|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Venerdì 13 Ottobre 2006 |
|
|
|
|
|
TRENTINO / CON I NUOVI SPAZI (A FINE 2007) IL MUSEO DEGLI USI E COSTUMI DIVENTERÀ IL PIÙ IMPORTANTE CENTRO EUROPEO DI TRADIZIONI POPOLARI
|
|
|
|
|
|
Con il 2007 si apre per il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele al’Adige una fase interamente nuova che lo vedrà riqualificato e di molto potenziato nelle strutture. Infatti, con l’acquisizione dei nuovi spazi (poco meno di mille metri quadrati, circa il 30 per cento in più rispetto alla superficie esistente) ricavati dal restauro del complesso conventuale, il Museo amplierà di molto l’area espositiva e disporrà di nuovi spazi vitali per la propria attività didattica e culturale. Con l’attribuzione dei nuovi spazi (la fine dei lavori è prevista per l’estate 2007), il Museo di San Michele all’Adige si avvia a diventare forse il più grande e più importante complesso europeo di livello locale per la conservazione e lo studio delle tradizioni popolari di un dato territorio. Il progetto di ampliamento è stato presentato dall’assessore alla Cultura, Margherita Cogo, dai vertici del Museo, la presidente Emanuela Renzetti e il direttore Giovanni Kezich, e dagli architetti Giorgio Bellotti della Soprintendenza per i Beni architettonici e Franco Didonè dello Studio Tacus Didonè di Bolzano. Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, anche il sindaco e l’assessore alla Cultura del Comune di San Michele all’Adige, l’assessore alla Cultura del Comune di Lavis e il responsabile dell’Ecomuseo di Ronzone. La disponibilità di nuovi locali nell’ala orientale del convento renderà possibile l’allestimento di mostre temporanee e di nuove sezioni dell’esposizione permanente, mentre intorno al chiostro troveranno nuovi spazi la biblioteca (che ha recentemente acquisito il prezioso fondo Sebesta), l’Archivio provinciale della tradizione orale (APTO) e la mediateca. Maggiore sviluppo potrà avere, inoltre, l’attività didattica con aule appositamente attrezzate per l’attività di laboratorio. La realizzazione di una grande aula polifunzionale consentirà infine l’organizzazione di proiezioni, conferenze e riunioni. "Con l’acquisizione dei nuovi spazi –hanno spiegato la presidente Renzetti e il direttore Kezich– il Museo degli usi e costumi della gente trentina avrà finalmente la sede appropriata per svolgere le numerose attività che lo identificano come grande centro studi per l’etnografia dell’area alpina, e potrà accogliere proposte provenienti dal territorio, mettendo a disposizione, oltre a risorse qualificate, anche ambienti adeguati per sempre più proficue collaborazioni con gli altri musei etnografici dell’arco alpino". Un’importanza strategica avranno per il Museo i nuovi spazi destinati alle esposizioni temporanee, cosa che consentirà in futuro di poter ospitare mostre ed esposizioni a carattere etnografico di valenza e richiamo europei, contando sulla rete di collaborazioni e rapporti che lo stesso Museo di San Michele intrattiene da molti anni con altre istituzioni di vari paesi europei. "Si tratta di un intervento necessario a rendere competitivo il Museo –ha affermato l´assessore alla Cultura Margherita Cogo– e a rilanciarne il ruolo ed importanza, dotandolo inoltre di una maggiore capacità di ospitare ed accogliere i visitatori". I lavori strutturali e di restauro, illustrati dall’architetto Bellotti, sono iniziati nel febbraio dello scorso anno e sono stati affidati al consorzio temporaneo d’imprese Rossaro Costruzioni-Masè Termoimpianti-Fausto Monfredini e C. Per un importo di 1. 635. 000 euro, ai quali si aggiungono 100. 000 euro per i lavori di scoprimento delle superfici decorate presenti nel chiostro e 25. 000 euro per la posa del nuovo ascensore. Autori del progetto di restauro e recupero funzionale del chiostro e dell’ala orientale dell’antico convento (progetto promosso nell’ottobre 2002 dall’allora Servizio Beni culturali della Provincia) sono gli scomparsi architetti Martino Franceschini e Flavio Pontalti, nonché la geometra Elena Zambotti. Gli interventi principali hanno riguardato e riguardano la demolizione di tutte le superfetazioni, il consolidamento statico dei solai in legno e delle strutture a volta in pietrame, nuovi pavimenti, nuova impiantistica e messa a norma dell’esistente, il restauro di intonaci, parti litiche e scoprimento delle superfici decorate, lavoro quest’ultimo affidato alla ditta di restauro Lillia Gianotti di Roverè della Luna. Ma come si presenterà, una volta ultimati i lavori (fine 2007), il "nuovo" Museo degli usi e costumi della gente trentina? Lo ha spiegato, avvalendosi di alcune slide, l’’architetto Franco Didonè. Il progetto dell’arredo intende mantenere la continuità del concetto allestitivo esistente, opera dell’indimenticato fondatore professor Giuseppe Sebesta, e verrà concepito nel rigoroso rispetto del prestigio monumentale dell’antica struttura. Ecco, in sintesi, cosa prevede il progetto. I due nuovi saloni del piano terra e del primo piano, collegati direttamente alle sale già esistenti, completeranno e incrementeranno il percorso espositivo del Museo degli usi e costumi della gente trentina e saranno destinati rispettivamente alle mostre temporanee e a spazi aggiuntivi per le esposizioni permanenti. In particolare, la dotazione di uno spazio dedicato alle mostre temporanee viene a sanare una grave lacuna strutturale del museo, che lo ha escluso categoricamente, in tutti questi ultimi anni, dal mercato dell’ìofferta culturale che ruota intorno alle temporanee. Il secondo piano, affacciato sul bellissimo chiostro triangolare, verrà destinato alla realizzazione di una nuova biblioteca dedicata al fondatore Sebesta, a una nuova aula polifunzionale, oltre a uffici e locali di servizio destinati alle dotazioni multimediali. La biblioteca, cosi come l’aula polifunzionale e tutti i nuovi locali saranno dotati di un proprio accesso autonomo con la possibilità di un utilizzo indipendente dagli orari di apertura del museo: si tratta, in effetti, della sede propria del Centro studi per l’etnografia dell’area alpina che il museo è andato costruendo nell’ultimo quindicennio di lavoro, con le attività del Seminario permanente di etnografia alpina, dell’Archivio provinciale delle tradizioni orali (APTO) e di una ricca attività di ricerca, editoriale e didattica. Affacciati intorno al chiostro, di per sé un unicum nella tipologia claustrale non soltanto regionale, troveranno quindi spazio la sede di APTO con la relativa mediateca, una biblioteca specializzata che ormai, quanto alle tradizioni popolari del Trentino e di tutto l’arco alpino, molto probabilmente non ha rivali in Italia, e un’aula polifunzionale (didattica, conferenze, riunioni) indispensabile, ad esempio, per la fruizione didattica dei materiali audiovideo che il museo conserva. Particolare cura verrà adottata nell’allestimento della Biblioteca Sebesta, che conserverà fra l’altro il Fondo privato del fondatore scomparso, e che comprenderà una scaffalatura su misura a tutta altezza con ballatoio intermedio completo di scala di accesso. La nuova aula polifunzionale verrà arredata in modo flessibile con l’apposita seduta e il relativo proscenio, essendo dotata di idonei apparati multimediali quali videoproiettori, eccetera. Nel sottotetto, accessibile da una scala di legno, verrà ricavato un osservatorio destinato a spazio didattico per gruppi di ricerca. Il Museo di San Michele sarà fornito di nuovi servizi per il visitatore, da realizzarsi al piano interrato e che saranno composti da una cafeteria con ripostiglio e da un avvolto ricavato nella viva roccia, naturalmente vocato alla degustazione dei vini e dei prodotti tipici del Trentino. IL MONASTERO DI SAN MICHELE ALL’ADIGE – Il monastero, realizzato nel XII secolo, ha costituito uno dei più importanti centri spirituali e istituzionali del Trentino, avendo secondo la Regola agostiniana missione di cura delle anime, di carità e di ospitalità ai viandanti, fino alla soppressione della prepositura nel 1807 e al passaggio dei beni al demanio pubblico. Alla metà del XIX secolo risale l’ipotesi di utilizzare il complesso a scuola agraria, inaugurata nel 1874. Con la costruzione dei nuovi edifici ad uso dell’Istituto Agrario, la parte del complesso monastico, con l’antico chiostro, ospitò nel 1968 il neo formato Museo degli Usi e Costumi delle Genti Trentine. La fondazione di questa importante istituzione culturale segnò la rinascita dell’ex convento. Per il patrimonio culturale ed etnografico del Trentino l’intero compendio costituisce un insieme monumentale di eccezionale interesse culturale, anche per il pregio delle opere d’arte contenute nel sacro edificio, e per il grande valore etnografico delle raccolte e collezioni esposte nel Museo. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|