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Notiziario Marketpress di
Martedì 20 Ottobre 2009 |
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UNA INNOVATIVA TELEFERICA PER L´ESBOSCO VIA CAVO UN PRODOTTO DI ECCELLENZA DEL KNOW-HOW TRENTINO CHE MODERNIZZA IL LAVORO NEL BOSCO. A TESERO UN SEMINARIO TECNICO INTERNAZIONALE
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L´innovazione si fa strada nei boschi del Trentino, in particolare nelle tecnologie applicate alle operazioni di taglio e trasporto del legname. Il 15 ottobre nella Foresta di Paneveggio, in Val di Fiemme, il Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento ed il Cnr Ivalsa (Istituto per la valorizzazione delle specie arboree) hanno presentato, in un cantiere dimostrativo, un nuovo macchinario per l´esbosco via cavo del legname tagliato. Si tratta di una innovativa teleferica a lunga distanza - progettata da una ditta della Valle di Non - montata su una torretta trasportabile su autocarro, un prodotto di eccellenza del know-how trentino il cui utilizzo è destinato a velocizzare le operazioni di esbosco, aumentando la produttività, l´economicità e la sicurezza sul lavoro, con notevoli benefici per le imprese boschive e per l´industria del legno. Alla dimostrazione pratica dell´utilizzo della nuova teleferica hanno assistito circa 300 persone, tra le quali molti proprietari e imprese forestali provenienti da diverse regioni italiane, ma anche ricercatori e docenti universitari. Un pubblico interessato e curioso di vedere all´opera un macchinario unico in Europa e che ha poi partecipato, nel pomeriggio a Tesero, ad un seminario internazionale di elevato contenuto tecnico dedicato alle nuove tendenze della meccanizzazione in montagna. Il seminario ha visto la partecipazione di Maurizio Zanin, dirigente del Servizio Foreste e Fauna, e di Francesco Dellagiacoma, direttore dell´Ufficio Sostegno gestione forestale e valorizzazione filiera foresta-legno della Provincia autonoma di Trento, del prof. Karl Stampfer della Boku (Facoltà di Scienze Forestali dell´Università di Vienna) del prof. Enrico Marchi dell’Università di Firenze e di Raffaele Spinelli del Cnr-ivalsa. E osservatori speciali del cantiere dimostrativo di Paneveggio sono stati, in particolare, proprio i responsabili del Cnr-ivalsa che, in collaborazione con il Servizio Foreste della Provincia autonoma di Trento, stanno portando avanti il progetto Sofie (Sistema cOstruttivo casa Fiemme), orientato allo sviluppo di ricerche specifiche dedicate alla selvicoltura. In particolare la ricerca mira a definire le modalità per adattare la gestione dei moderni cantieri forestali (meccanizzati) ai criteri della selvicoltura naturalistica, anche con riferimento alla produzione di biomassa e alla certificazione di gestione sostenibile delle foreste Trentine. Sviluppata specificamente in Trentino, la ricerca coinvolge anche professionisti ed esperti di altre Regioni e Paesi, e fornisce indicazioni applicabili in generale alla selvicoltura sulle Alpi. Le condizioni tipiche della selvicoltura naturalistica sono quelle rappresentate dalla difficoltà di accesso, terreni ripidi, prelievo a gruppi di piante, esclusione del taglio a raso. In queste situazioni operative la modernizzazione dei cantieri si attua attraverso l’impiego di gru a cavo per l’esbosco di piante intere che, all’arrivo, vengono sramate e depezzate con un processore. Questo sistema di lavoro è ormai diffuso su tutto l’arco Alpino ed è comune in Austria, Francia, Germania e Svizzera. Partendo da questa premessa, la dimostrazione di Paneveggio ha voluto offrire ai visitatori la possibilità di osservare al lavoro un sistema moderno in grado di operare a distanze notevoli. Il cantiere prevede l’uso di un impianto di gru a cavo, montato su autocarro e idoneo per l’esbosco in discesa, con stazione motrice posta a valle, su linee lunghe fino a 1,5 km. Questa macchina può efficacemente sostituire i tradizionali argani a slitta o porsi come alternativa ai tradizionali sistemi d’esbosco qualora si voglia valorizzare l’esbosco di materiale intero da selezionare su luoghi ad elevata accessibilità. L’impianto è dotato inoltre di un carrello doppio, capace di sollevare orizzontalmente la pianta da esboscare, evitando pericolose oscillazioni del carico e consentendo un notevole aumento nella velocità di esbosco. La macchina è un prodotto di eccellenza del know-how Trentino, che ha una lunga e nota tradizione nel settore. L’esemplare utilizzato per la dimostrazione a Paneveggio è di proprietà di una ditta boschiva Trentina, specializzata nell’esbosco con sistemi a fune e molto apprezzata in Italia e all’estero. La giornata a Paneveggio è stata preceduta, il 14 ottobre, da un´altra iniziativa a Folgaria, dove è stato avviato un confronto completo tra la filiera delle ramaglie imballate e quella del cippato. L’evento ha rappresentato la fase conclusiva delle prove in campo, nelle quali sono stati cippati gli ultimi depositi di ramaglie imballate, in giacenza da un anno. Nell’ottobre 2008 una macchina imballatrice aveva infatti prodotto circa 500 fasci di ramaglie, che sono stati stoccati su un piazzale forestale, in parte coperti con un apposito telo e in parte no. Nel marzo di quest´anno, 300 fasci sono stati trasportati a Coredo e cippati; gli altri 200 sono stati cippati a Folgaria nella giornata di ieri, confrontando i tempi di movimentazione, cippatura e trasporto per analizzare i costi delle varie operazioni con le diverse modalità, per verificare la convenienza dell’imballatura. L’umidità della biomassa in stoccaggio è stata monitorata nel corso dell’anno, per verificare la conservabilità delle ramaglie imballate. . |
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