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Notiziario Marketpress di Venerdì 01 Settembre 2000
 
   
  PULIRE IL TETTO DEL MONDO

 
   
  Grande l´impegno di un gruppo di professionisti specializzati in campo ecologico - il team Levissima Foreverest - impegnato in un´operazione di bonifica ambientale sul versante cino-tibetano della montagna più alta al mondo. Ripulire le aree del Campo Base (5000 m) e del Campo Base Avanzato (6400 m) dai rifiuti abbandonati nel tempo dalle spedizioni di alpinisti e trekker, e costruire un´isola ecologica, la più alta al mondo, per la raccolta differenziata, questo l´obiettivo. Sogno di ogni amante della montagna, l´Everest rappresenta da sempre una meta ambitissima: sono infatti migliaia le spedizioni che, nel corso degli anni, hanno voluto provare l´intensa e unica emozione di avvicinare i quasi novemila metri che separano la cima più famosa al mondo dal livello del mare. Un obiettivo tra l´altro veramente difficile da raggiungere: e´ stato infatti stimato che su 100 scalatori che ogni anno affrontano l´Everest dal versante cino-tibetano, solo 10 riescono a raggiungerne la vetta. Ma proprio questa costante attività alpinistica, a cui si è aggiunto negli ultimi anni anche un forte passaggio di gruppi di trekker, e il basso rispetto ambientale di questi "visitatori" hanno trasformato alcune aree dell´Everest in vere discariche a cielo aperto. Migliaia di chilogrammi di rifiuti abbandonati degradano oggi la bellezza e l´unicità di questi luoghi, al punto che anche Edmund Hillary, il primo uomo ad aver conquistato la cima dell´Everest, ha dichiarato pubblicamente: "Ma ora per l´Everest qualcosa deve essere fatto. L´aspetto più evidente sta nei danni e nell´immondizia - tonnellate - abbandonata sulle montagne". Oltre alle operazioni di bonifica, è stata progettata la realizzazione di un´isola ecologica: un´area attrezzata con appositi contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti, a disposizione di chi frequenterà la zona nei prossimi anni. Tutte le operazioni sono state affidate alla società milanese Montana, specializzata in indagine e progettazione ambientale, eco-audit e interventi ambientali in area montana di alta quota e non. Il team Levissima Foreverest ha lavorato con una squadra di operatori locali (3 sherpa e un gruppo di operai tibetani), utilizzando gli yak con mezzo di trasporto animale. L´operazione ha ottenuto il pieno sostegno della Tibetan Mountaineering Association (Tma), l´organizzazione locale che dirige e controlla le attività alpinistiche ed escursionistiche nell´area dell´Himalaya Tibetano e che si occupa della gestione dell´Isola Ecologica e dello smaltimento dei rifiuti negli anni a venire. Sito www. Levissima. It Il monte Everest: un sogno raggiungibile Conquistarne gli 8848 mt di altitudine è stato per anni il sogno di ogni scalatore, un sogno iniziato nell´Ottocento, che si è infranto decine di volte di fronte alle difficoltà di questa montagna bellissima e piena di fascino. I Tibetani hanno sempre considerato l´Everest una montagna sacra, e per questa ragione soltanto nel 1910 il tredicesimo Dalai Lama accordò agli inglesi il permesso di scalarne la vetta. Con questa concessione il Dalai Lama desiderava ringraziare l´amministrazione britannica per l´ospitalità che gli era stata offerta dopo la sua fuga dal Tibet al Darjeeling onde sottrarsi alle pressioni cinesi. Dopo la conquista del Polo Nord e del Polo Sud, l´Everest era considerato il Terzo Polo del pianeta. Gli inglesi, che non erano riusciti nell´impresa di giungere per primi ai due poli, concentrarono la loro attenzione su questa destinazione, organizzando numerose spedizioni (tra le quali quella famosissima di Mallory e Irvine). Soltanto nel 1953 Sir Edmund Hillary, neozelandese e Tenzing Norgay, uno sherpa nepalese soprannominato "Tigre delle nevi", riuscirono a raggiungere la cima dell´Everest. Questo importante traguardo ha aperto la strada agli amanti dell´alpinismo estremo, che da quel momento si sono succeduti nella conquista della vetta più alta del mondo. E ognuno ha cercato di farlo a modo proprio: alcuni sono saliti senza ossigeno (nel 1978 l´italiano Reinhold Messner e l´austriaco Peter Habeler, dalla cresta Sud-est), altri in solitaria (sempre Messner, nel 1980), altri ancora in coppia (Andrej e Marija Stremfelj, sloveni, il 10 luglio 1990 sono stati la prima coppia sposata a raggiungere la vetta insieme). C´è chi, invece, ha preferito misurarsi con il tempo: Kagzi Sherpa, in 20 ore e 24 minuti, detiene il record di salita più veloce dal versante sud, mentre la salita più rapida sul versante nord è dell´italiano Hans Kammerlander, che il 24 maggio 1996 ha raggiunto la vetta in 16 ore e 45 minuti dal campo base, scendendo poi con gli sci. Giovani e anziani (Lev Sarkisov con i suoi 60 anni e 161 giorni è la persona più anziana che ha raggiunto la vetta, mentre il sedicenne nepalese Shambu Tamang è il più giovane scalatore ad aver conquistato l´Everest), uomini e donne (la prima donna che ha effettuato con successo la salita è stata la giappponese Junko Tabei nel 1975, dalla cresta Sud Orientale) hanno provato l´emozione unica di toccare la vetta del mondo. Si calcola che in media ogni anno 300 alpinisti e circa 20. 000 trekker scelgano come destinazione l´Everest. Ma cosa spinge queste persone ad avventurarsi in questa impresa dai tratti anche pericolosi? Sicuramente tra i tanti aspetti che affascinano gli amanti della montagna c´è l´alone di mistero che circonda l´origine dell´Everest, avvenuta circa 60 milioni di anni fa. Fossili di animali marini sono stati ritrovati a oltre 8000 metri, rafforzando la tesi che nel passato geologico le rocce dell´Himalaya si siano formate in un antico oceano. Ma se in questo caso ci troviamo nell´ambito delle ipotesi, gli scienziati concordano invece sul fatto che l´Himalaya, dalla fine dell´epoca glaciale, sia cresciuto in altezza dai 1500 ai 2000 metri, al ritmo di circa 7. 5-10 cm l´anno. In altre parole, un metro ogni dieci anni, dieci metri ogni cento anni. La montagna più alta del mondo è quindi destinata a incrementare costantemente la sua posizione di "leader" tra le vette di tutto il mondo. L´everest rappresenta per gli abitanti della zona un vero e proprio oggetto di culto e divinazione, un sentimento espresso anche nei nomi con cui viene identificato: in Nepal la montagna si chiama Sagarmatha, che significa "cima nel mare delle onde", in Tibet Chomolungma, che significa "dea madre dell´universo". Il nome con cui è invece conosciuta a livello planetario le è stato attribuito nel 1856 dalla britannica Royal Geographical Society, in onore di Sir George Everest, il direttore del Survey of India (l´Ufficio Trigonometrico e Geodetico dell´India) che si occupò delle prime misurazioni della vetta. Nella catena Himalayana di cui l´Everest fa parte, il clima è fortemente condizionato dall´effetto monsonico, caratterizzato da piogge, nevicate e bufere. Le stagioni ideali per avventurarsi nella scalata dell´Everest sono quindi quelle pre e post-monsoniche (maggio e ottobre). La media annua delle temperature sul Monte Everest può variare dai +30° diurni ai -40° notturni. Info tel. 02/773. 361 tetto del mondo .  
   
 

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