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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Novembre 1999
 
   
  MOSTRE: NATURA MORTA LOMBARDA

 
   
  Milano, 30 novembre 1999 - Palazzo Reale ,1 dicembre 1999 - 2 aprile 2000. Il volto delle cose: dopo l´Anima e il Volto, a Palazzo Reale (dal primo dicembre di quest´anno al 2 aprile 2000), è di scena la Natura Morta, intesa secondo la definizione di Flavio Caroli, che della mostra è ideatore come lo "schermo sul quale si proiettano i sentimenti, le tempeste che agitano il cuore degli uomini" La mostra Natura Morta Lombarda, ideata da Flavio Caroli e curata da Alberto Veca, è la prima delle "Esplorazioni nella Storia dell´Arte" del programma precisato due anni fa dal Responsabile Scientifico delle attività espositive di Palazzo Reale, Flavio Caroli, all´inizio del suo incarico. Seguiranno, in questo settore di attività, le mostre: "Fra Galgario", "Dalla Scapigliatura al Futurismo" e "Pittura Borromaica". L´attività espositiva di Palazzo Reale continua così i suoi appuntamenti, dopo la mostra "Hokusai", pensata come una chiave di volta che, al cammino dell´arte occidentale, ha contrapposto un fondamentale capitolo dell´arte orientale. L´esposizione organizzata dal Comune di Milano e da Ingegneria per la Cultura attraverso una settantina di opere custodite in musei pubblici e collezioni private, intende percorrere la nascita e l´affermazione in terra lombarda del genere pittorico della natura morta, della rappresentazione cioè del soggetto naturale e artificiale come protagonista autonomo della pittura. È nella soglia fra Tardo manierismo e Barocco che in Europa, nelle Fiandre e nei Paesi Bassi, in Germania e in Spagna come in alcuni stati della penisola italiana, Milano e Roma nello specifico, si afferma la pittura di natura morta con caratteristiche stilistiche e impegnative fortemente mature e originali. Di questo contesto europeo, fatto di contatti, relazioni e scambi, a dispetto delle spaccature politiche e dei conflitti religiosi che dividono i paesi, Milano costituisce un centro produttivo culturalmente vivace, aperto all´esterno e contemporaneamente capace di "esportare" i propri modelli e le proprie invenzioni. Dal terreno fertile del naturalismo lombardo, dalla rinnovata "scienza della natura" del Cinquecento maturo, emerge un interesse nei confronti dei "frutti della terra" e del loro ritratto che si colloca nella quadreria del nobile e dell´erudito: è la "natura morta" da studiolo che in terra lombarda trova i suoi esiti più originali nelle ridotte dimensioni delle tavole di Fede Galizia e di Panfilo Nuvolone e di altri autori anonimi. La nevralgica seconda sezione della mostra è dedicata proprio a illustrarne la diversa fisionomia. Lo sviluppo successivo della mostra, inoltrandosi nel cuore del Seicento e nel Settecento testimonia il cambiamento di gusto e di funzione che il soggetto nella natura morta conosce, dal dipinto di studio alla decorazione ambientale, segnale di un successo anche merceologico di una pittura altrimenti, da una critica accademica, considerata "minore" rispetto al soggetto sacro o di storia. Il proseguo dell´esposizione risulta pertanto distinto in alcune sezioni ordinate in relazione alla natura del soggetto rappresentato: è così possibile seguire l´evoluzione della composizione di fiori, dai primi esiti di Orsola Maddalena Caccia e Tanzio da Varallo, ancora arcaici per impianto, allo sviluppo decorativo dalle grandi dimensioni di Margherita Caffi e Elisabetta Marchionni. Analogo percorso è dedicato alla rappresentazione della cucina, colta nelle grandi inquadrature di Evaristo Baschenis, Bartolomeo Arbotori e, in tempo inoltrato, Felice Boselli, come in quelle più ridotte di Carlo Francesco Nuvolone, per giungere al trionfo dei frutti e ortaggi di Giuseppe Vincenzino e Giraldo da Lodi. Una sezione originale è costituita dai ritratti di strumenti musicali del bergamasco Evaristo Baschenis, del conterraneo ma attivo anche a Milano Bartolomeo Bettera, di Pier Francesco Cittadini, con una citazione al virtuosismo nella fedeltà della riproduzione ottica, alle soglie dei trompe-l´oil, del reggiano Cristoforo Munari. Il percorso si conclude idealmente con le spoglie ma intense nature morte di Giacomo Ceruti, uno degli interpreti più significativi della "vita silenziosa" degli oggetti. Mostra nella mostra, la sezione monografica dedicata alle straordinarie testimonianze dell´arte della "Pomologia artificiale" di cui fu interprete eccelso Francesco Garnier Valletti, le cui opere scientifico-naturalistiche, custodite all´Università degli Studi di Milano ed esposte in questa mostra, stupiranno i visitatori. Per informazioni: Sergio Campagnolo tel. 02. 6597728 Email esseci@protec. It ; Electa - Flavia Fossa Margutti tel. 02. 215632 07 Email mfossa@mondadori. It .  
   
 

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