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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Giugno 2009 |
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LE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO: BILANCIO E PROSPETTIVE PER IL FUTURO
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Roma, 11 giugno 2009 - Il Parlamento europeo festeggia l´anniversario dei 30 anni dalle sue prime elezioni a suffragio universale diretto con una consistente vittoria delle forze pro-europee. Dei 736 deputati chiamati a rappresentare oltre 500 milioni di cittadini, 263 seggi vanno ai Popolari e circa 163 ai Socialisti. Il gruppo Liberale con circa il 12% dei consensi si conferma invece come terza forza europea. Anche i Verdi ottengono un buon risultato, confermando la crescente sensibilità dei cittadini europei verso i temi ambientali. Il tasso di partecipazione non arretra sostanzialmente rispetto alle ultime elezioni ma si attesta, come pronosticato, ben al di sotto della soglia del 50%. E forse questo è il dato più inquietante di quella che rimane, comunque, una grande festa per la democrazia. Dopo le due guerre mondiali l´Europa è passata da una logica di contrapposizione per risolvere i problemi degli Stati nazione al ricorso alla collaborazione per risolvere insieme i problemi comuni. La storia dell´integrazione europea è dunque quella dell´evoluzione di questo approccio per renderlo non solo più efficace, ma anche più trasparente e democratico. Si tratta dello stesso impervio cammino che il Parlamento europeo ha dovuto intraprendere per poter davvero rappresentare con forza le istanze dei cittadini: da organo sostanzialmente consultivo si è trasformato in un´istituzione sempre più forte e centrale nell´equilibrio istituzionale dell´Ue. L´auspicata entrata in vigore del nuovo Trattato di Lisbona completerà questo processo mettendo finalmente su un piano di quasi totale parità Parlamento e Consiglio dei Ministri nell´approvazione delle leggi e nella definizione del bilancio ed estendendo il ruolo del Parlamento a nuove importanti competenze, evoluzione indispensabile per affrontare con energia e credibilità le grandi sfide che ci si pongono davanti. Di fronte alla crisi economica mondiale l´Ue ha saputo resistere, anche grazie alle regole comuni e all´euro. Tuttavia si avvertono segnali preoccupanti, rappresentati dalle non sempre trasparentissime corse agli aiuti di Stato e altre forme di protezionismo. Su clima ed energia il Parlamento ha dimostrato di saper fare la sua parte limitando le influenze di alcune lobby o di monopolisti nazionali spalleggiati dagli Stati meno sensibili ai vantaggi che il mercato europeo può portare ad imprese e consumatori. Ma questo non è il momento di abbassare la guardia. L´europa dovrà fare ogni sforzo per arrivare unità e determinata al negoziato internazionale sul clima a Copenaghen in modo da riflettere con una sola voce le istanze e preoccupazione dei suoi cittadini su questo tema. Terrorismo, crisi umanitarie, immigrazione illegale, problemi di good governance e di rispetto dei diritti fondamentali, estrema povertà e malattie sono altri importanti banchi di prova del nuovo Parlamento. Di fronte a questi scenari dispiace la scarsa attenzione del dibattito politico e dei media su temi che toccano molto da vicino il nostro presente e futuro e quello delle nuove generazioni. La costruzione europea con l´avvento di un metodo democratico nel processo decisionale sono state conquiste lunghe e difficili, probabilmente rese possibili proprio grazie all´ancora bruciante presenza del ricordo dei passati conflitti. Dare ora per scontate queste conquiste mi sembra perlomeno imprudente. Carlo Corazza Direttore della Rappresentanza a Milano . |
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