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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 28 Ottobre 2009 |
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BANCHE ITALIANE PENALIZZATE NEL METTERE FIENO IN CASCINA UN CONFRONTO EUROPEO DEL CAREFIN BOCCONI ILLUSTRA COME IL QUADRO FISCALE E NORMATIVO ITALIANO NON INDUCE LE BANCHE AD ACCANTONARE CAPITALE NELLE FASI DI ESPANSIONE DELL’ECONOMIA
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Milano, 28 ottobre 2009 - Con la crisi finanziaria è maturata una generale consapevolezza circa la necessità di indurre le banche a predisporre per tempo, nelle fasi espansive dell’economia, riserve che consentano di assorbire le perdite nei momenti di crisi e ridurre gli effetti prociclici. Uno studio del Carefin Bocconi (Centre for applied research in finance) illustra come il regime normativo italiano, che utilizza in modo controproducente la leva fiscale, renda le banche particolarmente meno inclini a politiche di accantonamento anti-cicliche, in modo particolare rispetto alla Spagna che ha introdotto misure ad hoc, e renda il sistema più vulnerabile. Come illustra lo studio, durante le fasi di espansione dell’economia, quando si manifestano minori perdite e il rischio percepito diminuisce, il livello di loan loss provisions (svalutazioni su crediti) delle banche si abbassa. Tuttavia, è proprio durante le fasi di crescita che sono originati i prestiti le cui perdite si manifesteranno nelle fasi di rallentamento. Sarebbe quindi necessario aumentare il provisioning e ridurlo invece durante le fasi di crisi, quando il capitale diventa più costoso o meno disponibile. In questo modo, il sistema bancario sarebbe in grado di smorzare gli effetti prociclici. In questo contesto la variabile fiscale può assumere un peso rilevante nell’influenzare il comportamento delle banche in tema di provisioning e lo studio, coordinato da Giuliano Iannotta e Andrea Resti, analizza i vari sistemi di trattamento fiscale nei sistemi bancari europei (Francia, Germania, Spagna, Italia, Regno Unito). Secondo l’analisi, il trattamento fiscale delle svalutazioni su crediti in Italia appare marcatamente disallineato rispetto agli altri paesi. In particolare, la deducibilità delle svalutazioni è incompleta e ritardata nel tempo e il beneficio fiscale associato alle presunte perdite su crediti viene dunque differito fino alla conclusione del contenzioso sulle posizioni insolventi, che può richiedere anche svariati anni dall’originaria emersione del default. Per verificare il comportamento prociclico del provisioning da parte delle banche, è stata poi analizzata l’evoluzione del rapporto tra loan loss provision e totali attivi per un campione di 770 banche europee (in Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito) nel periodo 1994-2007. Dall’analisi emerge che le provision diminuiscono col tasso di crescita del Pil ecol tasso di crescita dei prestiti. Si conferma quindi il comportamento pro-ciclico delle banche europee nelle politiche di loan loss provisioning. I risultati sono confermatianche a livello di singolo paese, con l’eccezione del caso spagnolo dato che il Banco de España ha introdotto nel 2000 un meccanismo per cui le banche sono obbligate a creare una riserva in tempi di espansione L’analisi conferma l’efficacia dello statistical provisioning spagnolo dato che nel periodo 2001-2007 l’accantonamento delle banche spagnole aumenta col tasso di crescita del Pil e dei prestiti. Anche il trattamento fiscale delle provision può avere importanti ripercussioni sul comportamento delle banche e da lì sulla stabilità dell’intero sistema. Per valutare l’impatto del diverso trattamento fiscale delle loan loss provision sulla stabilità del sistema bancario sono stati utilizzati dati del sistema italiano del periodo 2000-2008 per simulare 500 scenari, corrispondenti a 500 ipotetiche banche, utilizzando e comparando i diversi regimi normativi e fiscali in termini di provisioning. Secondo i risultati, il framework italiano, con limitata deducibilità del provisioning, riduce la redditività del sistema bancario e risulta il più vulnerabile ad uno shock estremo. L’ammontare della ricapitalizzazione necessaria a seguito dello shock risulta infatti maggiore rispetto ad altri regimi. All’altro estremo, con il framework spagnolo (piena deducibilità e provisioning anti-ciclico) si ha la maggiore stabilità dei profitti e dunque minore prociclicità. “Le banche italiane ed europee, con l’eccezione della Spagna dopo l’adozione dello statistical provisioning, se lasciate a se stesse o mal guidate da regimi regolamentari inadeguati, tendono a svalutare i crediti in modo prociclico, aggravando le fasi di recessione e sopravvalutando i profitti nelle fasi di espansione,” conclude Resti. “Il quadro normativo e fiscale italiano appare marcatamente sub ottimale riguardo alla stabilità dei profitti bancari lungo il ciclo economico e alla necessità di limitare il rischio di consistenti interventi pubblici in presenza di crisi acute del settore bancario. ” . |
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