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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 13 Gennaio 2015 |
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SVILUPPARE STRATEGIE PER LA GESTIONE DEL SUOLO IN OGNI ANGOLO D´EUROPA |
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Il suolo svolge un ruolo vitale, sebbene alquanto sottovalutato, nella conservazione degli ecosistemi, pertanto l´Onu ha ufficialmente annunciato il 2015 come Anno internazionale dei suoli (il lancio è avvenuto durante la Giornata mondiale dei suoli, celebrata il 5 dicembre 2014). Per tutto il 2015, il progetto Recare finanziato dall´Ue parteciperà a una serie di eventi per promuovere la conoscenza e consapevolezza delle minacce al suolo, nonché la gestione e le soluzioni tecnologiche per affrontare le relative problematiche. Si tratta di una questione urgente. I suoli sono minacciati dalle inondazioni, frane, desertificazione, erosione, contaminazione e perdita di materiale organico. Senza un suolo sano, in futuro avremo un aumento delle innondazioni e della siccità. Il suolo è inoltre il più grande deposito di carbonio terrestre, perciò la sua tutela è cruciale per ridurre le emissioni di carbonio. Recare è stato avviato nel novembre 2013 al fine di sviluppare misure di prevenzione, risanamento e ripristino efficaci. Benché siano disponibili una quantità di informazioni sulle minacce al suolo in Europa, tali conoscenze sono frammentarie e incomplete. È per questo motivo che Recare, che riceverà circa 8,5 miliardi di euro di finanziamenti per un periodo di cinque anni, sta lavorando direttamente con i gestori dei suoli – agricoltori, urbanisti, costruttori, responsabili delle politiche – per garantire che le minacce al suolo non vengano solo arrestate, ma eventualmente invertite. La degradazione del suolo è causata da un insieme di fattori biofisici, socioeconomici e politici, che sono variabili nelle varie regioni europee. Per questo motivo sono stati avviati 17 studi di casi dall´Islanda fino a Cipro, al fine di trovare soluzioni adeguate per combinare le conoscenze specialistiche globali con quelle locali. In svezia, ad esempio, sono minacciate vaste distese di torbiere agricole e questo posta al cedimento del suolo. Benché le torbiere agricole in Svezia rappresentino solo il 7 % dei terreni agricoli, contengono comunque gran parte del carbonio e hanno quindi un impatto significativo sulle emissioni di gas a effetto serra. Recare collabora con i partner locali per sviluppare strategie di gestione per ridurre i tassi di cedimento e di emissioni. Il progetto sta anche studiando i rischi di erosione post incendio in un´arida regione montana in Portogallo, dove i lunghi periodi di siccità in estate possono causare incendi. Si tratta di un fenomeno frequente in Portogallo, infatti il 40 % della regione studiata è stata bruciata almeno una volta dal 1975. Il suolo tende ad essere poco profondo e roccioso, rivelando il suo utilizzo secolare e la sua fragilità. Tuttavia, studi sul campo recenti hanno dimostrato che la pacciamatura – ricoprire il terreno con uno strato di materiale organico – utilizzando residui forestali (largamente disponibili nella regione) può essere molto efficace nel ridurre l´erosione nelle aree bruciate di recente. In tutti questi siti saranno utilizzate nuove procedure di mappatura per valutare lo stato attuale di degrado e conservazione. Sarà inoltre misurato l´impatto del degrado e della conservazione sulla funzione del suolo. Saranno poi selezionate e attuate misure per la prevenzione, la bonifica e il ripristino, in cooperazione con le parti direttamente coinvolte nella gestione dei suoli. Infine, saranno formulate politiche basate sui risultati degli studi di casi e la loro integrazione a livello europeo. Il progetto dovrebbe concludersi a ottobre 2018. Per ulteriori informazioni, visitare: Recare. Http://recare-project.eu/ |
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TUTTO QUELLO CHE C´È DA SAPERE SULLA COLTIVAZIONE DI OGM IN UE
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L´ue possiede una delle norme sugli Ong più ristrettive al mondo e la loro coltivazione è consentito solo a seguito di un´approfondita valutazione dei rischi. Dopo tre anni, il Consiglio ha approvato una proposta per dare agli Stati membri una maggiore flessibilità nell´utilizzo degli Ogm sul loro territorio. Il dibattito in plenaria e la votazione su questa proposta è prevista martedì mattina. È possibile coltivare le colture geneticamente modificate nell´Unione europea? Sì, ma solo una volta che sono state autorizzate a livello comunitario, a seguito di una valutazione del rischio effettuata dall´Autorità europea per la sicurezza alimentare (Aesa). Dopo l´autorizzazione, i singoli paesi dell´Ue possono solo vietare il prodotto geneticamente modificato sul loro territorio, utilizzando la cosiddetta clausola di salvaguardia. Devono giustificare questa decisione, dimostrando che l´Ogm può causare un rischio alle persone o per l´ambiente. Sono eventuali Ogm già coltivati nell´Ue e hanno uno stato membro vietarla? Attualmente, solo un prodotto transgenico - il mais resistente agli insetti Mon 810 della Monsanto - è cresciuto nella Ue. Tuttavia, alcuni paesi - Austria, Bulgaria, Grecia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo e Polonia - clausole di salvaguardia adottate per vietare la coltivazione nei loro territori. Perché l´Unione europea vuole cambiare l´attuale sistema di autorizzazione dei prodotti geneticamente modificati? Alcuni Stati membri hanno chiesto maggiore libertà e flessibilità nel limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio. Martedì la plenaria voterà una raccomandazione per modificare una direttiva che permetterà agli Stati membri la libertà di limitare o vietare la crescita di Ogm sul loro territorio per motivi legati alla politica ambientale. Quando entreranno in vigore le nuove regole? La plenaria voterà sul compromesso raggiunto con il Consiglio martedì 13 gennaio. Segui il dibattito e la votazione in diretta. Http://www.europarl.europa.eu//ep-live/en/plenary/video?date=13-01-2015 |
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PAC. COMMA 122 DELLA LEGGE STABILITÀ, PUGLIA: NORMA DANNOSA E SCRITERIATA |
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“Siamo di fronte ad una norma assolutamente dannosa e scriteriata che cancella con un colpo di spugna il lavoro realizzato negli scorsi tre anni, in modo condiviso fra Governo e Regioni del Mezzogiorno, senza curarsi degli impegni assunti e del contenzioso che la norma inevitabilmente produrrà”. Così la Vicepresidente della giunta regionale pugliese Angela Barbanente commentando il comma 122 della legge di stabilità 2015 che ha introdotto una regola non precedentemente definita, ovvero quella della decurtazione delle risorse in assenza di impegni e, ciò che è più grave, la ha applicata retroattivamente, facendo riferimento a quanto risulta dai sistemi di monitoraggio alla data del 30 settembre 2014. “Nonostante l’assenza di termini per l’utilizzo delle risorse, la Regione Puglia – ha sottolineato la Vicepresidente Barbanente – registra un numero di progetti, con impegni già effettuati, particolarmente elevato, a testimonianza della volontà e capacità del ‘sistema regione’ di operare con celerità per migliorare le condizioni di cittadini e imprese del territorio. E il paradosso è che il comma 122 della legge di stabilità rischia di produrre danni soprattutto nelle situazioni più virtuose, generando contenzioso tra Stato, Regioni ed amministrazioni beneficiarie esterne, in gran parte Comuni, che si vedranno annullare interventi per i quali sono stati sottoscritti convenzioni e disciplinari e sono in corso procedure di gara. Per non parlare poi delle situazioni nelle quali sono stati già aggiudicati i lavori”. “Il Governo regionale – ha continuato la Barbanente – si batterà con la massima determinazione perché la norma sia corretta nel decreto milleproroghe che sarà presto all’attenzione del Parlamento. Questo, in nome dei principi della certezza delle regole, della programmazione e della leale collaborazione tra istituzioni pubbliche, oltre che dell’esigenza improcrastinabile di salvaguardare quegli interventi necessari per i territori meridionali già programmati, avviati e in corso di realizzazione e di evitare prevedibili contenziosi. E, poiché i danni di questa norma colpiscono l’intero sistema istituzionale e socioeconomico del Mezzogiorno, il Governo regionale lavorerà per aggregare, attorno alla modifica normativa, tutte le forze che, a prescindere dalle appartenenze politiche e dai ruoli istituzionali, hanno a cuore la salvaguardia degli interessi del Mezzogiorno e i principi cardine sopra richiamati”. “In proposito – ha concluso la Barbanente – sentiamo di dover ringraziare la rappresentanza parlamentare che sta affiancando la Regione nelle iniziative che ci vedono impegnati su più fronti a difesa degli interventi per il Sud.” Note sul Piano di Azione Coesione Il Piano di Azione Coesione viene avviato nel corso del 2011 d’intesa con la Commissione Europea, per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013 e consiste nello spostamento di una parte del cofinanziamento nazionale fuori dai Programmi comunitari con lo scopo di: a) salvaguardare interventi/risorse i cui tempi di attuazione non risultano coerenti con i tempi della rendicontazione sui programmi comunitari (e di conseguenza avere più tempo a disposizione per realizzarli): b) avviare nuove azioni/progetti, alcune delle quali di natura prototipale che, in base agli esiti, potranno essere riprese nella programmazione 2014-2020. Cardine dell’operazione è l’Accordo sottoscritto il 3 novembre 2011 dal Governo nazionale con i Presidenti delle otto regioni meridionali. Tra i vari punti che danno vita al “Piano Nazionale per il Sud: Sud 2020”, quello che prevede che “le rimodulazioni dei programmi potranno prevedere la revisione del tasso di cofinanziamento comunitario a condizione che le risultanti risorse nazionali siano vincolate al riutilizzo nel rispetto del principio della territorialità”. L’intera operazione è sottoposta all’approvazione della Commissione Europea con uno specifico Accordo sottoscritto il 7 novembre 2011 che prevede la costituzione di un “Gruppo di Azione” per seguire il Pac “attraverso il quale concretizzare una nuova modalità di cooperazione rafforzata tra lo Stato membro e la Commissione Europea, indispensabile per il successo dell’iniziativa”. Complessivamente, a febbraio 2014, il Pac ha raggiunto un valore pari a 11,5 miliardi di euro provenienti quasi tutti dai fondi riservati alle regioni meridionali e destinati sia ad interventi di complessità non coerente con i tempi della programmazione comunitaria (ad esempio la Puglia ha cofinanziato una parte dell’alta capacità Bari-lecce), sia ad interventi di nuova attuazione nei settori dell’Istruzione, agenda digitale, occupazione, trasporti, inclusione sociale, disoccupazione giovanile. Fino alla legge di stabilità dello scorso dicembre non sono stati mai fissati termini per l’utilizzo delle risorse, tanto meno in termini di impegni. La legge di stabilità 2015, in particolare con il comma 122, ha quindi introdotto una regola non precedentemente definita, ovvero quella della decurtazione delle risorse in assenza di impegni e la ha applicata retroattivamente, facendo riferimento a quanto risulta dai sistemi di monitoraggio alla data del 30 settembre 2014. In questo modo viene completamente ignorato da un lato, che il sistema di monitoraggio non consente di inserire dati sugli impegni e dall’altro, il principio di territorialità delle risorse formalmente condiviso e sottoscritto tra Governo nazionale e Regioni nell’avvio del Pac il 3 novembre 2011. |
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PIANO SVILUPPO RURALE FVG: NON RESTITUIRA’ A UE UN SOLO EURO |
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Udine - "Il Friuli Venezia Giulia sinora non ha restituito a Bruxelles neppure un euro del Piano di sviluppo rurale 2007-2013", ha confermato oggi ad Udine il vicepresidente e assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello, commentando i dati del programma (Psr 2007-2014, dotato di 265 milioni di euro) in via di conclusione e illustrando lo scenario 2014-2020, in corso di approvazione, con complessivi 296 milioni di euro a disposizione (+31 ml. Euro). Nel 2014, ha rilevato Bolzonello, il totale della spesa pubblica è stato di oltre 40,5 milioni di euro, portando il complessivo delle risorse pubbliche erogate dal Psr (dal 2007) a 218,8 milioni di euro, superando dunque di 6,5 milioni il "livello minimo" previsto di 212,2 milioni (secondo la Ue del "N+2", raggiungendo in tal modo la percentuale 103,5%). Sempre Bolzonello ha quindi ricordato che a questi 40,5 milioni, da Stato e Regione si sono aggiunti - "portati sul territorio" - ulteriori 3,7 milioni (complessivi 44,2 mln. Euro), che hanno globalmente raggiunto 2.274 beneficiari tra aziende ed enti pubblici. Tra le cosiddette "misure" (cioè i settori d´intervento) portanti del Psr 2007-2014 - è stato reso noto oggi - quelle relative agli "investimenti in aziende agricole" 2014, oltre 14 i milioni erogati (213 beneficiari), "investimenti delle aziende agroalimentari", con 5,5 milioni di spesa pubblica (35 beneficiari), per le aree montane (tra 2014 e 2015) 9,2 milioni, con circa 1.850 beneficiari. "Quest´anno - ha quindi indicato l´assessore Bolzonello - il target di spesa Fvg si dovrebbe attestare sui 47 milioni di euro, obiettivo impegnativo ma ´abbordabile´, dedicato per la maggior parte ad interventi di tipo strutturale". Sul Psr 2014-2020, dotato di una trentina di milioni di euro in più, si parla ormai di un ritardo calcolabile attorno ai 6 mesi, ha dichiarato Bolzonello, indicando la chiusura della trattativa con la Ue entro la fine dell´attuale semestre ("in linea con le altre Regioni italiane le osservazioni comunitarie sono state 425, di cui però solo un paio possono rappresentare oggetto di discussione con le autorità di Bruxelles", secondo l´assessore), l´approvazione definitiva nei mesi successivi e l´apertura dei bandi ad autunno. Se la volontà europea è quella di disegnare un Psr 2014-2020 con un´occhio molto attento alla sostenibilità e alle aree più deboli, non solo montane, ha poi affermato Bolzonello, il Friuli Venezia Giulia intende comunque riservare molta attenzione allo sviluppo imprenditoriale: "dobbiamo dunque continuare a dare gambe, proseguendo le trattative con la Ue, alla nostra industria agroalimentare, indispensabile per tenere assieme il sistema agricolo Fvg, ad iniziare da una giusta retribuzione economica ai nostri produttori". Nell´occasione dell´odierna conferenza stampa il vicepresidente ha inoltre fatto il punto sulle attività 2014 da parte della Regione nell´area delle risorse agricole, sottolineando sia l´attività legislativa ("fra poche settimane scadrà il decreto interministeriale che blocca le semine in tutta Italia, tranne che in Friuli Venezia Giulia, tutelata dalla legge regionale 5 del marzo 2014") che quella carattere amministrativa. In particolare, i risultati raggiunti con l´Ocr Vino ("nei finanziamenti per i produttori vitivinicoli siamo la prima Regione italiana per capacità di spesa", ha ribadito Bolzonello), avendo speso ben 10,4 milioni di euro rispetto agli 8,047 originariamente assegnati ed esaudendo tutte le 252 domande ammesse. Quindi il settore delle manutenzioni, impegnati nel 2014 5,1 milioni di euro, delle opere infrastrutturali e pronti interventi (3 mln. Euro), bonifiche e opere irrigue (9,8 milioni di euro), viabilità forestale (3,65 milioni di euro), investimenti sul patrimonio silvo-pastorale (1,54 mln. Euro), sistemazioni idraulico-forestali (2,88 mln. Euro). Infine Bolzonello ha voluto ricordare il prossimo importante appuntamento di Agriest 2015 (fiera di Udine, 22-25 gennaio), giunto alla 50.Ma edizione, con una massiccia presenza di Regione ed Ersa, l´Ente regionale per lo Sviluppo rurale, quest´ultima puntando molto sul marchio di qualità regionale per l´agroalimentare Aqua/agricoltura, Ambiente, Qualità. All´insegna del "tech" e del tema dell´irrigazione - "su questo comparto la Regione vuole investire quest´anno circa 13 milioni di euro", ha confermato l´assessore - Agriest vedrà la presenza del viceministro Andrea Olivero, che illustrerà le attività nazionali, grazie anche al supporto delle realtà regionali, per una corretta gestione delle acque. |
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VALLE D’AOSTA: CONTRIBUTI RELATIVI ALLA MISURA 133 DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE |
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L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali comunica che da martedì 13 gennaio a venerdì 13 febbraio 2015, grazie al reperimento di nuove risorse finanziarie, sarà possibile presentare le domande per la concessione dei contributi relativi alla misura n. 133 del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013. La misura 133 prevede aiuti a sostegno delle associazioni di produttori per azioni informative, promozionali e pubblicitarie che riguardano in via esclusiva i prodotti tutelati dai sistemi di qualità riconosciuti con denominazione registrata dalla Commissione Europea (Dop, Doc e prodotti da agricoltura biologica). L’obiettivo di tale misura è la sensibilizzazione dei consumatori sulle caratteristiche dei prodotti tutelati da sistemi di qualità, permettendo il riconoscimento del valore qualitativo delle produzioni. (Allegato 2 alla delibera di Giunta 3304/2009). Le domande dovranno essere presentate all’Ufficio numero 4 dell’Assessorato, in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe, il martedì e il giovedì dalle 9,00 alle 14,00 oppure su appuntamento telefonando allo 0165/275202. Considerate le tempistiche legate alla chiusura della programmazione 2007-2013, si precisa che il termine, improrogabile, fissato per la rendicontazione delle spese ammesse a contributo sarà il 27 agosto 2015. |
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COM. POL. AGRICOLE: SISTEMA REGIONI ATTACCA MINISTERO. DICHIARAZIONI ASSESSORE PUGLIA |
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“Dal Coordinamento politiche agricole di oggi emerge la inadeguatezza del Mipaf in ordine ad alcune questioni di cui gli effetti sul territorio appaiono già particolarmente preoccupanti.”Così il coordinatore nazionale delle Regioni e province autonome italiane, l’assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, al termine della riunione del Cpa dell’8 gennaio. Le problematiche sul tavolo pongono all’angolo proprio il Ministero che mostra, come esplica nella nota stampa che segue lo stesso Nardoni, una “serie di inefficienze e inadeguatezze al limite del paradossale”. “A cominciare dalla questione dei danni da fauna selvatica ha ormai dei confini grotteschi – dice il coordinatore nazionale - in quanto la normativa comunitaria relativa agli orientamenti sugli aiuti di stato ha di fatto introdotto a partire dal primo gennaio 2015 una possibilità d´intervento in termini di indennizzo alle aziende assolutamente sperequativo nei confronti dei diversi territori e dell’ambito di uno stesso territorio tra le diverse aziende in relazione alle specie che determinerebbero il danno. Non ultima allarma molto la totale assenza di uno strumento legislativo che consenta di intervenire per indennizzare i danni alle aziende agricole ubicate in aree protette. La responsabilità di questa situazione é attribuibile al Ministero atteso che la interlocuzione con i servizi della commissione comunitaria è in capo allo stesso. (...) “Le Regioni nulla possono per cambiare tale quadro normativo e anzi paradossalmente nel caso di disponibilità di risorse finanziarie sono impossibilitate ad intervenire per indennizzare le aziende. Il tema è strettamente connesso con la questione della gestione faunistica venatoria, la cui latitanza del Ministero nei confronti tanto della Unione Europea che degli altri Ministeri coinvolti sulla problematica ha determinato una pericolosa deriva dell´iter di definizione e approvazione dei calendari venatori, sicché il Ministero dell´Ambiente interviene sulle singole Regioni, obbligandole tacitamente a modificare i propri calendari pur redatti nel rispetto della normativa nazionale. “Appare assurdo che un ministero interloquisca con le Regioni su una materia strettamente agricola di competenza del Ministero delle politiche agricole senza investire quest´ultimo della eventuale problematica. “Pertanto chiediamo che il Ministero recuperi il suo ruolo di interlocutore con il servizio della Commissione Europea e con gli altri Ministeri perché si possano sanare le incresciose situazioni che si sono determinate. Occorre un quadro normativo chiaro e non sperequativo per il quale le Regioni nulla possono. “Altra dolentissima nota riguarda la definizione e relativa attuazione dello strumento finanziarie Feamp , con riferimento alla prossima programmazione, per il quale il sistema delle regioni ha ripetutamente richiesto al ministero un tavolo tecnico/politico per definire i programmi e i relativi strumenti di attuazione. “Tali ripetute richieste sono state assolutamente ignorate, pertanto in qualità di coordinatore della commissione politiche agricole denuncio la quasi totale assenza delle Regioni in processi di programmazione determinanti per il settore della pesca – dice Nardoni - e lascio in capo al ministero e nella fattispecie al sottosegretario Castiglione che detiene la delega al settore, e al ministro Martina la responsabilità delle scelte operate e di tutte le eventuali conseguenze di esse. “Il rischio di disimpegno delle risorse dal Feamp – continua Nardoni - é reale e la responsabilità è da attribuire interamente al Ministero visto che alle Regioni non é stato consentito di svolgere alcun ruolo. “Nella seduta odierna é emersa anche la totale inoperosità del ministero sulla materia florovivaistica: tema su cui malgrado sia stato costituito un comitato nulla è stato realizzato in termini di interlocuzione con il Governo e per cui si rende quanto meno urgente una convocazione dello stesso. “Ancora é emerso che nonostante le ripetute sollecitazioni il tema dei programmi nazionali rimane appannaggio del solo ministero e le regioni sistematicamente escluse e disinformate se non in corrispondenza di specifiche scadenze ove si presenterà il piatto già pronto. “Infine la commissione ha affrontato il tema della coltivazione Ogm, prendendo atto che il prossimo 12 febbraio scade il decreto interministeriale che vieta la coltivazione delle colture Ogm sul territorio nazionale. La commissione ha definito un ordine del giorno da sottoporre alla conferenza dei presidenti il prossimo 22 gennaio con il quale si chiede al Governo di prorogare il predetto decreto o si definisca un nuovo decreto ministeriale (Mipaf) sulla falsa riga di quanto fatto dalla Francia, nelle more della pubblicazione della direttiva comunitaria che lascia la facoltà alle regioni di consentire o meno la coltivazione di Ogm sul proprio territorio. Fuorisacco la commissione ha affrontato il tema dell´embargo russo e delle sue conseguenze rilevando ancora una volta che le produzioni italiane non vengono difese in sede comunitaria, tanto da essere escluse dall´intervento finanziario legate al ritiro di mercato. “Stupisce a questo proposito che il prodotto clementine , che pure era contenuto nelle lista per i quali era possibile operare i ritiri di mercato – dice Nardoni - sia scomparso nel nuovo regolamento emanato dalla commissione comunitaria. “Inoltre emerge una forte preoccupazione circa la nuova strutturazione di Agea , che prelude a cambiamenti importanti di soggetti in una fase delicata quali quella degli avvii dei programmi che potrebbe produrre gravi danni alle aziende agricole e alle regioni stesse. Anche su questa iniziativa a nessuna regione é a conoscenza del progetto di ristrutturazione e delle sue finalità .” |
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TERRORISMO, MARONI: SOSPENDERE SCHENGEN PER EXPO |
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Milano - "Io sono stato il primo, subito dopo l´attentato di Parigi, a dire che anche l´Italia deve sospendere il Trattato di Schengen. Questo accordo va rivisto e, credo, sospeso, perché oggi non abbiamo il controllo delle nostre frontiere. In un momento come questo, dove l´allarme terrorismo è così elevato, io penso che si debba tornare a controllare meglio chi entra in Italia dalle frontiere Ue. E, soprattutto, bloccare i flussi dei clandestini irregolari". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in diretta alla trasmissione televisiva ´Orario Continuato´, in onda su Telelombardia. Non Avere Paura - Riguardo a possibili rischi in vista di Expo, il governatore ha sottolineato di non voler "avere paura". Non bisogna, ha sottolineato, "diffondere il panico, perché così faremmo il gioco dei terroristi". "Ovviamente - ha sottolineato - sono preoccupato, perché un evento così grande, importante e mediaticamente significativo come Expo, può attrarre i fondamentalisti. Bisogna fare controlli efficaci sia prima sia durante l´Esposizione universale". "E - ha ribadito -, proprio perché c´è Expo, bisogna sospendere Schengen, perché lo Stato italiano deve sapere chi arriva sul suo territorio dagli altri Paesi europei". "Expo merita questo intervento - ha concluso Maroni -, nei prossimi giorni sarò a Roma, ne parlerò con il Governo e direttamente con il presidente Matteo Renzi". |
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ALIMENTI: REGIONE CAMPANIA POTENZIATO QR CODE PER TUTTI PRODOTTI - CALDORO: SU CONTROLLI PRIMI IN EUROPA |
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La Regione Campania è oggi la prima in Europa per il maggior numero di controlli ed analisi su terreni, acqua e alimenti. Il lavoro dell´Arpac, dell´Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, e delle Asl ha garantito la salubrità dei prodotti. Rispetto all´emergenza Terra dei fuochi, la Regione ha preferito scendere in campo con azioni serie mirate, basate su dati scientifici, trasparenza verso i consumatori e sostegno alle aziende. Il 31 gennaio 2014 è nato Qr Code - Campania Sicura, uno strumento straordinario per la tutela delle produzioni agroalimentari, grazie al quale le mille aziende aderenti hanno potuto ribadire al mercato internazionale la salubrità dei propri prodotti. Attraverso la società Sviluppo Campania sono stati destinati 18 milioni alle aziende (circa 7000), che potranno attraverso un bando pubblico ottenere un voucher per la certificazione di salubrità dei prodotti e dei terreni nei quali coltivano le produzioni, e il rilascio del codice personalizzato Qr Code Campania Sicura, che garantirà al consumatore la massima trasparenza e tracciabilità. Il tutto verrà realizzato in collaborazione con l´Izsm, che provvederà in fase preliminare a una valutazione del rischio e successivamente a realizzare i campionamenti e le analisi. A garantire l´intero processo c’è un comitato tecnico formato da Istituto Superiore di Sanità, Corpo Forestale dello Stato, Facoltà di Veterinaria, Farmacia e Agraria della Federico Ii di Napoli. Le aziende avranno anche la possibilità di inserire all´interno del loro packaging un microchip con la tecnologia r-fid per i consumatori 3.0. Infine, presso l’Izsm è istituita la banca dei campioni. Durante la fase del prelievo verranno prese più aliquote di prodotto alimentare, terra e acqua di irrigazione. Una volta liofilizzati, verranno stoccati e serviranno a definire un punto di partenza importante per il futuro. “Le iniziative e le azioni messe in campo – ha detto il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro – testimoniano il grande impegno della Giunta per la tutela delle nostre produzioni alimentari. “Siamo i primi in Europa per controlli. Terreni, acqua e alimenti sono continuamente monitorati. Continueremo su questa strada con determinazione nei prossimi giorni e nei prossimi mesi. “Difendiamo i prodotti e la nostra terra”, conclude Caldoro. |
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SONO 129 I CONCESSIONARI DEL MARCHIO QUALITÀ CONTROLLATA. NUOVI INSERIMENTI PER OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA E PESCE DI VALLE
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Bologna - E´ quanto documentato dalla determinazione n. 18505 del 15 dicembre scorso, con la quale sono riconosciute le aziende alle quali è concesso l´uso del marchio collettivo regionale "Qualità Controllata”, in base alle indicazioni della legge regionale n. 28/99 . Tra le particolarità della versione 2014 dell´elenco, i nuovi inserimenti dei concessionari trasformatori all´olio extravergine di oliva, fra cui un frantoio e una scuola: l´istituto tecnico Agrario “ Scarabelli” di Imola e di due concessionari per la tipologia “prodotto ittico di valle”. Tale prodotto si contraddistingue per le caratteristiche simili a quelle degli animali selvatici, i pesci si nutrono, infatti, unicamente dell’alimento naturale che riescono a procurarsi nel bacino in cui vivono, con densità molto basse che generalmente non superano i 400 kg/ha/anno. Per il loro allevamento è vietato utilizzare qualsiasi tipo di antibiotico. “Qc” è un marchio collettivo di valorizzazione depositato dalla Regione Emilia-romagna, concesso alle imprese che decidono di produrre e allevare con tecniche di produzione integrata, rispettose della salute dell’uomo e dell’ambiente. Può essere concesso alle imprese di produzione, di trasformazione e commercializzazione che si impegnano a rispettare appositi disciplinari di produzione in grado di garantire la qualità del prodotto, dalla coltivazione/allevamento al consumo finale, lungo tutta la filiera. Il sistema di controllo è affidato ad organismi accreditati, che hanno il compito di verificare la corretta applicazione dei disciplinari. |
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OLIVICOLTURA: ABRUZZO, CHIESTO AL GOVERNO LO STATO DI CALAMITÀ
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Pescara - "Il 2014 è stato un anno drammatico per i produttori di olive e olio extravergine d´oliva. L´anomalo andamento climatico e l´attacco di ´mosca olearia´ hanno compromesso gravemente il raccolto di uno dei prodotti tipici simbolo dell´agricoltura abruzzese". L´assessore alle Politiche Agricole, Dino Pepe, sottolineando la sua "vicinanza agli agricoltori colpiti dalla stagione particolarmente avversa" ha ribadito "la necessità di avviare una richiesta di aiuto tempestiva per risollevare l´economia delle imprese coinvolte". Per rispondere concretamente alle richieste condivise di tutto il settore olivicolo ed in particolare dei consorzi Dop, l´assessore Pepe, dopo un´attenta e scrupolosa istruttoria relativa alla ´mappatura del danno´, si è subito attivato proponendo alla Giunta Regionale l´adozione della delibera n.870 approvata il 23 dicembre scorso. Tale provvedimento permette di chiedere al Ministero Politiche Agricole, nei limiti della disponibilità finanziaria nel Fondo di Solidarietà Nazionale, lo stato di calamità naturale per il settore, ai sensi del decreto legislativo n.102/04 e del Piano Agricolo Assicurativo annuale per il 2014, per gli eventi non assicurabili. |
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MONZA E BRIANZA - IN AUMENTO I PREZZI DELLE CONSUMAZIONI AL BAR |
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Rincara in Lombardia il costo di alcuni servizi: le consumazioni al bar, per esempio, costano in media lo 0,7% in più rispetto allo scorso anno. Fare colazione fuori in Lombardia costa in media 2,34 euro, a Cremona è più cara (2,46 Euro), a Milano e a Brescia le colazioni più economiche (rispettivamente 2,27 e 2,26 Euro). Sotto la media lombarda anche i prezzi per Monza, Como e Pavia. Stabile invece il costo medio per una pizza fuori (-0,1% rispetto ad un anno fa), mediamente meno di 10 Euro a pranzo. La cena in pizzeria costa di più a Pavia (11,28 Euro), di meno a Brescia (8,15 Euro). Sono alcuni dei dati che emergono dalla Rilevazione dei prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo a Monza e in Lombardia – realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref Ricerche. I prezzi dei servizi a Monza e in Lombardia I prezzi dei servizi al bar in un anno aumentano di meno a Monza: +0,3% contro lo 0,7% lombardo, mentre crescono di più i prezzi per un’uscita in pizzeria (in un anno +2,4%, in controtendenza rispetto al dato lombardo -0,1%). Se in Lombardia tutti le consumazioni sono in aumento, a Monza in discesa ci sono il caffè (-0,5%), le bevande analcoliche (-1,5%) e l’aperitivo (-4,9%). Sono alcuni dei dati che emergono dalla Rilevazione dei prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo a Monza e in Lombardia – realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref Ricerche. |
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CAMPOBASSO, DIETA MEDITERRANEA ED EXPO 2015: QUALIFICAZIONE RISTORANTI |
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C’è tempo fino al 17/1/ 2015 per presentare la domanda di partecipazione all’iniziativa “Qualificazione della ristorazione” nell’ambito dell’evento “Dieta Mediterranea ed Expo 2015”! La Camera di Commercio di Campobasso, infatti, in vista dell’Expo 2015, ha riaperto i termini di partecipazione all’ iniziativa, con l’intento di promuovere la ristorazione di qualità della provincia, valorizzando il modello alimentare della Dieta Mediterranea, riconosciuta dal 2010 patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. A tal proposito l’Ente Camerale ha predisposto un “sistema di regole” (Disciplinare) impostate per mettere in risalto la ristorazione locale che propone piatti e/o menu corrispondenti ai valori nutrizionali della Dieta mediterranea e impiegando, nella misura più larga possibile, le materie prime e gli ingredienti riconducibili al territorio locale. Il Disciplinare vuole valorizzare i ristoranti che si impegnano in azioni di diffusione e promozione della conoscenza della Dieta mediterranea, sia attraverso la realizzazione di menù/piatti in linea al modello alimentare, sia attraverso la realizzazione di prodotti informativi e divulgativi sul tema. Gli operatori economici interessati ad aderire al progetto dovranno far pervenire entro e non oltre il 17.01.2015 la propria domanda di adesione (presente sul sito della camera di Commercio di Campobasso all’indirizzo www.Cb.camcom.gov.it), inviandola all’indirizzo Pec sviluppo.Locale@cb.legalmail.camcom.it Al termine del percorso, ai ristoranti partecipanti al progetto che saranno risultati conformi al disciplinare, verrà rilasciato un attestato di qualifica “Ristorante della Dieta Mediterranea della provincia di Campobasso”. |
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BASILICATA: APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE SULLA OLIVICOLTURA |
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“Il tanto atteso disegno di legge che disciplinerà l’olivicoltura regionale per il futuro è stato approvato dalla Giunta regionale. L’intento della normativa è di ammodernare il settore valorizzandolo e tutelandolo”. E’ quanto comunica l’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali, Michele Ottati. “Il lavoro di elaborazione del testo – asserisce Ottati - egregiamente coordinato dal dirigente generale, Giovanni Oliva, è stato svolto con grande impegno dagli Uffici Produzioni vegetali e Fitosanitario che hanno sviluppato i vari punti tenendo conto delle evoluzioni che il comparto sia a livello regionale, che nazionale e internazionale, ha avuto negli ultimi decenni. In tal senso è stato tenuto conto soprattutto del potenziamento della qualità delle produzioni olivicolo-olearie lucane favorendo una idonea e sostenibile difesa fitosanitaria della coltura. Per tale motivo un ruolo importante sarà svolto dall’Ufficio regionale fitosanitario che eseguirà periodicamente i monitoraggi supportando le aziende olivicole nella difesa delle coltivazioni a basso impatto di fitofarmaci. Ma un altro punto basilare sarà anche la conservazione degli ulivi secolari e di pregio agronomico e paesaggistico cui la Regione tiene molto viste le peculiarità naturalistiche e turistiche del nostro territorio”. Il disegno di legge consta di dodici articoli. In particolare all’articolo due si specifica che il Dipartimento politiche agricole dovrà predisporre linee di azione tese alla divulgazione della qualità degli oli lucani e all’ottenimento dei marchi di origine, alla valorizzazione del germoplasma autoctono, all’impianto di nuovi oliveti, all’aggregazione dei produttori e alla loro formazione tecnica, alla vendita delle produzioni olivicole, allo sviluppo del vivaismo nel comparto, alla diffusione delle innovazioni lungo tutta la filiera e alla formazione e all’aggiornamento degli assaggiatori professionali di oli e di olive da mensa. Vi è da aggiungere che la Regione Basilicata intende sostenere la ricerca, la sperimentazione e la divulgazione nella fase di produzione, oltreché la trasformazione delle produzioni olivicole in olio d’oliva di qualità. Il sostegno al settore avverrà anche attraverso adeguate campagne e azioni di agromarketing, nazionali ed estere, oltreché attraverso la formazione di consorzi di produttori il tutto volto a favorire accordi commerciali. Sarà creata una commissione composta da dirigenti, docenti e tecnici dei Dipartimenti Politiche agricole e Ambiente, Università di Basilicata, Alsia e Organizzazioni di produttori e dei frantoiani che provvederanno a redigere un Programma triennale delle attività quantificando anche l’ammontare finanziario da impegnare nel comparto e ripartendo le competenze tra i diversi soggetti partecipanti. La Giunta regionale ha infine approvato un capitolo di spesa che nell’esercizio finanziario 2015 prevede la somma di 80 mila euro. |
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POTENZA: BANCA DATI DELLE QUALITÀ, SCADENZA 31 GENNAIO |
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La Camera di Commercio di Potenza, in previsione di Expo 2015, promuove la realizzazione del progetto “Dieta Mediterranea ed Expo 2015” con l´obiettivo di valorizzare i prodotti tipici agroalimentari, le aziende e il territorio produttivo. Tra le attività previste dal progetto, particolare rilievo assume la selezione delle imprese agroalimentari di eccellenza atta a costituire una “Banca dati delle qualità”, che potrà essere utilizzata nei programmi di promozione camerale, a partire da Expo 2015. Possono iscriversi fino al 31 gennaio le imprese appartenenti al settore agricolo e agroalimentare, nonché alla chimica e meccanica agricola e alimentare, operanti nel territorio della provincia di Potenza. «Eventi mondiali come Expo possono contribuire a valorizzare le espressioni migliori di un territorio - commenta il presidente della Cciaa potentina, Pasquale Lamorte -. Gli imprenditori della nostra provincia, adesso, hanno la possibilità di esporre in vetrine (anche virtuali) le proprie aziende e i prodotti, dimostrando di saper coniugare tecnologie e innovazione con la cultura contadina e le tradizioni, proponendosi come comunità di persone unite dalla passione per il proprio lavoro» Le imprese che confluiranno nella “Banca delle qualità della provincia di Potenza” e che riceveranno una comunicazione ufficiale ed il rilascio di un Attestato di qualifica, rientreranno in un selezionato parterre di eccellenza e potranno essere coinvolte nei programmi di promozione a livello locale, nazionale ed internazionale. Le Pmi selezionate, inoltre, potranno beneficiare di una maggiore visibilità all’interno della piattaforma “Italian Quality Experience”, lo strumento messo a punto dall’Unione Nazionale delle Camere di Commercio Italiane per promuovere il comparto agroalimentare italiano nell’ambito dell’Expò Milano 2015. Avviso pubblico e regolamento per l’iscrizione sono sul sito camerale |
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