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Notiziario Marketpress di
Venerdì 04 Dicembre 2009 |
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CTS: IL TURISMO PUO’ AFFRONTARE LA SFIDA DEL CLIMATE CHANGE
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Roma - La Conferenza Internazionale dell’Onu, in programma dal 7 al 18 dicembre nella città di Copenaghen, è destinata a segnare una svolta nella lotta ai cambiamenti climatici. In questi giorni è alta l’attenzione sugli effetti del global climate change e sulle valutazioni delle cause e dei responsabili del preoccupante fenomeno sui quali agire con forza. Il Cts (Centro Turistico Studentesco e Giovanile) a tal proposito lancia un appello: l’industria turistica deve intraprendere con convinzione la strada della sostenibilità. Questo nell’interesse non soltanto del pianeta ma degli stessi operatori del turismo che se non cambiano rotta rischiano di tagliare il ramo dell’albero su cui stanno seduti. “Oggi Il viaggiare in maniera rispettosa dell’ambiente - dichiara Stefano Di Marco, Vicepresidente Nazionale di Cts - deve rappresentare una necessità e non soltanto una questione di scelte. Gli operatori del turismo devono - al pari degli altri – dare un contributo concreto alla risoluzione del problema dei cambiamenti climatici. In che modo? Le possibilità sono tante. L’importante è cominciare. Innanzitutto informando i turisti sulla necessità di adottare durante il viaggio una serie di comportamenti responsabili in grado di limitare l’impatto sull’ambiente. Si pensi ad esempio ai consumi energetici e di acqua piuttosto che alla produzione di rifiuti. Inoltre, come qualcuno ha già iniziato a fare, si potrebbero compensare le emissioni di gas serra derivanti dal proprio viaggio con la piantumazione di alberi nelle aree di destinazione. Molto si potrebbe fare anche in fase di programmazione privilegiando quelle strutture che adottano sistemi per limitare l’impatto sull’ambiente creando in questo modo un circuito virtuoso. Un altro contributo potrebbe essere quello limitare la stampa cartacea dei cataloghi. Si calcola, infatti, che solo in Italia ogni anno i tour operator stampino 100 milioni di cataloghi, ai quali si aggiungono le pubblicazioni di alberghi, orari dei vettori, le pubblicazioni degli operatori incoming e di tutte le altre imprese turistiche, più tutto il materiale delle destinazioni. Un turismo che si definisca responsabile non mette in secondo piano queste misure. Questi sono soli alcune azioni che potrebbero certamente contribuire ad aiutare il turismo ad affrontare con responsabilità la sfida del climate change". C’è poi il grande problema del trasporto aereo. Già da un po’ di tempo si cominciano ad intravedere nuove “rotte verdi” degli aerei. Nei mesi estivi del 2008 e del 2009 l’utilizzo di procedure ecosostenibili nel trasporto aereo italiano hanno permesso di risparmiare 1 milione e 114 mila chilometri di volo, 14 milioni e 158 mila chilogrammi di carburante. E soprattutto, 44 milioni e 400 mila chilogrammi di Co2. A confermarlo le anticipazioni del bilancio dell’Ente nazionale dell’assistenza al volo (Enav) che ha esaminato i primi risparmi prodotti dalle misure contenute nel piano pluriennale per il miglioramento dell’efficienza dei voli entrato in vigore il 25 febbraio 2008. Dall’indagine si stima che a fine 2009 i chili di anidride carbonica risparmiati in due anni supereranno i 100 milioni. Un primo risultato per il turismo che nella questione clima, in una sorta di paradossale processo kafkiano, viene ad essere ad un tempo colpevole e vittima, aggressore ed aggredito: perché se è vero che voluttuari spostamenti di massa possono concorrere all’avverarsi di deteriori scenari climatici, d’altro canto, non v’è dubbio che il climate change procuri effetti diretti (variazioni della temperatura di aria e acqua, ad esempio) e indiretti (modificazioni su biodiversità e paesaggio, in primis) sulle risorse ambientali vitali per l’attività turistica che rischia di veder gradualmente compromesse, in termini di appea, le proprie destinazioni d’eccellenza e, via via, tutte le altre. “Sono novecento milioni le persone a spasso nel pianeta, che diventeranno un miliardo e 600 mila tra meno di dieci anni: il pianeta non può reggere l´impatto” sottolinea Stefano Di Marco, che poi aggiunge: “Il turismo e´ uno dei settori che sentirà maggiormente gli effetti. Da un lato sarà una vittima del cambiamento, ma dall´altra parte contribuisce al cambiamento stesso. Perciò, il settore turistico non deve ignorare l’allarme mondiale, può e deve dare il suo contributo alle sfide globali dei cambiamenti climatici. Ma per far questo occorre una rete sostenibile per lo sviluppo turistico, così da attenuare l’impatto sul clima”. Proprio per questo motivo il Cts, la prima associazione di turismo giovanile in Italia, aderisce a 100 piazze per il clima, l’iniziativa di mobilitazione promossa dalla coalizione di In Marcia per il clima che coinvolgerà cento piazze italiane durante la conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici. L’obiettivo è quello di avvicinare ed educare i giovani, interlocutori privilegiati dell’associazione, all’impegno nella lotta al riscaldamento globale e al taglio dei gas serra affinché si governi la natura e l´ambiente come bene collettivo. Una corsa contro il tempo in cui i giovani risultano veri protagonisti essendo chiamati a gettare le basi per un nuovo futuro sostenibile basato sull’energia pulita, scopo che il Cts persegue in tutte le sue attività: dagli ecocamp ai viaggi naturalistici in Italia e all’estero, fino a soggiorni nei parchi e nelle aree protette. . |
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