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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 09 Dicembre 2014 |
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UNA NUOVA MAPPA DELLE PROTEINE UMANE POTREBBE AIUTARE A IDENTIFICARE I GENI DEL CANCRO UN GRUPPO DI SCIENZIATI HA PUBBLICATO IL PIÙ GRANDE INDICE AL MONDO DELLE INTERAZIONI DELLE PROTEINE UMANE, IL QUALE POTREBBE AIUTARE A IDENTIFICARE I GENI DEL CANCRO. |
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Bruxelles, 9 dicembre 2014 - Un team internazionale di scienziati ha pubblicato un articolo che descrive una delle più complete mappe delle proteine mai prodotte finora. La nuova mappa, che copre 14 000 interazioni tra le coppie di proteine, è oltre quattro volte più grande di qualsiasi altra mappa di questo tipo mai realizzata finora. Secondo Lab Product News, contiene interazioni di più alta qualità che provengono da tutti gli studi precedenti messi insieme. Identificare le interazioni tra le proteine in questo modo potrebbe aiutare i ricercatori a capire come funzionano le cellule a livello molecolare e in definitiva a farci identificare alcuni dei geni coinvolti nel cancro. Coordinato da Frederick Roth dell´Università di Toronto e Marc Vidal della Facoltà di Medicina di Harvard, lo studio è il culmine di anni di ricerca sull´interactoma umano – una mappatura completa di ogni interazione tra le proteine negli esseri umani per produrre questa nuova mappa. Identificare le interazioni tra le proteine è quasi come creare un manuale della cellula umana. Parlando con Scientific American, Roth ha fatto un´analogia tra il suo lavoro e un meccanico che ha una lista di parti di automobili ma non ha idea di come si connettono le une alle altre: "Questo ci porta da una sterile lista di parti, senza un ordine particolare, a una lista di coppie di parti. Adesso possiamo cominciare a capire come si collegano tra di loro." Scientific American aggiunge: "Secondo le stime di Roth questa nuova mappa cattura tra il 5 e il 10 per cento di tutte le interazioni di proteine nelle cellule umane. Potrebbe non sembrare molto importante, ma l´ultimo grande progresso nella ricerca sull´interattoma umano risale a quasi dieci anni fa, quando Roth a presentato la sua mappa di appena 3 000 interazioni circa tra le proteine." Gli scienziati hanno usato esperimenti di laboratorio per identificare le interazioni e poi hanno usato la modellazione al computer per identificare le proteine che si connettono con una o più proteine del cancro. Parlando a Lab Product News, Roth ha osservato che questa è stata la prima volta che uno studio ha mostrato che ci sono più probabilità che le proteine del cancro si interconnettano le une con le altre che non che si connettano a proteine a caso non cancerose. Ha aggiunto, "Una volta che si osserva che le proteine associate alla stessa malattia hanno maggiori probabilità di collegarsi le une con le altre, si può usare questa rete di interazioni come strumento di previsione per trovare nuove proteine del cancro e i geni che le codificano." Scientific American indica le applicazioni immediate per la ricerca sul cancro: "Gli studi hanno legato il gene Mapk1ip1l alla formazione di tumori nei topi, ma non è stato studiato approfonditamente e la proteina che produce non è attualmente riconosciuta come una proteina del cancro negli umani. Lo studio di Roth ha scoperto che il Mapk1ip1l interagisce con almeno tre proteine del cancro conosciute. Questo non significa necessariamente che il Mapk1ip1l sia un gene del cancro, ma suggerisce una via per la ricerca futura." Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Cell.com/cell/abstract/s0092-8674%2814%2901422-6 |
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MARONI: ENTRO NATALE RIFORMA DEL SISTEMA SOCIO-SANITARIO |
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Milano, 9 dicembre 2014 "La riforma del Sistema socio-sanitario regionale, partita con la presentazione del ´Libro Bianco´ a luglio, si sta concludendo. Stiamo definendo il testo, dopo l´ultimo confronto con le parti sociali e tutti coloro che sono stati coinvolti, che ho intenzione di portare all´approvazione della Giunta prima di Natale, per cui prima di Natale avremo il testo della riforma del Sistema socio-sanitario lombardo". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso della conferenza stampa al termine della seduta della Giunta regionale. |
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LOMBARDIA: VIA A SPERIMENTAZIONE PRESIDI TERRITORIALI |
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Milano, 9 dicembre 2014 - "I Presidi ospedalieri territoriali sono una risposta concreta al problema della cronicità e realizzano quella integrazione tra ospedale e territorio, a vantaggio del paziente e delle sue specifiche necessità, che rappresenta uno dei pilastri del progetto di ammodernamento della sanità lombarda". Lo ha dichiarato il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, illustrando i contenuti della delibera approvata, dalla Giunta lombarda relativa alla "attuazione della fase della sperimentazione dei presidi ospedalieri territoriali". Attuazione Del Progetto - Nel luglio scorso la Giunta lombarda aveva individuato i presidi ospedalieri di Sant´angelo Lodigiano, Somma Lombardo, Istituti Clinici di Perfezionamento - Poliambulatorio di via Farini e via Livigno e Soresina - Ao Maggiore di Crema per l´avvio del progetto dei Pot. Con la delibera odierna si ufficializza l´avvio di questo nuovo modello organizzativo, con un investimento di oltre 800.000 euro. Le risorse sono destinate alla conversione di questi presidi, da effettuarsi entro il primo semestre del prossimo anno. Valorizzato Il Ruolo Dei Medici - "Grazie ai Pot - ha aggiunto Mantovani - andiamo a valorizzare la figura dei medici di Medicina generale, che rappresentano la prima trincea sul territorio in ambito di salute. Inoltre, andiamo a consolidare un modello di sanità sempre più efficiente e che pone al centro il paziente e i suoi bisogni, anticipando già con fatti e azioni i presupposti del ´Libro Bianco´. Con questo provvedimento contribuiremo inoltre a evitare gli intasamenti in Pronto soccorso e nei reparti di Medicina generale". Altri 19 Progetti Pronti A Partire - "Queste - ha concluso Mantovani - sono le prime 4 esperienze del genere che entrano nella loro fase attuativa. Intanto, la ´Commissione di valutazione dei Presidi territoriali´ di Regione Lombardia è al lavoro per individuare altri progetti idonei da definire e concretizzare nei prossimi mesi". Poliambulatori Via Farini E Via Livigno A Milano - Il progetto si pone come una proposta nell´ambito dell´area metropolitana milanese di presa in carico del paziente con patologie cronico degenerative, per fornire un importante contributo al perseguimento dell´obiettivo di assistenza ai pazienti cronici nei due punti ritenuti strategici dall´Azienda ospedaliera Istituti clinici di Perfezionamento di via Farini e via Livigno. Obiettivo del Pot: Icp vuole fornire una integrazione con i medici di Medicina generale, prevedendo la creazione di un percorso clinico coordinato, che risponda ai bisogni del paziente in termini di assistenza clinico/terapeutica, diventando un centro di riferimento per la patologia del diabete. Il finanziamento complessivo, pari a 590.000 euro è destinato ad adeguamenti strutturali così suddivisi: via Livigno, 360.000 euro, di cui 30.000 per arredi e attrezzature; via Farini, 230.000 euro, di cui 25.000 per arredi e attrezzature. Sant´angelo Lodigiano - Il progetto è finalizzato alla stabilizzazione e riabilitazione del paziente cronico o post acuto, con un servizio per la presa in carico e la gestione della cronicità, prevedendo l´erogazione dei servizi distrettuali sanitari, socio-sanitari, ambulatorio infermieristico, specialistica ambulatoriale e servizio di telemedicina. Il finanziamento complessivo assegnato è di 195.000 euro. Somma Lombardo - Il progetto è finalizzato a rendere i servizi al paziente cronico, individuando un percorso diagnostico terapeutico concordato con il medico di medicina generale e con il coordinamento dell´accesso a tutta la rete dei servizi sanitari, socio assistenziali e sociali, l´assistenza domiciliare ed ambulatoriale, con una copertura del servizio dalle ore 8 alle ore 20. Il finanziamento è di 20.000 euro per l´allestimento della centrale operativa Soresina - Il progetto è volto al miglioramento e implementazione dell´attivazione dei percorsi di cura per la presa in carico proattiva del paziente cronico attraverso l´individuazione di specifici percorsi di presa in cura, gestendo in modo programmato l´accesso alle prestazioni diagnostiche e alle cure il monitoraggio proattivo, finalizzato alla riduzione di ricoveri inappropriati e gli accessi al pronto soccorso per problemi minori. |
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LE TERAPIE CONTRO IL CANCRO NON TENGONO CONTO DELL’ETÀ DEL MALATO APPELLO DEGLI ONCOLOGI: “CAMBIAMO LE LINEE GUIDA INTERNAZIONALI” |
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Roma, 9 dicembre 2014 – Un tumore su due colpisce uomini e donne durante la terza età. Ma le sperimentazioni dei farmaci oncologici sono nel 99% dei casi svolte su persone con meno di 65 anni. “Dobbiamo cambiare le linee guida internazionali sulle malattie tumorali e riadattare terapie e cure al loro vero paziente target: l’anziano”. E’ questo l’appello lanciato il 4 dicembre dagli oltre 300 specialisti riuniti nella Capitale per il 1St Rome International Meeting in Geriatric Oncology. “Oncologo e geriatra devono spesso lavorare su un “terreno fragile” – afferma il prof. Guido Francini, Direttore dell’Oncologia Medica dell’Università di Siena e presidente del convegno internazionale che si concluderà domani -. Un anziano, a differenza di un paziente giovane, soffre di tutta una serie di malattie come ipertensione, diabete, insufficienza renale o scompenso cardiaco. Per essere efficaci le terapie devono tener conto del “fattore età” e di tutte le problematiche che può avere una persona con più di 65 anni. Inoltre l’organismo, durante la vecchiaia, non riesce a tollerare determinate tossicità di alcuni farmaci oncologici”. Il 1st Rome International Meeting on Geriatric Oncology è organizzato dall´Università di Siena e di Roma Sapienza. Gode del patrocinio, tra gli altri, dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) e dell’adesione del Presidente della Repubblica. “Lo scopo principale dell’incontro internazionale è approfondire le nostre conoscenze sulla malattia oncologica nell´anziano - prosegue Francini -. Il congresso vuole sensibilizzare il personale medico e sanitario a un nuovo approccio clinico. Dobbiamo creare percorsi assistenziali specifici per i pazienti oncologici over 65. Per cercare di raggiungere questi ambiziosi obiettivi ci siamo avvalsi di un team composto dai più grandi esperti internazionali e nazionali in oncogeriatria”. Negli anziani, il rischio di ammalarsi di tumore è 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni e 4 volte maggiore rispetto a quelle di 45-65 anni. “Secondo le ultime previsioni demografiche, nel 2030 circa il 30% degli italiani avrà più di 65 anni - ricorda Francini -. In futuro dobbiamo aspettarci un aumento significativo del numero di neoplasie e di anziani colpiti. Contro il cancro sarà dunque necessaria una sempre più forte collaborazione tra oncologi e geriatri. Ma anche la prevenzione potrà avere un ruolo fondamentale. Il 40% dei tumori è evitabile seguendo stili di vita sani. Per evitare gravi problemi di salute durante la terza età è necessario fin da giovani non fumare, limitare il consumo di alcol, seguire una dieta sana ed equilibrata, svolgere regolarmente attività fisica e sottoporsi ad esami medici”. |
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TRENTO: INDIRIZZI PER IL RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA |
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Trento, 9 dicembre 2014 - La Giunta provinciale, su proposta della assessora alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, ha approvato gli indirizzi per il riordino della rete ospedaliera. Due i principi fondamentali alla base degli obiettivi di riordino del Servizio sanitario provinciale, come delineati anche dalla legge provinciale sulla tutela della salute 16/2010: da un lato la riorganizzazione delle strutture ospedaliere punta a garantire pari opportunità di accesso ai servizi sanitari e omogeneità di trattamento per i tutti i cittadini della Provincia autonoma di Trento, dall´altro mira a sviluppare i servizi territoriali favorendone l´integrazione. Accanto agli indirizzi di programmazione all’Azienda provinciale per i servizi sanitari per il riordino della rete ospedaliera, la deliberazione individua una nuova configurazione del Servizio ospedaliero provinciale distinguendo fra strutture semplici e strutture complesse; inoltre approva il progetto pilota per il nuovo screening mammografico in modalità tomosintesi. Riordino Della Rete Ospedaliera Il riordino della rete ospedaliera è improntato anzitutto al principio della partnership ed alla sussidiarietà delle strutture componenti promuovendone l’integrazione e lo sviluppo unitario secondo il modello Hub & Spoke (letteralmente mozzo e raggi); tale modello implica la chiara suddivisione di funzioni, strutture e tipologie di attività svolte dai presidi ospedalieri, che collaborano sulla base di protocolli e percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali condivisi e predefiniti. Struttura ospedaliera di Trento È struttura hub della rete con caratteristiche di ospedale di 2° livello. È dotata di 601 posti letto ordinari, 81 Dh/ds (day hospital, day surgery), 16 posti letto Spdc (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura), 52 posti letto tecnici oltre alle culle per neonato. Struttura ospedaliera di Rovereto È struttura hub della rete con caratteristiche di ospedale di 1° livello. È dotata di 280 posti letto ordinari, 49 Dh/ds, 22 posti letto tecnici oltre alle culle per neonato. Struttura ospedaliera di Arco È una struttura spoke dotata di 85 posti letto ordinari, 16 in Dh/ds, 14 posti letto tecnici ed eventuali culle per neonato che possiede i requisiti strutturali ed organizzativi delle strutture di base; serve la popolazione dell’Alto Garda e Ledro per tutte le funzioni di base ed è punto di riferimento provinciale per la funzione di procreazione medicalmente assistita (Pma) e per le attività pneumologiche. Struttura ospedaliera di Borgo Valsugana È una struttura spoke dotata di 50 posti letto ordinari, 8 in Dh/ds, 16 per Spdc e 17 posti letto tecnici che possiede i requisiti strutturali ed organizzativi delle strutture di base; serve la popolazione della Bassa Valugana e Tesino per tutte le funzioni di base ma deve divenire punto di riferimento provinciale per casistiche elettive e selezionate nel contesto dei Dipartimenti Medico, Chirurgico ed Ortopedico; è punto di riferimento provinciale per l’Odontostomatologia. Struttura ospedaliera di Cavalese È una struttura spoke dotata di 62 posti letto ordinari, 9 in Dh/ds, 11 posti letto tecnici e le eventuali culle per neonato, che possiede i requisiti strutturali ed organizzativi delle strutture di base; serve la popolazione delle Valli di Fiemme e Fassa per tutte le funzioni di base ma deve divenire punto di riferimento provinciale per casistiche elettive e selezionate nel contesto dei Dipartimenti Medico, Chirurgico ed Ortopedico. Struttura ospedaliera di Cles È una struttura dotata di 89 posti letto ordinari, 15 in Ds/ds, 19 posti letto tecnici oltre alle culle per neonato che possiede requisiti strutturali ed organizzativi intermedi fra le strutture di base e le strutture di 1° livello; serve la popolazione delle Valli di Non e Sole e dell’area Rotaliana – Paganella integrando la funzione hub dell’Ospedale di Trento per l’area settentrionale della Provincia autonoma di Trento. Struttura ospedaliera di Tione È una struttura spoke dotata di 52 posti letto ordinari e 7 in Dh/ds, 10 posti letto tecnici oltre alle eventuali culle per neonato che possiede i requisiti strutturali ed organizzativi delle strutture di base. Serve la popolazione delle Valli Giudicarie e Rendena per tutte le funzioni di base ma in prospettiva diverrà punto di riferimento provinciale per definite casistiche elettive e selezionate nel contesto dei Dipartimenti Medico, Chirurgico ed Ortopedico. Strutture hub: Trento e Rovereto •Assicurano le funzioni ospedaliere di 1° livello per il proprio territorio e di 2° livello in favore dei territori serviti dalle strutture spoke. •Posseggono un’organizzazione interna strutturata in modo da garantire la gestione tempestiva ed efficace dell’urgenza h24. •Garantiscono le funzioni specialistiche ad elevata complessità/tecnologia. •Sono collegati in rete fra loro e con le strutture spoke in senso bidirezionale prevedendo il decentramento di parte della casistica programmata (soprattutto in ambito chirurgico ed ortopedico). Strutture spoke: Arco, Borgo, Cles, Cavalese, Tione •Sono il punto di riferimento per il proprio territorio per i bisogni di assistenza ospedaliera di 1° livello che non richiedano particolari competenze e/o tecnologie presenti nei centri hub. •Assicurano l’attività programmata ed urgente (con l’eccezione dell’attività di sala operatoria notturna e festiva). •Realizzano aree ad alta integrazione ospedale-territorio dedicate alla gestione della cronicità/fragilità e dell’urgenza territoriale. •Sono collegati in rete fra loro e con le strutture hub in senso bidirezionale sviluppando specifiche competenze multizionali (soprattutto in ambito chirurgico ed ortopedico). La rete ospedaliera opera per macrofunzioni ospedaliere e quindi attraverso le Unità operative a valenza multizonale (U.o.m.) quali strumenti operativi finalizzati al superamento dell’organizzazione articolata per ospedali. Il concetto di multizonalità prevede la presa in carico delle responsabilità ed attività clinico-assistenziali, sia nella sede istituzionale (ove è incardinata la direzione della struttura complessa/U.o.m.) che nella sede operativa, che di fatto resta incardinata nella struttura ospedaliera in cui già opera. L’articolazione definitiva delle funzioni di Ostetricia-ginecologia e dei relativi punti nascita è rimandata a successivo provvedimento, a conclusione dei progetti sperimentali attualmente in corso riguardanti i servizi di assistenza alla nascita e dopo presentazione e discussione con i Territori. Screening Mammografico Il Progetto pilota per il nuovo screening mammografico in modalità tomosintesi garantirà una maggior accuratezza delle diagnosi. Con l’utilizzo della tomosintesi mammografica vi sarà da un lato un aumento sia della sensibilità che della specificità del test, poiché si migliora la riconoscibilità delle lesioni neoplastiche, dall’altro una riduzione dei richiami dei falsi positivi. L’introduzione di tale metodica prevede l’acquisizione di tre nuovi apparecchi dotati di tomosintesi, in quanto quelli attualmente in uso risultano obsoleti e di vecchia generazione, nonché una riorganizzazione dell’attuale assetto di erogazione delle prestazioni di screening senologico. In particolare si prevede la centralizzazione della lettura dei referti, operazione peraltro già oggi effettuata solo a Trento, nonché la concentrazione dei punti di effettuazione dell’esame presso le sole due sedi di Trento e Rovereto. Gli apparecchi saranno quindi collocati due presso la sede di Trento e uno presso quella di Rovereto; avranno un’operatività estesa ad una fascia oraria compresa fra le 7.30 del mattino e le 19.30 della sera e in prospettiva anche al sabato, con esecuzione di tutte le mammografie di 1° livello; questo per facilitare l’accesso delle utenti dirottate a Trento dalle attuali sedi di Cavalese, Borgo Valsugana e Cles, e a Rovereto dalle attuali sedi di Tione e Arco. Infine è stato dato mandato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di ridurre i tempi di refertazione, garantendo i 30 giorni dall’esecuzione dell’esame, e di valutare anche l’estensione della popolazione target alla fascia di età 45-74, a partire dal novembre 2015. |
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SANITÀ: PUÒ FACEBOOK SOSTITUIRSI AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE? |
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Roma, 9 dicembre 2014 - Una richiesta urgente di intervento al Ministro della salute e al Parlamento, affinché sanino una situazione ad alto rischio relativamente alla fornitura di farmaci vitali e salvavita sul territorio nazionale, è stata avanzata ieri da Diabete Italia, dopo un’incredibile fatto accaduto la scorsa settimana a Milano. La mamma di una bambina con diabete, nel capoluogo lombardo con la figlia, aveva dimenticato a Pordenone l’insulina. Rivoltasi alla rete delle associazioni di tutela e assistenza alle persone con diabete della città, era riuscita ad ottenere prontamente, da un ospedale cittadino, la “ricetta rossa” del Servizio sanitario nazionale per farsi consegnare in farmacia il farmaco vitale per la bambina. Ma le norme e la burocrazia si sono messe di traverso. La famiglia non risiede in Lombardia: non ha quindi diritto alla consegna gratuita del farmaco cui ha diritto. Può solo acquistarlo a proprie spese. Sbalordita e sdegnata, la signora si è rivolta al gruppo di mamme con bambini diabetici su Facebook, trovando immediatamente solidarietà e soprattutto l’insulina per la figlia. Morale: in Italia Facebook è più efficiente del servizio sanitario nazionale. Appresa la notizia, Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia, organizzazione che raccoglie le associazioni di volontariato delle persone con diabete, dei diabetologi e degli operatori professionali, ha inviato al Ministro e agli organi parlamentari la richiesta di “introdurre nella legge di Stabilità 2015 meccanismi idonei a garantire che l´erogabilità dei farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale sia sempre assicurata a prescindere dal territorio di residenza dell’assistito e dalla competenza territoriale del medico che li prescriva.” “In una società come la nostra, in cui la mobilità sul territorio nazionale è una circostanza quotidiana per milioni di persone, fra cui anche molti malati cronici, è inaccettabile che i costi di un farmaco siano a carico degli assistiti, qualora essi si trovino temporaneamente al di fuori della regione di appartenenza. Riteniamo che, nel rispetto dell´attuale riparto di competenze tra Stato e regioni in materia sanitaria, previsto dalla Costituzione, sia necessario introdurre una norma che garantisca la concreta ed effettiva rimborsabilità a carico del Ssn, su tutto il territorio italiano, dei farmaci prescritti con la cosiddetta ‘ricetta rossa’”, prosegue la lettera, firmata anche da Gianluigi Curioni Presidente di Agd Italia (Associazioni Italiane Giovani con Diabete), cui la mamma di Pordenone aderisce. “Questo è purtroppo l’ennesimo caso di incresciosa burocrazia che il federalismo sanitario ha creato nel nostro Paese. Tutto è andato a buon fine grazie ai social network, che tuttavia non possono né devono sostituirsi al sistema delle tutele sociali in un Paese che si definisce civile”, ha commentato Egidio Archero, Presidente di Fand (Associazione italiana diabetici). |
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FIRENZE: IL MEYER PRONTO A COSTRUIRE LA CARTA ETICA DELL’OPERATORE GIOVEDÌ 15 GENNAIO IL VIA AL PERCORSO FORMATIVO CHE IN MODO PARTECIPATO DARÀ VITA AL CODICE DI COMPORTAMENTO PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA TRASPARENZA |
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Firenze, 9 dicembre 2014 - L’obiettivo è quello di arrivare a una Carta Etica dell’operatore dell’Ospedale pediatrico Meyer, che prenda avvio dal Piano per la prevenzione della corruzione ed elabori linee di comportamento condivise in tema di integrità morale ed etica. E’ il traguardo del percorso che prenderà avvio dalla “Giornata introduttiva al codice di comportamento aziendale”, in programma giovedì 15 gennaio, a partire dalle ore 9 presso l’Aula Magna del Meyer. Sarà questo il punto di partenza del corso-laboratorio nel quale gli operatori, in modo partecipato, contribuiranno alla costruzione del proprio codice di comportamento per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza. La Giornata, rivolta a tutti gli operatori e i collaboratori che a vario titolo lavorano al Meyer, sarà introdotta dalla Lectio “La corruzione nella Pubblica amministrazione e il ruolo della Corte dei conti” di Acheropita Mondera Oranges, Vice procuratore della Corte dei conti. Un momento importante da cui si dipanerà una parte informativa sulle varie dimensioni che coinvolgono l’operatore che lavora in sanità, ovvero la prevenzione della corruzione, la trasparenza nelle attività assistenziali, gli studi clinici e quindi l’attività del Comitato Etico Pediatrico regionale e il conflitto di interessi nella formazione. Seguirà la presentazione del laboratorio, ovvero il progetto formativo in cui gli operatori saranno chiamati a costruire la Carta etica che cali nella realtà pediatrica le disposizioni in materia, rendendole quindi coerenti con la missione e la visione aziendali. Una giornata che intende offrire a ogni operatore la “cassetta degli attrezzi” per una cultura della legalità e della trasparenza. Il programma. La Giornata del 15 gennaio, sarà aperta da Alberto Zanobini, Commissario del Meyer, che interverrà su “Bene comune e cultura della legalità” a cui farà seguito la Lectio introduttiva del Vice Procuratore della Corte dei conti Acheropita Mondera Oranges. Si proseguirà con l’intervento sulla “Prevenzione della corruzione al Meyer: attività intraprese” a cura di Gianfranco Spagnolo, responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza. Seguiranno poi la parte relativa alle attività assistenziali e la trasparenza tenuta da Luigi Sirianni, responsabile del Governo clinico, quella riguardante le attività del Comitato Etico pediatrico regionale svolta da Salvatore De Masi, epidemiologo e infine quella del “conflitto di interesse nella formazione”, a cura di Cassandra D’agostino, responsabile del settore formazione. La giornata proseguirà con il momento clou, l’illustrazione del percorso che condurrà alla costruzione del Codice etico e di comportamento. Un codice che prenderà vita dai focus group che, come un vero laboratorio, lavoreranno per consegnare agli operatori la prima Carta etica del Meyer. |
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BLOCCO AIFA PLASMADERIVATI GIA’ TRASMESSO A FARMACIE OSPEDALIERE REGIONE VENETO |
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Venezia, 9 dicembre 2014 - E’ stata inoltrata alle farmacie ospedaliere della Regione Veneto la segnalazione di blocco cautelativo emessa dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) rispetto ad un lotto di plasmaderivati che potrebbero essere stati prodotti anche con una donazione di plasma di una persona per la quale è stato posto il sospetto clinico di forma classica della malattia di Creutzfeldt-jakob. Lo comunicano i tecnici della sanità regionale. Ulteriori verifiche sono in corso da parte dell’autorità nazionale, ma la situazione non desta particolari preoccupazioni in quanto non si è mai verificato e non è presente in letteratura scientifica un caso di trasmissione della forma classica del morbo di Creutzfeldt-jakob attraverso plasmaderivati. |
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LOMBARDIA: ALTRE 156 ASSUNZIONI,SIAMO A QUOTA 3073 ROMA TAGLIA E LA LOMBARDIA ASSUME PER GARANTIRE BUONA SALUTE" |
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Milano, 9 dicembre 2014 - "In un periodo in cui il Governo annuncia tagli indiscriminati alla Sanità, senza distinguere tra chi è stato virtuoso e chi ha i conti in rosso, da Regione Lombardia arriva un nuovo segnale importante d´attenzione per quanti lavorano all´interno del nostro sistema sanitario e sociosanitario". Lo ha detto il vice Presidente e assessore alla Salute Mario Mantovani commentando la delibera approvata in Giunta relativa al "Piano di assunzioni di personale a tempo indeterminato 2014 per le aziende sanitarie locali". Oltre 3000 Assunzioni - Con la delibera odierna vengono assunte a tempo indeterminato 156 persone tra personale di comparto, dirigenti e direzioni di struttura complessa, all´interno delle Aziende Sanitarie locali lombarde. Queste assunzioni dovranno essere realizzate entro il mese di luglio del 2015, si intendono ricomprese all´interno dei fabbisogni complessivi già concessi dalla Giunta Regionale e si sommano a quelle già autorizzate nel 2013 e nel 2014 per Asl ed Aziende Ospedaliere per un totale di 3073 unità. Lavorare Con Serenita´ - "Regione Lombardia prosegue nella sua azione tesa a stabilizzare chi opera in ambito sanitario perché buona salute significa prestazioni di qualità, ma anche personale che può svolgere con la dovuta serenità la propria delicata professione. Sono convinto - spiega l´Assessore alla Salute - che si lavori meglio, se si è sicuri del proprio posto di lavoro, se c´è stabilità di contratto". I dati per provincia: Asl provincia Bergamo: 13; Asl provincia Brescia: 22; Asl provincia Como: 15; Asl provincia Cremona: 8; Asl provincia Lecco: 3; Asl provincia Lodi: 6; Asl provincia Mantova: 9; Asl di Milano: 21; Asl provincia Milano: 25; Asl provincia Monza Brianza: 14; Asl provincia Pavia: 12; Asl provincia Sondrio: 8; Asl provincia Varese: 7; Asl Vallecamonica Sebino: 13. |
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OLTRE 11 MILIONI E MEZZO DI EURO A OSPEDALE VOGHERA |
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Voghera/pv, 9 dicembre 2014 - "Garantire buona salute ai cittadini, significa sia offrire prestazioni di qualità, sia garantire ospedali all´avanguardia sotto il profilo della sicurezza e del confort. Questi padiglioni che andiamo ad inaugurare sono dunque un esempio di buona sanità, a cui aggiungiamo quella passione e quel senso di umanità che sono tratti distintivi del modello lombardo di Sanità". Il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani è intervenuto, al taglio del nastro della nuova palazzina dell´ospedale ´Civile´ di Voghera, insieme al Sindaco Carlo Barbieri e al direttore generale dell´Azienda Ospedaliera Daniela Troiano. L´intervento - Il nuovo padiglione, realizzato con un investimento superiore agli 11.000.000 €, ospita al primo piano l´Unità Operativa di Neurologia con 24 posti letto di degenza ordinaria, al secondo piano l´Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica con 24 posti letto di degenza di riabilitazione specialistica e 3 di Riabilitazione Generale Geriatrica; infine, al terzo e quarto piano, trova spazio l´Unità Operativa di Medicina Generale con 61 posti letto di degenza ordinaria. Ennesimo Segno Di Attenzione - "Questo intervento - ha spiegato l´assessore Mantovani - e´ l´ennesimo segnale di attenzione da parte di Regione Lombardia per questo territorio. Nell´ultimo anno e mezzo - ha ricordato l´assessore - abbiamo destinato investimenti per oltre 65 milioni di euro alla sanità pavese, di cui 15 solo per questa Azienda Ospedaliera". Mantovani ha evidenziato anche l´impegno per la stabilizzazione del personale, 62 complessivamente all´interno dell´Azienda. "Perché dove c´è un ambiente sereno si lavora meglio e in modo piu proficuo". La Riforma Che Verra´ - Il vice presidente si e´ quindi soffermato sul Libro Bianco e sul progetto di evoluzione della Sanità lombarda. "Abbiamo raccolto oltre 500 contributi, a dimostrazione che vogliamo fare una buona legge che ci garantisca buona sanità per i prossimi 20 anni". Al Governo Chiediamo Autonomia - "Stiamo lavorando bene ma avremmo bisogno di più tranquillità da parte del Governo. Abbiamo i conti in ordine da oltre 10 anni e con la consueta capacità imprenditoriale, noi Lombardi potremo continuare a fare bene. A Roma chiediamo dunque più autonomia e meno centralismo". |
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ATTENZIONE DELLA REGIONE PER L’OCCUPAZIONE DEI 16.000 PSICOLOGI LOMBARDI” LOMBARDIA: INCONTRO TRA I PRESIDENTI DELLA REGIONE, ROBERTO MARONI E QUELLO DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI, RICCARDO BETTIGA |
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Milano, 9 dicembre 2014 - Nella giornata di Giovedì 4 dicembre 2014 il Presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, accompagnato da Fabio Rizzi, Presidente della Iii Commissione - Sanità e politiche sociali e da Valentina Stragliati, psicologa e collaboratrice dello stesso Maroni, hanno incontrato il Presidente dell’Ordine Psicologi della Lombardia, Riccardo Bettiga, presso la sede di Corso Buenos Aires 75 a Milano “Si tratta di un evento importante e senza precedenti, che rappresenta una nuova attenzione di Regione Lombardia verso la rappresentanza degli oltre 16.000 psicologi che vi risiedono, nonché un notevole riconoscimento che il nostro nuovo Consiglio dell’Ordine ha raggiunto presso le istituzioni”, ha detto Bettiga. Riforme sanitarie, occupazione degli psicologi nelle strutture lombarde, politiche sociali, benessere, Expo 2015 sono stati tra gli argomenti trattati nel lungo colloquio. |
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FIBROSI CISTICA: RAPPORTO ITALIANO HOMECARE DOMEDICA FC (RIHDFC 2014) L’ASSISTENZA DOMICLIARE INTEGRATA MIGLIORA L’ADERENZA TERAPEUTICA E LA QUALITA’ DI VITA DEI PAZIENTI |
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Roma, 9 dicembre 2014 - La Fibrosi Cistica (Fc) è una malattia genetica estremamente diffusa nel mondo occidentale e rappresenta la patologia ereditaria con maggior tasso di mortalità nella popolazione caucasica. Ad oggi non esistono terapie risolutive: la precocità della diagnosi e l’esecuzione di uno screening rigoroso hanno migliorato la prognosi, ma il trattamento della Fc rimane tuttora di difficile gestione. Le cure si declinano nella definizione e nell’aderenza ad uno stile di vita attivo e a un’alimentazione equilibrata, ma soprattutto si concentrano sulla prevenzione e sul trattamento delle infezioni delle vie aeree che rappresentano l’aspetto più invalidante e pericoloso della patologia. In quest’ottica, le protratte terapie inalatorie risultano efficaci ma di complessa gestione, rendendo necessario un costante supporto e controllo da parte dei medici e dei fisioterapisti respiratori. Per i paziente affetti da Fc e per le loro famiglie, questa routine condiziona pesantemente la vita quotidiana. I programmi di assistenza domiciliare disegnati ed erogati da Domedica sono finalizzati ad offrire ai pazienti con Fc, sia attraverso il Contact Center dedicato che attraverso le visite a domicilio dei fisioterapisti respiratori, un supporto educativo al mantenimento del corretto stile di vita igienico, alimentare, di attività fisica e fisioterapica e di corretta gestione della posologia delle diverse terapie farmacologiche giornaliere che i pazienti assumono. Durante le visite domiciliari vengono altresì raccolti parametri clinici come peso, spirometria e saturimetria che, insieme ad altre informazioni, consentendo ai fisioterapisti di rilevare eventuali criticità e, segnalandole immediatamente al Centro Clinico, ne permettono una gestione tempestiva. Domedica è altresì impegnata con i propri Clinical Research Nurses nella gestione di un importante trial clinico internazionale: i pazienti con Fc arruolati nello studio ricevono la visita a domicilio dell’infermiere Domedica che effettua il prelievo ematico, la centrifugazione e l’invio del campione al laboratorio centralizzato, evitando a questi pazienti di recarsi al Centro Clinico per le attività previste dallo studio, con conseguente perdita di giornate di scuola e/o di lavoro (proprio e/o dell’eventuale accompagnatore), e permettendo loro di risparmiare i costi di trasferimento dal proprio domicilio all’ospedale. “L’aderenza al piano terapeutico stabilito dal medico è essenziale per ottenere dei risultati apprezzabili - continua Pèrcopo - ma non è semplice, né per i pazienti, né per le relative famiglie, gestire l’importante complessità assistenziale richiesta. Per questo motivo Domedica è in prima linea nel fornire un supporto ai Centri Clinici che permetta un miglioramento della qualità della vita dei pazienti ed una più facile gestione degli aspetti non solo terapeutici, ma anche emotivi e psicologici”. Domedica ha maturato ad oggi un’esperienza unica in questo campo che le consente di mettere a disposizione del Ssn e delle Life Science Companies un´offerta di servizi integrati unica nel suo genere: il programma premium, che prevede servizi erogati sia da remoto (Remote) che di persona (On site) e che vanno dalla assistenza ed educazione del Paziente alla somministrazione della terapia, alle Clinical Research Nurses dedicate ai Pazienti e agli Sperimentatori coinvolti in Trials Clinici, al supporto emotivo, alla Tele Salute, al drug delivery, e, in più, i nuovi servizi di supporto psicologico, con psicologi sia da remoto che one-to-one, e di informazione Scientifica Multichannel a medici di medicina generale e specialisti con i-Rep (Informatori Scientifici del Farmaco) che operano da remoto. L’ approccio originale consente a Domedica la raccolta di dati Real World per l´analisi e l´elaborazione di evidenze scientifiche su questa gestione innovativa delle cure. |
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STALKING: IN ITALIA VITTIMA 1 PERSONA SU 5. TRA LE POSSIBILI CAUSE, LE FORME DI AUTISMO LATENTE DELL’ADULTO |
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Roma, 4 dicembre 2014 – Quando fu trasformata in albero di alloro, non era la prima volta che Dafne tentava di fuggire l’amore di Apollo. Già l’antica mitologia ci forniva un esempio ante litteram dello stalking, comportamento patologico oggi protagonista di sempre più numerosi casi di cronaca. Secondo stime recenti, ne è vittima il 12% della popolazione, almeno una volta nella vita. In Italia, l’Osservatorio Nazionale Stalking ha calcolato che sia addirittura 1 persona su 5 a subire condotte di stalking. Del fenomeno – ancora in buona parte sommerso, perché molti casi non sono denunciati e spesso neanche riconosciuti – se ne sono occupati 120 giovani specializzandi provenienti dalle Scuole di Psichiatria di tutt’Italia, nella due-giorni di Campus Angelini, il 4 e 5 a Roma, con il patrociniodella Società Italiana Psichiatria (Sip). Obiettivo: fornire agli psichiatri del futuro gli strumenti più appropriati per individuare e gestire quello che è diventato un problema sociale sempre più diffuso. “Una fenomenologia complessa quella dello stalker, maschio in circa l’80% dei casi, sui 30 anni, con capacità intellettive nella media o anche più alte, un buon livello di istruzione e spesso una storia di delusioni sentimentali e disturbi psichiatrici alle spalle”, illustra la professoressa Liliana Dell’osso, Direttore della Clinica Psichiatrica Università di Pisa e della relativa Scuola di specializzazione, oltre che Responsabile scientifica del Campus. “È importante sottolineare che non si tratta di una diagnosi specifica ma di un disturbo comportamentale che si traduce in tentativi ripetuti e persistenti di imporre contatti indesiderati e/o comunicazioni che inducono paura e sofferenza”. “Quello che porta lo stalker ad attuare comportamenti persecutori è l’impossibilità di instaurare una vera relazione con il partner. In questo senso – prosegue la professoressa Dell’osso – lo stalking può rappresentare una spia di un Disturbo dello Spettro Autistico Sottosoglia (Dsas), tema centrale del Campus Angelini di quest’anno. Si tratta di forme lievi o ‘latenti’ di autismo, non diagnosticate in età evolutiva, perché i soggetti hanno intelligenza normale o addirittura superiore alla media, ma che possono poi emergere nell’età adulta, complicandosi con disturbi d’ansia, dell’umore, ossessivi, psicotici o borderline. I Dsas si caratterizzano per la compromissione dell’interazione sociale: chi ne è affetto non riesce a capire le intenzioni altrui, non sa decodificare, intuire, comprendere, condividere pensieri, sentimenti, emozioni e vissuti del prossimo né tantomeno rispondervi in modo appropriato. Spesso i soggetti credono erroneamente di essere ricambiati. Indipendentemente dalla presenza o meno di stalking, le difficoltà di socializzazione, portano poi all´isolamento, alle fobie sociali, alla creazione di uno spazio creativo interiore e al ripiegamento in se stessi”. Nato nel 2007, il Campus Angelini in Psichiatria giunge quest’anno alla sua ottava edizione. Si tratta di una due-giorni di formazione, durante la quale gli specializzandi affrontano le problematiche legate alla professione medica. A modalità di svolgimento più tradizionale, come seminari di approfondimento sull’argomento in oggetto, si alternano attività di gruppo volte a favorire l’interazione e il confronto tra i giovani medici, provenienti da realtà diverse e con eterogenei orientamenti scientifici. Durante i lavori, i discenti sono chiamati a risolvere dei casi clinici. Questa modalità didattica fa emergere alcune dinamiche legate al setting ospedaliero di un reparto di psichiatria e anche le dinamiche attraverso le quali un giovane specializzando affronta i suoi “primi pazienti”. “Campus Angelini è un evento che rappresenta il punto di incontro tra Università mediche e privato farmaceutico, impegnati insieme per un comune obiettivo: la preparazione alla professione degli specializzandi, i medici del futuro”, dichiara Fabio De Luca, General Manager Divisione Pharmadi Angelini. “La prima edizione risale al 2003 ed è stata organizzata in Ginecologia. Da allora, questo format innovativo si è esteso anche ad altre aree di specializzazione, coinvolgendo quasi 3.000 giovani medici: Pediatria, Reumatologia, Psichiatria, Geriatria e Pronto Soccorso. Sin dall’inizio, abbiamo voluto puntare su un modello didattico non convenzionale, caratterizzato da forte interattività. Oggi siamo più che mai orgogliosi della strada percorsa ed entusiasti di continuare il cammino intrapreso, con l’ambizione per il futuro di creare una comunità viva, in cui lo scambio di esperienze faciliti l’accesso al mondo del lavoro, soprattutto in tempi così critici”. “È importante – conclude la professoressa Dell’osso –che la psichiatria sia abbastanza flessibile da tener conto della costante pressione derivante da un mondo in rapida evoluzione, che può influenzare l´individuo al punto da indurre disturbi mentali o, quantomeno, agire come fattore scatenante nei membri più vulnerabili della società. In futuro crescerà la domanda di interventi psichiatrici, che dovranno essere mirati, scientificamente fondati, sempre più etici e rispettosi dei diversi contesti culturali. Questo implica una maggiore flessibilità degli operatori psichiatrici, che dovranno essere pronti ad accettare, elaborare e, possibilmente, risolvere le sfide provenienti da un mondo che cambia”. |
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WELFARE, MARONI: NOSTRO MODELLO PIÙ FORTE CHE ALTROVE |
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Milano, 9 dicembre 2014 - "Ribadisco il massimo impegno della Regione Lombardia nel sostenere il modello di welfare lombardo, un modello che ha una sua specificità derivante dalla realtà dei fatti, dal contesto - con il ruolo del volontariato, del terzo settore, delle reti familiari e delle cooperative sociale - che rende il modello di welfare qui in Lombardia più forte che altrove e noi vogliamo continuare a sostenere questo modello, trovando le risorse da mettere a disposizione". Lo ha spiegato il presidente della Regione Roberto Maroni, intervenendo a Palazzo Pirelli al convegno ´Il volontariato per la Salute e la Famiglia´, dove ha consegnato le benemerenze alle persone e ai rappresentanti degli enti che si sono contraddistinti nell´attività di volontariato. Ruolo Pubblico Fondamentale - "La ricchezza delle attività svolte dal Terzo settore e dal volontariato - ha proseguito presidente - rappresenta un ruolo pubblico fondamentale, che noi dobbiamo sostenere senza ingerenze, ma semplicemente aiutando, con un sostegno economico". Fondo Per La Famiglia Nonostante Tagli Governo - "Negli scorsi mesi - ha ricordato Maroni - l´assessore Cristina Cantù ci ha proposto un fondo da 330 milioni di euro per la famiglia e noi abbiamo trovato le risorse per questo fondo e una parte di queste risorse sono già state stanziate. L´impegno della Regione c´è e rimane nonostante i tagli ai fondi da parte del Governo. Nonostante il taglio di 930 milioni per la Lombardia previsto dalla legge di Stabilità il modello di welfare lombardo rimarrà tale e, con le risorse che abbiamo previsto di stanziare, troveremo le risorse previste perché è giusto che sia così, troveremo il modo di compensare questi tagli ma senza ridurre il sostegno a questo settore che rappresenta un´eccellenza lombarda". |
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CONI SU IMPIANTI SPORTIVI E GRANDI EVENTI A BOLZANO. |
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Bolzano, 9 dicembre 2014 - Una convenzione pluriennale per la realizzazione di impianti sportivi sarà siglata dalla Provincia con il Coni già a inizio 2015: le basi in tal senso sono state gettate dal presidente della Provincia Arno Kompatscher il 4 dicembre a Roma nell´incontro con il presidente del Coni Giovanni Malagò. Tra i temi trattati anche uno slalom speciale in Alta Badia e i Mondiali di biathlon a Anterselva. La Provincia siglerà con il Coni un accordo pluriennale per il finanziamento degli impianti sportivi in Alto Adige valido fino al 2018. "Un´intesa che prevede un cofinanziamento del 50% da parte del Coni e che riguarderà quegli impianti effettivamente realizzabili in tempi brevi", sottolinea il presidente Kompatscher dopo il colloquio con il capo dello sport italiano Malagò. La firma dell´accordo è prevista il 19 gennaio 2015 in Alto Adige, presente lo stesso Malagò. Si è convenuto anche che in futuro non saranno più finanziati con i mezzi provenienti dal Coni i ritiri precampionato dei club in Alto Adige: "Queste risorse saranno rese disponibili per l´organizzazione di grandi eventi sportivi", precisa Kompatscher. Pieno sostegno ha poi assicurato il presidente Malagò a una nuova candidatura di Anterselva come sede dei Mondiali di biathlon dopo l´ultimo sfortunato tentativo: "Il Coni assicura il suo deciso appoggio a una eventuale ricandidatura e anche la Provincia farà la sua parte", spiega Kompatscher. La decisione definitiva e l´eventuale edizione per cui candidarsi spettano però al Comitato di Anterselva. Al presidente del Coni Kompatscher ha poi sottoposto la richiesta di un sostegno per l´inserimento nel calendario della Coppa del mondo di sci alpino di una gara di slalom in Alto Badia, che andrebbe ad aggiungersi al tradizionale gigante sulla Gran Risa, "quantomeno con una cadenza biennale", precisa Kompatscher. Anche di questo si parlerà il 19 gennaio in Alto Adige, quando al prossimo incontro fra Kompatscher e Malagò sarà presente anche il presidente della Fisi Flavio Roda. A margine del cordiale colloquio il presidente Malagò ha ribadito la sua solidarietà e vicinanza a Carolina Kostner: "Confidiamo naturalmente che la questione possa chiarirsi in modo positivo, sia per lo sport che per un´atleta che allo sport ha dato molto", conclude Kompatscher. |
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