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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Gennaio 2015
PARLAMENTO EUROPEO: TRIBUTO ALLE VITTIME DEGLI ATTACCHI CONTRO CHARLIE HEBDO E SUPERMERCATO EBRAICO  
 
Strasburgo, 13 gennaio 2015 - "La violenza dei kalashnikov non svilirà i nostri valori europei", ha promesso ieri il Presidente del Parlamento Martin Schulz, dopo aver letto i nomi delle 17 persone uccise negli attacchi della scorsa settimana contro Charlie Hebdo e un supermercato ebraico. Alla fine del minuto di silenzio, si sono espressi anche i gruppi politici del Parlamento. Molti fra gli oratori hanno visto la grande manifestazione di solidarietà dimostrata da milioni di cittadini in tutta Europa e in tutto il mondo come una rinascita e una riaffermazione dei valori fondamentali dell´Europa. "Questi 17 vignettisti, giornalisti, poliziotti, impiegati e comuni cittadini ebrei sono stati uccisi perché rappresentavano quanto i fanatici non possono tollerare: critica, umorismo, satira e libertà di parola", ha detto Schulz. "Non dobbiamo permettere che la paura, l´antisemitismo, l´islamofobia o l´odio eroda i valori che ci definiscono: la libertà di parola e la libertà di stampa, la tolleranza e il rispetto reciproco", ha esortato il Presidente del Pe. Alain Lamassoure (Ppe, Fr) ha elogiato i milioni di cittadini che hanno invaso le strade in uno "tsunami di umanità", come "un grido formidabile di fraternità per tutti i popoli d´Europa. "L´11 gennaio 2015 è la data di nascita di un´Europa dei popoli (...), unita nei suoi valori e contro l´odio", ha detto il deputato francese, aggiungendo che: "il primo valore dei diritti universali pronunciato dagli europei è la pace e il dovere di preservare la pace difendendo le differenze, tutte le differenze". "Dico, come hanno fatto milioni di altri in tutto il pianeta, che non potremo mai cedere", ha dichiarato Pervenche Berès (S&d, Fr). Quando una calamità colpisce uno di noi, non lasceremo che nessuno ci divida. Siamo tutti Charlie, caduto senza che nessun dio l´abbia mai ordinato. Il nostro ideale è la democrazia. Difendiamola con uno speciale Premio Sakharov a Charlie Hebdo", ha suggerito la deputata. Helga Stevens (Ecr, Be) ha dichiarato: "Non importa cosa accada, i nostri valori non cambieranno, perché crediamo nella libertà di espressione, di religione. Il dolore deve rafforzare la nostra determinazione a sfidare questi attacchi e deve farci stare uniti, perché solo se lavoriamo insieme prevarremo". "Non dimentichiamo che tra i tre poliziotti uccisi c´era una donna nera, un musulmano e un nativo francese", ha detto Guy Verhofstadt (Alde, Be). "Questo testimonia - continua il deputato - il fatto che le nostre società sono multiculturali e il nostro Stato di diritto dà opportunità a tutti. Eppure, da Madrid a Londra e a Parigi, oggi dobbiamo anche riconoscere un fallimento. Questi terroristi erano i nostri figli che sono nati qui, sono cresciuti qui e qui sono anche morti". "La Francia è in lutto ma resta ferma contro queste esecuzioni di giornalisti, poliziotti, cittadini, come un fronte unito, una barriera contro la barbarie", ha dichiarato Patrick Le Hyaric (Gue/ngl, Fr). "Dobbiamo discutere di come risolvere la dialettica fra sicurezza e pace: non si può sacrificare la sicurezza sull´altare della libertà, o la libertà sull´altare della sicurezza (...), non possiamo lasciare così tanti quartieri, tanti giovani e bambini abbandonati", ha concluso il deputato. Michèle Rivasi (Verdi/ale, Fr) ha detto: "I nostri pensieri vanno alle 17 vittime, artisti e giornalisti, poliziotti, ebrei cristiani, cristiani, atei e musulmani. La paura e l´odio non hanno vinto. Dobbiamo ancora vedere se non cadremo nelle trappole preparate da fanatici e demagoghi. Questa non è una guerra di civiltà. Un´altra trappola da evitare è vedere le nostre libertà pubbliche sepolte sotto un arsenale di sicurezza. Ricordate il Patriot Act? Non è possibile proteggere i diritti umani, negandoli, o proteggere la libertà riducendola. Diamo ai bambini europei più amore e meno odio". Nigel Farage (Efdd, Uk) ha criticato i leader politici, in particolare per gli interventi militari in Medio Oriente. "Ciò che abbiamo fatto è suscitare un risentimento molto profondo all´interno della gran parte della comunità musulmana e ha avuto l´opposto dell´effetto desiderato. Infatti, abbiamo permesso ai predicatori di odio di andare in giro a dire cose totalmente inaccettabili. Il risultato di tutto ciò è una quinta colonna nei nostri paesi, del tutto contraria ai nostri valori", ha concluso il deputato. Marine Le Pen (Ni, Fr) ha dichiarato: "Il primo dovere verso le vittime è quello di mettere un nome su ciò che li ha uccisi. Non è il terrorismo che li ha uccisi. Il terrorismo è un mezzo per un fine. È il fondamentalismo islamico che li ha uccisi. Uccide in tutto il mondo, uccide migliaia di persone. Siamo sotto attacco perché i nostri valori sono odiati dai fondamentalisti. Dobbiamo affrontare questo attacco. (...) Dobbiamo anche essere critici verso noi stessi. L´europa è in grado di proteggere noi, i popoli d´Europa, dalla minaccia del fondamentalismo islamico?" Le vittime degli attacchi contro Charlie Hebdo, supermercato ebraico e polizia_ Philippe Braham; Franck Brinsolaro; Frédéric Boisseau; Jean Cabut; Elsa Cayat; Stéphane Charbonnier; Yohan Cohen; Yoav Hattab; Philippe Honoré; Clarissa Jean-philippe; Bernard Maris; Ahmed Merabet; Mustapha Ourrad; Michel Renaud; François-michel Saada; Bernard Verlhac e Georges Wolinski.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, IN DIRETTA: IL 70° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI AUSCHWITZ  
 
Strasburgo, 13 gennaio 2015 - La liberazione di Auschwitz-birkenau è avvenuta nel mese di gennaio 1945. Questo martedì 13 Gennaio dalle ore 9 la sessione plenaria del Parlamento europeo accoglierà un dibattito, a seguito di una dichiarazione del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Segui in diretta. Http://www.europarl.europa.eu/ep-live/en/plenary/  La visita di Schulz a Auschwitz-birkenau - Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha reso omaggio alle vittime del campo di concentramento e di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-birkenau nel corso di una visita ufficiale in Polonia, il 20 aprile 2013. "La visita al campo di sterminio nazista di Auschwitz cambia. E mi ha cambiato", ha detto. "Non ci sono parole per descrivere l´enormità di questo crimine. Non dobbiamo mai, mai dimenticare", ha aggiunto Martin Schulz. Simone Veil - In questa occasione rivolgiamo i nostri riflettori sulla donna francese sopravvissuta ad Auschwitz e prima Presidentessa del Parlamento europeo eletta direttamente, Simone Veil. Un simbolo vivente della riconciliazione europea che rappesenta l´importanza di mantenere la pace. Simone Veil, nata a Nizza nel 1927 da una famiglia ebrea, è stata arrestata dalla Gestapo nel 1944 e deportata ad Auschwitz. Simone Veil è stata membro del Parlamento europeo dal 1979 al 1993 e come presidente del Parlamento europeo dal 1979 al 1982. Guarda il video che illustra questo articolo: la prima parte mostra una visita di una delegazione del Parlamento europeo al campo di concentramento di Auschwitz, con Simone Veil nel maggio 1994. La seconda parte del video mostra un discorso in francese di Simone Veil per il 50° anniversario della liberazione del campo di concentramento, al Parlamento europeo a Strasburgo nel maggio 1995. Https://www.youtube.com/watch?v=ktrds9aldge#t=14    
   
   
CROAZIA: SERRACCHIANI A KITAROVIC, UNITE PER ADRIATICO E BALCANI  
 
 Udine, 13 gennaio 2015 - "Molti sono gli interessi che si intrecciano fra le nostre genti, che spesso hanno condiviso un comune percorso culturale, e credo che grande debba essere l´impegno a rendere l´Adriatico e i Balcani un´area stabile e prospera". Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani, inviando alla nuova presidente della Repubblica di Croazia, Kolinda Grabar-kitarovic, gli auguri di buon lavoro per il suo mandato quinquennale. Kitarovic, già ministra degli Esteri, è la prima donna eletta alla presidenza. "Fatto purtroppo non scontato", ha commentato Serracchiani rivolgendole i complimenti per la sua affermazione sul socialdemocratico Josipovic. Serracchiani ha evidenziato come "l´amicizia e la collaborazione che hanno segnato i rapporti tra il Friuli Venezia Giulia e la Croazia, con forza particolare a partire dal riconoscimento della nuova Repubblica da parte dell´Italia, ma in generale con il popolo croato anche nel corso dei decenni precedenti, sono una garanzia che queste relazioni potranno essere, se possibile, ancora più solide e proficue per il futuro". La presidente del Friuli Venezia Giulia, ricordando come l´adesione della Croazia all´Unione Europea sia stato un grande passo, "che - ha aggiunto - speriamo verrà presto completato dall´ingresso nel Trattato di Schengen", ha auspicato che ciò porterà positive conseguenze per tutte le forme di scambio, "inclusa la caduta delle barriere che finora hanno diviso la minoranza italiana autoctona che vive sulle terre che si affacciano sull´Adriatico orientale".  
   
   
SERRACCHIANI OGGI IN VISITA UFFICIALE A LUBIANA  
 
Trieste, 13 gennaio 2015 - Viene conferito oggi a Lubiana dal presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor alla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani l´onorificenza dell´Ordine d´oro al merito, "per aver contribuito ad approfondire i rapporti di collaborazione sloveno-italiana a livello bilaterale e regionale ed il sostegno allo sviluppo della minoranza slovena in Italia come elemento d´avvicinamento tra i due Stati". Al termine della cerimonia è in programma tra i presidenti Pahor e Serracchiani un incontro al quale parteciperanno anche gli assessori regionali Francesco Peroni e Gianni Torrenti, l´ambasciatore d´Italia a Lubiana Rossella Franchini, l´ambasciatore di Slovenia a Roma Iztok Mirosic ed il console generale di Slovenia a Trieste Ingrid Sergas. Successivamente la presidente Serracchiani incontrerà anche il ministro degli Affari esteri Karl Erjavec.  
   
   
FASSINO: “DECOLLA LA CITTÀ METROPOLITANA. NUOVE COMPETENZE E CONTINUITÀ DEI SERVIZI. IL 2015 FASE COSTITUENTE”. ALBERTO AVETTA VICE SINDACO METROPOLITANO DI TORINO  
 
Torino, 13 gennaio 2015 - Le sfide che stanno davanti agli amministratori della Città metropolitana che dal 1° gennaio 2015 ha iniziato ufficialmente la sua attività, la continuità nella gestione dei servizi sinora garantiti dalla Provincia che ha cessato le sue funzioni il 31 dicembre 2014, le nuove funzioni assegnate alla Legge Delrio alle Città metropolitane, le risorse e il personale necessari al pieno esercizio delle competenze. Tutto questo e altro nella prima conferenza stampa del Sindaco metropolitano, Piero Fassino, durante la quale è stata annunciata la nomina del Vice-sindaco metropolitano Alberto Avetta: una scelta di continuità, avendo il primo cittadino di Cossano Canavese gestito gli ultimi mesi della Provincia in qualità di Vice-presidente. Ecco per punti le questioni affrontate nella conferenza stampa del Sindaco Fassino. Statuto, competenze, perimetrazione delle Zone omogenee - Il Sindaco Fassino ha ricordato che la Legge Delrio prevede che le Città metropolitane assumano la competenza amministrativa sui territori di area vasta delle Province uscenti. La Città metropolitana di Torino è una realtà unica in Italia, essendo composta da 315 Comuni e confinando con la Francia e la Valle d’Aosta. E’ la più grande Città metropolitana d’Italia per estensione territoriale ed ha una complessa articolazione territoriale, che affianca all’area metropolitana torinese altre aree territoriali omogenee, territori montani e collinari che hanno peculiarità storiche, culturali ed economiche. La Legge Delrio giunge al termine di un processo ventennale di elaborazione ed è la sanzione istituzionale di una tendenza sociale, economica e territoriale: i confini delle città vanno al di là di quelli dei singoli Comuni, situandosi in una dimensione metropolitana. Altri Paesi europei hanno adottato o stanno adottando leggi che riconoscono la dimensione metropolitana. La globalizzazione accresce il ruolo delle aree metropolitane, perché in esse si concentrano opportunità culturali, attività economiche, centri di formazione, servizi sociali. Vi si concentrano anche le criticità, come la crisi economica e sociale. Per la realtà torinese la Legge Delrio adegua l’intelaiatura istituzionale a un dato obiettivo: già oggi una serie di servizi come i trasporti e la distribuzione sono organizzati in una dimensione metropolitana. Fassino ha poi ricordato che le Città Metropolitane ereditano le funzioni fondamentali delle Province e ne aggiungono altre, come le politiche per lo sviluppo economico. Il riconoscimento delle Città metropolitane rientra peraltro in un più complessivo processo di riforma costituzionale ed istituzionale, che va dalla riforma del Parlamento alla nuova legge elettorale e alla revisione del Titolo V della Costituzione e dei rapporti tra Stato ed Enti locali. Il Sindaco ha ricordato che il Consiglio metropolitano sta lavorando all’elaborazione della bozza finale dello Statuto del nuovo Ente. Sono state insediate tre Commissioni consiliari, una delle quali sta redigendo la proposta di Statuto, che sarà sottoposta ad una consultazione dei Sindaci e alla successiva approvazione da parte della Conferenza metropolitana dei 315 primi cittadini. Si sta anche lavorando a definire la perimetrazione delle Zone omogenee – Pinerolese , Canavese, Eporediese, Val di Susa e altre - in cui sarà suddiviso il territorio della Città metropolitana, per dare un riconoscimento all’articolazione del territorio. Lo Statuto prevederà espressamente forme di rappresentanza degli interessi e delle esigenze delle Zone. La Città metropolitana avrà un bilancio distinto e funzioni distinte da quelle dei Comuni e non sottrarrà risorse né competenze alle amministrazioni locali, perché ciò è espressamente impedito dalla Legge Delrio. I Comuni non perderanno nulla con l’avvento di un nuovo Ente di area vasta che sarà una Città di città e assicurerà pari dignità a tutti i Comuni. Il tema delle funzioni e delle deleghe è oggetto dei lavori di un’altra Commissione. Si deve definire il futuro delle competenze gestite su delega e con risorse delle Regioni. L’accordo nazionale sottoscritto da Governo, Anci (di cui il Sindaco Fassino è Presidente) e Conferenza delle Regioni prevede che ogni politica sia affidata all’Ente più congruo nel gestirlo in base al principio di sussidiarietà. Ogni Regione sta negoziando con le Province e le Città metropolitane del proprio territorio come gestire la materia. La Regione Piemonte ha depositato un disegno di legge in materia, che sarà all’esame del Consiglio regionale nelle prossime settimane. Tale disegno di legge esprime un principio di continuità: mantenimento in capo alle Province e alla Città metropolitana di Torino delle funzioni sinora delegate. La Legge Delrio prevede la possibilità che il Sindaco metropolitano possa nominare un proprio Vice-sindaco. Nella seduta di oggi pomeriggio Fassino comunicherà al Consiglio metropolitano la nomina a Vice-sindaco dell’avvocato Alberto Avetta, Sindaco di Cossano Canavese, Consigliere metropolitano e Vice-presidente uscente della Provincia. Risorse - La Legge di Stabilità per il 2015 prevede un taglio di risorse globale per le Province e le Città di un miliardo di Euro. L’anci e l’Upi hanno più volte fatto presente al Governo che una tale riduzione metterà gli Enti locali in forte sofferenza. Per questo è stata chiesta la rimodulazione del taglio, sulla base dei fabbisogni reali per l’espletamento delle funzioni. Entro il mese di marzo il Governo avanzerà una nuova proposta che rimodulerà il quadro delle risorse finanziarie alla luce dei fabbisogni reali, che sono oggetto di confronto tra Governo ed Enti locali. Il Decreto legislativo sul federalismo fiscale del 2011 prevedeva peraltro la disponibilità di risorse proprie e poste di bilancio per le Città metropolitane: diritti fiscali su porti e aeroporti, compartecipazione all’Ires e altri tributi. Per attuare quella norma basta un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che l’Anci ha chiesto di adottare. Personale - E’ in corso un negoziato tra Anci, Upi e Governo. Gli Enti locali fanno presente che alle funzioni deve corrispondere il personale necessario, per cui, nel momento in cui aumentano le funzioni delle Città metropolitane, va garantita la necessaria dotazione di dipendenti. Se una Regione avoca le funzioni sinora delegate alle Province si deve prendere in carico il personale. Nell’arco del 2015 la Legge di stabilità prevede una riduzione dell’organico del 30% nelle Città metropolitane, con percorsi di mobilità verso altre amministrazioni locali e statali. E’ una partita complessa da gestire, perché a livello nazionale ci sono 25.000 persone da spostare. L’anci ha concordato con il Governo la predisposizione di una mappa dei posti dell’amministrazione centrale che è possibile coprire con la mobilità. Inoltre ci sarà una rilevazione dei posti disponibili nel sistema degli Enti locali. L’incrocio delle due “mappe” dovrebbe fare capire quali sono le disponibilità. Fino a che il lavoro di censimento degli esuberi e delle possibilità di ricollocazione non sarà completato, le Province di secondo grado e le Città metropolitane assicureranno la continuità di tutte le attività svolte dalle Province precedenti con il personale attuale. Per quanto riguarda i lavoratori a tempo determinato e il blocco dei loro contratti - derivante dall’uscita dal Patto di Stabilità da parte di molte Province e sanzionata con la non rinnovabilità dei contratti a termine – il Governo ha accolto la richiesta dell’Anci di non applicare le sanzioni agli Enti di nuova istituzione per uno sforamento da parte di Enti soppressi di cui hanno ereditato le competenze. Il Governo presenterà un emendamento che congelerà le sanzioni finanziarie e ordinamentali in sede conversione del Decreto legge “Mille proroghe”. L’anci ha chiesto all’esecutivo di emanare una circolare che renda nota la decisione e che renda immediatamente possibile il rinnovo dei contratti a termine. Fase costituente - La legge Delrio prevede che le Città metropolitane si dotino di un Piano strategico triennale, ma intanto, come ha ribadito il Sindaco Fassino, devono essere garantiti i servizi e assicurata la continuità, in una fase che è costituente, in cui c’è un Consiglio metropolitano la cui vigenza è legata alla durata del mandato del Sindaco del capoluogo. “Abbiamo davanti un anno e mezzo, che tutti, Consiglieri metropolitani e forze politiche, dobbiamo interpretare come periodo costituente, in cui siamo chiamati a far decollare la Città metropolitane” ha sottolineato Fassino. La Città si è dotata del logo “Torino Metropoli” e di una strategia comunicativa. Il logo ripercorre la tradizione dello stemma sabaudo che campeggiava nel simbolo della Provincia di Torino. Il sito Internet www.Cittametropolitana.it è attivo dall’inizio dell’anno e fornisce tutte le informazioni e i servizi di cui cittadini e imprese necessitano. La Città metropolitana ha una dimensione istituzionale, ma anche sociale ed economica e culturale. Per questo i principali soggetti economici, sociali ed il mondo dell’associazionismo si stanno riorganizzando sulla dimensione metropolitana, per essere interlocutori dell’istituzione. Lo Statuto riconoscerà tali soggetti e prevederà forme di partecipazione alla definizione delle politiche metropolitane.  
   
   
FASSINO: "RILEVANTI CRITICITÀ" SUGLI ORGANICI DELLE CITTÀ METROPOLITANE E DELLE PROVINCE LETTERA AI MINISTRI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DEGLI AFFARI REGIONALI, MARIANNA MADIA E MARIA CARMELA LANZETTA: "INDISPENSABILE CHIARIMENTO INTERPRETATIVO MINISTERIALE"  
 
Firenze, 13 gennaio 2015 - Sulle disposizioni della Legge di stabilita’, riguardanti il ridimensionamento degli organici delle Città metropolitane e delle Province, persistono ‘’rilevanti criticita’ che è indispensabile superare, al fine di non compromettere l’operatività dell’azione amministrativa e l’erogazione dei servizi essenziali da parte dei Comuni e delle Città metropolitane’’. E’ quanto evidenza il presidente dell’Anci Piero Fassino, che ha inviato una lettera ai ministri della Pubblica amministrazione e degli Affari regionali, Marianna Madia e Maria Carmela Lanzetta, chiedendo un ‘’indispensabile chiarimento interpretativo ministeriale, anche sulla base di un confronto con l’Anci, nell’ottica del perseguimento dell’interesse generale del Paese’’. Fassino elenca nella missiva i nodi più critici da sciogliere innanzitutto per le Città metropolitane, a partire dalla necessità di chiarire la non applicazione dei vincoli previsti per le Province, la possibilità di procedere alla proroga dei contratti a tempo determinato, e altri aspetti specifici elencati puntualmente nella missiva. Riguardo poi i Comuni che potrebbero essere coinvolti nel riassorbimento del personale proveniente dalle Città metropolitane e dalle Province, nella lettera si evidenza la necessità di chiarire una serie di questioni di particolare rilievo che riguardano le politiche sul personale.  
   
   
CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO : GLI INCONTRI MENSILI DA GIOVEDÌ 15 GENNAIO NELLA SALA CONSIGLIERI DI PALAZZO CISTERNA “GUERRE DI CIVILTÀ O CIVILTÀ DELLA GUERRA?” NEL SEMESTRE: 2015 DELLA SCUOLA PER LA BUONA POLITICA DI TORINO  
 
 Torino, 13 gennaio 2015 - A partire da giovedì 15 gennaio nella Sala Consiglieri di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino, in via Maria Vittoria 12, si terranno gli incontri dell’ottavo anno di attività didattiche della Scuola per la Buona Politica di Torino, diretta dal professor Michelangelo Bovero, docente di Filosofia Politica all’Università degli Studi di Torino. La Scuola, nata nel 2008, persegue l’obiettivo della rivitalizzazione di un’opinione pubblica critica, diffusa ed estesa: non si rivolge in modo privilegiato agli studiosi, ma a tutti i cittadini, offrendo spazi e strumenti per la formazione e l’autoformazione democratica. Il programma del semestre didattico 2015 è dedicato al tema “Guerre di civiltà o civiltà della guerra?”. Per conoscere nel dettaglio i programmi e le modalità per l’iscrizione gli incontri ed ai seminari: www.Sbptorino.org Il primo incontro del semestre 2015 sarà dedicato al tema “Un bilancio sulle guerre umanitarie” e ne sarà protagonista il generale Fabio Mini, già comandante della Forza internazionale di pace a guida Nato in Kosovo. Sull’esperienza in Kosovo il generale Mini ha scritto numerosi saggi. L’ingresso è libero sino ad esaurimento dei posti disponibili in Sala Consiglieri. Come spiega il professor Bovero, “all’indomani del secondo conflitto mondiale, l’istituzione dell’Onu e la previsione, in molte costituzioni coeve, del rifiuto della guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali, sono state salutate come un promettente ‘nuovo inizio’. Per la prima volta veniva istituito, con il consenso di un numero via via crescente di Stati, un potere ‘terzo’, con l’obiettivo di perseguire la pace, salvando le future generazioni dal flagello della guerra”. “A distanza di poco più di mezzo secolo, - prosegue Bovero - l’utopia del pacifismo giuridico sembra avere esaurito la sua forza propulsiva. Dopo la parentesi della guerra fredda, gli eserciti sono tornati a scontrarsi in Europa: ieri in Kossovo, oggi in Ucraina. In Siria e in Iraq avanzano le milizie dell’Isis. E l’Occidente sembra non saper rispondere in altro modo che lanciando l’ennesima ‘guerra di civiltà’ e promuovendo il riarmo. D’altronde, alla riabilitazione della guerra come strumento legittimo di risoluzione delle controversie internazionali ha contribuito ampiamente la stessa Onu – la cui “ragione sociale” consisterebbe nel perseguire la pace – da quando ha iniziato ad autorizzare, o a intraprendere in proprio, guerre umanitarie, etiche, per i diritti o contro il terrorismo”. Per riflettere su questi scenari inquietanti la Scuola per la Buona Politica di Torino, giunta al suo ottavo anno di vita, ha dunque deciso di dedicare il semestre didattico gennaio-giugno 2015 al tema “Guerre di civiltà o civiltà della guerra?”. “Intendiamo per un verso offrire strumenti per capire che cosa sta succedendo in alcune aree calde del mondo, come l’Ucraina, l’Iraq, la Siria, ma anche l’Africa, continente che i media ricordano solo quando sbarcano profughi sulle nostre coste. – sottolinea il professor Bovero - Ci proponiamo, per altro verso, di aprire una riflessione di più ampio respiro sul rapporto tra politica e violenza. Il progetto di abolire la guerra, disarmando gli Stati e affidando il monopolio della forza legittima a istituzioni super partes, è destinato a fallire? Che cosa possono fare la politica (e la diplomazia) per prevenire e scongiurare il ricorso alle armi? Quale contributo possono offrire i comuni cittadini e i movimenti della società civile?” Il Programma Degli Incontri Del Semestre 2015 Della Scuola Per La Buona Politica: 15 gennaio alle 17 - Fabio Mini, “Un bilancio sulle “guerre umanitarie”. 12 febbraio alle 15 - Paolo Calzini e Alessandro Colombo, “L’europa e la guerra”. Alle 17 seminario su “L’europa come operatore di pace”. 12 marzo alle 15 - Massimo Campanini ed Enzo Pace, “Guerre di religione?”. Alle 17 seminario su “Che cosa sappiamo dell’Islam?”. 9 aprile alle 15 - Gian Paolo Calchi Novati e Giovanni Carbone, “L’africa, un continente in guerra”. Alle 17 seminario su “L’“accoglienza” ai rifugiati in Italia”. 7 maggio alle 15 - Luigi Bonanate, “La politica come alternativa alla guerra?”. Alle 17 seminario su “Potenzialità e limiti della nonviolenza”. 18 giugno alle 15 - Stephen Holmes, “I diritti in tempo di guerra”. Alle 17 seminario su “La libertà di informazione tra pace e guerra”.  
   
   
MARONI: CON STATUTO SPECIALE AVREMMO 50 MILIARDI IN PIÙ  
 
Milano, 13 gennaio 2015 - "Noi oggi abbiamo un Bilancio di 23 miliardi per fare tutto, sanità, trasporti e altro: se, invece, anche qui, in Lombardia, avessimo lo Statuto della Regione Sicilia, avremmo almeno 50 miliardi in più e avremmo risolto tutti i nostri problemi. Questa è la battaglia politica che voglio fare. Voglio fare un referendum, per chiedere ai cittadini lombardi se vogliono che la Lombardia abbia lo Statuto speciale". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in diretta alla trasmissione televisiva di Telelombardia ´Orario continuato´. "Per questo - ha proseguito - ho chiesto ai parlamentari lombardi di presentare un emendamento alla riforma costituzionale in discussione in Parlamento, per far inserire tra le Regioni a Statuto speciale anche la Lombardia".  
   
   
PROVINCE LOMBARDIA, FIRMATA INTESA CON SINDACATI PER PERSONALE  
 
Milano, 13 gennaio 2015 - Il riconoscimento della necessità di assicurare continuità di erogazione dei servizi rivolti alle persone e al territorio e di tutelare gli attuali livelli occupazionali dei lavoratori dipendenti delle Province in Lombardia; l´istituzione di un Tavolo regionale di confronto e monitoraggio, che rimarrà attivo fino a completo compimento del processo di riordino, compresa la nuova collocazione del personale. Sono questi i due punti principali del protocollo d´intesa sottoscritto da Regione Lombardia, Anci, Upl e organizzazioni sindacali della funzione pubblica (Cgil, Cisl e Uil), relativo alla situazione del personale delle Province lombarde. Hanno firmato il documento, per Regione Lombardia, l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione Massimo Garavaglia e i sottosegretari Daniele Nava (Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione) e Giulio Gallera (Rapporti con la Città metropolitana e Coordinamento dei progetti speciali afferenti allo stesso territorio). Presenti, tra gli altri, i presidenti di Upl, Daniele Bosone, e Anci Lombardia, Roberto Scanagatti. Limitare I Danni - "La Legge Delrio e la Legge di Stabilità - ha dichiarato l´assessore Garavaglia - hanno creato un pasticcio di dimensione colossali, per cui ci vorranno anni per rimediare. Unica Regione in Italia, abbiamo tentato e tentiamo di limitare i danni, anche firmando questo protocollo d´intesa condiviso da tutti. Per compiere i prossimi passi, come ad esempio le decisioni legate alle funzioni delegate, continueremo a lavorare insieme, cercando anche di capire cosa succede nel sistema Paese e cosa hanno intenzione di fare le altre Regioni". Metodo Di Lavoro - "La situazione - ha aggiunto Nava - è tutt´altro che chiara e deriva da scelte nazionali che non dipendono in primis da noi e che siamo impegnati ad affrontare con senso di responsabilità. Con l´intesa odierna abbiamo concordato un metodo di lavoro: lo scorso 30 dicembre abbiamo approvato la delibera che gettava le basi per il riordino delle competenze, avviando un percorso che troverà compimento nei prossimi mesi; ora la nostra preoccupazione, oltre a garantire prioritariamente le prestazioni, è dare continuità ai rapporti di lavoro del personale". Soluzioni Non Traumatiche - "In una situazione di incertezza e difficoltà come quella attuale - ha sottolineato Gallera - Regione Lombardia dimostra di essere al fianco dei lavoratori per cercare una soluzione non traumatica ai problemi e assicurare la continuità dei servizi da erogare ai cittadini".  
   
   
RIUNIONE DI IERI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE  
 
Torino, 13 gennaio 2015 - Applicazione della normativa sull’Isee e destinazione dei contributi per gli impianti sportivi montani sono i principali argomenti trattati ieri mattina dalla Giunta regionale nel corso di una riunione coordinata dal presidente Sergio Chiamparino. Normativa Isee. Per armonizzare le procedure di utilizzo delle dichiarazioni sulla situazione economica equivalente che le famiglie piemontesi devono presentare per ottenere prestazioni sociali agevolate, su iniziativa dell’assessore Augusto Ferrari sono state fissate le linee guida che, per un periodo transitorio di sei mesi, gli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali dovranno rispettare: garanzia della validità delle prestazioni di carattere continuativo erogate al 31.12.2014, utilizzo dei criteri a suo tempo fissati per le richieste la cui istruttoria risulti conclusa al 31.12.2014; utilizzo del nuovo Isee solo per le richieste di nuove prestazioni secondo valori che non possono essere superiori a 6.000 euro per il sostegno del reddito famigliare ed a 38.000 euro per le altre prestazioni sociali e socio-sanitarie. Sarà inoltre attivato un percorso condiviso con le autonomie locali e le organizzazioni sindacali per l’adozione di atti regolamentari che impediscano l’instaurarsi di situazioni di disparità di trattamento tra gli utenti e sarà istituito un tavolo tecnico per monitorare il periodo transitorio. Impianti sportivi. Definiti, su proposta dell’assessore Giovanni Maria Ferraris, i criteri per l’assegnazione degli 870.000 euro destinati a contribuire alla realizzazione di nuovi impianti sportivi nei territori montani del Piemonte, con particolare riferimento agli sport praticabili all’aria aperta ed alla pluriattività. La domanda relative ad opere iniziate dopo il 1° aprile 2014 e da ultimare tassativamente entro il 31 ottobre 2015 potranno essere presentate da enti pubblici, soggetti di diritto pubblico, federazioni sportive nazionali ed enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, parrocchie ed istituti religiosi che perseguono finalità ricreative e sportive senza fine di lucro, società ed associazioni sportive senza scopo di lucro. I richiedenti devono avere la piena disponibilità degli impianti o delle aree per almeno sei anni a decorrere dal 1° aprile 2014. La Giunta ha inoltre approvato: - su proposta degli assessori Francesco Balocco ed Alberto Valmaggia, il parere favorevole con prescrizioni riguardante la sistemazione a Bardonecchia e Salbertrand di parte del materiale di scavo derivante dalla realizzazione della galleria di sicurezza del traforo del Frejus; - su proposta dell’assessore Augusto Ferrari, la proroga della sperimentazione del modello gestionale della Casa Famiglia Frassati di Moncalieri; - su proposta dell’assessore Giovanna Pentenero, la presa d’atto dell’accordo tra Regione, Inps e parti sociali che stabilisce i criteri per la gestione della cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre 2015; - su proposta dell’assessore Antonio Saitta, le linee di indirizzo per uniformare le procedure di prescrizione degli ausili per l’incontinenza; - su proposta dell’assessore Alberto Valmaggia, la conferma del parere favorevole alla modifica della localizzazione del trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi presenti nell’ex Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (Al), nonché la composizione della Consulta per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno, che comprende esponenti di Regione Piemonte, Province di Alessandria, Asti e Cuneo, Città metropolitana di Torino, Consiglio nazionale delle ricerche, organizzazioni agricole e associazioni dei trifulau.  
   
   
ABRUZZO, POLITICHE REGISLATIVE: D´ALFONSO PROMULGA LEGGI  
 
Pescara, 13 gennaio 2015 - Il presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso ha promulgato le seguenti leggi regionali: n.44/2014 recante Disposizioni per assicurare il rispetto della normativa europea in materia di Aiuti di Stato nella concessione di aiuti regionali ad hoc destinati a sostenere lo spettacolo dal vivo e l´istruzione pubblica in campo culturale. Si tratta di disposizioni relative alle legge regionale 15/2000 (Disciplina per la promozione delle attività musicali nella Regione Abruzzo), rifinanziamento della legge regionale n.94/1995 (Premio internazionale Ignazio Silone), e modiche alla L.r. 5/1999 (Norme organiche sul teatro di prosa) ed alla L.r. 41/2011 (Disposizioni per l´adeguamento delle infrastrutture sportive, ricreative e per favorire l´aggregazione nella città dell´Aquila e negli altri Comuni del cratere); n.46/2014 recante Disposizioni per l´adempimento degli obblighi della Regione Abruzzo derivanti dall´appartenenza dell´Italia all´Unione Europea. Disposizioni per l´attuazione della direttiva 2011/24/Ue, della direttiva 2011/62/Ue, nonchè per l´applicazione del regolamento (Ue) 717/2013, del regolamento (Ce) 1069/2009, del regolamento (Ce) 852/2004, del regolamento (Ue) 234/2011, del regolamento (Ue) 1169/2011, del regolamento (Ue) 609/2013, del regolamento (Ce) 2023/2006 e del regolamento (Ce) 282/2008. Disposizioni per l´attuazione della normativa europea sugli aiuti di Stato in materia culturale. (Legge europea regionale 2014); n.47 sul Riordino delle partecipazioni societarie nel settore del trasporto pubblico locale; n.48/2014 su Modifiche alla L.r. 9 maggio 2001, n. 18 (Consiglio regionale dell´Abruzzo, autonomia e organizzazione), in attuazione dei principi del D.lgs. 23 giugno 2011, n. 118, disposizioni in materia di Fondo Sociale regionale e Aziende per il Diritto agli Studi Universitari; n. 49/2014 su Modifiche alla L.r. 11 agosto 2011, n. 28 (Norme per la riduzione del rischio sismico e modalità di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in zone sismiche) e alla L.r. 19 agosto 2009, n. 16 (Intervento regionale a sostegno del settore edilizio); L.r. 50/2014 recante Modifiche alla legge regionale 4 gennaio 2014, n. 3 (Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle fareste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della Regione Abruzzo)e L.r. N.51/2014 relativa a Modifiche alle leggi regionali 143/1997 (Norme in materia di riordino territoriale dei Comuni Mutamenti delle circoscrizioni, delle denominazioni e delle sedi comunali. Istituzione di nuovi Comuni, Unioni e Fusioni), 35/2014 in materia di convenzioni con il Corpo Forestale dello Stato, 8/2014 (Bilancio di previsione per l´esercizio finanziario 2014 - Bilancio pluriennale 2014/20016) e interventi per le emergenze di viabilità regionale.  
   
   
LA FASE DUE DELLA GIUNTA CHIAMPARINO - COMPLETARE LE LINEE PROGRAMMATICHE CON POLITICHE INNOVATIVE E DI FORTE DISCONTINUITA´ CON IL PASSATO  
 
Torino, 13 gennaio 2015 - Per la Giunta regionale di Sergio Chiamparino inizia la fase due, quella che dovrà vedere il completamento delle linee programmatiche con l’attuazione di politiche caratterizzate da una forte capacità di innovazione e da una decisa discontinuità con il passato. E’ stato lo stesso presidente a delineare il quadro della situazione al termine della riunione di Giunta dell’8 gennaio, dedicata alle strategie che caratterizzeranno il 2015: “ Non possiamo aspettare di uscire dal guado in cui ancora ci troviamo per impostare politiche di rigorosa innovazione e indicare i traguardi che dobbiamo tagliare. Innanzitutto, la Regione deve ritornare ad essere uno strumento di programmazione e legislazione, in quanto l’autorevolezza della politica è inversamente proporzionale alle risorse distribuite e direttamente proporzionale alla capacità di scegliere dove investire. Ad esempio, per la cultura e il welfare occorre avere il coraggio di ridefinire le priorità, in modo da offrire in partenza pari opportunità a tutti i cittadini indipendentemente dal loro ceto sociale” . Durante la riunione il presidente e gli assessori hanno anche deciso di decentrare agli enti locali tutto quanto è decentrabile, con il vincolo di lavorare in ottica di quadrante, e di disegnare un sistema di società partecipate che sappia ottenere risparmi e perseguire nuovi obiettivi strategici, diversi da quelli indicati vent’anni fa, quando si voleva privilegiare il fattore territoriale. A questo proposito è stato chiarito che alcuni casi, come le Terme di Acqui, devono essere risolti entro il mese di giugno. Infine, il consumo di suolo. “ Ovviamente - ha garantito Chiamparino - si perseguiranno la realizzazione della Torino-lione, del Terzo valico, dell’Asti-cuneo, dei nodi di Torino e Novara, della ‘Pedemontina’. Si daranno indicazioni per bloccare l’uso di suolo incontaminato, riutilizzare le aree già compromesse, approfondire la prevenzione delle criticità riguardanti l’assetto idrogeologico ”. Il presidente si è poi dichiarato “ decisamente soddisfatto ” del lavoro svolto nei primi sei mesi di governo del Piemonte, “ un esempio di compattezza della maggioranza e di co-responsabilità delle opposizioni che ci impegneremo perché possa continuare e che ci ha permesso di compiere significativi passi avanti per riordinare la macchina regionale e metterla in condizione di viaggiare ”.  
   
   
BASILICATA: CONSIGLIO REGIONALE, UN ANNO DI ATTIVITÀ NEL 2014 APPROVATE 41 LEGGI, ORIGINATE DA 25 DISEGNI DI LEGGE DELLA GIUNTA E 18 PROPOSTE DI LEGGE DEI CONSIGLIERI. VENTISEI LE MOZIONI E 137 GLI ORDINI DEL GIORNO APPROVATI, 137 LE INTERROGAZIONI PRESENTATE, DI CUI 82 HANNO RICEVUTO RISPOSTA  
 
Potenza, 13 gennaio 2015 - Nel 2014 il Consiglio regionale si è riunito per 47 giorni (in tutto 33 sedute, la più lunga delle quali è durata 4 giorni) ed ha approvato 41 leggi. Di queste, 25 sono originate da disegni di legge presentati dalla Giunta e 18 da proposte di legge dei singoli consiglieri. Ventisei le mozioni approvate, 137 gli ordini del giorno, 137 le interrogazioni presentate nel 2014, di cui 82 hanno ricevuto risposta, 67 gli atti amministrativi presentati, 29 le riunioni dell’Ufficio di Presidenza e 29 quelle della Conferenza dei capigruppo, 158 le riunioni tenute dalle Commissioni permanenti, che nel 2014 hanno licenziato 152 fra proposte di legge ed atti amministrativi sui 248 presentati. Sono questi i numeri dell’attività del Consiglio regionale nel 2014, raccolti in un documento presentato dai componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea (il presidente Piero Lacorazza, il vicepresidente Francesco Mollica e il consigliere segretario Paolo Castelluccio) nel consueto incontro di inizio anno con i giornalisti. L’incontro è stato moderato dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Basilicata, Mimmo Sammartino. Tra le principali leggi approvate nel 2014 quelle che riguardano la riorganizzazione delle funzioni regionali in materia di erogazioni comunitarie in agricoltura, le nuove modalità di nomina dei revisori dei conti attraverso il sorteggio, le disposizioni per l’utilizzo della cannabis terapeutica, le misure per il contrasto al gioco d’azzardo, l’istituzione del pronto soccorso odontoiatrico per le persone con disabilità, il nuovo assetto dei Consorzi industriali, la Promozione e sviluppo dello spettacolo, l’istituzione dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, le misure per il contrasto alla violenza di genere e sui minori. Nel primo anno della legislatura la prima Commissione (Affari istituzionali) ha dedicato 17 riunioni all’esame della proposta di riforma dello Statuto. Sono state inoltre adottate misure per il contenimento dei costi (riduzione del numero delle Commissioni e dei componenti dei rispettivi uffici di presidenza, riduzione indennità di missione per i componenti degli organismi istituzionali) per la trasparenza (pubblicazione sul sito web dell’ente degli atti e dei mandati di pagamento, nuovi regolamenti per la concessione di contributi ad associazioni ed acquisto libri) e il potenziamento della funzione legislativa (con l’accordo stipulato con l’Issirfa – Cnr per la redazione di testi unici su materie quali governo del territorio e sanità anche attraverso l’attivazione di dottorati di ricerca e tirocini formativi).  
   
   
LEGGE DI STABILITÀ, ANCHE LA PROVINCIA DI TRENTO RITIRA I RICORSI CONTRO LO STATO  
 
 Trento, 13 gennaio 2015 Dopo la Giunta regionale, che ha deliberato in materia mercoledì scorso, anche la Giunta provinciale di Trento ha provveduto, e lo ha fatto con due provvedimenti firmati dal presidente Ugo Rossi, a ritirare i ricorsi contro lo Stato presentati dinnanzi alla Corte Costituzionale ed al Tribunale amministrativo regionale del Lazio per violazione dell´ordinamento finanziario della Provincia autonoma di Trento. Il ritiro dei ricorsi, era uno dei punti dell´accordo in materia di finanza pubblica (Patto di garanzia) firmato il 15 ottobre scorso a Roma ed approvato il 20 dello stesso mese dalla Giunta provinciale. I ricorsi, come è ampiamente noto, riguardano le norme statali che prevedono riserve all´erario, forme non concordate di concorso agli obiettivi di finanza pubblica tramite accantonamenti sui trasferimenti erariali, ulteriori forme non condivise tra Stato e Provincia di concorso finanziario in termini di patto di stabilità, nonché misure di contenimento della spesa tramite coordinamento della finanza pubblica.Pertanto, con i due provvedimenti, pur mantenendo il proprio convincimento in ordine alla fondatezza dei ricorsi presentati, la Giunta ha espresso dunque, la propria rinuncia ai ricorsi pendenti avanti la Consulta e il Tar del Lazio dopo l´entrata in vigore delle disposizioni legislative che recepiscono la nuova disciplina dei rapporti finanziari tra Stato, Regione e Provincie autonome derivante dall´emendamento e dal subemendamento alla Legge di stabilità 2015, disposizioni che sono contenute nell´articolo 1, commi da 406 a 413 della citata Legge di stabilità (L. 23 dicembre 2014, n.190).  
   
   
VALLE D’AOSTA. FONDO SOCIALE EUROPEO: RAGGIUNTO IL TARGET DI CERTIFICAZIONE DELLE SPESE  
 
Aosta, 13 gennaio 2014 - L’assessorato delle attività produttive, energia e politiche comunica che è stato raggiunto il target di certificazione della spesa del Programma Operativo Occupazione Fse 2007/2013, fissato alla scadenza del 31 dicembre 2014, evitando così la perdita di risorse comunitarie. L’ammontare della spesa certificata alla Commissione Europea al 31 dicembre 2014 è pari a 50 milioni 64 mila 801,61 euro. Il target da raggiungere era pari a 49 milioni 439 mila 658 euro. «Un risultato positivo, - ha sottolineato l’Assessore alle Attività produttive, energia e politiche del lavoro Pierluigi Marquis – che consente di evitare la perdita di preziose risorse comunitarie e di dare corso al saldo dei progetti rendicontati a favore di privati e piccole imprese.» Secondo l’obbligo comunitario della regola nota come “n+2”, le certificazioni alla Commissione devono essere presentate entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello dell’impegno nell’ambito del Programma. Nello specifico i controlli nel 2014 hanno riguardato più di 550 progetti e la relativa documentazione presentata dai beneficiari, verificandone la congruità e il rispetto dei regolamenti Ce sull’ammissibilità delle spese, sui requisiti dei destinatari e sulle somme portate a rendiconto ed effettivamente sostenute. Fra i progetti sono inclusi anche i voucher formativi che hanno interessato privati e piccole imprese per la loro partecipazione ad attività formative extra regionali nel corso degli ultimi tre anni.  
   
   
A POTENZA PRIMA GIORNATA SU TRASPARENZA SISTEMA BASILICATA DALL’ACCESSO CIVICO ALLE LEGGI PER CONTRASTARE LA CORRUZIONI. IL CONTROLLO DEI CITTADINI PER VALUTARE LA QUALITÀ DEI SERVIZI  
 
Potenza, 13 gennaio 2015 - Ieri nell’Auditorium del Conservatorio “Gesualdo Da Venosa”, la prima delle due giornate sulla Trasparenza del Sistema Basilicata. Il decreto legislativo 33 del 2013 con le sue innovazioni sul tema della trasparenza, al centro del dibattito. La trasparenza, infatti, implica una metamorfosi culturale e una nuova capacità della comunicazione pubblica che deve riavvicinare cittadini e istituzioni, ponendo attenzione alla qualità delle informazioni che la Pubblica amministrazione deve rendere. Una giornata di lavori dedicata agli studenti delle superiori, verso i quali è partita una vera e propria campagna informativa su tali tematiche aperta ai dipendenti regionali e alle società partecipate che costituiscono il “Sistema Basilicata”. Nei saluti istituzionali il sindaco di Potenza Dario De Luca, il presidente della Provincia di Potenza Nicola Valluzzi e il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza hanno evidenziato alla platea l’esigenza di ricostruire un rapporto di fiducia tra gli enti pubblici e cittadini. Sono seguiti gli interventi di Katia Mancusi dell’Ufficio regionale Valutazione, Merito e Semplificazione e di Paolo Albano responsabile della Trasparenza e dell’integrità alla Regione Basilicata. Dopo le esperienze dei referenti sulla trasparenza dell’ Arpap e di Acqua Spa, a testimonianza del lavoro nelle società partecipate che a breve incontreranno i cittadini per far comprendere il sistema dell’Open data, si è discusso di “Controllo come opportunità di cambiamento”. Relatrice è stata Angela Paschino, presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione, il cui obiettivo è quello di concentrarsi sulle performance organizzative. L’organismo, che vigila su dieci enti più oltre che sul Consiglio e Giunta regionale, ha come obiettivo finale la soddisfazione dell’utente sui servizi resi. Un esempio pratico alla platea dei ragazzi è stato offerto da Ernesto Belisario del Tavolo Permanente per l’Innovazione e l’Agenda digitale. Nei social network, ha fatto capire ai ragazzi, si raggiunge il massimo grado di trasparenza, e ha riportato loro anche i ritardi che l’Italia ancora sconta a differenza di altri paesi sulle leggi per questa materia. Luigi Spina, magistrato del Tribunale di Potenza, parlando della legge 190 del 2012 che disciplina in maniera organica il contrasto alla corruzione, ha sottolineato come la trasparenza sia uno dei metodi per accertare le responsabilità, evidenziando tuttavia alcune criticità della normativa. Augusta Iannini vice presidente del garante della Protezione dei dati personali ha posto l’accento nel suo intervento sulla conciliazione del diritto alla riservatezza con quello della trasparenza. “Si tratta – ha detto - di un valore irrinunciabile e serve principalmente a favorire forme diffuso di controllo da parte dei cittadini sull’utilizzo delle risorse”. “Dentro ognuno di noi deve germogliare il senso di legalità e il sentimento alla trasparenza”. Così ha concluso i lavori il presidente della Regione Marcello Pittella, ricordando che in Basilicata la Stazione Unica appaltante va, appunto, in questa direzione. E, rivolgendosi ai ragazzi, il governatore, non ha potuto fare a meno di ricordare loro l’aspro confronto sul tema petrolio. Dal quale però, ha sottolineato, è emersa la voglia di giovani di partecipazione. “Voglio tornare nelle scuole. Insieme potremo confrontarci su tantissime tematiche. Per i cambiamenti epocali in atto – ha concluso - c’è bisogno di un nuovo approccio culturale che necessitano di dialogo e confronti per programmare insieme le scelte future”. Oggi a Matera, presso la Provincia, la seconda giornata dedicata alla Trasparenza.  
   
   
PA: A VILLA UMBRA PARTE CORSO PER DIRIGENTI SU SICUREZZA E SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO  
 
Perugia, 13 gennaio 2015 – Fornire ai dirigenti della pubblica amministrazione, e non solo, un´adeguata formazione sui compiti a loro attribuiti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: con questo obiettivo la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica ha organizzato uno specifico corso di formazione al quale potranno iscriversi on-line tutti i dirigenti collegandosi al sito della Scuola, www.Villaumbra.gov.it  , entro il giorno 19 gennaio 2015. L´art. 37 del decreto legislativo "81/2008" – spiegano dalla Scuola - prevede l´obbligo per il datore di lavoro di provvedere affinché i dirigenti abbiano una specifica formazione relativa alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, mentre il successivo accordo Stato-regioni del 21 dicembre 2011 ha definito in maniera puntuale le modalità di formazione obbligatoria per i dirigenti. In applicazione della normativa la Scuola di Villa Umbra ha organizzato il corso della durata di 16 ore e accreditato nell´ambito dell´Educazione Continua in Medicina (Ecm), con il quale si propone di fornire ai partecipanti una formazione nell´ambito giuridico-normativo, gestionale-organizzativo, di valutazione dei rischi e comunicativo. Le quattro giornate vedranno la partecipazione di esperti della materia tra cui il sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, Mario Formisano.  
   
   
LAVORO, ASSESSORE TOSCANA: UN SERVIZIO NAZIONALE, RADICATO NEI TERRITORI  
 
Firenze 13 gennaio 2015 - "Il blitz sulle competenze costituzionali sul lavoro, avvenuto in Commissione alla Camera, ipotizzando un ritorno delle competenze esclusive sul lavoro allo Stato, rappresenta una rottura profonda nel percorso di riordino dei servizi per il lavoro e interrompe un confronto positivo che aveva trovato un punto di equilibrio al Senato, ma anche nei colloqui in atto tra le Regioni ed il ministro del lavoro Poletti, che nell´incontro ufficiale del luglio scorso aveva detto di condividere l´ipotesi di assegnazione alle Regioni del personale provinciale dei servizi per il lavoro. Spero che questo percorso possa andare avanti, evitando ritorni al passato e centralismi che, spesso, invece di aiutare una crescita unitaria dei servizi in tutto il paese, producono un livellamento verso il basso. Mi auguro invece che alla fine si possa arrivare ad un Servizio nazionale del lavoro profondamente radicato nei territori". Lo ha detto l´assessore alle attività produttive, credito e lavoro intervenendo ieri su questi temi al convegno "Possibili scenari dei servizi al lavoro: nuove governance e competenze professionali" promosso a Firenze dalla rete delle Agenzie per i servizi al lavoro. Oltre a rappresentare un ritorno al passato, l´ipotesi rischia, secondo Simoncini, di "determinare una cesura tra le politiche attive del lavoro, di esclusiva competenza dello stato e la formazione, di esclusiva competenza regionale" con conseguenti problemi di gestione di politiche che sono strettamente intrecciate fra di loro. " Resta davvero difficile capire come si possa pensare in Costituzione, di ribadire che "spetta alle Regioni la podestà legislativa in materia di ...Promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito regionale, ..Di istruzione e formazione professionale" e poi assegnare in maniera esclusiva allo stato le "politiche attive del lavoro", cioè quelle politiche strettamente funzionali allo sviluppo economico e impensabili senza la formazione professionale. È un disegno istituzionale che non torna, come si potrebbero gestire le crisi aziendali senza le politiche attive? Come si potrebbero fare politiche attive senza la formazione?La necessaria ricerca di nuove relazioni tra politiche passive e politiche attive per il lavoro non può portare a rompere il legame con la formazione, che è una delle componenti fondamentali di politiche attive efficienti". Non è tutto. "Un quadro di riordino del sistema che superi l´eccessiva frantumazione dei servizi – spiega ancora l´assessore - non può portare ad una nuova centralizzazione degli interventi che non tenga conto della profonda differenza dei mercati del lavoro locali: Trento, Firenze o Palermo devono certo offrire ai propri cittadini pari opportunità e diritti nell´accesso ai servizi per il lavoro, ma non si possono ignorare situazioni che richiedono interventi articolati e diversificati". "Questa posizione – annuncia Simoncini – la ribadiremo nell´incontro delle Regioni col Ministro Boschi giovedì prossimo". L´assessore ha quindi sintetizzato il lavoro fatto in questi mesi, sfociato in una proposta incardinata su un´Agenzia nazionale, che avrebbe assegnate dal Ministero le competenze su livelli essenziali delle prestazioni, standard minimi, personale e risorse, criteri per l´accreditamento degli operatori pubblici e privati, per l´accertamento e la perdita dello stato di disoccupazione; coordinamento e gestione di un sistema nazionale informativo: monitoraggio e valutazione di interventi e risultati; assistenza tecnica alle Regioni e poteri sostitutivi nei confronti di situazioni di inadempienza e ritardo. La nuova agenzia potrebbe riassumere in se le funzioni di Italia Lavoro e definire uno stretto collegamento con Inps. Architrave del sistema sarebbero le Agenzie regionali, responsabili della gestione operativa dei servizi, nel rispetto della programmazione delle Regioni che regolano e organizzano gli interventi. Una volta definiti a livello nazionale gli standard e gli obiettivi da perseguire, le funzioni di programmazione e attuazione degli interventi inerenti il mercato del lavoro e l´occupazione dovrebbero restare appannaggio delle Regioni, in modo da renderli coerenti con le caratteristiche dei sistemi produttivi locali e le dinamiche domanda-offerta di lavoro territoriali. In particolare, alle Agenzie regionali potrebbero essere attribuiti i servizi connessi a collocamento e incontro fra domanda e offerta di lavoro; la gestione di politiche attive del lavoro e prevenzione della disoccupazione; le attività di orientamento e quelle relative all´obbligo di istruzione; la gestione del sistema informativo del lavoro regionale nel quadro degli standard e delle procedure definite per il sistema informativo nazionale; la collaborazione con le altre agenzie regionali, con il Ministero, con altri enti pubblici e istituzionali. "In questo quadro – osserva l´assessore Simoncini - sarebbe possibile affidare alle Agenzie regionali anche le funzioni in materia di formazione, vista la competenza esclusiva delle Regioni in tale materia e lo stretto legame con le politiche attive del lavoro". Una criticità è rappresentata dalla questione delle risorse, sia umane che finanziarie, che non trova risposta nella previsione del Jobs act che precisa come il riordino debba avvenire a parità di risorse. "Un fatto che appare del tutto non coerente – spiega Simoncini - con l´obiettivo di dare al nostro paese standard europei, visto che l´Italia mostra il più basso rapporto tra numero di operatori dei servizi per l´impiego e disoccupati. La nuova governance dei servizi per il lavoro richiederebbe nuove risorse e un investimento sul personale operante nei servizi per il lavoro, di cui una componente non certo marginale è costituita da lavoratori con elevate e specifiche professionalità, ma impiegati con contratti a termine. Forse è qui che il legislatore nazionale dovrebbe intervenire con urgenza più che lanciarsi in interventi improvvisati sulle competenze costituzionali. Il nodo delle risorse dovrebbe essere affrontato a partire dal tema centrale delle modalità attraverso le quali risorse di bilancio e risorse umane delle Province saranno trasferite ai nuovi gestori dei servizi, superando la situazione di profonda incertezza che da tempo vivono questi lavoratori. Si potrebbe magari ipotizzare che una parte dei dipendenti provinciali, con il venir meno di attività per il funzionamento dell´ente, potessero essere destinati, con appositi progetti formativi a rafforzare i servizi per il lavoro". La Toscana è già preparata ad affrontare questo passaggio di competenze. "Abbiamo approvato una legge – ricorda Simoncini – con il sostegno delle parti sociali e sindacali, una legge non impugnata dal Governo, che prevede l´istituzione dell´Agenzia regionale del lavoro nella quale far confluire competenze e personale dei servizi per l´impiego provinciali e che potrebbe divenire il soggetto unico per la gestione delle politiche attive e della formazione. Nelle prossime settimane, anche in relazione alla chiusura del confronto sull´attuazione della legge "Del Rio", procederemo di conseguenza".  
   
   
GIOVANI E LAVORO, REGIONE UMBRIA LANCIA CONCORSO MUSICALE PER BAND EMERGENTI PER PROMUOVERE OPPORTUNITÀ "POR FSE" E "GARANZIA GIOVANI"  
 
Perugia, 13 gennaio 2015 - Ampliare la visibilità ed il ruolo dell´Unione Europea e promuovere le attività del Fondo Sociale Europeo rivolte, in particolare, ai giovani, con un focus sul Programma "Garanzia Giovani": è con questo obiettivo che la Regione Umbria lancia un concorso musicale per band vocali-musicali emergenti, "E.s.f. European Social Fund - European Social Sound", novità che accompagna l´iniziativa annuale di comunicazione e sensibilizzazione sulle politiche dell´Unione Europea e sulle iniziative realizzate dalla Regione grazie al Fondo Sociale Europeo. "Una opportunità in più per conoscere e per farsi conoscere", è questo il "claim" dell´iniziativa che, realizzata nell´ambito del Piano di Comunicazione del "Por Fse", il Programma operativo regionale Fondo Sociale Europeo della Regione Umbria, di cui costituirà evento annuale 2015, sarà itinerante e – sottolineano dagli uffici regionali - si prefigge lo scopo di attrarre i cittadini, facendo leva sul potere aggregante della musica, linguaggio universale per eccellenza e in particolare facendo leva sul richiamo che la musica dal vivo, tornata in grande auge fra i giovani, esercita su fasce di popolazione non sempre intercettabili tramite canali istituzionali. Il concorso abbinato agli eventi itineranti è dedicato alle band emergenti, composte da un minimo due persone, che presentino canzoni che non siano ancora state commercializzate. Il premio finale consiste nella registrazione da parte di una casa discografica (5000 cd), la realizzazione di un videoclip del brano vincitore, la pubblicizzazione del brano vincitore tramite la rete nazionale e internazionale delle radio universitarie. Si stanno realizzando accordi per dare ancora più risalto alla band vincitrice. Il termine per la presentazione delle domande e degli elementi che consentono la partecipazione dei gruppi musicali scade il 30 gennaio 2015. Le novità, il regolamento e tutte le informazioni, che saranno aggiornate man mano che il concorso entrerà nel vivo, sono disponibili sul sito dedicato www.Europeansocialsound.it. Gli eventi-concerto di "E.s.f. European Social Fund - European Social Sound" si svolgeranno nei mesi di febbraio e marzo, in locali umbri che ospitano musica dal vivo, e saranno gratuiti. Alle esibizioni delle band in concorso, si alterneranno piccoli momenti informativi con il coinvolgimento del pubblico. Il calendario sarà disponibile sul sito e sulle pagine Facebook dell´iniziativa a partire da febbraio. Saranno organizzati eventi di qualificazione per le band che partecipano al concorso ed una serata finale durante la quale si esibiranno le band che hanno superato il turno nelle serate di qualificazione. La partecipazione delle band non prevede quota di iscrizione, ma è libera e prevede un rimborso forfettario di 100 euro a band per ogni esibizione. L´idea progettuale è stata già anticipata alla Commissione Europea, Direzione Generale "Employment", che ha mostrato apprezzamento per le caratteristiche innovative di questa campagna. L´occasione, ricordano dagli uffici regionali, è stata fornita dall´incontro a Bruxelles tra i vertici della Unità "Employment" e i vincitori del viaggio studio messo in palio in abbinamento all´iniziativa di comunicazione 2014 "F.s.e. - Fammi Sognare Europa". La Regione Umbria, si sottolinea, ha una consolidata tradizione nella comunicazione innovativa relativa al Fondo Sociale Europeo, anzi è considerata la più innovativa nel territorio italiano sotto questo punto di vista. Negli ultimi anni, infatti, ha costituito una presenza fissa in rappresentanza dell´Italia nei più importanti appuntamenti di settore europei, ultimo in ordine di tempo il seminario organizzato dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, in cui è emerso che le iniziative atipiche sono risultate essere elemento valido di incontro con pubblici generalisti e, per possibilità di aggregazione, anche nei confronti di "target" difficili.  
   
   
´GARANZIA GIOVANI´: REGIONE LOMBARDIA SI CONFERMA MODELLO DI EFFICIENZA  
 
Milano, 13 gennaio 2015 - "Il nostro obiettivo di valutare il programma ´Garanzia Giovani´, analizzando i risultati raggiunti, prosegue con il costante monitoraggio dei dati rilevati e con la loro pubblicazione settimanale. Attraverso questa forma di rendicontazione pubblica, che abbiamo adottato già con ´Dote Unica Lavoro´ come opportuna forma di condivisione con i cittadini, intendiamo fornire a tutti coloro che sono interessati la possibilità di seguire l´andamento delle politiche attive relative all´attuazione del Piano regionale di Garanzia giovani". E´ quanto ha affermato l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia Valentina Aprea. Trend In Continuo Aumento - "I dati dimostrano che in Lombardia oltre il 60 per cento dei giovani presi in carico è già stato attivato nel mondo del lavoro - ha aggiunto Aprea -, confermando il trend positivo delle settimane precedenti. Su 9.755 giovani presi in carico, 6.156 sono attivati nel mercato del lavoro: più di 2.000 hanno un contratto a tempo determinato, quasi 600 in apprendistato, più di 200 a tempo indeterminato e oltre 3.000 hanno visto l´attivazione di esperienze in tirocinio". Andamento Delle Misure - "Sono contenta - ha proseguito l´assessore - che il monitoraggio mostri un andamento positivo e risultati occupazionali in continua crescita, confermando la valutazione di un sistema efficace di politiche attive. Non possiamo, però, essere del tutto soddisfatti della misura relativa all´attivazione del bonus occupazionale. Come confermato dai dati, infatti, sui 3.018 contratti attivati in Regione Lombardia, solo 248 hanno potuto usufruire del bonus". Aumentare L´efficacia Degli Interventi - "Gli ottimi risultati raggiunti dal sistema lombardo - ha precisato la titolare della delega a Istruzione, Formazione e Lavoro in Giunta regionale - potrebbero essere incrementati, qualora fossero rimossi, a livello nazionale, gli ostacoli a una maggiore efficacia delle misure previste dal Programma. Da tempo chiediamo una revisione dei meccanismi di calcolo del profiling e una riforma delle regole relative al bonus occupazionale nel senso di estenderlo anche ai contratti di apprendistato e ai contratti a tempo determinato, la cui durata iniziale non sia superiore a sei mesi, escluse le proroghe". "Visto l´andamento del mercato del lavoro - ha aggiunto l´assessore Aprea - è più realistico, e maggiormente in linea con la vigente normativa in materia di contratti a tempo determinato, consentire che vengano considerate anche le proroghe per il computo del periodo necessario all´erogazione del bonus". Governo Riveda Sistema - "Auspichiamo che i risultati raggiunti dalla Regione Lombardia inducano il Governo a riflettere sulla necessità di procedere a una revisione del sistema, a diversi mesi dal suo avvio. Le buone performance della Lombardia possono essere migliorate e non possiamo correre il rischio, soprattutto in un momento di crisi occupazionale quale quello attuale, di sprecare quest´occasione" ha concluso l´assessore Aprea.  
   
   
MARONI: LAVORIAMO PER PIÙ INTEGRAZIONE FRA CORPI DI POLIZIA  
 
Milano, 13 gennaio 2015 - "Doveroso ricordare le vittime della Polizia locale e delle Forze dell´Ordine, uomini e donne che hanno sacrificato la loro vita per la nostra sicurezza". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che, ha partecipato alla presentazione della mostra ´Quella divisa è macchiata di sangue´ allestita all´Urban center di Milano e dedicata alle ´vittime del dovere´. Riconoscimento Pieno - "Purtroppo - ha sottolineato Maroni - la Polizia locale, dal punto di vista legislativo, è quasi considerata un corpo di ´serie B´. Noi non siamo d´accordo, in Regione abbiamo presentato una legge e ne stiamo preparando un´altra per il Parlamento, con l´obiettivo di arrivare al riconoscimento dello status giuridico della Polizia locale come forza di Polizia a tutti gli effetti". "La Polizia locale - ha aggiunto - è il primo fronte verso i cittadini ed è giusto che chi vi opera abbia tutti gli strumenti di sicurezza, che oggi non ha, per poter svolgere al meglio la sua azione". Maggiore Integrazione - Il governatore ha anche auspicato un "coordinamento più efficace fra le Forze dell´ordine, ricordando che la sua Giunta ha approvato "una proposta di legge, che ora è all´esame del Consiglio regionale, per andare proprio in questa dizione, anche alla luce della nascita della Città Metropolitana". "Non possiamo pensare - ha aggiunto Maroni - che in questo Ente ci possa essere semplicemente la somma di tante Polizie locali, che, grazie alla loro buona volontà, effettuano quell´azione di coordinamento, che invece deve essere presupposto per mettere in sicurezza gli operatori e per essere più efficienti nella lotta contro il crimine". Creare Modello - Infine il presidente lombardo ha auspicato, "anche in vista di Expo", che si possa anticipare proprio a Milano "un sistema di integrazione fra Polizie, al quale la Regione sta già lavorando insieme a Comune e Prefettura, per creare un modello capace di aumentare l´efficienza nel contrasto delle attività illegali".  
   
   
SERVIZI SOCIALI: IL VENETO COMBATTE LA MARGINALITA’ SOCIALE  
 
Venezia, 13 gennaio 2014 - “La crisi economica è grave e la Regione punta alla solidarietà e alla coesione sociale, potenziando per quanto possibile gli interventi di sostegno al reddito per le persone più deboli. Finanziamo quindi con un milione e mezzo di euro i progetti di lotta alla marginalità dei Comuni capoluogo”. Lo afferma l’Assessore ai servizi sociali Davide Bendinelli informando che la Giunta regionale ha approvato, su sua proposta, un provvedimento finalizzato al recupero e al reinserimento sociale e/o lavorativo delle persone socialmente più deboli, come previsto dal Fondo regionale per le politiche sociali, dallo specifico bando regionale del 2012 e dalla deliberazione del 2013 che, innanzitutto, pongono come obiettivo un’area vasta e la creazione di un sistema di rete tra i diversi attori dei servizi sociali a partire dal volontariato e dal non profit. “Il provvedimento regionale – precisa Bendinelli – ha preso ad esempio la positiva esperienza fatta dal Comune di Rovigo che già dal 2004 aveva sperimentato con concrete ricadute un progetto sul ‘reddito di ultima istanza’. I destinatari dell’atto regionale sono quelle persone, purtroppo in aumento anche nel nostro territorio anche per gli effetti perversi della crisi economica perdurante, che difficilmente possono trovare collocazione nel mercato del lavoro per patologie, o scarsa formazione, o perché sono ultra55enni disoccupati da lungo tempo. In questi casi, solo avvedute politiche di sostegno del reddito, come quella che attuiamo con questo provvedimento, o di sostegno della formazione o di recupero delle capacità residue possono giocare una chance nell’evitarne il progressivo decadimento e l’irrecuperabilità a danno di tutto il sistema sociale e dei servizi”. L’esponente del governo regionale aggiunge che “il supporto economico non è fine a se stesso ma punta a rimettere in gioco queste persone con attività di tutoraggio e di accompagnamento, facilitandone il contatto non episodico con servizi sociali indispensabili – sert, servizio alcologico, salute mentale – o con organizzazioni di volontariato e non profit”. Il contributo regionale assegnato ai programmi di intervento dei Comuni capoluogo è composto da una quota fissa pari a 80 mila euro più una quota proporzionale al numero di residenti in ciascun Comune capoluogo, secondo i dati Istat del gennaio 2014. Al Comune di Belluno è stato assegnato un finanziamento di euro 113.361, a Padova 274.513, a Rovigo 126.895, a Treviso 157.396, a Venezia 323.335, a Vicenza 186.657, a Verona 317.841.