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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Gennaio 2010
 
   
  I LAVORI RECENTI DEGLI ARTISTI INGLESI ALAN RANKLE E KIRSTEN REYNOLDS ALLA FONDAZIONE STELLINE DI MILANO DALL’11 FEBBRAIO AL 13 MARZO 2010

 
   
  Milano, 19 gennaio 2010 - Dall’11 febbraio al 13 marzo 2010, alla Fondazione Stelline di Milano si terrà una duplice mostra che presenterà 50 opere degli artisti inglesi Alan Rankle e Kirsten Reynolds. L’iniziativa organizzata dalla Fondazione Stelline, in collaborazione con il Consolato Generale Britannico di Milano, col patrocinio del Comune di Milano, della Regione Lombardia e del British Council, proporrà il percorso creativo di Alan Rankle attraverso una serie di lavori, realizzati tra il 1992 e il 2009, mentre il progetto inedito On the edge of wrong rivelerà il frutto della collaborazione tra lo stesso Rankle e Kirsten Reynolds, con lavori appositamente pensati per la Fondazione Stelline. L’esposizione Alan Rankle. Selected works 1992-2009 riunirà una trentina di opere provenienti da collezioni pubbliche e private, in grado di cogliere lo sviluppo delle idee progettuali dell’artista britannico che lo hanno condotto a lavorare a stretto contatto con Kirsten Reynolds (Macclesfield, 1968). La cifra più caratteristica del lavoro di Alan Rankle (Oldham, 1952) risiede nello sviluppo dell’arte paesaggistica in relazione al cambiamento dell’atteggiamento nei confronti dell’ambiente. In alcune opere, infatti, tratta l´intera tradizione della pittura paesaggistica quasi come un objet trouvé, elaborando stili appartenenti a periodi e a culture diverse, fondendo tra loro temi astratti, figurativi e del trompe-l’œil. Utilizzando indifferentemente video, foto e progetti d’installazione, Rankle riesce ad ampliare le potenzialità del linguaggio del dipinto moderno; in particolare, inserendosi nella discussione dei problemi ambientali di oggi, contribuisce a valorizzare l’importanza dell’arte paesaggistica. Dal suo canto, Kirsten Reynolds è sempre alla ricerca di modi alternativi per interpretare gli aspetti familiari dell’esistenza umana, azzerando i limiti tra i mezzi tradizionali e approfondendo la nostra comprensione culturale della luce, del suono e dell’esperienza fisica. Lavorando spesso in modalità inconsuete con una molteplicità di discipline e di materiali, la Reynolds dà luogo a interventi inaspettati, ma nello stesso tempo inquietanti, sia nell’ambiente paesaggistico che nell’ambiente urbano. Considerando la musica come un disegno nello spazio e nel tempo e riconoscendo, contemporaneamente, i ritmi e le cadenze nelle rappresentazioni visive, Kirsten Reynolds realizza una sorta di sinestesia immaginaria, esperienza multisensoriale che confonde intenzionalmente le percezioni sonore e quelle visive. Usando delle sorgenti luminose per creare una traccia fotografica, l’artista inglese, nei suoi nuovi disegni, crea ed incoraggia la manifestazione di sensazione della visione: apparizioni luminose, immagini o percezioni soggettive di natura allucinogena. Per la Fondazione Stelline, Rankle e Reynolds hanno appositamente creato On the edge of wrong, un intervento inedito composto da dipinti, foto, testi e scatole luminose sui quali gli artisti hanno lavorato a turno. Rankle e Reynolds realizzano opere d’arte elegiache e straordinariamente belle come una chiara affermazione della relazione incerta, ancora sicuramente fragile, che gli esseri umani hanno con l’effimero, la sua bellezza, ma anche la sua potenza oscura, invisibile e sconosciuta. L’intervento prevede un insieme di foto, che seguono un inconsueto e innovativo lavoro di performance. Su di esse Kirsten Reynolds crea una serie di disegni di grandi dimensioni, usando la luce come unico mezzo espressivo. Lo scenario di un bosco notturno, allo stesso tempo intimo e minaccioso, forma la base concettuale per le sue nuove opere. I dipinti di Alan Rankle utilizzano e modificano alcune immagini di queste tavole luminose e le trattano come se fossero apparenze della ‘vera natura’. Così facendo, si riferiscono al modo in cui alcuni artisti del ‘900 - naufragati concettualmente a causa della perdita del credo religioso come ragione per dipingere il sublime della natura - si rivolsero non al realismo, quanto all´immaginario popolare oscuro delle foreste del Nord e all’universo allusivo alla sessualità delle favole per capire l’effimero spirito del mondo della natura. A corredo, verrà proiettato il video Warp factor. La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/inglese; ediz. Hans Alf Gallery) con un ricco apparato fotografico e saggi di Brian Sherwin e Alan Rankle. Alan Rankle è nato a Oldham, Lancashire nel 1952. Ha studiato alla Rochdale College of Art, alla Goldsmiths´ College, all’University of London, e a The Liu Academy of Traditional Chinese Arts. Fin dalla prima esposizione all’Institute of Contemporary Arts London nel 1973 ha fatto installazioni, pitture, incisioni, video e fotografie. Un’importante serie di opere pittoriche, Riverfall, prima esibizione in Southampton City Art Gallery nel 1993 ha portato i suoi lavori a un pubblico più ampio. È rimasto uno degli artisti di spicco della sua generazione per la sua capacità di ampliare il vocabolario della pittura contemporanea e il suo contributo alla rilevanza durevole della pittura paesaggistica alla luce dei problemi ambientali del presente. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Kirsten Reynolds è nata a Macclesfield, Cheshire, nel 1968. Dopo la laurea in scultura all’Academia di Belle Arti ha iniziato a lavorare con i Bow Gamelan, un gruppo di artisti di avanguardia che crea eventi su larga scala usando strumenti scultorei ricavati da materiali di scarto in luoghi di rilevanza architettonica e culturale. Nel 1995 Reynolds ha co-fondato il Project Dark, un duo che ha prodotto un catalogo unico nel suo genere di dischi 45 giri che includeva dischi in vinile insieme a dischi fatti di vetro inciso, seghe circolari e peli umani, mostrati in tutto il mondo in un fantastico spettacolo dal vivo. A partire dal 2005 Reynolds produce installazioni ipnotizzanti e specifiche per i Giardini Botanici, come parte dell’esperienza di suoni e luci Power Plant, esposta al Festival di Edimburgo del 2009. .  
   
 

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