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Notiziario Marketpress di
Venerdì 06 Ottobre 2006 |
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APPUNTAMENTI - BERGAMO / “OMAGGIO A BASCHENIS”: L’ARTE DI STUPIRE. DA SABATO 7 A VENERDÌ 13 OTTOBRE 2006, PALAZZO CREDITO BERGAMASCO, UN’ECCEZIONALE SEDE MUSEALE PER UNA STRAORDINARIA MOSTRA
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Tramite la sua Fondazione, il Credito Bergamasco ha allestito, nella sede di Largo Porta Nuova 2 a Bergamo, una mostra di dipinti di Evaristo Baschenis provenienti da collezioni private di Bergamo, nell’ambito della quinta edizione di “Invito a Palazzo”, la nota manifestazione promossa dall’Associazione Bancaria Italiana. Un evento che oltre a rappresentare un momento di efficace diffusione e valorizzazione dell’arte e della cultura nonché una rara occasione per condividere con la comunità il “gusto ed il piacere del bello” si contraddistingue, ogni anno, per l’eccezionalità e l’importanza delle opere esposte presso la Sede Centrale della Banca. “Quest’anno, grazie alla singolare sensibilità e alla generosa disponibilità di collezionisti privati (primari clienti della banca), a cui va il nostro più sentito ringraziamento – dichiara il Presidente del Credito Bergamasco, l’avvocato Cesare Zonca – è stato possibile realizzare un “sogno”: trasformare il salone del Credito Bergamasco nella sede museale (seppur temporanea) di dieci splendide tele di Evaristo Baschenis, uno dei più importanti artisti espressi dalla nostra tradizione pittorica, grande protagonista della straordinaria fioritura della stagione seicentesca in terra bergamasca. L’unicità e la preziosità dell’esposizione consentono di apprezzare ancor più l’opera di un artista di rilevante e riconosciuta importanza nel contesto della pittura italiana ed europea; le sue celebri nature morte, caratterizzate da una naturalistica e rigorosa perfezione formale (cui si unisce un profondo senso di armonia ed eleganza), si rendono in questa esclusiva occasione ampiamente godibili nel loro splendore, a maggior ragione perché, facendo parte di collezioni private, non sono normalmente fruibili al grande pubblico”. Sabato 7 e Domenica 8 ottobre 2006 la Banca aprirà al pubblico la propria sede storica; i visitatori potranno ammirare opere di assoluto valore e usufruire di visite guidate allo storico Palazzo di Porta Nuova, nel corso delle quali potranno apprezzare i dipinti, gli affreschi ed i bassorilievi facenti parte della collezione d’arte dell’istituto. L’esposizione delle tele del Baschenis proseguirà per tutta la settimana successiva, dal 9 al 13 ottobre (durante gli orari di apertura della filiale). Scrive Lanfranco Ravelli, nella premessa del catalogo della mostra: “Diverse e stimolanti sono le ragioni che giustificano la presente mostra. Ci limiteremo a suggerirne due. La prima: il nome dell’autore, Evaristo Baschenis, colui che può essere considerato, a buon diritto, uno dei più grandi pittori di natura morta italiana ed europea. La seconda: la bellezza e la varietà delle opere esposte: accanto ai dipinti noti agli specialisti del pittore e già presentati in diverse esposizioni, ne figurano altri, conosciuti dalla letteratura artistica del passato, ma di cui si erano perse le tracce e che ora il visitatore ha la fortuna di ammirare; altri ancora, riemersi dopo che furono confusi dalla critica dall’esistenza di altre versioni… un’altra encomiabile iniziativa della rassegna: l’aver riunito, in mostra, un pendant a lungo diviso e, a tutt’oggi, conservato in due collezioni diverse; si tratta di due quadri dalla forma verticale (cm 92x50) recanti due nature morte, l’una raffigurante anatra, polli appesi e frattaglie sopra un tagliere, l’altra gallo appeso, uccellame, cesto di mele e una mela cotogna”. “Ben venga dunque questa rassegna di opere del Baschenis tanto grande quanto raro – afferma Mina Gregori - … il fine della manifestazione che ha chiamato a collaborare, come sempre hanno fatto, i collezionisti della zona bergamasca, vuol essere il riconoscimento di una passione che è nei geni degli italiani e in particolare dei bergamaschi, per ragioni che traggono origine, penso, dall’esempio di Venezia, vivo centro dal Cinquecento del mercato europeo di opere d’arte e di una nuova classe, al di fuori delle corti, di collezionisti, intellettuali colti e sensibili…Bergamo rimane, per un fenomeno che si è protratto nel tempo, il Gotha del collezionismo italiano, come sta a dimostrare il patrimonio conservato all’Accademia Carrara… Oltre a incoraggiare ovviamente la passione collezionistica, anche con il più lontano traguardo delle donazioni, la mostra – prosegue Mina Gregori – vuole raggiungere un altro scopo. Collocata nella sede non museale della banca, è dedicata anche a quel pubblico che, ritenendosi ancora escluso da una élite per un atteggiamento che va superato, non frequenta né il museo e le esposizioni, né il teatro d’opera, storici punti di riferimento della nostra cultura e della nostra socialità”. LA MOSTRA – Sabato 7 e domenica 8 ottobre: orario continuato dalle ore 9 alle 19. Sono inoltre previste visite guidate gratuite nei seguenti orari: ore 9. 30, 10. 30, 11. 30, 14, 15, 16, 17 e 18. Nei giorni dal 9 al 13 ottobre sarà visitabile l’esposizione delle tele di “Evaristo Baschenis” durante gli orari di apertura della filiale (dalle ore 8. 20 alle 13. 20 e dalle ore 14. 45 alle 15. 45); in tali giorni non sono previste visite guidate. L’iniziativa è associata a “Invito a Palazzo, 2006” – V edizione. Per informazioni: Credito Bergamasco – Comunicazione, tel. 035 393006 (dal lunedì al venerdì dalle 9. 30 alle 12. 30 e dalle 14. 30 alle 17), www. Creberg. It
“Evaristo Baschenis (Bergamo 1617 - ivi 1677) è battezzato il 7 dicembre del 1617 col nome del nonno, in S. Alessandro in Colonna, nella cui parrocchia rimarrà per tutta la vita. Il padre, Simone, è nipote del pittore Simone il Vecchio di Averara. Da un atto patrimoniale del 9 settembre del 1643, Evaristo Baschenis figura per la prima volta con la qualifica di sacerdote: viene indicato, tra l’altro, il luogo del suo domicilio situato in Borgo San Leonardo, in una casa nei pressi della chiesa della Beata Vergine dello Spasimo (oggi Santa Lucia)… Colpito da paralisi, Baschenis muore il 16 marzo 1677 lasciando i propri beni in eredità ai poveri del Pio luogo del Soccorso. Viene sepolto per volontà testamentaria nella Chiesa di Sant’Alessandro in Colonna. Nonostante le ricerche operate, nel tempo, da Capuani, Rosci e, negli ultimi anni, da De Pascale, la biografia di Evaristo Baschenis è assai scarna; in particolare, buio fitto si addensa sul periodo della formazione artistica, intorno al quale il silenzio delle fonti è pressoché totale. Per fare un esempio, il Tassi, lo storico a lui più vicino, ne loda il “genio portato ad una nuova sorta di pittura”, ma, quanto al tema suddetto, si limita a sottolineare “la diligenza ai suoi studi” profusa nell’intento di apprendere “l’arte del disegno”. … Riteniamo del tutto verosimile che Baschenis abbia compiuto un periodo di apprendistato presso qualche bottega. Al riguardo, due saggi apparsi nel catalogo della mostra su Baschenis del 1996, l’uno curato da Marisa Dalai Emiliani (Materiali e congetture per il laboratorio prospettico di Baschenis), l’altro da Sandro Fronza (Il Trattato P. 103 sup. Della Biblioteca Ambrosiana), aprono uno spiraglio su un aspetto che, quasi certamente, fu alla base della formazione del pittore: lo studio della prospettiva e del modo di posare gli strumenti musicali, in scorcio, disciplina che ebbe il suo momento più alto tra la metà del ’400 e i primi decenni del ’500 nelle tarsie lignee dei cori di molte chiese italiane. Alle opere che la letteratura artistica non ha mancato di evidenziare in occasione degli studi sulle espressioni antesignane della natura morta, aggiungiamo alcuni esempi di tarsie facenti parte del coro di S. Giovanni Evangelista a Parma, realizzato entro il 1538: si tratta di un ciclo quantitativamente e qualitativamente notevolissimo per la bellezza plastica dei soggetti (liuti, lire, altri strumenti musicali, partiture), un’autentica rarità… Baschenis si applicò al genere della natura morta, creando una nuova iconografia; in particolare, gli strumenti musicali vengono presentati in un efficacissimo illusionismo spaziale e geometrico che denuncia la conoscenza delle sperimentazioni rinascimentali messe a fuoco nelle tarsie e nei dipinti in cui gli strumenti musicali, alla luce degli ideali umanistici, vengono concepiti come armonioso pendant alla rappresentazione dell’uomo. La lezione dei maestri del passato, assimilata e sublimata nella propria poetica, riemerge splendidamente, quasi un rinascimento rigenerato, nell’opera di Baschenis, attingendo livelli di assoluta originalità, in tutto degna dei più celebrati specialisti del genere”. (Tratto dal “Saggio introduttivo” di Lanfranco Ravelli, “Omaggio a Baschenis”, Fondazione Credito Bergamasco, 2006)
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