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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Aprile 2015
REMPARK: AIUTARE I PAZIENTI E MIGLIORARE LE CURE PER LA MALATTIA DI PARKINSON  
 
Bruxelles, 14 aprile 2015 - Un sistema sanitario personale aiuta i pazienti affetti dalla malattia di Parkinson a gestire i propri sintomi, costituendo al contempo una ricca fonte d’informazioni per i medici grazie al monitoraggio continuo. Secondo l’Associazione europea per la malattia di Parkinson, attualmente oltre un milione di europei sono affetti dalla malattia di Parkinson e si stima che il loro numero raddoppierà entro il 2030 a causa dell’invecchiamento della popolazione. Il progetto Rempark promette di dare sollievo ai malati di Parkinson e di aiutare i medici a migliorare le cure. Un gruppo di ricercatori sta sviluppando un sistema sanitario in grado di rilevare e registrare lo stato motorio del paziente e di aiutarlo a recuperare movimenti quasi normali “Oltre ad aiutare il paziente a gestire i propri sintomi, il sistema fornisce anche informazioni al medico, in modo che possa seguire meglio il decorso della malattia,” dice il prof. Joan Cabestany, coordinatore del progetto e membro del Dipartimento di ingegneria elettronica dell’Universitat Politècnica de Catalunya (Upc). Recuperare il ritmo dell’andatura Il sistema completo Rempark consiste in un sensore da indossare al polso, uno smartphone che funge da portale per inviare e ricevere informazioni, un server che riceve i dati e che comunica con il personale medico, un sistema di cueing uditivo e un dispositivo di stimolazione elettrica funzionale sensoriale. Il sensore monitora lo stato motorio del paziente in tempo reale ed è in grado di identificare i sintomi specifici del Parkinson. Valuta il cosiddetto “stato di Discinesia On/off”. “On” indica che il paziente è in grado di muoversi quasi correttamente, mentre “Off” indica che il paziente ha difficoltà a muoversi e che ha problemi di tremolio o altri spasmi muscolari involontari che spesso caratterizzano il Parkinson. Quando il paziente inizia ad avere difficoltà a muoversi in modo regolare, un auricolare collegato al sistema riproduce un clic ritmico molto simile a un metronomo. Il sistema di guida dell’andatura aiuta il paziente a ritrovare il ritmo normale e a svolgere le attività di tutti i giorni. Informazioni continue a portata di mano Normalmente i neurologi visitano i pazienti affetti da Parkinson un paio di volte l’anno e così hanno una visione solo istantanea dello stato del loro paziente. Con il sistema Rempark, invece, i neurologi possono visionare e analizzare l’evoluzione della malattia. Il Ban (Body Area Network) del paziente invia dati al server nel cloud per mezzo di uno smartphone. Queste informazioni sono accessibili in remoto per il medico e gli permettono di valutare lo stato del paziente e di monitorare l’evoluzione della malattia. Usando il sistema, il medico può poi dare indicazioni al paziente. “Il sistema aiuta i medici a identificare le tendenze,” spiega il prof. Cabestany. “Possono esaminare i dati di qualsiasi intervallo di tempo.” “Il sensore è un dispositivo che può essere usato da subito per migliorare il monitoraggio del paziente. I medici possono misurare l’evoluzione della malattia lungo un’intera giornata o in qualsiasi altro intervallo di tempo, in condizioni di deambulazione nel corso di una giornata normale per il paziente,” dice il prof. Cabestany. Usando le informazioni ottenute mediante l’analisi, i neurologi possono regolare la terapia del paziente di conseguenza, rimanendo nella “finestra terapeutica” in cui gli effetti desiderati dei farmaci sono superiori a quelli indesiderati. Questa disponibilità di informazioni non è positiva solo per i medici. “Quando i pazienti sanno quante ore sono stati On/off, possono imparare a gestire meglio i propri sintomi apportando dei cambiamenti nella loro routine quotidiana o nell’ambiente,” dice il prof. Manuel Moreno, un collega del prof. Cabestany presso la facoltà di ingegneria dell’Upc. Allarmi Se il paziente si trova in difficoltà senza accorgersene, il sistema può avvertirlo mediante un messaggio sul suo smartphone, in modo che sia più consapevole dello stato del proprio corpo e possa reagire di conseguenza. In caso di emergenza, come ad esempio per una caduta, il sistema avverte la famiglia del paziente, il medico o un call center. Rempark ha lavorato dal 1° novembre 2011 al 30 aprile 2015 e ha ricevuto un finanziamento dell’Ue di 3,3 milioni. Il progetto ha effettuato esperimenti in condizioni di deambulazione con 43 pazienti di quattro centri terapeutici in Spagna, Italia, Irlanda e Israele nel corso di diversi mesi a partire da settembre 2014. Collegamento al sito web del progetto http://www.Rempark.eu/    
   
   
UNA DONNA HA DATO ALLA LUCE DUE GEMELLI DA DUE PADRI DIVERSI, CON UN PROCESSO SENZA PRECEDENTI DI FECONDAZIONE. NEL PROCESSO DI FECONDAZIONE IN VITRO PRENDONO PARTE 2 DONNE E 2 UOMINI.  
 
Lecce, 15 aprile 2015 - Lo scorso fine settimana una donna ha dato alla luce in Israele un paio di gemelli da due uomini diversi, attraverso un processo di fecondazione in vitro dn un´altra donna che ha donato le sue uova, formando un processo di gestazione insolito costituito da due uomini e due donne. Lo ha riferito il quotidiano Yediot Aharonot. "E ´molto insolito. So di un altro caso come questo", ha detto il dottor Ilia Bar, direttore della clinica a Tel Aviv che ha accompagnato l´intero processo che è stato effettuato in Europa orientale, perché la legge locale vieta la fecondazione di due diversi genitori. Secondo il giornale la fertilizzazione e successiva gravidanza è stato richiesta da entrambi i genitori, una coppia di 30 anni, e praticati con l´aiuto di una clinica privata. I due uomini andarono dal medico con la richiesta insolita di avere due bambini alla volta, uno di ciascuno, e con l´aiuto di una donatrice di ovuli e di un´altra donna volontaria che ha concepito nel suo grembo. Il processo di fecondazione è stato condotto in un laboratorio dove il Dr. Bar dove due gruppi di uova sono stati fecondati con lo sperma separato eiaculato da ciascun genitore. Dopo aver scelto le uova fecondate da ciascun genitore, con maggiori possibilità di successo, sono stati impiantati nella surrogata, che ha continuato la sua gestazione in Israele. "Si tratta di una gravidanza gemellare in programma a cui ogni embrione appartiene ad un genitore, le uova provenienti da un donatore e la gravidanza portata da un´altra donna." " Sabato in Israele la sensazionale notizia della nascita dei gemelli all´Ichilov Hospital di Tel Aviv ha sollevato grande attenzione da parte dei media per la sua condizione insolita che include tre genitori biologici (due uomini e una donna) e una madre surrogata.Per Giovanni D’agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” si tratta, ovviamente, di un caso estremo, che però mette in luce la paradossalità della vicenda. In Italia le tecniche della fecondazione eterologa, la maternità surrogata, il congelamento e la diagnosi genetica preimpianto sono vietate.  
   
   
CURE PALLIATIVE, DUE CORSI DELL´UNIVERSITÀ DI FIRENZE FINANZIATI DALLA REGIONE TOSCANA  
 
 Firenze 15 aprile 2015 - Due corsi in cure palliative, tenuti dall´Università di Firenze e finanziati dalla Regione Toscana. I due bandi, che scadono il 26 aprile prossimo, si trovano sul sito dell´Università di Firenze alla pagina http://www.Polobiotec.unifi.it/cmpro-v-p-1465.html  Sono, rispettivamente, un corso di perfezionamento post laurea su "La rete delle cure palliative. Formazione, cure e assistenza alla persona, fino alla fine della vita", e un corso di aggiornamento su "Cura e assistenza alla persona fino alla fine della vita. La rete delle cure palliative in Regione Toscana", rivolto ai professionisti, al personale socio-sanitario e alle équipes con esperienza triennale nelle reti delle cure palliative. Intento dei due corsi, qualificare con titoli universitari il personale che già opera nelle strutture e nei servizi di cure pallative, in un´ottica di formazione pemanente e di valorizzazione delle competenze. La Regione Toscana, infatti, sostiene i partecipanti con 60 borse di studio che coprono l´intero costo dell´iscrizione. I corsi, il cui direttore è il professor Raffaele De Gaudio, anestesista rianimatore e presidente della Società italiana di terapia intensiva, si terranno dall´8 maggio al 26 giugno al Dipartimento di Scienze della salute in largo Brambilla, a Careggi. Sono previste 65 ore di didattica frontale e 25 ore di tirocinio. Un delibera di giunta del 2014 prevede finanziamenti ad hoc per le cure palliative per tutte e tre le Università toscane. I due corsi di Careggi sono rivolti all´Area vasta centro. Corsi analoghi sono stati programmati anche per l´Area vasta nord ovest (in uscita a giugno) e sud est (tra luglio e dicembre). E´ prevista inoltre per gennaio 2016 la pubblicazione del bando per la partecipazione al master di alta formazione e qualificazione in cure palliative, sempre grazie alla collaborazione tra Regione e Università di Firenze.  
   
   
CIFOSI E SCOLIOSI: AD APRILE L’ESPERTO DELLA COLONNA VERTEBRALE DELL’ISTITUTO GAETANO PINI RISPONDE VIA E-MAIL  
 
Milano, 15 aprile 2015 – L’attenzione dei genitori verso i figli non è mai troppa, ma la preoccupazione per zaini troppo pesanti sulle spalle o banchi di scuola troppo bassi a volte può essere ingiustificata. L’esperto, dottor Bernardo Misaggi, direttore della Struttura complessa di Chirurgia Vertebrale e Scoliosi dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano consiglia di non soffermarsi su questi aspetti e mette in guardia i genitori: “La colonna vertebrale dei propri figli va controllata, soprattutto nell’età dello sviluppo. È importante rivolgersi al pediatra per controlli periodici e, nel caso di situazioni sospette, indirizzarsi verso uno specialista”. “Nell’età dello sviluppo, se c’è una patologia lieve, è bene che i ragazzi facciano degli sport di allungamento (pallavolo, pallacanestro) ed evitino sport come il tennis; se invece c’è la tendenza ad avere un problema alla colonna e questa è ancora mobile, la ginnastica correttiva spesso può bastare; nei casi di una cifosi rigida è invece necessario mettere un bustino”, spiega il dottor Misaggi, che aggiunge: “L’età più critica è quella dello sviluppo sono quindi consigliate visite mirate soprattutto nel caso in cui vi siano già in famiglia casi di patologie della colonna”. All’istituto Ortopedico Pini, il mese di aprile è dedicato proprio alla colonna vertebrale: scrivendo al dottor Misaggi all’indirizzo bernardo.Misaggi@gpini.it  si potranno rivolgere domande, richiedere piccoli consulti e ricevere consigli utili a prevenire le più comuni patologie della colonna vertebrale. Se le problematiche fisiche che interessano la spina dorsale non vengono prese in seria considerazione fin dalla tenera età, possono degenerare nell’età adulta, con forti dolori e serie limitazioni funzionali. “Se non individuate in giovane età, queste patologie, con la crescita possono dar luogo oltre che a limitazioni funzionali (ad esempio la respirazione) anche ad alterazioni estetiche; in questi casi si interviene con trattamenti più importanti, come l’ingessatura, o invasivi, quali l’intervento chirurgico - sottolinea il dottor Misaggi -. Oltre a problemi estetici, queste patologie, dopo i 25 anni, possono causare dolori lombari, dolori da artrosi precoce che con l’avanzare dell’età si aggravano determinando uno scadimento della qualità di vita del paziente.” L’istituto Ortopedico Gaetano Pini è tra i pochi Ospedali in Italia specializzato negli interventi alla colonna, molti dei quali vengono effettuati su pazienti della terza età: “Le persone oggi hanno tanti interessi, viaggiano, si muovono e fanno una vita attiva anche oltre i 70 anni – conclude l´esperto -. Spesso interveniamo su situazioni molto gravi raggiungendo ottimi risultati e i pazienti tornano a condurre una vita normale. Oggi con sistemi dinamici disposti fra le vertebre interveniamo sulle discopatie, che portano mal di schiena o incurvano la colonna vertebrale, e possiamo ripristinare il movimento e migliorano la postura. In tutti questi casi il consiglio è di non esitare a farsi visitare e a chiedere consiglio allo specialista”.  
   
   
SALUTE, ASSESSORE LOMBARDIA: BENE PRIMARIO DA TUTELARE, SEMPRE  
 
Milano, 15 aprile 2015 - "Favorire la cultura della prevenzione può far vincere la sfida della sanità che è, prima di tutto, innervare la nostra società di nuove modalità di prevenzione diffondendo a livello culturale un importante concetto: il primo medico della nostra salute siamo noi, con le nostre scelte, le nostre abitudini ed i nostri stili di vita". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani intervenendo al convegno ´Prevenzione della cecità nella retinopatia diabetica: dallo screening alla presa in carico del paziente´ organizzato all´auditorium Giorgio Gaber di Palazzo Pirelli a Milano. Retinopatia Diabetica - La retinopatia diabetica, una complicazione del diabete che colpisce gli occhi, può svilupparsi in tutti coloro che soffrono di diabete di tipo 1 e di tipo 2. I pazienti diabetici in Regione Lombardia sono più di 500.000. Di questi, circa un terzo è affetto da retinopatia, malattia che costituisce la principale causa di cecità fra i soggetti in età lavorativa. Screening - "La proposta dello screening suggerita in questo convegno - ha sottolineato Mantovani - e che mi trova molto favorevole, rappresenta una interessante opportunità per monitorare, con una modalità leggera, i pazienti ed individuare, subito, le eventuali criticità o approfondimenti da affrontare". Regione Lombardia - "Regione Lombardia - ha aggiunto il vice presidente - che ha già recepito il Piano nazionale per il diabete e ha da tempo inserito l´esame del ´fundus´ tra gli indicatori di gestione del paziente diabetico, è pronta a sostenere tutte quelle azioni mirate ad affrontare le problematiche della malattia, comprese quelle relative alle liste d´attesa, per poter rispondere alle esigenze dei cittadini, così come anche emerso dal ´Dillo alla Lombardia´ del 27 marzo scorso". Prevenzione - La retinopatia diabetica è prevenibile controllando periodicamente il livello di zuccheri nel sangue (glicemia). Inoltre è essenziale eseguire controlli periodici del fondo oculare, anche sottoponendosi ad esami più per valutare l´eventuale presenza della malattia e la sua gravità. "La salute - ha concluso l´assessore alla Salute Mario Mantovani - è un principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, è il bene più importante e per questo va tutelata, sempre".  
   
   
BOLZANO: RIFORMA SANITARIA: GRUPPI DI LAVORO IMPEGNATI PER DEFINIRE IL PROGETTO  
 
Bolzano, 15 aprile 2015 - Dopo l’approvazione della riforma sanitaria provinciale da parte dell’Esecutivo si sono riuniti il 13 aprile i rappresentanti della Ripartizione sanità e dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige per definire i prossimi passi per la sua realizzazione. I dirigenti della Ripartizione sanità e dell´Azienda sanitaria dell´Alto Adige si sono impegnati il 13 aprile nella definizione dei dettagli della riforma sanitaria provinciale. "Sono molti gli esperti che nelle prossime settimane, mesi ed anni saranno impegnati nella realizzazione del nostro progetto denominato Assistenza sanitaria 2020" sottolinea l´assessora provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Martha Stocker. I dettagli della riforma saranno inoltre al centro dell´analisi dei Comprensori, dei partner sociali e delle organizzazioni dei pazienti. Al centro dell´attività dei gruppi di lavoro vi saranno la riforma dell´amministrazione, l´assistenza medica negli ospedali altoatesini e sul territorio così come il nuovo piano provinciale della sanità, i cui dettagli saranno sottoposti entro l´anno a tutte le istanze di verifica. "Il quadro temporale in cui si colloca la realizzazione complessiva del nostro progetto riguarda almeno un quinquennio" sottolinea l´assessora Stocker. Vi è comunque la ferma intenzione di procedere speditamente nella realizzazione della riforma e già entro il 2015 saranno realizzare le prime misure.  
   
   
ABRUZZO: D´ALFONSO, MEDICI INCARICATI NEI VIGILI DEL FUOCO  
 
L´aquila, 15 aprile 2015 - "Quando le risorse tradizionali diminuiscono devono aumentare le risorse innovative, come programmazione e organizzazione. Abbiamo a disposizione dei giacimenti di bravura, di capacità lavorativa. Mettiamo insieme due mondi, con le loro bravure e con le loro specialità per assicurare un servizio efficiente al cittadino con medici del Servizio sanitario incaricati annualmente nel Corpo dei vigili del fuoco". Così il Presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, ha presentato l´intesa con la Direzione regionale dei vigili del fuoco Abruzzo per la definizione delle funzioni svolte dal medico del Servizio sanitario incaricato presso le sedi regionali del vigili. L´accordo è stato sottoscritto tra il Presidente D´alfonso e il Direttore regionale, Giorgio Alocci. Presente anche l´assessore alla sanità, Silvio Paolucci che ha evidenziato come questo protocollo rappresenti un primo passo verso una collaborazione più ampia di un sistema integrato a disposizione dei cittadini che mette insieme il sistema tecnico urgente con il servizio sanitario. Le competenze del medico incaricato vanno dall´igiene ambientale agli accertamenti clinici, dall´istruttoria delle pratiche medico-legali, all´organizzazione di corsi di formazione. "Un protocollo che la Giunta regionale - ha detto Paolucci - ha voluto fortemente affinchè i vigili del fuoco possano attingere risorse umane dal servizio sanitario invece di provvedere in modo autonomo. In questo modo facciamo buon uso delle risorse che ci sono e i medici incaricati saranno individuati direttamente dalle Asl". La Regione infatti s´impegna ad agevolare la conclusione dei protocolli operativi con le Asl che ne seguiranno.  
   
   
MILANO, SOCCORSO ROSA SAN CARLO: APPRODO SICURO PER VITTIME VIOLENZA  
 
 Milano, 15 aprile 2015 - "Un luogo sicuro, improntato all´accoglienza e alla riconoscenza, due aspetti fondamentali di una società civile che si muove e vuole guardare avanti". Sono questi per il vice presidente della Regione Lombardia e assessore alla Salute, Mario Mantovani, i tratti caratterizzanti e i punti di forza del ´Centro di ascolto e soccorso donna´ inaugurato presso l´ospedale San Carlo Borromeo. Accoglienza E Riconoscenza - Accoglienza perché il centro si candida ad essere a pieno titolo il punto di riferimento per tutto il sud Milano e riconoscenza perché è dedicato alla memoria di un grande medico che aveva fatto proprio del sostegno alle donne lo scopo della sua professione. La struttura nasce infatti dalle esperienze maturate dalle Unità organizzative Soccorso rosa e Ascolto e Salute Donne Immigrate, volute entrambe dal professor Mauro Buscaglia (storico direttore dell´Unità di Ostetricia e Ginecologia) cui la struttura è stata dedicata. L´ospedale milanese, in questo modo, è riuscito ad integrare i due servizi pur mantenendo separate le singole competenze. Migliorata L´offerta - Anche il vice presidente Mantovani ha sottolineato la lungimiranza di tale percorso di riunificazione che "permetterà di offrire molto di più sia sul versante della tutela della salute, che come messa a disposizione del bagaglio culturale e informativo del San Carlo". 179 Femminicidi Nel 2013 - In questo percorso di crescita dei servizi offerti, però, come ha fatto notare il vicepresidente, la nota stonata è senz´altro rappresentata dal numero "crescente di femminicidi e violenze domestiche". L´assessore ha anche raccontato di come, visitando gli ospedali, siano continuamente in crescita le richieste di posti di psichiatria. "Serve una riflessione generale - ha detto - che ci permetta di cogliere questi aspetti così da poterli affrontare secondo tutte le sfaccettature che di volta in volta assumono". "Dai 157 femminicidi del 2012 si è saliti a 179 nel 2013 - ha proseguito Mantovani - e allora questo ci dice che è necessario estendere la rete a tutela delle vittime dei maltrattamenti. Serve un gioco di squadra perché ci sia davvero una crescita di ordine sociale su questo tema". Stop Alle Polemiche - Mantovani ha anche auspicato che l´inaugurazione del Centro metta definitivamente la "parola fine" alle polemiche che nell´ultimo periodo hanno macchiato una giornata così importante paventando il rischio chiusura del Soccorso Rosa. 47 Milioni Per Riqualificazione Del San Carlo - Mantovani ha infine annunciato che a giorni verrà presentato il progetto di riqualificazione dell´ospedale "per il quale Regione Lombardia ha stanziato 47 milioni di euro".  
   
   
MISE AUTORIZZA VENDITA IDI E SAN CARLO DI NANCY A FONDAZIONE LUIGI MARIA MONTI CON CONTRATTO DI CESSIONE SALVAGUARDATI 1334 POSTI DI LAVORO E GARANTITA PROSECUZIONE ATTIVITÀ SANITARIA  
 
Roma 15 aprile 2015 – Il contratto di vendita delle aziende ospedaliere e strutture sanitarie della Provincia italiana della Congregazione dei figli dell’Immacolata Concezione, in amministrazione straordinaria, operanti in regime di accreditamento con il Ssn, è stato sottoscritto dopo l’autorizzazione del Ministero dello Sviluppo economico. Tra le cinque strutture trasferite, l’Idi – Istituto Dermatologico dell’Immacolata – e l’Ospedale San Carlo di Nancy. Acquirente è la Fondazione Luigi Maria Monti, costituita dall’ente ecclesiastico Congregazione dei figli dell’Immacolata Concezione che si avvarrà, per la gestione dell’Ospedale San Carlo di Nancy, dell´ausilio di un partner individuato tra i primari operatori nazionali, la Villa Santa Maria, attraverso una società appositamente costituita. La vendita consentirà il mantenimento di 1334 posti di lavoro e garantirà la prosecuzione dell’attività sanitaria e della correlata attività di ricerca (Idi farmaceutici) di un polo di eccellenza specialistica. Si conclude in questo modo positivamente il programma predisposto dai Commissari dell’amministrazione straordinaria, i quali hanno garantito l’operatività delle strutture sanitarie dal marzo 2013, data in cui è stata aperta la procedura a seguito dell’insolvenza dell’ente.  
   
   
SANITÀ, MARONI: 145.000 PRESTAZIONI GIÀ EROGATE CON ´AMBULATORI APERTI´  
 
Milano, 15 aprile 2015 - "Quello a cui stiamo lavorando non è una riforma, è un´evoluzione: rendere il sistema sociosanitario lombardo, che è già un´eccellenza, pronto a farsi carico di tutte le nuove emergenze, sia in termini di interventi acuti che per i cronici. Raggiungeremo il nostro obiettivo nei tempi previsti e cioè l´approvazione della riforma entro la fine di luglio, per essere pronti in dicembre, quando ci saranno tutte le nomine da fare, con il nuovo modello organizzativo in Regione Lombardia". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo al convegno ´Prevenzione della cecità nella retinopatia diabetica: dallo screening alla presa in carico del paziente´, organizzato all´Auditorium Giorgio Gaber di Palazzo Pirelli, a Milano. Punti Fermi Riforma - Dopo aver ricordato i pesanti tagli subiti dal Bilancio regionale della sanità a causa della Legge di stabilità, Maroni si è soffermato sui due punti fermi della riforma del sistema sanitario: garantire la libera scelta di dove farsi curare e la gestione dell´aumento della cronicità. ´Ambulatori Aperti´ Scelta Vincente - "Per adeguare il sistema lombardo alla cronicità - ha spiegato il presidente - abbiamo iniziato a fare alcune cose: la guerra alle liste d´attesa con l´operazione ´Ambulatori aperti´ sta dando ottimi risultati, a oggi abbiamo oltre 170.000 prenotazioni fatte la sera e il sabato mattina, di cui 145.000 già effettuate". Qualità Dei Servizi A Fronte Tagli Spesa - "Ridurre la spesa, qualificandola per mantenere integralmente la qualità dei servizi: è questa la sfida che vogliamo vincere" ha spiegato il presidente Maroni, citando i risparmi ottenuti con la Stazione unica appaltante regionale Arca, che ha permesso, nel 2014, un risparmio di 400 milioni. Integrazione Sistemi Sanitario E Socio-sanitario - "Una maggiore integrazione tra Sistema sanitario e socio-sanitario, che oggi sono due sistemi con strutture separate sul territorio, - ha esemplificato Maroni, scendendo nel dettaglio -, con la riunificazione dei due Assessorati, comporterebbe da subito una riduzione di 50 milioni di euro e permetterebbe una migliore regia nell´evoluzione del Sistema, distinguendo la programmazione dai controlli, all´interno della Regione e sui territori".  
   
   
SANITÀ: PRESENTATO ALLA CAMERA IL MANIFESTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI DELLA PERSONA CON DIABETE  
 
Roma, 15 aprile 2015 - “I diritti di coloro che hanno il diabete sono gli stessi diritti umani e sociali delle persone senza diabete. I diritti comprendono, fra gli altri, la parità di accesso all’informazione, alla prevenzione, all’educazione terapeutica, al trattamento del diabete e alla diagnosi e cura delle complicanze. Il sistema sanitario deve garantire alla persona con diabete l’accesso a metodi diagnostici e terapeutici appropriati, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Il diritto delle persone con diabete a vivere una vita sociale, educativa, lavorativa al pari delle persone senza diabete deve essere considerato un obiettivo delle azioni di governo.” Con questa enunciazione si apre “Il Manifesto dei diritti e dei doveri della persona con diabete”, documento che sarà presentato ufficialmente questo pomeriggio alla Camera dei Deputati a Roma, con il Patrocinio dell’Intergruppo parlamentare “Qualità della vita e diabete” e dell’Associazione parlamentare per la prevenzione e la cura delle malattie croniche non trasmissibili e la sostenibilità del sistema sanitario. Promosso da Diabete Italia, Comitato per i diritti della persona con diabete e Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (Ibdo), il Manifesto è firmato dalle associazioni di persone con diabete Agd Italia, Aid, Aniad, Ardi, Diabete Forum, Fand, Fdg, Sostegno70, dall’associazione degli operatori sanitari di diabetologia, Osdi, e da Cittadinanzattiva. È realizzato con l’assistenza tecnica di Medipragma e il sostegno non condizionato di Novo Nordisk. “Tante cose erano diverse nel luglio del 2009, quando venne presentata la prima edizione del Manifesto dei diritti della persona con diabete”, spiega Salvatore Caputo, Presidente di Diabete Italia, nel presentare il documento. “Diabete Italia si avviava a quel salto di qualità che l’ha portata a rappresentare tutti coloro che hanno a cuore l’assistenza alla persona con diabete, i Coordinamenti regionali fra le Associazioni erano l’eccezione mentre oggi sono la regola, infine era ancora lontana l’approvazione del Piano nazionale per la malattia diabetica – prosegue Caputo. Differenze non da poco che, aggiunte all’evoluzione sociale e dell’assistenza alla persona con diabete in particolare, spiegano perché Diabete Italia abbia ritenuto opportuno redigere la versione 2.0 del documento. Una versione che parla dei ‘diritti’, ma anche dei ‘doveri’ ed è forse questa la novità più visibile che sottolinea come l’Associazionismo delle persone con diabete sia maturato.” La nuova versione del manifesto è composta da 13 sezioni: 11 presenti nel documento originale - Diritti della persona con diabete, Aspettative e responsabilità della persona con diabete e dei familiari, Educazione continua della persona con diabete, Dialogo medico-persona con diabete, Controllo del diabete, Prevenzione del diabete, Impegno nella ricerca, Associazionismo responsabile, Diabete in gravidanza, Diabete in età evolutiva, Immigrazione e diabete (da notare la preveggenza di quest’ultimo capitolo, poiché nel 2009 pochi ancora si ponevano il problema); 2 aggiunte all’edizione 2015 - Diabete nell’anziano fragile e Territorio e diabete. La prima, dedicata alla nuova visione della terza età, al concetto di ‘invecchiamento attivo’, la seconda al tema dell’assistenza nel territorio, che oggi, grazie ad alcune fortunate esperienze di gestione integrata, può essere indicato come prospettiva. “La modifica del titolo con l’aggiunta del concetto ‘doveri’ è estremamente significativa”, commenta Emanuela Baio, Coordinatrice del Comitato per i diritti della persona con diabete. “Le Associazioni fra persone con diabete hanno da tempo chiaro che le risorse a disposizione sono limitate: ridurre gli sprechi è compito anche delle persone con diabete, così come vigilare sull’appropriata erogazione dei servizi, dei farmaci e dei presidi. L’appropriatezza è un dovere di chi prescrive ma anche di chi riceve: inutile chiedere quello che non serve, moltiplicare inutilmente gli esami diagnostici, utilizzare strumenti più costosi che contengono funzioni per noi inutili. In una parola, ricade anche sulla persona con diabete, così come sulle Associazioni, il dovere di collaborare alla sostenibilità della spesa sanitaria. Aver presente i propri doveri nel momento in cui si è portatori di un diritto gioca a favore delle Associazioni e dei Coordinamenti regionali nel dialogo con le Istituzioni,” aggiunge. Il Manifesto ha avuto sinora vastissima eco: trattandosi del primo documento di questo tipo nel mondo ha riscosso interesse all’estero e ha ispirato la Carta internazionale dei diritti e delle responsabilità delle persone affette da diabete dell’International Diabetes Federation, emanata nel 2011, ed è stato recepito in 5 Regioni - Toscana, Marche, Sicilia, Sardegna e Basilicata - e numerose Asl. “La nuova edizione vede tra i suoi promotori anche Ibdo, che vuole proporsi come ulteriore volano di diffusione dei suoi principi, sostenendoli, a livello locale e nazionale, nell’ambito delle diverse iniziative intraprese per promuovere nel nostro Paese l’attuazione di politiche sanitarie, assistenziali e sociali su questa grave malattia”, dice Renato Lauro, Presidente Ibdo Foundation. “Da Presidente dell´Intergruppo parlamentare “Diabete e qualità della vita” sottoscrivo volentieri il Manifesto dei Diritti e dei Doveri della persona con Diabete, promosso da Diabete Italia, Comitato per i Diritti della persona con Diabete ed Ibdo. Il Manifesto prevede espressamente che le persone affette da diabete debbano avere tutti quei diritti che spettano alle persone non colpite dalla malattia. Principio scontato, ma spesso disatteso. Presto, dal sito internet dell´Intergruppo parlamentare, in fase di realizzazione, creeremo un filo diretto con i cittadini/pazienti, per accogliere segnalazioni e suggerimenti di chi convive con questa patologia nella quotidianità. Le sollecitazioni che saremo in grado di rappresentare al Governo ci auguriamo possano migliorare il quadro normativo che comunque nel nostro Paese è fra i più avanzati d´Europa”, commenta l’on. Lorenzo Becattini, Presidente dell´Intergruppo parlamentare “Diabete e qualità della vita”. Per scaricare il documento: http://www.Diabeteitalia.it/files/files/manifestodiritti-web.pdf    
   
   
RICETTA ONLINE, OTTIMA PARTENZA NELLA ASL DI VITERBO  
 
 Roma, 15 aprile 2015 - Grande successo per la prima giornata di sperimentazione della ricetta online avviata ieri nella Asl di Viterbo. La sperimentazione durerà un mese e sarà poi estesa a tutte le aziende sanitarie del Lazio. Risposta positiva dai medici e dalle farmacie. Su un totale di 239 medici di base, ben 153 hanno utilizzato la ricetta informatica al posto di quella tradizionale, il 64%. Per quanto riguarda le farmacie, 83 esercizi su un totale di 97, l’85,57%, hanno erogato con la ricetta elettronica. “È un bel risultato, vuol dire che la rete territoriale è pronta ad affrontare questa fase di profondo cambiamento del sistema sanitario- lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: siamo di fronte ad un passaggio epocale che porterà in breve tempo alla scomparsa della ricetta cartacea: tutto questo garantirà più risparmi ed efficienza e meno sprechi”.  
   
   
FVG, ANZIANI: FINO A 8MILA POSTI LETTO PER NON AUTOSUFFICIENTI  
 
Trieste, 15 aprile 2015 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute e Politiche sociali Maria Sandra Telesca, ha aggiornato il fabbisogno di posti letto per anziani non autosufficienti (fabbisogno di residenzialità), aumentando del 25 per cento i posti letto convenzionabili, che raggiungeranno così quota 8mila. "Si tratterà di un aumento graduale, che terrà conto di un corrispettivo e contestuale aumento della qualità oltre che della quantità - spiega Telesca - per accrescere la possibilità da parte dei cittadini di scegliere, nell´ambito della rete dei servizi residenziali per anziani non autosufficienti, le strutture residenziali maggiormente rispondenti alle proprie esigenze nell´ottica di garantire a tutti i cittadini pari opportunità di fruizione e completa accessibilità. L´aumento, inoltre, consente di favorire l´accesso dei soggetti pubblici e privati alla rete dei servizi residenziali per anziani non autosufficienti, perseguendo in tal modo una maggiore concorrenza e un miglioramento della qualità dei servizi". La Giunta ha applicato i seguenti parametri: 0,05 p.C. Della popolazione sino a 64 anni; 0,50 p.C. Della popolazione compresa tra 65 e 74 anni; 4,50 p.C. Della popolazione maggiore o uguale a 75 anni. L´applicazione dei parametri al territorio regionale, suddiviso in Aziende per l´assistenza sanitaria, comporta la seguente individuazione dei fabbisogni: per l´Aas1 un totale di 1798 posti letto convenzionabili, per Ass2 1.684; per Ass3 1.087; per Ass4 1.614 e per Ass5 1.817. Attualmente i posti letto complessivi in strutture residenziali regolarmente autorizzati al funzionamento sono 11.039, di cui 8.751 per non autosufficienti e 7.179 convenzionati con le Aziende per l´assistenza sanitaria. La Giunta ha ritenuto che, fino al completamento del processo di riclassificazione delle strutture residenziali previsto della legge regionale 17/2008, questo numero non possa essere aumentato e che il fabbisogno di posti letto convenzionabili, determinato con i suddetti parametri, costituisca il valore massimo al quale tendere gradualmente dopo il rilascio dei nuovi atti autorizzativi e compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili.  
   
   
FVG, ANZIANI: OK PRELIMINARE REGOLAMENTO SERVIZI RESIDENZIALI  
 
Trieste, 15 aprile 2015 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca, ha approvato in via preliminare il regolamento per la realizzazione e per l´esercizio di servizi semiresidenziali e residenziali per anziani. "Si tratta di un provvedimento atteso da molti anni e che vede finalmente la luce per assicurare alla popolazione anziana, in particolare a quella non autosufficiente, una risposta semiresidenziale e residenziale", commenta Telesca, spiegando che con esso vengono riclassificate le residenze per anziani, ridefinendo gli standard dei servizi con l´obiettivo del miglioramento. "Ci siamo occupati nel dettaglio anche dei servizi semiresidenzialidi cui vorremmo favorire l´utilizzo perché l´obiettivo è quello di favorire più possibile la permanenza degli anziani nelle proprie case, supportandolicon servizi adeguati", ha aggiunto l´assessore. Una volta approvata in via definitiva con la norma sarà possibile "avviare un processo di riqualificazione della rete residenziale esistente, articolata secondo diversi livelli di intensità e complessità richiesti dall´intervento assistenziale e coerente con il fabbisogno residenziale complessivo regionale di posti letto suddiviso per profilo di bisogno". "Per gli anziani non autosufficienti miglioreremo la qualità dell´assistenza, prevedendo una personalizzazione della cura sulla base dell´effettivo bisogno: a una maggiore complessità della problematica individuale risponderà un aumento anche quantitativo del servizio reso", commenta Telesca. Infine, obiettivo del regolamento è definire una rete di servizi semiresidenziali e di residenze qualificata e maggiormente integrata con il sistema dei servizi sociali e sanitari territoriali. Il regolamento definisce la classificazione dei servizi semiresidenziali e delle residenze per anziani, strutture che offrono interventi a ciclo per dare risposta ai bisogni delle persone che non possono o non intendono permanere al proprio domicilio e ne specifica nel dettaglio le prestazioni sociosanitarie garantite, la presenza, tipologia di operatori e loro mansioni, i livelli di prestazione medica, infermieristica e riabilitativa richiesti, i servizi di vitto e alberghieri e le altre attività necessarie per il benessere degli ospiti. L´articolato fissa i requisiti minimi organizzativi, le norme di vigilanza e controllo e le relative sanzioni. Per le residenze già funzionanti prevede un apposito processo di riclassificazione.  
   
   
MILANO: APPUNTAMENTO ALLA DERBY RUN PER PREPARASI INSIEME ALLA STRACITTADINA  
 
Milano, 15 aprile 2015 – Un modo diverso per prepararsi al 184esimo derby di campionato tra Milan e Inter. Sabato 18 aprile le due tifoserie correranno insieme per una buona causa: aiutare i City Angels regalando loro cibi a lunga conservazione da destinare ai senzatetto milanesi. È la ‘Derby run’, la corsa che unisce, a 24 ore dal ´Derby della Madonnina´, i tifosi delle due squadre, in particolare quelli del tifo organizzato della Curva Sud e della Curva Nord. “A Milano ci sono decine di corse, siamo la città italiana con il maggior numero di appassionati e di gare - dichiara l’assessora allo Sport Chiara Bisconti – e per fortuna siamo anche una città dove in occasione del derby di calcio non si registrano particolari tensioni e dove resiste una sana rivalità. Altrove, purtroppo, non è così. Per questo questa marcia che unisce le due tifoserie organizzate è ancora più significativa. È un modo per prepararsi insieme al match del giorno dopo che è comunque molto sentito, anche se la classifica delle milanesi quest’anno lascia tutti con l’amaro in bocca. L’invito a tutti i milanisti e interisti è di venire a correre insieme al Parco di Trenno”. La marcia prende il via, con qualsiasi condizione meteo, da via Lampugnano ang. Via Omodeo (nei pressi della Piscina Comunale). Due i percorsi: uno da 10 e l’altro da 5 km, all’interno del Parco di Trenno. La quota di iscrizione è di Euro 15,00 e da´ diritto a ricevere il kit gara comprensivo di t-shirt tecnica ufficiale (maglie con i colori di Milan e Inter) pettorale, sacca e invito omaggio a partecipare al Derby run party con cena buffet che si terrà la sera stessa a Milano.  
   
   
LAZIO: ENTRO L’ESTATE LA NUOVA LEGGE SULLO SPORT LA REGIONE AL LAVORO PER RIDARE ALLO SPORT IL RUOLO CENTRALE CHE MERITA ANCHE ATTRAVERSO LA NUOVA LEGGE: L’OBIETTIVO È QUELLO DI APPROVARLA ENTRO L’ESTATE. PIÙ DI 400 LE PROPOSTE CHE SONO ARRIVATE  
 
Roma, 15 aprile 2015 - Premiati ieri gli atleti del ´Premio Coni Lazio 2014´, una bella giornata di condivisione insieme a tanti ragazzi e a tanti sportivi. “Con il Coni Lazio c´è una bella tradizione, una esplosione di grande forza - lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti , che rivolgendosi agli atleti ha aggiunto: non vi promettiamo pacche sulle spalle ma un impegno: ridare allo sport il ruolo centrale che merita nella società e non lasciarlo allo spontaneismo. Allo sport va dato il giusto spazio”. Ecco i vincitori del premio: le atlete Aurora Tognetti, Alessia Zecchini, Oxana Corso; i tecnici Giovanni Sirovich e Luca Nicosanti; i dirigenti Massimo Liberati ed Enrico Vicini; le società Lazio Calcio a 5 femminile e Tav Montopoli; Antonia Paparelli e Santo Rullo, vincitori del premio ´Cosimo Impronta´; Alessandro Martolini e Paolo Valeri, vincitori del premio ´Andrea Pesciarelli´; Giorgio Calcaterra e Alessio Sartori, vincitori del premio ´Stefano Simoncelli´; Il ´premio del Ricordo´ invece è andato agli scomparsi Pietro Pasquetti e Vincenzo Paparelli. Entro l’estate la nuova legge. Un anno fa è iniziato il percorso di partecipazione per scrivere insieme la nuova legge regionale sullo sport. Sono più di quattrocento i suggerimenti e le proposte che sono arrivate e l’ obiettivo è quello di approvare la legge in giunta prima dell´estate, per dare allo sport lo spazio che merita anche dal punto di vista legislativo. “Una comunità che pratica molto sport è una comunità che ha meno bisogno di cure. Questa sarà una parte importante della nuova legge- ha detto ancora il presidente, Nicola Zingaretti. Pensate che in Giappone, nella riforma sanitaria, è previsto l´obiettivo strategico di far fare a tutti i cittadini almeno mezz´ora di attività fisica. Noi non arriveremo a quello ma non c´è dubbio che nelle nuove politiche di prevenzione c´è la qualità della vita e degli stili di vita. È un investimento"- ha detto ancora Zingaretti. "Sono tutte persone che praticano lo sport con passione e pulizia interiore il che contribuisce a rendere questa Regione sempre più inclusiva. Grazie quindi per questa grande collaborazione tra la Regione e il mondo dello sport”- è il commento di Rita Visini, assessore allo sport.