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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Settembre 2009
 
   
  VENETO: CALO OCCUPAZIONE E’ PESANTE MA PROSPETTIVE SONO BUONE

 
   
  Venezia, 8 settembre 2009 - L’osservatorio regionale sul mercato del lavoro ha aggiornato al 30 giugno 2009 i dati sulla dinamica del lavoro dipendente regolare e sono state prese in considerazione le assunzioni, le cessazioni ed i relativi saldi intervenuti fino alla fine del secondo trimestre 2009 in modo da rappresentare l’effettiva variazione tendenziale dell’occupazione. L’analisi- da oggi sul sito di Veneto Lavoro- consente di tracciare un primo bilancio in ordine al reale impatto che, a partire dal 4° trimestre 2008, la fase recessiva dell’economia sta producendo sull’occupazione dipendente regolare nella nostra regione. Dalla stessa emerge un quadro negativo che può essere sintetizzato in queste cifre: - La crisi si manifesta nel Iii e Iv trimestre del 2008 con un saldo negativo di 83. 000 unità; - Il trend recessivo prosegue nel I e Ii trimestre 2009 con un ulteriore saldo negativo di 32. 000 unità; - dall’inizio della crisi (Iii trimestre 2008) ad oggi (Ii trimestre 2009) il saldo negativo è di 115. 000 unità. Va osservato che il trimestre più negativo è stato il Iv trimestre 2008 (-71. 000 unità), mentre nel 2009 il trimestre finora peggiore, il Ii trimestre, ha visto un saldo negativo di 31. 000 unità. I comparti più colpiti sono soprattutto l’industria (- 57. 000) e le costruzioni ( - 13. 000), seguiti da commercio e turismo (- 25. 000) e servizi alle imprese (- 13. 000). Il calo ha interessato per circa 1/3 i lavoratori stranieri. Il saldo negativo riguarda per il 60% i maschi e per il 40% le donne, spiegabile con la maggiore presenza maschile nei settori più colpiti dalla crisi (industria e costruzioni). La provincia più colpita è Treviso (-23. 000), seguita da Vicenza (-21. 000) e subito a ruota da Padova, Venezia e Verona (-19. 000). I saldi negativi sono conseguenza di un consistente calo delle assunzioni. Da un confronto dei primi sei mesi 2008 e 2009 le assunzioni passano da 383. 000 a 298. 000 (- 24%), con una riduzione molto consistente nell’industria (- 42%), con punte elevatissime nel settore della meccanica (-58%). Sotto il profilo contrattuale si osserva che la contrazione riguarda in particolare i rapporti a termine (tempo determinato, apprendistato e interinale), che spiegano circa i 2/3 della riduzione complessiva. I posti di lavoro a tempo indeterminato scontano anch’essi una significativa riduzione, per effetto del mancato ripristino del turn over, ma nell’insieme una maggiore tenuta dovuta al ricorso alla cig in tutte le sue forme. Il consistente calo della dinamica occupazionale genera un inevitabile incremento della disoccupazione, a causa della contrazione dei posti di lavoro disponibili, che rende difficile la ricollocazione di quanti perdono il posto di lavoro e l’inserimento di quanti si affacciano per la prima volta al mercato del lavoro. L’incremento delle dichiarazioni di disponibilità rese ai Cpi è un chiaro segnale di queste tendenze. Tuttavia va tenuto presente che la riduzione di posti di lavoro si trasferisce solo parzialmente in disoccupazione. Un’ipotesi ragionevole, secondo i trend storici delle altre crisi, porta a prevedere un aumento dell’attuale tasso di disoccupazione (4,7% nel primo trimestre 2009) al 5,5/6,0%. Per una analisi puntuale su questo aspetto è opportuno attendere i dati della prossima rilevazione Istat, il cui rilascio è previsto per fine settembre. Per Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro: “Il calo occupazionale, pur consistente e preoccupante, va visto in termini meno drammatici, se si tiene conto che nel punto di partenza, ossia nel giugno del 2008, in cui l’occupazione dipendente aveva raggiunto nel Veneto il massimo storico”. “I segnali di ripresa- aggiunge Donazzan-, segnalati da tutti gli organismi internazionali, inducono a ritenere che la punta più acuta della crisi, anche sotto il profilo occupazionale, sia in fase di superamento”. “La migliore tenuta dei rapporti a tempo indeterminato- spiega l’assessore regionale-, grazie all’aiuto della cassa integrazione guadagni (cig), consente di non disperdere il capitale umano e crea le condizioni per cogliere meglio le opportunità di ripresa”. “Occorre proseguire- conclude Donazzan- nella strategia di salvaguardare il più possibile l’integrità delle imprese sane, aiutandole a superare il periodo di recessione, ma al contempo migliorare gli strumenti di difesa dei lavoratori nel mercato del lavoro (ammortizzatori sociali, formazione, creazione di nuove opportunità di impiego)”. .  
   
 

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