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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 09 Dicembre 2014 |
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UE: OSSERVAZIONI DEL COMMISSARIO MOSCOVICI ALL´EUROGRUPPO |
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Bruxelles, 9 dicembre 2014 - Vorrei cominciare sottolineando che la Grecia ha raggiunto riforme molto significative e risanamento dei conti pubblici, negli ultimi anni, in circostanze più difficili per il popolo greco. Il disavanzo nominale è sceso da oltre il 15% del Pil nel 2009 a un disavanzo stimato di appena l´1,6% del Pil nel 2014 e si prevede di raggiungere l´equilibrio del prossimo anno. Le autorità mirano a un avanzo primario del 3,0% del Pil per il 2015: infatti la Grecia ha ora il più alto avanzo primario nell´area dell´euro dopo la Germania. La Commissione europea, naturalmente, lo riconosce. E ci siamo impegnati a sostenere la Grecia nel portare avanti questo processo di cambiamento e di necessaria modernizzazione dell´economia. Questo richiede che la Grecia mostrano anche impegno continuo sia la responsabilità fiscale e ulteriori riforme strutturali. Siamo stati impegnati in un intenso dibattito nei giorni scorsi con le autorità greche e con l´Fmi e Bce. Il nostro approccio è stato fermo ma costruttivo, aperto ma determinato. Il nostro obiettivo è quello di concludere la revisione in corso con un insieme equilibrato credibile di riforme e misure fiscali per contribuire a rafforzare la ripresa economica della Grecia. Da una parte, vi è stato chiaro progresso in una serie di settori. D´altra parte, come lei ha detto Jeroen, questo progresso non è stato così rapido come si sarebbe potuto sperare - o come sarebbe stato necessario per consentire una conclusione del riesame nei prossimi giorni. Siamo venuti a un accordo globale veloce su questo punto. Ecco perché è stato concordato in linea di principio, in attesa della conferma ufficiale da parte degli Stati membri, che ci sarà una proroga tecnica del programma Efsf per due mesi. Ho davvero con favore questa decisione che a mio parere sembra essere il più saggio che era possibile prendere. La Commissione accoglie con favore anche l´intenzione della Grecia di chiedere un avanzato linea di condizioni di credito dal Esm. Ciò fornirà un quadro di sostegno del suono durante il 2015, in modo che il processo di riforma rimane saldamente ancorata in un quadro di sostegno europeo e internazionale. La Commissione rimane pienamente impegnata a concludere al più presto la revisione. In questo contesto, i team tecnici inizieranno lavoro ad Atene domani concentrandosi in particolare sulle questioni fiscali. |
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I NEGOZIATORI DEL PARLAMENTO E DEL CONSIGLIO DECIDONO DI ACCORDO SUL BILANCIO COMUNITARIO |
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Bruxelles, 9 dicembre 2014 - Un accordo provvisorio sul bilancio dell´Unione europea per il 2015 ed i mezzi per saldare le fatture non pagate più urgenti di quest´anno è stato raggiunto dai negoziatori per il Parlamento e il Consiglio Lunedi. L´accordo deve ancora essere approvato sia dalla piena del Parlamento e del Consiglio. Per i pagamenti, i deputati garantiti 4800000000 € di più a pagare le bollette per 2014-2015. Per il 2015, i negoziatori hanno concordato un compromesso di 145.300.000.000 € in impegni e € 141.200.000.000 in pagamenti. Pagamenti - "Far scendere la pila di fatture non pagate è stata la meta per eccellenza del Parlamento. Non possiamo continuare a non pagare le fatture di anno in anno a causa di una mancanza di risorse, si deve guardare come imprenditori a corto di liquidi soffrono e l´Ue perde la sua credibilità come partner affidabile ", ha detto commissione per i bilanci presidente Jean Arthuis (Alde, Fr), che ha guidato la delegazione parlamentare. "Sappiamo le difficoltà degli Stati membri, ma è stato il membro stessi che ha accettato di stipulare contratti che devono essere pagati afferma. I conti della Ue sono anche parte del loro debito", ha aggiunto. L´importo complessivo dei crediti in sospeso è passato da € 5000000000 nel 2010 a € 23400000000 all´inizio di quest´anno, e senza il top-up che il Parlamento ha combattuto per, si aumenterebbe ulteriormente, minacciando un eventuale crollo del bilancio. Un piano per rilassarsi la pila di crediti non pagati - "La Commissione, sulla base delle stime degli Stati membri, ha chiesto per € 4800000000, e abbiamo sostenuto questa richiesta", ha dichiarato Gérard Deprez (Alde, Be) che ha condotto colloqui sul bilancio top-up per il 2014. "Ma dobbiamo sapere come la Commissione intende abbassare il backlog entro il 2016 ", ha aggiunto. I negoziatori del Parlamento hanno accolto al bilancio 2015, a condizione che la Commissione presenta un piano per ridurre l´importo delle fatture non pagate per un livello sostenibile entro il 2016. Un po ´più per la crescita - "Abbiamo ottenuto una notevole quantità di alleggerire la pressione sulle imprese, come le piccole e medie imprese, collettivi locali, e non statali. Tuttavia questo è lontano da quello che volevamo. Si deve ricordare che, anche se il bilancio dell´Ue è solo l´uno per cento del Pil dell´Unione europea, deve agire come una calamita per incoraggiare altri investitori ad unirsi in ", ha detto Eider Gardiazábal Rubial (S & D, Es), il relatore principale per il bilancio 2015. Il Parlamento ha negoziato € 45.000.000 di più per il programma di ricerca e sviluppo dell´Ue Orizzonte 2020 e 16 € milioni in più per il programma di scambio Erasmus +. Per la politica estera, il bilancio è stato aumentato del 32 milioni di €. Agenzie di vigilanza bancaria e Frontex hanno ricevuto maggiori finanziamenti. Sfondo - Il bilancio dell´Ue per il 2015 impegna l´uno per cento più soldi per i progetti rispetto all´anno precedente e sufficiente per offrire un punto percentuale più pagamenti rispetto al 2014. Il novantaquattro per cento di questo importo viene speso e dagli Stati membri, e solo il 6 per cento viene utilizzato per eseguire l´Ue. Il progetto di bilancio è presentato dalla Commissione e modificato dal Consiglio e dal Parlamento. I prossimi passi - Per sigillare il compromesso raggiunto nei colloqui di bilancio, il Consiglio deve approvare il testo concordato, seguita dalla commissione per i bilanci e la piena Parlamento. Le ultime due votazioni si svolgeranno alla fine della sessione plenaria del Parlamento di quest´anno a Strasburgo, il 15-18 Dicembre. |
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IL COMMISSARIO MOSCOVICI ACCOGLIE IL SUPPORTO DEL CONSIGLIO PER LA STRATEGIA DI GESTIONE E PIANO D´AZIONE DEL RISCHIO IN DOGANA |
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Bruxelles, 9 Dicembre 2014 - La Commissione europea accoglie con favore le conclusioni del Consiglio sulla comunicazione della Commissione sulla strategia dell´Unione europea e del piano d´azione per la gestione del rischio in dogana: Affrontare i rischi, il rafforzamento della sicurezza della catena di approvvigionamento e di agevolare gli scambi commerciali. "Questo segna un passo importante verso la gestione del rischio sistema più efficace e conveniente per le dogane comunitarie", ha detto Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e finanziari, fiscalità e dogane. "Doganale Ue svolge un ruolo fondamentale nella gestione dei rischi nella catena di approvvigionamento internazionale, con oltre 300 milioni di dichiarazioni per elaborare e € 3.500 miliardi di valore di scambi di merci a sorvegliare." La strategia, sviluppata in collaborazione con esperti degli Stati membri dell´Ue, mira a rafforzare la sicurezza della catena logistica e di facilitare il commercio. Esso mira a promuovere la cooperazione contro i rischi transfrontalieri come la sicurezza e la sicurezza di beni e di accise e tasse doganali evasione, che possono mettere a repentaglio gli interessi economici e finanziari degli Stati membri dell´Ue. La strategia è stata progettata per aiutare le autorità doganali dell´Ue di ricevere dati tempestivi e incoraggiare la cooperazione sistematica tra dogane e altre agenzie e con gli operatori economici. "La gestione del rischio efficace è fondamentale per la sicurezza e l´incolumità dei cittadini, la tutela degli interessi finanziari ed economici dell´Unione europea e degli Stati membri e per accelerare il commercio legittimo", ha dichiarato il commissario Moscovici. |
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UE: I MINISTRI DELLA GIUSTIZIA D´ACCORDO SU REGOLE MODERNE DI INSOLVENZA |
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Bruxelles, 9 Dicembre 2014 - Un approccio "di salvataggio e recupero" per insolvenza dar¨¤ imprese redditizie una seconda possibilit¨¤ di fronte alle difficolt¨¤ finanziarie cross-border - a seguito dell´accordo politico dai ministri in sede di Consiglio Giustizia il 4 dicembre. Le regole modernizzati ( Ip / 12/1354 ), sar¨¤ pi¨´ facile per le imprese di ristrutturazione e per i creditori per ottenere i loro soldi indietro, oltre ad assicurare che le procedure di insolvenze transfrontaliere sono efficaci ed efficienti. V¨§ra Jourov¨¢, commissario Ue alla Giustizia, ha detto, "Ogni anno in Europa, 50.000 le aziende si trovano ad affrontare procedure di insolvenza transfrontaliere -. Pari a uno su quattro di tutte le procedure concorsuali nell´Unione europea Attualmente, ogni anno, circa 400.000 persone perdono la loro posti di lavoro a causa di insolvenze transfrontaliere. Accordo politico di oggi ¨¨ una tappa importante del nostro cammino nel creare il miglior ambiente possibile per la crescita e gli investimenti in Europa. Abbiamo raccolto la sfida della crisi finanziaria e ora avranno regole concorsuali che saranno rafforzare il mercato unico ". "Le nuove regole daranno imprese redditizie una seconda chance tanto necessaria e miglioreranno l´efficacia delle procedure di insolvenza dell´Ue. Con queste nuove regole, stiamo costruendo solide basi per stimolare la crescita e l´occupazione in Europa. Stiamo assicurando che gli imprenditori sono fiduciosi per investire in Europa. I lavoratori possono sapere che se la loro azienda deve affrontare difficolt¨¤, vi ¨¨ una maggiore probabilit¨¤ per poter recuperare e per il loro lavoro per sopravvivere. Ringrazio la Presidenza italiana per il lavoro veloce di raggiungere un accordo per queste regole, che sono cos¨¬ importante nella costruzione di un ambiente attraente per gli investimenti in Europa. " Il regolamento modernizzato porter¨¤: Un ambito ampliato: Therules coprir¨¤ una pi¨´ ampia gamma di procedure di insolvenza commerciali e personali, come ad esempio il cosiddetto regime spagnolo di accordo, la procedura di piano di riorganizzazione italiana e le procedure di insolvenza dei consumatori finlandesi. Nel complesso, la riforma consentir¨¤ di 19 nuove procedure concorsuali nazionali di beneficiare del regolamento. La certezza del diritto e di tutela contro il turismo fallimento: se un debitore trasferisce poco prima del deposito in caso di insolvenza, il tribunale dovr¨¤ guardare con attenzione in tutte le circostanze del caso di vedere che il trasferimento ¨¨ autentico e non abusivo. Interconnessi registri d´insolvenza: Aziende, i creditori e gli investitori avranno facile accesso a qualsiasi registro nazionale insolvenza europea Portale della giustizia elettronica . Questo sistema ¨¨ gi¨¤ stato sperimentato da sette Stati membri ( Ip / 14/774 ). Maggiori possibilit¨¤ di salvare imprese: Le nuove regole evitare una procedura secondaria in altri Stati membri che si apre, mentre allo stesso tempo garantire gli interessi dei creditori locali. Sar¨¤ pi¨´ facile per ristrutturare le imprese in un contesto transfrontaliero. Un quadro per una procedura di insolvenza del gruppo: con maggiore efficienza per le procedure di insolvenza che riguardano diversi membri di un gruppo di societ¨¤, ci saranno maggiori possibilit¨¤ di salvataggio del gruppo nel suo complesso. Accordo politico di oggi segue l´approccio generale dai Ministri nel giugno di quest´anno ( Memo / 14/88 ) e approva l´esito dei negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul testo della nuova legge. Il nuovo regolamento sostituir¨¤ il precedente regolamento europeo sull´insolvenza ( Regolamento (Ce) n 1346/2000 relativo alle procedure di insolvenza), in vigore dal 31 maggio 2002. In collaborazione con la raccomandazione della Commissione su un nuovo approccio al fallimento e insolvenza ( Ip / 14 / 254 ), il nuovo regolamento sull´insolvenza aiuter¨¤ spostare l´Europa verso un approccio orientato al salvataggio di insolvenza. Prossimi passi: Il Consiglio dovrebbe adottare formalmente il regolamento marzo 2015, e che sar¨¤ poi adottata formalmente dal Parlamento europeo (commissione giuridica (Juri) commissione e plenaria) in aprile o maggio 2015. Il regolamento entrer¨¤ in vigore 24 mesi dopo . |
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UE-SIRIA: 180 MILIONI DI € PER AFFRONTARE CRISI E SPILL-OVER IN LIBANO E GIORDANIA |
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Bruxelles, 9 Dicembre 2014 - Al fine di aiutare la popolazione siriana all´interno del paese per far fronte agli effetti della crisi e prepararsi per il recupero precoce, pacchetto di assistenza di oggi comprende le seguenti azioni: 1 / Assistenza alle persone in Siria colpite dalla crisi - Fase Ii (15 milioni di €). Ciò in particolare sostenere siriani colpiti dalla crisi attraverso progetti di sovvenzione con le Ong internazionali in una varietà di campi (la ripresa economica, la fornitura di servizi di base, come ad l´istruzione, la salute, la promozione del dialogo, ecc) 2 informazioni e analisi / Urban per pianificare e indirizzare interventi umanitari e di recupero in Siria (2.000.000 €). Un quadro esauriente informazione urbana e di analisi per la Siria sarà allestita, 20 profili della città e 30 profili di quartiere, integrando i danni, spostamento e funzionalità urbana analisi sarà sviluppato, una urbana Information Management e System coordinamento saranno sviluppati per 10 comuni e uno "Stato delle città siriane" finale verrà creato Relazione di sintesi. Questa azione sarà attuata congiuntamente da Un-habitat e il Centro comune di ricerca della Commissione europea. 3 / Educazione per i bambini vulnerabili e sfollati in Siria (15 milioni di €). Almeno 500.000 bambini in più potranno beneficiare di un maggiore accesso all´istruzione di base all´interno delle aree interessate e sarà dotata di corsi di recupero, sostegno psico-sociale e di attività ricreative. I primi programmi di sviluppo per l´infanzia saranno messi a disposizione per meno di 6 bambini, e corsi di recupero e formazione professionale per gli adolescenti saranno messi a disposizione di bambini in età scolare e dei bambini a rischio di abbandono, comprese borse di studio per le ragazze. Almeno 200.000 bambini riceveranno anche uno spuntino nutriente ogni giorno a scuola. Questa azione sarà attuata congiuntamente da Unicef e il Programma alimentare mondiale. 4 / Scaling-up di ripristino di emergenza e la stabilizzazione delle condizioni di vita delle popolazioni siriane colpite (4.000.000 €). Almeno 4.000 persone potranno beneficiare di opportunità di lavoro di emergenza per una migliore erogazione dei servizi e il ripristino dei servizi di base e delle infrastrutture sociali. 1.500 famiglie potranno beneficiare di un sostegno per il ripristino dei loro mezzi di sussistenza perturbato. 2.800 donne dirigono le famiglie beneficeranno di un sostegno di emergenza. 3.000 le persone con disabilità potranno beneficiare di un programma di riabilitazione e di capacità di 70 Ong locali a sostenere i mezzi di sussistenza sarà rafforzata. Questa azione sarà attuata dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite. 5 / quadro Ue globale comune per le operazioni transfrontaliere in Siria dalla Turchia (€ 5 milioni). Gli Statesagencies dell´Ue si uniranno le forze nell´ambito di questa azione per attuare s progetti Sostenibile e / o progetti di consegna altamente efficienti a breve termine, che andrà a beneficio della Siria popolazione in diversi settori (come la sanità, acqua e servizi igienici, l´istruzione, la sicurezza alimentare, l´agricoltura o la protezione civile), insieme a un maggiore accesso ai servizi sanitari e di istruzione per i rifugiati siriani in Turchia. In Giordania, sono previste tre azioni: 1 / Sostegno alla risposta alla crisi in Siria, in Giordania (13 milioni di €). Il programma si svilupperà un quadro di coordinamento rafforzato con una maggiore capacità di portare la risposta alla crisi siriana da parte del governo della Giordania; aiuterà i rifugiati siriani e le comunità ospitanti beneficiare delle opportunità di recupero attraverso inviti a presentare proposte per le Ong e fornire supporto per i rifugiati palestinesi provenienti dalla Siria in Giordania, attraverso l´Unrwa . 2 / Sostegno al Ministero della Pubblica Istruzione per affrontare la crisi dei rifugiati siriana (45 milioni di €). Questo actionwill contribuire a permettere fino a 140.000 bambini rifugiati siriani di frequentare scuole pubbliche giordane, formazione degli insegnanti per questo scopo e supporto psico-sociale. Sarà attuato principalmente da sostegno al bilancio, completato da assistenza tecnica e un invito a presentare proposte per le organizzazioni della società civile. 3 / offerta di istruzione superiore per i giovani siriani, colpiti dalla crisi, in Siria e in Giordania (€ 8 milioni) Questa azione mira alla consegna di un programma di lingua e le competenze accademiche per gli studenti in Giordania, Libano e Siria; la consegna di istruzione superiore iniziale a Università giordane; la fornitura di programmi per l´apprendimento a distanza e il perfezionamento professionale e l´erogazione di corsi brevi in arabo attraverso i cosiddetti Massive Aperte Corsi online (Mooc). In Libano, sono previste tre azioni: 1 / L´accesso ai servizi di base per la popolazione vulnerabile in Libano - Istruzione e Salute ( 56.500.000 €). Questo actionwill contribuire a sostenere la popolazione più vulnerabili in Libano attraverso servizi di istruzione e protezione dei bambini e dei gruppi vulnerabili e il miglioramento delle prestazioni di pubblico servizi di assistenza sanitaria. Queste attività saranno attuate da Unhcr e Unicef. 2 / L´accesso ai servizi di base per la popolazione vulnerabile in Libano -Palestine profughi dalla Siria (1,5 milioni di €). Questo actionwill contribuire a sostenere i rifugiati palestinesi dalla Siria in Libano attraverso la fornitura di un´istruzione di qualità .. Sarà attuata tramite Unrwa. 3 / L´accesso ai servizi di base per la popolazione vulnerabile in Libano -. La ripresa economica e delle infrastrutture di base (€ 15 milioni) Questo actionwill contribuiscono a migliorare l´efficienza complessiva e l´efficacia dei servizi offerti alle comunità ospitanti libanesi colpite dall´afflusso di rifugiati siriani potenziando le infrastrutture pubbliche di base, in particolare nel settore idrico e per lo sviluppo di opportunità di generazione di reddito per le comunità sfollate e ospitanti. Queste attività saranno attuate mediante sovvenzioni alle Ong e gli attori locali. |
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TRAFFICO DI ESSERI UMANI IN UE: IL 65% DELLE VITTIME HA LA CITTADINANZA EUROPEA |
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Bruxelles, 9 dicembre 2014 - Il traffico di esseri umani è un problema globale, ma colpisce maggiormente le donne e le ragazze. Il 2 dicembre le commissioni Femm e Libe hanno organizzato una riunione con i rappresentanti della Commissione europea e dell´Onu sull´attuazione della strategia dell´Ue per l´eradicazione della tratta di esseri umani e gli ultimi sviluppi nel mondo. Durante l´incontro, presieduto dalla presidentessa spagnola della commissione Femm Iratxe García Pérez (S&d) e il presidente britannico di Libe Claude Moraes (S&d), Myria Vassiliadou, coordinatore antitratta dell´Ue, ha presentato la relazione intermedia sulla strategia 2012-2016 dell´Ue per l´eradicazione della tratta di esseri umani. Già nell´aprile 2011 il Pe e il Consiglio hanno adottato una direttiva sulla prevenzione e la lotta contro il traffico umano. Basti pensare che 30,146 vittime sono state registrate in 28 Stati membri dell´Unione europea nel periodo 2010-2012. L´80% sono donne e bambine. Il 69% di tutte le vittime sono vittime dello sfruttamento sessuale, fino al 95% per le donne. Il 71% delle vittime di sesso maschile sono vittime della tratta per il lavoro. I deputati hanno espresso preoccupazione per il traffico di esseri umani legato alle madri surrogate e al prelievo di organi. La deputata croata Marijana Petir (Ppe) ha detto che la tratta è una forma moderna di schiavitù molto redditizia. Il deputato polacco Marek Jurek (Ecr) ha esortato a lottare contro la prostituzione. La deputata austriaca Angelika Mlinar (Alde) ha chiesto cosa è stato fatto per identificare le vittime e aumentare la consapevolezza dei propri diritti. Traffico di esseri umani nel mondo - Il presidente dell´Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e la criminalità Kristiina Kangaspunta ha presentato il rapporto globale sulla tratta delle persone. Il 70% delle vittime sono donne, il 53% di tutte le vittime sono vittime della tratta dello sfruttamento sessuale. A livello mondiale il numero relativo al lavoro forzato è crescente, senza nessun segnale di miglioramento per l´Ue. Il 34% del traffico avviene all´interno dello stesso paese. |
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AOSTA, ROLLANDIN AL COMITATO DELLE REGIONI PER L’APPROVAZIONE DELLA STRATEGIA ALPINA |
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Aosta, 9 dicembre 2014 - Il Presidente della Regione autonoma Valle d´Aosta, Augusto Rollandin ha partecipato, mercoledì 3 dicembre, a Bruxelles ai lavori della 109a Sessione Plenaria del Comitato delle Regioni in cui si è discusso e votato il parere Una Strategia macroregionale alpina per l´Unione europea. Il documento è stato approvato insieme ai diversi emendamenti presentati dai rappresentanti del Comitato. Tra quelli di maggiore rilievo, ai quali il Presidente Rollandin ha attivamente contribuito, quelli sulla funzione della figura del coordinatore che dovrà garantire un coordinamento tecnico delle attività legate alla strategia, a supporto della gestione politica assicurata dalle territorialità coinvolte. Durante la discussione, il Presidente è intervenuto sottolineando l´importanza che il documento all’esame del Comitato delle Regioni assume per le realtà di montagna, come la Valle d´Aosta, e ricordando che la Strategia potrà avere successo soltanto se vi sarà pieno coordinamento tra le realtà regionali di piccole dimensioni con quelle rappresentative di territori più vasti. |
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CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE: CONSIGLIERE 5 STELLE SI DIMETTE E RITIRA L´ADESIONE AL MOVIMENTO DI GRILLO CON ALTRI SEI CONSIGLIERI COMUNALI DELLA PROVINCIA FIORENTINA |
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Firenze, 9 dicembre 2014 - Nel corso di un incontro in Palazzo Medici Riccardi, Saverio Galardi, eletto dal Movimento 5 Stelle, ha annunciato le sue dimissioni da consigliere della Città Metropolitana di Firenze. Dovrebbe subentrare al suo posto il primo dei non eletti: Giovanni Policastro. Galardi parteciperà alla prossima seduta del Consiglio metropolitano, mercoledì 10 dicembre, a motivo degli emendamenti presentati per i 5 Stelle agli articoli dello Statuto della Città che devono essere ancora approvati. Le cause all´origine delle dimissioni sono riconducibili al ripensamento in atto sulla gestione del Movimento, tanto che Galardi, che è anche consigliere comunale a Reggello, ha ritirato la propria adesione ai 5 Stelle insieme ad altri consiglieri comunali di altri Comuni: Tommaso Cuoretti (Londa), Matteo Gozzi (Borgo San Lorenzo), Mirko Margheri (Rufina), Antonio Ortolani (Reggello), Marco Parolai (Loro Ciuffenna) e Francesco Tapinassi (Rufina). Quasi tutti hanno partecipato all´incontro in Palazzo Medici Riccardi. (mb) Si apre una nuova fase annunciata dagli esponenti politici in una nota da essi firmata e il cui testo è proposto di seguito: "Noi abbiamo deciso di non aderire più al “Movimento 5 Stelle – Beppe Grillo.it” perché è diventato chiaro che i principi fondanti alla base della nostra scelta di attivarsi nel movimento siano venuti meno. In particolare la gestione autoritaria e apicale dello stesso è in palese contrasto con il principio dell´uno vale uno e della democrazia dal basso. La nostra decisione parte da una riflessione e da una sensazione di disagio che da tempo stava maturando per le tante domande che non hanno mai ricevuto risposta, la prima delle quali è il perché un movimento che fa della trasparenza il suo cavallo di battaglia non ha mai divulgato la composizione del suo staff , chiarito quale sia il suo ruolo nel Movimento e spiegato perché sia praticamente impossibile interfacciarsi nonostante le numerose comunicazioni inviate dagli attivisti e dai portavoce. Questo atteggiamento non ha fatto altro che renderci consapevoli di dover essere autonomi e in questa totale autonomia abbiamo preso le nostre decisioni. Tutte le nostre speranze di poter agire per modificare lo stato delle cose sono andate perse con l’incontro avvenuto a Bibbona giovedì 27 novembre, quando il Capo politico del Movimento ha negato qualsiasi forma di dialogo sui temi e problemi riportategli dalla delegazione dei parlamentari. Alle preoccupazioni per la deriva presa dal movimento, è stato risposto che, nonostante i problemi degli ultimi tempi, i click sulle pagine di sua proprietà si attestavano su numeri consistenti e costanti. Questo dimostra che la sua visione politica della salute del movimento si basa esclusivamente sul numero dei contatti, indipendentemente dai contenuti politici. Tale gestione verticistica del Movimento si è poi manifestata in modo, per noi, inaccettabile negli ultimi giorni. La modalità dell’espulsione dei parlamentari, (avvenute con motivazioni dubbie e contravvenendo alle regole del gruppo parlamentare), diktat di Beppe Grillo, lede l’autonomia del gruppo parlamentare che doveva procedere come da regolamento nel quale è previsto che prima di procedere con la votazione in rete si debba fare una discussione, un contraddittorio ed un approfondimento dei fatti con conseguente espressione di voto dei portavoce nel merito dei fatti. Il successivo annuncio del nuovo “direttorio” è stata l’ennesima conferma della svolta autoritaria impressa al Movimento. Tali decisioni sono cadute dall’alto, senza coinvolgere né i parlamentari né gli attivisti. Con questo passo il Movimento assume i peggiori connotati di quella forma partitica che noi combattevamo e rifiutavamo. Noi continuiamo ad identificarci nei principi e negli ideali che ci hanno portato ad essere attivi fino ad oggi e, allo stesso tempo, a perseguire gli obiettivi che ci siamo sempre posti da quando è nato il Movimento. Dichiariamo il nostro totale dissenso verso la deriva autoritaria e antidemocratica presa dal movimento e annunciano quindi alla cittadinanza e alle istituzioni di cui facciamo parte, l´uscita dall’organizzazione politica denominata “Movimento 5 Stelle – Beppe Grillo.it”. Affermiamo che il M5s infatti non persegue più i principi fondanti per i quali ci siamo attivati e che ci hanno portato a entrare con entusiasmo in tale forza politica. Rispettiamo chi ha deciso di rimanere nel movimento e per quello che ci riguarda continueremo a collaborare sugli obiettivi che ci hanno sempre accumunato, lontano da influenze partitiche". Saverio Galardi e il suo "gruppo di appartenenza" hanno anche diffuso un appello per la costituzione di un nuovo soggetto politico che "recuperi l´eredità degli ideali e dei principi fondanti del Movimento 5 Stelle". "Ci appelliamo a tutti i cittadini, i portavoce e gli attivisti di spiccato senso democratico che si rispecchiano in tutti i principi fondanti del Movimento; a tutti i parlamentari del Movimento che non condividono più la deriva autoritaria instauratasi; a tutti i gruppi della società civile che si attivano costantemente a tutela del bene comune e che si rispecchiano nei principi della democrazia partecipata; affinché tutti si impegnino alla costituzione di un nuovo soggetto politico che, recuperando l’eredità degli ideali e dei principi fondanti del Movimento 5 Stelle, dia luogo ad un reale cambiamento per il nostro Paese". |
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SBLOCCA ITALIA, INTERVENTO DI PITTELLA IN CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA |
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Potenza, 9 dicembre 2014 - "Voglio rivolgermi ai tanti che non solo presenti qui in seduta, ma che animano la piazza retrostante il Consiglio Regionale e voglio rivolgermi anche a coloro che ci seguono a distanza, a tutti i lucani, ma non solo a tutti i lucani, anche a coloro che in Italia vivono, perché animati dallo stesso sentimento nostro di partecipazione responsabile alla vita democratica del paese ed ognuna delle proprie regioni e più complessivamente dell’Italia, soprattutto in occasione di un tema, come quello dello Sblocca Italia. Il popolo lucano ci ha abituato a manifestazioni pacifiche, così come lo sono state le manifestazioni che sinora hanno condotto su questa discussione. Ci sono alcuni minuti che nell’introduzione del mio ragionamento vorrei che fossero seguiti con particolare attenzione. Ho chiesto e non da solo, al Governo nazionale di modificare profondamente l’articolo 38. L’ho fatto per il dibattito che c’è stato in Consiglio regionale, per gli incontri, le consultazioni che pure abbiamo avuto nelle settimane passate, nei giorni scorsi ed anche nelle ultime ore, tanto con chi ha animato democraticamente la protesta, e ha portato un grido di allarme ulteriore, costruttivo, proficuo alla discussione, tanto con i pezzi articolati organizzati in questa nostra società, non solo istituzionali e politici. Penso, per esempio, alla Conferenza Episcopale o alle Associazioni di settore. Penso ai Sindacati, penso alle forze dartoriali. Ho chiesto con tutti voi la modifica del 38 perché la Regione potesse riappropriarsi delle prerogative proprie, delle prerogative della propria terra, quelle che le sono dovute, non quelle che le sono concesse e per restituire ai nostri cittadini serenità, tranquillità, alle nostre istituzioni, ma più complessivamente alla nostra Basilicata, il diritto-dovere di poter determinare la visione entro cui collocare la propria speranza di futuro, non solo nella funzione di tutela di un territorio e della salute umana e dell’ambiente, ma l’ansia spesso disattesa, di sviluppo e di prospettiva, quella che ancora ad oggi non si è realizzata e che determina molta tensione, molta preoccupazione in ognuno di noi e grande disagio. Ho chiesto con voi queste modifiche, che sono sostanziali e sono anche certo che otterremo questo risultato. I primi di gennaio, se non dovessimo raccogliere questo risultato, il governo regionale, con altre Regioni che io mi sono permesso di ascoltare e con i Presidenti di queste Regioni ho potuto condividere un percorso, con le altre Regioni questo governo regionale, se ciò non dovesse accadere, impugnerà l’articolo 38. Ho fiducia molto in chi ci governa. Lo dico a prescindere dal colore politico, perché questa fiducia che il governo regionale, anche non l’attuale governo regionale, ha riposto nella interlocuzione istituzionale, anche quando a governare il nostro paese, negli anni passati, non era una forza di centrosinistra. E noi abbiamo dato atto, nel ruolo istituzionale garbato, risoluto, netto, severo, ma sempre leale e costruttivo, dei passi avanti che abbiamo nel passato registrato, delle battute di arresto, così come oggi noi nei confronti del governo attuale, che è sicuramente amico, per dirla con un termine forse improprio o comunque assonante al governo regionale e al suo Presidente, io penso debba mantenersi perché il compito delle istituzioni si antepone a qualsiasi altro sentimento, soprattutto quando c’è tempo per verificare l’efficacia di un dialogo e le ricadute. Io inizialmente ero scettico, l’ho manifestato anche a chi è venuto a trovarmi, a chi mi ha incontrato, ai ragazzi, al Movimento Studentesco, alle organizzazioni di settore. Ero scettico rispetto alla formulazione dell’articolo 38 e rispetto ad una tutela che la nostra regione comunque recuperava se in questa battaglia, esattamente nel decreto Sblocca Italia, quando il rilascio dell’autorizzazione unica è condizionata alla intesa con la Regione. Però non mi sono sottratto al confronto e ad ascoltare opinioni legittime più preoccupate, come la mia, ma anche un po’ più decise, come magari non era la mia. Guai a privarsi del confronto e guai a pensare che la ragione sia soltanto da una parte. La ragione spesso si ricerca in un confronto, in un incontro, a volte anche diverse. Mi sono anche documentato, ho provato a studiare, ho provato ad approfondire anche e a dotarmi di pareri, di chi di materia costituzionale ne mastica e io ho agli atti un parere del professor Caravita, che credo sia uno in Italia o in Europa tra i più accreditati e famosi costituzionalisti. Anche nel confronto che ho avuto in queste settimane e in questi giorni con il governo nazionale ho avuto modo di verificare la fondatezza di un parere sulla incostituzionalità particolarmente dell’articolo 1 bis dell’articolo 38. Io penso che proprio in questo senso la modifica di quell’articolo, che recupera in testa alla Conferenza Unificata e ad un ruolo particolarmente forte delle Regioni, anche singolarmente prese e più complessivamente del sistema istituzionale che va dai Comuni alle Regioni alle Province, all’interno della Conferenza Unificata, possa sostanzialmente recuperare quelle garanzie che merita questa nostra regione. L’articolo in discussione è l’1 bis quello che parla della pianificazione. Quello più pregnante, perché io non mi sogno di pensare minimamente di superare la capacità e anche l’autonomia, l’ascolto e la condivisione in una articolazione di pianificazione. E se io devo pensare che questa regione deve metter su un piano di estrazioni per luogo, per luoghi, per quantità, per modalità, per iter, io penso esattamente che questa pianificazione o passa attraverso una intesa vincolante con le Regioni, con la Regione nell’ambito della Conferenza di Pianificazione e nell’ambito della Conferenza Unificata o questa cosa non può passare. Io penso che il compito di una classe dirigente che governa questa Regione, e del suo Presidente, lo dico soprattutto ai più giovani, non è certo quello di animare soltanto lo scontro, ma è quello di trovare le soluzioni, anche quando le posizioni sono distanti ed è un compito arduo perché spesso non sei compreso, non sei capito e io comprendo di non essere capito e compreso. E’ difficile fare in un tempo come questo sintesi, E’ difficile provare ad accorciare un rapporto con la società, quindi un rapporto di prossimità quando questo rapporto negli ultimi sette o dieci anni in Italia ed anche in Basilicata si è incrinato fortemente e ha determinato il collasso nel gradiente di fiducia, nelle Istituzioni, nei partiti e nella politica. Il vero partito che vince è il partito di chi non vuole andare più al voto, anche in Basilicata è accaduto in occasione della mia elezione. Non è un segnale positivo e questo segnale negativo per parte ce lo siamo chiamato. Proprio perché noi abbiamo lamentato l’assenza di dialogo tra cittadino ed Istituzione politica, tra giovani e classe dirigente. Noi abbiamo bisogno di ritrovare in questa battaglia sacrosanta la bussola per cercare di avviare il dialogo serrato con il Governo per produrre i risultati voluti e per recuperare virtuosismo a questa nostra Regione. Se non c’è questo virtuosismo di ritorno che una classe dirigente responsabile a partire dal Consiglio e dal suo Presidente impugna l’articolo 38 e passa esattamente all’altra parte. Non certamente lo fa prima di aver dialogato con le Istituzioni. Questo è il nostro compito ed è quello che ci chiedono migliaia di giovani in Italia, non solo in Basilicata. Ce lo chiedono proprio perché c’è stata l’istanza, proprio perché non c’è stata capacità di proposta, di idea e proprio perché negli anni si è sedimentata una insoddisfazione che si tramuta esattamente a volte in proposta e a volte anche in non proposta. Io sono esattamente perché la proposta che viene da una protesta sacrosanta sia anche la mia. È una regione che ha piccoli numeri, ed ha anche un territorio troppo esteso forse per essere facilmente governato ha bisogno di cimentarsi con una competizione più ampia del proprio recinto. Faremmo torto alla nostra intelligenza se pensassimo che la nostra regione possa farcela soltanto da sé, così come è difficile o improbo pensare che l’Italia ce la faccia da sé. L’italia è un quartiere o l’Europa è un quartiere della Cina. Immaginiamo quant’è piccola la Basilicata rispetto a questa dimensione che ormai è globale e che investe un’innovazione della politica delle Istituzioni, della società ed anche dell’aspetto finanziario ed economico che viaggia molto più velocemente di quella che noi possiamo esattamente affiancare in termini di velocità, nella capacità di cambiamento, di flessibilità. Io penso che la Basilicata ha le carte in regola per potersi giocare una prospettiva e ha le carte in regola esattamente per dire la propria come l’ha fatto nel passato e l’ha fatto con il Governo Berlusconi, l’ha fatto con il Governo Monti, l’ha fatto con il Governo Letta e lo farà ancora una volta con il Governo Renzi. Otterrà i propri risultati e se non li otterrà saprà far valere in sede costituzionale le proprie ragioni. Amare una regione significa caricarsi sulle spalle diffidenza, incredulità, invettive a volte anche ingiustificate. Io voglio rispettare la diversità ed il dissenso, ragionare e provare a governare quando gli altri non credono alla tua buona fede. Amare la propria terra significa comprendere in silenzio, nel rispetto degli altri, nel rispetto anche di chi è fuori ed individua l’avversario ed il nemico a mio giudizio ingiustamente. Sappiamo resistere, perché abbiamo la consapevolezza che il tempo è galantuomo ed è l’unica vera locomotiva di verità. Le menzogne in genere segnano odio e lacerazione sociale e non raccolgono consenso. Io voglio seminare con il Consiglio Regionale, con la delegazione parlamentare tutta, con il popolo lucano la cultura del lavoro e del dialogo libero, anche severo ed aspro, ma che costruisca un rapporto ed una prospettiva. Ci sono da considerare alcune cose: il contesto, la responsabilità di tutti, i ritorni che siamo riusciti ad ottenere in questo tempo, le risposte alla povertà, le risposte in prospettiva con l’Ires alla infrastrutturazione di questa regione, è un’ipotesi di Regione Smart, sostenibile che non vada assolutamente oltre quanto già statuito e pattuito nel 1998. Io non c’ero nel 1998 come probabilmente non c’era la maggior parte se non tutto questo Consiglio Regionale. Io penso esattamente che nel recupero di questa fiducia, di questo rapporto, anteponendo salute ed ambiente si possa lavorare con il Governo nazionale per correggere in profondità il 38, o altrimenti di impugnare il 38 i primi di gennaio". |
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TOSCANA: EMERGENZA IMMIGRATI: MOZIONE CHIEDE NUMERO MASSIMO ED EQUA DISTRIBUZIONE |
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Firenze, 9 dicembre 2014 - “Individuare criteri idonei a conseguire un’equa distribuzione dei migranti sul territorio regionale, nell’ottica di un numero massimo di persone da assistere che sia correlato e proporzionato al numero della popolazione residente, alla logistica dei servizi ed alla funzionalità delle infrastrutture che caratterizzano il luogo, assegnando sempre un ruolo residuale a tutte le eventuali soluzioni per l’accoglienza attivate in via d’urgenza”. Questo uno degli impegni che la Giunta regionale dovrà assumere a seguito dell’approvazione, a maggioranza, di una mozione presentata da Lucia De Robertis (Pd). Nell’atto si chiede inoltre all’esecutivo di “perseguire la realizzazione di progetti di accoglienza di dimensioni medio-piccole, ideati e attuati a livello locale, d’intesa con le prefetture e con la diretta partecipazione dei soggetti del terzo settore”. Questo anche per “contribuire a rafforzare una cultura dell’accoglienza” e per “favorire la continuità di percorsi di inserimento socio-economico”. Il dispositivo chiede infine di “mettere in atto tutte le iniziative possibili per rendere rapido il passaggio ad una gestione del servizio di prima accoglienza dei cittadini extracomunitari e dei servizi connessi che ponga in capo agli enti locali la competenza” e “contempli forme di premialità verso quei progetti che risultino accompagnati dal parere favorevole dell’amministrazione comunale competente”. |
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VILLA UMBRA: INSEDIATO IL LABORATORIO DI RIFORMA DELLE AUTONOMIE LOCALI TERRITORIALI |
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Perugia, 9 dicembre 2014 – Si è insediato, presso la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, il Laboratorio costituito dalla Giunta regionale per condividere con il Ministero per gli affari regionali, le Autonomie locali e gli esperti indicati dalle parti istituzionali coinvolte nel processo di riforme, il complesso percorso di riordino del sistema istituzionale e locale avviato con l´approvazione della legge n.56 del 7 aprile 2014. In questo contesto la Scuola Umbra Amministrazione Pubblica ha il ruolo di supporto tecnico, organizzativo e logistico. Il Laboratorio, presieduto dall´assessore regionale Fabio Paparelli vede la presenza di Francesco Zito, capo della Segreteria tecnica del Ministro Lanzetta, dei Presidenti e rappresentanti delle due province umbre, Anci Umbria e Regione Umbria e costituisce un momento di elaborazione dottrinale e soprattutto si pone come strumento di supporto alle amministrazioni per poter accompagnare il percorso di riforma del sistema delle autonomie locali e territoriali, attraverso un utile e proficuo processo collaborativo tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Il Laboratorio, attraverso il confronto tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti, seguirà il processo di riforma nel suo complesso e degli iter legislativi ad esso connessi, fino al completamento del processo di revisione del Titolo V della Costituzione. |
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CALABRIA: SISTEMA REGIONALE SUAP, AVVIATA L’ATTIVITÀ DELLA SEZIONE “L’ESPERTO RISPONDE” |
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Catanzaro, 9 ottobre 2014 - Nell’ambito del Forum del coordinamento di Calabriasuap, è stata formalmente avviata l’attività della sezione “L’esperto risponde”, che vuole costituire un servizio di supporto ed assistenza per i responsabili Suap, gli operatori comunali e degli enti terzi aderenti al portale http://www.calabriasuap.it/ L’attività consentirà di dare riscontro ai quesiti presentati dagli stessi Suap, o dagli enti terzi, su casi specifici che necessitano, talvolta, di interpretazioni normative o procedurali non comprese nei casi generali previsti dalla Banca dati, o sulle procedure amministrative di maggiore complessità. Il Forum, che è disponibile all’indirizzo http://forum.Calabriasuap.it/login.htm ed a cui possono accedere esclusivamente gli operatori Suap e degli uffici comunali, gli enti terzi, i Sap provinciali e i componenti dei Comitati tecnici provinciali (utilizzando le credenziali già in proprio possesso per l’accesso all’area riservata del portale), possiede diverse sezioni: oltre a quella dell’Esperto risponde, tra cui un’area di archivio documentale, la sezione delle Faq, ed un’area dedicata alle discussioni tematiche, che è stata di recente arricchita con un nuovo topic sugli aggiornamenti normativi in tema di attività produttive. Per qualsiasi altra informazione ci si può rivolgere anche al servizio di Hd. |
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"7 PETALI DI LOTO", TIROCINI PER SOGGETTI SVANTAGGIATI |
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Cagliari, 9 Dicembre 2014 - Con l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa e sociale, l’Assessorato dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, finanzia progetti finalizzati al miglioramento dell’autonomia e delle capacità dei destinatari attraverso l’attivazione di tirocini di orientamento e formazione per soggetti svantaggiati. Potranno presentare i progetti di tirocinio gli enti pubblici, le organizzazioni di volontariato e le cooperative sociali in possesso di almeno una sede operativa in Sardegna e un dipendente a tempo indeterminato. I destinatari delle azioni saranno: persone affette da patologie psichiatriche con particolare attenzione a soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico che abbiano compiuto 18 anni; giovani dimessi da strutture residenziali che devono completare la fase di transizione verso la piena autonomia e integrazione sociale; inoltre, persone inserite in un programma terapeutico-riabilitativo condotto presso i servizi per le tossicodipendenze delle aziende sanitarie locali o che abbiano completato un programma presso le strutture residenziali e semiresidenziali per le tossicodipendenze regolarmente accreditate; cittadini in carico ai servizi sociali comunali per il soddisfacimento di bisogni primari privi di reddito di età compresa tra i 18 e i 29 anni; adulti coinvolti in reati e/o sottoposti a provvedimenti limitativi parziali o totali della liberta personale. Le risorse destinate al finanziamento dei progetti ammontano a 1milione e 500mila euro. Ai tirocinanti verrà erogato direttamente dal beneficiario un rimborso sotto forma di voucher per un importo mensile lordo di 600 euro per 6 mesi di tirocinio. Le domande potranno essere presentate a partire dal 10 dicembre e fino alle ore 13 del 12 gennaio 2015 a mano, mediante corriere o raccomandata con ricevuta di ritorno al seguente indirizzo: Assessorato dell’Igiene e sanità , Direzione politiche sociali , Direzione attuazione politiche sociali, comunitarie nazionali, regionali , Via Roma 253 – 09123 Cagliari . Eventuali richieste di chiarimenti dovranno essere inoltrate esclusivamente tramite posta elettronica, entro 7 giorni lavorativi prima della data ultima di presentazione dei progetti, al seguente indirizzo: san.Politichesociali.urp@regione.sardegna.it |
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FONDARTIGIANATO, ASSESORE TOSCANA A NOME DELLE REGIONI PROPONE UN PATTO PER LA FORMAZIONE CONTINUA |
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Firenze 9 dicembre 2014 - Un patto per la formazione continua. Lo ha proposto il 4 dicemvre a Roma, l´assessore alle attività produttive credito e lavoro della Toscana Gianfranco Simoncini intervenuto, nella sua veste di coordinatore della Ix Commissione della Conferenza delle Regioni, al convegno organizzato sul tema in occasione del decennale di Fondartigianato. "La formazione continua è uno strumento essenziale in una fase di crisi come l´attuale - ha detto Simoncini – perchè garantisce una costante qualificazione delle competenze di lavoratori e imprenditori, aiutando le imprese ad essere più competitive e innovative. E´ un passaggio irrinunciabile e per questo credo si debbano ottimizzare le risorse, facendo diventare sistematico il positivo intreccio fra fondi pubblici, statali regionali e soprattutto europei e fondi derivanti dalle imprese e dal lavoro, in particolare quelli interprofessionali. Per mettere in linea queste risorse, evitare sprechi e sovrapposizioni e integrare la formazione anche di dipendenti e imprenditori di tutti i settori produttivi, compreso l´artigianato, credo si debba lavorare per un accordo quadro fra Governo, Regioni, parti sociali". Un intreccio, quello fra risorse pubbliche e provate, che in Toscana si è già realizzato grazie ad una serie di accordi. Fra questo l´assessore ha citato quello realizzato nel 2010 per assicurare, con una migliore sinergia fra fondi interprofessionali e risorse pubbliche, un sostegno all´occupazione e per sperimentare interventi coordinati per la formazione continua dei lavoratori in cassa integrazione in deroga e in mobilità. Nel 2013 la Regione Toscana ha anche sottoscritto, ad esempio, un´intesa con Fonter, il fondo paritetico per la formazione continua nel terziario, con l´obiettivo di ampliare le opportunità formative e migliorare l´impatto della formazione sui singoli lavoratori, sulle imprese e sul sistema economico. Un analogo accordo è stato raggiunto con Fondoartigianato. Nei giorni scorsi la Regione ha dato il via libera ad un nuovo bando per l´attività di formazione nelle aziende, comprese quelle dei servizi, che si trovano nelle aree più colpite dalla crisi o che comunque sono alle prese con progetti di riconversione produttiva, destinando risorse pari a 1 milione e 200 mila euro. Ma non è tutto. "La Toscana – conclude Simoncini – ha deciso destinare alla formazione continua circa il 5 % dell´ammontare complessivo, in tutto 732 milioni in sette anni, del nuovo programma operativo del Fondo sociale europeo 2014-2020. Particolare attenzione sarà destinata agli imprenditori proprio per costruire un´intervento integrato con i fondi inter professionali". |
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TOSCANA: GIOVANI DROP-OUT: 4 MILIONI IN PIÙ PER UNA OFFERTA DI FORMAZIONE AL LAVORO. |
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Firenze, 9 dicembre 2014 - Per le attività di formazione dei "drop-out" (i giovani che hanno assolto all´obbligo di istruzione ma sono poi fuoriusciti dal sistema scolastico) la Regione Toscana ha recuperato risorse aggiuntive per 4 milioni e 110 mila euro: soldi che vengono ripartiti fra enti locali e che si aggiungono, per l´anno 2014/15, ad altri 7 milioni e mezzo (già assegnati sul piano esecutivo nazionale della Garanzia Giovani) arrivando così a un totale che supera 11 milioni e 600 mila euro. 1.800 circa i giovani drop-out per i quali sono previste attività formative. "I giovani che lasciano in modo prematuro la scuola sono svantaggiati, sotto tutti gli aspetti, nei confronti di chi passa più tempo a scuola: per questo - sottolinea Emmaneele Bobbio, assessore regionale alla formazione - nei loro confronti abbiamo un supplemento di dovere: intervenire con politiche formative adeguate presentando un´offerta di qualità e capace di aprire spazi concreti di lavoro". La parte del leone, nell´assegnazione delle risorse aggiuntive, la fanno due Province: Firenze (1.540.000 euro) e Livorno (1.378.000 euro). 364 mila euro vanno alla Provincia di Lucca, 234 mila a quella di Grosseto, 186 mila a quella di Pisa e 145 mila alla Provincia di Massa-carrara. Altri 259 mila euro sono, infine, assegnati all´Unione fra i Comuni del circondario Empolese-valdelsa. Le altre Province toscane (Pistoia, Prato, Arezzo, Siena) non hanno rilevato, rispetto alle cifre già a suo tempo assegnate, ulteriori fabbisogni finanziari. I primi corsi di formazione dell´intero pacchetto saranno avviati, in alcune Province, entro la fine anno: con il gennaio 2015 partiranno in tutte le Province. Gli interventi sono rivolti a giovani (15-18 anni) che hanno assolto l´obbligo di istruzione e che sono usciti dal sistema scolastico: gli interessati possono iscriversi, tramite i Centri per l´impiego, al portale di Garanzia Giovani. Avranno così modo di accedere all´offerta formativa esistente. Questa particolare offerta formativa per i giovani drop-out, programmata da Province e Circondario Empolese, al termine di un percorso biennale (2.100 ore in tutto con un 35% di tezioni teoriche, un altro 35% di attività laboratoriali e un 30% di tirocinii formativi e stage aziendali) consente di acquisire una qualifica nell´ambito del sistema toscano della formazione professionale. Per questo tipo di attività i nuovi indirizzi prevedono raccordi con Centri per l´impiego e scuole dei singoli territori, percorsi motivazionali e didattici innovativi, legami con il mondo produttivo locale. |
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LOMBARDIA: DISOCCUPAZIONE GIOVANILE SI SUPERA CON COMPETENZE DISTINTIVE |
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Seveso/mb, 9 dicembre 2014 - "Il rilancio della nostra economia passa da una maggiore interazione tra imprese e nuove generazioni, fra formazione e lavoro. Occorre ristabilire un´alleanza educativa tra scuola e imprese che si è andata indebolendo negli ultimi trent´anni. Questo enorme gap tra la scuola e il mondo del lavoro può e deve essere colmato". Lo ha detto l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea intervenendo al convegno ´Fight against youth unemployment through good offers of Vocational education and Training´ (Lotta alla disoccupazione giovanile con buone offerte formative in linea con le vocazioni degli studenti) organizzato a Seveso presso la sede del Seminario Arcivescovile Milano. Sviluppo Competenze Distintive - "Regione Lombardia - ha spiegato l´assessore Aprea - ritiene necessario seguire e sostenere la strada intrapresa, oramai da più di 10 anni, e cioè quella di un nuovo concetto di formazione professionale e tecnica che possa aiutare a generare nuovi mestieri, valorizzare quelli ´tradizionali´ e sviluppare competenze distintive, immediatamente spendibili per il sostegno dell´innovazione, della crescita e dell´internazionalizzazione delle imprese italiane". Durante i lavori del convegno, cui hanno partecipato anche Don Massimiliano Sabbadini, Presidente Fondazione Luigi Clerici, e Pierantonio Tremolada Vescovo Ausiliare di Milano, sono stati ricordati i dati negativi relativi alla disoccupazione giovanile, una criticità che va affrontata con strumenti più incisivi. Disoccupazione Giovanile In Continuo Aumento - Secondo l´ultimo rapporto annuale dell´Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), Global Employement Trends for Youth 2013, il tasso di disoccupazione giovanile continuerà incessantemente a crescere nei prossimi anni. Nel 2018 raggiungerà il 12,8%. Il mondo, oggi, conta 73,4 milioni di giovani in cerca di un´occupazione. "Uno scenario davvero preoccupante - ha commentato l´assessore Aprea - ma il mondo del lavoro non è saturo come si può credere. Le stime ci dicono che ci sono 2 milioni di posti di lavoro che non riescono ad essere occupati. È fondamentale superare la discrepanza esistente tra la domanda e l´offerta di lavoro". Formazione Mirata Per Esigenze Imprese - "L´occupabilità - ha voluto ribadire l´assessore regionale - è fondamentalmente legata alla disponibilità delle competenze, sia quelle richieste nella contingenza di un bisogno, che quelle necessarie per attivare e sostenere un piano di crescita per il futuro. Senza le competenze necessarie e richieste dal mercato del lavoro, nessun imprenditore, sia pur alla presenza delle più allettanti normative contrattuali e fiscali, sarà disposto o troverà conveniente creare occupazione. Nello stesso tempo non è possibile chiedere alle imprese di "costruire", da sole, le competenze di cui hanno bisogno, facendosi carico, per conto proprio, della formazione del loro personale specializzato". Cosa Fa Regione Lombardia - La risposta e le azioni intraprese da Regione Lombardia per contribuire a superare questo gap tra formazione e richieste del mondo delle imprese è stato declinato in base a tre linee guida: produttività, innovazione e occupabilità attraverso una forte interazione tra formazione e lavoro in una logica programmatoria. Investiti 175 Mln Euro - "Abbiamo investito - ha ricordato Aprea - ingenti risorse sul sistema di istruzione e formazione professionale. L´investimento per il 2014-2015 è di 175,7 milioni di euro: di cui 76,7 messi a bilancio da Regione Lombardia". Percorsi Professionali Alternativi A Secondarie - I fiori all´occhiello sono i percorsi di Istruzione e formazione professionale (Iefp) che rappresentano il canale professionalizzante del sistema educativo, rivolti ai giovani dai 14 ai 18 anni. Gli Iefp sono per lo studente che conclude la scuola media, una valida alternativa alle scuole secondarie di secondo grado e contano circa 50 mila studenti iscritti. Piu´ Qualita´ - "Abbiamo introdotto - ha detto Aprea - con la valutazione e il rating, criteri di premialità fondati sulla valutazione di qualità, innovazione e risultati di inserimento lavorativo con la finalità di elevare qualitativamente il sistema regionale di Iefp". Apprendistato Come In Germania - "Stiamo puntando allo sviluppo dell´apprendistato di primo livello - ha poi aggiunto - per l´acquisizione della qualifica o del diploma come avviene da anni in Germania e nel nord Europa. La Lombardia finanzia la formazione in apprendistato con finanziamenti ingenti, ma per aumentare significativamente il numero di giovani coinvolti in questi percorsi serve una maggiore attenzione anche da parte della contrattazione per la riduzione del costo di tale istituto che prevede un grande onere formativo". Fare Sistema: Le Filiere Orizzontali - Per il potenziamento del sistema duale nelle Istituzioni Scolastiche e formative, Regione Lombardia ha investito 20,6 milioni di euro agendo con le reti orizzontali, mettendo a sistema i Poli Tecnico Professionali e il progetto Fixo. Poli Tecnico Professionali - I Poli Tecnico Professionali sono la rete interattiva e collaborativa tra enti di formazione, istituti scolatici, imprese, centri di ricerca che favorisce il passaggio degli studenti dal mondo dell´istruzione e della formazione al mondo del lavoro. Ad oggi sono state costituite 56 reti con 200 istituti scolastici, 70 enti di formazione, 5 Università, 400 imprese e 15 associazioni di categoria. Proprio qualche settimana fa è stata approvata la premialità dei Ptp finanziandone 10. Progetto Fixo - Il progetto Fixo (Formazione e innovazione per l´occupazione) ha come obiettivo l´attivazione nelle scuole servizi di placement in accordo con le imprese del territorio e l´avvio di tirocini extracurriculari finalizzati all´assunzione. Il progetto, realizzato da Regione Lombardia in collaborazione con il Ministero del Lavoro e Politiche sociali, Italia Lavoro e l´Ufficio scolastico regionale, ha finora attivato 250 tirocini realizzati grazie agli sportelli di placement presenti in 128 scuole lombarda organizzate in 58 reti. Fare Sistema: Le Filiere Verticali - A queste, si affiancano le filiere verticali, percorsi di istruzione tecnica superiore (29 corsi Its e 70 corsi Ifts) che consentono agli studenti, dopo il conseguimento del diploma negli istituti tecnici, di frequentare corsi altamente specializzati in cui alternano la didattica tradizionale ai laboratori e alla pratica in azienda. Garanzia Giovani - In questo contesto si inserisce l´avvio del programma Garanzia Giovani che vede le istituzioni scolastiche e formative e le Università protagoniste nel favorire la transizione scuola/lavoro, attraverso tirocini extracurriculari, contratti a tempo determinato/indeterminato anche in apprendistato, entro i quattro mesi successivi dall´acquisizione di un titolo di studio. Sulla base dei dati dell´ultimo monitoraggio settimanale di Regione Lombardia sul progetto Garanzia Giovani al 26 novembre 2014, dei 7.636 giovani presi in carico 5.120 ragazzi sono stati avviati al mercato del lavoro. Di questi, 2.125 hanno un contratto di tirocinio, 2.223 sono stati assunti a tempo determinato, 570 in apprendistato e 202 a tempo indeterminato. |
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GIOVANI DROP-OUT: 4 MILIONI IN PIÙ DALLA REGIONE ALLE PROVINCE DELLA TOSCANA PER UNA OFFERTA DI FORMAZIONE AL LAVORO |
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Firenze, 9 dicembre 2014 - Per le attività di formazione dei "drop-out" (i giovani che hanno assolto all´obbligo di istruzione ma sono poi fuoriusciti dal sistema scolastico) la Regione Toscana ha recuperato risorse aggiuntive per 4 milioni e 110 mila euro: soldi che vengono ripartiti fra enti locali e che si aggiungono, per l´anno 2014/15, ad altri 7 milioni e mezzo (già assegnati sul piano esecutivo nazionale della Garanzia Giovani) arrivando così a un totale che supera 11 milioni e 600 mila euro. 1.800 circa i giovani drop-out per i quali sono previste attività formative. "I giovani che lasciano in modo prematuro la scuola sono svantaggiati, sotto tutti gli aspetti, nei confronti di chi passa più tempo a scuola: per questo - sottolinea Emmaneele Bobbio, assessore regionale alla formazione - nei loro confronti abbiamo un supplemento di dovere: intervenire con politiche formative adeguate presentando un´offerta di qualità e capace di aprire spazi concreti di lavoro". La parte del leone, nell´assegnazione delle risorse aggiuntive, la fanno due Province: Firenze (1.540.000 euro) e Livorno (1.378.000 euro). 364 mila euro vanno alla Provincia di Lucca, 234 mila a quella di Grosseto, 186 mila a quella di Pisa e 145 mila alla Provincia di Massa-carrara. Altri 259 mila euro sono, infine, assegnati all´Unione fra i Comuni del circondario Empolese-valdelsa. Le altre Province toscane (Pistoia, Prato, Arezzo, Siena) non hanno rilevato, rispetto alle cifre già a suo tempo assegnate, ulteriori fabbisogni finanziari. I primi corsi di formazione dell´intero pacchetto saranno avviati, in alcune Province, entro la fine anno: con il gennaio 2015 partiranno in tutte le Province. Gli interventi sono rivolti a giovani (15-18 anni) che hanno assolto l´obbligo di istruzione e che sono usciti dal sistema scolastico: gli interessati possono iscriversi, tramite i Centri per l´impiego, al portale di Garanzia Giovani. Avranno così modo di accedere all´offerta formativa esistente. Questa particolare offerta formativa per i giovani drop-out, programmata da Province e Circondario Empolese, al termine di un percorso biennale (2.100 ore in tutto con un 35% di tezioni teoriche, un altro 35% di attività laboratoriali e un 30% di tirocinii formativi e stage aziendali) consente di acquisire una qualifica nell´ambito del sistema toscano della formazione professionale. Per questo tipo di attività i nuovi indirizzi prevedono raccordi con Centri per l´impiego e scuole dei singoli territori, percorsi motivazionali e didattici innovativi, legami con il mondo produttivo locale. |
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TRENTO: DAL RAPPORTO SULL´OCCUPAZIONE DATI INCORAGGIANTI, ORA NUOVE POLITICHE DEL LAVORO PER LA CRESCITA |
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Trento, 9 dicembre 2014 - “I dati del 29° Rapporto sull’occupazione in Trentino sono incoraggianti ma per superare l’attuale crisi strutturale dell’economia serve una nuova stagione di politiche mirate alla crescita del territorio”. Il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi, ha aperto stamani al Muse la giornata dedicata al 29° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento con un intervento che guarda al futuro del Trentino e della sua economia, sottolineando la necessità di ripensare le funzioni ed il ruolo delle politiche del lavoro. Olivi non nasconde le difficoltà del momento - “la disoccupazione giovanile e femminile rimangono elevate e l’uscita dalla crisi economica ed occupazionale non appare vicina” - ma conferma che per il Trentino rimangono centrali l’impresa e il lavoro. Olivi ha fissato anche le priorità: un nuovo modello di politica economica, lavori socialmente utili e fondo di solidarietà territoriale, oltre alla riforma del Progettone. Nuovo modello di politica economia e del lavoro. Nel suo intervento di apertura Olivi, ha evidenziato la necessità di ripensare le funzioni ed il ruolo delle politiche del lavoro. Con l’attuazione della delega in materia di ammortizzatori sociali, il Trentino si colloca in un modello di “flexsecurity” che ha pochi confronti in Italia, grazie anche all’attività svolta da Agenzia del lavoro. Il cambiamento di rotta indicato da Olivi passa attraverso quattro punti: 1) occupabilità, intesa come competenze, alle azioni dirette a far crescere l’occupazione; 2) favorire la mobilità, non solo geografica, così da rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro più dinamico; 3) interventi più selettivi verso professioni e realtà produttive in grado di favorire effettivamente lo sviluppo e la crescita; 4) qualità del lavoro che va migliorata e coniugata con la produttività e la competitività. “E’ evidente - ha ribadito Olivi - che questa svolta comporta un’integrazione tra le politiche industriali, sociali e dell’istruzione e quelle del lavoro”. Disoccupati, lavori socialmente utili e fondo di solidarietà territoriale. L’attenzione rimane alta per le persone espulse dal mondo del lavoro. La Provincia intende continuare a coniugare politiche passive ed attive, a partire dal Reddito di qualificazione a cui deve affiancarsi una forte spinta all’occupazione. Per i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità va promosso maggiormente l’utilizzo dei Lavori socialmente utili statali: i disoccupati potranno così essere utilizzati - ad esempio - in interventi nel settore del recupero dei beni culturali ed ambientali. Inoltre, vanno rafforzati gli elementi di collegamento tra politiche attive e passive, tra azioni di accompagnamento al lavoro e sostegno al reddito dei disoccupati. I lavoratori sospesi possono contare sul reddito di continuità che si dovrà alimentare attraverso l’istituzione di un fondo unico, territoriale e intercategoriale. Una seconda linea di intervento riguarda la copertura contributiva volontaria dei periodi di godimento del Reddito di attivazione a favore dei disoccupati. Infine, sempre per i disoccupati, va incentivata la formazione collegata all’accompagnamento al lavoro e prevedendo che quest’ultimo, venga rimborsato solo se ha portato ad un’occupazione. Giovani e donne, le priorità. Buona parte del suo intervento, Olivi lo ha riservato al sostengo al lavoro e ai lavoratori, vero capitale strategico dell’impresa trentina. Uno dei dati maggiormente negativi del Rapporto sull’occupazione 2014 riguarda i giovani e la loro disoccupazione crescente. In questo ambito, Olivi annuncia interventi più incisivi per i giovani privi delle competenze minime per accedere alla “Garanzia giovani” (fino a 29 anni), che deve affiancare gli interventi per la fascia di età tra i 30/34 anni a sostegno della continuità del rapporto di lavoro. A ciò si deve aggiungere la semplificazione del sistema di apprendistato professionalizzante e il miglioramento qualitativo della formazione, dedicando una sezione ai giovani nel Piano di politica del lavoro. L’altro tema caro ad Olivi sono gli interventi a sostegno dell’occupazione femminile che devono contrastare i fenomeni persistenti di “segregazione” professionale anticipata. “Le donne - ha ribadito Olivi - rappresentano il capitale umano strategico dell’impresa che va sostenuto con una diversa organizzazione del lavoro, l’introduzione di strumenti innovativi di welfare aziendale e azioni premiali per le aziende orientate all’armonizzazione tra lavoro e famiglia”. Così come per i giovani, anche le donne avranno una sezione dedicata nel Piano di politica del lavoro. Strumenti a supporto della strategia per la crescita e il lavoro. La formula proposta dal Olivi garantisce il sostegno della Provincia autonoma di Trento nei confronti delle imprese e del mondo imprenditoriale. Le linee guida appoggiano la contrattazione decentrata e tendono a migliorare l’accesso e la valorizzazione dei servizi alle imprese offerti dai Centri per l’impiego. “Gli obiettivi - ha aggiunto il vicepresidente - saranno raggiunti anche grazie all’azione concertata tra Dipartimento sviluppo economico, Agenzia del lavoro e Trentino sviluppo. Intendiamo introdurre nuovi strumenti, ad esempio la ´borsa dei mestieri´ per i posti vacanti, così come intendiamo armonizzazione gli incentivi alle assunzioni, la formazione continua e l’avvio del reddito di continuità. Così come crediamo fortemente in forme di contratto innovative, quali i contratti di rete”. Over 55 e la riforma del Progettone. Il Trentino ha trovato nel “Progettone” uno strumento prezioso per le politiche del lavoro. Tale strumento va adeguato ai tempi e ai nuovi obiettivi delle politiche del lavoro. “La riforma - ha spiegato Olivi - porterà a privilegiare soluzioni orientate alla ricollocazione sul mercato degli esuberi e non all’estensione di occupazione protetta”. Andranno quindi ridefiniti i requisiti delle persone ammesse al Progettone che dovrebbero essere davvero vicine alla pensione, limitando anche la durata dei rapporti di lavoro e prevedendo che i lavoratori soggetti a procedure di licenziamento collettivo possano essere presi in carico tempestivamente, e comunque 6/12 mesi prima della fine della mobilità, per essere affidati alla rete dei servizi per un intervento di placement. Servizi per l’impiego. Anche per il Trentino, pur essendo portatore di buone prassi nei servizi per l’impiego, si pone il problema del loro adeguamento. “Occorre rendere più efficace l’attività dei Centri per l’Impiego e l’impegno profuso dai loro addetti- ha concluso l’assessore Olivi -. Vanno per questo migliorati gli strumenti informativi e qualificata ancor più l’intermediazione tra domanda e offerta, così come vanno migliorate le condizioni di lavoro: soprattutto in questo momento va ampliata la capacità di offerta di servizi anche alle imprese, oltre che ai lavoratori”. |
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PROFUGHI: ZAIA, “IN VENETO OGGI EMERGENZA GRAVE, TRA POCO INVASIONE. GOVERNO E EUROPA SORDI. GIA’ 6.087 TRASFERITI NEL SOLO 2014, ALTRI 913 IN ARRIVO, 1.753 PRESENTI NELLE STRUTTURE TEMPORANEE E NON E’ FINITA. C’E’ UN DISEGNO CONTRO I VENETI”. |
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Venezia, 9 dicembre 2014 - “Adesso è emergenza grave, tra poco diventerà vera e propria invasione, scientemente disorganizzata da uno Stato, debole, confusionario e assolutamente incapace di farsi valere in un’Europa burosaura e priva del benché minimo senso della solidarietà”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia torna ad intervenire con durezza sul continuo afflusso di profughi provenienti dall’operazione Mare Nostrum/triton. “In una botta sola – dice Zaia snocciolando dati – al Veneto ne sono stati assegnati altri 913, il che porta il numero totale dei trasferimenti effettuati da inizio 2014 a circa 7.000. 1.753 sono quelli oggi presenti nelle strutture temporanee e a questi si aggiungeranno i nuovi in arrivo. E’ come se d’autorità avessero costituito in Veneto, quel Veneto che già ospita oltre 500 mila immigrati regolari (il 40% dei quali disoccupato), un nuovo comune di medie dimensioni composto solo da stranieri che arrivano, si fermano, ripartono, scompaiono nel nulla, senza alcun controllo. E non è finita – incalza Zaia – perché la quota totale assegnata al Veneto è di 3.742 pressochè in pianta stabile. Tolti i 1753 già presenti, vuol dire che dobbiamo aspettarci ancora più o meno 2.000 persone, oltre a quelle che soggiornano in Veneto prima di sparire verso altri lidi misteriosi. Il tutto a conferma che c’è un preciso disegno a tavolino per mettere in croce il Veneto e i veneti”. “I nostri Sindaci sono eroi ma non sanno più cosa fare – aggiunge Zaia – ed io sostengo senza remore i loro no che diventano sempre più frequenti; gli organismi statali territoriali a stento si trattengono dal manifestare preoccupazioni e difficoltà, che ogni tanto fanno trapelare sui media: invece farebbero bene a dichiarare forte e chiaro ai loro referenti romani; la gente non capisce cosa, come e perché, e quando la gente non riesce a capire, l’allarme sociale è cosa fatta. Gli Italiani e i veneti, già in ginocchio per la crisi, non meritano di essere trattati così”. “Abbiamo ragionato con coscienza, discusso, proposto soluzioni come quella, inascoltata e inattuata, di un’equa distribuzione del problema tra tutti i Paesi europei. Adesso il veneto, i Veneti e i loro amministratori locali e regionali sono stanchi. Non ci stiamo più – conclude Zaia – e a questo punto non ci sentiamo nemmeno di escludere decisioni clamorose, pur nell’alveo della legalità”. |
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FAMIGLIA, IMPRESE, ISTITUZIONI ALLEATE PER IL BENESSERE E LA CRESCITA ECONOMICA |
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Trento, 9 dicembre 2014 - Le buone pratiche attive nel nostro Paese ci sono, ma devono essere fatte conoscere ed “esportate”. C´è bisogno di una cultura aziendale favorevole, di un territorio e di una cornice normativa che spingano in questa direzione. Un ruolo decisivo è naturalmente quello giocato dalle istituzioni, che nella famiglia e in tutto ciò che ruota attorno alla famiglia devono investire, credere, formare. Sono questi gli ingredienti della terza edizione del Festival della Famiglia che si tiene oggi a Riva del Garda. All’inaugurazione erano presenti Alberto Bertolini, vicesindaco del Comune di Riva del Garda e coordinatore del “Distretto Famiglia Alto Garda”; Luigi Bressan, arcivescovo della Diocesi di Trento; l’assessora regionale Violetta Plotegher e Franca Biondelli, sottosegretaria del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Politiche della Famiglia. Quando parliamo di politiche di conciliazione fra vita e lavoro ci riferiamo precisamente a questo. Parliamo innanzitutto di un´alleanza da creare fra tutti i soggetti dell´ecosistema, ovvero fra i diversi "attori" economici e sociali del territorio: famiglie e loro associazioni, datori di lavoro, servizi sociali, enti pubblici. Un vivo apprezzamento per il Festival della Famiglia lo ha portato Franca Biondelli, sottosegretaria del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Politiche della Famiglia. “Ringrazio tutti voi che siete qui. Siete tanti e sono contenta che ci siete. Questa è la terza edizione e conferma la rilevanza economica del tema. Condivido questa impostazione: le politiche di conciliazione sono politiche anche di sviluppo economico. Il Trentino è di certo un territorio amico della famiglia. Se una cultura della conciliazione si è diffusa è anche grazie ad appuntamenti come quello di oggi. In tempo di crisi avere nuove politiche non è solo un diritto dei lavoratori ma anche una leva per sostenere le politiche di occupazione che non devono essere declinate solo in un’ottica di genere. Ieri dopo la firma del secondo protocollo mi sono chiesta perché il Trentino ha elaborato delle politiche famigliari così belle. Mi sono data due risposte: c’è una classe politica che ci crede e conosce il suo territorio e ci sono associazioni che sostengono questa visione. Il mio impegno sarà quello di trasportare questa buona pratica anche a livello centrale. La politiche di conciliazione sono viste come un problema della famiglia. Non va bene, serve cambiare ottica e passare dalla conciliazione all’armonizzazione, dove famiglie e imprese sono alleate. Su questo la politica deve unirsi anche a livello nazionale. Tutti lavoriamo per lo stesso scopo, dare una risposta al Paese”. L’assessora regionale Violetta Plotegher ha portato in saluto da parte del presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi. “Porto la voce di un’amministrazione che crede nella famiglia. Siamo qui anche per condividere insieme un’ispirazione verso il futuro nella convinzione che bisogna cambiare passo per uno sviluppo del capitale relazionale e sociale non solo economico. Il tema di questo festival è particolarmente impegnativo e sottolinea la necessita di mettere in armonia quella che è fondamento del nostro benessere che sono la qualità delle relazioni. Noi abbiamo necessità di rivolgerci ai bisogni delle famiglie. Sono qui ad esprimere il desiderio di costruire alleanze e scambiare nuove pratiche non solo all’interno del Trentino ma anche a livello nazionale per favorire la vocazione al sostegno e alla promozione della famiglia”. L’arcivescovo Luigi Bressan “ho l’onore e il piacere di portare il messaggio che Papa Francesco ci rivolge per questa occasione segno di stima e apprezzamento di questo Festival”. Nel messaggio Papa Francesco scrive “il tema affrontato, che riprende e completa una serie di riflessioni che avete già iniziato su altri aspetti nelle scorse edizioni, è molto importante. Voi vi proponete di offrire spunti di riflessione e piste operative affinché la famiglia sia sempre più protagonista nel contesto sociale, culturale e politico del Paese. In effetti, voi siete ben consapevoli della posizione insostituibile e fondamentale che la famiglia occupa, sia nella società civile sia nella comunità ecclesiale. Il futuro dell’umanità passa attraverso la famiglia, e pertanto bisogna permetterle di giocare il ruolo che le compete”. Www.festivalfamiglia.it |
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BOLZANO, PROMOZIONE DELLE PARI OPPORTUNITÀ: DOMANDE DI CONTRIBUITO ENTRO IL 22.12 |
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Bolzano, 9 dicembre 2014 - La Provincia concede contributi per la realizzazione di progetti che promuovono la formazione e l´aggiornamento per le donne, la sensibilizzazione dell´opinione pubblica sul tema delle pari opportunità e la cultura femminile. Rispettive domande di contributo possono ancora essere presentate entro il 22 dicembre 2014 al Servizio donna della Provincia. I contributi sono finalizzati a promuovere progetti che contribuiscono a migliorare la situazione giuridica della donna, promuovere la parità tra donna e uomo in ogni ambito sociale e, in particolare, raggiungere la parità nella vita lavorativa ed economica. I progetti, inoltre, possono avere le seguenti finalità: analizzare criticamente gli stereotipi tradizionali di tipo sessista e incentivare un´equa distribuzione dei compiti tra donna e uomo, sostenere la cultura delle donne e promuoverne la diffusione, e in particolare rivedere in senso critico la storia della donna e dare visibilità alle prestazioni delle donne. Per la realizzazione dei progetti può essere concesso un contributo compreso fra il 50 e il 70 per cento delle spese ammesse. Possono fare domanda organizzazioni femminili, gruppi e iniziative di donne che hanno una sede in provincia di Bolzano e svolgono la loro attività nel territorio provinciale, nonché strutture ed enti privati con sede ed attivitá in provincia di Bolzano, che perseguono per statuto la realizzazione della parità tra uomo e donna, senza scopi di lucro. Le direttive dettagliate, il modulo per la domanda e gli altri allegati sono disponibili sul rispettivo sito della rete civica dell´Alto Adige dal titolo "Contributi per progetti in ambito Pari Opportunità" - Link: http://www.Provincia.bz.it/it/servizi/servizi-categorie.asp?bnsvf_svid=1004621 Le domande possono essere inviate entro il 22 dicembre 2014 tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento o presentata personalmente al Servizio donna, Ripartizione provinciale lavoro, Via Dante 11, Bolzano. Per le domande inviate tramite raccomandata con avviso di ricevimento, quale termine di presentazione fa fede la data del timbro dell´ufficio postale accettante. La consegna a mano presso il Servizio donna deve avvenire invece entro il 22 dicembre, ore 12.00. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Servizio donna: tel. 0471 41 69 50, e-mail serviziodonna@provincia.Bz.it |
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IL LIBRO “FIGLI E LAVORO SI PUÒ”: PER IL BENESSERE DEI LAVORATORI |
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Trento, 9 dicembre 2014 - Dieci storie di conciliazione vita-lavoro per pensare che sia possibile ridisegnare un equilibrio tra gli impegni di lavoro e i carichi familiari; le testimonianze dalla viva voce dei protagonisti della pubblicazione “Figli e lavoro si può” e le riflessioni di operatori pubblici sugli interventi possibili per favorire il benessere dei lavoratori: questa in sintesi la presentazione del libro curato dalla giornalista Adele Gerardi, che si è tenuta ieri presso lo Smartlab c/o Centro giovani di Rovereto, nell´ambito degli eventi del Festival della Famiglia. La terza edizione del Festival della famiglia tra le molte opportunità ha offerto anche quella di raccogliere nel libro collettivo, intitolato “Figli e lavoro si può”, le esperienze di vita di dieci dipendenti e di dieci dirigenti responsabili della gestione delle risorse umane di organizzazioni pubbliche e private del Trentino, relative alle misure di conciliazione famiglia–lavoro. Una possibilità che ha fatto la differenza nella loro qualità di vita, intesa come sintesi armonica tra benessere familiare e lavorativo e, in particolare, anche con la propria comunità. Nel testo vi sono alcuni casi di maternità negata o osteggiata in Italia - è la donna infatti principalmente a subire il bivio obbligato ‘o i figli o il lavoro’, laddove per ‘figli’ si intende in modo esteso la cura della famiglia, che comprende anche i genitori anziani o altri membri bisognosi di assistenza. La pubblicazione della giornalista Chiara Valentini ‘ O i figli o il lavoro’ (2012) ha dato lo spunto per scrivere - in contraltare - l’esperienza del Trentino dove dal 2004 le politiche pubbliche puntano sul benessere familiare come elemento principe di coesione sociale e allo stesso tempo leva di sviluppo economico. Non sempre è facile tradurre in empatia emozionale le politiche pubbliche, anche quando si tratta di ‘buone pratiche’. Raccontare quindi in prima persona, in viva voce, come si sono affrontate le problematiche tra il dover onorare gli impegni del lavoro e quelli della cura della famiglia, senza penalizzare entrambi o uno solo di essi, ci auguriamo possa incoraggiare molte persone a non rassegnarsi all’’ansia di prestazione’ ma pensare ‘anch’io posso vivere bene con la famiglia e con un lavoro a tempo pieno’. Ognuna delle testimonianze del libro porta con sé un forte senso di ottimismo, che non guasta di questi tempi, come nel caso di Andrea Facchinelli dove il telelavoro gli ha permesso di non cedere alla depressione dopo un tragico incidente, o nel caso di un’adozione arrivata all’improvviso o di un bimbo in affido per una donna single, o ancora l’esperienza felice di due co-manager, per non parlare dell’Azienda provinciale dei servizi sanitari che già nel 2004 istituì i comitati interni aziendali per le pari opportunità o la Fondazione Bruno Kessler che ha adottato il progetto Europeo Festa (Female Empowerment in Science ad Technology Academia)”. Ha avviato i lavori con un reading l’attrice Manuela Fischetti, ieri in scena con il suo spettacolo No Kids al centro giovanile Cantiere 26 di Arco. L’assessora alla contemporaneità del comune di Rovereto Luisa Filippi ha raccontato come il Comune sta lavorando in modo integrato fra assessorati consentendo politiche sinergiche e quindi risparmi economici. Le politiche realizzate dal Comune sono azioni di informazione e di sostegno alle nuove famiglie creando e sollecitando la realizzazione di una rete fra famiglie. Creare una filiera di servizi per mettere a sistema tutte le competenze esistenti è l’obiettivo su cui stiamo lavorando anche se resta complicato il dialogo con le aziende. Socializzare una visione di comunità è l’operazione più complessa ed è la sfida che la nostra amministrazione sta affrontando con determinazione e con una giunta che in tre anni di mandato ha avuto in totale 5 figli. Luciano Malfer, dirigente Agenzia per la famiglia ha anticipato il grande appuntamento di oggi sul tema dell’ecosistema vita e lavoro affermando che "questa è la nuova una sfida in quanto lo scenario è quello di una governance di sistema tra pubblico, privato e le famiglie. Il Festival vuole essere occasione per raccontare i maggiori contributi nazionali e internazionali su questo tema con la condivisione di scenari sulla visione di tali indirizzi. Il nostro sistema sociale deve essere in equilibrio e dobbiamo catalizzare le energie in una logica di ecosistema per questo le prospettive sono ampie: il filone pubblico che deve evolversi (non solo con offerte socio educative ma ampliando la gamma di servizi, raccordarli, e creare filiere specializzate) e la cultura pubblico-privato che deve entrare nei servizi. I temi centrali sono quindi quelli della cultura della flessibilità, sia studiate nel settore pubblico che privato, la nuova frontiera del welfare aziendale, o 2° welfare, del management e del work life balance". Valeria Viale, di Isfol. Struttura di Inclusione sociale – Gruppo di ricerca Pari opportunità e non discriminazione ha dato risposta a delle curiosità sulla manovra sul lavoro Jobs act affermando che è previsto l’astensione al lavoro per maternità a tutti i lavoratori anche alle partite Iva, prevede il telelavoro con la speranza che i decreti attuativi vadano nella direzione dello smart working. Quest’ultimo infatti è già un’evoluzione del telelavoro che si basa su un nuovo modello organizzativo che va nella direzione di misurare gli obiettivi raggiunti nell’ambito della propria professione; modello applicabile nel privato e nel pubblico. La nuova manovra sul lavoro prevede misure più ampie su maternità e conciliazione anche se lo scenario è quello di passare alla condivisione reale in quanto la situazione odierna vede ancora lo sbilanciamento verso la donna nelle azioni che prevedono l’assorbimento dei carichi di cura della famiglia, tematica che affronterà ampiamente domani al Festival la ricercatrice Isfol. Le parole chiavi emerse nell’incontro e rilanciate dalla Viale sono state: sfide, crisi, politiche cambiamento culturale, dalla conciliazione alla condivisione. L’europa tra affrontando delle sfide: tasso di disoccupazione elevato, basso tasso di natalità, andamento negativo a livello economico. Pertanto l’Europa chiede proprio un ecosistema di integrazione delle politiche in generale e gli studi affermano che i paesi che hanno adottato politiche di lavoro inclusivo e flessibile il risultato è stato un impatto positivo. Studi comparati mostrano come l’Austria e la Germania abbiano misure di interventi legati alla conciliazione vita lavoro simili alla Trentino con destinazione di risorse, politiche e investimento culturale in tale direzione. Eleonora Stenico, consigliera di parità della Provincia autonoma di Trento ha valorizzato le storie riportate nel libro in quanto le vicende raccontante affiancano le storie del lavoratore e quelle del datore del lavoro in tema di conciliazione. Questo elemento è importante perché è rilevante mostrare le visioni dei diversi attori protagonisti delle politiche di conciliazione. Grande entusiasmo anche per la lettura di storie di respiro europeo che mostrano le misure di conciliazione attivate in paesi poco citati in tali azioni quali la Grecia, la Lituania, la Croazia,…la nuova frontiera oggi è quella di cercare soluzioni diversificate per esigenze diversificate. All´incontro erano presenti anche un referente per la Casa editrice Greetrendesignfactory e i protagonisti della pubblicazione e alcuni datori di lavoro. |
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FAMIGLIE TOSCANE: AMPLIATI INTERVENTI DI SOSTEGNO |
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Toscana, 9 dicembre 2014 - Approvata dal Consiglio regionale con voto favorevole all’unanimità una proposta di legge che amplia gli interventi di sostegno finanziario in favore delle famiglie in Toscana. L’atto, come ha spiegato Marco Remaschi (Pd) nella sua illustrazione all’aula, “vuole venire incontro alle famiglie in un momento che continua ad essere di grande crisi”. La proposta di legge, che è di iniziativa consiliare e che vede come prima firmataria Lucia De Robertis (Pd), modifica una legge regionale del 2013 che già prevedeva, tra le altre cose, l’erogazione di contributi una tantum di 700 euro a favore dei nuovi nati, l’erogazione annuale di 700 euro alle famiglie numerose con almeno quattro figli e il contributo annuale di 700 euro a favore delle famiglie con un figlio disabile. La modifica apportata dal nuovo testo ha lo scopo di raggiungere un maggior numero di soggetti che si trovano in difficoltà. In particolare, ha spiegato ancora Remaschi, si permette di richiedere il contributo per disabili anche nei casi di assenza dei genitori a chi convive col disabile avendolo a carico anche fiscalmente; si introduce la possibilità anche per il padre di chiedere il contributo per il nuovo nato (nel testo originario questa possibilità era prevista solo “in assenza della madre”); viene innalzata la soglia Isee entro la quale si ha diritto ai contributi, portandola ad euro 29.999. Ancora, si specifica che tutti i membri del nucleo familiare devono essere residenti in Toscana da almeno un anno anche in ragione di rendere maggiormente efficace l´azione di controllo sulle dichiarazioni rese dai richiedenti e, infine, si fa salva la possibilità per i Comuni di tener conto del contributo regionale quando erogano provvidenze economiche di propria competenza simili, per evitare sovrapposizioni assistenziali. Soddisfatto si è detto anche Stefano Mugnai (Fi). “E’ significativo – ha commentato Mugnai – che dopo anni di contrapposizioni ideologiche finalmente si sia tutti d’accordo nel dare importanza alla famiglia e nel considerarla il cardine della società contemporanea”. |
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BOLZANO: TAVOLO DI LAVORO SULLE ADOZIONI |
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Bolzano, 9 dicembre 2014 - La cooperazione con la scuola è stata recentemente al centro del secondo incontro del tavolo di lavoro sulle adozioni presieduto dall’assessora Martha Stocker. La cooperazione con la scuola è stata recentemente al centro del secondo incontro del tavolo di lavoro sulle adozioni presieduto dall´assessora Martha Stocker. Prendono parte ai lavori il promotore del tavolo, l´Ufficio per la Tutela dei minori e l´inclusione sociale, il Servizio adozioni, il Tribunale dei minori di Bolzano, l´Associazione famiglie adottive ed affidatarie, i Centri di mediazione all´adozione ed i rappresentanti delle Intendenze scolastiche. Da parte dell´Ufficio per la tutela dei minori e l´inclusione sociale deve essere offerto tutto il possibile sostegno alle famiglie adottive ed affidatarie ed il tavolo di lavoro, riunitosi recentemente sotto la presidenza dell´assessora alle politiche sociali, Martha Stocker, rappresenta l´organismo in cui questa collaborazione trova espressione. "Il settore riguardante le adozioni e l´affidamento di minori richiede la massima collaborazione tra tutte le componenti che contribuiscono al benessere dei minori" ha sottolineato l´assessora Stocker nel corso della seduta ed ha aggiunto "Sono particolarmente sensibile alle esigenze dei bambini adottati ed in affido ed alle loro famiglie". Nel corso della seduta si è parlato in particolare del sostegno delle scuole per quanto riguarda la tematica delle adozioni e dell´applicazione delle linee guida già elaborate e previste per quanto riguarda l´inserimento dei minori adottati negli asili nido e nelle scuole. In questo ambito, è emerso, va ulteriormente rafforzata la collaborazione e la messa in rete tra le scuole ed i vari partner che operano nel settore. A questo proposito la direttrice dell´Ufficio per la Tutela dei minori e l´inclusione sociale, Petra Frei, ha posto l´accento sul fatto che spesso i minori vengono inseriti troppo presto nelle strutture scolastiche e ciò ha ripercussioni sia su di loro che sulle loro famiglie. Per prevenire queste problematiche la direttrice ha annunciato che tra breve sarà distribuito alle famiglie un apposito opuscolo informativo con suggerimenti in merito all´inserimento scolastico con i relativi indirizzi di riferimento. Altri temi trattati dal tavolo di lavoro riguardano la preparazione e l´accompagnamento con un´apposita opera di sensibilizzazione delle famiglie che intendono adottare o prendere in affidamento dei minori |
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