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Notiziario Marketpress di Venerdì 15 Dicembre 2000
 
   
  DISPONIBILE IL RAPPORTO ENERGIA E AMBIENTE 2000 REALIZZATO DALLŽENEA

 
   
  Frascati 15 dicembre 2000 - Il Rapporto Energia e Ambiente 2000 (Rea 2000) è disponibile presso lŽEnea dal 15 dicembre 2000. Il Rapporto, realizzato con il coordinamento della Direzione Studi dellŽEnea, offre elementi conoscitivi sullŽItalia dellŽenergia e dellŽambiente sulla scorta di valutazioni quantitative e dei mutamenti più rilevanti dellŽanno. La predisposizione annuale di un documento sul quadro energetico nazionale è stata definita in occasione della Conferenza Nazionale Energia e Ambiente del 1998, promossa dai Ministeri dellŽIndustria, dellŽAmbiente e dellŽUniversità e della Ricerca Scientifica, che ne hanno affidato il compito allŽEnea, unico Ente con caratteristiche di terzietà, dopo la privatizzazione dellŽindustria energetica. Il Rapporto, anche questŽanno sarà disponibile (a partire dal 20 dicembre) sul sito Enea: www. Enea. It Il Rapporto Energia e Ambiente 2000, si compone di due volumi principali: lŽAnalisi dellŽevoluzione della domanda e dellŽofferta di energia, il fattore ambientale, il processo di decentramento amministrativo ed il suo impatto nel settore, gli orizzonti tecnologici e della ricerca. I Dati,: unŽampia appendice statistica consente approfondimenti e valutazioni. Nel Rapporto sono contenute anche due monografie: la Borsa dellŽenergia elettrica, che contiene unŽanalisi dei mercati dellŽenergia elettrica di altri paesi, utile per comprendere i criteri guida per la organizzazione del mercato elettrico italiano. LŽuscita della benzina rossa dal mercato italiano che presenta una panoramica delle problematiche sollevate dal recepimento della Direttiva europea che sancisce il divieto per gli Stati Membri della commercializzazione della benzina con piombo. In Italia questa disposizione entrerà in vigore il 1 ° gennaio 2002. Dopo una breve presentazione della situazione economica ed energetica internazionale, il Rapporto Energia e Ambiente 2000 illustra lŽevoluzione della domanda di energia nei vari settori produttivi del Paese. Nel 1999 lo sviluppo dellŽeconomia italiana ha registrato lo stesso tasso dellŽanno precedente, con un incremento del Pil dellŽ 1,4% in termini reali. Nel 2000, invece, la crescita economica è stata più consistente, con un tasso che si può stimare, per fine anno, al 2,8%. LŽespansione dellŽattività produttiva è sostenuta in particolare, dai servizi e dal complesso dellŽindustria. LŽitalia importa dallŽestero più dellŽ82% del fabbisogno energetico, in massima parte petrolio e gas naturale, il cui prezzo dipende dalle fluttuazioni dei mercati internazionali (Vol. 1 ,cap. 3). La ripresa economica italiana è pertanto condizionata dalla congiuntura petrolifera che, finora, anche grazie alla bassa intensità energetica che caratterizza il nostro Paese, sembra abbia avuto unŽincidenza limitata sul sistema produttivo. Il recupero di consumi energetici, in atto da qualche anno, ha contribuito ad invertire anche lŽandamento storico dellŽintensità energetica che, pur restando attestata a livelli tra i più bassi nel mondo, è aumentata dello 0,7% tra il 1998 e il 1999, passando da 95,9 a 96,6 tep per miliardo di lire. Per il 2000, lŽintensità energetica rimane sostanzialmente stabile, per un incremento del Pil analogo a quello dei consumi energetici. Le esigenze energetiche di questi anni rendono ormai imprescindibile, oltre alle decisioni per la sicurezza degli approvvigionamenti e la diversificazione delle fonti, anche la messa in atto di politiche per lŽefficienza dei cicli produttivi e per la tutela dellŽambiente. Il settore dei trasporti ha influito in modo determinante sulla crescita del valore aggiunto dei servizi, con un contributo di 0,8 punti percentuali nel 1999, ben al di sopra del livello dellŽanno precedente. LŽattività industriale ha riguadagnato tono durante gli ultimi due anni e presenta un andamento differenziato del valore aggiunto nei vari comparti: tra quelli che hanno mostrato ritmi di sviluppo elevati, emergono il metallurgico e le altre industrie manifatturiere. Anche lŽindustria delle costruzioni è in ripresa, dopo un lungo periodo di sostanziale stagnazione. Il settore agricoltura e pesca, nonostante il peso limitato sul totale dellŽeconomia, ha esercitato unŽinfluenza positiva sul risultato complessivo, grazie ad una considerevole espansione. Seguendo lŽandamento dellŽattività economica complessiva, la domanda di energia segna una forte ripresa: il consumo interno lordo, nel 1999, è stato di 183,1 Mtep (+2,2% sulŽ98) e per il 2000 si prevede un aumento del 2,8% che innalza il fabbisogno a 188,2 Mtep. Nella sezione sulle problematiche ambientali, il Rapporto esamina non solo lŽandamento delle emissioni inquinanti, dellŽanidride carbonica e degli altri gas serra, ma anche la produzione di rifiuti da processi energetici, lŽuso delle risorse idriche per tali attività ed, infine, gli effetti ambientali dellŽestrazione e movimentazione dei prodotti energetici. Vengono inoltre forniti dati specifici sulla domanda di energia per il sistema dei trasporti, che è uno dei settori a maggiore impatto sullŽambiente (Vol. 1, cap. 2). Grandi aspettative sono riposte nello sviluppo delle fonti rinnovabili, le quali svolgeranno un ruolo importante consentendo lŽimpiego di risorse locali, a prezzi competitivi, con un conseguente sviluppo di nuove attività produttive e prospettive occupazionali, anche in prospettiva della realizzazione del mercato dei "certificati verdi". NellŽultimo capitolo vengono presentate, oltre alle innovazioni tecnologiche già disponibili per lŽutilizzo di combustibili fossili e delle fonti energetiche rinnovabili, anche le prospettive di sviluppo di nuove soluzioni, ed in particolare: lŽidrogeno come vettore energetico e il solare a media ed alta temperatura. Il contesto italiano è caratterizzato da una quota delle spese di ricerca e sviluppo tecnologico (R&st) sul Pil pari a valori di circa lŽ1%, fra i più bassi tra i paesi Ocse, che comporta la necessità di acquistare tecnologie energetiche spesso sviluppate da altri paesi. Ogni cittadino italiano spende 200 dollari allŽanno per le attività di R&st contro i 500 dollari di un tedesco ed i 700 ed 800 dollari di un americano e di un giapponese. Per ogni 1000 unità lavorative, solo 3 svolgono in Italia attività di ricerca a fronte delle 6 in Germania, delle 7 negli Stati Uniti e delle 8 in Giappone.  
   
 

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