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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Ottobre 2000 |
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FONDAZIONE GIOVANNI AGNELLI: IL FILO D´ARIANNA SU WEB ORIENTA GLI STUDENTI SUI CORSI DA INTRAPRENDERE IN QUESTO DELICATO MOMENTO DELLA RIFORMA UNIVERSITARIA
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Milano, 9 ottobre 2000 -"In questa fase di transizione dell´università, con l´autonomia che ha appena avviato il suo cammino e con la prospettiva di una moltiplicazione dei corsi, degli indirizzi e dei livelli di laurea, scegliere la facoltà giusta è ancora più difficile. Nella loro scelta gli studenti non devono essere guidati solo dalle ragioni ´del cuore´ - le inclinazioni personali e le preferenze delle famiglie - ma devono poter disporre di informazioni utili a fare una scelta più consapevole. Soprattutto, non bisogna stancarsi di segnalare loro i rischi che corrono continuando a indirizzarsi a corsi che in passato si sono dimostrati incapaci di garantire un soddisfacente inserimento lavorativo anche agli elementi più preparati e affermare con chiarezza che il criterio più importante per la scelta di un corso di laurea non può che essere quello di un inserimento rapido e stabile nel mercato del lavoro". Lo ha affermato Marcello Pacini, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli, presentando alla stampa a Milano la nuova edizione de "Il Filo d´Arianna ", il programma di orientamento all´università e al mercato del lavoro che si rivolge ai giovani delle scuole medie superiori e alle loro famiglie. "Il Filo d´Arianna", che è stato realizzato in collaborazione con il Gruppo Clas di Milano, sarà consultabile gratuitamente ´on line´ nel sito web della Fondazione Giovanni Agnelli www. Fondazione-agnelli. It a partire da sabato 7 ottobre. "Il Filo d´Arianna " offre un panorama amplissimo, completo e il più possibile aggiornato sul sistema dell´istruzione superiore in Italia e sulle possibilità d´inserimento di diplomati e laureati nel mondo del lavoro. Regione per regione, "Il Filo d´Arianna " presenta la mappa delle 298 sedi universitarie italiane, con 1 1 1 lauree distribuite in 149 diverse sedi per un totale di 1. 833 corsi, 179 diplomi universitari distribuiti in 200 sedi per un totale di 1. 501 corsi. Per ciascuna laurea e diploma universitario vengono forniti, insieme alle informazioni di base, i dati sulla difficoltà degli studi (tassi di successo e di abbandono, scarto fra la durata legale e quella effettiva), sulle prospettive dell´inserimento lavorativo (tempo di attesa per il primo impiego, percentuali di laureati occupati a 3 mesi e a 3 anni dal conseguimento del titoli), sulla stabilità e la soddisfazione del lavoro, sulle professioni più richieste dalle imprese, sulle previsioni relative alla domanda di lavoro, queste ultime frutto di un´elaborazione su dati Excelsior. "Il Filo d´Arianna " si rivolge anche a chi ha deciso di non iscriversi all´università e contiene una sezione sulle opportunità di lavoro per i diplomati delle scuole medie superiori. Il "Il Filo d´Arianna " - questo è un suo ulteriore punto di forza - tiene anche conto del complesso processo di riforma che sta investendo l´intero sistema universitario, proponendosi di seguire passo a passo la differenziazione dell´offerta Normativa che nel tempo sarà generata dall´autonomia. A questo scopo, il "Il Filo d´Arianna " ospiterà una sezione, che sarà aggiornata in tempo reale e dedicata alle novità che provengono dai diversi atenei. Dopo avere spiegato che il debole degli italiani per le lauree deboli porta a situazioni paradossali, come dimostra la presenza simultanea di imprese che non trovano personale qualificato e il grande numero di laureati disoccupati, il direttore della Fondazione Agnelli ha fornito un quadro aggiornato di quello che ha definito il doppio spreco della risorsa sapere del nostro paese. Non è infatti significativamente calato in questi anni l´altissimo numero di abbandoni universitari, che con circa il 65% è il più alto di tutti i paesi Ocse; mentre l´altro spreco è rappresentato dall´età troppo elevata del conseguimento del titolo: i neolaureati italiani sono i più vecchi d´Europa e questo significa sottrarre al mondo del lavoro gli anni più creativi e dinamici. Se si uniscono questi fattori, di per sé preoccupanti, con gli effetti del calo delle nascite, che già ora e sempre più nei prossimi anni farà sentire la propria incidenza, assottigliando le leve giovanili, è legittimo domandarsi se la ´risorsa sapere´ (diplomati e laureati) sarà quantitativamente e qualitativamente sufficiente a garantire una crescita economica adeguata e uno sviluppo sociale equilibrato del nostro paese. "Concretamente - ha concluso Marcello Pacini - permettendo un aumento dell´efficienza interna nella didattica e nella ricerca e insieme una maggiore sintonia con il sistema delle professioni e i mercati del lavoro locale, l´autonomia dell´università rappresenta un´opportunità importante per ridurre progressivamente il tasso d´abbandono, fino a un più fisiologico 15-20% e ringiovanire l´età media dei laureati. Oggi la distribuzione dei livelli d´istruzione della popolazione adulta italiana, con un 60% di persone senza diploma, un 30% con un diploma di scuola media superiore e solo il restante 10% con titoli quali diploma universitario, laurea o dottorato, non appare adeguata alle necessità economiche e sociali del paese. Un obiettivo realistico può essere quello di adeguare tale ripartizione almeno alla media europea, che è oggi 40%-40%-20%. " . |
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