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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Ottobre 2006
 
   
  BENI DI CONSUMO: PRODUTTORI ITALIANI TRA OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO E RISCHI DI CEDIMENTO DELLA DOMANDA

 
   
  Milano, 10 ottobre 2006 - Per la prima volta presentati studi sul comparto nel suo insieme, realizzati dall´Università Cattolica di Milano e dal Mit per Ibc, associazione delle 32. 000 imprese dei diversi settori. Notevoli potenzialità dalla crescente domanda internazionale di prodotti di alta qualità. Ma il mercato interno resta stagnante mentre la politica economica in atto rischia di deprimere ancora di più la propensione al consumo. "Per le nostre imprese c´è il rischio di trovarsi a far fronte contemporaneamente alle difficoltà di un mercato stagnante e a scelte politiche che rischiano di creare involuzione" hanno sottolineato gli imprenditori in occasione dell´Assemblea di Ibc, l´associazione gestita da Centromarca, che raggruppa oltre 32. 000 industrie di beni di consumo. Nell´intervento di Aldo Sutter, presidente designato, è risuonata la preoccupazione per le recenti scelte che non riducono sprechi e spese pubbliche improduttive, privilegiando invece interventi sulle entrate fiscali. "Il principale problema dell´Italia è la mancata crescita della produttività totale che richiede un alleggerimento dei costi del sistema pubblico e una coraggiosa politica di liberalizzazioni". Nel corso dell´Assemblea sono stati presentati studi - a cura dell´Università Cattolica, del Mit, della società Valdani&vicari - sull´importanza e le strategie di sviluppo del settore dei beni di consumo, con potenzialità di sviluppo e di traino per l´intero sistema economico del paese. Realizzate per la prima volta in Italia con questa prospettiva intersettoriale, le analisi mettono in luce che non esiste un solo percorso per crescere ed avere successo nel mercato globale. La rincorsa al basso costo non è garanzia di un vantaggio sostenibile nel tempo: è la coerenza delle strategie e la capacità di innovazione a fare la differenza tra vincenti e perdenti. Per Giandomenico Auricchio - presidente di Federalimentare e vice presidente Confindustria - per ridare slancio al food italiano occorre fare leva sulla qualità e sul gusto della nostra produzione agro-alimentare di superiorità indiscussa, ma vittima di un gigantesco fenomeno di agropirateria, cui va posto urgentemente rimedio. Per Carlo Guglielmi - vice presidente di Federlegno-arredo e Altagamma - la via della crescita richiede di diventare veramente globali nel senso di saper combinare le proprie caratteristiche distintive con nuove capacità e competenze provenienti da tutto il mondo. Ernesto Illy - presidente di Centromarca - ha sostenuto che le nostre specificità sono anche le nostre opportunità. Creatività, gusto, qualità sono caratteristiche ampiamente riconosciute alla nostra produzione e le più richieste dalla domanda internazionale in maggior sviluppo, quella dell´alto di gamma. E´ qui che dobbiamo puntare: nella competizione di prezzo siamo perdenti in partenza ! Riferendosi al mercato interno Vincenzo Vitelli (Henkel) - vice presidente di Federchimica - ha sottolineato la priorità di ridare attrattività all´offerta dei beni di consumo attualmente compressa dai costi dei consumi obbligati e insidiata da scelte alternative rispetto ai consumi tradizionali. Si devono condividere prospettive a lungo termine con i partner del commercio, per tendere alla generazione congiunta di valore. Proprio su quest´ultimo aspetto, Vincenzo Miceli (Nestlé) - presidente uscente di Ibc - ha sottolineato che i cambiamenti cui puntiamo necessitano che "si faccia sistema" con la distribuzione moderna e si creino maggiori sinergie tra le organizzazioni imprenditoriali dei beni di consumo. . .  
   
 

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