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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 02 Dicembre 2009 |
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APERTI DA FORMIGONI NUOVI REPARTI CENTRO NEMO STRUTTURA UNICA IN ITALIA, HA CURATO 2500 MALATI DI DISTROFIA
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Milano, 2 dicembre 2009 - A volte i sogni diventano realtà. E´ il caso del Centro Nemo, nato da una serie di incontri - tra il 2005 e il 2006 - fra il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l´attuale direttore scientifico del centro clinico Nemo (Neuromuscular Omnicentre), prof. Mario Melazzini. Ieri il centro per la cura, ospitato presso l´Ospedale Niguarda, ha festeggiato il suo secondo anno di attività e il presidente Formigoni ha inaugurato nuovi reparti per curare ancora meglio e in spazi più adeguati i pazienti che soffrono di malattie neuromuscolari, come la distrofia di Duchenne, l´atrofia muscolare spinale e la sclerosi laterale amiotrofica. L´attività del centro è gestita dalla Fondazione Serena Onlus. "I risultati importanti raggiunti in questi primi due anni - ha detto il presidente Formigoni - rappresentano una delle maggiori evidenze della serietà, professionalità e della concretezza di tutti i professionisti coinvolti, a partire dal prof. Melazzini". "Il centro Nemo - ha proseguito il presidente Formigoni - è una struttura unica nel suo genere in Italia e ci auguriamo che anche altre Regioni seguano il nostro esempio, in modo da evitare ai malati spostamenti difficoltosi per potersi curare. Le nostre porte restano comunque sempre aperte a chiunque voglia venire in Lombardia per ricevere trattamenti e terapie di alto livello". Alla cerimonia di inaugurazione era presente anche l´assessore alla Famiglia, Giulio Boscagli, insieme a Alberto Fontana (presidente della Fondazione Serena), Giuseppe Guzzetti (presidente Fondazione Cariplo) e Pasquale Cannatelli (direttore generale ospedale Niguarda). Il progetto Nemo ospita, in un apposito padiglione dell´Ospedale Niguarda, 20 posti letto più 4 per i day hospital, con un´utenza di circa 1. 000 persone all´anno; complessivamente ha offerto più di 2. 500 prestazioni in meno di due anni di effettiva attività, con una domanda in forte crescita. "Da tempo - ha aggiunto il presidente Formigoni - una delle priorità di Regione Lombardia è quella di promuovere e sostenere iniziative che possano aprire nuovi fronti nella lotta alle malattie più gravi e invalidanti, come nel caso di quelle neuromuscolari e della Sla. Esse affliggono ancora decine di migliaia di persone in Italia, tra i quali 2. 000 bambini affetti da distrofia muscolare di Duchenne, la forma forse più nota. O ancora la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), la cui incidenza a livello nazionale di circa 2 nuovi casi ogni 100mila abitanti all´anno è prevista in forte aumento nei prossimi 30 anni". Il prof. Melazzini ha sottolineato che con la realizzazione di Nemo "ci siamo addentrati pienamente nel concetto di sussidiarietà e abbiamo dato vita ad una perfetta integrazione tra pubblico, privato e sociale. Il merito è di Regione Lombardia che, per prima, ha voluto accettare la sfida con una malattia così devastante per trasferire le conoscenze e le competenze anche ad altre forme di distrofia". Secondo Melazzini il progetto Nemo sta dimostrando che per curare non serve spendere di più ma razionalizzare le risorse: i brillanti risultati raggiunti hanno indotto la Regione Liguria a chiedere la realizzazione di 10 posti letto per le malattie neuromuscolari e, a breve, a Milano si aggiungeranno altri 40 posti letto. Pur essendo una realtà ancora di piccole dimensioni, il progetto Nemo sta svolgendo anche importanti attività di ricerca e, per il 2010, l´obiettivo è portare le cure anche al domicilio dei pazienti. Regione Lombardia stanzia 12 milioni di euro all´anno, a partire dal bilancio del 2007, come risorse aggiuntive destinate all´ambito della lungo assistenza in cui è importante il valore, anche terapeutico, dell´assistenza domiciliare. Risorse che hanno consentito di promuovere ed attivare a livello territoriale una serie di interventi sperimentali per garantire in misura più ampia di quelli nazionali i "livelli essenziali di assistenza" (cosiddetti "Lea")e migliorare qualitativamente e quantitativamente le cure domiciliari a persone affette da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e a persone che si trovano in fase terminale della vita. In questa direzione si è mosso un successivo provvedimento del 2008 che, tra diversi interventi e con ulteriori risorse, ha specificamente destinato alle persone affette da "malattie dei motoneuroni ed in particolare da Sla" un contributo economico mensile alle famiglie di 500 euro, erogato alla persona fragile (o al suo tutore) assistita dal familiare per lo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana per la cura e l´igiene personale, l´alimentazione e la mobilizzazione. Inoltre, per sollevare temporaneamente le famiglie dall´attività di cura del proprio congiunto con sclerosi laterale amiotrofica, può essere programmato un "ricovero di sollievo" presso strutture accreditate da Regione Lombardia quali le residenze sanitarie assistenziali per anziani (Rsa) e le residenze sanitarie assistenziali per persone con disabilità (Rsd), per una durata massima di 90 giorni nell´anno solare. . |
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