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Notiziario Marketpress di
Venerdì 17 Luglio 2009 |
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IL REDENTORE: UNA FESTA RELIGIOSA E CIVILE MA ANCHE EVENTO IDENTITARIO
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Venezia - Quella del Redentore è una delle più belle e identitarie ricorrenze veneziane, festa religiosa e civile che appartiene alla storia della Serenissima, ma non è un ricordo del passato ma evento presente che si proietta nel futuro di Venezia”. Lo ha affermato il vicepresidente della giunta regionale Franco Manzato, richiamando i contenuti di una celebrazione che si ripete ormai da quasi quattro secoli e mezzo. “E’ una tradizione che ha per protagonisti gli abitanti della città e della laguna; tutti gli altri sono ospiti, graditi e ben accetti come è tipico di una realtà da sempre aperta al mondo, ai quali si chiede il rispetto e l’attenzione che ogni ospite deve avere nei confronti di chi lo accoglie per farlo partecipe della sua casa”. “E della propria mensa – ha aggiunto Manzato – perché questa festa riporta in auge le pietanze tipiche della venezianità e della stagionalità, dove non possono mancare le sarde in saor, i fagioli appena raccolti con la pasta, magari i bovoeti e, per quelli che hanno più appetito, “l’anatra rosta”, con la conclusione dell’immancabile anguria degli orti delle isole veneziane, rinfrescante ma anche memorabile. Di tradizione in tradizione, infatti, i veneziani scagliarono le bucce dei cocomeri contro le autorità la notte in cui la festa venne “contaminata” da un concerto che nulla aveva a che fare con la tradizione veneziana”. “Il richiamo alla tradizione culinaria non è casuale – ha detto ancora Manzato – perché la riscoperta della stagionalità e delle materie prime a chilometri zero sono fattore di arricchimento per il territorio, ma anche certezza di sapore, qualità della vita e salute. E la riscoperta del saor è la riaffermazione non solo di una tradizione, ma anche di una tecnica di preparazione tanto antica quanto gustosa che conserva il cibo insaporendolo, grazie alla cipolla nostrana, in questo periodo dolcissima. Penso che questa festa veneziana possa essere colta dunque come un invito a tutto il Veneto a guardare per prima cosa nel proprio giardino o nel proprio cortile, per cogliere il meglio di ciò che sta crescendo, coniugando territorio, identità e sapori della tavola”. . |
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