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Notiziario Marketpress di
Lunedì 16 Novembre 2009 |
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PARLAMENTO EUROPEO: PIÙ VISIBILITÀ AL LAVORO E AL RUOLO DEL MEDIATORE EUROPEO
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Bruxelles, 16 novembre 2009 - Il Parlamento chiede di promuovere l´attività e il ruolo del Mediatore europeo presso i cittadini e gli enti interessati per contribuire a realizzare un’Unione in cui le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini. Suggerisce anche di creare un sito unico per agevolare la presentazione delle denunce di casi di cattiva amministrazione delle istituzioni europee. Adottando la relazione di Chrysoula Paliadeli (S&d, El), il Parlamento ha approvato il rapporto 2008 sull´attività del Mediatore europeo, figura creata nel 1995, cui sono rivolte le denunce relative ai casi di cattiva amministrazione che coinvolgono istituzioni e organismi dell´Unione europea. Possono rivolgersi al Mediatore i cittadini di uno Stato membro dell´Ue e le persone che vi risiedono, nonché le imprese, le associazioni e altri soggetti che abbiano sede nell´Unione. Nel gennaio 2010 il Parlamento dovrà eleggere il nuovo Mediatore europeo, tra i tre candidati ve n´è uno italiano: Vittorio Bottoli. I deputati esortano il Mediatore a "proseguire l´opera di sensibilizzazione dei cittadini al suo lavoro e a promuovere le sue attività con efficacia e trasparenza", nonché "a dare grande risalto agli eventi d´interesse informativo per i cittadini". Sottolineano poi la necessità di contribuire alla comprensione da parte del pubblico dei compiti del Mediatore fornendo un´informazione "facilmente comprensibile, accurata e di buona qualità", anche per ridurre il numero di denunce che esulano dal suo mandato. Anche perché ritengono che il ruolo svolto dal Mediatore "rappresenti un contributo essenziale per realizzare un’Unione in cui le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e il più vicino possibile ai cittadini”. Il Parlamento rileva che ciascuna istituzione dispone del proprio sito internet attraverso il quale si possono inoltrare denunce, petizioni, ecc. , e suggerisce quindi di creare un sito web comune alle varie istituzioni europee per aiutare i cittadini e indirizzarli direttamente verso l´istituzione competente a trattare la loro denuncia, riducendo in tal modo il numero di denunce irricevibili dal Mediatore. Sostiene anche lo sviluppo di un manuale interattivo per aiutare i cittadini ad individuare la sede più idonea alla soluzione dei loro problemi. I deputati riconoscono poi l’utile contributo apportato dalla rete europea dei difensori civici, di cui la commissione per le petizioni fa parte, nel garantire risoluzioni extragiudiziali. Raccomandano quindi il lancio di una campagna informativa continua rivolta ai cittadini europei, "intesa a far sì che conoscano meglio le funzioni e le competenze dei membri della rete europea dei difensori civici". Il Parlamento accoglie infine con favore la revisione dello statuto del Mediatore, in particolare il rafforzamento delle sue competenze investigative, "che contribuirà ad assicurare la piena fiducia dei cittadini nella sua capacità di condurre un’indagine esauriente sulle loro denunce, senza restrizioni". Fatti e cifre Nel 2008, il Mediatore ha registrato complessivamente 3. 406 denunce rispetto alle 3. 211 del 2007, con un aumento del 6%. 802 denunce ricadevano nel mandato del Mediatore europeo. Di queste, 228 sono state dichiarate ricevibili ma prive di elementi sufficienti per avviare un’indagine, mentre sono state avviate 293 indagini in seguito a denunce. 281 denunce sono state dichiarate irricevibili. La maggior parte di queste indagini interessava la Commissione europea (66%). Sono state anche svolte indagini relative all´amministrazione del Parlamento europeo (10%), dell´Ufficio di selezione del personale delle Comunità europee Epso (7%), del Consiglio (3%) e dell´ Ufficio europeo per la lotta antifrode Olaf (2%). Altre 37 indagini hanno riguardato altre 20 istituzioni e organi comunitari (13%). La fattispecie principale di presunta cattiva amministrazione consisteva nella mancanza di trasparenza (36% del totale delle indagini), incluso il rifiuto di fornire informazioni o documenti. Nel 2008 è stato concluso un numero record di indagini. La maggior parte è stata trattata in meno di un anno (52%) e un terzo (36%) in meno di tre mesi. Di queste, 352 erano collegate a denunce e tre erano indagini di propria iniziativa. . |
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