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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 24 Marzo 2014 |
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UE: GLI OBIETTIVI DI ENERGIA 2030: QUALI SFIDE PER L´INNOVAZIONE? |
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Bruxelles, 24 Marzo 2014 – Di seguito l’intervento di Günther Oettinger Il commissario europeo per l´Energia Conferenza ". Futuro energetico dell´Europa Efficienza e competitività attraverso l´innovazione e Smart Integration": “ Il defunto Watts Humphrey non è un nome familiare in Europa. Ma senza di lui non avremmo sistemi software di oggi. Ha sperimentato l´insegnamento di progettazione computer negli Stati Uniti. Le sue idee erano dietro la trasformazione di ingegneria che ha reso Ibm il primo leader mondiale nel settore informatico. La stessa Watts Humphrey fatto l´osservazione molto saggia vorrei citare ora: "L´innovazione è il processo di trasformare le idee in forma realizzabile e commerciabile." E no, non è "Commissione inglese"! Ma è vero. Abbiamo tutti idee. Quanti di noi hanno avuto una sola idea al tavolo della colazione di questa mattina, un altro quando leggiamo il giornale, e un altro quando abbiamo visto il programma per l´incontro di oggi? Non c´è carenza di idee. Vi è una carenza di innovazione. E - ancora di più - vi è una carenza di innovazione che si rivela e prodotti "fabbricabili", "mercato", che i consumatori vogliono e possono permettersi. Ci manca la capacità di trasformare la ricerca di alta qualità in prodotti che vengono venduti sul mercato. Questa è la grande sfida del settore dell´innovazione dell´energia oggi: trasformare le idee in mercati. Trasformare le idee in ricchezza! Proposte energetici e climatici della Commissione per il 2030 sono pieni di idee. Questo è il compito della Commissione. Per pensare, pianificare, spiegare, promuovere, convincere. Il nostro pacchetto energia 2030 è pieno di ambizione: Ridurre le emissioni. Aumentare l´utilizzo di energie rinnovabili. Mantenere energia a prezzi accessibili. Diventare più efficienti. Integrare l´Europa. Rinnova le nostre reti. Abbellire il nostro uso di energia. Energia e diplomazia climatica .... Dobbiamo essere sulla buona strada per ridurre le nostre emissioni di gas serra dell´80% entro il 2050, in un modo che sia sostenibile e mantiene la nostra economia competitiva e le nostre forniture sicure. Abbiamo bisogno di sostituire il nostro vecchio infrastrutture energetiche, con basse emissioni di carbonio, reti flessibili moderni, in maniera intelligente e sostenibile. E dobbiamo fare in modo che abbiamo un settore competitivo - in grado di competere a livello globale che creerà la prosperità, posti di lavoro e le competenze nostra società ha bisogno. Ma per ottenere questi suggerimenti per lavorare, abbiamo bisogno di innovazione. Guidare l´innovazione, e alla guida di un futuro a basse emissioni di carbonio, sono due facce della stessa medaglia. Ci sono molti "se" e s ", ma di" qualsiasi strategia energetica a lungo termine. Ma c´è una certezza assoluta. Questa è la necessità di una tecnologia. Tecnologia innovativa. Tecnologia sostenibile che può essere utilizzato in tutta l´economia. Tecnologia diversa che trasformare la società. E le competenze tecnologiche per la società, sul lavoro e in casa. Quindi, abbiamo bisogno di innovazione per il nostro mondo futuro. Per raggiungere i nostri obiettivi 2030, dipendiamo da persone dinamiche, determinate e guidate che comprendono l´innovazione. Le persone che possono far accadere le cose. Le persone che credono in quello che fanno, e convincere gli altri a cambiare. Ma allo stesso tempo, innovatori anche bisogno di certezza di una prospettiva di più lungo termine - al progetto, investire e sviluppare prodotti. Abbiamo bisogno di sicurezza di pianificazione per evitare investimenti incagliati. L´energia è un settore a lungo termine 2020 è stato ieri sera, e il 2030 è domani mattina. Il raggiungimento dei nostri obiettivi 2030 non sarà risolto dalla politica propria. Non sarà risolto innovazione propria. Ci arriveremo da un´interazione piena e produttiva tra i responsabili politici, e quelli in grado di produrre, vendere e usare prodotti innovativi. Un approccio è quello di pianificare le modifiche ad hoc per i singoli settori o singole tecnologie. Questo è stato l´approccio del piano Set. Ha funzionato. Gli investimenti sono aumentati. Nuovi mercati stanno emergendo. Il piano Set concentrata su 2020. Ora dobbiamo guardare avanti. Cambiare marcia. Questo è il motivo per cui la Commissione sta lavorando a un nuovo Technology Roadmap integrata. Ecco perché stiamo portando innovazione e le politiche energetiche più vicini. Che cosa significa questo in pratica? Partendo dall´inizio: L´inizio di innovazione è l´utente finale. Che suona come un paradosso. Ma se vogliamo avere successo, i nostri prodotti innovativi bisogno di un mercato, e un utente. Innovazione energetica deve pensare più in termini di tutto il sistema. Meno in termini di settori isolati. Per esempio. Ci stiamo muovendo verso un mercato più innovativo e interconnesso di energia in Europa. Reti intelligenti. Tecnologie di misurazione intelligenti. L´integrazione delle energie rinnovabili. L´interconnessione dei pannelli fotovoltaici e parchi eolici offshore. Ma abbiamo imparato per esperienza che non possiamo sviluppare un elemento - come l´elettricità da fonti rinnovabili - senza considerare ciò che accade alla rete più ampia. Compresi i consumatori. Più energia fotovoltaica è una cosa. Ma come su basse emissioni di carbonio di back-up o della domanda-risposta? Che cosa circa l´effetto sui sistemi di distribuzione? Può aiutare storage? Che dire di trasporto? Tecnologie intelligenti? Griglia di bilanciamento soluzioni? Ognuno può contribuire - o talvolta ostacolare - l´altra. Il punto è: Non si può davvero fare con uno in isolamento. E ´un pacchetto, un sistema. Ciò significa non solo aprendo i mercati alle nuove tecnologie. Ma anche facendo nuove tecnologie più adatte alle esigenze del mercato. Un altro esempio: l´efficienza energetica. L´europa è ancora il più grande mercato al mondo per i prodotti e servizi energetici efficienti. Ma solo una piccola parte del nostro potenziale economico è sfruttato. Negli edifici, per esempio, fino alla metà del consumo di energia potrebbe essere tagliato con l´uso di tecnologie intelligenti e risparmio energetico. Prezzi dell´energia in Europa sono più alti rispetto alla maggior parte delle altre economie del mondo. Energia industrie ad alta intensità e il bisogno di Pmi tecnologie energetiche efficienti più convenienti per ridurre i costi e diventare più competitivi. I prezzi dell´energia sono sempre più uno svantaggio nei nostri posti di lavoro nell´industria ad alta intensità energetica, per esempio rispetto agli Stati Uniti, o il Medio Oriente. Molti consumatori possono utilizzare tecniche di risparmio energetico per tagliare le bollette. L´anno scorso ero a una conferenza sulla tecnologia a Dublino. C´era una interessante dimostrazione di quello che fu chiamato il "Sistema Quantum". Questo comprendeva accumulo termico elettrico intelligente, dando spazio a basso costo e di riscaldamento dell´acqua per i consumatori, riducendo la domanda di energia, e contribuire a integrare le energie rinnovabili nella griglia. Questi tipi di prodotti offrono enormi opportunità e potenzialità di business. Ogni settore, sia in energia o meno, può beneficiare di efficienza energetica! Ogni settore può collaborare per sfruttare al meglio l´efficienza energetica! Un terzo esempio: Smart Cities. A Cannes Recentemente, ho visto solo alcuni esempi di come l´innovazione sta cambiando le nostre città. Abitazioni a basso consumo energetico. Riscaldamento e raffreddamento passivo. Reti urbane intelligenti che collegano la generazione di energia, le opzioni di trasporto, alloggi sociali e luoghi di lavoro efficienti sul piano energetico. Misurazione dell´energia intelligente e micro reti, che dà accesso a forme locali di energia - solare, geotermica o combinata di calore ed energia - e dare ai consumatori un reale controllo sul loro uso di energia. Zero emissioni dei trasporti, dai veicoli elettrici, celle a combustibile, o pedali della bicicletta. Questi cambiamenti sono fondamentali per i nostri obiettivi energetici 2030. Ma le città intelligenti non funzionano senza reti intelligenti. Ciò significa innovazione nella catena elettrica. Generatori di elettricità ei gestori dei sistemi di trasmissione sono un collegamento vitale tra le comunità locali e le forniture di energia o di stoccaggio a centinaia di chilometri di distanza. I gestori dei sistemi di distribuzione hanno una nuova importanza in un mercato low-carbon: Per bilanciare larga scala e micro-generazione. Per portare la tecnologia innovativa per singole famiglie e le imprese. In questo nuovo sistema, i consumatori possono, per una volta, essere re. I consumatori intelligenti, i consumatori integrati. Con il vantaggio di contatori intelligenti, che possono prendere il controllo del loro consumo energetico. Ottenere un prezzo migliore regolando il loro utilizzo. Evitare picchi di prezzo e di tagliare le loro bollette. Dunque, vediamo, i giocatori ed i servizi del mercato dovranno essere più innovative: Informazioni e specialisti della comunicazione, per fornire l´hardware per rendere le reti intelligenti di lavoro. Urbanisti creativi, di integrare i veicoli elettrici in una rete di trasporti moderna. Architetti e designer innovativi, di pensare ad alta efficienza energetica, emissioni zero e abitazioni attiva. Gli esperti di marketing, per cambiare il comportamento dei consumatori e gli investimenti. Politiche dell´Ue e piattaforme tecnologiche su Smart Grids e Smart Cities vanno esattamente in questa direzione. Le nostre piattaforme tecnologiche sono aperti ai membri al di fuori dell´Ue. Abbiamo anche fissato obiettivi ambiziosi per l´introduzione dei contatori intelligenti per i consumatori - 80% entro il 2020. Finanziamento svolge un ruolo fondamentale nel rendere questo accada. Le tasse sull´energia, i prezzi di Co2 e sussidi energetici devono essere trasparenti, flessibili e basate su fattori di mercato. Nessuno nega che il passaggio verso una maggiore elettricità e di energia elettrica più sostenibile, costa denaro nel breve-medio termine. La domanda è - come possiamo garantire che i costi di tasse e sussidi non sono troppo elevati e spingono verso l´alto i prezzi dell´energia? D´altra parte, come possiamo garantire che il costo delle emissioni di Co2 non è troppo bassa e non riusciamo a stimolare gli investimenti basse emissioni di carbonio? E ´un equilibrio delicato. Un modo è quello di adeguare i meccanismi fiscali e sovvenzioni. Questo sta accadendo con tagli a tasse verdi nei tagli ai sussidi del Regno Unito o Res in Spagna. Accogliamo con favore i tagli se riflettono riduzioni dei costi di generazione, ma dovremmo cercare di non danneggiare la fiducia degli investitori. In questo senso, è importante che la riforma dei regimi di sostegno sono effettuate secondo le linee guida della Commissione e che i soggetti interessati sono strettamente associate e ben informato. Propongo di fare regimi di sostegno delle Fer più mercato basato, mentre allo stesso tempo accelerare l´innovazione per portare più - e più competitiva - tecnologie online. Portare il costo dell´innovazione verso il basso è una sfida perenne. Anche con politiche forti, è improbabile che possa andare via. Ma la collaborazione europea è un aiuto preciso! Il piano Set ha contribuito a fare un uso migliore dei fondi che abbiamo. Orizzonte 2020 si muove in questa direzione in base alla tecnologia energetica e l´innovazione della comunicazione dell´anno scorso maggio. Per la prima volta, un programma di Rst dell´Ue copre l´intero processo di sviluppo, dalla ricerca al mercato finale. Stimiamo su larga scala, progetti di innovazione cross-settoriali possono portare alla riduzione dei costi di investimento per le diverse tecnologie di circa il 10-15% del totale degli investimenti. Ora la nostra sfida è quella di trovare e sfruttare le sinergie tra Orizzonte 2020 e altre fonti di finanziamento per l´energia: Connecting Europe Facility, per lo sviluppo della rete e l´integrazione delle fonti rinnovabili. Finanziamenti regionali per l´efficienza energetica e di altre misure "soft", come le reti di imprese e di formazione. O collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, programmi nazionali e iniziative regionali. Ancora una volta, abbiamo bisogno di mantenere sul retro della nostra mente: Non si tratta di favorire un settore, o un gruppo, rispetto ad un altro. Si tratta di ottenere tutti i settori insieme, tutte le parti interessate a cooperare. In modo che i fondi che abbiamo sono utilizzati con il maggiore impatto per l´Europa. Infine, dobbiamo ricordare: l´innovazione riguarda le persone. L´innovazione è un processo continuo tra ricerca, sviluppo, implementazione, pianificazione aziendale, team di vendita e l´utente ordinario. Dal laboratorio pavimento al piano di lavoro. Dal scienziato all´utente finale. Ma di per sé, un nuovo prodotto non cambia il panorama energetico. Carbon Capture and Storage è un esempio calzante. Abbiamo raggiunto la fase di dimostrazione, ma dove sono i progetti commerciali? Voglio dare il giusto risalto al concetto di "software". Misure più morbide, quali modelli di business che rendono il legame con i mercati, le imprese e l´acquirente finale e l´utente. Questo è un cambiamento molto interessante. Sviluppatori di tecnologia e politici, dovranno parlare con la gente attivi sul terreno - per esempio, società di servizi energetici, finanzieri, formatori, esperti di comunicazione e tutti i tipi di imprese. Questa idea è già stata sperimentata in Città e Comunità partenariato europeo per l´innovazione intelligente. Attraverso questo tipo di collaborazione che stiamo offrendo agli sviluppatori di tecnologia un mercato più ampio e più rapido accesso agli utenti. Questo è solo uno dei modi in cui la collaborazione europea porta i prodotti sul mercato più rapidamente: Colmare il divario tra il laboratorio e l´utente finale. Rendere la tecnologia nuova e sconosciuta più accessibile a tutti, e tutti i tipi di imprese. L´innovazione e un futuro a basso carbonio per l´Europa sono reciprocamente dipendenti. I nostri 2.030 proposte danno la stabilità politica necessaria per la ricerca e lo sviluppo di assumersi dei rischi. Al tempo stesso, l´innovazione e le imprese innovative consentiranno all´Ue di fornire i suoi obiettivi 2030. Permettetemi di chiudere con una citazione di un altro grande inventore, un questa volta europeo, Alexander Graham Bell: "Grandi scoperte e miglioramenti comportano invariabilmente la collaborazione di molte menti." Non dimentichiamo che, e quindi cerchiamo di lavorare insieme! Grazie per l´ascolto.” |
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SMANTELLAMENTO CENTRALE GARIGLIANO, RIUNITO IL TAVOLO DELLA TRASPARENZA. |
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Napoli, 24 marzo 2014 - "E´ stata una riunione proficua che è servita essenzialmente a fare il punto sulle attività di smantellamento e decontaminazione della centrale del Garigliano realizzate dall´Ispra ma anche a garantire risposte alle legittime richieste delle comunità locali che attraverso i sindaci, gli amministratori e le associazioni hanno bisogno di essere informate sulle attività in corso e su quelle programmate, avanzando suggerimenti e proposte che saranno tenute nella massima considerazione. Siamo convinti che solo un percorso partecipato e condiviso possa davvero fugare dubbi e contribuire ad integrare al meglio il lavoro dei soggetti istituzionalmente preposti alle attività di dismissione che vanno condotte garantendo la massima sicurezza per il territorio di riferimento e la salute dei cittadini.” Così l´assessore all’ Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano al termine del Tavolo della trasparenza sull´attività di smantellamento della centrale nucleare del Garigliano, riunitosi il 20 marzo sotto la sua presidenza. All´incontro erano presenti, fra gli altri, il responsabile del Servizio controllo attività nucleari dell´Ispra Lamberto Matteocci, il rappresentante del Ministero della Sanità Paolo Rossi, il rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico Marcello Saralli, il vescovo di Sessa Aurunca mons. Orazio Piazza, Il presidente della seconda commissione consiliare della Regione Campania Massimo Grimaldi, il capo di Gabinetto dell´assessorato all’Ambiente della Regione Lazio Luigi Ferdinando Nazzaro, il sindaco di Sessa Aurunca Luigi Tommasino, il sindaco di Cellole Aldo Izzo, il sindaco di Minturno Paolo Graziano, il sindaco di Castelforte Patrizia Gaetano e i rappresentanti dell´Asl di Caserta e delle associazioni ambientaliste locali. Il management di Sogin, la società pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, ha illustrato il programma di avanzamento delle attività nella centrale del Garigliano. Nel dicembre 2013, Sogin ha completato le attività di trasferimento dei rifiuti radioattivi all’interno del deposito temporaneo ‘ex-diesel’. Al suo interno sono stati trasferiti i rifiuti che erano stoccati nell’edificio turbina. Tale attività ha liberato aree dell’edificio turbina che saranno interessate dai prossimi lavori di decommissioning. Sogin ha terminato, inoltre, la costruzione del deposito temporaneo D1 per il quale è stata recentemente ottenuta, sempre da Ispra, la licenza d’esercizio. Queste due strutture, per lo stoccaggio in sicurezza soltanto dei rifiuti radioattivi già presenti nel sito, e per quelli che saranno prodotti dalle operazioni di smantellamento, saranno demolite al termine del trasferimento dei rifiuti al Deposito Nazionale. Sono iniziati i lavori per decontaminare e smantellare il camino dell’impianto e realizzare un nuovo camino, più piccolo, dimensionato per le sole, prossime attività di decommissioning della centrale. Le attività termineranno nel gennaio 2016. Sono terminati i lavori di ripristino del rivestimento protettivo esterno dell’edificio reattore e di risanamento delle facciate dell’edificio turbina. Nel dicembre 2012, Sogin ha emesso i bandi di gara per lo smantellamento dell’isola nucleare della centrale. In particolare, sono stati avviati gli iter di gara per la riattivazione dei sistemi ausiliari degli edifici turbina e reattore, necessari per le operazioni di smantellamento e decontaminazione dell’isola nucleare, e quello per lo smantellamento dei componenti dell’edificio turbina, che verrà adeguato a deposito temporaneo. Sono inoltre in corso i lavori di realizzazione del nuovo impianto elettrico, che termineranno nel maggio di quest’anno ed è stata assegnata la gara per la progettazione del sistema di trattamento degli effluenti liquidi radioattivi, denominato Radwaste. Lamberto Matteocci dell’Ispra ha illustrato gli aspetti principali delle attività di controllo sulle operazioni di disattivazione della centrale. Ha inoltre presentato i risultati dell’indagine condotta recentemente dall’Istituto in collaborazione con Arpa Campania e Arpa Lazio sulla radioattività ambientale nelle aree circostanti la centrale. In particolare, i controlli radiometrici su matrici ambientali e alimentari rappresentative sono stati effettuati al fine di ottenere ‘un punto zero’ di riferimento, rispetto alle future operazioni di disattivazione e di supportare le attività di vigilanza dell’Ispra sulle modalità di svolgimento della sorveglianza ambientale da parte della Sogin. I risultati dell’indagine, che saranno oggetto di uno specifico rapporto tecnico in corso di pubblicazione da parte dell’Ispra, non hanno evidenziato anomalie rispetto ai valori di riferimento regionali e nazionali del fondo ambientale. Infine, Paolo Rossi del Ministero della Salute ha preannunciato l’imminente conclusione dello studio dell’Istituto Superiore di Sanità sulle cause di mortalità nei comuni sedi di impianti nucleari nel periodo 1980 - 2008. I risultati preliminari di tale studio non evidenziano, in nessuno dei Comuni considerati, anomalie rispetto alle popolazioni regionali prese a riferimento. |
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BOSNIA, VERSO LA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO ENERGETICO |
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Sarajevo, 24 marzo 2014 - Il Governo federale della Bosnia-erzegovina ribadisce la volontà di liberalizzare il mercato locale dell´Energia. La riforma, secondo il ministro dell´Energia, delle Miniere e dell´Industria di Bosnia-erzegovina, Erdal Trhulj, è la più importante degli ultimi 50 anni; il ministro ha spiegato nei giorni scorsi che l´obbiettivo del Governo è eliminare le barriere all´entrata nel settore delle imprese private, sia nelle attività di produzione che di distribuzione. L´economia della Bosnia-erzegovina è ancora oggi caratterizzata dalla diffusa presenza di compagnie statali e, per quanto concerne il settore energetico, si è inizialmente proceduto a scorporare produzione e distribuzione, per poi aprirle progressivamente ai privati; nonostante l´intenzione di proseguire in modo più incisivo su questa strada, il ministro ha garantito che per il momento le principali società pubbliche non verranno privatizzate. Il piano di liberalizzazione sarà accompagnato da una serie di bandi per la realizzazione di cinque centrali idroelettriche. Il ministro ha inoltre sottolineato che la Bosnia farà riferimento in particolare all´esperienza turca e si è augurato che proprio le imprese turche del settore energetico possano impegnarsi in investimenti in Bosnia. |
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"PERUGIA GREEN DAYS", UMBRIA SI CONFERMA ALL´AVANGUARDIA PER "BUONE PRATICHE" ENERGIA PULITA E GREEN ECONOMY |
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Perugia, 24 marzo 2014 - La Regione Umbria ha dato il suo pieno sostegno per la realizzazione di "Perugia green days", che fa conoscere i risultati e le opportunità dell´utilizzo dell´energia pulita e della ‘green economy´, poiché la sensibilizzazione e la partecipazione dei cittadini è fondamentale. Iil 20 marzo la quinta edizione della manifestazione organizzata, con il contributo finanziario della Regione Umbria, dall´assessorato alle politiche energetiche ed ambientali del Comune di Perugia in collaborazione con l´associazione "Progettare il futuro"; in programma, questo pomeriggio alla Sala dei Notari, un convegno sulle "agroenergie per un´economia sostenibile". Con questo convegno che approfondisce i temi dell´uso del biogas agricolo, le opportunità e i benefici per la collettività, si apre un evento di carattere nazionale, rilevano dall´Assessorato regionale all´Ambiente, che, fino a domenica, informerà con visite a impianti, convegni, iniziative per le scuole, spazi espositivi e spettacoli in piazza, quanto si è riusciti a fare in Umbria per il risparmio energetico, lo sviluppo delle energie "pulite" e "intelligenti", l´innovazione del sistema produttivo nel rispetto della tutela ambientale e della qualità di vita dei cittadini. La manifestazione consentirà di verificare direttamente il livello che ha raggiunto l´Umbria investendo nel campo delle energie rinnovabili e della "economia verde", grazie al quale ha visto riconoscersi il titolo di seconda regione "green" d´Italia nella classifica di "Fondazione Impresa" stilata analizzando le "performance" nei principali settori interessati dalla "green economy": energia, imprese e prodotti, agricoltura, turismo, edilizia, mobilità e rifiuti. Per l´assessorato all´Ambiente, per continuare a procedere speditamente sulla strada dello sviluppo sostenibile, del miglioramento delle città e dell´ambiente dell´Umbria, è indispensabile il contributo dei cittadini, delle imprese, degli operatori del settore, che attraverso eventi come "Perugia green days" possono informarsi sugli obiettivi conseguiti, ma anche rendersi consapevoli della necessità di cambiare "passo" e partecipare attivamente alla sfida che la Regione si è posta, di un´Umbria che assicuri insieme lavoro, benessere, salvaguardia dell´ambiente e del territorio. |
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LUCCHINI, DUE OFFERTE INCOMPLETE PER LE ALTRE SI PASSA ALLA DUE DILIGENCE IL COMMISSARIO NARDI INFORMA DE VINCENTI SULLO STATO DELLA GARA |
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Roma, 21 marzo 2014- Il Vice Ministro Claudio De Vincenti ha ricevuto oggi presso il Ministero dello Sviluppo Economico il Commissario Straordinario della Lucchini Spa Piero Nardi, il quale gli ha riferito lo stato di avanzamento della procedura a evidenza pubblica per la vendita dei rami d’azienda di Piombino e Lecco della Lucchini in amministrazione straordinaria. Il Vice Ministro ha preso atto che solo due delle offerte non vincolanti non sono complete nella documentazione secondo quanto previsto dal Disciplinare di Gara e che per le altre è stata avviata la fase di due diligence. |
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UNIONCAMERE: NEL 2013 QUASI 500MILA IMPRESE STRANIERE |
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Roma, 24 marzo 2014 - E’ passato prima di tutto per Napoli, Roma, Monza e Milano il “treno” ultraveloce dell’impresa straniera in Italia. Nel 2013, infatti, sono queste le province che registrano i tassi di crescita più consistenti di un esercito che sfiora ormai le 500mila unità, pari all’8,20% del totale delle imprese registrate nel nostro Paese. Un esercito quasi invincibile, visto che le 497.080 imprese, di cui 384.318 guidate da cittadini stranieri extra Ue, si sono espanse a un ritmo di gran lunga superiore a quello del totale delle imprese (+4,88% nel 2013 a fronte del +0,21% del totale), e, aumentando di 23.285 unità, hanno consentito di mantenere in campo positivo il bilancio anagrafico di tutto il sistema imprenditoriale italiano (cresciuto, nello stesso periodo, di sole 12.681 posizioni). Questi i dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese guidate da stranieri risultante dal Registro delle imprese delle Camere di commercio italiane, diffusi oggi da Unioncamere. “Siamo in presenza di una completa affermazione all’interno della nostra società del fenomeno ‘stranieri’, che può contare sia sulle tante imprese guidate da immigrati, sia su un vasto bacino della forza lavoro impiegata all’interno del nostro sistema produttivo, a tutto vantaggio anche dell’integrazione sociale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Una forza occupazionale complessiva che fornisce un apporto determinante alla produzione economica del nostro Paese, come emerge dalle stime di Unioncamere sul valore aggiunto derivante dall’attività degli occupati stranieri, che, nel 2011, ha raggiunto una incidenza del 12,8%, pari a 178,5 miliardi di euro in termini nominali. Un contributo che occorre ulteriormente valorizzare anche facendo emergere quelle “sacche di illegalità” che rischiano di mettere in ombra i tanti stranieri che onestamente e con passione concorrono allo sviluppo del Sistema Italia. Per questo – aggiunge Dardanello- all’Audizione presso il Comitato Parlamentare Schengen abbiamo proposto da un lato di incrementare le attività di vigilanza sul mercato e sanzionatorie che svolgono gli enti camerali per scoraggiare la clandestinità che alimenta il mercato della contraffazione, mettendo a disposizione delle Camere di commercio e degli organi accertatori una parte dei proventi derivanti dall’attività sanzionatoria. Dall’altro lato, - conclude il presidente- abbiamo esposto la necessità di avere accesso alle altre banche dati delle Pubbliche amministrazioni per incrociare nel tempo le informazioni con quelle contenute nel Registro delle imprese ed operare così una più netta demarcazione tra imprese “vere”, che effettivamente operano legalmente sul mercato, e quelle “irregolari” che di fatto fanno capo a un soggetto “vuoto”. |
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LOMBARDIA. MARONI: PAGATI DEBITI P.A. ALLE IMPRESE,TOLTI TICKET |
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Cernobbio/co, 24 marzo2014 - "Tante cose di quelle annunciate sono state fatte. Pagare i debiti dei Comuni nei confronti delle imprese, ad esempio, noi l´abbiamo fatto. Abbiamo varato una misura, ´Credito in cassa´, che paga i debiti che i Comuni hanno nei confronti delle imprese. La Regione ci ha messo 22 milioni, perché le banche si fidano della Regione e hanno messo il resto: 1 miliardo di euro, senza burocrazia, pro soluto. Basta che il segretario mette il timbrino sulla fattura e le banche pagano". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento al Forum di Confcommercio, a Cernobbio (Como). Fatti Concreti, A Partire Dalla Sanità - "I costi standard sono già stati approvati in sanità, non è una cosa da fare. Il bilancio della Regione per tre quarti è destinato alla sanità. Nel mese di novembre sono stati approvati finalmente i costi standard. A me interessano le cose concrete. Con questa prima attuazione per gli ultimi due mesi del 2013 la Regione Lombardia ha preso, grazie alla sua virtuosità, 75 milioni di euro in più, che ho usato per abbassare i ticket alle persone anziane". |
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MILANO - CRESCONO LE IMPRESE GRAZIE AGLI STRANIERI |
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Milano, 24 marzo 2014 - Imprese in dieci anni: crescono (+5% a Milano, +4% in Lombardia) grazie alle imprese straniere raddoppiate. Ma rallentano le iscrizioni (erano 69mila in Lombardia nel 2004, con un picco di 72mila nel 2007, sono 60mila nel 2014). Crescono le donne (+18mila imprese in Lombardia), giovani meno attratti dalle imprese di una volta. Così è cambiata l’economia milanese e lombarda secondo i dati del servizio studi dellaCamera di Commercio di Milano. 10 anni di Youimpresa. Una fotografia scattata per i primi dieci anni di Youimpresa, la Webtv della Camera di Commercio di Milano, che dà voce alle imprese su www.Youimpresa.it, che possono caricare i propri video. Le rubriche: Camera News, Monitor , Mi metto in proprio, Video Tutorial, Proprietà intellettuale, 5 domande a, Mediazione e arbitrato. Chi invia un video entro il 14 aprile a redazione@youimpresa.It può partecipare alla quinta edizione del Premio Youimpresa che verrà assegnato alla Scala il 15 giugno in occasione del premio Milano Produttiva. Imprese totali. Sono 28 mila in più le imprese in Lombardia tra il 2004 e il 2013 passando da quasi 786 mila a 814 mila imprese. In particolare le imprese milanesi crescono da oltre 272mila imprese a quasi 286mila. Con queste 13 mila imprese in più Milano cresce del 4,7%. Settori. Servizi, commercio e industria i settori trainanti, per un’economia che diventa sempre più terziaria. Tra il 2004 ed il 2013, a Milano industria e commercio subiscono un leggero calo (rispettivamente –0,8% e –1,6%), come nella media lombarda (intorno a –2%). In crescita in Lombardia il settore dei servizi di oltre il 20% e a Milano +17%. Imprese femminili. In Lombardia, le imprese guidate da donne sono 172 mila nel 2013, 18mila in più rispetto a dieci anni fa. Imprese straniere. Gli imprenditori stranieri, con 28 mila imprese, quasi raddoppiano la loro presenza nell’area milanese: da una parte le attività legate ai servizi che rappresentano la metà delle imprese straniere del settore in Lombardia; dall’altra, commercio ma anche industria, con particolare rilievo per le imprese edili. Oggi a Milano un’impresa su dieci è straniera. Una tendenza regionale che in dieci anni vede le imprese straniere passare da quasi 35mila imprese a oltre 68mila imprese. Imprese giovanili. Giovani imprenditori, in Lombardia in calo del 24% circa: si passa da quasi 37mila imprese giovanili nel 2004 a quasi 28mila imprese nel 2013. Milano nel periodo tra il 2004 e il 2013 vede una riduzione di circa 1.000 imprese. Sul territorio milanese resta comunque una maggiore attrazione di imprese giovanili rispetto al resto della regione: si passa dal 27% al 29% sul totale lombardo. Youimpresa, la Webtv di Camera di Commercio di Milano, ora su Youtube, compie dieci anni. Nata nel 2004 come Impresalive, è ora realizzata in collaborazione con Digicamere e diventa sempre più community delle imprese per le imprese. Un serbatoio di informazioni in evoluzione: 350 video girati dalla Camera di commercio su eventi, iniziative, bandi, procedure amministrative. E poi ci sono le protagoniste: le imprese, che possono caricare i propri video, vederli online, commentarli e confrontarsi. Entrare è semplice: basta un click e si può caricare il proprio video. E i migliori vengono ogni anno premiati alla Scala in concomitanza con la manifestazione “Premio Milano Produttiva”. Le sezioni del canale: Camera News su convegni, eventi e iniziative; Monitor sui servizi della Camera di Commercio di Milano, Mi metto in proprio, una guida per gli aspiranti imprenditori, Video Tutorial di aiuto per le pratiche amministrative; Proprietà intellettuale, per tutelare i propri ritrovati con i brevetti; 5 domande a dove i personaggi del mondo economico rispondono alle domande degli imprenditori sui principali temi di attualità; Mediazione e arbitrato, metodi alternativi di risoluzione delle controversie. Indirizzo: http://www.Youtube.com/user/cameracommerciomi. Le aziende milanesi che inviano un video entro il 14 aprile a redazione@youimpresa.It possono partecipare alla quinta edizione del Premio Youimpresa che verrà assegnato alla Scala il 15 giugno. Possono concorrere anche imprese con una sede diversa in Italia o all’estero, a condizione che abbiano partecipato come espositori a una manifestazione a Fiera Milano. |
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RIPARTE TRENO IDEE A CACCIA DI START UP L´INIZIATIVA DELLA FIRA E´ IN PROGRAMMA IL 6 APRILE |
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Pescara, 24 marzo 2014 - "Il treno delle idee", iniziativa targata Fira (Finanziaria Regionale Abruzzese), in collaborazione con la Regione Abruzzo e Ferrovia Adriatico-sangritana, per la disseminazione sul territorio del bando Startup Starthope e la ricerca di nuove idee da trasformare in imprese, è stata presentata, il 20 marzo, a Pescara, in Regione, dal vice presidente ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, e dal presidente della Fira, Rocco Micucci. Si tratta di un laboratorio mobile che sarà in viaggio per 480 chilometri, il prossimo 6 aprile, lungo la tratta ferroviaria Pescara-roma. Una giornata di circa dodici ore alla ricerca di idee nuove su cui investire. A bordo del treno ci saranno ospiti d´eccezione, investitori ed esperti dell´ecosistema startup, con i quali sarà possibile fare networking, confrontarsi e avere suggerimenti per ampliare la propria prospettiva di business. "Il fondo collegato al bando Start Hope-start Up - ha spiegato Castiglione - intende favorire la rivisitazione della geografia industriale della nostra regione, su cui da tempo stiamo puntando come Giunta regionale. L´obiettivo - ha continuato - è quello di stimolare, in questo particolare momento di congiuntura economica negativa, il meglio delle idee imprenditoriali innovative. D´altronde, la base principale per crescere - ha ribadito l´assessore - è la competitività e quest´ultima si esalta solo attraverso la valorizazione dell´economia della conoscenza. Del resto, - ha concluso - a testimoniarlo sono soprattutto la nostra scelta strategica di far crescere ulteriormente i poli di innocazione e le reti di impresa e l´inserimento nel Dus, il documento unico strategico, di linee di finanziamento rilevanti per imprese in forma associata su ricerca, servizi e innovazione". Saranno solo cento i posti disponibili sul treno delle idee: è possibile prenotare ed acquistare il biglietto (al costo di 20 euro) sul sito www.Starthope.it e sul lòink http://fira.E-ticketing.it |
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FIRENZE – CRISI ECONOMICA SCONFITTA DA TRE IMPRESE SU QUATTRO |
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Firenze, 24 marzo 2014 - Le nuove imprese sono più forti della crisi. Lo rivela uno studio di Unioncamere Toscana, secondo il quale il 75% delle società nate in Italia nel 2010, in piena crisi economica, dopo tre anni è in piena attività; un risultato analogo a quello verificatosi nell’immediato periodo pre-crisi: segno evidente che la capacità di adattamento della nostra imprenditoria ha superato ogni spirale recessiva. Nel 2010, uno degli anni orribili della crisi, sono nate circa 410mila imprese in Italia: di queste ne sono rimaste in vita 307mila. In pratica, 3 imprese su 4 sono riuscite a sopravvivere nonostante le difficoltà dello scenario macro-economico. Nel Lazio e nelle regioni del Sud (a eccezione di Abruzzo e Puglia) le imprese sono mediamente più longeve, con l’80% che raggiunge il traguardo dei tre anni. In fondo alla classifica Piemonte, Toscana e Liguria, dove poco più del 70% delle imprese nate nel 2010 è ancora in vita (in Toscana, 21mila attive su 30mila imprese nate nel 2010). Guardando le aziende nate in Italia nel 2005, quando la crisi non era neanche prevista, la percentuale di società attive nel 2008 – tre anni dopo lo start-up – era praticamente la stessa, il 75%. Va tuttavia registrato che, fra i due diversi periodi presi in esame, si è ridotto di oltre 10mila unità (-2,5%) il numero di imprese costituite: la selezione all’ingresso ha consentito di evitare un più elevato livello di “fallimenti”. Per le imprese in Lombardia, Emilia Romagna e Campania, la capacità di sopravvivenza nel periodo pre-crisi era addirittura più bassa rispetto a quella di oggi. Il numero di imprese attive dopo un triennio è cresciuto di ben 7 punti percentuali in Lombardia (dal 69% nel 2008 al 76% nel 2013), 2 punti in Emilia Romagna (dal 73% al 75%) e mezzo punto in Campania. Per Lombardia, Emilia Romagna e Campania si registra parallelamente una più elevata riduzione del numero di nuove imprese (-7,3% per l’Emilia Romagna, -5,4% per la Lombardia, -3,7% per la Campania). In altre regioni, invece, la sopravvivenza a tre anni nel periodo pre-crisi era più alta di oggi: 6 punti percentuali in Abruzzo e 4 punti in Puglia, Umbria, Toscana e Liguria. Per l’artigianato la battaglia per la sopravvivenza risulta tuttavia più dura. Nel 2010 sono nate in Italia circa 110mila aziende artigiane, a tre anni di distanza 73mila sono ancora attive (il 67%). Fra le regioni a maggior vocazione artigiana, la quota di imprese sopravvissute al difficile ultimo triennio è più bassa in Umbria (58%), Toscana (61%), Piemonte (63%) e Veneto (64%), sale invece al 70% in Lombardia e al 71% nelle Marche. Contrariamente al dato generale, prima della crisi finanziaria la capacità di sopravvivenza delle imprese artigiane era più elevata (71% la media italiana per le imprese nate nel 2005 e ancora attive nel 2008), soprattutto in Umbria (dal 72% al 58%), Valle d’Aosta (dal 71% al 60%), Puglia (dal 79% al 68%) e Sardegna (dal 74% al 64%). |
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FERRARA - DALLA CDC, L´EXPORT MANAGER IN AFFITTO |
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Ferrara, 24 marzo 2014 - Ricerca di clienti e creazione di reti commerciali all´estero: questo l´obiettivo del progetto “Temporary Export Manager”, promosso dalla Camera di Commercio di Ferrara in collaborazione con Unioncamere Emilia-romagna. E si perchè – lo sa bene l´Ente di Largo Castello - per molte piccole aziende ferraresi il percorso appare irto di difficoltà e insidie. Così, non raramente capita che l´imprenditore – pur avendo un prodotto di qualità che potrebbe interessare i mercati esteri – decida di rinunciare al proprio progetto di internazionalizzazione. Per metterlo in pratica, infatti, occorrerebbe avere in azienda un manager esperto in mercati esteri, ma ovviamente la piccola impresa, il più delle volte, non può permettersi di affrontare un investimento simile. Per sei mesi, un esperto in mercati internazionali, insieme a un tirocinante ben addestrato, si metterà al lavoro nelle imprese selezionate per cercare il mercato estero ideale per quel tipo di azienda, individuerà i canali di distribuzione più indicati, gestirà la trattativa con i potenziali clienti stranieri fino alla conclusione della trattativa. “In un momento così difficile – sottolinea Carlo Alberto Roncarati, presidente della Camera di Commercio di Ferrara - l’esigenza di guardare all’estero per vendere i propri prodotti è sempre più sentita, soprattutto dalle piccole e medie imprese. Ma le ridotte dimensioni aziendali sono spesso un ostacolo per lo sviluppo e la gestione del business sui mercati internazionali. Il “Temporary Export Manager” - conclude Roncarati -rappresenta quindi una buona soluzione per una piccola impresa che voglia provare ad affrontare nuovi mercati, senza gravare sulle limitate risorse interne”. Tornando al progetto, le imprese interessate alla selezione dovranno inviare, entro il 2 aprile prossimo, l´apposita scheda di adesione - scaricabile dal sito internet www.Fe.camcom.it - all´ufficio marketing internazionale della Camera di Commercio (tel. 0532-783.812/806/817, fax 0532783855, e-mail estero@fe.Camcom.it). Gli aspiranti tirocinanti, invece, dovranno trasmettere il proprio curriculum vitae entro venerdì 11 aprile. La quota di partecipazione, grazie al contributo della Camera di Commercio, ammonta a 1.000 euro più Iva. |
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MONZA E BRIANZA - IN BRIANZA SI INVENTA DI PIÙ |
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Monza, 24 marzo 2014 - C’è il tutore post operatorio per gli animali, la mozzarella bidimensionale a disco, il guanto-cellullare, sono alcune delle “invenzioni” registrate nel 2013 come brevetto europeo. Complessivamente, con quasi 3mila brevetti europei depositati tra il 1999 e 2012, la Brianza si colloca al primo posto in Italia con 42,98 domande depositate ogni mille imprese, seconda per numero di brevetti ogni mille abitanti (3,25), preceduta a breve distanza da Bologna (3,37) e al 4° posto per numero di depositi in termini di valori assoluti (2.765 domande), con Milano in testa alla classifica nazionale (9.392). In Italia sono complessivamente 52.177 i brevetti europei depositati tra il 1999 e 2012, con un’incidenza di 0,87 brevetti ogni mille abitanti e 9,96 domande per mille imprese. La Lombardia è la prima regione a livello nazionale per numero di brevetti depositati (18.352 domande), ma anche per incidenza sulla popolazione (1,87 domande ogni mille abitanti) e sul numero di imprese (22,33 depositi ogni mille imprese). Emerge da una elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Osservatorio brevetti, marchi e design di Unioncamere –Dintec. E intanto in vista dell’Esposizione Universale che si terrà a Milano nel 2015, sono 265 le domande di deposito di marchi all’Ufficio italiano Marchi e Brevetti che hanno nella denominazione della domanda la parola Expo. Dal suo insediamento, la Camera di commercio di Monza e Brianza ha stanziato circa 5 milioni di Euro a sostegno dei processi di innovazione tecnologica, organizzativa e ambientale e per l’adozione di strumenti di tutela della proprietà intellettuale di marchi e brevetti. Inoltre sono stati assistiti oltre 2000 utenti per il deposito di marchi e brevetti. |
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LOMBARDIA:FONDO DESIGN PER EXPO 2015 REGIONE STANZIA 660.000 EURO PER GIOVANI CREATIVI |
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Milano, 24 marzo 2014 - "Il design è un punto di forza del nostro territorio che Regione Lombardia vuole valorizzare sempre di più". Così l´assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia Alberto Cavalli dopo l´approvazione da parte della Giunta della delibera che prevede lo stanziamento di 660.000 euro a favore dell´iniziativa ´Design Competition, per i giovani creativi lombardi e l´inserimento del premio ´Compasso d´oro´ all´interno del Protocollo siglato con il Comune di Milano con lo scopo di aumentare l´attrattività della città in vista di Expo. Design Competition - "Con i 660 mila euro del fondo design e l´iniziativa ´Design Competition´, in collaborazione con Adi (Associazione disegno industriale) e Federlegnoarredo – ha spiegato l´assessore Cavalli - i progettisti e le imprese del settore, punto di forza nel sistema economico lombardo e italiano, potranno aiutare i giovani, sotto i 35 anni verso un percorso lavorativo di successo e, allo stesso tempo, attingere dalla loro freschezza per continuare a vincere la sfida della competizione globale". Compasso D´oro - " Il ´Compasso d´oro´- ha sottolineato l´assessore Cavalli - è il più importante riconoscimento mondiale che appartiene al nostro capoluogo, capitale incontestata del design". "Un premio - ha aggiunto – indice della Lombardia che crea, che produce, che vende e alla quale tutto il mondo guarda con ammirazione. Una manifestazione che non dovrà mai più abbandonare Milano". La mostra, una grande esposizione di oltre 400 prodotti, sarà aperta al pubblico e ospitata a partire dal 2 aprile negli spazi delle ex Officine Ansaldo, a Milano, durante il Salone del Mobile |
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LODI - PARTE IL BANDO PER INTERNAZIONALIZZARE PER 100 AZIENDE LOMBARDE |
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Lodi, 24 marzo 2014 - Dal 25 marzo al 9 maggio, per 100 aziende lombarde sarà possibile aderire al bando promosso da Camera di Commercio di Lodi, in collaborazione con Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, per aderire gratuitamente a un percorso di internazionalizzazione che comprende la partecipazione alla prossima edizione di Homi, il Nuovo Grande Macef, il salone degli stili di vita organizzato da Fiera Milano in programma dal 13 al 16 settembre prossimi. L’iniziativa è diretta alle micro, piccole e medie imprese manifatturiere, industriali o artigiane con sede legale o operativa attiva in Lombardia; in particolare, dovranno avere tra i 4 e i 249 dipendenti e un fatturato tra i 500 mila e 20 milioni di euro. In totale, Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, insieme a Fiera Milano, stanzieranno 550.000 Euro, che verranno messi a disposizione delle 100 aziende ammesse che potranno beneficiare, oltre che dello spazio preallestito di 12 metri quadrati all’interno dell’area espositiva, anche della formazione specialistica sul tema dell’internazionalizzazione, dell’assistenza di esperti in internazionalizzazione e della possibilità di essere incluse in Emp, il sistema di matching di Fiera Milano che consentirà loro di incontrare buyer internazionali altamente qualificati direttamente presso il loro stand durante la manifestazione. Per poter partecipare al bando, le aziende devono operare nei settori compresi nell’offerta merceologica di Homi: living, tavola, profumazioni, outdoor, tessile per la casa, accessori moda, bijoux e gioielleria. Saranno ammesse le aziende che non abbiano partecipato alle ultime due edizioni dell’evento Homi (gennaio 2014) e Macef (settembre 2013). La domanda di ammissione si può presentare dalle ore 12.00 del 25 marzo alle ore 12.00 del 9 maggio 2014. Homi rappresenta un’importante opportunità di internazionalizzazione: dopo l’esordio positivo di gennaio con 1.500 aziende espositrici su circa 80.000 metri quadri e la presenza di 94.000 visitatori, Homi è stato presentato anche a Parigi e Francoforte e sbarcherà a ottobre a Mosca, con la sua prima edizione fuori dai confini nazionali. Forte di questa spiccata vocazione internazionale, Homi si prepara a offrire a 100 aziende lombarde l’occasione di fare parte di un format innovativo, che consentirà alle realtà più rappresentative del territorio e attente all’evoluzione degli stili di vita, di proporsi a operatori interessati a proposte originali, trovando così grandi opportunità sul mercato nazionale ed estero. Per tutte le informazioni su come partecipare al progetto “Incoming di Buyer esteri a Homi – il Nuovo Grande Macef, 13-16 settembre 2014” è possibile consultare il sito: www.Bandimpreselombarde.it |
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SALONE DEL RESTAURO 2014 DI FERRARA: LA REGIONE EMILIA ROMAGNA PARTECIPA CON I PROGETTI DEDICATI ALLA RICOSTRUZIONE. AL CENTRO RE-BUILDING, CHE PREVEDE INIZIATIVE INTEGRATE A SUPPORTO DEI COMUNI COLPITI. |
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Bolognam 24 marzo 2014 – La Regione Emilia-romagna al Salone del Restauro edizione 2014 con la ricostruzione post sisma. All’appuntamento – a Ferrara Fiere, dal 26 al 29 marzo – ci sarà uno spazio-evento dedicato e un convegno in cui verrà illustrato il progetto Re-building, che prevede iniziative integrate a supporto dei Comuni colpiti dal sisma. Diciannove Comuni del cratere saranno ospitati in fiera dalla Regione, che darà voce alle problematiche, esperienze ed esigenze delle comunità. “Il Salone sarà un’occasione importante per presentare il dettaglio degli interventi già fatti, dei progetti, delle risorse – ha commentato Alfredo Peri, assessore regionale alla Programmazione territoriale e urbanistica durante la conferenza stampa – . Una quota di lavoro è alle nostre spalle. Rimangono problemi rilevanti, ne siamo pienamente consapevoli. Come sappiamo altrettanto bene che i tempi per la ricostruzione purtroppo non saranno brevi. Voglio però ricordare che il Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali, per un importo di 1,3 miliardi di euro, trova già avvio per i primi interventi effettivi nell’annualità in corso. Per il 2014, parliamo di un Piano annuale di investimento di 530 milioni di euro”. Peri ha sottolineato inoltre il lavoro straordinario “fatto dal commissario, da tutta la struttura, e dai Comuni, che ci ha consentito di portare a casa risultati molto significativi”, e “l’impianto della cooperazione con gli altri livelli istituzionali e tecnici, a partire dal Ministero, la Soprintendenza, e così via: ci ha permesso di costruire una modalità di lavoro efficace”. Alla conferenza stampa di presentazione del Salone erano presenti Carla Di Francesco, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-romagna, Riccardo Dalla Negra, ordinario di Restauro architettonico e direttore del Labo.r.a (Laboratorio di restauro architettonico dell’Università di Ferrara), Marcello Balzani,responsabile scientifico di Teknehub (Tecnopolo Università di Ferrara, Piattaforma costruzioni rete alta tecnologia Emilia-romagna) e Carlo Amadori, capo Progetto restauro Acropoli. Il progetto Re-building Re-building è un progetto finalizzato ad ampliare le conoscenze tecniche e culturali di tutti coloro che sono coinvolti nel processo della ricostruzione a livello professionale: amministratori locali, dirigenti e funzionari dei Comuni e delle Province colpite, liberi professionisti che operano nei territori del cratere, ma anche gli ordini professionali e le rappresentanze delle categorie produttive (Confindustria, Cna e Lega delle Cooperative). Il progetto, su mandato della Regione, è coordinato dal Centro Ricerche Urbane, Territoriali e Ambientali (Cruta) dell’Università di Ferrara. In occasione del Salone la Federazione Ordini Architetti dell’Emilia-romagna lancia una prima edizione di “Ricostruire l’identità: i progetti degli architetti”, rassegna di progetti realizzati o da realizzare nell’area del cratere per il ripristino e la ricostruzione degli edifici e dei contesti danneggiati dal sisma. Per quanto riguarda la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-romagna del Mibact,attraverso l’Unità di crisi regionale in cui confluiscono tutti gli istituti periferici coinvolti, è impegnata nel passaggio tra una prima fase preliminare di attività conoscitive sul territorio (finalizzate al rilievo, alla quantificazione dei danni e alle operazioni di messa in sicurezza), e una seconda fase di riflessione sui futuri interventi di restauro del patrimonio danneggiato. In questa prospettiva, il Salone del Restauro di Ferrara vuole essere un’opportunità di condivisione sulle attività svolte finora, di confronto sui temi affrontati e di scambio di esperienze. Al Salone due convegni affronteranno il tema delle chiese coinvolte nel sisma: sono 555, che hanno subito danni e attendono lo sviluppo dei progetti di restauro e riqualificazione. Il programma è disponibile all’indirizzo www.Salonedelrestauro.com La ricostruzione in Emilia-romagna: i numeri A seguito del sisma del maggio 2012, nei comuni di quello che si definisce il “cratere sismico emiliano” sono stati controllati 39.000 edifici. Di questi, oltre 25.000 sono a uso abitativo. Sul totale degli edifici controllati circa 14.000 sono risultati inagibili: 1.338 in classe C (parzialmente inagibili), 4.714 in classe B (temporaneamente inagibili), 7.930 in classe E (totalmente inagibili). Numeri che intrinsecamente portano in evidenza come anche il mondo della cultura e il patrimonio artistico e monumentale dei comuni del cratere emiliano siano stati gravemente feriti dal sisma. Il Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Emilia-romagna, Vasco Errani, ha avviato subito dopo il sisma, in stretta collaborazione con la Direzione regionale del Mibact, i Comuni e le Diocesi interessate, la rilevazione delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati al fine di poterne programmare la riparazione, il ripristino e nei casi estremi la demolizione e ricostruzione. Com’è stato chiaro fin dal primo momento il recupero e il restauro delle strutture originarie sarebbe stato lungo e complesso, richiedendo previamente un paziente lavoro di recupero e catalogazione dei materiali e degli elementi crollati, accompagnato da studi e ricerche di archivio per documentare al meglio lo stato delle opere prima del loro danneggiamento. Malgrado le evidenti difficoltà e l’estrema diffusione su un ampio territorio dei beni culturali danneggiati molti interventi sono tuttavia già iniziati, mentre le opere d’arte sono state messe in sicurezza a pochi giorni dal sisma. I 563 milioni di euro del Fondo di Solidarietà dell’Unione europea destinati all’Emilia-romagna per fronteggiare la crisi post terremoto hanno consentito di realizzare, attraverso diversi soggetti attuatori, oltre 3.500 interventi d’emergenza: 1.950 opere provvisionali, 350 interventi in edifici scolastici con 270 scuole riparate e sismicamente migliorate e 65 scuole completamente nuove, 25 palestre, 40 municipi, circa 60 chiese per garantire la continuità del culto. Il 2% delle risorse europee è stato impegnato per realizzare misure di protezione immediata dei beni culturali. A settembre 2013 la Giunta regionale ha varato il Programma per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati esteso a chiese, teatri, edifici sanitari, grazie alle indicazioni ricevute dagli enti e dai soggetti interessati. Con questo strumento sono stati programmati 1.502 interventi, per un importo di 1 miliardo e 337 milioni di euro. Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale, è stato predisposto dalla Struttura tecnica del Commissario delegato alla ricostruzione in seguito a un lavoro di rilevamento preliminare effettuato con la fondamentale collaborazione dei Comuni colpiti dal sisma, della Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Conferenza episcopale dell’Emilia-romagna. Il Programma prevede interventi di riparazione, di ripristino con miglioramento sismico e di ricostruzione degli edifici pubblici, che comprendono anche edifici di proprietà del demanio, edifici di proprietà della Regione, degli enti locali, di altri enti derivati o partecipati da enti pubblici non economici e destinati a pubblici servizi, infrastrutture pubbliche, dotazioni territoriali e attrezzature pubbliche, immobili di proprietà degli enti religiosi civilmente riconosciuti e destinati a chiese ed opere parrocchiali, tutti gli edifici sottoposti alla tutela, sia quelli espressamente dichiarati di interesse storico–culturale, sia quelli che sono stati costruiti da oltre settanta anni, come definito dalla Direzione regionale del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Gli interventi sono stati scelti applicando criteri di priorità quali a esempio la necessità di fornire servizi alle persone e alle imprese, il valore artistico e culturale degli edifici, la agibilità del bene al momento del sisma. Le priorità sono state individuate dagli Enti attuatori che hanno fornito l’elenco degli edifici da inserire nei Piani. Il Programma è quindi attuato attraverso Piani operativi annuali predisposti dalla Giunta regionale nei limiti delle risorse disponibili, osservando criteri generali di priorità (stabiliti dalla Legge regionale 16/2012) e secondo indicazioni stabilite dal Programma stesso. Già a ottobre 2013 è stato varato il Piano annuale 2013-2014 per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche, dei beni culturali e dell’edilizia scolastica e universitaria danneggiati dal sisma: gli interventi sono stati finanziati con 530 milioni di euro. Il Piano annuale 2013-2014 riguarda le opere pubbliche, per un importo complessivo di circa 134 milioni di euro (180 interventi sui quali è stato impegnato circa il 25% del finanziamento totale), e i beni culturali soggetti a tutela per un importo di circa 282 milioni di euro (357 interventi sui quali è stato impegnato circa il 53% del finanziamento totale). In base ad una fonte distinta di finanziamento è stato predisposto separatamente anche il Piano per l’edilizia scolastica e l’università, che ammonta a 105 milioni di euro impegnati su 119 interventi (circa il 20% del totale). Sono stati, inoltre, accantonati circa 9 milioni per interventi in cui siano presenti proprietà miste pubbliche/private ricomprese in Unità minime di intervento (Umi) che incidono sulla somma totale di 530 milioni per circa il 2%. La parte predominante dei Piani è rappresentata dagli edifici che sono soggetti a tutela: su 656 interventi complessivi questi sono 411 (per 343,5 milioni di euro), pari a circa il 65% del totale. Infine, l’ordinanza commissariale 121 dell’11 ottobre 2013 ha stanziato 7,7 milioni di euro per l’attuazione di 291 interventi minori, con importi variabili tra i 5 e i 50mila euro. Alla data di febbraio 2014 sono 17 i Comuni che hanno provveduto alla perimetrazione delle Umi, sulle quali nel prossimo futuro si potrà avviare la programmazione e l’attuazione degli interventi. I Piani della ricostruzione già adottati o in fase di adozione sono invece 22. |
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L´EXPORT TOSCANO CHIUDE IL 2013 CON +4,7% |
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Firenze, 24 marzo 2014 - Il 2013 si chiude con il segno più per l’export toscano, +3,7% tra ottobre e dicembre, grazie a primi segnali di diffusa ripresa del mercato interno all’Ue28, anche se in fase di rallentamento rispetto alla chiusura dello scorso anno (+9,0% nel Iv trimestre 2012). A trainare la crescita dell’export sono i beni di consumo, mentre rimangono in terreno negativo le vendite di beni strumentali e prodotti intermedi. Il rapporto sul commercio estero della Toscana (Iv trimestre e anno 2013), elaborato dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, fotografa una regione le cui produzioni tipiche trovano una elevata collocazione in una domanda internazionale in crescita, ma ancora fortemente mutevole. In media d’anno la Toscana conferma ancora il primato di crescita fra le regioni esportatrici italiane (+4,7%, seconda solo a Piemonte, +4,9%), mentre dal lato delle importazioni registra un calo (-2,3%) che conferma il persistere di difficoltà nella ripartenza dell’attività produttiva e nella tenuta dei consumi interni. “L’ultimo report elaborato dal nostro Ufficio studi sul commercio estero – sottolinea Vasco Galgani, presidente di Unioncamere Toscana – evidenzia un segnale importante, rappresentato dalla ripresa sostenuta delle esportazioni toscane verso i paesi dell’Area Euro in corrispondenza dei primi segnali di uscita dalla recessione del mercato interno europeo. La crescita in valore degli scambi assume rilievo per più fattori: sia perché tali flussi sono il sintomo di una ripresa dell’attività produttiva che potrebbe trasmettersi all’intero sistema economico, sia perché si tratta di mercati più facilmente raggiungibili per il nostro tessuto di piccole e micro imprese, sia infine perché verrebbe confermata, a livello europeo, l’importanza di perseguire politiche espansive e orientate alla crescita della domanda interna”. Mercati e aree di sbocco - Nel Iv trimestre del 2013 si colgono i primi segnali di ripresa sul mercato europeo, grazie al netto miglioramento delle esportazioni regionali verso l’area Ue28 (+7,4% contribuendo per oltre l’80% alla crescita complessiva) e, in particolare, verso i paesi dell’Eurozona (+7%). Tornano infatti in terreno positivo le esportazioni in Francia (+3,6% grazie a sistema moda, prodotti in metallo, agroalimentare, prodotti chimici per l’agricoltura) e prosegue la crescita delle vendite in Germania (+5,6%), grazie a meccanica (macchine di impiego generale e meccanica strumentale), farmaceutica, agroalimentare. Il ritmo di crescita delle esportazioni verso la Spagna (+8,9%) è sostenuto da cartario, farmaceutica, macchine di impiego generale, automotive; tassi di crescita a due cifre si osservano per le esportazioni in Polonia (+21,3%) con riferimento a tutti i settori della meccanica, al cartario ed al sistema moda. La ripresa della domanda presenta caratteristiche di buona diffusione all’interno dell’area Euro (in positivo anche Austria +9,3% e Romania +7,7%), mentre proseguono le difficoltà per la Grecia (-17,7%). Le vendite verso i paesi europei non Ue mostrano nel trimestre una crescita meno vivace (+3,3%) e, nonostante la ripresa della Turchia (+10,5%), essenzialmente determinata dalla fortissima crescita dei prodotti dell’oreficeria e della farmaceutica, frena nuovamente l’andamento delle esportazioni verso la Russia (-4,2%), per l’effetto base di commesse per macchine di impiego generale contabilizzate a fine 2012. Restano invece in decisa crescita meccanica strumentale, siderurgia, sistema moda. In ulteriore forte rallentamento le esportazioni verso i mercati extra-europei (+0,7%), nonostante la lieve ripresa della domanda proveniente dal continente americano ed, in particolare, degli Stati Uniti (+3,2%,). Si registrano infatti ancora contrazioni nelle vendite di prodotti petroliferi raffinati e di mezzi di trasporto (cantieristica e autoveicoli), mentre performance decisamente positive si osservano per apparecchi elettrici e sistema moda (pelletteria e calzature). Accelera invece ulteriormente il ritmo di crescita delle esportazioni in Asia (+5,1%): spiccano Emirati Arabi (+15,8%) e Repubblica di Corea (+38,7%), ma vanno ancora male Cina (-5,6%) India (-18,2%) e Giappone (-3,9%). Continua la straordinaria crescita delle vendite in Africa (+31,4% e 1,6 p.P.), grazie alla crescita sostenuta degli scambi con l’Algeria (oreficeria, meccanica, beni intermedi del lapideo e della chimica), più che raddoppiati nel periodo. Gli andamenti settoriali - Sono i beni di consumo, durevoli (oreficeria e gioielleria +21,1%) e non durevoli (concia-pelle +11,2%), produzioni di settori più “caratteristici” dell’economia regionale, quelli che giocano un ruolo di primo piano nelle performance all’export, e che forniscono sia nel Iv trimestre che in media d’anno 2013 i più consistenti contributi alla crescita regionale. La crescita delle esportazioni di beni durevoli nell’ultimo trimestre dell’anno è consentita anche dalla tenuta di cicli e motocicli (+3,7%) e mobili (+2,4%), mentre nella componente non durevole spiccano gli ottimi andamenti di farmaceutica (+12%), e agroalimentare (in particolare oli +15,4% e bevande +7%), abbigliamento e maglieria (+10,3%), altri prodotti tessili (+6,3%). Persistono le difficoltà sui mercati internazionali per i beni strumentali (-3,6%, con andamenti non brillanti di automotive e cantieristica), mentre persiste il forte decremento dei beni energetici (-41,7%) con una decisa caduta delle vendite dei prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio negli Stati Uniti e nei paesi del Sudafrica. Ancora col segno meno le esportazioni dei prodotti intermedi pur al netto dei metalli preziosi (-5,1%), caratterizzato dalla battuta di arresto che interessa il tessile (-5,1%), la siderurgia (-34,2%), gli apparecchi elettrici (-11,2%). |
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LOMBARDIA.COOPERATIVE: SEMPLIFICAZIONE ADEMPIMENTI PER IMPRESE |
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Milano, 24 marzo 2014 - Regione Lombardia adotterà nelle prossime settimane ulteriori misure di semplificazione amministrativa a favore delle imprese cooperative, come ad esempio il possibile snellimento delle pratiche per l´iscrizione agli albi e ai registri previsti dalla normativa vigente. Lo ha annunciato l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia Mario Melazzini, intervenendo alla ´Consulta regionale per lo sviluppo della cooperazione´. L´organismo si è riunito oggi a Palazzo Lombardia per discutere il Piano operativo per l´attuazione del ´Protocollo di Intesa per lo sviluppo della cooperazione sociale in Lombardia´, firmato lo scorso 5 febbraio. Alleggerire Gli Adempimenti - "Naturalmente - ha chiarito l´assessore - su qualunque proposta sarà aperto un confronto con il mondo cooperativo. Il nostro obiettivo resta quello di alleggerire i molteplici adempimenti a carico delle imprese in generale e delle imprese cooperative in particolare. Vogliamo mettere a disposizione di tutte le cooperative, dalle più grandi a quelle piccole o piccolissime, strumenti che siano applicabili e utilizzabili facilmente". Obiettivi Dell´intesa - Gli obiettivi principali dell´intesa firmata il 5 febbraio, che sarà concretamente attuata a breve attraverso vari strumenti presenti oggi nel corso dei lavori della Consulta, sono: aumentare il coinvolgimento delle cooperative sociali, che si avvalgono di lavoratori svantaggiati, nelle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture, grazie anche alla collaborazione di Arca Lombardia; promuovere adeguate iniziative per ampliare la definizione di nuove categorie di persone svantaggiate inseribili nelle cooperative; promuovere e veicolare i contenuti del Protocollo, con l´obiettivo di estenderne l´applicazione anche agli Enti locali tramite specifici momenti di approfondimento tecnico-amministrativo organizzati sul territorio regionale anche in vista di Expo 2015. |
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