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Notiziario Marketpress di
Lunedì 07 Settembre 2009 |
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NEMO TROVA NUOVE SOLUZIONI PER I BIOCARBURANTI
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Bruxelles, 7 settembre 2009 - Un nuovo progetto finanziato dall´Ue mira a sviluppare tecniche efficienti dal punto di vista economico e ambientale per la produzione di biocarburanti. Con il nome Nemo ("Novel high-performance enzymes and micro-organisms for conversion of lignocellulosic biomass to bioethanol"), l´iniziativa produrrà nuovi modi di convertire i rifiuti di agricoltura e silvicoltura, come la paglia e i frammenti di legno, in biocarburanti liquidi. Circa 5,9 Mio Eur degli 8,25 Mio Eur del budget di Nemo vengono dal tema "Alimentazione, agricoltura e pesca e biotecnologia" del Settimo programma quadro (7° Pq). Il progetto quadriennale riunisce 18 partner tra cui università, istituti di ricerca e società produttrici di enzimi, etanolo e prodotti chimici, provenienti da 9 paesi europei (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Svezia e Svizzera). Nemo è coordinato dalla professoressa Merja Penttilä, del Vtt Technical Research Centre of Finland. Attualmente la maggior parte dei biocarburanti in uso sono i cosiddetti biocarburanti di prima generazione, a base di zuccheri che si trovano in colture come la canna da zucchero, amido proveniente da colture come il grano o oli vegetali. I metodi di produzione usati per generare questi carburanti non sono molto efficienti e offrono una riduzione limitata delle emissioni di gas serra rispetto ai carburanti fossili tradizionali. Inoltre, ci si preoccupa che le coltivazioni per l´energia potrebbero contendersi la terra con le coltivazioni per il cibo, portando a scarsità di cibo e aumento dei prezzi. La seconda generazione di biocarburanti offre una serie di vantaggi. Innanzitutto, sono ricavati da prodotti di scarto provenienti dalle coltivazioni alimentari (per es. Gambi, foglie e bucce) e quindi gli agricoltori non devono scegliere tra coltivare per l´energia o per l´alimentazione. Sono anche più efficienti e quindi offrono maggiori vantaggi ambientali. L´energia però in queste parti di piante è racchiusa in una forma chiamata lignocellulosa e l´estrazione degli zuccheri da questa sostanza è estremamente difficile. La seconda generazione di biocarburanti ha quattro fasi: per prima cosa la materia prima viene sottoposta a una pre-lavorazione, dopo di che la lignocellulosa è trasformata in zuccheri più semplici. I microbi quindi fermentano lo zucchero in etanolo e infine l´etanolo viene distillato. I partner del progetto Nemo si stanno concentrando sulla prima parte di questo processo. Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di sviluppare gli enzimi in grado di convertire la lignocellulosa in composti di zucchero che possono essere fermentati facilmente e trasformati in etanolo. I ricercatori studieranno inoltre varietà di fermenti in grado di convertire gli zuccheri in etanolo velocemente ed efficacemente. I nuovi enzimi e i fermenti saranno testati in strutture pilota per assicurarsi che funzionino bene in condizioni industriali. Secondo i partner del progetto, le tecnologie sviluppate da Nemo potrebbero essere applicate anche alla produzione di altri biocarburanti e prodotti chimici. Una relazione della Commissione europea mostra che è improbabile che l´Ue raggiunga l´obiettivo di ottenere il 5,75% dell´energia usata dal settore dei trasporti da fonti rinnovabili (come i biocarburanti) entro il 2010. Sulla base delle tendenze attuali, è più probabile che la percentuale sia del 4%. Sono quindi necessari progressi sui biocarburanti di seconda generazione se l´Ue intende raggiungere i suoi obiettivi più a lungo termine che consistono nell´ottenere il 10% dei carburanti per il trasporto da fonti rinnovabili entro il 2020, come concordato nell´ambito del Pacchetto clima ed energia approvato di recente. Per maggiori informazioni, visitare: Vtt Technical Research Centre of Finland: http://www. Vtt. Fi Tema Alimentazione, agricoltura e pesca e biotecnologia del 7° Pq: http://cordis. Europa. Eu/fp7/jtis/home_en. Html . |
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