importo di 14,725 milioni di euro, che prevede la concessione di un impianto di gassificazione, lo Stato finlandese, con le regole comunitarie sugli aiuti di Stato. La Commissione ha rilevato in particolare che l´aiuto è energia e obiettivi di politica ambientale del vantaggio dell´Ue, senza distorsioni della concorrenza nel mercato interno in modo inappropriato. Il Responsabile della politica di concorrenza Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: "In questa scala, la gassificazione dei rifiuti finora ha ancora praticata in tutto il mondo. L´uso commerciale del metodo permetterebbe un funzionamento più efficiente di impianti per energia da rifiuti nella Ue. " 2012 Finlandia comunicato del sostegno previsto di costruzione di un impianto di gassificazione a Lahti alla Commissione per approvazione. L´impianto deve essere costruito dall´azienda finlandese Lahti Energia. Esso deve essere utilizzato il cosiddetto circolante letto fluidizzato gassificazione per il recupero di energia da rifiuti. L´impianto sarà alimentato con circa 250 000 tonnellate di combustibili da rifiuti solidi. La Commissione ha valutato la misura in base agli orientamenti comunitari per gli aiuti ambientali (cfr. Memo/08/31 ) controllato e ha scoperto che la gassificazione di una ripresa più verde e più efficiente dell´energia da permessi di rifiuti rispetto alle tecniche convenzionali. In particolare, esso consente la produzione di energia più efficiente e una potenza migliore rapporto calore. L´investimento sarà principalmente causa la finora basata principalmente su combustibili fossili riscaldamento sarà molto più rispettoso dell´ambiente, e questo è particolarmente vero per quanto riguarda le emissioni di Co 2 , che dovrebbe ridursi di 279 000 tonnellate all´anno. Inoltre, il progetto contribuisce ad aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico. Inoltre, si riduce la necessità di discariche per rifiuti futuro, generare conoscenza per scopi di ricerca e di ottimizzare la gestione sostenibile dei rifiuti. La Commissione ha pertanto concluso che gli effetti positivi degli aiuti contro le distorsioni della concorrenza che potrebbero sorgere dal sostegno del governo è chiaramente predominano.  
   
   
PRIMA GIORNATA LAVORI PROGETTO ALTERENERGY  
 
Udine, 5 febbraio 2014 - La prima giornata di lavori, ieri ad Udine, dedicati al progetto comunitario "Alterenergy", che tratta della sostenibilità energetica e mira a sviluppare le buone prassi del risparmio e dell´ottimizzazione dell´energia nei piccoli Comuni (con meno di 10 mila abitanti), ha consentito di entrare nel vivo delle iniziative già avviate dagli Stati e dalle Regioni adriatiche partecipanti all´iniziativa promossa dalla Ue. Molte delle Regioni italiane partner del Progetto (vi aderiscono tutte le Regioni adriatiche) hanno già optato per l´attuazione delle misure contemplate dal Paes, il Piano d´azione per l´Energia sostenibile dell´Unione europea: misure che prevedono interventi nell´illuminazione pubblica, per l´efficienza energetica, per le bioenergie. Tali attività saranno sviluppate anche in Friuli Venezia Giulia nei sei Comuni di Forni di Sopra, Verzegnis, Amaro, Cavazzo, Fagagna e Palmanova, con l´assistenza della stessa Amministrazione regionale, come nel corso dei lavori ha ricordato l´assessore all´Ambiente e Energia Sara Vito. La Regione seguirà questi Enti locali nella redazione dei bilanci energetici e dei piani energetici comunali, nonchè degli studi di fattibilità sulle fonti rinnovabili. I rappresentanti dei Paesi dell´area balcanica, dall´Albania alla Croazia, alla Grecia, al Montenegro, alla Serbia, alla Slovenia, hanno presentato oggi ad Udine le misure che intendono implementare nelle rispettive comunità. In particolare l´Albania, dotata da "Alterenergy" di un copsicuo budget, ha illustrato i programmi che intende avviare per perseguire l´efficienza energetica negli edifici pubblici, tra i quali le scuole, predisponendo a tale scopo specifiche analisi energetiche e studi di fattibilità.  
   
   
ENERGIA: ALTERENERGY OPPORTUNITÀ PER ENTI LOCALI E IMPRESE  
 
Udine, 5 febbraio 2014 - " Un momento chiave per lo sviluppo della pianificazione energetica nei piccoli comuni dell´area adriatica, quindi anche del Friuli Venezia Giulia, che evidenzia nuove possibilità di sviluppo economico per il territorio"- Così l´assessore regionale all´Energia, Sara Vito, definisce il meeting di approfondimento sulle energie rinnovabili, connesso al progetto strategico comunitario Alternergy, in corso di svolgimento alla Casa della Contadinanza del Castello di Udine. Organizzato dalla Regione, partner di Alterenergy, l´incontro mira a favorire un approccio integrato all´uso efficiente dell´energia, e alla produzione da fonti rinnovabili, riunendo allo stesso tavolo rappresentanti di tutti i Paesi e delle Regioni italiane che si affacciano sull´Adriatico. L´obiettivo del progetto, ha infatti spiegato l´assessore, "è quello di sviluppare modelli replicabili di gestione sostenibile delle risorse energetiche nelle piccole comunità che ricadono nell´area adriatica, ottimizzando la capacità di ciascuno dei soggetti coinvolti, e di tutti i soggetti in rete, di pianificare e di implementare azioni integrate di risparmio energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili". "Alterenergy - ha ricordato Vito - è un progetto della Ue che per la nostra Regione dispone di 374 ila euro e fa parte di una strategia legata al programma Ipa Adriatico, strumento che il Friuli Venezia Giulia condivide e che dalla prossima programmazione sarà sostituito da Eusair, il nuovo programma comunitario che tra l´altro interesserà anche la mobilità e l´energia ed alla definizione del quale sta concorrendo anche la nostra Regione". "Nel contempo - ha proseguito l´assessore - riguardo al tema dell´energia, Alterenergy rafforza il ruolo di coordinamento della Regione a di supporto alle amministrazioni locali, confermando in tal modo l´impegno dell´Amministrazione a supporto delle comunità che si stanno impegnando nella stesura dei piani energetici comunali". "Occorre infatti trovare - secondo Vito - un percorso adatto per una governance integrata dell´energia che punti alla reale valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili". "Ed è in quest´ottica - ha concluso l´assessore - che la Regione sta predisponendo la nuova legge sull´energia, strumento normativo che sarà presto all´esame del Consiglio regionale".  
   
   
TARGHE CON I NOMI DEGLI AMMINISTRATORI CONDOMINIALI NEI CONDOMINI APPROVATA DAL CONSIGLIO COMUNALE DI FIRENZE UNA MOZIONE CHE CHIEDE L’AFFISSIONE ALL’INTERNO DELLO STABILE  
 
Firenze, 5 febbraio 2014 -Il consiglio comunale ha approvato una mozione che chiede che le targhe identificative degli amministratori condominiali siano apposte, per regolamento, all’interno degli stabili. L’atto è stato presentato dal consigliere del Nuovo Centro Destra Emanuele Roselli. La mozione, ricordato che la normativa statale prevede l’obbligatorietà dell’apposizione delle targhe – senza specificare dove – invita l’amministrazione a varare una norma da inserire nel regolamento edilizio che andrà al voto nelle prossime sedute del consiglio per prevedere che le targhe vengano apposte unicamente all’interno degli edifici. “In questo modo, il Comune adempierà agli obblighi di legge, al tempo stesso salvaguardando l’estetica degli edifici in città. La bellezza che tante volte il sindaco Renzi ha richiamato come sua priorità, passa anche dalle piccole cose” ha dichiarato Roselli.  
   
   
AVELINO: SICUREZZA SUL LAVORO: BANDO ISI E MODELLO OT 24 ISTRUZIONI PER L’USO  
 
 Avellino, 5 febbraio 2014 - Più di 27milioni di euro è il finanziamento stanziato dall’Inail, mediante il bando Isi 2013, per migliorare in Campania le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Un intervento volto a supportare imprese e ditte individuali che intendono realizzare progetti utili a ridurre l´esposizione ai rischi per i propri addetti, fino ad un massimo del 65 per cento della spesa. Di questo ed altro, se ne parlerà domani (mercoledì 5 febbraio), con inizio alle ore 10.00, in un incontro su “Finanziamenti alle imprese e Ot 24: due strumenti per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori” in programma nell’aula magna del Centro per la Formazione e la Sicurezza in Edilizia della provincia di Avellino. Organizzato dall’Ente paritetico irpino in collaborazione con l’Inail di Avellino, l’incontro esaminerà, dunque, il bando Isi 2013 e le specifiche azioni, che possono essere ammesse a contributo, funzionali a contrastare gli infortuni. Sotto esame anche il modello Ot 24 (e le sue procedure di compilazione) valevole per la presentazione della domanda di riduzione del tasso Inail per interventi di prevenzione. In pratica, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro premia con uno "sconto", denominato "oscillazione per prevenzione" (Ot24), le imprese che effettuano, oltre i requisiti minimi previsti dalla legge, iniziative di prevenzione degli incidenti e di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Il tutto con una riduzione del tasso di premio applicabile all’azienda, determinando così un risparmio sul premio dovuto all’Inail. Un obiettivo rilevante: la riduzione del premio Inail per le imprese virtuose può rappresentare, quindi, un significativo incentivo per chi investe in prevenzione e sicurezza. Nel dettaglio, l’azienda può fruire di una premialità assicurativa se riesce a comprovare, attraverso una specifica documentazione, di aver effettuato interventi concreti ed investimenti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dalla normativa di settore. La riduzione del tasso è del 30 per cento per le aziende fino a 10 dipendenti . Un beneficio che interessa solo le imprese regolari che applicano cioè i contratti collettivi ed in regola con i contributi previdenziali. Il seminario sarà diviso in due sessioni. La prima, di carattere istituzionale, vedrà gli interventi di Michele Di Giacomo, presidente del Cfs Edilizia di Avellino, Mennato Magnolia, vice presidente dell’Ente bilaterale irpino, Giuseppe Scognamillo, presidente dell’Ance di Avellino, Grazia Memmolo, direttore dell’Inail di Avellino. La seconda parte sarà di natura tecnica con le relazioni di Rizieri Buonopane (sede Inail di Avellino) su “La compilazione del modello Ot 24”. Sergio Parrella (avvocatura Inail) illustrerà, invece, gli aspetti giuridici dell’oscillazione del tasso. Mentre a Rossella Continisio della Contarp (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) – Direzione Regionale Inail Campania, il compito di spiegare il bando Isi 2013 e gli incentivi correlati per gli investimenti nella sicurezza. Le conclusioni sono affidate ad Emidio Silenzi, direttore regionale dell’Inail Campania.  
   
   
MILANO - IMMOBILIARE: CONTINUA IL CALO DEGLI AFFITTI  
 
Milano, 5 febbraio 2014 - Crisi e mercato milanese della casa: se nel secondo semestre del 2013 in città si registra, rispetto all’anno precedente, una flessione media dei prezzi del -3,2% per gli immobili residenziali nuovi, di classe energetica A-b (prezzo medio di 4.968 euro al mq), del -3,2% per gli appartamenti recenti, ristrutturati, d’epoca e di pregio e del -2,9% per gli appartamenti vecchi o da ristrutturare, le compravendite nei primi nove mesi del 2013 registrano in un anno +0,1% contro il -9,7% nazionale (nel 2012 la riduzione era stata del -25% tra Milano città e provincia). In particolare a Milano nel Iii trimestre del 2013 le compravendite sono cresciute del 9,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Negativa ancora su tutti gli indicatori la provincia: - 4,9% i prezzi per gli immobili residenziali nuovi, di classe energetica A-b nelle zone centrali, -4,7% nelle zone periferiche e -15,1% le compravendite Più significative le flessioni dei prezzi del prodotto usato in provincia, dove rispetto a un anno fa le quotazioni degli appartamenti recenti, ristrutturati, d’epoca e di pregio calano mediamente del 7,2% nelle zone centrali dei comuni e del 6,9% in quelle periferiche e quelle degli appartamenti vecchi o da ristrutturare del 8,6%. Negozi, box e uffici. Negativo il trend in città anche per i prezzi dei negozi (-2,6%), dei box (-3,1%) e degli uffici (-3%), compresi quelli direzionali (-3,4%). Affitto sempre meno caro. In flessione anche i canoni degli affitti in città: -2,9% in sei mesi e -6,6% in un anno, -23,9% rispetto a cinque anni fa. Dove conviene acquistare oggi rispetto a cinque anni fa. E se in centro in media tengono prezzi degli appartamenti di nuova costruzione, con il picco di 12.750 euro in Vittorio Emanuele – San Babila, oggi si compra ai prezzi di cinque anni fa a Missori-s. Sofia (-1,2%). Sempre rispetto a cinque anni fa calano significativamente i prezzi del nuovo in diverse zone decentrate: Q.re Gallaratese-trenno (-25%), Axum-osp. S. Carlo (-15,2%), Baggio-q.to Romano (-14,7%), S.giulia-rogoredo (-11,5%), Inganni – S.cristoforo (-10,7%), Lambrate (-10,3%) e Salomone-bonfadini (-10,2%). Diminuzioni maggiori in sei mesi. In calo in Centro, Vittorio Emanuele- S.babila (-4,1%), Diaz-duomo-scala (-3,8%), nei Bastioni Repubblica-porta Nuova (-2,8%), in Circonvallazione Navigli-cassala (-3%) e nel Decentramento Accursio (-4,5%). In crescita in sei mesi: Solferino-corso Garibaldi (+1,9%) nei Bastioni, Pisani-gioia-baiamonti (+3,9%) e Sarpi-procaccini (+2,1%) in Circonvallazione. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla 44° “Rilevazione dei prezzi degli Immobili sulla piazza di Milano e Provincia” sul secondo semestre 2013 realizzata dalla Cdc di Milano attraverso l’Azienda Speciale Osmi Borsa Immobiliare, in collaborazione con gli agenti rilevatori Fimaa Milano Monza & Brianza. “Come avevamo previsto, negli ultimi mesi del 2013 si è verificata una graduale ripresa delle compravendite che a Milano, nel terzo trimestre dell’anno, sono cresciute di oltre nove punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – ha dichiarato Marco Dettori, presidente di Osmi Borsa Immobiliare, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano – principalmente per effetto del repricing, esteso ormai anche al prodotto di nuova costruzione e alle zone più centrali della città. Inoltre la diffusione sempre più marcata di abitazioni di qualità, con consumi energetici ridotti, unitamente alle trasformazioni connesse ad Expo 2015, stanno contribuendo a dare a Milano il volto e la forma di una capitale europea, in cui chi vi risiede si avvantaggia dei numerosi servizi, stimoli e possibilità che un tale contesto è in grado di offrire. Se ne sono accorti gli investitori stranieri la cui presenza, soprattutto per via del processo di revisione dei prezzi e della crescente presenza di un’offerta immobiliare di qualità, è decisamente aumentata nel corso dell’ultimo anno, con un particolare interesse per le zone Nord e Nord-ovest dei Bastioni. Le premesse per la ripresa del settore immobiliare, con caratteristiche certamente diverse da quello che abbiamo conosciuto in passato, sembrano esserci, ma è necessario superare l’ ostacolo più rilevante, rappresentato dalle erogazioni bancarie ancora troppo scarse.” “Nel mercato residenziale si assiste al consolidamento di due mercati paralleli, con caratteristiche differenti: il mercato del prodotto “nuovo” e di quello “usato” - ha dichiarato Vincenzo Albanese, presidente di Fimaa Milano Monza & Brianza - Il mercato dell’“usato”, rispetto al “nuovo”, ha mostrato maggiore reattività, riconducibile principalmente alla maggior flessibilità del prezzo definito in fase di trattativa che non si verifica nel caso del “nuovo”. Questa dinamicità ha determinato un’inversione di tendenza dei volumi transati che a Milano, nel Iii trimestre del 2013, sono aumentati del 9,4%, con una conferma di incremento anche nel Iv trimestre. Parallelamente registriamo una stabilizzazione dei prezzi che presumibilmente proseguirà nel I semestre 2014 con limature al ribasso dei valori top. Il mercato residenziale in Milano città è certamente un mercato di” sostituzione”, caratterizzato da una domanda che permane nei confini urbani: rispetto agli scorsi anni si verifica un’inversione di tendenza nel flusso della domanda che non dimostra apprezzare l’abitazione nell’Hinterland. In Milano città sono presenti molteplici iniziative di fascia medio-alta localizzate nel centro storico sia di nuova edificazione che di sostituzione edilizia, la cui domanda evidenzia una contrazione sia in termini di volumi che di prezzi. Infine, riteniamo che il I semestre del 2014 rappresenti un momento cruciale per la ripresa del mercato in termini di transazioni, anche in vista di Expo 2015 che diffonderà maggior fiducia nella domanda e alimenterà la voglia di “fare”.  
   
   
BOLZANO: LINEE GUIDA NELLE STIME PER CONVENZIONI URBANISTICHE  
 
Bolzano, 5 febbraio 2014 - Le convenzioni urbanistiche dovranno essere redatte in maniera più omogenea: questo l´obiettivo delle nuove linee guida per le stime di immobili e terreni nei casi di convenzione urbanistica, elaborate dall´Ufficio estimo e approvate il 4 febbraio dalla Giunta provinciale. L´incremento di valore registrato a seguito di convenzione urbanistica costituisce la base della stima, ha spiegato l´assessore provinciale al patrimonio Florian Mussner. Le convenzioni urbanistiche stipulate tra Amministrazioni pubbliche e privati sono uno strumento per facilitare la realizzazione, nel pubblico interesse, di interventi previsti nel Puc o in un piano attuativo. Le controprestazioni contrattuali devono essere congrue e allo scopo sono richiesti i pareri dell´ufficio estimo provinciale riguardo sia alla prestazione del Comune che a quella del privato. Le linee guida di tali stime sono state elaborate in collaborazione con il Consorzio dei comuni e approvate dalla Giunta provinciale. "Le direttive garantiscono una omogeneità nella redazione della stima perché in un ambito in cui confluiscono molteplici interessi é necessario non lasciare spazio ad interpretazioni diverse", ha sottolineato l´assessore Mussner dopo la seduta di Giunta. In futuro la valutazione del valore delle superfici assunte da Comune a seguito di convenzione urbanistica per la realizzazione di opere pubbliche sarà effettuata secondo le norme contenute nella legge sulle esproriazioni per pubblica utilità. In tal modo viene fissato il valore della prestazione del privato. Il valore della controprestazione del Comune viene invece individuato fissando quale base l´incremento di valore determinato da una variazione della destinazione urbanistica del bene in questione. Si tratta in prevalenza della trasformazione urbanistica da zona di verde agricolo a zona residenziale. Si tengono ovviamente in cosiderazione anche i fattori legati alla posizione dell´area, le sue caratteristiche peculiari, l´incidenza dei futuri costi di infrastrutturazione.  
   
   
URBANISTICA, LA LIGURIA CAMBIA LA LEGGE IL NUOVO TESTO APPROVATO IN MATTINATA DALLA GIUNTA  
 
Genova, 5 febbraio 2014 - La giunta della Regione Liguria ha approvato in mattinata un ddl per la revisione della legge urbanistica in vigore dal 1997. Lo ha reso noto, a margine della seduta del Consiglio Regionale, l’assessore alla Pianificazione territoriale e Urbanistica Gabriele Cascino, sottolineando come il disegno di legge punti soprattutto a razionalizzare la formulazione dei nuovi Puc-piani urbanistici comunali. “Oltre sedici anni di operatività del provvedimento hanno messo in evidenza l’inadeguatezza delle procedure amministrative per l’approvazione dei piani urbanistici dei Comuni, caratterizzate dalla farraginosità dei molteplici passaggi e dalla sovrapposizione della valutazioni di Regione, Province e enti coinvolti, oltreché progressivamente superate dalle normative sopravvenute, specie per quanto riguarda la Valutazione Ambientale strategica dei Piani in applicazione delle direttive comunitarie. Secondo le norme della legge del 1997 i Comuni difficilmente riuscivano a concludere il procedimento di approvazione del Piano urbanistico in quattro anni, ed in molti casi neppure sei -sette anni erano sufficienti. “Tutto questo a causa del fatto che la legge urbanistica in vigore obbliga il Comune a redigere due piani urbanistici, prima quello preliminare e poi quello definitivo, ma in pratica senza alcuna effettiva differenza, con un conseguente, inutile raddoppio di tutte le delibere e delle fasi di pubblicità e partecipazione dei cittadini. Al punto che la ripetizione dei procedimenti e delle fasi di valutazione da parte di Regione e Provincia anziché costituire momento di effettiva conoscenza e partecipazione, diventa spesso un motivo di confusione e disorientamento”, spiega Caascino. La complessità e l’elevato costo del procedimento amministrativo è uno dei motivi per cui la Legge urbanistica del 1997 non ha avuto particolare successo, considerato che in 17 anni poco meno del 40% dei Comuni liguri sono riusciti a dotarsi del Piano urbanistico comunale. Le nuove modalità di formazione del Piano urbanistico comunale, oltre alla eliminazione del doppio passaggio per l’approvazione del Puc, prevedono poi il ricorso alla Conferenza di Servizi che permetterà al Comune di poter dialogare direttamente con la Regione Liguria e gli altri Enti agevolando le fasi di illustrazione e valutazione del Piano e coordinando in un unico procedimento sia la fase di valutazione degli impatti ambientali del piano che quella dell’esame di merito del progetto urbanistico. Inoltre, per tenere conto della differente complessità tra i Comuni di maggiore dimensione e quelli minori, è stata introdotta la figura del Piano urbanistico semplificato, caratterizzato dall’assenza di previsioni di trasformazione del territorio e prevalentemente rivolto alla conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, con conseguente riduzione dei costi per la sua elaborazione ed utilizzo dei sistemi informativi territoriali messi a disposizione gratuitamente dalla Regione Liguria anche per quanto riguarda le verifiche ambientali. Anche per le varianti ai Puc sono stabilite regole chiare che superano la vigente normativa che, con l’espressione tecnica degli “aggiornamenti”, consentiva ai Comuni di apportare modifiche al piano urbanistico senza alcuna forma di pubblicità e partecipazione dei cittadini. Le nuove norme stabiliscono confini precisi tra le varianti che i Comuni possono apportare con un procedimento più rapido, ma comunque caratterizzato dall’evidenza pubblica, rispetto alla varianti sostanziali al piano che seguono lo stesso procedimento di approvazione del Puc. Tra le novità della riforma normativa figura poi l’aggiornamento della disciplina sugli standard urbanistici.  
   
   
TOSCANA: CON L´EMENDAMENTO SULL´EDILIZIA SI COMPLETA LA RIFORMA COMPLESSIVA DEL GOVERNO DEL TERRITORIO  
 
Firenze, 5 febbraio 2014 - Approvato dalla Giunta l´emendamento sull´edilizia che porta a compimento la riforma complessiva del governo del territorio, già avviata con la proposta di legge 282 ("Norme per il governo del territorio"). "Un impegno che avevamo assunto anche con il Consiglio", afferma l´assessore regionale Anna Marson. "Completare la riforma della legge 1/2005 sul governo del territorio con le modifiche alle norme edilizie, recependo una serie di innovazioni legislative fra cui le disposizioni contenute nel cosiddetto ´decreto del fare´ (legge 69/2013). Con il nuovo emendamento sottoponiamo al Consiglio un testo di riferimento completo in tutte le sue parti". Le modifiche della disciplina dell´edilizia si collocano in due filoni di intervento. Il primo filone è legato al recepimento di disposizioni legislative nazionali. In particolare si sottopongono a permesso di costruire tutti gli interventi di demolizione e ricostruzione, e si ridefinisce il procedimento per il rilascio del permesso di costruire nelle zone soggette a vincolo ambientale o paesaggistico, che ora deve concludersi con un atto espresso e non più con il silenzio-rigetto. L´altro filone è legato a modifiche alla normativa regionale per esigenza di chiarezza del testo, completezza delle norme e per raggiungere una piena sintonia con il Testo unico nazionale, a vantaggio della certezza degli enti locali e degli operatori del settore. Tra l´altro si introduce l´intervento della Regione nei casi di inerzia da parte dell´ente locale rispetto all´obbligo di demolizione di manufatti abusivi, e si introduce la definizione di edilizia sostenibile e una più articolata disciplina finalizzata alla sua concreta applicazione.  
   
   
EDILIZIA SOCIALE: NUOVI FONDI E NUOVI CRITERI PER ACCEDERE AL BANDO DELLA REGIONE MARCHE RISERVATO ALLE COOPERATIVE DI AUTOCOSTRUZIONE.  
 
Ancona, 5 febbraio 2014 - Nuovi criteri e nuove risorse per favorire l’edilizia sociale nelle Marche. L’obiettivo è incentivare la metodologia dell’autorecupero o dell’autocostruzione da parte delle cooperative edili. Tra le novità previste: requisiti più elastici e l’innalzamento, da 35 mila a 50 mila euro, del contributo per alloggio costruito o recuperato che raggiunga almeno la classe energetica B. Lo prevede una delibera della Giunta regionale, proposta dal vicepresidente e assessore all’Edilizia Pubblica, Antonio Canzian. I fondi disponibili sono stati elevati a 1 milione e 640 mila euro, rispetto ai precedenti 975 mila euro. Beneficiari del contributo sono le cooperative edilizie di abitazione di autocostruttori o loro consorzi, con soci che aspirano all’assegnazione dell’alloggio in proprietà. La Giunta emanerà nelle prossime settimane il relativo bando. “La scelta della Regione è di puntare con decisione sulla promozione dell’edilizia sociale partecipata per favorire un contenimento dei costi di realizzazione e un rafforzamento del senso di appartenenza dei cittadini alla propria comunità, facendo della casa un potente strumento di integrazione e di coesione sociale – evidenzia Canzian – Gli esiti del precedente bando, purtroppo andato deserto, ci hanno spinto ad apportare modifiche, ispirate a una maggiore facilità di approccio a questa innovativa tipologia edilizia”. Le criticità rilevate hanno riguardato la difficoltà a reperire cooperative di autocostruttori, a orientarsi nelle complesse procedure tecniche e amministrative, la ridotta entità del contributo “rapportata alla situazione di crisi economica del comparto edilizio e alle difficoltà di accesso al credito”, spiega il vicepresidente. “L’aggiornamento dei criteri ha riguardato una maggiore elasticità nella definizione dei requisiti di presentazione degli interventi e della documentazione da produrre; l’introduzione di un soggetto gestore nominato dalla cooperativa (o dal Comune in caso di intervento su area pubblica) come coordinatore delle varie e complesse fasi istruttorie e di realizzazione; l’incremento dell’intervento cofinanziabile, da un minimo di 8 a 18 alloggi, per massimizzare le economie di scala”. Priorità verrà data al recupero degli edifici esistenti, alla cantierabilità del progetto, alla qualità architettonica e ambientale, al disagio abitativo nel comune dove verrà effettuato l’intervento..  
   
   
RICERCA, IL SOSTEGNO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA A IMPRESE E ALLE STRUTTURE DI RICERCA E INNOVAZIONE DELLA RETE ALTA TECNOLOGIA PER IL 2014.  
 
Bologna, 5 febbraio 2014 - Prosegue l’attività della Regione per sostenere in Emilia-romagna iniziative di ricerca e sviluppo rivolte alle imprese, alle strutture di ricerca e innovazione della rete Alta Tecnologia. Anche per il 2014, in continuità con l’anno appena passato, viale Aldo Moro punta risorse e opportunità su Spin-off tecnologici, incubatori d’imprese e start-up ma anche proposte (tra cui l’avvio del laboratorio sui materiali innovativi per il biomedicale che si insedierà a Mirandola) ed agevolazioni per la realizzazione delle attività di ricerca nell’area del sisma. «Più ricerca, più occupazione. È questo – ha sottolineato l’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - uno dei principali obiettivi della Regione per il 2014. Stiamo consolidando una “messa in campo” di una ampia gamma di opportunità, offerte ed anche risorse per l’economia emiliano romagnola per rispondere alla voglia di intraprendere e di futuro che hanno le imprese». Inoltre Muzzarelli ha aggiunto che «puntiamo a sostenere la voglia di imprenditorialità dei giovani, per consentire che le loro idee diventino qualcosa di concreto e produttivo premiando in modo particolare quelle realtà ad alto contenuto di conoscenza capaci di generare sviluppo e nuova occupazione stabile e di qualità. È proprio con l’’innovazione e la ricerca che si generano sviluppo e nuove imprese». Spin-off tecnologici - Il bando degli spin-off tecnologici è stato prorogato al 31 marzo 2014: ad oggi sono state approvate 10 domande, per un investimento complessivo di 1 milione e 638 mila euro ed un contributo regionale di 975 mila euro. Incubatori d’imprese - Conclusa la manifestazione di interesse per la realizzazione di incubatori e infrastrutture/iniziative per la creazione di imprese promosse da enti locali in collaborazione con Centri per l’innovazione: si tratta di 13 proposte che coinvolgono l’intero territorio dell’Emilia-romagna e prevedono investimenti per 10 milioni e 400 mila euro e un contributo regionale di 5,2 milioni: l’avvio dei progetti è previsto a partire dalla metà del 2014. Horizon 2020 - È stata approvata la manifestazione di interesse aperta ad imprese e strutture di ricerca per sostenere la partecipazione ai bandi di Horizon 2020, il programma della ricerca e innovazione dell’Ue avviato l’11 dicembre scorso con l’emanazione dei primi bandi. Per sostenere i ricercatori dei laboratori della Rete Alta Tecnologia che si impegneranno nella progettazione su Horizon 2020, la Regione ha aperto il 3 febbraio 2014 un bando che prevede un contributo fino a 30 mila euro per ogni progetto presentato in qualità di partner, elevabile fino a 60 mila euro nel caso in cui il laboratorio sia leader del progetto. Ai progetti dovrà necessariamente partecipare almeno una impresa della regione. Imprese in area sisma - Tre sono le proposte approvate per la realizzazione delle attività di ricerca destinate alle aree del sisma. Una riguarda il programma di ricerca per l’avvio del laboratorio sui materiali innovativi per il biomedicale che si insedierà a Mirandola nella infrastruttura provvisoria in fase di completamento all’interno del polo scolastico dove sono ospitati gli Istituti Galilei e Luosi. L’iniziativa promossa e coordinata dalla Fondazione Democenter-sipe prevede, oltre all’installazione di attrezzature tecnico scientifiche, l’impiego di 20 ricercatori a tempo pieno che opereranno sotto il coordinamento scientifico dell’Università di Modena e Reggio Emilia in collaborazione con altri laboratori della rete e con due unità ospedaliere (Modena e S. Orsola Bologna). Il contributo riconosciuto è pari a 3,8 milioni di euro a fronte di 4 milioni e 250 mila euro di spesa prevista. Le altre due proposte integrano programmi di ricerca della piattaforma edilizia e costruzioni e riguardano attività di ricerca sperimentale relativa alle tecnologie anti-sismiche applicabili nei processi di ricostruzione sia in ambito industriale che civile e delle infrastrutture; è previsto il coinvolgimento di 12 ricercatori e la sperimentazione dei risultati entro giugno 2015. Il contributo previsto per ciascuna delle due iniziative, promosse rispettivamente dal Centro Interdipartimentale dell’Università di Bologna e dal Consorzio Ricos con sede a Bologna è pari a 405 mila euro a fronte di una spesa prevista pari a 450 mila euro. Parallelamente è stato aperto, con l’Ordinanza n. 109/2013, il bando relativo alla concessione di agevolazioni per la realizzazione delle attività di ricerca nell’area del sisma: la prima finestra relativa all’acquisizione di servizi di ricerca si è conclusa il 13 novembre e ha visto 78 domande da parte delle imprese per un investimento stimato di 6 milioni e 163 mila euro e un contributo richiesto di oltre 4 milioni. L’approvazione della graduatoria degli ammessi e la concessione dei contributi (un tetto massimo di 100 mila euro per domanda) sono previsti entro la metà del mese di febbraio. Un secondo bando, per progetti di ricerca collaborativa rivolta alle piccole e medie imprese, si è chiuso nel dicembre scorso ed ha visto la partecipazione di 152 imprese per un investimento in attività di ricerca e sviluppo pari a 71,9 milioni di euro e un contributo richiesto di 31,6 milioni di euro con un tetto massimo di contributo per ogni domanda di 500 mila euro. La valutazione si concluderà a marzo e le attività di ricerca dovranno concludersi nei 24 mesi successivi. È tuttora aperto il bando per le domande relative a progetti di ricerca associati a programma di crescita e sviluppo delle imprese. Le domande potranno essere presentate fino al 6 febbraio 2014 con un tetto massimo di contributo di un 1 milione di euro elevabile fino a 4 milioni in caso progetti che prevedano un forte impatto occupazionale.  
   
   
ELECTROLUX: SERRACCHIANI, FVG SARA´ IN PRIMA FILA SE DIALOGO E´ APERTO  
 
Trieste, 5 febbraio 2014 - "Se dalla proprietà giunge il segnale che il dialogo su Porcia è possibile e aperto, noi saremo in prima fila". Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, commentando le dichiarazioni rese oggi a Roma dall´ad per l´Italia di Electrolux, Ernesto Ferrario, nel corso dell´audizione in commissione Industria del Senato. "Siamo convinti che ci siano spazi per superare la congiuntura - ha proseguito Serracchiani - e creare le premesse di un rilancio, se tutti faranno sul serio la loro parte. Il Governo ha varie possibilità di agire, ad esempio attraverso misure di defiscalizzazione, interventi sull´innovazione dei processi produttivi e il riconoscimento di area di crisi complessa. E l´azienda può presentare un piano industriale in cui l´argomento del costo del lavoro non sia in cima a tutto il resto". "Electrolux non è la sola a presentare documenti e a chiedere proposte concrete - ha aggiunto Serracchiani - dal momento che la Regione Friuli Venezia Giulia ha reso pubblica e ha condiviso con le parti sociali una serie molto concreta di provvedimenti mirati alla competitività di Porcia e - ha concluso - del territorio".  
   
   
ELECTROLUX. VENETO: DIFENDERE SUI TAVOLI EUROPEI IL MANIFATTURIERO ITALIANO. ELETTRODOMESTICO SETTORE STRATEGICO  
 
Venezia, 5 febbraio 2014 - “Tavolo atteso, ma ancora interlocutori,o quello di oggi al Mise alla presenza anche del Ministero del Lavoro, dove abbiamo sottolineato alcune richieste che il Veneto sin da subito aveva rappresentato: l’esigenza di un tavolo nazionale, la definizione del settore dell’elettrodomestico quale settore strategico e quindi destinatario di politiche industriali. Ho significato la preoccupazione che si ragioni o si agisca come se fosse un problema di competitività interna al territorio nazionale, quando invece si tratta di un tema da trattare sui tavoli europei per difendere il manifatturiero italiano”. E’ quanto sottolinea l’assessore regionale alle politiche del lavoro del Veneto, Elena Donazzan, in merito all’odierno incontro presso il Ministero dello sviluppo economico a Roma. “Nel sostenere la posizione dei sindacati presenti (non c’era la Fiom) di rifinanziamento del contratto di solidarietà e della defiscalizzazione dei contratti di partecipazione – aggiunge l’assessore Donazzan - ho però richiamato la necessità di uscire dalle misure convenzionali e di ripensare, senza correre il rischio di risultare eretica, gli strumenti degli ammortizzatori sociali - come la cassa integrazione - che potrebbero essere utilizzati per abbattere il costo del lavoro invece di essere semplicemente un sostegno al reddito che obbliga al non lavoro dei lavoratori”. “Il tema Electrolux – conclude l’assessore veneto - è stato solo sfiorato e rimandato ad un tavolo specifico di trattativa che si terrà nelle prossime settimane dove saremo presenti per dare concretezza alle nostre posizioni”.  
   
   
ANTICIPAZIONE CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA ANTONIO MERLONI: RIOMMI, "PRIMO ELENCO BANCHE"  
 
Perugia, 5 febbraio 2014 - In esito agli incontri dei giorni scorsi e alla recente sottoscrizione del decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale di concessione della cassa integrazione straordinaria a favore de lavoratori della Antonio Merloni spa in amministrazione straordinaria, l´Assessorato allo sviluppo economico della Regione Umbria, grazie alla fattiva collaborazione della commissione regionale "Abi", comunica che numerose banche che operano sul territorio umbro già offrono o sono disponibili ad offrire, il servizio di anticipazione del trattamento di "Cigs". L´elenco comprende: Banca Popolare di Spoleto, Casse dell´Umbria-intesa San Paolo, Banco Popolare, Monte dei Paschi di Siena, Unicredit, Veneto Banca. "Il protocollo nazionale - ha ricordato l´assessore Vincenzo Riommi - è stato sottoscritto dall´Abi con Confindustria e le organizzazioni sindacali alla fine dello scorso mese di dicembre. Per questo, l´associazione bancaria sta avviando in queste settimane una rilevazione delle banche che aderiscono all´accordo nazionale. A livello locale, tuttavia, la maggior parte dei gruppi presenti in Umbria già mette a disposizione delle imprese in difficoltà, o è in procinto di farlo, prodotti e soluzioni per l´anticipo della cassa integrazione straordinaria. Sarà cura della Regione aggiornare costantemente l´elenco di queste banche sul proprio sito". "Nel ringraziare la commissione ´Abi´ regionale per la collaborazione prestata per fare una prima rilevazione delle banche che offrono le operazioni di anticipazione degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori e le banche stesse per la disponibilità offerta, - ha proseguito l´assessore - auspico il coinvolgimento anche delle altre banche la cui adesione operativa sarà portata a conoscenza dei lavoratori mediante la pubblicazione sul sito internet della regione." "Valutando positivamente quanto fatto fino ad oggi, in particolare con riferimento ai lavoratori della Merloni, formuliamo altresì l´auspicio che, nel rispetto delle regole sulla concorrenza, le banche adottino le migliori condizioni a favore dei lavoratori in considerazione delle finalità del servizio".  
   
   
BERGAMO - PROGETTO “SVILUPPO COMPETITIVO VELOCE 2014”  
 
Bergamo, 5 febbraio 2014 - Giunge quest’anno alla sua sesta edizione l’iniziativa “Sviluppo Competitivo Veloce nelle Pmi”. Aderendo al progetto, le piccole e medie imprese locali avranno la possibilità di avviare al proprio interno nuovi progetti di innovazione commerciale, gestionale, organizzativa o tecnologica funzionali al proprio business, attraverso il supporto di un “team” composto da un consulente senior e da uno studente universitario, che entreranno in azienda per aiutare l’impresa a realizzare il progetto identificato. Nel 2014 saranno 20 le imprese che potranno partecipare all’iniziativa e che, a seguito di un check-up per definire i contenuti dei progetti di innovazione da avviare, potranno beneficiare ognuna di un pacchetto di 48 ore di consulenza personalizzata gratuita. Per ciascuna azienda verrà inoltre selezionato, in collaborazione con l’Ufficio Stage e Placement dell’Università di Bergamo, uno studente, che svolgerà nella stessa un periodo di tirocinio di tre mesi (minimo 240 ore). Il consulente porterà le proprie competenze, frutto dell’esperienza maturata nel tempo, lo studente la freschezza e la voglia di mettersi in gioco per sperimentare quanto appreso nel proprio percorso di studi. Le ore di consulenza personalizzata consentiranno l’implementazione dei diversi progetti di innovazione individuati e potranno riguardare: comunicazione, marketing (anche digitale), controllo di gestione, internazionalizzazione, finanza, organizzazione e risorse umane, sistemi informativi, sviluppo commerciale, innovazione tecnologica. Il progetto viene promosso e coordinato da Bergamo Sviluppo, grazie al finanziamento della Camera di Commercio e in collaborazione con le tutte Organizzazioni di categoria del territorio. Le candidature delle imprese saranno accolte fino al 28 febbraio prossimo; sul sito di Bergamo Sviluppo, le imprese interessate possono trovare la domanda di adesione al progetto, che andrà poi compilata e inviata (via fax o via mail). Gli studenti dell’Università degli Studi di Bergamo, interessati a partecipare all’edizione 2014 del progetto, dovranno inviare la propria candidatura, unitamente al proprio curriculum vitae, a Bergamo Sviluppo.  
   
   
PIACENZA - ANCORA IN CRESCITA LE IMPRESE STRANIERE  
 
Piacenza, 5 febbraio 2014 - Le imprese straniere pesano per il 9,8% sul tessuto imprenditoriale piacentino: sono in tutto 3.011 quelle registrate e 2.806 quelle attive. Le iscrizioni nel corso del 2013 sono state in totale 322 mentre le cessazioni 305, con un saldo, in controtendenza rispetto a quello complessivo, positivo per 17 realtà. Questo andamento è confermato anche nelle province circostanti. Reggio Emilia si consolida come la provincia a maggiore densità di imprenditori non italiani. Nel corso degli ultimi tre anni sono cresciuti a Piacenza sia il numero complessivo delle imprese straniere che la loro incidenza sul totale delle ditte registrate. Tra il 2011 ed il 2013 la crescita è stata di 1,6 punti percentuali. A livello settoriale sono calate le imprese manifatturiere, quelle delle costruzioni, dei trasporti, quelle inserite tra le attività professionali, scientifiche e tecniche ed ancora nella sanità. Aumenti invece si sono osservati nei servizi di alloggio e ristorazione, nelle attività finanziarie ed assicurative, nelle attività di noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese, nelle attività artistiche ed ancora negli altri servizi. Spostando l’attenzione sul gruppo degli imprenditori individuali – il cui totale è pari a 2.527 soggetti- va detto che tra il 2012 ed il 2013 essi sono calati di cinque unità: stante però che la riduzione di imprese individuali con titolare italiano si è attestata a 488 unità, il peso delle ditte individuali con titolare non italiano è cresciuta di tre decimi di punto percentuale. Albania, Marocco, Macedonia e Romania, nell’ordine, sono le nazioni che hanno dato i natali a quasi il 50% degli imprenditori individuali stranieri. All’interno di questa sezione sono 426 le imprese individuali in cui il titolare è una donna non nata in Italia. Il settore nel quale vi è la maggiore concentrazione è quello del commercio, seguito da quello dell’alloggio e ristorazione. Cina, Romania e Marocco sono i Paesi dai quali proviene il numero maggiore di donne imprenditrici.  
   
   
ROMA: I QUADRIM. 2014: LE IMPRESE ROMANE PREVEDONO RIDUZIONI DEL FATTURATO  
 
Roma, 5 febbraio 2014 - Il 58,2% delle imprese romane prevede un calo del proprio fatturato nel primo quadrimestre 2014 (percentuale in aumento rispetto al 52,5% della rilevazione del quadrimestre precedente). La percentuale è data dalla somma del 45,4% (era il 35,3% nel quadrimestre precedente) di imprese che ha aspettative di riduzione del fatturato nel mercato interno e il 12,8% (era il 17,2%) che stima, addirittura, una “forte diminuzione”. Sono passati poi al 33% coloro che si attendono un andamento stabile (dato vicino al 34,3% della precedente indagine) e si indebolisce il nocciolo di imprese “forti” che credono in un aumento del proprio fatturato, attestandosi sul 7,5% rispetto al 12,5% del quadrimestre precedente. Questo l’aspetto principale che emerge dall’indagine congiunturale fatta su un campione di 302 imprese del territorio che ha come obiettivo quello di raccogliere e analizzare le previsioni sull’andamento delle principali variabili aziendali. Lo studio è curato da Asset Camera, Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, con la collaborazione tecnica della “Luiss Business School” e dell’Istituto di ricerca Swg. La domanda di lavoro - Inevitabilmente le negative prospettive di vendita hanno riflessi sulla domanda di lavoro che permane molto debole. Per il primo quadrimestre 2014, poco più dell’8% (20% nell’indagine precedente) delle imprese romane prevede una contrazione dei propri addetti a tempo indeterminato e questa riduzione riguarda principalmente i non diplomati. Circa il 90% parla di stazionarietà, mentre solo il 2% di un aumento occupazionale (con maggiore frequenza per i diplomati). Le aspettative sugli investimenti - Negative sono anche le aspettative sugli investimenti, confermando un dato già riscontrato nel quadrimestre precedente. Il 68% circa delle imprese dichiara che nell’arco dei prossimi quattro mesi non ha intenzione di realizzare alcun tipo di nuovo investimento (nel terzo quadrimestre 2013 era il 58%). La situazione economica e i principali fattori negativi che ostacolano l’impresa Circa il 29% del campione considera la situazione economica generale analoga a quella del quadrimestre precedente mentre il 41% peggiore e il 21% molto peggiore. Complessivamente sono il 62% le imprese che percepiscono un andamento negativo dell’economia, a fronte, invece, del 7% circa, che indica un tendenziale miglioramento. Così come nel quadrimestre precedente, il principale ostacolo alla crescita resta la crescente contrazione del mercato interno (44% del campione). Il secondo ostacolo più citato rimane il continuo aumento dei costi di produzione, ma con una frequenza maggiore del precedente (quasi il 28% dei rispondenti). Le aspettative sul mercato interno ed estero - Tra i diversi comparti emergono anche per il primo quadrimestre 2014 aspettative future di fatturato differenti, nonostante un orientamento negativo di fondo. Le imprese del “commercio” sono le più pessimiste (era il “manifatturiero” nell’indagine precedente), dove la percentuale di chi attende una diminuzione o forte diminuzione del fatturato arriva a quasi il 70%. Di contro, nell’“agricoltura” e nel “manifatturiero” le aspettative negative si fermano rispettivamente intorno al 34% e al 38%. “I risultati dell’indagine congiunturale – afferma il Presidente di Asset Camera, Stefano Venditti – fotografano un sistema economico locale stremato da anni di dura crisi produttiva e occupazionale in cui non si intravedono, ancora, chiari segnali di ripresa. Insieme ad un serio e deciso intervento a livello nazionale occorre, al più presto, rimettere in moto le economie locali. Bisogna aggredire in maniera radicale i problemi chiave che frenano le aziende di questo Paese: tassazione eccessiva sul lavoro e sulle imprese, complessità della burocrazia e il difficile e oneroso accesso al credito. Da qui non si scappa. I casi di delocalizzazione – conclude Venditti – attirano giustamente attenzione e preoccupazione, ma troppo poco si riflette, invece, sul perché molte imprese non pensano nemmeno di cominciare a investire in Italia”. L’indagine congiunturale integrale è consultabile sul sito internet www.Rm.camcom.it  
   
   
PIANO STRAORDINARIO PER PRATO, 10 MILIONI PER POTENZIARE PREVENZIONE E CONTROLLI  
 
Firenze, 5 febbraio 2014 - Costerà quasi 10 milioni il potenziamento dei controlli svolti dai Dipartimenti di prevenzione sulle aziende a rischio nell´Area Vasta centro (Prato, Firenze, Pistoia, Empoli), previsto dal Piano triennale straordinario di interventi in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro varato dalla giunta regionale. Il finanziamento necessario, secondo quanto riportato dalla delibera approvata dalla giunta nel corso dell´ultima seduta, è assicurato dai proventi delle attività di sanzionamento. Il Piano prevede un rilevante potenziamento dei controlli, che verranno quintuplicati rispetto al numero di controlli previsti dai livelli di assistenza nazionali: valore ulteriormente raddoppiato nella Asl 4 di Prato. "La sicurezza sul lavoro è una delle nostre priorità - dichiara il presidente Enrico Rossi - In Toscana si deve poter lavorare in sicurezza ovunque. Per questo abbiamo varato questo Piano e deciso di aumentare il numero di tecnici della prevenzione, potenziare i controlli e nello stesso tempo semplificare e rendere più snelle le procedure, ricorrendo anche a mediatori culturali bilingue che facilitino i rapporti con i lavoratori e gli imprenditori". Per rafforzare gli organici dei Dipartimenti di prevenzione, si faranno 74 assunzioni per un periodo di tre anni: 50 nella Asl 4 di Prato e 24 nelle altre tre aziende dell´Area Vasta Centro (Empoli, Firenze, Pistoia); da destinarsi esclusivamente all´attività ispettiva prevista dal Piano. Gli insediamenti produttivi presenti nelle 4 Asl sono 7.700 (4.000 a Prato, 2.100 a Firenze, 1.300 a Empoli, 300 a Pistoia). Si prevedono complessivamente 2.925 controlli l´anno. Considerato che il costo di un tecnico della prevenzione è quantificato in 40.000 euro l´anno, per 74 persone il costo complessivo per il triennio è di 8.880.000 euro. Altri 322.200 euro serviranno perstrumenti e attrezzature, e ulteriori 788.940 per garantire la presenza di mediatori culturali bilingue, in grado di agevolare l´accesso degli addetti ai controlli delle aziende e di consentire un´interpretazione e una relazione adeguata con gli imprenditori e i lavoratori. Costo totale, dunque, 9.991.140 euro. Un primo contingente di tecnici della prevenzione sarà reclutato attingendo alla relativa graduatoria attualmente esistente presso l´Estav Centro, per quelli mancanti lo stesso Estav attiverà un´apposita nuova procedura selettiva. Per garantire modalità omogenee di programmazione e controllo, e un costante monitoraggio sull´andamento e sui risultati del progetto, viene istituito presso la Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale un apposito coordinamento regionale. Il Piano di intervento avrà durata triennale: in tre anni si ritiene di poter affrontare la situzione di emergenza straordinaria, ripristinando una condizione ordinaria. Le aziende da controllare prioritariamente saranno individuate in base a questi criteri: lavoro notturno, anomalo consumo di energia elettrica, zone di collocazione, tipologia produttiva, dimensioni dell´insediamento; e in seguito a segnalazioni o esposti. I controlli saranno effettuati con procedure più semplificate (e quindi più rapide) di quelle consuete, che saranno definite e rese omogenee in tutta l´Area Vasta Centro, e saranno finalizzate all´accertamento e alla rimozione delle situazioni di maggior rischio. Con le 74 nuove assunzioni, il numero complessivo di tecnici della prevenzione in forze nelle 4 aziende dell´Area Vasta Centro salirà dagli attuali 139 (20 a Prato, 68 a Firenze, 25 a Empoli, 26 a Pistoia) a 213 (70 a Prato, 82 a Firenze, 34 a Empoli, 27 a Pistoia). I 74 nuovi Tdp verranno ripartiti tra le 4 aziende sanitarie in maniera proporzionale al numero dei controlli previsti sulle aziende a rischio: 50 a Prato, 14 a Firenze, 8 a Empoli, 2 a Pistoia.  
   
   
MOVIMENTAZIONE DELLE IMPRESE IN PROVINCIA DI PISTOIA NEL 2013  
 
Pistoia, 5 febbraio 2014 - L’anno 2013 chiude con un ulteriore indebolimento del sistema delle imprese pistoiesi. Il saldo fra le imprese iscritte e quelle cessate dall’inizio dell’anno è pari a -184 unità corrispondente ad una riduzione dello 0,6%. In crescita il numero delle procedure concorsuali avviate nell’anno. L’imprenditoria Pistoiese nel 2013 mostra, nel suo complesso, un andamento negativo con un tasso di crescita del numero delle imprese attestatosi a -0,6%. Alla data del 31 dicembre 2013 il numero delle imprese iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Pistoia è risultato essere pari a 32.909, di cui 28.685 attive. Fra queste, le imprese artigiane registrate sono state 9.955 (9.912 le attive). Nell’anno, a fronte di 2.157 nuove iscrizioni, sono cessate ben 2.341 imprese (escludendo le cancellazioni d’ufficio), con un saldo negativo di -184 posizioni. La disaggregazione settoriale del tasso di crescita evidenzia tendenze diverse tra i settori. Particolarmente difficile è la situazione del settore “costruzioni” che registra una riduzione pari a -3,8%; lo stesso dato attribuibile alle sole imprese artigiane è ancora peggiore (-4,7%). In flessione anche l’“agricoltura, silvicoltura e pesca” con ben 237 imprese cessate a fronte di 83 imprese nuove iscritte; il saldo negativo (-134) genera un tasso di crescita di -4,1%. Tra i comparti in negativo anche le “attività manifatturiere” che, con un saldo negativo di 131 imprese tra le iscritte e le cessate , ed un tasso di mortalità quasi doppio del tasso di natalità (6,1% contro 3,2%) porta ad avere un indice di crescita di -2,8%. Fra i settori più colpiti del manifatturiero spiccano l’industria metalmeccanica legata alla fabbricazione di macchinari (-7,1%), l’industria del mobile (-3,1%) e l’intero settore moda con una perdita totale di 83 imprese e un tasso di crescita pari a -4,5% con riferimento al tessile, a -3,4 per quanto concerne l’abbigliamento e a -5,1% relativamente alla lavorazione di pelli cuoio e fabbricazione calzature. Positivi solo i risultati della “riparazione, manutenzione e installazione di macchine” (+3,2%) e della “fabbricazione dei prodotti farmaceutici” (+25%), peraltro del tutto residuale come presenza sul territorio. Nei servizi vale evidenziare il notevole calo del settore “trasporto e magazzinaggio” che ha fatto registrare un andamento fortemente negativo pari a -5,3% con riferimento al totale delle imprese del settore (-12,9% per il sottoinsieme artigiano), dei settori turistici legati alla ristorazione (-2,5%), del commercio in genere (-1,3%) e delle attività immobiliari (-0,8%). Positivi invece il “noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese” (3,8%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (1,5%) e le attività finanziarie e assicurative (1,5%). Considerando la forma giuridica di impresa crescono le società di capitali (1,5%), ma tale andamento è ascrivibile all’aumento delle società a responsabilità limitata semplificate o ad un unico socio o a capitale ridotto, mentre diminuiscono le società per azioni (-0,9%) e le società a responsabilità limitata (-0,1%). In aumento anche le altre forme (+0,9%) mentre in calo le imprese individuali (-1,7%) e le società di persone (-0,9). La distribuzione territoriale del dato, nei Comuni della Provincia, mostra valori pari a -2,6% nel quadrante montano, -0,2% nel quadrante metropolitano e pari a – 0,7% nella Valdinievole. Il comune Capoluogo registra un tasso di crescita positivo e pari a +0,2%. Particolarmente negativo l’andamento del comune di Abetone (-4,3%) nel quale le imprese artigiane registrano addirittura un -12,5%. Oltre al capoluogo il tasso di crescita è positivo nei comuni di Sambuca Pistoiese (+0,9%), di Agliana (+0,8%) e di Montecatini Terme (+0,2%) con riferimento al totale imprese. Per il comparto artigiano il tasso di crescita è positivo solo per i comuni di Marliana (+2,6%) e di Sambuca Pistoiese (+4,5%). Nel confronto con le altre realtà territoriali della Toscana, la nostra provincia è ancora all’ultimo posto con il tasso di crescita peggiore per il totale imprese (-0,6%). Per quanto riguarda le imprese artigiane il tasso negativo di Pistoia (-3%) è superato da Lucca dove le imprese artigiane sono diminuite di -6,1%. La media regionale per il totale imprese è +0,3%,: fra le migliori performance Pisa (+1,2%) e Prato (+1,0%). Entrando nello specifico del tessuto imprenditoriale è interessante fornire alcuni dati di andamento delle imprese femminili, giovanili e straniere della nostra provincia confrontando le performance del 2013 con l’anno precedente. Le imprese femminili iscritte al Ri di Pistoia al 31 dicembre 2013 sono pari a 7.694 unità e rappresentano il 23,4% del totale imprese registrate (considerando tali l’insieme delle imprese la cui partecipazione di genere risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite). Rispetto al 31.12.2012 sono diminuite dello 0,3%: nel corso del 2013 si sono infatti registrate 626 nuove iscrizioni (di cui208 non ancora classificate) a fronte di 598 cessazioni. Le iscrizioni “classificate” si concentrano per lo più nel settore del commercio con 164 nuove imprese nate, a seguire 48 nuove iscritte sono nel manifatturiero e 44 nei servizi alla persona. Le imprese giovanili al 31.12.2013 risultano pari a 3.439 e costituiscono il 10,5% del totale imprese (sono tali le imprese in cui la partecipazione di persone “under 35” risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite). Nel confronto con il 2012 sono calate del 7,2%: si sono registrate nel periodo di riferimento 638 nuove iscrizioni e 361 cancellazioni. Anche in questo caso la maggioranza delle iscrizioni appartiene al settore del commercio (147 tra le imprese classificate), seguono le imprese delle costruzioni (93) e quelle del manifatturiero (45). Infine le imprese straniere (sono tali le imprese in cui la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite) sono pari a 3.169 unità e costituiscono il 9,6% del totale imprese. Esse rispetto all’anno precedente sono aumentate del 2,6%: nel 2013 si sono registrate 391 nuove iscrizioni a fronte di 306 cessazioni. Per quanto concerne le procedure concorsuali, nel 2013 sono entrate in fallimento 87 imprese (nel 2012 erano state 63). Di queste 67 sono società di capitale e 15 società di persone, 4 imprese individuali e 1 appartenente alle altre forme. Nella distribuzione settoriale, 26 sono manifatturiere, 19 del commercio e 16 del settore edile, 12 nei servizi alle imprese e 7 nel comparto turistico. I concordati preventivi e gli accordi di ristrutturazione del debito, nel 2013, sono stati 36. Commento di Stefano Morandi, presidente della Camera di Commercio di Pistoia “La crisi non dà tregua alle imprese e in particolare alle imprese pistoiesi. Sia questi primi dati a consuntivo dell’anno che i dati congiunturali di cui disponiamo con riferimento al 3° trimestre del 2013, mostrano ancora una volta la nostra provincia come il fanalino di coda della Toscana. Anche i settori che sembravano risentire in misura minore dell’impatto della crisi, quali il vivaismo, registrano importanti segnali di arresto. Solamente le imprese che esportano mostrano timidi segnali di ripresa, anche se il volume di fatturato esportato si è sensibilmente ridotto nel tempo a causa delle tante imprese esportatrici entrate in crisi in questi ultimi anni. Questa situazione deve fungere da ulteriore stimolo alle istituzioni, in primis la Camera di Commercio, e agli altri attori locali a compiere congiuntamente ogni sforzo possibile per sostenere l’economia locale: ci sono imprese eccellenti sul nostro territorio, imprese giovani che hanno ancora la voglia e il coraggio di innovare e di crescere in competenze. Ne abbiamo avuto la dimostrazione tante volte. E’ proprio a queste che dobbiamo guardare per compiere le scelte che servono. Dobbiamo alimentare il coraggio di chi fa impresa e per farlo è indispensabile rafforzare le reti che costruiscono questa fiducia, a partire dalle istituzioni. È un impegno che il sistema delle Camere di commercio nel suo complesso sta portando avanti insieme alle rappresentanze imprenditoriali, per migliorare qualità dei servizi ed efficienza. Tutti dobbiamo e possiamo fare di più. Ma soprattutto dobbiamo cercare di dialogare di più, per farlo insieme” .  
   
   
IL TERZO SETTORE REGGINO TRA DIFFICOLTÀ E PROSPETTIVE DI SVILUPPO  
 
Reggio Calabria, 5 febbraio 2015 - Sono 2.376 le istituzioni non profit attive sul territorio della provincia di Reggio Calabria, corrispondenti a circa 3mila addetti e quasi 26mila persone coinvolte in veste di volontari. È la fotografia del terzo settore reggino fornita dal Censimento delle Istituzioni no profit 2011, effettuato dall’Istat, che mostra un ramo dell’economia locale diffuso in maniera trasversale nei diversi comparti di attività: particolarmente attivo nei settori delle attività sportive (27,9%), culturali e artistiche (17,4%), ricreative e di socializzazione (15,4%), il terzo settore è presente anche nell’assistenza sociale e nella protezione civile (8,5%) nonché nel comparto istruzione e ricerca (8,1%). “Il terzo settore rappresenta un pilastro della nostra economia. Le difficoltà economiche sorte con la crisi e la perdita di ruolo della sfera pubblica, alle prese con rilevanti difficoltà finanziarie, hanno promosso una duplice veste per il no profit: a sostegno dei più deboli e della popolazione e a supporto del mercato e della produzione”. Con queste parole, il Dr. Lucio Dattola, Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, promuove il ruolo crescente che il volontariato e l’associazionismo svolgono sul territorio reggino. Particolarmente significativi sono i dati emersi dall’approfondimento effettuato dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria, rivolto a un campione rappresentativo di 200 organizzazioni del terzo settore operanti nella provincia. L’indagine rivela che più dell’80% dei soggetti intervistati non supera i 50mila euro annui di fatturato. Risulta, quindi, nel complesso ancora debole la rilevanza in termini economici delle organizzazioni del terzo settore reggino. Un ulteriore segnale di debolezza economica del settore no profit è la scarsa capacità di creare posti di lavoro. Mentre a livello nazionale uno dei maggiori contributi del terzo settore consiste proprio nella creazione di occupazione, in provincia di Reggio Calabria, invece, il comparto fatica a creare posti di lavoro ed così è indotto ad utilizzare una grande quantità di lavoro volontario, pari addirittura a oltre l’80% del capitale umano. Ad ogni modo, lo studio della Camera di Commercio mostra anche dei segnali di vitalità edinamismo: oltre 2/3 delle organizzazioni coinvolte nell’indagine ha dichiarato, infatti, di aver introdotto recenti innovazioni, mostrando un’inclinazione che può giocare un ruolo cruciale nell’attuale congiuntura economica e che andrebbe assecondata mettendo a disposizione risorse e competenze. Precisamente, più di metà delle organizzazioni intervistate ha investito su innovazioni di processo e organizzative (51%) e una percentuale simile su innovazioni di prodotto (52,5%), sebbene, a livello nazionale, si evidenzi una netta prevalenza dell’innovazione di processo. Strettamente connessa all’analisi relativa all’innovazione, è quella concernente gli ambiti di attività in cui il terzo settore reggino potrebbe trovare nuove occasioni di sviluppo. Le organizzazioni intervistate, hanno evidenziato tre fondamentali macro aree: la prima conferma la rilevanza dei servizi socio-sanitari alla persona (indicati dal 48% del campione); la seconda macro area riguarda invece quella che può essere definita come “filiera ambientale-turistico–culturale (turismo: 34,5%; cultura: 30%; ecologia e servizi ambientali: 21%); la terza macro area comprende, infine, le attività educative, di istruzione e di ricerca (politiche educative: 23%; istruzione, ricerca e formazione: 24%). In particolare, la filiera cultura–turismo–ambiente, sulla base dei dati raccolti, presenta i più consistenti margini di sviluppo per il terzo settore reggino, per cui andrebbero sostenute progettualità intersettoriali, capaci, cioè, di generare valore economico, sociale e occupazionale incrociando ambiti di attività tendenzialmente trattati separatamente.  
   
   
CAMPOBASSO, SODDISFACENTI I NUMERI DELLA MEDIAZIONE  
 
Campobasso, 5 febbraio 2014 - Un significativo avvio nell’anno 2013 per la nuova mediazione! Nonostante la sua obbligatorietà, infatti, entrata in vigore solo alla fine del mese di settembre, le mediazioni/conciliazioni nel 2013, presso l’Organismo di mediazione della Camera di Commercio di Campobasso, sono state 63, di cui 5 presentate on-line mediante la piattaforma Conciliacamera. Di seguito alcuni dati relativi alle mediazioni del 2013: il 78% delle 63 domande avviate sono mediazioni obbligatorie previste dall’art. 5 del d.Lgs. 28/2010 e s.M.i.; il 17%, invece, sono mediazioni volontarie ed, infine, il 5% delle istanze sono conciliazioni obbligatorie (subfornitura e telecomunicazioni). Tra le mediazioni obbligatorie, i contratti bancari rappresentano la tipologia di controversia più richiesta (33%) seguita dai diritti reali (14%) e dal condominio (12%). Le altre materie, invece, hanno percentuali molto basse: 8% locazione, 8% risarcimento danni da responsabilità medica e sanitaria, 6% contratti assicurativi, 6% divisione, 4% comodato, 2% contratti finanziari, 2% successione ereditaria, 4% altro. Anche se sono ancora in corso 12 procedimenti di mediazione iniziati nel 2013, è possibile, tuttavia, fare una stima degli esiti delle 51 procedure chiuse: il 16% ha superato la fase iniziale di programmazione, mentre l’84% no. In particolare, nel primo caso, il 25% delle mediazioni si sono concluse con l’accordo (di cui uno immediatamente esecutivo) e il 75% con mancato accordo, nel secondo, invece, il 77% delle mediazioni si sono chiuse per mancata partecipazione di una o più parti, mentre il 23% per mancata volontà a proseguire con il tentativo. La durata media di ciascun procedimento è di 35 giorni, mentre il valore medio delle controversie è di 160.000,00 euro circa. Nel valore medio non sono comprese, però, le controversie per cui l’entità della lite risulta indeterminabile o indeterminata (13 procedure di mediazione). La Segreteria dell’Organismo di mediazione dell’Ente camerale, al fine di consentire alle parti e ai propri avvocati di organizzarsi per tempo e partecipare agli incontri di mediazione, anche in considerazione del fatto che nella maggior parte dei casi le mediazioni si concludono senza che i soggetti in lite si siano mai incontrati, convoca le stesse con congruo anticipo. Infatti, dalla presentazione della domanda, trascorrono in media appena 3 giorni affinché venga comunicata alle parti la data del primo incontro (fissato all’incirca 25 giorni più tardi). “I dati sopra riportati,-afferma il Presidente Amodio De Angelis- riguardanti l’ampio ricorso che le imprese e gli utenti in generale fanno di questo strumento alternativo alla giustizia ordinaria, vengono confermati dall’andamento delle mediazioni nel primo mese dell’anno in corso. Infatti, solo a gennaio 2014, sono state presentate 19 domande di mediazione, di cui 2 tramite la piattaforma Conciliacamera, che rende più semplice e intuitivo l’inserimento dei dati ai fini della presentazione della domanda di avvio o di adesione e che consente, inoltre, di svolgere gli incontri in webconference (25 è il numero di incontri on-line programmati dalla Camera di Commercio di Campobasso in tutto il 2013 e a gennaio 2014) permettendo alle parti, che si trovano in luoghi diversi, di risparmiare tempo e costi di trasporto, con conseguenti benefici anche sul piano dell’inquinamento ambientale. Una ulteriore conferma, quindi, dei numerosi vantaggi che si hanno con il servizio di mediazione. La Camera di Commercio di Campobasso intende proseguire il suo impegno nella diffusione e nel consolidamento della cultura conciliativa, in quanto sempre più imprese e cittadini chiedono una giustizia rapida ed economica e soprattutto finalizzata alla ricerca dell’accordo. “  
   
   
PALI ITALIA: PROVINCIA DI PARMA PRONTA A CONVOCARE IL TAVOLO PER LA DIFESA DELL’OCCUPAZIONE  
 
Parma, 5 febbraio 2014 – “Siamo pronti nel momento in cui ce lo chiedono a convocare il tavolo Istituzionale”. Così il vicepresidente della Provincia sulla vicenda della crisi della Pali Italia. Pier Luigi Ferrari torna anche sull’azione dell’ente svolta in questi giorni. “Siamo per il dialogo e la difesa dell’occupazione, che è la nostra bussola, per questo siamo allarmati dalle notizie emerse dopo l’incontro fra le parti, in particolare sul tema degli esuberi. Come in tutti gli altri casi, purtroppo molti in questi anni di crisi, il ruolo istituzionale che abbiamo tenuto nelle occasioni in cui siamo stati chiamati a svolgerlo, ha avuto una finalità precisa: la difesa del lavoro. Pur nella grave difficoltà in cui le Province, ormai sulla via della chiusura, sono costrette ad operare, è nostra intenzione continuare a svolgere una funzione che auspichiamo utile per una soluzione che abbia nella difesa dell’occupazione il proprio centro. Appena arriverà la richiesta riconvocheremo immediatamente il tavolo istituzionale”.  
   
   
DALLA REGIONE TOSCANA FORMAZIONE PER LE MAESTRANZE GINORI  
 
Sesto Fiorentino (Fi) , 5 febbraio 2014 - "Convocherò prestissimo una riunione con la direzione aziendale per discutere di come supportare la formazione delle maestranze. Quanto alla necessità di favorire gli investimenti, la Regione farà una scelta netta in favore delle imprese, non importa se piccole medie o grandi, a patto che siano dinamiche, facciano sviluppo, aumentino il loro fatturato, creino occupazione, investano e si internazionalizzino". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la visita alla Richard Ginori di Sesto Fiorentino, primo appuntamento della nona tappa del tour attraverso le 34 zone della Toscana. "Abbiamo avuto fortuna – ha commentato Rossi ricordando che l´azienda poco più di un anno fa aveva dichiarato fallimento e che dalla primavera scorsa è stata rilevata dal gruppo Gucci – ma è una fortuna meritata, guadagnata grazie alla storia di questa azienda e alla capacità professionale dei suoi addetti. Qui ho colto la volontà e l´entusiasmo di conquistare nuovi mercati e credo ci siano le basi per costruire un futuro migliore". Accompagnato dal direttore commerciale, Walter Bongiorni, e dal managenet aziendale, il presidente della Regione ha visitato il Museo Doccia e i capannoni aziendali, seguendo le varie fasi del ciclo produttivo e anche la parte dedicata alla decorazione a mano e alle eccellenze artistiche. I rappresentanti aziandali hanno parlato di una impegnativa azione di marketing internzionale in corso e di buone aspettative rispetto agli ordini produttivi in arrivo, ma anche di nuovo start up e di un anno di test. Hanno sottolineato come occorra ricominciare a creare talenti del futuro soprattutto nel reaprto di pittoria, perché la manifattura e l´altissima qualità del prodotto sono l´unico modo che ha la Richard Ginori per sopravvivere e per non impoverire il saper fare. All´ufficio stile di Gucci e al nuovo management che sta riprogettando le fasi di lavorazione, il compito di accompagnare l´azienda in questo percorso. Le rappresentanze sindacali hanno sottolineato come la nuova e per certi versi insperata vita è costata circa 70 licenziamenti, una cassa integrazione che continua. Adesso servono investimenti in attrezzature e impianti, ma si sono detti fiduciosi nelle idee di sviluppo prospettate dalla nuova proprietà che mostra di avere idee chiare.  
   
   
POTENZA - 300MILA EURO PER LE IMPRESE CON IL FONDO ANTICRISI  
 
Potenza, 5 febbraio 2014 - 300.000 euro per arginare la crisi, con un Fondo in grado di mettere in circolo una decina di milioni di euro, superando quello che oggi appare uno degli ostacoli più duri da superare per le Pmi, quello dell’accesso al credito. La Giunta della Camera di Commercio di Potenza ha appena deliberato il via libera alla misura che nel 2013 è stata particolarmente apprezzata dalle imprese. I numeri del 2013 dicono infatti che i 255.000 euro erogati dalla Cdc hanno movimentato un flusso di finanziamenti di 11 milioni e mezzo di euro, finanziando oltre 250 Pmi con una media di 45.000 euro di prestiti per ogni azienda. La misura 2014 punta a consolidare questa performance; i 300.000 euro appena stanziati contribuiranno ad abbattere il “costo di garanzia” sostenuto dalle Pmi nel momento in cui richiederanno l’erogazione di un prestito ad un Istituto bancario attraverso le Cooperative di garanzia o i Consorzi Fidi operanti nella provincia di Potenza, fino a 3.000 euro per azienda. «E’ l’ennesima iniziativa che conferma il sostegno dell’Ente camerale alle imprese del territorio, in un momento di profonda e prolungata crisi nazionale ed internazionale, particolarmente evidente nei territori a minore sviluppo, per favorire il rilancio delle attività economiche e dei cicli produttivi nell’ambito del territorio provinciale - dichiara il presidente della Cdc potentina, Pasquale Lamorte. Le risorse messe in circolo attraverso questa misura saranno utili per l’emergenza, che purtroppo non possiamo fronteggiare da soli, con le sole nostre forze. Occorre da parte delle istituzioni un piano strategico di lungo respiro e al contempo interventi-tampone efficaci, per fare sinergia e produrre effetti concreti sul nostro tessuto economico sempre più dilaniato dalla crisi». L’istanza al Bando (scaricabile con la modulistica dal sito www.Pz.camcom.it potrà essere inoltrata dal 1 febbraio al 31 dicembre e si seguirà l’ordine cronologico di presentazione delle domande, fino ad esaurimento del plafond.