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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Marzo 2015 |
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FINANZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE TRANSEUROPEE - PER COLLEGARE L´EUROPA |
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Bruxelles, 9 marzo 2015 Infrastrutture energetiche è solitamente finanziato dal mercato e attraverso le tariffe pagate dagli utenti. Tuttavia, al fine di raccogliere la sfida di interconnessione tutti gli Stati membri entro il 2020 e il 200.000.000.000 € necessari a tal fine, l´Unione europea ha istituito i fondi che contribuiscono a sfruttare gli investimenti necessari. Il più importante di tali fondi è la per collegare l´Europa (Cef). Gli investimenti in infrastrutture energetiche possono essere sostenuti in determinate condizioni di politica di coesione dell´Ue. Inoltre, la recente proposta di Fondo europeo per la Strategic Investments (Efsi) offrirà opportunità di finanziamento per le infrastrutture energetiche andare oltre Cef. Qual è il meccanismo per collegare l´Europa (Cef)? Cef è un programma di finanziamento pluriennale istituito per finanziare il miglioramento dei trasporti, le reti digitali energetica dell´Europa e. Con un bilancio complessivo di quasi € 33000000000 copre i tre settori, 5 €. 85 miliardi sono stati stanziati per l´energia per il periodo 2014-2020. La parte del leone di questo importo è riservato per sovvenzioni, mentre circa il 10% di esso va a strumenti finanziari che dovrebbero contribuire a facilitare l´accesso dei progetti infrastrutturali di finanziamento delle imprese e dei progetti. Per il Cef concede di fare la differenza devono essere mirati a pochi progetti critici e devono essere combinati con gli sforzi delle autorità di regolamentazione per il finanziamento di progetti attraverso tariffe di rete e di altre fonti di finanziamento. Nel 2014, le sovvenzioni del valore di 647.000.000 € sono stati destinati alle proposte riguardanti studi e dei lavori per i progetti di infrastrutture energetiche chiave. Borse di studio per lavori andati a progetti che altrimenti non sarebbero commercialmente redditizio o semplicemente non conveniente per gli utenti negli Stati membri interessati. I soldi del Cef è destinato a fungere da catalizzatore per la raccolta di ulteriori finanziamenti da investitori privati e pubblici. Chi può richiedere il supporto di Cef? Per poter beneficiare di un sostegno finanziario nell´ambito del Cef, i progetti devono prima essere inclusi nell´elenco dei progetti di interesse comune (Pic) . Si tratta di progetti infrastrutturali chiave, che aiuteranno gli Stati membri integrano i loro mercati energetici e in particolare fine all´isolamento di alcuni Stati membri di reti di energia a livello europeo. I progetti permetteranno anche una maggiore diversità di fonti di fornire le nostre reti. Inoltre, che vi aiuterà reti elettriche ad affrontare le crescenti quantità di energia elettrica generata da fonti energetiche rinnovabili e in tal modo contribuirà a ridurre di Co 2 emissioni. Quali progetti sono sulla lista dei Pic? Il primo elenco di progetti di interesse comune è stato pubblicato nel mese di ottobre 2013. Esso contiene 248 progetti, la maggior parte delle quali sono linee di trasmissione dell´energia elettrica e del gas. Tredici progetti per lo stoccaggio di energia elettrica sono sulla lista, che comprendono tecnologie innovative come lo stoccaggio di energia elettrica ad aria compressa. Inoltre, l´elenco prevede anche stoccaggi sotterranei di gas, terminali Gnl, e due progetti di reti intelligenti. L´elenco sarà aggiornato ogni due anni e il prossimo aggiornamento è previsto per la fine del 2015. L´elenco completo dei progetti per paese: http://ec.Europa.eu/energy/sites/ener/files/documents/2013_pci_projects_country_0.pdf Quali proposte sono ammissibili al finanziamento Cef? Il sostegno dell´Ue sarà offerto per gli studi preparatori, quali studi di fattibilità o di valutazioni di impatto ambientale. Verrà data inoltre assistenza per costruire importanti reti infrastrutturali del gas o dell´elettricità. Per gli studi, tutti i Pic ad eccezione dei progetti petroliferi possono beneficiare di borse di studio. Per lavori di costruzione per essere ammissibili al finanziamento Cef, un Pci deve dimostrare che: ha vantaggi significativi, come la sicurezza dell´approvvigionamento, la solidarietà tra gli Stati membri o l´innovazione non è commercialmente fattibile; ha ricevuto una ripartizione dei costi transfrontaliero come a volte una grande parte di un investimento deve essere fatta dai promotori dei progetti in uno Stato membro, mentre ci sono benefici di là del confine in un altro Stato membro. In questo caso una decisione sulla ripartizione dei costi deve essere presa dalle autorità di regolamentazione competenti. Quanto ai costi possono essere coperti da Cef? In generale, l´importo del sostegno comunitario non può superare il 50 % dei costi ammissibili per entrambi gli studi e le opere. In casi eccezionali, quando un progetto contribuisce in modo significativo alla sicurezza dell´approvvigionamento, migliora la solidarietà energetica tra gli Stati membri o propone soluzioni altamente innovative, il sostegno dell´Ue può essere aumentato ad un massimo del 75 per cento dei costi per lavori di costruzione. Quali sono la timeline e l´importo per il primo invito a presentare proposte nel 2015? L´invito a presentare proposte, che ha un bilancio indicativo di € 100 milioni, è aperto dal 4 marzo fino al 29 aprile 2015. Importante per i promotori di progetti che intendono partecipare è l´Info Day che verranno organizzate a Bruxelles il 16 marzo 2015. Le iscrizioni sono aperte fino al 9 marzo: http://inea.Ec.europa.eu/en/news__events/events/2015-cef-energy-info-day.htm . A seguito della valutazione delle domande ammissibili ricevute la Commissione europea proporrà un elenco di azioni da cofinanziare al Comitato di Coordinamento Cef . Il comitato, composto da rappresentanti degli Stati membri, dovrebbe dare il suo parere sulla lista entro la metà di luglio. La Commissione adotterà formalmente la lista. Quando sarà il prossimo invito a presentare proposte sarà lanciato? Con un totale di 650 milioni di € per le sovvenzioni previste nel 2015, il primo invito a presentare proposte sarà seguita da una seconda, con un bilancio sostanzialmente più elevato indicativamente fissato a 550 milioni di €. Questa seconda chiamata sarà lanciato nel giugno 2015 e che rimarrà aperta fino alla fine di settembre consentire ai richiedenti che hanno fallito nella prima chiamata a ripresentare la domanda per la seconda convocazione. |
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COMPLETAMENTO DEL MERCATO INTERNO DELL´ENERGIA: RILASCIATI € 100 MILIONI PER COLLEGARE LE RETI ENERGETICHE EUROPEE |
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Bruxelles, 9 marzo 2015 - La Commissione apre l´invito a presentare proposte nell´ambito del meccanismo per collegare l´Europa (Cef) per aiutare i principali progetti transeuropei di infrastrutture energetiche di finanza. € 100.000.000 saranno messi a disposizione per progetti volti a porre fine all´isolamento di energia, eliminando i colli di bottiglia di energia e di completare il mercato europeo dell´energia. Questo denaro europeo fungerà anche da catalizzatore per assicurare ulteriori finanziamenti da parte di investitori privati e pubblici. Con un totale di 650 milioni di € per le sovvenzioni previste nel 2015, questo è il primo dei due bandi previsti per il 2015. La scadenza per le domande è il 29 aprile 2015. La decisione sulla selezione delle proposte da finanziare è prevista per la metà di luglio. Un mercato completamente interconnesso è una priorità assoluta della Commissione Juncker. Il presente invito a presentare proposte risponde a questa priorità e fa seguito alla strategia dell´Unione Energia e la comunicazione interconnessioni adottata il 25 febbraio 2015 (vedi anche: scheda ). Il commissario europeo per l´azione per il clima e l´energia Miguel Arias Cañete ha detto: " reti energetiche affidabili e ben collegate sono fondamentali per ottenere un resiliente dell´Unione europea dell´energia Abbiamo bisogno di investimenti importanti. S per rendere il nostro adattamento alla griglia di energia per il futuro di questo finanziamento. È un investimento possibilità di costruire un mercato energetico competitivo, sostenibile e sicura, e in ultima analisi, portare i benefici nelle nostre case e le imprese ". Per richiedere una sovvenzione, un progetto deve essere sulla lista dei "progetti di interesse comune" . Un primo elenco di progetti di interesse comune è stata adottata dalla Commissione europea nel mese di ottobre 2013. Si compone di 248 importanti progetti di infrastrutture energetiche che, una volta completato, avrebbe ogni assicurare vantaggi significativi per almeno due Stati membri, migliorare la sicurezza dell´approvvigionamento, contribuire a l´integrazione dei mercati, l´aumento della concorrenza e della sostenibilità. L´elenco sarà aggiornato alla fine di quest´anno. Finanziamenti Ue per le infrastrutture energetiche nell´ambito del meccanismo per collegare l´Europa è 5850000000 € per il periodo 2014-2020. La maggior parte di questo denaro andrà a borse di studio, mentre una parte di questo importo sarà dedicata alla creazione di strumenti finanziari per lo sviluppo delle infrastrutture, compreso un contributo al Fondo europeo per gli investimenti strategici. Queste sovvenzioni contribuiranno alla realizzazione di entrambi gli studi e le opere. Le proposte per lavori possono solo ricevere sovvenzioni se il progetto offrirà vantaggi significativi in un contesto macro-regionale, come la sicurezza dell´approvvigionamento, la solidarietà tra gli Stati membri o l´innovazione, pur non essendo commercialmente valida. In generale, l´importo del sostegno comunitario non può superare il 50% dei costi ammissibili per entrambi gli studi e le opere. In casi eccezionali, quando un progetto contribuisce in modo significativo alla sicurezza dell´approvvigionamento, migliora la solidarietà energetica tra gli Stati membri o offre soluzioni altamente innovative, il sostegno dell´Ue può essere aumentato fino a un massimo del 75% dei costi per lavori. Il 16 marzo la direzione generale della Commissione europea per l´energia, insieme con l´Agenzia Innovazione e Reti esecutivo, organizzerà una giornata informativa a Bruxelles per dare i promotori dei progetti maggiori informazioni sulle opportunità di finanziamento, compresi i dettagli pratici su come fare domanda per una borsa di Cef . |
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ENI-GELA, AL MISE IL PUNTO SULL’ATTUAZIONE DEL PROTOCOLLO D’INTESA AZIENDA CONFERMA GLI INVESTIMENTI, SI AVVIA PERCORSO ADP PER L’AREA |
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Roma, 9 marzo 2015- Su richiesta del Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, si è svolto oggi un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico presieduto dal Viceministro Claudio De Vincenti e con la partecipazione dei vertici Eni. Nel corso della riunione si è fatto il punto sull´attuazione del Protocollo d´Intesa Eni-gela del 6 novembre scorso. Governo e Regione hanno ribadito l´importanza strategica del progetto Eni per lo sviluppo di Gela e della Sicilia e gli impegni delle istituzioni al riguardo; l´Eni ha confermato i propri impegni per l´attuazione degli investimenti produttivi nell´ambito delle attività upstream e dell´economia verde. Il Presidente Crocetta ha inoltre notificato al Ministero la presentazione dell´istanza per il riconoscimento di Area di crisi industriale complessa per Gela, come previsto dal Protocollo, e il Viceministro si è impegnato a convocare in tempi rapidi la prima riunione istruttoria tra Governo, Regione ed Enti Locali per l´elaborazione del relativo Accordo di Programma. Nel corso della prossima settimana avranno luogo in Sicilia incontri preparatori tra Istituzioni e Azienda. |
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RIGASSIFICATORE: SERRACCHIANI RIBADISCE "NO" AL MINISTRO GALLETTI |
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Trieste, 9 marzo 2015- "No al rigassificatore nel golfo di Trieste". Lo ha riconfermato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, incontrando a Roma il ministro dell´Ambiente, Gian Luca Galletti, dopo che la Commissione di Valutazione di impatto ambientale (Via) ha recentemente dichiarato la compatibilità dell´opera. All´incontro era presente anche il commissario dell´Autorità portuale Zeno D´agostino. "Ho ribadito al ministro - ha detto al termine la presidente Serracchiani - quelle che sono le nostre contrarietà, nostre e di tutte le istituzioni locali, all´impianto nel golfo di Trieste. Rispetto al parere della Commissione Via, siamo in grado di formulare delle controdeduzioni puntuali, dimostrando con elementi oggettivi l´incompatibilità fra il rigassificatore e le prospettive di sviluppo dei traffici portuali previste dal nuovo Piano regolatore". "In ogni caso - ha aggiunto Serracchiani - esprimeremo la nostra contrarietà attraverso la presentazione delle controdeduzioni della Regione nell´ambito della Conferenza dei Servizi che sarà indetta dal ministero dello Sviluppo economico. Non derogheremo dalla linea che abbiamo già più volte sostenuto in tutte le occasioni in cui la Regione è stata chiamata a esprimersi, sulla base di una precisa delibera approvata dalla Giunta regionale". "Siamo pronti ad impugnare gli atti - ha concluso - qualora le nostre ragioni non vengano tenute in considerazione". |
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CANONE CONCORDATO IN TUTTA LA REGIONE UMBRIA. POSITIVO L´INCONTRO CON INQUILINI, PROPRIETARI E COMUNI |
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Perugia, 9 marzo 2015 - "Positivo l´incontro del tavolo sul canone concordato, convocato dalla Giunta Regionale e aperto a tutte le rappresentanze dei proprietari, degli inquilini e dei comuni": è questa la valutazione dell´assessore regionale alle politiche abitative Stefano Vinti, al termine dell´incontro che si è svolto, nella sede regionale di Piazza Partigiani a Perugia. "Il confronto – ha sottolineato l´assessore - si è incentrato sull´applicazione del canone concordato in tutto il territorio regionale, a seguito della recente delibera della Giunta Regionale, che sicuramente potrà portare grandi vantaggi fiscali per i proprietari e per gli inquilini. Abbiamo inoltre fatto ulteriori e significativi "passi avanti" nella definizione delle linee guida, in quanto tutte le parti hanno concordato nel convergere su uno specifico "metodo di calcolo della superficie" degli appartamenti da affittare e che saranno la base delle linee guida regionali sul canone concordato. Si è convenuto infine – ha concluso Vinti - di definire raggruppamenti di comuni omogenei territorialmente, con i quali aprire tavoli locali, e soprattutto l´impegno di mettere a punto elementi di flessibilità sui canoni di affitto, tali da rendere convenienti, sia per i proprietari che per gli inquilini, i canoni di locazione concordati rispetto quelli a libero mercato". Il tavolo sarà riconvocato entro la fine del mese di marzo. |
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EDILIZIA, ASSESSORE LIGURIA: TERZO VALICO BUONA PRATICA DA ESTENDERE A TUTTE LE OPERE |
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Genova, 9 Marzo 2015. Dopo l´esperienza del Terzo valico e l´accordo siglato all´inizio dello scorso novembre con il Cociv la Regione Liguria, aderendo ad una richiesta delle organizzazioni sindacali, vuole estendere il modello che ha portato all´assunzione di un primo gruppo di 50 lavoratori edili disoccupati provenienti dal territorio ligure anche alle altre opere in partenza. Lo ha comunicato giovedì 5 marzo, l´assessore regionale alle infrastrutture Raffaella Paita nel corso dell´incontro in Regione con le organizzazioni sindacali di categoria degli edili a cui hanno preso parte anche gli assessori alle politiche abitative Giovanni Boitano e all´urbanistica Gabriele Cascino. L´obiettivo è quello di intercettare una ripresa, anche se minima, che si è manifestata a Genova nel settore delle compravendite con un +15%, per farla coincidere con una ripresa più strutturale del settore dell´edilizia che comunque fa registrare in Liguria 4000 posti di lavoro persi negli ultimi due anni. A questo proposito nei prossimi giorni verranno convocati tavoli regionali con i rappresentanti delle imprese aggiudicatarie dei principali lavori al nastro di partenza in Liguria, per favorire ricadute degli investimenti sui disoccupati locali. Tra le opere in questione, oltre all´ospedale della Spezia, la ripresa del 3° lotto della variante di Spezia, la statale della Val Trebbia e la continuazione del Terzo valico. Con l´assessore Renzo Guccinelli – ha concluso Paita – abbiamo già concordato su una nuova riunione del tavolo sullo sviluppo, per fare un bilancio sulle azioni più importanti messe in atto e anche su nuove iniziative che possono riguardare l´efficientamento energetico degli alberghi, il piano caso e il social housing". |
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PAESAGGIO VENETO: ASSEGNATI 3 MLN. A 24 PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE |
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Venezia, 9 marzo 2015 - Sono 24 gli interventi a cui la giunta regionale ha assegnato quasi tre milioni di euro per progetti di recupero e di riqualificazione di contesti locali (aree ed edifici) significativi sotto il profilo paesaggistico, legati agli usi tradizionali o a funzioni collettive, che per varie ragioni versano in condizioni di degrado e pertanto necessitano di essere recuperati e valorizzati. Lo stabilisce il provvedimento, adottato su proposta del vicepresidente e assessore al territorio Marino Zorzato, con il quale è stata approvata la graduatoria dei progetti che sono pervenuti in Regione dopo la pubblicazione di un avviso destinato ad enti pubblici, enti strumentali regionali, associazioni e fondazioni che operano per la tutela del paesaggio per presentare richiesta di contributo, accompagnata da una relazione con l’illustrazione degli interventi da realizzare. “Il recupero e la riqualificazione dei paesaggi degradati – sottolinea Zorzato - possono rappresentare un elemento di benessere e di nuove opportunità, oltre che svolgere una funzione di volano del turismo culturale. Inoltre, questa tipologia d’azione risponde ai principi di uso consapevole del territorio, di salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di realizzazione di nuovi valori paesaggistici rispondenti a criteri di qualità e sostenibilità che la Regione sta perseguendo con le sue politiche”. Zorzato ricorda in particolare che per il biennio 2012-2013 la giunta veneta ha approvato quattro progetti di riqualificazione e valorizzazione paesaggistica: Le Grandi Rogazioni dell’Altopiano di Asiago, La Via dei Papi, Il Cammino di Sant’antonio, Itinerari della fede in Valpolicella. “Per il biennio 2014-2015 - aggiunge – abbiamo ritenuto di proseguire con il programma di valorizzazione e riqualificazione dei paesaggi del Veneto, dando l’opportunità al territorio di presentare altre proposte progettuali concrete per la riqualificazione, il risanamento e la valorizzazione di particolari realtà locali in condizioni di degrado paesaggistico”. Le richieste pervenute sono state circa un settantina ordinate in una graduatoria in base al punteggio ottenuto al termine della valutazione tecnica. Il contributo erogabile per ogni intervento è di 10.000 euro per la progettazione e di 100.000 euro per la realizzazione delle opere. Se l’ente attuatore finanzia almeno il 20% del costo dell’intervento, il contributo regionale omnicomprensivo arriva all’importo massimo di 150.000 euro. |
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ARREDO URBANO CITY DRESSING, IL CASTELLO DI MILANO SI VESTE DI BANDIERE SOTTO LA TORRE DEL FILARETE, ALL´INGRESSO PRINCIPALE, SVETTANO I VESSILLI DI UE, ITALIA E COMUNE |
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Milano, 9 marzo 2015 - Le tre bandiere istituzionali dell’Unione europea, dell’Italia e del Comune di Milano sventolano da oggi all’ingresso principale del Castello Sforzesco, presso la Torre del Filarete. Sono state installate da Palazzo Marino, che ha già provveduto a issare le bandiere in oltre 360 spazi comunali in tutta la città: da Palazzo Reale al Comando dei Vigili in piazza Beccaria, dalle biblioteche alle scuole, dalla Casa delle Donne agli uffici di Villa Scheibler, dall’aeroporto di Linate alla Gam Galleria d´Arte Moderna. Un impegno che l’Amministrazione porterà avanti anche nelle prossime settimane, fino a raggiungere ben 500 sedi. Grazie al progetto “City Dressing”, inoltre, il Comune sta “vestendo” le sue porte di accesso alla città, le cesate dei cantieri, i mezzanini delle metropolitane e molti altri spazi di affissione con striscioni, stendardi, totem e manifesti per accogliere i visitatori e raccontare loro l’Esposizione Universale: l’obiettivo è dare a milanesi e turisti la percezione della reale dimensione internazionale della nostra città e del suo sempre vivo spirito di accoglienza. |
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RIPARTE DALLE PMI INNOVATIVE E INTERNAZIONALIZZATE LA RIPRESA ECONOMICA |
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Roma 9 marzo 2015 – Innovative, internazionalizzate, aggregate in rete, con performance di fatturato superiori alla media di settore e, soprattutto, in grado di finanziarsi attraverso canali alternativi al credito bancario. Questo l’identikit di un cluster di imprese di piccole e medie dimensioni che, secondo la Relazione annuale del Garante delle Micro, Piccole e Medie imprese (Mpmi), sta facendo da traino al “rinnovamento” ed alla riforma del nostro sistema produttivo. Il tutto, nonostante il contesto di mercato difficile, seppur in fase di miglioramento grazie ai recenti interventi macro su costo dell’energia, cambio euro-dollaro e programma europeo di nuovi investimenti. Sono imprese, si legge nel documento trasmesso dal Garante per le Mpmi Giuseppe Tripoli (Direttore Generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli Scambi del Mise) al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che, se adeguatamente supportate da strumenti di policy, sia con riferimento a quelle avviate negli ultimi anni (politiche industriali, politiche fiscali e creditizie, oltre naturalmente agli interventi contenuti nella riforma del mercato del lavoro), sia in relazione a quelle che si stanno mettendo in campo, sono in grado di generare un impatto positivo sulla crescita del Paese. Tra queste vengono citate nella Relazione: § oltre 190.000 Mpmi che si internazionalizzano (le stime per il 2016 ne indicano circa 211.000), che affrontano la crisi con una strategia più aggressiva e non difensiva; § le oltre 13.000 imprese estere localizzate in Italia, di cui 12.500 (il 94% del totale) sono Mpmi che vedono il nostro Paese come una opportunità, alimentando e sostenendo le nostre filiere produttive; § le circa 3.500 medie imprese con fatturato compreso tra 15 e 330 milioni e con livelli di produttività superiori alle analoghe presenti nei principali paesi europei (Germania, Regno Unito, Spagna). All’interno di questo gruppo, il c. Detto “Quarto capitalismo”, le 2.050 società che eccellono nelle loro nicchie di mercato e riescono a competere ai livelli più alti sul fronte internazionale, considerate il vero motore dello sviluppo italiano. § le 3.300 imprese start up innovative; § circa 9.700 imprese in rete attraverso i quasi 2.000 contratti al 31 dicembre 2014 (più di 10.000 imprese stimate nel 2015), che vedono nell’aggregazione il superamento dei limiti dimensionali; § le imprese “diversamente” finanziate che hanno trovato alternative al capitale di debito di origine bancaria: 57 imprese quotate su Aim di Borsa italiana di cui 22 Ipo nel 2014; 92 operazioni di Mini-bond e più di 200 operazioni di Venture Capital nel 2014. La Relazione individua alcune linee prioritarie di intervento che possono essere in grado di rafforzare ulteriormente il percorso già avviato dal Governo per migliorare il contesto in cui le imprese operano e per fornire loro il sostegno necessario a accrescerne la competitività. Dal documento trova conferma come la domanda estera sia stata l’unica componente della domanda aggregata a registrare in questi ultimi anni dei valori positivi e a sostenere il Pil. La presenza sui mercati esteri si è rivelata dunque una strategia vincente, un traguardo vitale di molte piccole imprese che necessitano però di maggiori informazioni, di più sostegno manageriale, di più efficaci forme di accompagnamento, di maggiori strumenti finanziari. In questo scenario, appaiono quattro le aree prioritarie su cui è necessario continuare a puntare in maniera incisiva: ü aggregazione di impresa ü innovazione e tecnologia ü internazionalizzazione ü finanza per le Mpmi Tra le diverse forme di aggregazioni tra impresa, il contratto di rete è la modalità che consente di sopperire ai “limiti” legati alle ridotte dimensioni con la massima flessibilità: in particolare, facendo rete si consente anche ad imprese di piccole dimensioni di beneficiare di investimenti in innovazione e della proiezione su possibili mercati internazionali. Il Garante segnala l’opportunità di dare nuovo vigore allo strumento estendendo, tra le altre cose, il regime di agevolazione fiscale, introducendo incentivi alle iniziative di reti promosse da un “soggetto catalizzatore”, sostenendo l’introduzione della figura dei “manager di rete” sul modello delle agevolazioni già previste per i “temporary export manager” e attraverso l’erogazione di voucher. Sul fronte dell’innovazione e delle competenze di eccellenza richieste dal mercato globale, la Relazione elenca un serie di interventi già messi in campo per riattivare il ciclo degli investimenti privati, orientandoli verso l’innovazione, quale leva fondamentale per la competitività, e a stimolare progetti innovativi da parte delle imprese (Start up e Pmi innovative; credito di imposta per investimenti in R&s; Patent box per l’esenzione parziale dei redditi da sfruttamento di proprietà intellettuali; interventi del Fondo per la crescita sostenibile; credito di imposta per investimenti nel digitale nelle aree gravate dal digital divide). In tema di internazionalizzazione, lo sforzo da perseguire deve essere quello mirato ad ampliare il numero delle imprese esportatrici, potenziarne i canali di presenza mercati esteri, accrescerne le necessarie competenze manageriali, nonché migliorare la nostra capacità di attrazione degli investimenti esteri (obiettivi prioritari del Piano straordinario per la promozione del Made in Italy per cui il Governo ha recentemente stanziato significative risorse). Infine, va contrastata più efficacemente la crisi di liquidità che negli ultimi anni ha colpito in misura maggiore le micro e piccole imprese (la quota di piccole imprese che dichiara di non ottenere il finanziamento richiesto è circa il doppio rispetto a quella delle imprese grandi: 18,1% a fronte di 9,3%). A questo proposito, la proposta del Garante è quella di rendere più agevole l’attività dei venture capitalist, la promozione dell’attività di fund raising e la promozione dell’utilizzo dei mini-bond. A questi elementi si aggiungono, infine, due ulteriori priorità su cui la Relazione consiglia di porre particolare attenzione: ü le opportunità legate all’economia digitale ed al canale e-commerce ü lo sviluppo professionale e della managerialità. La percentuale di piccole imprese digitalizzate che intrattengono relazioni con l’estero è quattro volte superiore a quella delle aziende non digitalizzate; inoltre le Mpmi attive su internet sono più produttive ed assumono più persone di quelle non attive sul web. Eppure, la diffusione dell’acquisto di beni e servizi in rete si aggira intorno al 20% in Italia (a fronte del 47% medio dell’Ue), mentre solo il 5% delle nostre Mpmi non finanziarie vende in rete (a fronte del 14% europeo). La Relazione del Garante propone a questo proposito di varare un programma straordinario per spingere all’e-commerce un numero ampio di Mpmi, puntando su di un mix di strumenti: politiche educative e formative ad hoc; incentivi a produttori e retailer tradizionali ad attivare anche l’online; incentivi ai soggetti privati (consolidator d’offerta) in grado di aggregare l’offerta di prodotti certificati Made in Italy; semplificazione del quadro normativo comunitario e nazionale. Infine, la disponibilità di figure manageriali adeguate anche nelle Mpmi è un elemento strutturale fondamentale per consentire loro di agganciare la ripresa e per conseguire quegli elevati standard qualitativi imposti dalla competizione globale. Il Garante sottolinea, in particolare, due elementi: l’importanza di puntare a valorizzare l’esperienza di manager e professionisti che intendano investire i propri capitali e la propria professionalità nelle tante Mpmi italiane con grandi potenzialità; e l’urgenza di riallineare la formazione tecnico-professionale con le esigenze reali del tessuto produttivo italiano, puntando in particolare verso le nuove figure specialistiche “emergenti”. |
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GARANZIA DEL MICROCREDITO: MISE AL LAVORO PER ASSICURARE ACCESSO DIRETTO ED IMMEDIATO
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Roma, 9 marzo 2015 - Il Ministero dello Sviluppo economico sta completando, con alcune importanti novità, il quadro normativo per l’avvio della garanzia delle operazioni di microcredito. In particolare, in base alle novità che si stanno apportando in questi giorni, gli imprenditori interessati alla misura potranno prenotare direttamente la garanzia, sul sito istituzionale del Fondo centrale vigilato dal Ministero, prima di recarsi da uno degli operatori del microcredito che opereranno prossimamente sul mercato. Le novità saranno contenute in un nuovo decreto, che sarà pronto all’inizio della prossima settimana. Lo strumento prevede la possibilità che il Fondo conceda la garanzia fino all’80% per operazioni di microcredito fino a 25 mila euro. La sezione del Fondo centrale di garanzia dedicata al microcredito dispone di risorse pari a trenta milioni di euro, stanziate dal Ministero dello sviluppo economico, a cui si aggiungono i versamenti volontari tra cui quelli operati dai parlamentari del gruppo del Movimento5stelle. |
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FEDERLAZIO, INDAGINE CONGIUNTURALE PMI: E’ ANCORA CRISI. RALLENTA ANCHE L’EXPORT |
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Roma, 9 marzo 2015 La Federlazio ha realizzato la consueta indagine congiunturale sullo stato di salute delle piccole e medie imprese del Lazio, effettuata su un campione di 350 imprese associate. Lo studio ha riguardato il semestre luglio-dicembre 2014. L´indagine è stata presentata presso la sede dell´Associazione dal Presidente della Federlazio Silvio Rossignoli. All´incontro sono intervenuti, tra gli altri, l’Assessore allo Sviluppo Economico e Attività produttive della Regione Lazio Guido Fabiani. Se nell’indagine congiunturale relativa alla prima parte del 2014, presentata lo scorso settembre, i cambiamenti di segno allora rilevati si mostravano ancora troppo precari per poter immaginare una iniziale fuoriuscita dalla crisi, ora si può comprendere meglio che c’erano buoni motivi per affermarlo. Quanto emerge dalla nostra rilevazione attuale, relativa alla seconda parte del 2014, sembra infatti lasciare nuovamente lo spazio ad uno stato d’animo attraversato da non poche venature di sconforto. Quello stato d’animo che l’indagine dello scorso semestre aveva dato solo l’illusione di aver intaccato. Nel corso del secondo semestre 2014 il saldo di opinioni sull’andamento degli ordinativi ricevuti dal mercato nazionale è un po’ più negativo rispetto al precedente semestre (da -24 a -27). Peggiorano anche gli ordinativi dall’estero: il saldo di opinioni dal mercato Extra Ue passa da +17 a +4, mentre quello dall’Ue peggiora addirittura di 20 punti (da +27 a +7). Per quanto riguarda il fatturato, nel Ii semestre 2014 il saldo di opinioni registrato sul mercato domestico, sempre negativo, peggiora di 10 punti passando da -24 a -34. Stesso andamento per l’estero: il saldo di opinioni dal mercato Ue passa da +24 a +1, mentre quello dal mercato Extra Ue passa da positivo a negativo (da +23 a -1). In calo anche la produzione: da -19 a -22. Alla richiesta di indicare la presenza o meno di investimenti, il 27,3% delle imprese ha dichiarato di averne effettuati nel Ii semestre 2014, percentuale in diminuzione rispetto al semestre precedente (29,8%). Sul fronte dell’occupazione, nel Ii semestre la percentuale di imprese che l’hanno aumentata si contrae passando dal 12,4% al 10,4%. Si riduce anche la percentuale delle imprese che ha dichiarato di aver ridotto gli organici (dal 18,2% al 17,4%). Ne consegue che il saldo di opinioni sull’occupazione, negativo, peggiora lievemente (di un punto) passando da -6 a -7. L’indagine Federlazio ha rilevato anche le previsioni a breve sui prossimi sei mesi dalle quali emerge che, per quanto concerne gli ordinativi, il saldo peggiora di 5 punti (da -2 a -7). Situazione analoga per le previsioni sugli ordinativi sia dal mercato Ue (da +21 a +8), sia da quello Extra Ue (da +12 a +4). Riguardo le previsioni sull’occupazione per il I semestre 2015, il saldo atteso migliora di 9 punti passando da -17 a -8. Aumenta anche la percentuale di imprese che ha manifestato l’intenzione di fare investimenti nella prima parte del 2015, ora pari al 29,9% rispetto al precedente 24,2%. Tra le principali problematiche segnalate dagli imprenditori al primo posto abbiamo la “insufficienza della domanda” con il 32,3% dei casi (era il 27,89%). Passa invece in secondo piano il “ritardo dei pagamenti da parte dei privati” (dal 28,7% al 24,4%). Segue il “ritardo dei pagamenti della Pa” con percentuale inalterata rispetto allo scorso semestre (15,2%), mentre è in lieve attenuazione “l’impossibilità a partecipare agli appalti” (da 7,6% a 7,4%). La “mancata concessione del credito bancario” è indicata ora dal 5,1% degli intervistati (era il 7,6%). Riguardo invece un giudizio su come stia evolvendo la crisi, dalle risposte continua a prevalere un complessivo pessimismo delle imprese, nonostante si registri una lievissima attenuazione. In particolare, se la percentuale delle imprese che hanno dichiarato che “al momento non si intravede alcuna via di uscita” è in crescita (dal 55,6% al 58,2%), la percentuale di coloro che hanno affermato che “il peggio deve ancora venire” scende dal 9,7% di sei mesi fa al 6,8% di oggi. In timido aumento la percentuale di imprese tendenzialmente più ottimiste per le quali “si incomincia ad intravedere una luce in fondo al tunnel” (dal 34,6% al 35,0%). Le imprese che ritengono di correre seri rischi di chiusura entro i prossimi sei mesi diminuiscono rispetto al semestre scorso (14,7% contro 16,3%), parimenti quelle che hanno risposto negativamente sono passate dall’83,7% alll’85,3%. Riguardo quali azioni le imprese intendano porre in essere al proprio interno per contrastare la crisi, al primo posto le imprese anche questo semestre hanno indicato il “taglio dei costi di gestione”, percentuale in aumento dal 23,8% al 25,6%, mentre si attenua quella relativa alla “creazione di nuovi prodotti e servizi” (dal 20,8 al 19,8%). In crescita il “miglioramento della qualità del prodotto/servizio” (da 14,6 a 16,9%), mentre si attenua l’importanza attribuita alle attività “rivolte sui mercati oltre confine” (da 13,5% a 11,2%). La percentuale di imprese che ha indicato “riduzione del personale” scende dall’8,8% al 7,9%. Alla domanda su cosa renda la loro attività meno competitiva qui in Italia rispetto a quella dei propri concorrenti, le imprese anche questo semestre hanno indicato al primo posto la “pressione fiscale” (da 27,6 a 31,6%), seguita dal “costo del lavoro” (da 23,8 a 23,7%) e dalla “complessità normativa e burocratica” (dal 19,3 a 18,2%). Infine, alle imprese del campione è stato chiesto di indicare quale azione il Governo regionale dovrebbe mettere al primo posto per uscire dalla crisi. Anche per questo semestre al primo posto viene indicata nettamente la “riduzione delle tasse su impresa e lavoro” con il 72% e in aumento rispetto al precedente 64,0%. Di conseguenza le altre azioni hanno percentuali quasi irrilevanti e peraltro in diminuzione (eliminare sprechi Pa: 5,1%; agevolare credito: 5,1%; semplificare burocrazia Pa: 5,1%; combattere evasione fiscale: 4,2%; ecc.) |
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RILANCIARE IL RUOLO DI ALTAROMA E´ OBIETTIVO COMUNE |
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Roma, 9 marzo 2015 - “Accogliamo con soddisfazione l’appello al buon senso lanciato dal Presidente Zingaretti a proposito del futuro di Altaroma”. Così il Presidente della Federlazio Silvio Rossignoli commenta a caldo la dichiarazione appena rilasciata alle agenzie dal Presidente della Regione Lazio. “Ci fa piacere – prosegue Rossignoli – ascoltare dalle parole di Zingaretti che non sono assolutamente in discussione le capacità di Massimo Tabacchiera, il cui nome, proposto unanimemente dalla Cciaa a rappresentare all’interno del Cda di Altaroma il socio di maggioranza, aveva provocato reazioni da parte degli altri soci. Massimo Tabacchiera, importante imprenditore del nostro territorio, già Presidente della Federlazio per due mandati, nella sua lunga esperienza al vertice di importanti società controllate dal Comune di Roma, ha dato del resto ampiamente prova di possedere capacità manageriali di alto livello.” “In ogni caso – aggiunge il Presidente della Federlazio – quel che è certo è che tutto il territorio romano e laziale, il sistema imprenditoriale nonché le aziende del settore e dell’indotto hanno in comune l’interesse a rilanciare con forza il ruolo e l’operatività di Altaroma. Questo deve restare il vero obiettivo che noi non possiamo permetterci di fallire se intendiamo dare, nei fatti e non solo a parole, un contributo reale al rilancio di un settore per noi così importante come quello della moda.” “Pertanto – conclude Rossignoli – la ricerca di un clima collaborativo e non conflittuale tra tutti i soggetti, istituzionali ed associativi, che operano con questa finalità, resta la via maestra per affrontare e risolvere i numerosi problemi che abbiamo dinanzi. A tale proposito, c’è da augurarsi che l’imminente rinnovo degli organi dirigenti della Cciaa di Roma, cui stiamo lavorando proprio in questi giorni, possa essere l’occasione per mettere alla prova i reali intendimenti di tutte le parti coinvolte. La Camera di Commercio è di tutti e tutti devono essere rappresentati nella Camera di Commercio.” |
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FRANCO TOSI: DOPO PIÙ DI UN ANNO SIAMO PUNTO E A CAPO |
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Milano, 9 marzo 2015 - "Dopo più di un anno siamo punto e a capo". Con queste parole, l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, commenta le ultime vicende riguardo la trattativa per l´acquisizione della Franco Tosi di Legnano, dopo che il Mise, (Ministero del ´mancato sviluppo economico´´, come lo chiama lo stesso assessore), ha pensato bene "di assegnare la ´Franco Tosi´, tra i tre offerenti, due gruppi italiani e uno indiano, a quest´ultimo, la Patel. "Gli stessi - ricorda Garavaglia - che hanno portato in precedenza l´azienda sull´orlo del fallimento". "Potranno e vorranno gli indiani - si chiede Garavaglia - investire quei 20 - 30 milioni di euro che servono per rilanciare la Franco Tosi? Ci auguriamo che il Governo abbia valutato queste cose nel fare la sua scelta. "Altrimenti se le cose dovessero andar male - conclude - sappiamo di chi è la responsabilità". |
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