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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Novembre 2009
 
   
  I TECNICI DI ARPAV DI VICENZA A LEZIONE AL LAGO DI FIMON

 
   
  Vicenza, 24 novembre 2009 - “Siamo ben felici che Arpav Veneto abbia scelto il lago di Fimon per la formazione dei propri tecnici ma anche per le analisi delle acque e del loro stato di salute. E´ molto importante vedere affiancato il nostro lavoro da quello degli esperti dell´Agenzia Regionale, significa avere un ampio spettro di studi e di conseguenza di risposte”. Paolo Pellizzari, Assessore Provinciale alle Risorse Idriche, ha voluto dare personalmente il suo benvenuto alla dottoressa Maria Cristina Mosconi coordinatrice del gruppo di lavoro chiamato a trasformare in ricerca e dati le ultime direttive ministeriali in materia di specchi lacustri. Un intervento praticamente sine die, sebbene si aspettino da Roma le ultime precisazioni, iniziato con la campionatura del fondo lacustre, attraverso un barchino munito di benna, e delle acque stesse per il quale sono intervenuti 4 sommozzatori del nucleo di Vicenza. “Stiamo raccogliendo – precisa la dottoressa veronese - una prima, importante banca dati che ci consentirà di capire come sta il lago, quali sono le sue problematiche sotto il profilo biologico e quali azioni dovranno essere messe in pratica per affrontarle. Operiamo in uno scenario che da una parte ha visto la Provincia molto attenta sotto il profilo degli interventi - e la realizzazione del collettore che ha permesso di risolvere il problema degli scarichi biologici ne è una riprova - ma dall´altra presenta forti rischi di anossia, ovvero di mancanza di ossigeno, per la presenza di alghe e di una vegetazione acquatica così diffusa da aver quasi raggiunto il centro del bacino”. Affrontati energicamente sia il problema degli scarichi che quello della presenza di siluri e di altra fauna ittica non autoctona, si tratta ora di trovare le soluzioni più idonee per evitare che il lago soffochi con tutti i suoi abitatori. “In effetti – continua l´Assessore Pellizzari – preoccupa la grande presenza di alghe, che si riproducono per fotosintesi clorofilliana e che a settembre, quando muoiono, oltre a decomporsi sul fondo sottraendo ossigeno all´acqua, vanno a costituire un nutriente aumentando di conseguenza lo sviluppo di tutta la vegetazione invasiva. E togliendo progressivamente ossigenazione. Le campionature serviranno proprio a capire l´incidenza che su tutto ciò il fondale, nel quale, nel corso di decenni, si sono accumulati tutti i materiali organici riversati prima del collettore”. Di qui la costituzione a breve di un vero tavolo di lavoro formato da esperti. Del resto, che la situazione sia da tenere monitorata lo conferma la decisione della dottoressa Mosconi di far arrivare, nei mesi scorsi, i massimi esperti nazionali per una prima presa visione d´insieme. Perché il rischio, anche se dilatato negli anni, è che Fimon diventi un contenitore bellissimo ma senza vita. “E se non lo affrontiamo subito – conclude Pellizzari – arriverà un tempo che rimpiangeremo anche i siluri”. .  
   
 

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