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Notiziario Marketpress di
Lunedì 05 Ottobre 2009 |
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INFLUENZA IN LOMBARDIA, BRESCIANI: NON ANDARE IN OSPEDALE A PAVIA OTTAVA TAPPA DEGLI STATI GENERALI DELLA SANITA´ L´ASSESSORE: LE NOSTRE AZIONI LASCIANO PIU´ SOLDI A CITTADINI
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Pavia, 5 ottobre 2009 - Chi dovesse contrarre il virus della cosiddetta "nuova influenza" (A/h1n1) "non deve andare in pronto soccorso e deve curarsi a casa consultando il proprio medico di famiglia", tranne se dovessero comparire complicanze, che sono comunque rare. Questo non solo perché "i sintomi sono lievi" ma anche e soprattutto per evitare di portare il virus in ospedale dove potrebbe essere pericoloso per le persone già seriamente ammalate. E´ questo l´appello rilanciato il 2 ottobre a Pavia dall´assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Luciano Bresciani, in occasione dell´ottava tappa (dopo Sondrio, Varese, Lecco, Valle Camonica, Mantova, Cremona e Bergamo) degli "Stati Generali territoriali del Sistema socio-sanitario". L´iniziativa, fortemente voluta dall´assessorato alla Sanità di Regione Lombardia e promossa in collaborazione con l´assessorato alla Famiglia e Solidarietà sociale, prevede un ciclo di incontri in forma di workshop nei territori delle quindici Asl della Lombardia durante tutto il 2009. Bresciani ha ricordato come la "nuova influenza" sia una malattia con un rischio molto basso, di gran lunga inferiore a quello provocato dall´influenza stagionale. Quest´ultima provoca un decesso ogni 1. 000 casi mentre l´influenza A/h1n1 0,4 decessi ogni 1. 000 casi. In ogni caso, ha ricordato Bresciani, è stato attivato un Piano pandemico, in linea con le indicazioni ministeriali, per fronteggiare al meglio questa patologia. Scopo degli Stati Generali, cui partecipano Province, Comuni, Asl, Aziende ospedaliere, strutture socio-sanitarie, operatori sanitari e rappresentanti del volontariato e delle autonomie sociali e funzionali, come ha sottolineato Bresciani nella conferenza stampa che ha preceduto l´inizio dei lavori, è "realizzare un incontro che permetta a chi ha la responsabilità delle politiche sanitarie di esporre i risultati ottenuti e le idee per il futuro e allo stesso tempo raccogliere i contributi sostenibili e responsabili sulle scelte da compiere, in una logica di concerto e non più di solismo. L´obiettivo di fondo resta quello di migliorare ulteriormente la qualità del nostro sistema, che ha già tanti elementi positivi". Bresciani ha citato poi la cronicità e la non autosufficienza come due delle sfide più importanti del presente e del futuro così come il progetto di "portare più medicina sul territorio". Rispondendo alle domande dei giornalisti, l´assessore ha poi passato in rassegna alcune delle realizzazioni raggiunte nell´ultimo periodo: abbattimento dei costi impropri innanzitutto, cioè "più soldi nelle tasche dei cittadini", che ha permesso, oltre ad avere un bilancio in pareggio per sei anni di fila, di ampliare la platea delle esenzioni e finanziare altri interventi. Anche con l´aiuto di Finlombarda la Regione è riuscita ad abbattere i tempi di pagamento per i fornitori che ora sono a 90 giorni. Ma anche miglior accesso ai servizi, attraverso l´abbattimento delle liste d´attesa, con la decisione per le prestazioni "extra budget", cioè senza limiti di risorse, di bloccare la libera professione (a pagamento) se non vengono rispettati i tempi stabiliti. Bresciani ha anche ricordato l´introduzione di nuove regole per l´accreditamento (diventato dinamico e a tempo) e di maggiori controlli, arrivati fino alla soglia del 10% (6,5 mirati e 3,5 random). Da ricordare anche il progetto regionale di messa in rete delle 6 Facoltà universitarie di Medicina delle Università, che hanno 14 macro aree di ricerca, 119 aree di ricerca, con lo scopo di creare un potente sistema di ricerca e sviluppo, coinvolgendo l´industria e Finlombarda per la parte finanziaria. Già 39 i progetti presentati su questa piattaforma, di cui 24 già attivi. Nel corso dell´incontro, Simona Mariani (direttore generale Asl), Luigi Sanfilippo (direttore generale Azienda Ospedaliera della Provincia di Pavia) e Pietro Caltagirone (direttore generale Fondazione Irccs Policlinico San Matteo) hanno relazionato sulla situazione sanitaria e socio-sanitaria della provincia di Pavia. Si tratta di una realtà territoriale in cui abitano circa 540. 000 cittadini. Quella pavese è la provincia lombarda più "anziana": il 22,8% degli assistiti ha più di 64 anni (in Lombardia 19,7%), mentre l´11,2% ha più di 74 anni (in Lombardia 8,9%). Organizzata in 3 Distretti, la sanità pavese può contare su una rete di 387 medici di famiglia, 58 pediatri di libera scelta, 112 medici di continuità assistenziale (guardia medica). Sono presenti inoltre 19 strutture di ricovero e cura, 76 Rsa (oltre 5. 000 posti letto), un hospice con 10 posti letto, 19 consultori, 23 centri diurni integrati oltre alle numerose strutture per disabili. Sono intervenuti anche, tra gli altri, il direttore generale alla Famiglia e Solidarietà sociale Umberto Fazzone (in rappresentanza dell´assessore Giulio Boscagli), Ferdinando Buffoni (prefetto di Pavia), l´assessore Rosanna Gariboldi (in rappresentanza della Provincia di Pavia), Alessandro Cattaneo (sindaco di Pavia), Alessandro Moneta (presidente Fondazione Irccs Policlinico San Matteo), Alberto Calligaro (preside della Facoltà di medicina e Chirurgia dell´Università di Pavia) e Alberto Zoli (direttore generale Azienda Regionale Emergenza Urgenza - Areu). L´onorevole Gian Carlo Abelli ha inviato un messaggio che è stato letto nel corso dell´incontro. . |
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