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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Maggio 2006
 
   
  TUMORE ALLA PLEURA

 
   
   Milano, 22 maggio 2006 - nno un migliaio di morti per mesotelioma. "A livello nazionale", dice Paolo Bidoli, Istituto Nazionale Tumori di Milano," il tasso di incidenza della malattia è analogo a quello dei maggiori Paesi europei e si attesta, a seconda delle regioni, in 1-2 italiani maschi ogni 100. 000 abitanti, mentre la percentuale si dimezza tra le donne (0,5-1 ogni 100. 000). Purtroppo nei prossimi decenni è atteso, nei Paesi industrializzati, un drammatico aumento dei nuovi casi di tumore, tanto che l´epidemiologo R. Peto ha recentemente prognosticato il rischio di una vera e propria `epidemia´ di Mesotelioma pleurico maligno (Mpm)". La malattia è da tre a cinque volte più comune nel sesso maschile e la fascia di età più colpita è quella tra i 50 ed i 70 anni. In base alla casistica del Registro Nazionale Mesoteliomi (Renam) l´età media dei casi è 64,5 anni; i pazienti con età inferiore a 65 anni rappresentano il 47,3 per cento dei casi di mesotelioma sommando tutte le sedi possibili di malattia ed il 46,6 per cento dei soli mesoteliomi della pleura. In Italia il rapporto tra casi di sesso maschile e femminile risulta pari a 2,72:1 per i soli mesoteliomi della pleura. Sono stati osservati, tuttavia, anche casi insorti in età infantile, per i quali risulta più difficile definire esattamente i meccanismi causali. Esistono, tuttavia, zone in cui si registrano tassi assai più elevati. Un esempio è costituito da Casale Monferrato e della sua provincia in cui ogni anno ed ogni 100. 000 abitanti il numero dei nuovi casi osservati sale a 16 negli uomini e a 13 nelle donne. Tale deviazione dalla media nazionale è spiegabile ricordando che nel recente passato in tale zona era presente un"importante industria per la produzione di materiali contenenti asbesto. L´asbesto è storicamente l´agente eziologico principale del Mpm. Circa il 70-80 per cento dei pazienti affetti da tale patologia infatti risulta avere un´anamnesi positiva per esposizione professionale alle fibre di amianto. "E´ necessario", sottolinea Paolo Bidoli, Istituto Nazionale Tumori ," regolamentare 1´ esposizione ad amianto e asbesto per ridurre progressivamente il rischio lavorativo per i soggetti potenzialmente esposti a tale cancerogeno. Proprio per questo , obiettivo primario degli studi epidemiologici è contribuire all´identificazione delle fonti di rischio che risultino ancora presenti sul territorio e alla messa in opera di appropriate misure di prevenzione ". Il tumore può svilupparsi a distanza di 20 anni dalla prima esposizione, con un picco d´incidenza tra 35 e 45 anni. Nella Casistica dell´Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si contano mediamente 25 nuovi casi di mesotelioma all´anno e la distribuzione sia per sesso che per età anagrafica rispecchia senza significative differenze la situazione nazionale. Circa tre quarti dei mesoteliomi originano nella cavità toracica a partire dalla pleura e sono conosciuti come Mpm. Il 10-20 per cento insorgono nell´addome e prendono il nome di Mesoteliomi Peritoneali. Molto più infrequenti sono i Mesoteliomi Pericardici ed i Mesoteliomi Testicolari, questi ultimi originanti dalla porzione di peritoneo racchiusa nello scroto. Ciascuno di questi mesoteliomi può essere ulteriormente classificato, in base alle caratteristiche delle cellule maligne, in tre sottotipi: circa il 50-70 per cento sono di tipo epitelioide, mentre più rari sono i tumori misti, detti anche bifasici (20-35 per cento) e quelli sarcomatoidi (7-20 per cento). Le possibilità terapeutiche sono le stesse per i tre tipi, ma l´epitelioide dimostra generalmente una maggiore responsività e quindi è quello caratterizzato da migliore prognosi. "Recenti studi ," dice Paolo Bidoli, Istituto Nazionale Tumori di Milano," hanno evidenziato prove certe dell´esistenza di un valore soglia, ovvero di un livello minimo al di sotto del quale l´inalazione di amianto non causa tumore della pleura. Appare quindi plausibile che anche bassi livelli di esposizione possano indurre, anche se con un rischio estremamente basso, la neoplasia. Queste ipotesi rendono plausibile che il tumore possa insorgere anche in assenza completa di esposizione all´amianto. Per ciò che concerne la prevenzione della quota del 20-30 per cento di casi di mesotelioma non correlabile all´asbesto, attenzione deve essere posta sul rischio legato all´esposizione a radiazioni ionizzanti e, dato emerso recentemente, alle infezioni polmonari croniche da Simian Virus 40 (Sv40), il cui ruolo nell´insorgenza di mesotelioma nell´uomo è in corso di studio". Cure E Novita´ Terapeutiche - "Esistono ", dice Paolo Bidoli, Istituto Nazionale Tumori di Milano ," diversi nuovi chemioterapici di attività dimostrata, che possono essere utilizzati in combinazione senza un significativo incremento della tossicità. Le terapie a bersaglio molecolare di nuova concezione giocano un ruolo in associazione alla chemioterapia tradizionale e, in un futuro prossimo, probabilmente potranno essere utilizzate come terapia di mantenimento dopo chemioterapia per i pazienti responsivi. Sono stati inoltre recentemente identificati dei fattori prognostici e, allo stesso tempo, predittivi di risposta alla chemioterapia. Questi sono il performance status, l´età, il livello di emoglobina, la conta dei globuli bianchi, la presenza di dolore toracico e la perdita di peso. Parallelamente agli studi clinici sui nuovi farmaci, l´attenzione negli ultimi anni è stata posta sulla definizione ottimale dei criteri di misurazione della risposta per il Mpm". Le modalità di cura possibili per il mesotelioma comprendono la chirurgia (limitatamente ai pazienti con malattia al primo stadio) quando il tumore è confinato entro la capsula della pleura parietale, la radioterapia e la chemioterapia da sole o in associazione. La chirurgia con intento curativo è intervento tecnicamente complesso rappresentato dalla pleuro­pneumonectomia extra-pleurica che prevede l´asportazione in blocco del polmone e della pleura compresa la porzione diaframmatica e pericardica. Altro ruolo che può coprire la chirurgia è quello con finalità palliative per alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita nei pazienti con malattia avanzata. La radioterapia da sola ha un ruolo limitato per l´impossibilità di erogare alte dosi di radiazioni sui campi polmonari. Le nuove tecniche di irradiazione (radioterapia conformazionale, Imrt, Igrt, tomoterapia) potranno garantire un maggiore risparmio di tessuti vitali sani e potranno ragionevolmente essere integrate in una strategia terapeutica che preveda anche il ricorso alla chirurgia e alla chemioterapia. Fino a qualche anno fa tutte le revisioni relative alla terapia medica del mesotelioma maligno riportavano risultati molto deludenti. Le associazioni chemioterapiche con cisplatino e "vecchi farmaci", sia pure in casistiche spesso molto eterogenee, hanno ottenuto risposte globali non superiori al 15-20 per cento, generalmente di breve durata. Negli ultimi 20 anni si è assistito ad un rapido aumento del numero di farmaci chemioterapici utilizzati, da soli o in associazione, nel mesotelioma pleurico maligno (Mpm). Tra i singoli agenti i derivati del platino (cisplatino, carboplatino, oxaliplatino) e gli antimetaboliti (raltitrexed, pemetrexed) sono i più utilizzati sia nella pratica clinica corrente che negli studi clinici. Gli schemi di combinazione che hanno recentemente dimostrato maggiore efficacia prevedono l´utilizzo di un antimetabolita con un platino-derivato. Il Pemetrexed (Alimta), un antimetabolita inibitore della sintesi delle purine e delle pirimidine, ha modificato il trattamento del Mpm a partire dal 1999, anno di inizio dei primi studi di Fase I in combinazione con il cisplatino. I Piu´ Recenti Studi - Un recente studio di Fase Iii ha confrontato l´associazione di pemetrexed e cisplatino con il solo cisplatino, con risultati favorevoli alla combinazione in termini di risposte cliniche, sopravvivenza globale (12. 2 vs 9. 3 mesi) e miglioramento della qualità della vita. Sempre recentemente è stata dimostrata, in uno studio condotto in Italia, l´efficacia anche della combinazione di carboplatino e pemetrexed, gravata peraltro da una minore incidenza di effetti collaterali e pertanto da preferire nei pazienti anziani o con performance status non ottimale. Un altro recente studio di Fase Iii ha confrontato l´associazione di un altro antimetabolita, il raltitrexed, con il cisplatino verso il solo cisplatino dimostrando un vantaggio a favore della combinazione in termini di sopravvivenza mediana e ad 1 anno. Non va infine dimenticata l´associazione tra cisplatino e gemcitabina in grado di ottenere, nel 30-40 per cento dei casi, una buona risposta radiologica in genere associata ad un miglioramento soggettivo e della qualità della vita. Tra i nuovi gli agenti biologici, i cosiddetti farmaci "intelligenti", che agiscono selettivamente su recettori cellulari specifici, devono essere citati gli inibitori dell´angiogenesi quali: Bevacizumab, Bay 43-9006, Talidomide, gli inibitori dell´Egfr (epidermal growth factor receptor) quali Erlotinib e Gefitinib, l´inibitore del pattern ubiquitina-proteasoma Bortezomib. Questi farmaci, pur con risultati spesso contrastanti, hanno dimostrato una potenziale efficacia terapeutica. In particolare il Bevacizumab è stato recentemente studiato in associazione a cisplatino e gemcitabina ed i risultati saranno resi noti al prossimo meeting annuale dell´Asco. L´applicazione dei criteri Recist (Response Evaluation Criteria in Solid Tumors, Fig. 1), la più utilizzata in oncologia, risulta di difficile attuazione nel mesotelioma e sono stati pertanto validati a livello internazionale dei criteri Recist modificati (Fig. 2). Questi ultimi prevedono la misurazione dello spessore tumorale in 3 punti diversi su 2 piani assiali differenti, maggiormente rappresentativi. Per quanto riguarda in ultimo le innovazioni nell´imaging dell´Mpm, da citare è in particolare la Pet, con la quale è possibile distinguere le neoformazioni maligne da quelle benigne della pleura. Inoltre questo esame è particolarmente sensibile nel rilevare l´eventuale coinvolgimento extratoracico della neoplasia, soprattutto per ciò che riguarda l´interessamento linfonodale (criterio fondamentale per valutare un eventuale possibile approccio chirurgico) e per valutare l´evoluzione dell´attività metabolica delle cellule neoplastiche in corso di trattamento. .  
   
 

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